Pane alla vitamina D contro l’osteoporosi

Per avere ossa forti bisogna assumere vitamina D. Purtroppo però stare sempre in casa o al chiuso, non esporsi mai al sole non aiuta di certo la salute del nostro scheletro. Nutrizionisti e biologi molecolari americani hanno pensato a un’originale soluzione: realizzare il primo pane “rinforzato” alla vitamina D, confezionato con un lievito che ne contiene di più. Il concetto è un po’ quello delle farine addizionate.

Gli esperti hanno lavorato sulla vitamina D2, che ha effetti benefici come la classica D nella dieta. Il motivo di questo studio ha trovato le sue fondamenta proprio durante le analisi, condotte da  Connie Weaver: 7 persone su 10, negli Usa, non hanno sufficienti livelli di vitamina D e quindi scorte adeguate per assorbire il calcio nelle ossa.

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La dieta flexitariana

Sui giornali e in televisione sempre più spesso si sente parlare di dieta flexitariana; forse vi sarete chiesti quale strana dieta possa celarsi dietro un nome così particolare, ebbene il mistero è risolto: la dieta flexitarian, o flexitariana è una dieta vegetariana elastica, nel senso che un paio di volte a settimana è consentito mangiare carne o pasce.

Certamente una dieta “vegetariana ma con elasticità” farà storcere il naso ai vegetariani convinti, per non dire ai vegani, eppure questo regime alimentare, nato negli Stati Uniti, sta facendo sempre più proseliti. La base di questa dieta è sempre la frutta e la verdura, pur non disdegnando bistecche e filetti di merluzzo, almeno ogni tanto.

Il punto di forza di questa dieta, ovviamente dal punto di vista alimentare, è che non si rischiano carenze nutritive; è una dieta ricca di vegetali e quindi utile per prevenire malattie come ipertensione, colesterolo alto, diabete e sovrappeso, oltre a regolare le funzioni dell’intestino grazie alle fibre.

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Tutti i cibi che fanno bene a cuore e colesterolo

Quali sono i cibi che fanno veramente bene al cuore? Spesso evitiamo alimenti o ne consumiamo altri convinti che sia una scelta salutare, così come beviamo tisane miracolose trascurando la frutta e la verdura. Tante scelte dietetiche sbagliate, convinti che siano un elisir di lunga vita. Questo accade perché l’informazione sta facendo “bombing” sui temi legati all’alimentazione, da un lato sensibilizzando sulla necessità di mangiare bene per conservare a lungo la salute, dall’altro passando notizie e consigli a volte poco contestualizzati o lasciati all’interpretazione del lettore.

Questa tendenza, secondo International Food Information Council Functional Foods/Foods for Health Consumer Trending Survey, ha fatto aumentare il timore di avere il colesterolo alto, l’ipertensione e di essere vittime di ictus. Sarà forse lo stress indotto dalla paura o dalla vita frenetica, ma sta diventando importante fare qualcosa. Iniziamo quindi a evidenziare quelli che sono i cibi importanti per la salute del cuore.

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La dieta Birmingham

La dieta Birmingham fa parte delle cosiddette “diete dei tre giorni”, ossia quegli schemi alimentari che vanno seguiti solo per tre giorni. La dieta Birmingham prevede, infatti,  solo tre giorni di dieta ma può essere anche ripetuta più volte in un mese a patto di essere intervallata ogni volta da quattro giorni di riposo.

Questa dieta è stata creata per far dimagrire velocemente i malati di cuore in sovrappeso, ma ben presto è stata adottata anche da chi non ha problemi di salute in particolare, in quanto permette di perdere diversi chili in poco tempo.

La dieta Birmingham deve la sua efficacia alla combinazione di alcuni alimenti, e per questo non è possibile scambiare i menù previsti per il pranzo e la cena. Le combinazioni di alimenti e nutrienti previste dalla dieta Birmingham sono: proteine e cereali a colazione e a pranzo, e vitamine e grassi a cena, ed hanno lo scopo di stimolare e attivare il metabolismo in modo da bruciare meglio i grassi in eccesso.

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Cereali integrali contro ipertensione e infiammazioni

Grano, avena e orzo per sperare di vivere più a lungo. L’alimentazione condiziona a tal punto la nostra salute da renderci più longevi. Non è un’informazione nuova, ma ogni giorni studi scientifici la confermano apportando qualche certezza in più. Secondo quanto emerge da una ricerca condotta dal National Institutes of Health-Aarp Diet and Health Study mangiare alimenti ricchi di fibre allunga la vita del 22% in più. Questo dato è stato elaborato esaminando la dieta di oltre 30 mila persona tra i 50 e i 71, cui è stato chiesto di raccontare il loro menù tipo.

È stato dimostrato che gli uomini e le donne che consumano circa 30 grammi di fibre al giorno hanno una speranza di vita superiore rispetto a chi ne mangia tra i 10 e i 12 grammi. Ovviamente le fibre devono provenire da alimenti di origine vegetali, come cereali integrali quali grano, avena e orzo.

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Trigliceridi, controllare i livelli per prevenire l’ictus

Una ricerca della Copenhagen University Hospital ha evidenziato come la misura dei grassi nel sangue potrebbe diventare una spia diagnostica per la prevenzione precoce dell’infarto cerebrale. Secondo gli esperti il rischio di ictus sale, quando si hanno livelli più alti di trigliceridi non a digiuno. Per giungere a tale conclusione sono stati esaminati i dati clinici di quasi 14 mila persone, monitorate per 33 anni.

Le raccomandazioni sanitarie puntano sempre il dito sul colesterolo come fattore chiave per prevenire l’ictus, evitando di prendere in considerazione il valore dei trigliceridi misurati dopo i pasti. Bene, i ricercatori hanno voluto mettere sotto la lente di ingrandimento un altro fattore di rischio.

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Cuocere il pesce per evitare allergie e disturbi gastrointestinali

Mangiare il pesce fa bene alla salute, questo è sicuramente indubbio, ma da quando è diventato di moda mangiarlo crudo sotto forma di sushi e sashimi, ha iniziato a destare qualche subbio. In realtà ad essere messo sotto accusa non è il pesce in sé bensì un parassita di nome Anisakis contenuto in diversi pesci, come sgombri, merluzzi e acciughe.

Le larve vive di questo parassita possono provocare problemi all’apparato gastrointestinale di diversa entità, ossia sotto forma di vomito, nausea e dolori addominali; per fortuna proteggersi è possibile.

Secondo uno studio condotto da alcuni ricercatori americani e pubblicato su “Clinical Infectious Diseases“, evitare di mangiare pesce e calamari crudi è il modo migliore per evitare malattie. Infatti, le larve di Anisakis muoiono se sottoposte per almeno un minuto ad una temperatura superiore a 60°C, mentre la sola affumicatura non basta ad eliminarle; se proprio volete consumare il pesce crudo, dovete prima congelarlo a -20°C per 24 ore oppure a -15°C per non meno di 96 ore.

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Carne rossa, non più di 500 gr la settimana

In Inghilterra è partita una nuova campagna per sensibilizzare i cittadini alla buona e corretta alimentazione e soprattutto per prevenire il tumore. Stavolta al centro della tematica è il consumo di carne rossa. Ne abbiamo discusso proprio giorni fa, parlando delle proteine di origine animale. La popolazione inglese sarà invitata a non mangiar più di 70 grammi di carne rossa al giorno. Il motivo? Superare i 500 grammi la settimana può contribuire alla formazione di tumori.

Mezzo chilo di carne rossa equivale a 5 hamburger e se ci pensate non sono poi così tanti, soprattutto per gli affezionati dei fast food. Tale quantità, secondo gli esperti, corrisponderebbe a circa tre fette di bacon al giorno, oppure una grossa bistecca, una braciola di maiale, due salsicce e una piccola porzione di manzo. Tutto ciò è ben documentato nello studio dello Scientific Advisory Committee on Nutrition.

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Frullati di mele contro le malattie del colon

“Una mela al giorno toglie il medico di torno”, un proverbio quanto mai veritiero che più volte, qui sulle pagine di Dietaland, vi abbiamo confermato illustrandovi le tante proprietà delle mele. Oggi torniamo a parlare dei benefici che offrono le mele all’organismo, soprattutto sotto forma di frullati.

Pare, infatti, che consumare frullati di mele sia utile per proteggere l’organismo dalle malattie del colon come la colite ulcerosa e il morbo di Crohn, una malattia infiammatoria che colpisce l’apparato digerente. Questo è quanto emerge da uno studio effettuato presso l’Università di Kaiserslautern in Germania e pubblicato sulla rivista “Molecular Nutrition & Food Research”, secondo il quale

i frullati di mela rendono la biodisponibilità di polifenoli nel colon maggiore rispetto a quella ottenibile con l’assunzione di succo di mela oppure di sidro.

L’aumento della biodisponibilità data dai polifenoli tramite i frullati di mele, indicherebbe che questi frullati hanno un più alto potenziale di prevenzione delle malattie croniche del colon rispetto ai normali succhi di frutta.

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Aspartame, la dose quotidiana che non fa male alla salute

L’aspartame fa davvero male? È una domanda che ci siamo fatti anche in passato, perché quando si nomina questo famoso dolcificante, non mancano le polemiche riguardanti la salute. Ora alcuni esperti hanno fatto il punto della situazione, analizzando i pro e i contro. Ovviamente non esiste un unico punto di vista, ma si è già arrivati a una posizione un po’ più chiara, soprattutto per chi decide di mettersi a dieta.

L’ EFSA di Parma, l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare ha condotto un interessante studio sul tema dei dolcificanti. Al termine dell’indagine, purtroppo non ci sono state buone notizie per l’aspartame.

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L’alimentazione contro il reflusso gastrico

Chi soffre di reflusso gastrico sa bene quanto può essere fastidiosa questa patologia, per fortuna, con un’alimentazione mirata si può attutire il problema. Innanzi tutto spieghiamo i termini: per reflusso gastrico si intende un reflusso nell’esofago del contenuto dello stomaco che si manifesta con sintomi piuttosto fastidiosi come il rigurgito, la pirosi, ossia una sensazione di bruciore allo sterno e, a volte, anche con la difficoltà a deglutire.

Per le persone che soffrono di reflusso gastrico, un’alimentazione con cibi specifici è il modo migliore per controllare il disturbo; oltre ai cibi, anche la quantità dei pasti ha la sua importanza, infatti, sarebbe meglio mangiare poco e più volte al giorno piuttosto che tre volte e in maniere abbondante.

Questo perché quantità più piccole di cibo fanno lavorare di meno lo stomaco con conseguente minore secrezione di acido per la digestione; anche mangiare piano e masticare lentamente è molto importante per evitare il reflusso, in quanto ingurgitare del cibo frettolosamente e senza masticarlo bene aumenta il tempo in cui esso rimane nello stomaco.

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Oli vegetali ad uso cosmetico

Qualche giorno fa vi abbiamo parlato degli oli vegetali utili come integratori alimentari, oggi, invece, vi illustreremo alcuni dei principali oli vegetali ad uso cosmetico. Come vi abbiamo spiegato precedentemente, gli oli vegetali sono quegli oli ricavati dalla spremitura a freddo dei semi di alcune piante e che contengono diversi principi attivi.

Oltre ad essere utili come integratori alimentari, alcuni di questi oli, invece, vengono utilizzati ad uso cosmetico, in quanto sono in grado di nutrire e proteggere la pelle, grazie al loro contenuto di antiossidanti naturali, non a caso questi oli sono ideali per i massaggi e per veicolare gli oli essenziali. Vediamo nel dettaglio alcuni tra i più noti oli vegetali ad uso cosmetico.

Gli oli vegetali ad uso cosmetico

Olio di albicocca. L’olio di albicocca è ottenuto dalla spremitura a freddo dei noccioli di Prunus armeniaca, ed è molto ricco di antiossidanti, acidi insaturi e di vitamina E; è un olio molto leggero, poco untuoso ed è indicato per prevenire le smagliature e le rughe.

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Lo stretching non previene danni muscolari

Allenarsi periodicamente è un ottimo modo per mantenersi in forma. Tra gli sport, più gettonati e salutari ci sono la corsa e il fitwalking. Molte persone prima di mettersi in pista fanno un po’ di stretching, convinte che faccia bene a muscoli e legamenti e che sia perfetto per diminuire i rischi di infortunio. Errore, non è così.

Secondo gli scienziati che hanno presentato il loro studio all’Annual Meeting of the American Academy of Orthopaedic Surgeons (AAOS), infatti, se abbiamo sempre fatto stretching prima di correre è bene continuare a farlo perché ormai i nostri muscoli sono abituati. Smettere di colpo, invece, potrebbe esporci agli infortuni. Al contrario, se non lo abbiamo mai fatto è invece un esercizio inutile.

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Semi di cacao, super-frutto antiossidante

Cerchiamo sempre di seguire un’alimentazione equilibrata evitando tutti quei cibi che possono attentare la linea.  Tra questi ovviamente c’è anche il cioccolato, per l’esattezza il cacao. Non è la prima volta però che sponsorizziamo le proprietà positive di questo dolcissimo alimento. C’è una novità: contiene più antiossidanti di tanti altri frutti. Lo studio è stato condotto dai ricercatori dell’Hershey Center for Health & Nutrition che, comparando le capacità nutrizionali diversi tipi di frutta e cacao grammo per grammo, hanno così stabilito la supremazia nutritiva dei semi di cacao.

Ovviamente polifenoli e flavanoli sono i protagonisti assoluti di questa ricerca. Riordiamo che i primi sono sono antiossidanti naturali presenti nelle piante e combattono i radicali liberi, mentre i secondi sono un tipo di fitonutrienti appartenenti al più ampio gruppo dei flavonoidi.

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Come mantenere i risultati della dieta

Dopo un periodo di dieta, magari impegnativa, ci sentiamo orgogliosi dei risultati raggiunti e dei chili persi grazie ai sacrifici alimentari che abbiamo fatto, e pensiamo di aver concluso la missione: niente di più sbagliato, il difficile infatti arriva proprio in questo momento, ovvero quando dovremo stare attenti a non riprendere tutti i chili persi durante la dieta.

Molto spesso, infatti, succede che dopo un periodo di dieta, vengano ripresi tutti i chili, se non addirittura di più, persi precedentemente; certo, questo non avviene da un giorno all’altro, ma con una progressione che, nel giro di qualche tempo, ci fa ritornare al punto di partenza. Questo provoca il cosiddetto effetto yo yo che, oltre ad essere deleterio per la nostra linea in termini di elasticità della pelle, fa male anche alla salute.

Per evitare di riprendere i chili persi con la dieta bisogna seguire un mantenimento, ossia un’alimentazione specifica e una serie di accorgimenti che eviteranno di vanificare i risultati raggiunti con la dieta.

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Proteine, quante porzioni di carne la settimana?

Il Generale Dieta ha raccolto le curiosità di molti di voi. Qualcuno si è chiesto quanta carne occorra mangiare durante la settimana. Proviamo a dare una risposta, ovviamente partendo dal concetto di proteine. Intanto, ricordiamoci che il consiglio generale è sempre quello di variare il più possibile la propria alimentazione, alternando carne, pesce, uova e legumi. Ovviamente, in questo menù devono esserci anche i latticini e i formaggi.

È bene non esagerare con la carne rossa: direi una volta la settimana e preferire invece durante gli altri pasti quella bianca o gli altri alimenti della categoria “proteine”. Ma cosa sono? Sono un gruppo di composti organici formati da sequenze di aminoacidi legate tra loro attraverso legami peptidici. Sono depositarie del codice genetico e tra le tante funzioni che svolgono nel nostro sangue, trasportano sostanze importanti come l’emoglobina e gli ormoni e intervengono anche nella coagulazione.

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Ricette light: verdure saltate al pomodoro

In tutte le diete ipocaloriche e dimagranti non manca mai l’indicazione di mangiare abbondanti porzioni di verdura, solo che, spesso, per la fretta o perché abbiamo dato fondo alle nostre ricette vegetariane, finiamo per accontentarci di un piatto di insalata mista, senza approfittare di tutte le delizie che ci offre l’orto.

Proprio per venirvi in soccorso in questa ricerca di ricette a base di verdure, oggi vi illustreremo un modo gustoso e leggero per preparare le verdure, naturalmente quelle di stagione; si tratta delle verdure saltate al pomodoro, un piatto composto da zucchine, patate e, naturalmente pomodoro, che prevede, come condimento, solo due cucchiai di olio d’oliva e aglio e prezzemolo per dare sapore.

Spesso, infatti, nella cottura saltata si rischia di usare troppi grassi per il fondo di cottura, ma non è così in questa ricetta, nella quale viene usato solo l’olio d’oliva; inoltre per evitare che le verdure si attacchino sul fondo e quindi si brucino, utilizzate una padella antiaderente.

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La dieta Gold Coast

La dieta Gold Coast

La dieta Gold Coast, più che di un regime dietetico vero e proprio è un insieme di indicazioni alimentari che possono essere seguite durante tutta la vita e che, oltre a perdere peso, aiutano a prevenire diverse patologie.

La dieta Gold Coast prende il nome della costa della Florida, lo stato americano nel quale vivono gli ideatori di questa dieta, ossia Andrew e Ivy Larson, i quali propongono uno stile di vita basato su programmi alimentari non eccessivamente rigidi e che non si basa sul calcolo ossessivo delle calorie; con questo sistema è possibile perdere peso e prevenire diverse malattie come l’obesità, l’osteoporosi, l’asma e l’artrite.

Che cos’è la dieta Gold Coast

Già nel giro di cinque settimane la dieta Gold Coast è in grado di garantire miglioramenti sia a livello di peso corporeo che su quello della salute, in quanto consiste nell’imparare delle sane abitudini alimentari che poi dovranno essere mantenute per tutta la vita.

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