Come avere la pancia piatta in 2 giorni

S.O.S. pancia gonfia? No problem, seguite nella lettura e scoprite come avere una pancia piatta in soli 2 giorni. Non si prometto miracoli, chiaramente, ma una soluzione per eliminare il gonfiore addominale, e ritrovare il feeling perduto con lo specchio!

Come certamente molte sapranno, in questi casi il primo consiglio è quello di bere il più possibile, almeno 1 litro e mezzo di acqua durante tutto l’arco della giornata. Sarebbe meglio preferire l’acqua naturale e a basso contenuto di sodio, stimolando così la diuresi, tenendo lontano lo spettro della ritenzione idrica.

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Ricetta light: vellutata di gamberi

Ecco una delle ricette più classiche, ma rivisitate in versione light per chi sta seguendo una dieta dimagrante, ideale anche per chi, semplicemente, vuole mantenersi leggero. Questo piatto, infatti, può essere consumato sia a pranzo che a cena.

La vellutata di gamberi, è molto semplice da realizzare, e soprattutto ha un apporto calorico davvero “invitante”, solo 123 calorie per porzione, e può essere accompagnata da un piatto di verdure lesse.

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L’effetto yo yo dipende da una proteina, non dagli ormoni

Tanta fatica per perdere peso e dopo pochi mesi i chili tornano e con gli interessi. È il famoso effetto yo yo, tipico delle diete fai da te o dei dimagrimenti molto rapidi. La responsabile di quest’effetto sembra essere una proteina.  Insomma, non è colpa né della buona volontà né del metabolismo.  Questo ovviamente è quello che pensano i ricercatori della Maastricht University – Department of Human Biology che sperano, con questa nuova scoperta, di poter riconoscere le persone che tendono a riprendere peso e intervenire.

L’effetto yo yo non è un caso isolato, secondo alcuni studi, infatti, colpisce l’80% delle persone a dieta.  A distanza di 6 mesi, massimo un anno, dal calo, si torna come prima o ancor peggio, vanificando gli sforzi fatti, ma anche mettendo a rischio la salute.

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Mangiare davanti al pc fa ingrassare e sazia meno

Quante volte siamo ridotti a mangiare qualcosa in fretta davanti al pc? Briciole tra i tasti e una fame insaziabile. Puntualmente a metà pomeriggio si beve l’ennesimo caffè accompagnato da uno snack poco sano, perché continuiamo ad avere un fastidioso senso di vuoto. Sembrerebbe che i pasti consumati alla scrivania siano meno sazianti e soprattutto un pericolo per la linea.

Per dirla in modo semplice: non tolgono la fame e fanno ingrassare. A sostenerlo è uno studio dei ricercatori dell’università di Bristol 1, pubblicato dalla rivista American Society for Nutrition. Forse è il caso di fare un fioretto per l’anno nuovo: concederci una sana pausa pranzo, anche breve ma che sia dedicata a una cosa sola: mangiare con molta tranquillità.

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Patate, l’alimento ideale per perdere peso

Le patate sono considerate una verdura abbastanza calorica e per questo motivo le persone a dieta cercano di mangiarne il meno possibile. Un nuovo studio ha però portato alla luce una novità: le patate possono essere introdotte in un regime alimentare dietetico che punta al dimagrimento, perché questo tubero, nonostante l’alto indice glicemico, farebbe scendere di peso. A sostenerlo sono i ricercatori dell’University of California di Davis, del National Center for Food Safety and Technology e dell’Illinois Institute of Technology .

Gli studiosi hanno esaminato per 12 settimane 86 uomini e donne in sovrappeso divisi, in modo casuale, in tre gruppi: a ognuno è stata assegnata una dieta differente a basso introito calorico che comprendeva 5-7 porzioni di patate a settimana.  In media una patata ha 110 calorie, più potassio di una banana e metà del fabbisogno giornaliero di vitamina C. E’ quindi un alimento molto importante, se si tiene anche in considerazione che non contiene grassi, sodio e colesterolo. È molto digeribile e perfetta in caso di colite e gastrite.

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La dieta della dottoressa Flachi

Tra le diete più in voga dell’estate c’è quella della dottoressa Flachi che con 5 regole promette di dimagrire senza rinunciare al gusto della cucina italiana. La dottoressa Evelina Flachi è specialista in Scienze dell’Alimentazione, docente e membro di diversi comitati per la corretta alimentazione.

La sua dieta si basa sul presupposto che non esistono regimi dietetici miracolosi e che una stessa dieta non può essere efficace per tutti allo stesso modo, in quanto influiscono diversi fattori: l’età, il sesso, la costituzione fisica, il lavoro svolto e altro ancora.

La dieta della dottoressa Flachi suddivide la settimana in due giornate di alimentazione leggera, il lunedì e il martedì, una giornata libera, il mercoledì, ancora tre giornate leggere, il giovedì, il venerdì e il sabato, e la domenica libera.

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Perchè è difficile stare a dieta?

Secondo un’indagine condotta dalla Coldiretti, 4 italiani su 10 hanno un rapporto di frustrazione con il cibo, soprattutto per il fatto che non riescono a mettersi o a mantenersi a dieta nonostante tutti buoni propositi. Secondo gli esperti, portare a termine una dieta è come un viaggio che ha come meta se stessi, quindi per intraprenderla bisogna fare chiarezza all’interno delle proprie emozioni, insomma: un viaggio interiore è il primo passo per dire addio ai chili di troppo.

Perdere peso non è impossibile, e il percorso che porta a questo serve a migliorare la propria autostima e comprendere meglio il rapporto con il cibo. Innanzi tutto occorre sfatare qualche mito: dimagrire dipende soltanto da se stessi, non esistono diete o prodotti miracolosi e non basta solo mangiare cibi light per dimagrire.

Affinché il percorso verso il dimagrimento porti a qualche risultato bisogna rispondere sinceramente a due domande fondamentali: “Che cosa si mangia?” e “Che cosa si cerca nel cibo?”. Smettete di scegliere i cibi in base al gusto perché esso vi porterebbe solo verso alimenti buoni ma “pericolosi” per la linea, quindi emancipatevi dal potere del palato e provate a scegliere i cibi anche con gli altri sensi.

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La dieta della felicità

La dieta che vi illustriamo oggi ha un nome che è tutto un programma: si chiama dieta della felicità, promette di eliminare 3 chili e una taglia in due settimane, e di farlo anche con il sorriso sulle labbra e senza troppe rinunce. Di sicuro con un programma così, chiunque sarebbe felice di intraprendere questa dieta e di sicuro riuscirebbe a portarla a termine, invece di abbandonarla a metà come succede per molte diete.

Questo regime alimentare si basa sul fatto che molte diete vengono lasciate a metà non per scarsa motivazione ma perché l’organismo risente della diversa alimentazione, e in particolar modo della mancanza di serotonina, la sostanza che regola il benessere di corpo e mente.

La dieta della felicità si pone l’obiettivo di ristabilire il giusto livello di questa sostanza concedendo tre sfizi al giorno all’interno di un regime dietetico, e di far perdere tre chili in due settimane, a patto di seguire qualche indicazione come ad esempio non comprare confezioni grandi di cibo, soprattutto di quello più pericoloso per la linea, per evitare la tentazione di mangiare tutto in un colpo solo, insomma: limitare le dosi è molto importante.

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L’importanza della motivazione nella decisione di mettersi a dieta

motivazione nella dieta

Portare avanti una dieta si sia, è sempre difficile, ci vuole forza di volontà, ma pare che neanche questa caratteristica basti ad assicurare il successo di un regime dietetico, il vero segreto, pare, stia nella motivazione che ha indotto ad intraprenderla. A sostenere ciò è un gruppo di ricercatori dell’Università del Kentucky e del North Carolina, in un articolo pubblicato sul Journal of Nutrition Education and Behavior.

Lo studio condotto dai ricercatori statunitensi è stato svolto con la collaborazione di 66 donne in sovrappeso e obeso, e  consisteva nell’esaminare la relazione tra motivazione, aderenza ad una dieta della durata di 16 settimane, ed effettiva perdita di peso; con un questionario i ricercatori hanno valutato, durante il periodo della dieta, la motivazione personale e la motivazione controllata, ossia quella dovuta agli altri che in qualche modo effettuano una pressione sulla scelta di mettersi a dieta.

Alla fine del periodo di dieta, i medici hanno confrontato le donne che erano riuscite a perdere almeno il 5% del loro peso iniziale con quelle che non ci erano riuscite, e hanno visto che fino alla quarta settimana la motivazione era alta per tutti e due i gruppi, mentre nelle settimane successive era rimasta tale solo nel gruppo che era riuscito a perdere peso, mentre era calata nell’altro: in pratica, la quarta settimana aveva rappresentato il momento “culmine” per capire chi avrebbe portato a termine con successo la dieta e chi no.

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La dieta dei giorni alterni

Secondo una recente ricerca dell’Università dell’Illinois, sarebbe possibile perdere peso adottando un regime alimentare che alterni giorni di dieta restrittiva, a giorni di normale alimentazione; per tradurla in calorie si potrebbe parlare di giorni in cui l’apporto calorico previsto è di 900 calorie, e di giorni in cui si può arrivare a 1.200, sempre mantenendo un’alimentazione equilibrata.

La ricerca dell’Università dell’Illinois, che si basa sul fatto che le diete monotone e restrittive sono destinate a fallire, è stata condotta su un campione di persone in sovrappeso che per 8 settimane hanno seguito la dieta dei giorni alterni; i risultati sono stati sorprendenti: i volontari hanno perso ben 6 chili, oltre ad aver migliorato la pressione arteriosa e ad aver ridotto il livelli di colesterolo cattivo.

Sicuramente il pregio più grande di una dieta a giorni alternati è quello di rompere la monotonia di un’alimentazione ipocalorica, ma anche quella di soddisfare la “voglia” di una piccola trasgressione senza vanificare i sacrifici di intere settimane. Tra i detrattori di questo regime dietetico ci sono coloro che dicono che una dieta a giorni alterni può provocare dei disturbi del comportamento alimentare e più precisamente quello relativo all’alimentazione incontrollata che si manifesta con delle abbuffate 3 o 4 volte alla settimana, intercalate da giorni di quasi digiuno.

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Saltare la colazione fa ingrassare

colazionegrSempre più diffusa fra le persone che intraprendono una dieta dimagrante è l’abitudine di saltare la colazione, privandosi perfino di un semplice caffè, convinte che in questo modo possano dimagrire o comunque non ingrassare. Uno studio proveniente dall’America, invece, asserisce perfettamente il contrario.

Fare un’abbondante colazione, infatti, da un forte senso di sazietà, rallenta la fame che si accumula poi all’ora di pranzo e soprattutto impedisce gli spuntini pomeridiani, molto deleteri per la forma fisica. Queste sono le conclusioni dei nutrizionisti statunitensi, i quali aggiungono anche che le calorie assimilate durante la mattina, sono molto più facili da smaltire durante il giorno anche per chi conduce una vita sedentaria, visto che il metabolismo raggiunge il suo massimo picco di lavoro proprio nelle ore centrali della giornata.

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Il mantenimento della dieta dei tre giorni

Qualche giorno fa vi avevamo parlato della dieta dei tre giorni, un regime alimentare grazie al quale, in sole 72 ore avreste potuto perdere fino a due chili, grazie ad alcuni menù studiati per disintossicare l’organismo. Per mantenere i risultati raggiunti, dopo questi tre giorni di dieta è necessario seguire un programma di mantenimento, che aiuti a consolidare quanto ottenuto. Per far ciò è necessario potenziare l’esercizio fisico, seguire una dieta da circa 1.200 calorie e seguire 5 semplici regole salva linea.

Per prima cosa non eccedere con le porzioni, soprattutto con quelle più caloriche; per non servirsi porzioni troppo piccole, cercatele magari di arricchire con della verdura; la quantità ideale di una porzione è di circa 60 grammi. Cercate di bere in abbondanza, soprattutto acqua oligominerale alcalina, che ha effetti diuretici e disintossicanti; bevete soprattutto lontano dai pasti per prolungare l’effetto sazietà. Evitate le bevande zuccherate, quelle amare, gli aperitivi che stimolano l’appetito e gli alcolici in genere.

Cercate di separare i carboidrati dalle proteine, in quanto distribuire i nutrienti nel corso della giornata facilita il consumo di grassi e calorie, ostacolando l’accumulo di peso; attuare una dieta dissociata è semplice, basta consumare a pranzo i carboidrati come il pane, la pasta e i cereali e a cena i cibi proteici.

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Dieta progressiva 3 chili in 3 settimane: prima settimana

dieta progressiva

Una dieta in cui l’apporto calorico si riduce via via pur rimanendo sempre perfet­tamente equilibrato e che aiuta ad affrontare in linea, e con me­no timore di ingrassare, il perio­do delle feste. E’ la dieta progressiva: un pro­gramma ipocalorico dolce, che non prevede drasti­che rinunce ma tre schemi ali­mentari in successione, dal pri­mo, più generoso, all’ultimo più “light”. Un modo per perdere due, tre chili senza grandi sacrifici e senza avvertire la fame, ma soprattutto smaltire qualche chilettio accumulato in questi giorni di festa.

La dieta progressiva inizia con uno schema da 1.400 calorie per poi passare a 1.300 calorie nella seconda settimana e infine a 1.200 calorie nell’ultima. L’obiet­tivo è quello di abituare man mano l’organismo alla restrizio­ne calorica e, nello stesso tempo, imparare a mangiare meno e in maniera equilibrata.

Prima settimana: Lo schema della prima settimana prevede una ricca prima colazione, due spuntini a base di frutta e yogurt e a pranzo una porzione abbon­dante (80gr) dí un primo piatto saporito.  Il programma è di circa 1.400 calorie giornaliere. Ogni giorno sono pre­visti 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine per condire. Si può usare un cucchiaino di sale per insaporire.

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La dieta per prepararsi al Natale

dieta per prepararsi alle feste

Il periodo dell’anno con più feste sta per arrivare: con il Natale a distanza di un mese, è opportuno preparare la linea alle inevitabili abbuffate che ci saranno. È vero, un mese non è molto, ma se vi impegnate e seguirete dei facili accorgimenti, vedrete che riuscirete a perdere un paio di chili, in modo da potervi concedere qualche stravizio in più durante le feste.

Tranquille, niente dieta ferrea: basteranno davvero delle piccoli attenzioni, come evitare di assaggiare i cibi primi dei pasti, o resistere alla tentazione di mangiare i cioccolatini che ha portato in ufficio la collega. Bevete almeno due litri d’acqua al giorno in modo da liberare l’organismo dalle tossine, e appena possibile approfittate dei benefici delle tisane, mentre cercate di evitare gli alcolici.

Per dolcificare le bevande dite addio allo zucchero e scegliete il miele di corbezzolo, che è ricco di vitamine C e fa bruciare i grassi; per insaporire i piatti usate la curcuma, una spezia ricavata da una pianta indiana (per intendersi è quella che si usa per preparare il curry) che possiede proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. Inoltre, cercate di fare più movimento: appena possibile lasciate a casa la macchina e fate due passi a piedi.

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La dieta per la donna con costituzione fisica “a cubo”

dieta per la donna a cubo

Dopo avervi illustrato i suggerimenti alimentari per la donna androide, ovvero con la costituzione fisica “a mela”, e quelli per la donna ginoide, cioè con il fisico “a pera”, è arrivato il momento di fornirvi quelli per chi possiede una costituzione “a cubo”, ovvero colei che quando ingrassa non lo  fa solo in alcune zone, ma in tutte le parti del corpo.

Caratteristiche di questo tipo di costituzione fisica sono fianchi e girovita abbondanti, seno prosperoso, cosce e caviglie grosse; di sicuro la donna che possiede questo fisico ha più difficoltà ad eliminare i chili in eccesso, ma con pazienza e tenacia è possibile farlo.

La prima regola è non imporsi troppe rinunce, perché se non vedrete subito risultati commisurati allo sforzo propuso vi verrà voglia di interrompere la dieta, meglio iniziare con una da circa 1.500 calorie al giorno per una settimana, per poi tagliarne 150 in quelle successive. Come fare? Basterà eliminare 20 grammi di pane e pasta al giorno e 30 grammi di carne, in favore del pesce che è più facile da digerire.

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La dieta delle zuppe

dieta delle zuppe

Abbiamo parlato diverse volte delle proprietà benefiche delle zuppe, ora è giunto il momento di proporvele in una dieta che vi aiuterà a perdere un paio di chili in eccesso.

Una dieta a base di zuppe è l’ideale per dimagrire, perché questi piatti sono capaci di lasciare sazi per molto tempo, perché le sostanze liquide che le compongono sono in grado di riempire lo stomaco, e per questo è opportuno lasciarle il più brodose possibile; inoltre, basta aggiungere un cucchiaino di grana grattugiato per rendere la zuppa completa sotto il profilo nutrizionale.

Ricordiamo brevemente perché le zuppe sono così importanti per un’alimentazione equilibrata e salutare; innanzi tutto forniscono carboidrati, sali minerali e vitamine in abbondanza, poi gli ingredienti che vengono utilizzati nelle zuppe , come cereali, legumi e ortaggi, sono fonti di fibre, importantissime per regolare l’intestino e assorbire dei nutrienti che mantengono sotto controllo il livello di glucosio e di colesterolo nel sangue.

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La dieta metabolica

dieta metabolica

La dieta metabolica è stata messa a punto dal medico canadese di origini italiane, Mauro di Pasquale. E’ una dieta che promette un dimagrimento veloce fondato sul “dosaggio” dei carboidrati allo scopo di abituare il corpo a bruciare i grassi. La prima fase prevede quindi, come molte altre diete iperproteiche, una drastica riduzione del consumo di carboidrati a favore di grassi e proteine per almeno 12 giorni, cui seguono due giorni in cui questi nutrienti vengono reintegrati pienamente nell’alimentazione allo scopo di evitare la perdita delle proteine muscolari.

Quindi, dopo le prime quattro settimane di dieta, nelle quali ciascuno dovrà determinare la quantità minima di glucidi che gli occorrono per non incorrere negli inevitabili, spiacevoli effetti collaterali come nausea, cefalea e stanchezza dovuti alla formazione di corpi chetonici, si cominciano ad alternare 5 giorni di scarico e due di carico dei carboidrati (seconda fase della dieta metabolica).

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