Un italiano su tre è sedentario

Un italiano su tre conduce una vita sedentaria: va a lavoro in automobile, non prende mai le scale, non parcheggia mai troppo lontano dalla propria meta (o almeno ci prova). Questo è quanto emerso all’ultimo rapporto nazionale Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), l’osservatorio dell’Istituto Superiore di Sanità che monitora la salute della popolazione italiana attraverso interviste somministrate presso le Asl. Il dato riguarda soprattutto le donne ed ha registrato una crescita del 10% dal 2007 ad oggi.

Dal rapporto emerge che solo il 33% dei cittadini conduce uno stile di vita che può definirsi attivo a pieno titolo perchè svolge un lavoro fisicamente impegnativo o segue e linee guida riconosciute a livello internazionale (30 minuti al giorno di attività moderata per almeno cinque volte a settimana), mentre il 37% pratica attività fisica in maniera talmente modesta da mantenersi ben lontano dai parametri internazionali.

La situazione in Italia, secondo quanto dichiarato da Valentina Possenti, del gruppo tecnico del Passi, è ben più grave che negli altri paesi europei, soprattutto tenuto conto che

non si sta parlando di sport cioè un’attività fisica strutturata ma solo di movimento, di spostamento da un luogo all’altro nel proprio quotidiano

Ad incidere sulla propensione alla sedentarietà, rivela ancora il rapporto, non c’è solo il sesso (le donne sono più pigre degli uomini) ma anche la condizione sociale e il titolo di studio: sono le persone che versano in condizioni economiche meno floride infatti ad essere più pigre, mentre con un livello di istruzione superiore conduce ad avere una maggiore attenzione alla forma fisica. “Solo” il 25% dei pigri ha una laurea mentre il 39% non ha un titolo di studio o ha la licenza elementare.

Quanto all’età, il 33% dei sedentari italiani ha fra i 50  e i 69 anni. La gran parte di essi inoltre risiede al sud, dove è la Basilicata a farla da padrone (47%), seguita dall’Abruzzo (45%) e dalla Campania (43%). I più attivi di tutti vivono invece a Bolzano, dove solo un cittadino su dieci conduce una vita sedentaria.

Cosa fare dunque per rimediare alla pigrizia imperante? Ecco cosa suggerisce la Possenti:

Ci sono aree di sanità pubblica che vanno migliorate e c’è ancora molta strada da fare. In questo campo, è determinante il medico che dovrebbe avere un quadro generale della vita dell’assistito, informandosi sulla sua attività fisica e monitorando nel tempo questo comportamento, al punto che si parla anche di prescrivere l’attività fisica.

[Fonte: Corriere della sera]

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