Grano antico, tutte le varietà coltivate in Italia

Ci sono molti tipi di grano antico che sopravvivono ai numerosi interventi dell’uomo nella selezione delle colture o che vengono reintrodotti dopo molti anni, addirittura secoli, di oblio. Scopriamo quali sono i più interessanti.

grano antico

La maggior parte dei grani antichi oggi conosciuti si sono prodotti spontaneamente in specifiche zone con climi e terreni particolari, altri sono stati reintrodotti dall’uomo che ne tenta una coltivazione biologica e senza i drastici interventi che i grani odierni hanno subito, dalla selezione genetica all’uso di fertilizzanti chimici.

RIGATONI INTEGRALI

Grano Senatore Cappelli

Tra i grani antichi è forse il più noto, risale all’inizio del ventesimo secolo, ha una qualità rustica e produce una semola eccellente sia per il pane che per la pasta. Oggi si coltiva soprattutto in Basilicata, Puglia, Calabria e Sardegna.

wheat grains timilia

Grano Timilia

È un antico grano siciliano coltivato tuttora nell’entroterra siculo. Si usa per preparare pane e pasta, ha una colorazione leggermente scura ed è altamente digeribile.

spoon wheat Khorasan

Grano Khorasan

Più noto con il suo nome commerciale Kamut, questo grano è originario dell’Iran ma diffuso in tutto il mondo ed è considerato un antenato del grano duro odierno.

Ancient grain kamut, Khorasan wheat, Triticum turgidum ? polonicum

Grano Saragolla

Nell’area del Cilento si coltiva questo grano duro che affonda le sue origini proprio nella zona mediterranea.

ripe wheat field and abandoned barns

Grano Solina

È una varietà di frumento tenero molto antica, di origine montana e particolarmente dell’area appenninica del Centro Italia, adatto dunque ai climi freddi.

wheat ears on sunset background.

Grano Gentil Rosso

Il Gentil Rosso è un altro grano tenero che ha origine nella zona appenninica centro-settentrionale dove per molti decenni fu la varietà più coltivata e che di recente si va riscoprendo. La sua farina è particolarmente adatta ai dolci.

Man Standing in a Wheat Field Holding Wheat Grain in His Cupped Hands

Grano Risciola

È un grano di collina coltivato sin dall’Ottocento la cui riscoperta parte dall’Irpinia, dove si coltiva nuovamente.

Farmer hand touching wheat ears

Grano Verna

Meno produttivo del grano duro più noto, è stato a lungo abbandonato ma conservato in purezza e oggi riscoperto, specialmente nell’area della Maremma.

Hands holding wheat

Grano Etrusco

Originario del Medio Oriente, in particolare dell’area tra Anatolia e Iran, è noto anche come grano del faraone. È più proteico di altre varietà.

fresh bread cob

Grano Sieve

Questa varietà di frumento tenero è coltivata soprattutto in Toscana, dove è stato riscoperto di recente insieme al grano Verna.

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Luna di miele con dieta vegana: l’ultima tendenza dei matrimoni

Sono sempre più numerose le coppie che scelgono la dieta vegana o quella vegetariana e per evitare di cadere in spiacevoli errori in uno dei momenti più romantici della vita, si scelgono anche viaggi di nozze con dieta verde. Lo dimostra l’ultimo rapporto Eurispes, che dimostra che l’8% dei neosposini ha scelto questo regime dietetico.

diventa-vegano

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Aquafaba, cos’è e come si usa

L’acquafaba è una novità che sta rivoluzionando il mondo della pasticceria vegana grazie alle sue proprietà che consentono di evitare le uova sostituendole egregiamente. Si tratta dell’acqua di cottura dei legumi, acquafaba infatti deriva dall’unione delle parole latine per acqua e fagiolo. È dunque un ingrediente completamente naturale che possiede numerose virtù utili in cucina.

Aquafaba

Le sue caratteristiche sono state scoperte nel 2014 da un vegano che lanciò la notizia su un food-blog ma è tuttora un ingrediente poco noto anche se sempre più spesso utilizzato nella preparazione di ricette vegane, soprattutto dolci ma anche maionese e burger.

La principale caratteristica dell’acquafaba è la possibilità di montarla con risultati molto simili a quelli dell’albume di uovo. Essendo dunque un prodotto schiumogeno ed emulsionante si presta a preparazioni vegane che rinunciano alle uova.

L’acquafaba ha inoltre proprietà nutrizionali non ancora analizzate con cura ma correlate ai legumi dalla cui cottura deriva. Dunque contiene una percentuale di proteine ma anche amici e saponine. Si ottiene dalla cottura di molti tipi di legumi ma i risultati migliori si avranno con i ceci. L’acquafaba derivata dai ceci, infatti, ha un sapore neutro e monta meglio.

Per montare l’acquafaba il prodotto deve essere ben freddo. È possibile poi incorporarvi altri ingredienti, proprio come fareste con gli albumi, amalgamando delicatamente e mescolando dal basso verso l’alto.

Intanto l’industria alimentare sta già sperimentando per proporre sul mercato il prodotto pronto da usare, anche in forma essiccata. Nel frattempo negli Stati Uniti si comincia a produrre la maionese veg a base di acquafaba ma il campo è enorme e le potenzialità vastissime. Volete provare a casa? Potete cominciare con l’acqua di conservazione dei ceci in scatola.

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La dieta detox da seguire dopo le ferie

L’estate sta finendo e i chili? Quelli purtroppo se non avete fatto i bravi, restano. Eccome. La cosa migliore, prima di mettersi a dimagrire e fare sport, è prevedere una piccola dieta detox per eliminare le tossine e ripulire il corpo dagli stravizi, tipici del periodo estivo. Quali sono le regole da seguire?

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La dieta iperproteica non fa dimagrire?

Una recente ricerca pubblicata sulla rivista Call Reports rivela che la dieta iperproteica non fa dimagrire davvero come si crede. Nei primi mesi il calo di peso è evidente, ma si tratta di un vantaggio di breve durata. Viene sfatato dunque il falso mito secondo cui per dimagrire rapidamente e a lungo termine bisogna adottare una dieta a base di proteine.

dieta iperproteica

Le numerose diete low carb negli ultimi anni hanno riscosso grande successo garantendo un dimagrimento rapido ed efficace, ma secondo gli studiosi si tratta di risultati effimeri che a lungo termine non possono essere mantenuti.

Lo studio sperimentale che lo ha dimostrato, condotto dal professore di medicina e nutrizione Luigi Fontana, ha osservato che mangiare molte proteine induce una perdita di peso nei primi 6 mesi di dieta ma nell’arco di 12-24 mesi il risultato non si mantiene.

La ricerca ha evidenziato il meccanismo che attiva questo processo. Gli aminoacidi ramificati, cioè gli elementi basilare delle proteine che costruiscono il muscolo, devono essere assunti con l’alimentazione perché il corpo non è in grado di produrli. Si trovano soprattutto nei prodotti animali, o negli integratori che assumono gli sportivi per aumentare la massa muscolare. Se nell’immediato ciò produce un aumento della massa magra e una contemporanea diminuzione della massa grassa, d’altro canto stimola maggiormente l’organismo e accelera i processi di invecchiamento.

Di contro lo studio ha dimostrato che riducendo le proteine si migliora anche il controllo glicemico e si perde più peso sul lungo termine, senza tuttavia diminuire la massa magra. In definitiva è più importante mantenere una giusta dose di proteine, bilanciate con gli altri macro-nutrienti, anziché eccedere nella quantità come suggeriscono le diete iperproteiche.

Una linea guida generale consiglia di assumere circa il 12-18% di proteine sul totale giornaliero, la nuova ricerca suggerisce di ridurre la quantità al 10-12%. Al di là delle mode alimentari, quindi, sarebbe bene puntare sul giusto equilibrio degli alimenti per avere un corpo sano, un metabolismo attivo e non incorrere in sgradevoli effetti collaterali a lungo termine.

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Integratori brucia grassi, fanno male o servono realmente?

Gli integratori brucia grassi sono una moda, a dir poco virale. Promettono di tagliare la fame, le calorie e di conseguenza anche i grassi, favorendo il dimagrimento facile. Quanto è possibile tutto ciò? l’Istituto del consumo francese, che ha messo sotto la lente 20 integratori tra quelli più venduti sul web e nei canali di distribuzioni, ha fatto un po’ il punto su questo tema.

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Dieta ed esercizio per prevenire l’Alzheimer

I ricercatori dell’Università della California hanno recentemente dimostrato con un nuovo studio che dieta ed esercizio sono utili per prevenire l’Alzheimer. Una dieta sana e l’attività fisica costante mantengono l’indice di massa corporea entro limiti normali e di conseguenza si riduce la possibile comparsa del morbo di Alzheimer dovuta a depositi proteici.

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Gli studiosi hanno esaminato la presenza di placche nel cervello di un campione di adulti con età fra i 40 e gli 85 anni con piccoli problemi di memoria ma nessun segno di demenza. A quanto pare la proteina beta amiloide, tossica, si accumula maggiormente tra le cellule nervose del cervello di coloro che non praticano attività fisica regolare e non seguono una dieta equilibrata.

La presenza di questa proteina è associata con l’insorgenza dell’Alzheimer. Se si pratica esercizio fisico e si segue la dieta mediterranea, dicono gli studiosi, questa degenerazione non avviene perché il livello dei depositi di questa proteina è inferiore.

Lo stile di vita influenza dunque la nostra salute in maniera decisiva. Già precedenti studi avevano evidenziato che adottare sane abitudini ritarda la comparsa dell’Alzheimer ma l’ultima ricerca sottolinea in maniera più specifica quali sono le norme di comportamento generali più utili per scongiurarne l’apparizione.

La nuova consapevolezza sarà utile a tutti come linea guida per il comportamento quotidiano oltre che strumento essenziale per i medici che seguono pazienti a rischio e possono indirizzarli verso uno stile di vita più attento e mirato. In fondo si tratta di buone abitudini base che tutti possono introdurre nella propria quotidianità prestando attenzione alla qualità dell’alimentazione e praticando un minimo di esercizio fisico con costanza.

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Gli alimenti ricchi di potassio per evitare carenze

Il potassio è molto importante, soprattutto in estate quando si tende a sudare di più. Una carenza di questo sostanza può causare crampistanchezzainsonniaansia e malumore. La corretta assunzione di potassio attraverso l’alimentazione (4-6 grammi al giorno) è fondamentale per il corretto funzionamento dell’organismo. Quali sono gli alimenti più ricchi?

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Dieta ed esercizi per addominali scolpiti

Ottenere addominali scolpiti richiede un’azione sinergica, sia a tavola che in allenamento: ecco dieta ed esercizi giusti per snellire la pancia e far emergere finalmente i vostri addominali impigriti che giacciono nascosti.

addominali scolpiti

Mangiare meno non basta, è importante scegliere gli alimenti giusti e adottare strategie che determinano non solo la perdita del grasso addominale ma anche la formazione di massa muscolare magra.

Dimagrire lentamente e gradualmente è il primo passo per fare in modo che i risultati siano duraturi. Inoltre è importante non saltare mai i pasti, prevedere qualche spuntino intermedio per non arrivare a tavola affamati ed equilibrare tutti i nutrienti essenziali, senza trascurare i grassi ma scegliendoli di buona qualità (essenzialmente omega 3 provenienti dal pesce, olio d’oliva e frutta secca).

Bere molta acqua aiuta a depurare l’organismo e anche a mantenere più a lungo il senso di sazietà. Preferite sempre acqua semplice a bibite gassate o alcoliche. Eventualmente integrate con tè verde o tisane, calde o fredde. Anche il mate è una buona scelta perché agisce sul metabolismo e stimola la diuresi.

Riducete i carboidrati ad alto indice glicemico preferendo quelli a basso indice glicemico. I carboidrati non vanno eliminati, sono essenziali per fornire al corpo l’energia di cui ha bisogno, ma è importante sceglierli con cura. Dunque spazio a cereali integrali, frutta e verdure. Un posto di rilievo avranno le proteine.

A tavola cominciate dall’insalata che favorisce l’arrivo del senso di sazietà grazie all’alto contenuto di fibre. Non dimenticate di masticare tutti i cibi a lungo e con calma, evitando distrazioni durante il pasto. In questo modo avrete maggiore consapevolezza di cosa mangiate e delle quantità ingerite.

Lo sport, infine, è essenziale per massimizzare i risultati ottenuti a tavola tonificando i tessuti e costruendo il muscolo. Per gli addominali sono tre gli esercizi fondamentali: il crunch che allena la parte alta dell’addome; il crunch inverso per la zona bassa degli addominali; il twist laterale per allenare la fascia obliqua. Nel video che segue troverete una routine di allenamento base completa.

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Dieta zero grano, cosa mangiare e cosa no

Wheat Belly è il titolo del libro di William Davis che in Italia è stato chiamato La dieta zero grano e che promette di riuscire ad eliminare efficacemente e senza danni ogni farinaceo dall’alimentazione quotidiana.

dieta zero grano

La dieta zero grano nasce nel 2011 ma si sta diffondendo lentamente anche per via del fatto che la nostra alimentazione tradizionale è fondata sui cereali da tempo immemore e non poco scetticismo è sorto nei confronti di un regime alimentare che invece se ne priva completamente.

Secondo Davis l’eccesso nel consumo di farinacei innalza l’indice glicemico, aumenta il rischio di patologie cardiovascolari, influisce sulla formazione del grasso, specialmente addominale, da cui deriva la definizione “pancia da grano” del titolo in inglese.

Per contrastare questi effetti, sostiene l’ideatore della dieta, è necessario rinunciare completamente al grano che è stato eccessivamente manipolato nel corso dei secoli diventando qualcosa di molto diverso dal prodotto naturale di una volta.

A questa scelta di eliminare i farinacei dalla dieta contribuisce anche il circuito di dipendenza da carboidrati che si instaura quando ne abusiamo, con il risultato di ingrassare o non riuscire a dimagrire e di sentirci spesso preda di un inspiegabile torpore.

Davis dunque sostiene con forza la necessità di rinunciare al grano per spezzare il circolo vizioso della dipendenza ed eliminare scarsa concentrazione, affaticamento e irritabilità procurati dalla mancanza di carboidrati.

Ma è sana un’eliminazione così drastica? Secondo Davis sì, perché rinunciare a questi alimenti non comporta carenze nutrizionali. Vediamo dunque cosa si può mangiare e cosa no secondo il regime alimentare zero grano.

Vanno eliminati tutti i farinacei, non solo frumento e derivati ma anche farina e amido di mais, bulgur, kamut, orzo e cous cous, gallette e patatine, torte e crostate, pasticcini, gelati, patate, legumi, succhi di frutta e frutta secca, bibite. Si possono introdurre con moderazione quinoa, miglio, grano saraceno, riso e riso selvatico. Vanno eliminati i fritti, i dolcificanti con fruttosio, tutte le conserve e le salse zuccherate.

Si possono invece consumare senza problemi verdure, noci e frutta a guscio, ogni tipo di olio, carni, latticini, uova e alcuni tipi di frutta come i frutti rossi. No a frutta secca come fichi e datteri, sì ma con moderazione a banane, mango, ananas e papaya. Tra i condimenti si possono utilizzare mostarde, maionese, aceto, salsa di soia e salse piccanti.

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La dieta dei mestieri

Lavorare è il principale impegno quotidiano. La nostra vita è organizzata in base alla professione, che può svolgersi a casa, in ufficio, in macchina, in un negozio o in fabbrica. È per questo che non ci può essere una dieta uguale per tutti. Con questa logica è nato La dieta dei mestieri, un libro dedicato all’alimentazione. Si tratta di un manuale con i consigli per sedici diverse tipologie di lavoratori.

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Bodyism, dimagrire con un approccio olistico

Ideato da James Duigan a Londra nel 2007, il sistema Bodyism continua a mietere successi e sbarca anche in Italia. Si tratta di una formula che unisce attività fisica e alimentazione per ottenere un corpo perfetto, magro e tonico, cambiando solo le abitudini quotidiane.

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Più che una dieta o un sistema di allenamento, dunque, il Bodyism è un metodo integrato che si avvicina ad una filosofia di vita ispirata a concetti come benessere, forma fisica, alimentazione equilibrata, eliminazione delle cattive abitudini.

Clean & Lean è il sottotitolo del metodo alimentare lanciato da Duigan, letteralmente significa pulito e magro. Il corpo va rispettato e coccolato rinunciando ad una serie di alimenti da evitare. Si tratta di zuccheri, bibite gassate, alcol, alimenti lavorati industrialmente e caffeina, concessa solo al mattino.

Vanno privilegiati cibi biologici, verdure di stagione, carne e pesce, frutta fresca. Tutti i cibi, o la maggior parte di essi, vanno scelti freschi, a breve scadenza e privi di conservanti. Gli alimenti al centro di questa dieta vanno poi integrati con omega 3, fibre e vitamine.

Un ruolo essenziale lo gioca l’attività fisica, moderata ma costante, meglio se divertente in modo che non ci venga rapidamente a noia e non venga vissuta come un’imposizione ma come un momento di piacevole benessere.

Il Bodysim dunque può considerarsi a buon diritto un approccio olistico alla salute del corpo, sia sotto il profilo dell’alimentazione che dal punto di vista dell’attività fisica. Esistono consulenti specializzati che mettono a punto, in chiave personalizzata, un programma dedicato che tiene conto di tutti gli aspetti del sistema. Molte star di Hollywood pare abbiano ritrovato la loro forma fisica con questo metodo.

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La dieta temporizzata per fare scelte alimentari più sane

Se a tavola avessimo una specie di timer mangeremmo meglio? L’ università americana, la Carnegie Mellon a Pittsburgh sostiene che sia debba seguire una dieta temporizzata. In che cosa consiste? Si deve anticipare la scelta di ciò che si mangerà di molte ore rispetto a quando ci si metterà in tavola. Un esempio su tutti: prima di arrivare in ufficio, si prepara a casa il pranzo o lo si acquista nel negozio di fiducia, a ‘mente fredda’ e senza i morsi della fame.

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La dieta brasiliana per veri sportivi

Le olimpiadi di Rio 2016 hanno messo in luce le abitudini alimentari della popolazione brasiliana. Ecco quindi i 10 punti riassuntivi della Fao e del ministero della Salute brasiliano per essere davvero sani e in forma, proprio come gli atleti che partecipano alle gare. Le regole per seguire la dieta brasiliana.

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Shirataki di Konjac, 3 ricette con spaghetti

Gli shirataki di Konjac hanno rapidamente conquistato le nostre cucine grazie al loro bassissimo apporto calorico che ci fa godere tutto il piacere di un piatto di pasta senza doverci preoccupare delle calorie.

shirataki di konjac

Per intenderci, 200 grammi di spaghetti shirataki contengono solo 14 calorie a fronte delle più di 300 calorie contenute nella stessa quantità dei classici spaghetti di grano duro. Così possiamo goderci un generoso piatto di pasta senza troppi sensi di colpa. Scopriamo in 3 ricette come condire gli spaghetti shirataki di Konjac per preparare piatti gustosi e originali.

Spaghetti shirataki con pesto di avocado

Ingredienti

  • 1 confezione di shirataki di Konjac
  • Mezzo avocado
  • Una manciata di frutta secca mista
  • 1 mazzetto di basilico
  • Sale e curry q.b.

Preparazione
Mettete in ammollo gli spaghetti in acqua calda per 5 minuti. In un mixer unite basilico, frutta secca mista, l’avocado e il sale. In una padella cuocete la pasta per 5 minuti con un po’ d’acqua, un pizzico di sale, la punta di un cucchiaino di curry. Alla fine unite il pesto di avocado, mantecate e impiattate. Spolverate il piatto con un mix di frutta secca tritata e servite.

Spaghetti shirataki con peperoni

Ingredienti

  • 1 confezione di shirataki di Konjac
  • 200 gr di peperoni
  • 100 gr di pomodorini
  • 1 ciuffo di prezzemolo
  • 1 cucchiaio di olio di semi
  • Salsa di soia e sale q.b.

Preparazione
Mettete in ammollo gli spaghetti in acqua calda per 5 minuti. Pulite le verdure e tagliatele a piccoli pezzi. In una padella con olio dorate i peperoni e aggiungete la salsa di soia. Cuocete per 5 minuti, dunque aggiungete i pomodorini e gli spaghetti appena sbollentati in acqua salata per 2 minuti. Saltate nel sugo e servite con prezzemolo fresco tritato.

Spaghetti shirataki ai gamberetti

Ingredienti

  • 1 confezione di shirataki di Konjac
  • Una generosa manciata di gamberetti
  • 1 carota piccola
  • 1 cipolla piccola
  • Aglio, zenzero, curry e salsa di soia q.b.

Preparazione
Preparate gli spaghetti come sopra. Tagliate a dadini carota, cipolla, zenzero e aglio e ammorbiditeli in una padella con olio caldo. Coprite e lasciate stufare. Aggiungete curry e gamberetti, lasciate insaporire. Alla fine unite gli spaghetti già cotti, spruzzate con salsa di soia, saltate e servite.

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La dieta anti jet lag per combattere il fuso orario

La dieta è fondamentale per mantenerci in salute ma anche per regolare il nostro orologio biologico: l’orario e la composizione dei pasti sono connessi ai ritmi fisiologici e comportamentali, inoltre il valore di “ricompensa” del cibo è anche in grado di influenzare l’orologio biologico principale nel cervello. Se abbiamo quindi affrontato un lungo viaggio, affrontando un cambio di orario importante, dobbiamo assolutamente seguire la dieta anti jet lag.

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Le calorie dello spritz

L’happy hour è spesso il momento più allegro della giornata nel periodo lavorativo ma è piacevolissimo anche in vacanza, eppure se si è a dieta bisogna prestare attenzione al conteggio calorico: scopriamo quante sono le calorie dello spritz e come evitare che attenti alla nostra dieta.

calorie dello spritz

Rinunciare non è necessario, basta prestare attenzione al giusto equilibrio degli ingredienti, non esagerare con la quantità, limitare le occasioni a qualche aperitivo di tanto in tanto anziché farlo diventare una costante troppo frequente e infine evitare di accostare allo spritz anche stuzzichini e snack che fanno lievitare il numero delle calorie anche con poche manciate di patatine o noccioline.

Lo sprizt non è così deleterio per la dieta se si osservano queste semplici regole, vi sorprenderà sapere per esempio che contiene meno calorie di un bicchiere di vino bianco. Un bicchiere di moscato da 150 ml arriva facilmente a 125 calorie mentre una pari quantità di spritz si ferma a circa 90 calorie.

Sorseggiare l’aperitivo nel pomeriggio dopo una giornata in spiaggia o godersi la serata con gli amici intorno tra i tavolini all’aperto in città in una bella serata estiva non sarà più motivo di cruccio, se si tiene d’occhio l’insieme.

La variante classica dello spritz prevede acqua, prosecco e Aperol con l’aggiunta di uno spicchio di arancia. Pur contenendo alcol e le relative calorie, dunque, il totale è smorzato dalla componente di acqua e l’ammontare calorico non è così elevato.

Naturalmente contano le proporzioni degli ingredienti e le eventuali varianti proposte ma anche la quantità di bibita che bevete. Se scegliete un bicchiere piccolo le calorie non supereranno le 100 a porzione mentre per un bicchiere più ampio da 250 ml le calorie saliranno a 142. Dettagli da tenere in debito conto.

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