Dieci consigli contro il colesterolo

In genere si pensa al colesterolo come ad una sostanza nociva per la salute, anche se, in realtà, svolge funzioni importanti per l’organismo; perché, allora, viene definito così dannoso?

Il colesterolo è costituito da molecole insolubili in acqua che circolano nel sangue trasportate da due tipi di proteine: quelle indicate con la sigla Ldl, ovvero low density lipoprotein e quelle note come Htl, cioè high density lipoprotein. Le lipoproteine indicate con la sigla Ldl sono quelle considerate “cattive” perché aiutano il grasso a depositarsi nelle pareti delle arterie, mentre le Hdl sono quelle “buone” perché rimuovono il grasso e lo trasportano dal sangue al fegato.

Per stabilire i valori del colesterolo bisogna fare le analisi del sangue, le uniche in grado di fornire un quadro completo della presenza di questa sostanza nel sangue; per essere ottimali, i valori devono indicare un colesterolo totale pari o inferiore a 200 mg/ml, quello “cattivo” deve essere al di sotto dei 150 mg/ml e quello “buono”, superiore ai 50 mg/ml.

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Erbe ad azione diuretica

Con il termine diuresi si indica la capacità dell’organismo di eliminare le sostanze di scarto attraverso l’urina. Se la diuresi non avviene in maniera “corretta”, nel senso che risulta rallentata o diminuita, ad esempio perchè si stanno assumendo farmaci che inducono questo effetto, come i cortisonici, possono insorgere diversi disturbi quali ritenzione idrica e ipertensione.

Più in generale, una buona diuresi, aiuta a mantenere “pulito” l’organismo ed è un valido ausilio nella lotta contro gonfiori e contro quelli che vengono comunemente definiti gli “odiosi inestetismi della cellulite“. Fatte salve le condizioni di salute che richiedono l’impiego di farmaci diuretici sotto controllo medico (delle quali non ci occupiamo) esistono molte sostanze naturali che grazie alla loro azione diuretica possono aiutarci a ritrovare leggerezza e benessere.

Esse sono contenute non solo negli alimenti ma anche in particolari erbe medicinali rinvenibili in erboristeria sotto forma di tisane, gocce, capsule e tinture madri. Vediamone un breve elenco:

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Gli alimenti diuretici

Molte persone sperano di ottenere un dimagrimento facile e veloce attraverso il ricorso ai diuretici, ovvero quelle sostanze in grado di aumentare la produzione e l’espulsione di urina. Tuttavia, l’uso di farmaci o di prodotti dimagranti ad azione diuretica rischia di rivelarsi una cattiva idea e dare luogo, anche in persone perfettamente sane, ad una serie di disturbi che possono andare dalla disidratazione ai crampi fino ad arrivare al collasso cardiaco, soprattutto se l’assunzione di questo tipo di prodotto si accompagna all’esercizio fisico intenso.

Quindi, a meno che non ce li abbia prescitti il medico, meglio rivolgersi a rimedi più innocui come il buon cibo o le erbe (anche qui però usate molta prudenza); alcuni alimenti e bevande hanno infatti azione diuretica grazie al loro contenuto elevato di acqua o di particolari vitamine e sali minerali quali potassio, vitamina C, vitamina B6. Sappiate però che il calo ponderale registrato in seguito al loro consumo massiccio è dovuto alla perdita di liquidi e non di grasso quindi si tratta di un dimagrimento più apparente che reale.

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Il coenzima Q10 aiuta a regolare il metabolismo

Quante volte vi è capitato di recuperare in pochi giorni i chili persi dopo la dieta, rimanendo vittime del famigerato effetto yo-yo? A volte, la causa di questo meccanismo è da ricercarsi nel metabolismo lento, fenomeno che può essere combattuto grazie al coenzima Q10, una sostanza capace di bruciare naturalmente gli accumuli di grasso.

Il coenzima Q10 è una molecola organica che si trova nel corpo umano, ma che è anche contenuto in diversi cibi, come i cereali, la soia, le noci, la verdura, le uova, la carne e il pesce. Oltre alla proprietà di bruciare l’adipe, il coenzima Q10 è in grado di trasportare energia tra le cellule e, quindi, di modulare il metabolismo; in più è un ottimo antiossidante ed è capace di equilibrare i livelli di colesterolo nel sangue, insomma: il coenzima Q10 è una sostanza importantissima per l’organismo.

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Caffè per prevenire la gotta

Secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Boston University School of Medicine, coordinati dal dr. Hyon K. Choi, bere grandi quantità di caffè nel corso della vita, dimezza, per le donne, la possibilità di contrarre la gotta dopo la menopausa.

I ricercatori non hanno ancora stabilito quale sia il principio attivo contenuto nel caffè in grado di scongiurare l’insorgenza della malattia, che colpisce in realtà soprattutto gli uomini, ma escludono che possa trattarsi della caffeina dal momento che essa è contenuta anche in altre bevande (come il tè) le quali non si sono però dimostrate in grado di sortire il medesimo risultato.

Questo dunque il consiglio del dottor Choi

In particolare il rischio di gotta diminuisce del 22% se l’intake medio durante la vita è stato di 1-3 tazze di caffè al giorno, ma del 57% se l’intake medio durante la vita è stato di più di 4 tazze di caffè al giorno. Se siete forti bevitrici di caffè e nella vostra famiglia ci sono casi di gotta, io non smetterei.

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L’alimentazione anti colesterolo

Secondo dei dati recenti, sei italiani su dieci hanno il livello del colesterolo superiore alla norma, fattore che espone al rischio di ictus e infarti; erroneamente, il colesterolo alto viene spesso sottovalutato, eppure per tenerlo sotto controllo, basterebbe adottare una dieta sana ed equilibrata che, oltre a mantenere stabili i livelli di colesterolo, aiuterebbe anche a dimagrire e a scolpire la silhouette.

Le principali fonti di colesterolo sono gli alimenti e la produzione interna dell’organismo: in percentuale, il colesterolo introdotto con la dieta è pari a circa il 20% del totale, e il restante 80% viene prodotto dal fegato; in linea di massima, il colesterolo introdotto con la dieta non dovrebbe superare i 300 mg. al giorno.

Un’alimentazione equilibrata permette di aumentare il livello di colesterolo “buono”, in grado, cioè di eliminare quello “cattivo”, e di ridurre, quindi, il rischio di problemi cardiovascolari. Ovviamente, anche lo sport ha la sua importanza nel contribuire ad abbassare il livello del colesterolo nel sangue; come abbiamo più volte ripetuto nel corso dei nostri post qui su Dietaland, per attività sportiva non si intendono sfiancanti ore di esercizi in palestra: vanno bene anche 40 minuti di camminata veloce per due o tre volte la settimana.

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Mood Foods, ovvero i cibi adatti all’umore

Ormai l’autunno è alle porte e con esso anche i classici disturbi dovuti al cambio di stagione, ovvero stanchezza e irritabilità; per fortuna, anche in questo caso, un importante aiuto ci arriva dall’alimentazione che, grazie ad alcuni cibi, contribuisce a farci stare meglio. Se la mattina vi svegliate tristi e depresse, vi saranno utili i cosiddetti Mood Foods, dei cibi che, grazie alle loro caratteristiche nutritive, aiutano a superare i momenti no e di stanchezza.

Proprio come dice il nome, ad ogni mood, ovvero ad ogni umore, corrispondono dei cibi più indicati di altri per contrastare quella particolare sensazione; vediamone alcune. Per combattere la stanchezza via libera ai carboidrati, che producono energia, al ferro che la mantiene al lungo, alle fibre, in grado di saziare a lungo, alla verdura per fare il pieno di vitamine e sali minerali e al magnesio che regala vitalità.

Se vi sentite giù di corda, tristi e depresse, accogliete nei vostri menù gli omega 3 contenuti nei pesci come salmone e tonno, e nei crostacei, magari abbinandoli al cioccolato, alle noci, ai legumi, ai cereali, alle banane, al pollo e all’ananas, alimenti in gradi di stimolare la produzione della serotonina, il cosiddetto “ormone del buonumore”.

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Combattere l’insonnia con i preparati omeopatici

Al contrario di quanto si crede comunemente, l’insonnia è un disturbo piuttosto diffuso; si stima infatti che il 14% della popolazione ne sia affetto e che questa percentuale si attesti al 33% superati i 60 anni di età, soprattutto fra le donne. Le conseguenze di un riposo notturno carente o estremamente disturbato, soprattutto se il problema permane per lungo tempo, si rendono evidenti durante il giorno causando disagi quali emicranie ricorrenti, difficoltà di concentrazione e attenzione, disturbi della memoria, irritabilità.

Non ci vuole molto a comprendere come tutto questo incida negativamente sul rendimento fisico ed intellettuale di chi  soffre di insonnia con ricadute deleterie sulla vita lavorativa, familiare e sociale. Abbiamo già visto come, per ridimensionare il problema, sia utile adottare tutta una serie di accorgimenti atti a modificare alcune abitudini di vita e alimentari che possono favorire, se non l’insorgenza, il mantenimento del problema e/o un suo inasprimento; oggi vedremo invece quali rimedi omeopatici possono essere utili a garantirsi un buon sonno:

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La creatina, cos’è, a cosa serve

Cos’è la creatina?

La creatina, o metil guanidinacetato, è un amminoacido presente nel nostro organismo, prevalentemente nei muscoli. Parte di essa viene sintetizzata da fegato, reni e pancreas a partire da arginina, metionina e glicina, parte invece viene assunta attraverso la dieta ( la creatina è contenuta in alimenti quali carni e pesci).

A cosa serve la creatina?

Le funzioni principali della creatina sono quelle di aumentare la forza, il recupero e la massa muscolare, per questo motivo gli integratori a base di creatina sono molto utilizzati da chi pratica sport che richiedono un grande sforzo muscolare.

Come si assume la creatina?

La creatina è contenuta in grandi quantità nella carne e nel pesce, mentre la sua presenza è modesta negli alimenti vegetali; viene inoltre commercializzata sotto diverse forme:

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L’olio d’oliva combatte l’osteoporosi

Nelle pagine di Dietaland vi abbiamo spesso illustrato le proprietà benefiche dell’olio d’oliva, il condimento principe della dieta mediterranea; uno degli ultimi post sulle sue virtù, riguardava quella di essere in grado di combattere la sindrome metabolica. Ora, una recente scoperta condotta dall’Università di Cordoba, guidata dal dottor Santiago-Mora e pubblicata su “Osteoporosis International”, rivela che l’olio d’oliva sarebbe utile anche per contrastare l’osteoporosi.

Innanzi tutto spieghiamo in cosa consiste questa patologia; l’osteoporosi è la perdita della densità ossea che causa una maggiore fragilità delle ossa e che colpisce principalmente le donne, soprattutto quelle in età avanzata o nel periodo post menopausa. La dieta è un fattore fondamentale nella prevenzione dell’osteoporosi, ovviamente se è sana ed equilibrata come quella mediterranea, un regime alimentare nel quale i condimenti  a base di olio d’oliva ne costituiscono il principio.

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Il tè in bottiglia è meno sano di quello naturale

Sicuramente tutti avrete bevuto il classico tè freddo in bottiglia: una bevanda buona e rinfrescante, da gustare soprattutto durante gli assolati pomeriggi d’estate.

Se fino ad adesso al tè in bottiglia veniva imputata la sola colpa di contenere zuccheri, una ricerca condotta dalla società biotecnologica “WallGen” ha evidenziato il fatto che il tè in bottiglia non sarebbe sano quanto quello naturale, in quanto non conterrebbe tutti i polifenoli, ovvero le sostanze antiossidanti che in genere sono pubblicizzate in associazioni a questi prodotti. I risultati di questa ricerca sono stati presentati al convegno nazionale dell’American Chemical Society di Boston.

Il punto di forza di queste bevande è la loro capacità di essere molto attraenti per i consumatori, grazie al gusto più dolce rispetto alla semplice infusione del tè.

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La dieta iperproteica aumenta il rischio di osteoporosi

Secondo uno studio della statunitense Pardue University, pubblicato sul Journal of Gerontology: Medical Sciences, seguire una dieta ipercalorica iperproteica in menopausa aumenta il rischio di osteoporosi. I ricercatori sono giunti a questa conclusione dopo aver analizzato i dati relativi a due studi: il primo vedeva coinvolte 28 donne in postmenopausa di età compresa tra i 43 e gli 80 anni, quindici delle quali dovevano seguire una dieta senza carne nella quale le uniche fonti di proteine erano legumi, latticini e uova che rappresentavano il 18 per cento dell’introito calorico.

Le restanti 13 partecipanti seguivano invece una dieta composta al 30% da proteine, il 40% delle quali proveniva da carne di maiale magra e il 60% da legumi, latticini e uova. Al temine delle 12 settimane di sperimentazione tutte le partecipanti, di entrambi i gruppi, erano dimagrite in media di 8 chili e mezzo, ma quelle che avevano seguito un regime alimentare maggiormente proteico mostravano una demineralizzazione ossea.

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Il pomodoro aiuta a prevenire il tumore alla prostata

Le proprietà benefiche del pomodoro sono da tempo indiscusse, e ora se ne aggiunge un’altra, ovvero quella di essere un ottimo alleato nella prevenzione del tumore alla prostata, soprattutto se consumato cotto, intero e compreso di buccia e semi.

Questo risultato è emerso nel corso di uno studio italiano condotto dal Centro Scienze dell’Invecchiamento dell’Università di Chieti in collaborazione con l’ateneo Federico II di Napoli, pubblicato sulla rivista Cancer Prevention Research.

Ecco cos’ha dichiarato la dottoressa Manuela Iezzi, a proposito dell’uso del pomodoro nella prevenzione del tumore alla prostata:

Abbiamo appurato che una dieta arricchita con pomodoro intero, specie se cotto e con la buccia, come accade nelle più tipiche preparazioni della cucina mediterranea, riduce lo sviluppo dei tumori della prostata e i fattori infiammatori coinvolti nel processo tumorale. Molto più di quanto può accadere assumendo un solo componente, come il licopene.

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L’alimentazione per prolungare l’abbronzatura

Siamo quasi a metà settembre e ormai le vacanze iniziano ad essere un ricordo e con esse anche l’abbronzatura, dato che già a poche settimane di lontananza dalla spiaggia, la pelle perde buona parte del colorito bronzeo dovuto all’esposizione al sole. Prolungare un po’ l’abbronzatura è, però, possibile, e come al solito, l’alimentazione gioca un ruolo importante in questo processo di mantenimento.

Per mantenere più a lungo la tintarella dovete puntare su tre elementi principali: le vitamine, il betacarotene e gli omega 3; queste sostanze sono contenute in diversi cibi e aiutano a prolungare il colorito dotato della pelle. Il betacarotene è utile perché una volta assimilato dall’organismo si trasforma in vitamina A, che è essenziale per mantenere un bel colorito senza danni per la pelle; tra i cibi che contengono questa sostanza ci sono le pesche, le albicocche, le carote, i peperoni e la papaia, ma anche broccoli e spinaci.

Anche la vitamina C è essenziale per la salute della pelle, in quando produce il collagene, e per mantenere l’abbronzatura, e si trova in abbondanza negli agrumi, nei kiwi, nei peperoni e nei cavolfiori.

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Cambio di stagione e stipsi: attenzione all’alimentazione

Il cambio di stagione, soprattutto quello dall’estate all’autunno, è un periodo difficile per l’organismo che è costretto ad affrontare il calo delle temperature e le minori ore di luce; uno degli organi che risente di più di questi cambiamenti è l’intestino, che rallenta le sue funzioni causando stitichezza.

La stipsi da cambio di stagione è un disturbo piuttosto diffuso, basti pensare che ne soffre ben il 58% degli italiani. Oltre a problemi di origine alimentare, infatti, la stipsi può presentarsi anche in caso di un forte stress, di un viaggio, o semplicemente a causa del cambio di abitudini e di stagione. Per stipsi non si deve intendere sono la riduzione del numero delle evacuazioni ma anche il dolore e la difficoltà a portarle a termine.

In autunno, l’organismo deve affrontare il cambio di clima e di abitudini, come ad esempio il ritorno al lavoro o a scuola dopo un periodo di vacanza, ma anche far fronte ai disagi dovuti ad un minor apporto di liquidi: con l’arrivo del freddo tendiamo a bere meno rispetto alla stagione calda, fornendo, quindi, meno liquidi all’organismo.

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Dieta, quattro donne su dieci ingrassano

Mettersi a dieta ferrea e ingrassare; è questo il destino che attende quattro donne su dieci. Almeno tra quelle che per smaltire qualche chilo decidono di seguire regimi alimentari troppo restrittivi. Questo è quanto emerso dall’indagine “Food, Body, Mind”, commissionata dal Jenny Craig weight management programme, i cui risultati sono stati pubblicati sul britannico Daily Mail.

L’indagine ha coinvolto un campione di 2000 donne fra i 18 e i 65 anni ed ha messo in luce la tendenza ad imporsi regimi alimentari da fame, salvo poi abbandonare tutti i propri “buoni” propositi dopo il primo giorno di dieta (una donna su dieci) o, al massimo, dopo una settimana (due donne su dieci).

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Combattere lo stress con l’alimentazione e gli integratori

Il rientro dalle vacanze può essere davvero un momento molto stressante; i ritmi familiari e lavorativi si fanno sempre più pressanti, le belle giornate lasciano il posto a giorni brevi e uggiosi, il fantasma della solita routine comincia ad aleggiare intorno a noi. E’ facile dunque in questo periodo sentirsi svogliati e di cattivo umore.

Certo, è solo questione di tempo, prima o poi passerà, ma intanto possiamo cercare di migliorare il nostro stato d’animo curando meglio la nostra alimentazione e ricorrendo a qualche rimedio erboristico utile a farci ritrovare energia e concentrazione.

Quanto alla dieta, cercate, adesso più che mai, di seguire una dieta varia ed equilibrata in cui non manchi nessuno dei nutrienti principali e che sia anche ricca di vitamine e sali minerali. Non saltate i pasti e cominciate la giornata con un bella colazione; vi aiuterà ad affrontare con più “coraggio” gli impegni della mattina.

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Nuovo anno scolastico: l’alimentazione degli studenti

Il nuovo anno scolastico è ai nastri di partenza ormai per diverse regioni italiane; dopo quasi tre mesi di stop i ragazzi faticheranno un po’ prima di riprendere con i ritmi scolastici. Per sostenerli in questa fase e alleviare lo stress del rientro, una giusta alimentazione è molto importante. I consigli per la dieta ideale arrivano dagli esperti dell’Università delle Scienze di Philadelphia, guidati dalla dottoressa Karin Richards.

Secondo gli scienziati americani, nella dieta per gli studenti alle prese con il ritorno in aula, devono essere sempre presenti le proteine e i carboidrati; le proteine servono per tenere sotto controllo a lungo l’appetito, e i carboidrati, soprattutto quelli complessi come i farinacei integrali, a fornire l’energia necessaria ai ragazzi per affrontare tutte le attività scolastiche.

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