Mangiare sano, 4 italiani su 10 vorrebbero cambiare alimentazione

Condurre una vita più sana e avere un’alimentazione curata. È questo il desiderio di tanti italiani, peccato poi che tra dire e fare c’è di mezzo un sacco di cibo spazzatura. Da quanto emerge dal primo rapporto Coldiretti/Censis sulle abitudini alimentari degli italiani, la quota di persone consapevole è pari al 37% degli italiani (quasi 4 su 10), percentuale che sale al 40,5% tra i 30-44enni, ad oltre il 40% tra le donne e sopra il 43% tra le casalinghe. Questo è il quadro che è stato dipinto in occasione dell’Obesity Day, attualmente in corso in tutta Italia, e promosso dall’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (Adi) per combattere l’obesità nel nostro Paese dove 1 persona su 3 è in sovrappeso e 1 su 10 è addirittura obesa.

Forse però desiderare non è sufficiente, ci vuole una cultura del cibo in grado di correggere certe abitudini poco salutari. Gli italiani “frustrati” sono, secondo la Coldiretti, in numero superiore a quelli (33%) che dichiarano di seguire una dieta sana perché l’alimentazione è tra i fattori importanti per la salute, e sono soprattutto gli anziani (40,3%) e i laureati (37,6%) a praticare questa tendenza salutista.

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Carotenoidi: indispensabili per la salute delle donne

Con il termine carotenoidi si indicano una serie di pigmenti responsabili della colorazione di frutta e nella verdura; sono esempi di carotenodi il licopene, che si trova nei pomodori e nei meloni, la luteina, propria degli ortaggi a foglia verde, e il betacarotene, contenuto nei peperoni, nella zucca, nelle carote e nelle patate.

I carotenoidi contengono molte sostanze antiossidanti indispensabili per la salute delle donne, in quanto proteggono dall’insorgenza di diversi tumori, come ad esempio il cancro al seno, purtroppo però, molte non li assumono nelle giuste dosi; ciò è particolarmente vero soprattutto nel caso delle giovani donne, o almeno è ciò che emerge dal rapporto “Phytonutrient Report: Women’s Health by Color” realizzato dal Nutrilite Health Institute.

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Tumore al seno, due giorni di dieta a settimana per ridurre il rischio

Secondo uno studio condotto dalla dottoressa Michelle Harvie del britannico Wythenshawe Hospital (Manchester), e riportato dal Daily Telegraph, bastano due giorni di dieta alla settimana per ridurre del 40% il rischio di tumore al seno nelle donne obese e in sovrappeso. Lo studio ha preso in considerazione due gruppi di donne: uno ha seguito una dieta restrittiva da 650 calorie, l’altro un regime dietetico sul modello della dieta mediterranea da 1500 calorie. In entrambi i casi la dieta è stata seguita solo per due giorni a settimana, nell’arco di sei mesi.

E’ stato così che gli studiosi hanno potuto osservare in entrambi i gruppi non solo una perdita di peso ma anche il calo di livello di alcuni ormoni coinvolti nell’insorgenza del cancro al seno, quali leptina e insulina, e di una proteina infiammatoria con un ruolo analogo. Gli ormoni sono scesi rispettivamente del 20 e 25%, mentre per la proteina incriminata il calo è stato del 15%.

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La bilancia anti-stress per non ingrassare

Non è novità che lo stress faccia ingrassare. Purtroppo l’ansia e il nervosismo agiscono sullo stimolo della fame favorendo i comportamenti alimentari disordinati. Ecco allora che arriva una speciale ‘bilancia‘, in grado di segnalare che si sta superando il livello di guardia. Si tratta di un modello scientifico, illustrato in occasione dell’Obesity Day, la via domani in 200 centri specializzati in tutta Italia affinchè le persone con problemi di peso o con bambini a rischio obesità possano prendere contatto con gli esperti del settore.

Lo stress, prima di essere un fattore di rischio per la salute, è una risorsa per l’uomo e diventa un guaio solo quando è eccessivo o cronico. La bilancia dello stress non è un oggetto, non aspettiamoci quindi una classica pesa, ma un modello scientifico che consente al medico e allo psicologo di misurare, quindi di pesare, lo stress di ogni singolo individuo. Invece dell’ago che indica i numeri, ci sono test che esprimono valutazioni cliniche.

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Formaggi, non serve eliminarli dalla dieta

Uno studio statunitense, pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, sdogana i formaggi, almeno per quanto riguarda la loro assunzione nell’ambito di una dieta dimagrante, da sempre vista con scarso favore. Secondo i ricercatori infatti, una dieta ricca di latticini, con un’adeguata assunzione di calcio e una corretta produzione di vitamina D, aiuta a perdere peso come è stato osservato in persone obese (con indice di massa corporea superiore a 30) le quali, a fronte di livelli di calcio e vitamina D più elevati hanno mostrato una maggiore propensione al dimagrimento indipendentemente dal tipo di dieta seguita.

Così commenta lo studio Michela Barichella dell’Osservatorio nutrizionale Grana Padano e presidente dell’Associazione italiana di Dietetica Lombardia:

Lo studio pubblicato dall’American Journal of Clinical Nutrition è innovativo perchè permette di sfatare il mito, molto diffuso soprattutto tra le donne, secondo cui dalla dieta si devono eliminare completamente i formaggi e ridurre i latticini, se si vuole perdere peso. E’ sempre opportuno ricordare che il calcio è un minerale che svolge molteplici azioni nel nostro organismo ed è fondamentale introdurlo, con gli alimenti, nelle giuste quantità.

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Obesity day 2010, lotta al sovrappeso

Domenica e lunedì in tutta Italia si svolgerà l’Obesity Day, la giornata organizzata dall’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (Aid) per sensibilizzare i cittadini sui rischi dell’obesità del sovrappeso. Purtroppo il quadro generale delle singole regioni sta peggiorando e il numero di bambini in eccesso di peso è in continuo aumento. La Campania è in una situazione drammatica, ormai posizionata come fanalino di coda del Paese: 18 bambini su cento sono in sovrappeso e 21 obesi,si attesta invece la percentuale delle donne obese (ferma al 24%), mentre è aumentata il numero di maschi (dal 19 è passata al 25%). La fotografia nazionale, invece, identifica che 24 persone sono in sovrappeso e 12 obese. Un esercito di 138 mila piccoli in eccesso sulla bilancia. Dal 2000 a oggi, quindi in soli 10 anni, i dati non hanno fornito un complessivo segno di miglioramento.

Su tutto il territorio italiano 200 centri dietetici pubblici saranno a disposizione di quanti vorranno ricevere informazioni sulla cura e la prevenzione dell’obesità. Gli specialisti saranno pronti a fornire consigli sulle corrette modalità nutrizionali per perdere peso, informando sui rischi conseguenti all’obesità e soprattutto suggerendo i corretti stili di vita da adottare.

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Il mercurio negli alimenti

Il mercurio è un metallo pesante che a temperatura ambiente si presenta allo stato liquido ed è contraddistinto da un basso grado di tossicità; lo stesso però non può dirsi dei suoi vapori (se inalati), dei suoi sali inorganici solubili e, soprattutto, dei suoi derivati organici, quali il metilmercurio, i quali risultano invece altamente tossici e possono mettere seriamente in pericolo la salute dell’uomo.

Infatti, a causa della sua massiccia immissione ambientale da parte dell’uomo, il mercurio può contaminare alcuni cibi come i prodotti ittici, la selvaggina e i cereali coltivati su terreni inquinati. Mentre nella gran parte degli alimenti il mercurio è presente al di sotto dei limiti di rilevabilità strumentale, la maggior fonte di assunzione alimentare del metallo è rappresentata dal pesce pescato in mari contaminati, la cui assunzione prolungata può provocare disturbi a livello del sistema nervoso.

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Condimenti, il burro fa davvero male?

Il burro è uno degli alimenti base dell’alimentazione italiana, ovviamente molto più usato nelle regioni del Nord, dove l’olio extravergine d’oliva in passato esisteva solo in minima parte, che in quelle del Sud. Ci sono su questo condimento molte idee contrastanti: alcuni sostengono che vada totalmente eliminato perché molto grasso, altri invece sono convinti che protegga addirittura il cuore da malattie cardiovascolari. All’interno di un’alimentazione sana e variegata deve esserci un po’ di tutto: è ammesso quindi in piccole dosi, anche il burro. Lo devono evitare solo le persone con il colesterolo molto alto.

Non bisogna superare i 10/15 grammi al giorno. In questa quantità non ingrassa, ma anzi contiene numerose vitamine, come la A, E, D e K, e calcio che possono essere solo che benefici per la salute delle ossa. Se in frigo tenete, invece, un panetto di margarina pensando che sia meno grasso, commettete un classico errore. È un prodotto di origine vegetale, quindi più adatto in caso di colesterolo alto, ma a livello di calorie è parificato al burro.

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Dormire di più aiuta a dimagrire

La notizia in realtà non rappresenta una novità assoluta, ma sembra proprio che dormire aiuti a perdere peso. A rilanciare l’argomento, che già diversi anni fa fece scalpore, è uno studio dell’Università di Chicago pubblicato su Annals of Internal Medicine.

La ricerca ha visto il coinvolgimento di un gruppo di volontari sani; tutti erano sovrappeso e stavano seguendo una dieta dimagrante. In una prima fase, è stato permesso loro di dormire fino a otto ore e mezza con effetti a dir poco benefici sui loro propositi di dimagrimento: tutti hanno perso in media tre chili in due settimane e di questi circa la metà (1,4 kg) di massa grassa. Nella seconda fase, anch’essa della durata di due settimane, le ore di riposo notturno dei volontari sono state ridotte a cinque e mezzo. In questo modo gli studiosi statunitensi hanno rilevato che la riduzione delle ore di sonno era proporzionale alla riduzione di grassi: solo mezzo etto in due settimane.

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Dieta personalizzata con test delle urine

C’è un nuovo modo di perdere peso e probabilmente rivoluzionerà le diete.  Attraverso l’analisi dei sedimenti contenuti nell’urina è possibile determinare la dieta migliore. Il concetto ricorda un po’ il test del Dna, ma questo esame è molto più preciso e affidabile.  Una dieta perché dia i risultati sperati non deve essere mai troppo rigida, perché l’organismo reagisce a un nuovo regime alimentare modificando il metabolismo, gradualmente, nel tempo. Con il test delle urine, messo a punto dal centro di ricerca Cerifos di Milano, è possibile proprio tenere sotto controllo l’evoluzione di questo ciclo.

Il test analizza i cataboliti urinari, che sono quei sedimenti che possono dare indicazioni su che cosa l’organismo ha assimilato e cosa no. In particolare, il test individua quali macronutrienti (carboidrati, proteine, grassi) danno maggiori problemi durante la digestione. Questo permette al medico di studiare un’alimentazione mirata per il paziente, evitando tutte le potenziali intolleranze alimentari che contribuiscono a gonfiare.

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Prevenire l’influenza con l’alimentazione

Non c’è ancora l’allarme influenza, ma il classico malanno di stagione non dovrebbe tardare ad arrivare, tanto che si parla già di vaccinazione. Per difendersi dagli agenti patogeni ci sono diversi metodi, uno di questi è impostare un’alimentazione ricca di vitamine. Come? È molto semplice, facendo il pieno di vegetali verdi e rosso-arancioni. Potete quindi sbizzarrirvi in cucina con piatti a base di broccoli, carote, zucca, che oltre a contenere pochissime calorie, è anche fonte di ferro, agrumi e cerali integrali.

La dieta per proteggere dall’influenza deve prima di tutto tutelare le vie respiratorie. Quindi è fondamentale usare l’aglio, che è un eccellente battericida e virucida, oltre che un fluidificante.  Lo potete aggiungere a crudo nei vostri piatti giusto il tempo di insaporirli e poi levarlo. La cosa migliore sarebbe spremerlo, ma per evitare che sia pensante, questo metodo è più che sufficiente. Anche le cipolle hanno virtù antisettiche e antibiotiche e sono utili, mangiate crude in insalata, per combattere faringite, laringite e sinusite.

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Noci, utili per ridurre lo stress e combattere il colesterolo

I benefici della frutta secca sono noti da tempo e in particolare quelli delle noci, alimenti ricchi di antiossidanti, sali minerali e vitamine. Qualche tempo fa vi avevamo parlato dell’efficacia delle noci nel combattere la demenza senile, oggi torniamo ad illustravi le qualità delle noci avvalendoci dei risultati di due recenti studi, secondo i quali, le noci sarebbero utili per abbassare il colesterolo e per ridurre lo stress.

Secondo una ricerca condotta dalla Penn State University , che verrà pubblicata a breve sul “Journal of the American College of Nutrition”, mangiare nove noci al giorno aiuterebbe a ridurre gli effetti dello stress.

Lo studio è stato condotto con l’ausilio di 22 volontari adulti; ad un gruppo sono state date quotidianamente nove noci mentre all’altro no; dopo sei settimane, i medici hanno effettuato delle prove di resistenza allo stress e hanno verificato come coloro che avevano mangiato le noci fossero più in forma dal punto di vista del sistema nervoso.

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La sindrome metabolica

Sindrome metabolica, definizione

Più che una vera e propria patologia, la sindrome metabolica rappresenta una situazione clinica che include una serie di fattori di rischio e sintomi che si manifestano contemporaneamente nell’individuo e sono collegati al suo stile di vita e/o a patologie preesistenti. La sindrome espone ad un elevato rischio di insorgenza di patologie cardiovascolari, diabete e steatosi epatica, rischio che risulta ridotto solo da un drastico cambiamento delle proprie abitudini da parte di coloro che ne sono affetti.

Sindrome metabolica, le cause

La sindrome metabolica è particolarmente diffusa tra gli adulti fra i 50 e i 60 anni di età ma comincia ad interessare sempre più spesso anche i giovani a causa del dilagare dell’obesità infantile, dal momento che il fattore di rischio più importante per la sua insorgenza è senza dubbio il sovrappeso: l’eccesso di grasso corporeo, soprattutto addominale, causa infatti uno squilibrio nel metabolismo dei grassi e degli zuccheri tale da determinare un aumento dei livelli ematici di insulina (iperinsulinemia) che se non conduce direttamente al diabete concorre appunto all’instaurarsi della sindrome metabolica.

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Ricette light autunnali: la crema di zucchine

Tornate alla sera stanche da una giornata in ufficio, durante la quale vi siete concesse solo un panino consumato al bar? Bene, la sera, oltre alle energie psicofisiche, dovete far recuperare all’organismo anche i nutrienti che non ha potuto assumere durante la giornata. Ecco quindi, una ricetta leggera e veloce che può fare al caso vostro, ovvero la crema di zucchine.

Questa crema è un piatto nutriente, perché fornisce fibre e vitamine e, a meno di non aggiungerci il burro e di non accompagnarla con molto pane, è anche veramente leggera, infatti fornisce circa 80 calorie a porzione. Vediamo come realizzarla.

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Pausa pranzo, le regole per rispettare la dieta

Rispettare una dieta e non sgarrare è davvero complicato. Spesso, anche senza lasciarsi tentare da piatti gustosi o dalla gola, si è costretti a non seguire la tabella nutrizionale, magari perché si è impegnati in qualche pranzo di lavoro o a cena con amici. Esistono però dei consigli per evitare di vanificare gli sforzi fatti e proseguire nel proprio obiettivo: perdere peso. La prima cosa da fare è seguire con attenzione l’alimentazione fuori casa. È proprio lì che mettiamo più in crisi la nostra  linea.

La fretta e lo stress lavorativo sono pessimi consiglieri. Se abbiamo a disposizione 30 minuti di pausa pranzo per mangiare un boccone e rimetterci alla scrivania davanti al nostro pc, evitiamo di cadere nella scelta più semplice: il panino. Molto meglio un piatto di verdura cruda o cotta e della frutta. Questa regola si può rispettare anche all’interno di un fast food, dove vendono, oltre agli hamburger, tanti tipi di insalate: sono ottime quelle a base di pollo grigliato e rappresentano un piatto unico completo.

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La dieta dell’autunno

Per affrontare al meglio l’autunno che ormai è entrato nel vivo, non c’è niente di meglio di un’alimentazione sana ed equilibrata basata sulla frutta e verdura di stagione; è noto che ogni cambio di stagione, specie se il passaggio è dall’estate all’autunno, porta con sé malesseri, malumori, stanchezza e tutti gli altri disturbi stagionali come raffreddore e influenza; tutto ciò, quindi, rende indispensabile il potenziamento delle difese immunitarie del nostro organismo, meglio se tramite l’alimentazione.

La soluzione migliore per restare in linea e non farsi abbattere dalle giornate grigie e fredde è quella di puntare sui colori dei prodotti dell’autunno; pensate che solo i cibi estivi abbiano questa qualità? Vi sbagliate, perché in autunno c’è il rosso del melograno, il verde delle mere e delle pere, il viola dell’uva, l’arancio delle zucche e dei cachi, senza contare tutte le sfumature di marrone date dai funghi, dalle castagne e dalla frutta secca.

Inutile dire che un’alimentazione a base di questi cibi è molto utile anche per la salute dell’organismo, perché sono alimenti ricchi di vitamine, fibre e minerali indispensabili per il nostro benessere.

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Ipertensione e alimentazione

Secondo quanto dichiarato di recente dal dottor Bruno Trimarco, presidente della SIIA (Società Italiana dell’Ipertensione arteriosa) e ordinario di medicina interna all’Università degli Studi di Napoli Federico II, circa il 20% degli italiani soffre di ipertensione arteriosa e la metà di essi, nonostante sia perfettamente consapevole del proprio stato di salute, non segue le indicazioni degli specialisti sullo stile alimentare più adeguato per tenere a bada il disturbo ed evitare così di incorrere in accidenti cardiovascolari quali ictus e infarto.

Eppure, nei casi in cui, secondo il giudizio del medico, l’ipertensione primaria, ovvero non dipendente da malattie cardiovascolari o endocrine (caso in cui si parla di ipertensione secondaria) non ha ancora raggiunto livelli allarmanti, per scampare il pericolo basterebbe seguire la dieta giusta ed eliminare i fattori di rischio quali vita sedentaria, vizio del fumo e stress. La dieta può comunque giovare anche a coloro che sono affetti da ipertensione secondaria, coadiuvando l’azione dei farmaci anti ipertensivi.

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Dieta del Dna, in vendita il primo test “casalingo”

Attraverso il Dna si può stabilire una dieta personalizzata. È una teoria che da anni gli scienziati stanno studiando e finalmente sono giunti a un’applicazione pratica, che potrà cambiare la vita di molte persone.  La Inherent Health, un’azienda di biotecnologie statunitense,  ha messo sul mercato americano un test del Dna che costa circa 120 euro (160 dollari) ed è in grado di stabilire, dall’esame dei geni, il regime alimentare più adatto a una persona. Chi ha potuto già provare questo metodo ha perso tre volte più chili rispetto alla dieta mediterranea tradizionale.

Ma in cosa consiste il test? All’interno di un kit, che viene spedito a casa, si trova un tampone per il prelievo a digiuno (almeno due ore dopo i pasti e con denti ben lavati) della saliva, da lasciare asciugare per 15 minuti in posizione verticale per essere poi rimandato all’indirizzo della società.

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