Dieta della zucca, settimana tipo

La dieta della zucca funziona? Potrebbe, in base alle condizioni della persona coinvolta. E senza rinunce estreme. Basandosi la dieta della zucca su questo particolare ortaggio, possiamo potenzialmente contare su tantissime ricette dal gusto gradevole.

Ecco un menu tipo della dieta della zucca

Viene promessa una perdita fino 8 chili in due settimane. Sarà così? Ecco, a ogni modo, un menu tipo. Come sempre, prima di iniziare qualsiasi dieta il consiglio è quello di parlare con il proprio medico. In modo tale da stabilire se ciò che viene richiesto dal regime è compatibile con eventuali patologie preesistenti. La dieta dell’a zucca viene presentata con un menù settimanale che deve poi essere ripetuto per una settimana.

Generalmente il primo giorno a colazione si consumano 125 grammi di yogurt magro, due fette biscottate integrali con (poca) marmellata. Seguite a pranzo da 60 grammi di pasta integrale o riso con zucca e 100 grammi di spinaci. A cena una zuppa creata con 100 grammi di questo ortaggio e 50 grammi di patate con un contorno di verdura cotta o cruda e 150 grammi di merluzzo o polpo.

La dieta della zucca prevede il giorno successivo tre biscotti integrali, un caffè e 200 ml di latte scremato. A pranzo 50 grammi di pasta con zucca e ceci, un uovo alla coque o sodo con contorno di verdure. E a cena un minestrone di zucca e verdure miste. Ai quali aggiungere 150 grammi di petto di pollo e insalata.

Come è possibile vedere la dieta della zucca sembra essere abbastanza equilibrata nei nutrienti, favorendo il consumo di questo ortaggio nel corso dei pasti principali. Il terzo giorno sono previsti nuovamente 125 grammi di yogurt magro, accompagnati da 30 grammi di cereali integrali o muesli e un caffè. A pranzo una zuppa preparata con 200 grammi di zucca, due cucchiai di lenticchie, 50 grammi di farro, prezzemolo, rosmarino, carote con 30 grammi di pane. Per cena la dieta della zucca in questo giorno prevede 150 grammi di polpo o gamberi accompagnati da insalata e 60 grammi di risotto alla zucca e zafferano.

Ortaggio in diverse cotture e consistenze

Il quarto giorno si ripete la colazione del secondo giorno, seguita a pranzo da 70 grammi di pasta o riso integrale con 100 grammi di piselli e 250 grammi di zucca al vapore o gratinata mentre a cena sono previsti 180 grammi di carne magra, un frutto e 250 grammi di zucca al vapore. Il quinto giorno si ripete la colazione del terzo giorno, mentre all’ora di pranzo sono previsti 30 grammi di pane integrale, 250 grammi di zucca a cubetti preferibilmente cotta al forno e carpaccio di pesce spada al limone. A cena zucca bollita o al vapore e petto di pollo alla griglia.

Il sesto giorno della dieta della zucca è possibile fare colazione con 200 ml di latte scremato e 50 grammi di cornetto integrale, seguiti a pranzo da 130 grammi di tacchino e 250 grammi di zucca spolverata con il parmigiano. Mentre a cena sono previsti insalata mista, 250 grammi di zucca a cubetti e 60 grammi di riso integrale. Questo regime alimentare si conclude con un ultimo giorno in cui la colazione prevista è quella a base di latte e muesli, seguita da un pranzo a base di insalata di legumi formata da 70 grammi di fagioli e 100 grammi di piselli accompagnato da 70 grammi di pasta integrale al pomodoro. A cena da 250 grammi di zucca gratinata al forno, mirtilli e 150 grammi di polpo.

Dieta spaziale a base di batteri?

Dieta spaziale a base di batteri? Diciamo di sì. O meglio dovremmo parlare di alimenti completi dal punto di vista nutrizionale, ottenuti da batteri coltivati su pezzi di asteroidi.

Una nuova dieta spaziale

Inutile dire che quando si tratta di dieta spaziale l’innovazione deve essere alla base di tutto. Attualmente gli astronauti per mangiare possono contare su razioni create appositamente per durare ed essere conservate nello spazio. Sono stati fatti anche diversi esperimenti di coltivazione ma seguendo quelle che sono le norme di coltura classica.

Gli scienziati si sono chiesti: perché non seguire un percorso differente e rivoluzionario ottenendo del cibo nutrizionalmente adeguato da batteri? E perché non utilizzare degli asteroidi? È molto semplice comprendere perché si è optato per questo tipo di “terreno”. Per quanto per noi al momento sembri assurdo, potremmo aver bisogno di dar vita a missioni spaziali a lungo termine, ancor più di ora, senza poter rifornirci sfruttando il nostro pianeta. Sostenendo quindi una dieta spaziale alternativa a quella attuale.

È per tale ragione che gli scienziati dell’Università Western dell’Ontario, in Canada, hanno deciso di lavorare su questo nuovo approccio alla coltivazione. Gli esperti, fondamentalmente, hanno ipotizzato che si possano trasformare in cibo, dotato di ottimo valore nutrizionale, gli elementi chimici riscontrati sugli asteroidi.

Nello specifico lo studio è stato in grado di mostrare che, se si riuscisse a trasformare anche solo alcune sostanze chimiche presenti sugli asteroidi in biomassa, sfruttando ad esempio l’asteroide Bennu, si potrebbero creare tra i 50 e i 239 milioni di grammi di “cibo commestibile”.

Potenzialità davvero importanti

Va da sé che le potenzialità di una simile tecnologia e approccio alla dieta spaziale sarebbero immense. Tra l’altro è stato stimato che se il processo di estrazione fosse molto efficace e si potesse trasformare tutto il materiale realmente utile, si potrebbero creare tra gli 1,4 miliardi e i 6,5 miliardi di grammi di cibo.

Pensiamo inoltre a un approccio del genere anche per quel che riguarda la Terra e non solo nell’ipotesi di una dieta spaziale. Ci sarebbe la possibilità di dar vita al cibo necessario per tutte quelle persone che non sono in grado a causa della povertà di sfamarsi. Inutile dire che i numeri sopra citati sarebbero capaci di sostenere una persona da un minimo di 600 anni fino all’equivalente di tutta l’evoluzione umana.

Certo, forse sarebbe un po difficile approvvigionarsi adeguatamente di asteroidi. È stato infatti stimato che la quantità di asteroide necessaria per creare cibo per una persona per 12 mesi si stagli tra le 5000 le 160.000 tonnellate metriche di asteroide. Sognar però non nuoce in merito a questa dieta spaziale. Chi lo sa che in futuro non ci servi davvero?

Dieta mind, ecco i cibi da consumare

La dieta mind aiuta a proteggere la memoria anche in età avanzata. Quali sono i cibi che dobbiamo consumare i contenuti al suo interno?

 

I benefici della dieta mind per il cervello

Sono diversi gli studi che evidenziano come seguire la dieta mind o comunque consumare gli alimenti previsti da questa possa aiutare a rallentare il rischio di declino cognitivo. Sedersi a tavola e consumare cibi in grado di prevenire l’insorgere della demenza può rivelarsi estremamente utile.

Fattore confermato, tra l’altro, da un nuovo studio conto dall’American Academy of Neurology e pubblicato sulla rivista di settore Neurology. Al suo interno gli scienziati hanno introdotto un regime alimentare basato su alcuni alimenti presenti proprio all’interno della dieta mind.

Ricordiamo che quest’ultima è una sorta di incontro, avvenuto nel 2015, tra la dieta Dash e quella mediterranea. Dove Dash è l’acronimo della frase che dall’inglese può essere tradotta con “approcci dietetici per fermare l’ipertensione“.

A ogni modo, tornando allo studio in questione, gli scienziati hanno stabilito un’associazione tra la dieta mind e un rischio più basso di sviluppo di demenza studiando un gruppo di circa 14.100 persone di età media pari a 64 anni. Seguendoli per 10 anni è stato possibile vedere come chi consumava verdura a foglia verde, vegetali in generale, frutti di bosco, cereali integrali, noci e olio d’oliva mostrava avere minori problemi neurologici.

Cosa dobbiamo mettere in tavola

 

Cosa significa questo? Che effettivamente “Mens Sana in corpore sano” è un detto abbastanza veritiero. Come si traduce tutto ciò nella nostra alimentazione di tutti i giorni? Ovviamente inserendo all’interno della nostra dieta quegli alimenti che fanno parte della dieta mind.

Questo significa prima di tutto dare spazio a molta frutta e verdura. Ovviamente nei limiti delle proprie patologie si dovrà consumare più di sovente la verdura a foglia verde, non dimenticando in generale anche gli altri ortaggi. Frutti di bosco come fragole e mirtilli possono aiutarci dal punto di vista della circolazione, favorendo una maggiore irrorazione di sangue all’encefalo e agli altri organi.

I cereali integrali ci consentono di poter sfruttare dei carboidrati buoni dal punto di vista energetico nell’immediato. Mentre frutta secca come le noci possono darci grassi buoni come gli omega tre in grado di completare il nostro regime alimentare.

Insomma, approfittando della stagionalità, cerchiamo di modificare la nostra dieta in una più vicina alla dieta mind. Avremmo così in modo di poter stare bene e in forze senza troppo sforzo. In fin dei conti, prevenire è meglio che curare e se questo ci consente di farlo, tra le altre cose, in modo gustoso va bene così.

Cibi autunnali da consumare per una dieta sana

Quali sono i cibi autunnali da consumare per mantenere una dieta sana? L’autunno è arrivato ed ha portato con sé non solo delle temperature più miti, ma anche tutta una serie di alimenti che possiamo portare in tavola.

I principali cibi autunnali da consumare

Cibi autunnali che con i loro nutrienti possono aiutarci a stare bene e a seguire una dieta sana ed equilibrata. La regina di questi alimenti è senza dubbio la zucca. Questa può essere utilizzata per dar vita a moltissimi piatti autunnali gustosi e al contempo rifornirci di vitamina A e di vitamina C in particolare. A differenza di quello che si crede è molto versatile.

Possiamo utilizzarla come contorno o prepararci delle ottime polpette da cuocere in forno, leggere e gustose. Possiamo utilizzarla anche per dolci leggeri di diversa tipologia. Ovviamente questo non è l’unico ortaggio presente tra i cibi autunnali in grado di farci del bene.

Tra i cibi autunnali che possiamo consumare ci sono anche i carciofi, i quali sono possibili da raccogliere da ottobre a maggio. I mesi autunnali sono quelli nei quali è possibile trovarne di migliori e consumarne a volontà. Questo ortaggio è ricco di zinco, rame, fosforo e potassio e il suo alto contenuto di fibre consente di sostenere un’ottima motilità intestinale. Importante: è uno degli ortaggi più ricchi di proteine e carboidrati.

Tra i cibi autunnali immancabili le mele: hanno anch’esse il ruolo della regina. Le loro fibre consentono di poter contare su un ottimo senso di sazietà e una digestione facilitata. Grazie al loro livello di antiossidanti e sostanze fitochimiche aiutano ad abbassare il livello della glicemia. Hanno poi il pregio di essere un cibo ipocalorico visto che una singola mela di solito contiene circa 52 cal.

Via libera anche alla patata dolce

Sulla stessa linea, tra i cibi autunnali, incontriamo la melagrana: tante fibre e tanti antiossidanti. Questo la rende uno cibi dei più adatti se si vuole perdere peso e combattere i radicali liberi. Secondo alcune ricerche sarebbe anche in grado di combattere l’ipertensione.

Tra gli ortaggi che non dovremmo mai far mancare all’interno della nostra dieta contenente cibi autunnali vi è anche la patata dolce. Non solo possiede il doppio delle fibre degli altri tuberi ma è una fonte perfetta di magnesio, ferro e vitamina A utile per combattere le infiammazioni. Ha meno calorie della patata normale essendo una radice e può essere utilizzata sia per fare dolci che per preparare primi o contorni gustosi.

Infine, ma non per importanza abbiamo le barbabietole, il cavolfiore e i funghi. Si tratta di alimenti dal basso valore calorico ma decisamente ricchi di minerali e nutrienti. Perché non affidarsi a loro?

Ozempic, l’overdose di Lottie Moss

L’ozempic è un farmaco antidiabete usato anche off label contro l’obesità. L’overdose vissuta da Lottie Moss è l’esempio di come un medicinale non dovrebbe mai essere utilizzato.

Ozempic e l’effetto su Lottie Moss

Già è abbastanza esecrabile il fatto che è un farmaco antidiabete rischia di non essere a disposizione per chi davvero ne ha bisogno perché la gente lo utilizza per altri scopi. Ancor più è tragico se viene ottenuto senza prescrizione e se ne fa un uso sbagliato.

Per le sue capacità di aiuto alla perdita di peso l’Ozempic è stato utilizzato da molte star in tutto il mondo punto e Lottie, sorella della più nota Kate Moss non ha rappresentato un’eccezione. Il fatto che con molta probabilità sia stato utilizzato su un corpo che non aveva bisogno di dimagrire e in maniera incontrollata ha condotto a un evento avverso che poteva rivelarsi fatale.

Lottie Moss è sempre stata una bella donna, dal corpo ben fatto. Tra l’altro non soffre di diabete e quindi non avrebbe avuto bisogno di Ozempic. Eppure si è trovata in ospedale per averlo utilizzato. E stata ricoverata d’urgenza in seguito a un’overdose di questo farmaco. La donna si è infatti iniettata il doppio della dose teoricamente prevista.

Fortunatamente tutto si è risolto per il meglio e la stessa Lottie ha potuto spiegare cosa è successo, sottolineando l’importanza di non fare ciò che lei stessa ha fatto. La sorella minore di Kate Moss ha condiviso ciò che le è accaduto nel corso di un episodio del suo podcast “Dream on”. “È stata la scelta peggiore della mia vita” ha raccontato. “È un avvertimento per tutti voi: vi prego se state pensando di farlo non fatelo. Non ne vale la pena”.

Preso senza prescrizione medica

È un peccato che lei stessa non si sia resa conto prima di provare il farmaco che non ne valesse la pena. Ha raccontato che l’utilizzo è stato causato dal fatto che non si sentisse felice con il proprio corpo. E se questo rappresenta già un problema perché sarebbe stato auspicabile non solo un percorso psicologico ma il sostegno di un nutrizionista o di un dietologo eventualmente, c’è di peggio. La modella infatti ha ricevuto l’Ozempic da un’amica senza prescrizione medica.

Si è resa lei stessa conto di aver iniettato il doppio della dose raccomandata dopo aver accusato un malore e ad avere iniziato a vomitare in maniera ininterrotta. La giovane è stata portata in pronto soccorso dove poi è caduta in preda di una crisi epilettica.

Una reazione del corpo al grande stato di disidratazione che stava vivendo. Un’esperienza davvero molto forte da lei considerata la cosa più spaventosa che le sia capitata nella vita.

Cosa mangiare a settembre?

Cosa mangiare a settembre? Il rientro dalle vacanze, dopo aver agito un po’ liberamente nel corso delle ultime settimane, richiede che ci prendiamo maggiore cura del nostro organismo.

Ecco cosa mangiare a settembre

Puntando essenzialmente a eseguire un piccolo detox e a prenderci cura del nostro sistema immunitario. Giustamente nel corso delle vacanze qualche sgarro di più ce lo siamo concesso. Il rientro al lavoro e alla quotidianità ci obbligano però a rientrare in una maggiore condizione di equilibrio. Soprattutto, lo ripetiamo, per prenderci adeguatamente cura delle nostre difese. Le quali saranno messe sicuramente a dura prova dai virus che si affacceranno con l’arrivo dei primi freddi.

Cosa mangiare a settembre quindi? Ovviamente non vi stiamo consigliando di entrare in un regime alimentare eccessivamente restrittivo ma semplicemente di sfruttare gli alimenti di stagione per poter stare meglio. Se abbiamo questo intento e per tale motivo stiamo cercando cosa mangiare a settembre la risposta è molto semplice: dobbiamo creare un equilibrio importante tra l’apporto vitaminico e quello nutritivo.

La frutta e la verdura di stagione devono farla da padroni, diventando una delle nostre fonti principali di sostentamento, grazie ai loro micronutrienti bilanciati che possono offrirci. Tra le varie opzioni che vengono suggerite in rete e in forum più o meno specializzati vi è la dieta vitaminica, che ha come obiettivo principale proprio il potenziamento del sistema immunitario.

Certo, porterà anche nella maggior parte dei casi a perdere peso. I suoi elementi privilegiano la presenza di vitamina C e non a caso tra gli alimenti previsti vi sono ananas, kiwi, pomodori, agrumi, ciliegie, peperoni e patate. Vi sono anche uova e latticini e pesce per favorire l’assorbimento della vitamina D. Mentre carote spinaci con la loro vitamina A aiutano a mantenere le mucose.

Trovare l’equilibrio migliore

Questi sono i principali alimenti che devono essere consumati se vi state chiedendo cosa mangiare a settembre per poter stare bene.Come sempre la questione gira attorno a trovare un valido equilibrio tra quello che vogliamo e quello di cui abbiamo bisogno. Affidarsi ad alimenti di stagione rimane sempre la scelta migliore. Come quella di affidarsi alla dieta mediterranea, da sempre considerata la più equilibrata per quel che riguarda l’apporto di nutrienti.

Settembre è poi un mese che ci aiuta, con le sue temperature e la sua offerta, nel seguire un regime maggiormente bilanciato. Questo non significa che non ci si possa concedere uno sgarro ogni tanto. Ma è comunque consigliato farlo nell’ambito di quelli che sono gli elementi offerti da questo periodo.

Cosa mangiare a settembre in tal senso? Possiamo creare dei dolci con la zucca, preparazioni con la frutta di stagione, avendo cura ovviamente di bilanciare il tutto. Non dobbiamo vivere il rientro alla normalità come qualcosa di impossibile da gestire. Possiamo infatti prenderci cura del nostro corpo senza soffrire più di tanto. Riuscendo ad alzare le nostre difese immunitarie e quindi la nostra salute in generale.

Collagene nell’acqua? Meglio nella dieta

Assumere collagene nell’acqua? Meglio assumerlo nella dieta a questo punto se vogliamo che la nostra pelle sia turgida e liscia.

È utile il collagene aggiunto nell’acqua?

Quando si tratta di salute della pelle, il collagene è uno degli elementi che vengono chiamati in causa maggiormente. Questo perché tale elemento, prodotto naturalmente dal nostro corpo, ci consente essenzialmente di rimanere giovani.

Soprattutto d’estate ci vengono presentati prodotti, bevande nello specifico, addizionate con collagene e acido ialuronico. Ma servono davvero a qualcosa? La risposta è ovviamente negativa. E per diverse ragioni. Ricordiamo che il collagene viene sintetizzato dal nostro organismo in maniera naturale, sebbene le sue quantità calino con l’invecchiare e il passare dell’età.

L’acqua aromatizzata al collagene fa parte di quelle bevande chiamate “near water“, ovvero acqua arricchita con vitamine, sali minerali e altri elementi. Parliamo di un mercato che è nato in corrispondenza della pandemia, poi cresciuto negli anni successivi per via di un interesse nuovo dell’essere umano nel benessere. L’acqua arricchita di collagene viene spesso venduta come ottimale per prendersi cura della pelle.

Il problema è che questa promessa di bellezza non è rispettata. Per prima cosa perché questa nuova moda è dettata da uno studio relativo a una specifica forma di collagene messa in commercio. E in seconda istanza perché secondo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare non esiste un nesso causa-effetto effettivo tra il consumo della già introdotta versione di collagene e l’elasticità della pelle.

Ulteriori successivi studi emersi in questi anni hanno sottolineato la possibilità di potenzialità importanti in tal senso,  ma mancano ancora delle prove specifiche della loro validità.

Cibi nei quali è presente naturalmente

Se vogliamo assumere collagene direttamente possiamo farlo con la dieta attraverso l’utilizzo di gelatina in fogli o colla di pesce ma soprattutto sfruttando ossa e cartilagini provenienti dalla carne. Nonché alcuni tagli di questa considerati solitamente poco pregiati.

Se vogliamo mantenere quindi la nostra pelle al top è maggiormente consigliato consumare salmone, pollo e tacchino, albume d’uovo, gamberi nonché brodo ottenuto dalle ossa. Proprio perché come già anticipato cartilagine, tendini e ossa sono ricche del collagene di tipo 1 perfetti per prendersi cura di unghie, pelle e capelli.

L’acqua aromatizzata potrà anche essere molto buona, ma è totalmente inutile in tal senso. Se vogliamo avere una pelle perfetta aggiungiamo ai cibi sopra citati anche l’aglio, capace di promuovere la produzione di collagene, i peperoni rossi per via della vitamina C che è necessaria per la sua sintesi.

In questo modo non sprecheremo il nostro denaro in formulazioni inutili e otterremo maggiori benefici.

Bill Skarsgard e la dieta per il Corvo

Bill Skarsgard è il protagonista del reboot de “Il Corvo“. E per raggiungere la fisicità che ci presenta sullo schermo ha seguito una dieta davvero particolare.

Le necessità alimentari di Bill Skarsgard

Chi è nato negli anni ’80 o prima ovviamente non potrà dimenticare mai l’originale che vide come protagonista Brandon Lee. Il quale, tra l’altro, proprio sul set del film trovò la morte per via di una pistola non caricata a salve.

Detto ciò, diventa comunque interessante vedere cosa ha fatto Bill Skarsgard per poter entrare pienamente nella parte. Dal canto suo come attore lui ovviamente ha cercato di rispondere alla fisicità richiesta seguendo un regime alimentare molto duro. Una dieta rigorosa che è andata a perfezionare quello che l’attore aveva già raggiunto per l’action “Boys Kills World”.

È stato lo stesso regista Rupert Sanders a raccontare cosa mangiava Bill Skarsgard per rimanere in forma nel corso delle riprese. “Quando portavo fuori a cena Bill, ordinavo io per lui perché sapevo già che cosa avrebbe mangiato“, ha spiegato il regista. “Di base tartare di carne e uova crude. È stato tantissimo in palestra, ha mangiato in modo sanissimo. £ ci ha svergognato tutti mentre mangiavamo hamburger e hot dogs mentre lavoravamo di notte nell’estate ceca“.

Insomma, quanto pare sul set era l’unico che manteneva un regime alimentare controllato. Va detto che per esibire il fisico che ha esibito ne il corvo si è trattato praticamente di gioco forza favorire un approccio iperproteico. Soprattutto nel momento in cui per mantenere si è trovato a dover passare moltissimo tempo in palestra.

Non è stato difficile per lui

carne rossa aumenta colesterolo cattivo

Ha spiegato anche l’attore in un’altra intervista cosa è successo. Volevano che il Corvo fosse fisicato, ha sottolineato, sebbene il personaggio di Eric non dovrebbe esserlo. Si può dire che Bill Skarsgard abbia trovato il giusto connubio per la pellicola.

Obbligandosi comunque a rinunciare a qualcosa. “Mi piaceva davvero tanto quello che stavo mangiando, ha spiegato. “Non ho sentito il bisogno di qualche pasto libero. Non ho mangiato zuccheri, ma non sono comunque tipo da dolci. Il mio più grande sgarro penso sia stata una birra, per festeggiare la fine delle riprese”.

Seguire questa dieta non gli è quindi pesato tantissimo. Soprattutto perché a quanto pare le proteine mangiate, come la tartare di carne, erano essenzialmente di suo gradimento. Certo, adesso con molta probabilità avrà allentato un po il suo regime alimentare punto non dobbiamo dimenticare che una dieta iperproteica deve essere prima di tutto equilibrata e non seguita a lungo a meno che non vi sia un effettivo dispendio dei nutrienti assimilati.

Dieta antizanzare, cosa mangiare

La dieta antizanzare esiste. E se vogliamo salvarci dal morso di questi fastidiosi insetti possiamo cercare di seguirla al meglio delle nostre possibilità. Non è poi così difficile.

Perché seguire una dieta antizanzare

Quando si parla di zanzare, l’uomo è pronto a mettere in atto qualsiasi rimedio più o meno naturale. Possiamo mettere dei rametti di rosmarino davanti la finestra, mettere delle fette di limone con un pizzico di aceto vicino a dove dormiamo. Possiamo ancora utilizzare l’olio di neem o diventare genitori adottivi di quegli animali che è legale tenere e che amano mangiarle.

Di certo però una dieta antizanzare da seguire risulta essere più semplice da gestire. Perché è utile mangiare degli alimenti che possono aiutarci a combattere gli attacchi di questi insetti? Semplice: in questo modo la lotta contro questo insetto diventa più facile. Dobbiamo ricordare infatti che le zanzare per trovare il cibo, ovvero il nostro sangue, ci annusano. I loro peli sensoriali, presenti sulla bocca e sulle antenne, rilevano gli odori e mandano un segnale al cervello.

La dieta antizanzare è utile perché ci consente di evitare di avere quell’odore che a loro piace. Di solito queste sono attirate dalla dolcezza, da una maggiore presenza di acido ammoniacale, acido lattico e acido urico nel sudore. Pensando a un cibo che le attira tanto, ai primi posti troviamo senza dubbio le banane. Seguite poi da formaggi “puzzolenti” come il gorgonzola i quali, seppur molto buoni, contengono acido butirrico, davvero gustoso per questi insetti.

Attenzione alla scelta dei cibi giusti

 

Anche la birra è in grado di attirarle notevolmente. Ciò che possiamo fare è quindi, soprattutto d’estate quando la loro presenza è decisamente fastidiosa, favorire il consumo di alimenti repellenti per loro. Via libera quindi al rosmarino, alla salvia e al basilico dolce per condire perché ricchi di eucaliptolo. E lo stesso è valido per aglio e cipolla, che danno al nostro odore quella fragranza che loro non sopportano.

L’alimento che li allontana in maniera repentina, con lo stesso effetto degli ingredienti che vengono utilizzati nei repellenti per gli insetti, è il pompelmo. Questo agrume contiene infatti nootkatone.  Questo ‘elemento gli dona un aroma così repellente che sembra essere valido anche se distribuito sulla pelle.

Per quanto riguarda questa sostanza è una ricerca recentemente condotta ad aver dimostrato la sua efficacia. Quel che è certo è che la dieta antizanzare, per funzionare, deve basarsi su alimenti che non ci regalino una fragranza dolce. O che non favoriscano la produzione, da parte nostra, degli acidi sopra descritti.

Caldo? No a integratori fai da te

Il caldo mette davvero a dura prova la nostra resistenza fisica. Per cercare di affrontare le temperature tentiamo di aiutarci con degli integratori. Facciamo bene? Di certo dobbiamo tenerci lontani da quelli fai da te.

Contro il caldo attenzione agli integratori

Nonostante il caldo afoso rischi di farci impazzire, dobbiamo ricordare di prenderci cura di noi stessi nel modo più corretto possibile. E questo significa adattare la nostra dieta  e la nostra attività sia alle condizioni esterne che a quelle del nostro organismo. Talvolta gli integratori fa da te ci sembrano la soluzione corretta per poter combattere il caldo e sostenerci.

Non è un ragionamento valido se questo approccio ci porta a danneggiare il nostro organismo peggio di quanto già non lo faccia il caldo. L’umidità opprimente e il calore ci portano a provare sensazioni di stanchezza, debolezza, malumore, astenia, crampi e malesseri nonché stordimento e problemi di concentrazione. Possono anche causarci edemi e malori più importanti che necessitano di essere curati.

Non dobbiamo però pensare che integratori composti da noi o l’andare in farmacia ad acquistarne di già pronti possa essere la scelta giusta. Il rischio che corriamo è sempre infatti quello del sovraddosaggio o che vi possano essere interazioni negative con altri farmaci a noi sconosciuti.

Non dobbiamo inoltre dimenticare che alcuni sintomi che noi colleghiamo potenzialmente al caldo potrebbero essere spia di altre malattie. Quindi come regolarci? Ovviamente dobbiamo consultare il nostro medico che, anche in base alle nostre patologie, può suggerirci il da farsi più adeguato.

Magnesio e potassio possono aiutare

 

Generalmente un integratore che possiamo prendere contro la stanchezza estiva è il magnesio, il quale aiuta nella prevenzione dei crampi muscolari. E consente di mantenere un equilibrio elettrolitico corretto. Anche le vitamine del gruppo B possono aiutarci. Ma più di tutto dobbiamo essere in grado di regolare al meglio l’alimentazione, consumando cibi ricchi di acqua come frutta e verdura. In particolare cetrioli, insalate e anguria consentono di mantenere l’idratazione.

In base alle nostre condizioni possiamo anche consumare degli alimenti ricchi di potassio come l’avocado e la banana. Per aiutarci contro il caldo dobbiamo inoltre fare attenzione all’indice glicemico dei pasti. Questo dovrà essere il più basso possibile.

Se proprio poi non riusciamo a gestire la situazione e il caldo sembra distruggerci possiamo richiedere aiuto al nostro medico. Il quale sarà in grado di approcciare il problema nel miglior modo possibile. Non dobbiamo dimenticare sempre di bere almeno due litri di acqua al giorno. In caso di problemi renali, da questo punto di vista, è più corretto consultare prima il proprio medico o nefrologo.

Tom Cruise, ecco la sua dieta

Qual è la dieta di Tom Cruise? Scopriamo insieme qual è il segreto alimentare dell’attore hollywoodiano. Il quale, non possiamo negarlo, può contare su un’incredibile forma fisica.

Cosa mangia Tom Cruise

È inutile girarci intorno: Tom Cruise, a 62 anni, è ancora uno degli attori più belli di Hollywood. Senza dubbio è uno di quelli più attivi e scapestrati, se pensiamo che esegue da solo la maggior parte, se non tutti, gli stunt dei suoi film d’avventura.

La dieta è solo uno degli elementi che consentono a Tom Cruise di rimanere in una forma invidiabile anche per persone molto più giovani di lui. L’attore applica una cura praticamente maniacale al suo aspetto. E lo fa sia con sedute in palestra adatte al suo organismo, sia controllando molto il suo regime alimentare. A quanto pare la sua dieta si basa su solo 1200 calorie massime, senza introdurre nessun carboidrato.

Questo già è un approccio fortemente esagerato, dato che l’organismo ha bisogno di tutti i nutrienti in modo equilibrato. Ogni tanto si concederebbe dei panini healthy, tenendosi totalmente lontano dal cibo spazzatura. Il suo regime alimentare sarebbe anche privo di qualsiasi tipologia di grasso malsano.

L’attore non ha reso noto quale sia di preciso la sua dieta. Da quel è stato possibile intuire da qualche dichiarazione e dai racconti delle persone vicino a lui, questa si baserebbe principalmente su pesce, pollo, albumi e verdure. Nonché su noci e mirtilli.

Attività fisica all’aperto e un po’ di palestra

Nonostante Tom Cruise presenti un fisico abbastanza allenato, incapace di garantirgli di eseguire i suoi stunt da solo, non andrebbe in palestra tutti i giorni. Concentrerebbe la sua attenzione in palestra su pochi specifici esercizi, cercando di mantenersi in forma attraverso attività sportive. Parliamo di escursionismo, ciclismo, corsa, kayak, tennis e scherma.

Tutte tipologie di esercizio fisico che, se ci riflettiamo, rispecchiano un po’ quelle che è possibile riscontrare nella maggior parte delle sue scene al cinema.

Tornando a parlare degli esercizi, a quanto pare Tom Cruise si concentrerebbe sui pesi tre volte a settimana, aggiungendo alcuni esercizi cardiovascolari. L’attore si prende cura della sua forma fisica anche attraverso il giusto riposo. Non è, per quanto attento all’attività fisica e sempre in movimento, un maniaco del muoversi fino allo sfinimento.

È palese che l’attore riesca a tenersi in forma unendo in modo attento dieta ed esercizio. Di certo, dati i risultati, deve aver trovato il giusto equilibrio. Se c’è qualcosa da correggere è senza dubbio la mancanza, praticamente totale, di carboidrati nella sua dieta.

Pasta? E’ il segreto degli atleti

La pasta? E’ il segreto degli atleti. Dobbiamo smetterla di demonizzare un alimento basilare per il corretto sfruttamento delle energie legate alle nostre attività, sportive e non.

Perché la pasta è importante

Come è ovvio che sia, un’alimentazione corretta e sana è indispensabile per mantenere la salute di una persona normale e tanto più quella di chi pratica attività sportiva. La pasta, nel tempo, ha confermato il suo ruolo centrale per quel che concerne la dieta che deve essere seguita da chi gareggia. Non si sbaglia se la si definisce il carburante che consente agli sportivi di ogni categoria di funzionare al meglio. Anche in un regime alimentare molto restrittivo come quello seguito ultimamente da Gianmarco Tamberi la pasta non manca.

Questo perché rimane un elemento perfetto per accumulare energia da bruciare nell’immediato. Chiunque fa sport lo sa: la pasta è l’alimento ideale da consumare prima di una gara o di un allenamento. Se accompagnata da un condimento leggero non solo è nutriente ma è anche facile da digerire e consente, se consumata dopo lo sforzo, di recuperare l’energie e facilitare il riposo.

Potremmo fare numerosi esempi di atleti che hanno inserito la pasta nella propria routine alimentare. Anche quelli provenienti da paesi dove la dieta mediterranea non è così diffusa e la pasta non è un elemento imprescindibile della dieta.

Favorire una buona qualità dei carboidrati

Per capire quanto possa essere importante la pasta per gli sportivi, possiamo chiamare in causa i LARN, o i livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia. Questi, redatti dalla Società italiana di nutrizione umana, spiegano scientificamente l’importanza di questo alimento. In una dieta equilibrata i carboidrati dovrebbero rappresentare il 45-60% delle calorie giornaliere, mentre i grassi il 20-35%. Il restante 10-15% delle calorie dovrebbe provenire dalle proteine.

Per comprendere meglio possiamo fare l’esempio di un adulto maschio di corporatura media, che pratica attività fisica in modo regolare. Si tratta di una persona che consumerà circa 2800 calorie al giorno, di cui i carboidrati dovrebbero corrispondere in grammi a circa 340-380.

È importante, ovviamente, inserire all’interno della dieta oltre che la giusta quantità anche la giusta qualità di carboidrati. E la pasta rappresenta la fonte ottimale di carboidrati complessi da sfruttare. Soprattutto perché, rispetto al pane e al riso possiede un indice glicemico relativamente basso. Ciò significa che non provoca un picco della glicemia, ma consente all’organismo di poter usufruire di un rifornimento prolungato e regolare di energia. Insomma, rappresenta proprio la benzina di cui ha bisogno il corpo degli atleti per funzionare al meglio.

Gianmarco Tamberi e Olimpiadi, la dieta da non imitare

Gianmarco Tamberi è uno degli atleti italiani più attesi alle Olimpiadi. Ma anche quello la cui dieta, decisamente estrema, non è da imitare. Lo dice lui stesso. E lo dicono anche gli esperti.

Lo sforzo di Gianmarco Tamberi

In particolare quella seguita in questo periodo di tempo. Ricercata principalmente per poter, realmente, volare sulla pista del salto in alto di Parigi 2024.  Ma completamente condotta sotto controllo medico.  I chili persi sono stati molti ma non si tratta ovviamente di qualcosa legato all’estetica.

Come atleta del salto in alto, Gianmarco Tamberi ha bisogno di avere un fisico asciutto. Il più possibile. Per le Olimpiadi di Parigi 2024 si può dire senza aver paura di sbagliare, che abbia esagerato. E ovviamente gli esperti, in tal senso, sottolineano che il suo regime alimentare non va imitato.

Non solo è restrittivo ma è anche altamente personalizzato in base ai suoi bisogni e si basa su una colazione leggera, un pranzo altrettanto leggero, uno spuntino a metà pomeriggio e una cena magra. Abbiamo visto tra le altre cose, come il suo fisico si sia così asciugato che è bastato un movimento troppo esultante alla Cerimonia di apertura dei giochi per far si che Gianmarco Tamberi perdesse la fede.

Il suo fisico è magro e tonico. Anche troppo secondo alcuni. E si tratta di qualcosa che tutti abbiamo potuto verificare con la foto pubblicata a inizio luglio sui social. In questa Gimbo mostra addominali davvero molto scolpiti. Ma ancora più rilevante, la tabella che mostra come la sua massa grassa sia pari al 3,3 percento.  “Non è il corpo che vorrei“, ha scritto in accompagnamento alla foto, “ma quello di cui ho assolutamente bisogno. Sono dieci mesi che lavoro senza sosta per realizzare il mio sogno“.

Effettivamente l’oro olimpico è l’unico riconoscimento che davvero gli manca. Sottolineiamo che agli ultimi mondiali di qualche mese fa pesava 73,9 kg per 192 cm.

La dieta nello specifico

Ma quale è effettivamente la dieta di Gianmarco Tamberi? A colazione mangia fette biscottate integrali con marmellata senza zuccheri e ricotta light, insieme a un cappuccino di latte scremato. A pranzo 120 grammi di pasta in bianco, per spuntino 40 grammi di parmigiano o un toast integrale con prosciutto e formaggio senza grassi.  Per quel che riguarda la cena ancora proteine, di solito di carne magra. Alla sera si concede un cioccolatino. Al quale aggiunge, per gratificazione, pane e Nutella o un cornetto il giorno della gara. Il gelato di solito, fa la comparsa una settimana prima del suo gareggiare.

Gli esperti sottolineano che queste diete così restrittive vanno bene se contestualizzate agli obiettivi che si vogliono raggiungere. E sono completamente seguite da professionisti che lavorano per adattare tali regimi alimentari al bisogno fisico e agonistico dell’atleta. Gimbo non ha fatto mistero di faticare ogni tanto nel rispettare tale regime. Che fermerà appena finita l’Olimpiade.

 

 

Ferro, ecco gli alimenti da preferire

Il ferro è un minerale molto importante per il nostro organismo. Quali alimenti dobbiamo scegliere per poterlo assumere in quantità sufficienti a sostenere il nostro benessere?

Dove possiamo trovare il ferro

Se abbiamo bisogno di incrementare le quantità di ferro nel nostro organismo, il primo alimento al quale dovremmo rivolgerci è il fegato. Sebbene si tratti di un cibo non molto amato in generale, soprattutto se di origine bovina il fegato può fornirci importanti quantità di ferro eme. Ne contiene circa 6,5 milligrammi per ogni 100 grammi ed è ricco allo stesso tempo di vitamina B12 e vitamina A.

Il vero problema per quanto riguarda questo alimento, se non lo si apprezza, è il sapore. Può essere cucinato con cipolle o accompagnato da altre verdure dolci che possono mitigarne il sapore ferroso.

Un altro alimento ricco di ferro sono gli spinaci. Parliamo di una verdura a foglia verde coltivata praticamente in tutto il mondo, anche se originaria dell’Asia centrale. Possono essere consumati sia crudi che cotti e sono reperibili, sia freschi che congelati, in qualsiasi stagione. La quantità di ferro al loro interno è pari a 2,7 milligrammi per 100 grammi. Anche le lenticchie possono rispondere a questa esigenza.

Esse rappresentano la base di molte ricette vegane e contengono 3,3 milligrammi di questo minerale per 100 grammi. In questo caso però si tratta di ferro non eme. Muovendoci su tutt’altro spettro possiamo trovare buone dosi di ferro anche nella carne rossa magra, proveniente da ovini e bovini. Anche in questo caso si rimane intorno a 2,7 milligrammi per 100 grammi. Se opportunamente inserita in una dieta bilanciata possiamo permetterci senza problemi di mangiare almeno una volta a settimana questo tipo di alimento.

Presente anche nelle ostriche

A sorpresa, perché erroneamente non lo penseremo mai, ottime dosi di ferro al pari di quelle che troveremo nel fegato sono contenute nei fagioli bianchi. Si tratta di una varietà particolarmente diffusa negli Stati Uniti ma sono facilmente reperibili anche In Europa. Parliamo in questo caso di 3,7 milligrammi per 100 grammi. Rimanendo sui legumi anche i ceci contengono ferro, in questo caso non eme, pari a 2,9 milligrammi su 100 grammi.

Questo minerale è presente anche nei semi di zucca e nelle ostriche. In questo caso va detto in quantità davvero industriali rispetto ad altri alimenti se pensiamo che ve ne sono 8,8 milligrammi nei primi e 7 milligrammi circa nelle seconde. Certo una dieta a base di ostriche non è propriamente sostenibile a livello economico, ma in caso di necessità di questo minerale si può pensare di concedersi un piccolo lusso.

Dieta mediterranea, le donne vivono di più

La dieta mediterranea è una delle più salutari e questo lo sappiamo tutti. Uno studio ha confermato, di recente, non solo la sua salubrità ma il fatto che abbia un maggiore effetto benefico nei confronti delle donne.

mangiare meglio con dieta auto-ipnotica

I benefici della dieta mediterranea

La dieta mediterranea è una di quelle che non ha bisogno di presentazioni. Aiuta ad abbattere il rischio di cancro e malattie cardiache, aiuta a prevenire l’obesità, consente sostenere l’organismo e la sua salute. E a quanto pare potrebbe essere lo strumento chiave della longevità femminile.

Lo studio in questione, pubblicato su Jama Network Open, si è occupato di analizzare lo stile di vita di oltre 25.300 donne per un periodo di 25 anni. Non è stata presa in considerazione solo la dieta, ma sono stati anche analizzati 33 biomarcatori diversi tra i quali quelli del colesterolo e quelli legati alla resistenza all’insulina.

I risultati sono stati fenomenali: coloro che avevano seguito letteralmente e in modo fedele la dieta mediterranea presentavano un rischio di morte per tutte le cause più basso del 23%. Quello per cancro più basso dei 17% e quello per le patologie cardiache minore del 20%. Come spiegato ai media americani dall’autore principale dello studio, la ricerca in questione mette nero su bianco l’azione della dieta mediterranea per quel che riguarda importanti malattie.

La speranza degli scienziati è quella che vengano spiegati i meccanismi che portano a questi benefici dati dalla dieta mediterranea, finora rimasti inesplorati. Ci si ferma sempre alla rilevazione dell’effetto finale ma non si è ancora trovata una spiegazione tecnica del perché. Farlo potrebbe aiutare addirittura a gestirla ancora meglio, riuscendo nell’impresa di aumentare l’aspettativa di vita delle persone.

Nutrienti e sostanze ottimali per la salute

dieta mediterranea buona per il cuore

A prescindere da tutto, la dieta mediterranea è comunque una mescolanza di alimenti sani, conditi nel modo giusto, in grado di fornire tutti i nutrienti necessari. Proteine, lipidi, vitamine, carboidrati, antiossidanti: tutto grazie alla tipologia di cibi selezionati, tra i quali figurano frutta, verdura, cereali integrali in quantità.

Questo perché, a prescindere da qualche sgarro, in generale la dieta mediterranea propone piatti equilibrati sia dal punto di vista dei nutrienti che delle porzioni. Ovviamente una maggiore attinenza al regime alimentare in questione porta a risultati più importanti.

Ciò non toglie che rispetto ad altri diete di stampo occidentale questa presenti un maggiore equilibrio generale. E di conseguenza più importanti benefici per il nostro organismo. Sta a noi darle il giusto posto nella nostra vita, facendone il fulcro di uno stile di vita sano.

Cibi anti-afa, quali sono

Quali sono i cibi anti-afa? Con l’arrivo delle alte temperature estive sentiamo il bisogno di cambiare la nostra alimentazione. Puntando su qualcosa di leggero e senza dubbio più fresco.

Meglio consumare i cibi anti-afa

Quelli che possiamo definire i cibi anti-afa ci aiutano proprio in questo. Nel dare modo al nostro organismo di poter contare su un’arma in più contro questo caldo. Ovviamente la nostra prima scelta deve ricadere sulla frutta e sulla verdura di stagione. E la ragione sta nel fatto che sono categorie di alimenti caratterizzati da acqua, sali minerali e fibre. Tutto ciò di cui necessitiamo per stare bene e non soffrire il caldo.

Questo significa puntare principalmente su pomodori, sedano, cetrioli, zucchine, melanzane, melone, mango, cocomero, pesche e albicocche. Sono tutti considerabili dei cibi anti-afa per i nutrienti che sono in grado di mettere a nostra disposizione.  Sarebbe meglio evitare, invece, aglio, peperoncino e tutti gli ortaggi invernali anche perché non di stagione.

Non è un cibo, ma è comunque il rimedio anti-afa per eccellenza: l’acqua. Dobbiamo cercare di rimanere sempre idratati al meglio, cercando di puntare su un consumo in linea con le nostre condizioni patologiche. Avendo comunque cura di reintegrare i liquidi nel corso della giornata al momento del bisogno. Facciamo però attenzione a non consumare bevande troppo fredde che possono avere un effetto vasocostrittore, non consentendoci una corretta dispersione del calore.

Piatti unici buonissimi

Se proprio vogliamo qualcosa di fresco puntiamo su centrifugati o frullati di frutta o verdura. Tra i cibi anti-afa possiamo contare anche il gelato. Alimento che possiamo concederci anche se stiamo seguendo un regime dietetico restrittivo. Dobbiamo solo avere l’accortezza di consumarlo al momento giusto per poterlo bruciare adeguatamente.

Tra i cibi anti-afa  possiamo contare anche tutte quelle ricette che possiamo preparare con gli alimenti sopracitati. Talvolta per combattere la calura a tavola basta davvero poco. Ovvero cucinare dei piatti che siano in grado di fornirci i nutrienti giusti senza appesantirci. Questo si traduce nell’optare per insalate di riso a pranzo, dove sia il cereale scelto che le verdure di accompagnamento risultano essere leggere e sfiziose.

E lo stesso è valido se vogliamo puntare a cena su una insalatona con frutta e una proteina a scelta. Possiamo scegliere di accompagnare con ceci se vogliamo sfruttare una fonte proteica vegetale. O su formaggi più o meno freschi e pollo se siamo alla ricerca di proteine di origine animale. Basta lavorare un po’ di fantasia.

Multivitaminici utili per chi non ha carenze?

I multivitaminici sono utili se non soffriamo di particolari carenze? A rispondere a questa domanda ci ha pensato uno studio tra i più ampi e lunghi mai svolti sul tema.

In crescita uso di multivitaminici

Quella dei multivitaminici e del loro utilizzo è una materia che da tempo è molto dibattuta in tutto il mondo. Soprattutto negli Stati Uniti sembra che la tendenza a sfruttare questi prodotti stia portando a un aumento esponenziale delle vendite, senza che vi siano delle prove scientifiche del loro far bene.

Soprattutto in coloro che non hanno particolari carenze. Insomma, assumere multivitaminici per moda non è quello che si suggerisce di fare, soprattutto su base giornaliera. Chi soffre di particolari mancanze, integrando sotto controllo medico, riesce a trattare una condizione di deficit che potrebbe rivelarsi pericolosa. Ma se non si hanno particolari patologie e carenze di vitamine, perché utilizzare i multivitaminici?

La letteratura medica da questo punto di vista è sempre stata abbastanza chiara. Ovvero il supporto vitaminico sarebbe indicato solamente in particolari situazioni di squilibrio. Soprattutto perché non avendo una valenza di supporto nelle persone sane, l’acquisto di vitaminici è solamente in grado di arricchire le tasche di chi li vende. Lo studio sopracitato, da poco pubblicato su Jama Network Open, ha seguito quasi 400.000 americani adulti per oltre vent’anni.

È stata presa in considerazione in particolare la mortalità per malattie cardiovascolari, cancro e quella generale, inserendo all’interno dell’analisi anche il ruolo dei multivitaminici per la salute. Per giungere alle loro conclusioni gli studiosi hanno preso in analisi dati di tre imponenti studi prospettici diversificati a livello geografico. Il campione non aveva storia di malattie croniche pregresse o cancro e di conseguenza questo ha reso possibile studiare anche le diverse tipologie di potenziali fattori confondenti.

Presi in considerazione diversi fattori

Cosa significa? È stato possibile verificare ad esempio se chi assumeva multivitaminici aveva uno stile di vita più sano. O se proprio il palesarsi di una certa malattia potesse modificare l’uso dei multivitaminici.

Nello studio sono stati ovviamente calcolati anche altri tipi di fattori come l’ascendenza etnica, il livello di scolarizzazione, la dieta e lo stipendio. Una volta eseguita un’analisi accurata è stato possibile verificare come chi assumeva multivitaminici a livello quotidiano non presentava un rischio di morte più basso per qualsiasi causa.

Fattore riscontrato anche analizzando la mortalità per patologia specifica. Cosa significa questo? Molto semplice. Gli integratori possono essere utili se sì è affetti effettivamente da una carenza. E se vengono prescritti dal medico in modo corretto per una giusta causa.

Cosa mangiare contro la fiacca

Cosa mangiare contro la fiacca? Che la si chiami astenia, stanchezza non importa: possiamo cercare di combattere questo stato di salute alimentandoci in modo sano e corretto.

Ecco cosa mangiare contro la fiacca

Soprattutto quando le temperature aumentano sapere cosa mangiare contro la fiacca diventa un’ulteriore arma a favore del nostro benessere. Soprattutto se intendiamo non mettere a repentaglio il nostro corpo esagerando con zuccheri e caffeina. Perché diciamo questo? Perché di solito questi due elementi sono quelli scelti per poter contare su una sferzata di energia da consumare nell’immediato. Ma allo stesso tempo in grado di farci sentire più affaticati e più affamati sul lungo termine.

Cosa mangiare contro la fiacca quindi se vogliamo contemporaneamente farci del bene? La prima cosa che dobbiamo fare è equilibrare bene le dosi di lipidi, proteine e carboidrati nel corso della giornata. Questo perché sono loro i tre macronutrienti capaci di darci energia. Prendiamo ad esempio le proteine: la loro spinta energetica e di lunga durata e abbiamo la possibilità di scegliere tra quelle di origine animale o di origine vegetale. Tra le prime possiamo montare su uova, latticini pesce e carne. Mentre tra le seconde incontriamo non solo i legumi ma anche la frutta secca. Quest’ultima, in particolare, può essere molto utile per la presenza di fibre e lipidi.

Per quel che concerne i carboidrati, senza dubbio i cereali sono la scelta migliore. Dando maggiore spazio a riso bianco, farina d’avena e grano integrale che, se assunti regolarmente, possono favorire il benessere dell’organismo.

Pesce grasso e proteine per stare bene

Capire cosa mangiare contro la fiacca in base alle proprie esigenze, anche patologiche, è importantissimo. Perché ci consente di ottenere la concentrazione migliore di vitamine, sali minerali e nutrienti che possono aiutarci a gestire meglio questo aspetto della nostra vita.

Anche frutta e verdura di stagione possono aiutarci nel gestire la stanchezza. Soprattutto se consumiamo alimenti ricchi di potassio come la banana, che spesso e volentieri può rappresentare un vero e proprio salvavita quando si ha un calo di energia. A seconda dell’attività che dobbiamo svolgere sarebbe bene alimentarsi assicurandosi di consumare le giuste dosi di proteine, lipidi e carboidrati.

In tal senso un alimento che contiene tutto può essere un avocado toast. A prescindere che si scelga di unire all’avocado un formaggio fresco spalmabile o delle fette di salmone, ci troviamo davanti a uno spuntino a una colazione perfetta che riunisce tutto ciò che ci serve.

Se possibile meglio evitare integratori, favorendo il consumo di pesce grasso, verdure e frutta contenenti potassio e magnesio. E bevendo la giusta quantità di acqua.