Fichi, calorie e valori nutrizionali

Quando si pensa ai frutti autunnali, i primi che vengono in mente sono i fichi, ovvero i frutti di una pianta originaria dell’area mediterranea, il Ficus carica. Notizie dei fichi si hanno fin dall’antichità e, oltre all’indubbio utilizzo alimentare, venivano usati anche con scopi curativi e, addirittura, presso i Romani, erano simbolo di buon augurio e fortuna. I fichi possono essere consumati sia freschi che secchi; i secondi si ottengono facendoli essiccare naturalmente sulla pianta per poi continuare il processo dopo la raccolta.

Di solito, i fichi freschi vengono consumati al naturale, perché costituiscono un ottimo accompagnamento a salumi, formaggi e carni, oppure possono essere impiegati nei dessert o nelle macedonie; i fichi secchi vengono consumati da soli o farciti con noci o cioccolato. I fichi freschi vanno acquistati solo se sono morbidi ma con il picciolo sodo, mentre vanno scartati quelli troppo molli, ovvero troppo maturi; i fichi secchi non devono essere troppo duri.

I fichi devono essere conservati in frigorifero per un massimo di due giorni, meglio se in contenitori chiusi per non far assorbire loro l’odore degli altri cibi; i fichi secchi, invece, devono essere mantenuti in un luogo fresco e asciutto.

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Dieta Mediterranea: un bus itinerante per diffondere la cucina italiana

Parte proprio da Torino il bus itinerante che girerà il mondo per diffondere la Dieta Mediterranea.  È un progetto di valorizzazione dello stile alimentare italiano promosso da Federsanità Anci e dal ministero delle Politiche Agricole che, fino alla primavera del 2012, farà tappa in tutte le regioni italiane e in quattro città degli Stati Uniti.  Una bella idea che ha come obiettivo promuovere la buona cucina e l’educazione alimentare,  oltre ai prodotti tipici made in Italy, un buon metodo per prevenire l’obesità e le malattie cardiovascolari.

Bus è stato presentato durante il Salone del Gusto di Torino, la fiera che promuove il piacere e la cultura della buona tavola, che chiude le porte oggi dopo quattro giorni di successo, anche se sono ancora vive le polemiche sui costi della manifestazione.

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Lunga vita con gli amminoacidi

Secondo una ricerca condotta dalle Università degli studi di Pavia, Milano e Brescia, con la collaborazione dell’Istituto Auxologico di Milano, e pubblicata sulla rivista scientifica Cell Metabolism, la dieta degli aminoacidi (i costituenti delle proteine) può allungare l’aspettativa di vita media di ciascuno di noi di almeno dieci anni portandola da 81 a 90-91 anni. Già alcuni studi condotti in precedenza avevano evidenziato la capacità degli aminoacidi a catena ramificata di prolungare la vita ma erano stati svolti su lievito unicellulare, in questo caso invece sono stati utilizzati dei topolini di laboratorio.

Gli studiosi italiani hanno somministrato loro acqua arricchita con un composto di tre aminoacidi a catena ramificata: leucina, isoleucina e valina, osservando che:

Il gruppo di topi alimentati con acqua agli aminoacidi ha vissuto più a lungo, e in buona salute, del gruppo di topi di controllo: in media 869 giorni i primi e 774 giorni i secondi. Un allungamento della vita di 95 giorni, in pratica del 12%

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Il fabbisogno calorico giornaliero

Il fabbisogno calorico giornaliero è la quantità di energia che serve per mantenere stabile il peso corporeo, ed è espressa in chilocalorie (Kcal); il consumo quotidiano delle calorie si ottiene dalla somma di tre fattori, ovvero il metabolismo basale, cioè il consumo calorico in stato di riposo, dopo aver digerito e a temperatura costante; detto in altre parole, il metabolismo basale è l’energia che serve allo’organismo per compiere i procedimenti “interni”.

Gli altri due fattori che determinano il fabbisogno calorico sono la termogenesi prodotta dalla dieta, ovvero l’energia usata dall’organismo per metabolizzare e digerire il cibo assunto durante i pasti, e il costo energetico dell’attività fisica, cioè l’energia spesa durante lo svolgimento di attività fisica che dipende, ovviamente, dal livello di sedentarietà della persona.

Il fabbisogno calorico giornaliero varia da persona a persona perché dipende dalle caratteristiche dell’individuo stesso, ovvero dall’età, dal peso, dal livello di massa magra, dal lavoro che svolge e dal tipo o quantità di attività sportiva. Ma non solo; in parte dipende anche dalla predisposizione genetica, in quanto, ad esempio, il metabolismo basale varia da un individuo all’altro.

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Spezie, la curcuma migliora gli effetti della chemioterapia

Combattere il tumore è un percorso lungo e doloroso. C’è però un’importante novità. Esiste una sostanza che migliora gli effetti della chemioterapia contro il cancro testa-collo. Si tratta di una spezia molto utilizzata in Oriente: la curcumina, una componente della curcuma. A sostenerlo è uno studio, molto interessante, dell’Università dalla California a Los Angeles, condotto dal dottor Eri Srivatsan e dalla dottoressa Marilene Wang.

Non siamo molto abituati ad arricchire le nostre pietanze con questa spezia, ma dovete sapere che i pregi della curcumina sono noti alle popolazioni dell’India che l’utilizzano da secoli non solo in cucina, ma anche per promuovere la guarigione delle ferite, come antinvecchiamento cutaneo o per alleviare i crampi mestruali. La curcumina  da oggi assume anche un nuovo ruolo quello di aiutante nella cura dei tumori – in particolare quello della testa-collo – mostrando anche la capacità di migliorare l’effetto di un farmaco utilizzato per la chemioterapia nella soppressione delle cellule cancerose.

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Un italiano su tre è sedentario

Un italiano su tre conduce una vita sedentaria: va a lavoro in automobile, non prende mai le scale, non parcheggia mai troppo lontano dalla propria meta (o almeno ci prova). Questo è quanto emerso all’ultimo rapporto nazionale Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), l’osservatorio dell’Istituto Superiore di Sanità che monitora la salute della popolazione italiana attraverso interviste somministrate presso le Asl. Il dato riguarda soprattutto le donne ed ha registrato una crescita del 10% dal 2007 ad oggi.

Dal rapporto emerge che solo il 33% dei cittadini conduce uno stile di vita che può definirsi attivo a pieno titolo perchè svolge un lavoro fisicamente impegnativo o segue e linee guida riconosciute a livello internazionale (30 minuti al giorno di attività moderata per almeno cinque volte a settimana), mentre il 37% pratica attività fisica in maniera talmente modesta da mantenersi ben lontano dai parametri internazionali.

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L’alimentazione contro la caduta dei capelli

Al cambio di stagione autunnale è normale che i capelli cadano un po’ più del solito, parafrasando un detto popolare, “in autunno, i capelli cadono come le foglie”; se non possiamo fermare il fenomeno della caduta di capelli autunnale, è possibile, però, limitare i danni e favorire la naturale ricrescita. Ancora una volta, un aiuto ci arriva dall’alimentazione: basta fornire all’organismo tutti i nutrienti indispensabile per il suo benessere per garantire la salute anche ai nostri capelli.

La cheratina dei capelli è formata da due amminoacidi essenziali, ovvero la lisina e la cistina, che è possibile introdurre nell’organismo tramite il consumo di proteine; quindi via libera al pesce, alle uova, al formaggio e anche alla carne, ovviamente alternandoli nei menù.

Se siete vegetariani nessun problema: ricorrere alle proteine di origine vegetale, come i ceci, i fagioli, la soia, le lenticchie, meglio se associate ai cereali; un esempio? Un piatto di pasta e fagioli o di riso con piselli andrà benissimo.

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Dieta antinfiammatoria contro la sindrome metabolica

Proprio ieri vi abbiamo parlato di un’importante ricerca condotta dall’Università di Lund che poneva l’accento su speciali alimenti in grado di potenziare la memoria delle persone.  Ecco, sempre da questo studio sono state tratte interessanti informazioni per curare la sindrome metabolica e gli stati infiammatori.  È stato verificato, infatti, che dopo una dieta a base di un mix di alimenti antiossidanti, prodotti integrali ricchi in fibre, con un basso indice glicemico e probiotici, un gruppo di persone in sovrappeso, ma senza problemi di salute, ha ottenuto la riduzione di quelle spie che segnalano un’alimentazione scorretta, dopo solo quattro settimane.

Per l’esattezza stiamo parlando della pressione sanguigna diminuita dell’8%, il colesterolo Ldl che si è abbassato del 33% e i lipidi nel sangue del 14%. Un bel risultato che può veramente aiutare molte persone con la sindrome metabolica, considerata l’epidemia del terzo millennio, perché unisce gli effetti di diabete, obesità e insufficienza cardiaca. Tra i responsabili non solo lo stile di vita, ma anche alcune reazioni immunitarie spropositate che possono innescare l’infiammazione dei tessuti e degli organi favorendo l’accumulo di adipe.

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Il pesce fa bene alla prostata

Mangiare pesce aiuta a curare il tumore alla prostata? Sembra che la risposta sia un si, almeno secondo una rassegna degli studi sul tema, condotta presso la McGill University di Montreal, in Canada, e pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutrition. Più precisamente, i ricercatori canadesi, attraverso l’analisi di una trentina di contributi, sono giunti alla conclusione che se il consumo regolare di pesce, la cui efficacia preventiva nei confronti di infarto e ictus è ampiamente accertata, non è in grado di prevenire il tumore alla prostata aiuta nel caso questo abbia già fatto la propria nefasta comparsa riducendo del 44 per cento la probabilità di sviluppare metastasi e del 63 per cento il rischio di morte.

Sempre secondo i ricercatori canadesi gli effetti benefici del pesce sulla prognosi del tumore alla prostata potrebbero essere ascrivibili all’azione antinfiammatoria esercitata dagli oli contenuti nel pesce; proprio questi sarebbero in grado di agire sulla crescita del tumore contrastandola, come evidenziato da alcuni studi precedenti a proposito dei grassi omega-3, contenuti in buone quantità proprio nel pesce.

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La dieta che aiuta la memoria

Stando ai risultati di una ricerca  condotta presso l’Università di Lund, in Svezia, e coordinata dal professor Inger Björck, l’associazione di alcuni particolari cibi permette non solo di ridurre il colesterolo cattivo LDL, gli stati infiammatori e la pressione sanguigna ma anche di potenziare le proprie capacità mnemoniche.

Il team di ricercatori svedesi ha creato una dieta ad hoc basata su cibi ricchi di acidi grassi e fibre e a basso indice glicemico, in grado di svolgere un’azione antinfiammatoria ed antiossidante: pesce azzurro, proteine della soia, pane integrale, orzo, cannella, aceto, mirtilli e mandorle.

In seguito la ricerca ha visto il coinvolgimento di 44 soggetti di entrambo i sessi, di età compresa tra i 50  e i 75 anni, tutti sani seppure con lievi problemi di sovrappeso. Ciascuno di essi ha seguito la dieta per un periodo di quattro settimane al termine delle quali sono stati svolti i dovuti accertamenti medici.

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Cucinare con le Alghe

Non sono passati molti giorni da quando avete trovato proprio sulle pagine di Dietaland un post dedicato all’ambiente e allalimentazione. La notizia di questi giorni è proprio quella che il consumo esagerato di proteine animali fa male alla salute, ma anche al nostro ecosistema. Ecco quindi che il consiglio di molti esperti è quello di favorire una cultura del cibo più vegetariana. Come fare? Non ci sono solo la frutta e la verdura tradizionale, anche le alghe sono importanti.

A tal proposito vi consiglio il libro Cucinare con le alghe di Alice Savorelli, che spiega come le verdure di mare siano ricche di iodio, ferro, potassio, manganese, fosforo, silicio e selenio. Ma anche proteine e vitamine. Mentre contengono solo una minima quantità di grassi che si aggira intorno all’1-3%.

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A dieta dall’età di due anni, l’incredibile storia di una bambina inglese

Cari lettori, oggi ho deciso di lasciare da parte per un attimo i temi dei quali mi occupo di consueto per raccontarvi la storia di una giovane mamma inglese (Aly Gilardoni) o meglio quella di sua figlia Corleigh, una splendida bambina di otto anni (entrambe nella foto). Ho fatto questa scelta perchè credo che la loro sia una storia talmente assurda da dover necessariamente indurre alcune riflessioni importanti, prima fra tutte sul legame, certamente arcinoto, tra salute mentale ed alimentazione, su come cioè disagi personali irrisolti possano tramutarsi in disturbi della condotta alimentare non necessariamente identificabili con anoressia e bulimia. Il caso di seguito esposto risulta forse ancora più atroce perchè coinvolge una bambina, vittima inconsapevole di un disagio di cui è la madre ad essere portatrice.

Aly, è una giovane mamma inglese. Sin da bambina ha sempre avuto qualche problema di sovrappeso, come del resto la sua di mamma, e non è mai riuscita ad accettare serenamente questo stato di cose. L’attenzione alla forma fisica l’ha sempre ossessionata. Riesce comunque a condurre una vita normale e diventata ormai una donna si sposa; dal suo matrimonio nasce una bambina, Corleigh appunto. Tutto sembra procedere per il meglio fino a quando il marito decide di lasciarla solo con la piccola che ha ormai compiuto due anni.

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I piatti tradizionali e il codice alimentare di Pellegrino Artusi

L’arte culinaria è ciò che distingue il nostro Paese nel mondo, anche se poi sono pochi i giovani che si misurano ai fornelli: sono troppo attenti alla dieta o preferiscono un’alimentazione più veloce e moderna, a base di piatti freddi o sushi. Eppure la cucina tradizione non ha solo ottime caratteristiche da un punto di vista nutrizionale, ma rappresenta anche l’identità nazionale. A sostenerlo sono gli stessi italiani che hanno partecipato a un sondaggio di Coldiretti-Swg.

Questa tesi è stata sposata  dal 46% degli italiani che ritengono i piatti tipici locali più significativi della cultura (37%) della moda (9%), del calcio (5%) e della scienza e tecnologia (3%). Un primato notevole. Questi dati sono stati presentati al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione organizzato dalla Coldiretti a Cernobbio dove, per celebrare i 150 anni dell’Unità di Italia, è stata apparecchiata per la prima volta ”la tavola dei piatti che hanno unito l’Italia” in collaborazione con Casa Artusi. Ricordiamo che proprio a Pellegrino Artusi si deve il primo codice alimentare.

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Come difendersi dalle malattie alimentari

Sappiamo già che la cottura dei cibi è fondamentale per proteggerci dal rischio di contrarre infezioni alimentari; tuttavia gli alimenti possono venire contaminati da agenti tossici anche dopo essere stati cucinati, ad esempio perchè maneggiati con i medesimi utensili impiegati per gli alimenti crudi, o possono rimanere infetti perchè le tossine nocive da essi portate resistono al calore.

Per questo motivo è importante osservare alcune fondamentali norme igieniche durante l’intero percorso del cibo dal negozio alla nostra tavola:

  • valutate attentamente la qualità dei prodotti alimentari che acquistate; uova, frutti di mare e carni sono tra gli alimenti a più alto rischio di contaminazione;
  • non consumate carne, uova e molluschi crudi o poco cotti;
  • lavate bene le mani prima di toccare il cibo;
  • lavorate gli alimenti cotti con utensili diversi rispetto a quelli utilizzati per i cibi crudi;
  • evitate ogni contatto tra alimenti crudi e cotti;

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Succo di sambuco per dimagrire

Se state seguendo una dieta dimagrante e volete un aiuto per depurarvi e fare il pieno di fibre, quello che fa per voi è il succo di sambuco; questo succo viene ottenuto dalla spremitura delle bacche di Sambucus nigra, che racchiudono molti principi attivi e benefici per l’organismo: oltre al buon concentrato di fibre contengono oli essenziali, oligoelementi minerali, acidi organici e glucosidi, tutti principi utili per perdere peso e depurare l’organismo.

Proprio per questo, il succo di sambuco, oltre che come coadiuvante nelle diete dimagranti, è ottimo in caso di stitichezza, anche leggera o occasionale, in quanto è in grado di regolare l’intestino e di stimolare il metabolismo dei grassi.

Grazie a questa proprietà, il succo di sambuco è utile per limitare l’accumulo dei grassi e per favorire la circolazione linfatica, favorendo il drenaggio dei liquidi. Ovviamente, per essere efficace, deve essere accompagnato da un’alimentazione equilibrata e leggera e preso regolarmente. Seguendo un regime dietetico e assumendo il succo di sambuco per un mese è possibile perdere fino a tre chili di peso e due centimetri di giro vita.

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La vitamina B12 previene il morbo di Alzheimer

La scienza dell’alimentazione sta davvero facendo passi da giganti e ogni giorno si scopre sempre qualcosa in più per curare o prevenire malattie molto gravi, proprio come il morbo di Alzheimer. Secondo un recente studio, svolto dai ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma, la vitamina B12 potrebbe essere un antidoto portentoso.  La ricerca durata ben 7 anni ha permesso di verificare il ruolo di questa vitamina.

Si sono sottoposti alla sperimentazione 271 finlandesi volontari tra i 65 e i 79 anni, sani all’inizio della ricerca, 17 dei quali hanno sviluppato la demenza senile nel corso dello studio.  I partecipanti sono stati periodicamente sottoposti ad analisi del sangue per analizzare i livelli di vitamina B12 e di omocisteina (un aminoacido associato alla vitamina B12) i cui eccessivi livelli sono collegati a effetti negativi sulla salute del cervello (compreso l’ictus). Il focus della ricerca ha verificato che per ogni micromole di omocisteina in più il rischio di malattia di Alzheimer aumenta del 16%, mentre per ogni picomole in più della forma attiva della vitamina B12 il rischio si riduce del 2%.

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Botulino, perchè è pericoloso

Il botulino (Clostridium botulinum) è un batterio che può contaminare i cibi rendendoli altamente tossici e quindi pericolosi per la nostra salute. L’ingestione di cibi contaminati da botulino può causare infatti una grave intossicazione, nota appunto come botulismo, caratterizzata da sintomi quali nausea, vomito, diarrea, dolori muscolari, secchezza delle fauci e delle vie respiratorie cui si aggiungono problemi neurologici e disturbi visivi. Il botulismo può portare alla morte per paralisi respiratoria ma attualmente il tasso di mortalità per botulismo, che una volta si attestava intorno al 60-70% dei casi, è sceso al 15-20% grazie all’introduzione dell’antitossina specifica (siero antibotulinico).

Ma quali sono i cibi maggiormente a rischio di contaminazione? I cibi che vanno più facilmente soggetti all’azione della tossina botulinica sono le carni e i pesci in scatola, i salumi, le conserve e i vegetali conservati sott’olio. In particolare, il rischio di contaminazione da botulino riguarda soprattutto i preparati casalinghi a causa della mancata osservazione delle necessarie, e spesso elementari, norme igienico-sanitarie nella loro preparazione.

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Ricotta, il formaggio ideale per la dieta

Siete a dieta e temete che qualsiasi latticino possa minare gli sforzi fatti in questi giorni di ristrettezze alimentari?  Bene, sappiate che il formaggio giusto per voi è la ricotta. È molto leggero e perfetto per assumere una giusta dose di calcio quotidiana, senza eccedere nelle calorie. Ciò che rende questo formaggio tanto speciale è il metodo di lavorazione, non si ottiene infatti dal caglio, ma dal siero di latte.  Il nome ricotta deriva proprio dal latino recoctus, che indica la ricottura del siero dopo la produzione del formaggio.

La ricotta non è un formaggio grasso ed è per questo che è perfetta durante la dieta e anche per i bambini. La maggior parte dei grassi resta infatti nel caglio e non passa nel siero, che è invece ricco di proteine che hanno un alto valore biologico (superiore a 90), vitamine e sali minerali.

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