Celiachia, individuati i tre peptidi responsabili

Sarebbero state individuate le tre molecole tossiche responsabili della celiachia, ovvero i peptidi del glutine che scatenano la reazione immunitaria nelle persone che ne sono affette; la scoperta, annunciata sulla rivista Science Translational Medicine, rappresenta un notevole passo avanti nella lotta contro questa malattia che potrebbe portare alla messa a punto di un vaccino contro di essa, la cui sperimentazione è già stata avviata.

La scoperta si deve all’equipe di Bob Anderson e di Jason Tye-Din del Walter and Eliza Hall Institute of Medical Research di Parkville, in Australia. Gli esperti hanno osservato un campione di 200 pazienti cui è stata somministrata una dieta a base di cereali per circa sei giorni; trascorso questo tempo sono state isolate, attraverso un prelievo di sangue, le cellule immunitarie responsabili della reazione al glutine (linfociti T) le quali sono state in seguito messe a contatto con 2.700 peptidi “sospetti”.

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Le diete drastiche conducono all’infertilità

Le diete drastiche possono portare all’infertilità. Questo almeno è quanto suffragato da una ricerca dell’Institute of Healthy Ageing dell’University College di Londra (GB) condotta dal team di Linda Partridge che ha osservato gli effetti della restrizione calorica sui moscerini della frutta. I risultati sono stati sorprendenti: una vita breve mangiando troppo e la ridotta fertilità, mangiando troppo poco, sono dovuti ad uno squilibrio negli aminoacidi.

Queste sostanze sono infatti estremamente importanti per la longevità e la fertilità (zuccheri, vitamine e lipidi hanno invece effetti scarsi o nulli). In particolare è la metionina ad offrire maggiori garanzie di longevità e senza avere alcun effetto nocivo sulla capacità riproduttiva degli organismi e, nonostante lo studio sia stato condotto sui moscerini della frutta, pare proprio che l’effetto di tale restrizione alimentare sia presente anche nei mammiferi e nell’uomo. E’ dunque il giusto bilanciamento di elementi nutrizionali ad offrire gli innegabili effetti positivi in termini di salute.

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Cibi industriali: abusarne può causare fastidi gastrointestinali

Vi è mai capitato di mangiare i cibi industriali e di sentire dei fastidi gastrointestinali? Secondo uno studio condotto recentemente, ciò potrebbe dipendere da alcune fibre che vengono aggiunte a questi preparati.

La ricerca è stata pubblicata sul Journal of the American Dietetic Association e ha analizzato soprattutto la presenza di inulina all’interno dei cibi industriali; l’inulina è un a fibra solubile che si trova naturalmente in molto cibi, ma che viene utilizzata anche come additivo nella preparazione di cibi confezionati. Proprio per il fatto che è così diffusa, un team di ricercatori americani ha deciso di studiare la tollerabilità di questa fibra nell’organismo e di stabilire le dosi consigliate per non incorrere in controindicazioni.

La ricerca è stata condotta con l’ausilio di un gruppo di ventisei volontari di età compresa tra i 18 e i 60 anni, che sono stati tenuti una notte a digiuno e poi fornito loro, una volta a settimana per cinque settimane, una colazione a base di taralli con crema di formaggio, succo d’arancia nel quale era stato aggiunto un integrazione di inulina o un placebo. In entrambi i casi, l’inulina ha favorito lo sviluppo di sintomi di disturbi gastrointestinali come gonfiore e flatulenza, e sulle basi di questi fastidi i medici hanno fissato i limiti di tollerabilità di questa fibra, ovvero dai 5 ai 10 grammi al giorno; superate queste dosi ci sono alte possibilità di sviluppare disturbi intestinali.

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Sindrome da deficit di attenzione e iperattività, individuato un legame con l’alimentazione

La Sindrome da deficit di attenzione e iperattività sarebbe legata ad un’alimentazione ricca di cibi grassi e trasformati e povera di frutta e verdura. A sostenerlo è uno studio dell’australiano Telethon Institute for Child Health Research di Perth, pubblicato sulla rivista Journal of Attention Disorders, che ha preso in esame un campione di 1.800 ragazzi analizzandone le preferenze in fatto di alimentazione e dividendoli, di conseguenza, in due gruppi: ”consumatori sani” e ”consumatori modello occidentale”.

Focalizzando in seguito la loro attenzione su 115 adolescenti (91 ragazzi e 24 ragazze) ai quali era stato diagnosticato il disturbo all’età di 14 anni, i ricercatori hanno rilevato che i loro pasti erano composti soprattutto da pietanze grasse, cibi fritti, insaccati, carni rosse e latticini. Il consumo abituale di cibo spazzatura sarebbe quindi associato a un rischio più che raddoppiato di incorrere nella Sindrome.

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La dieta a base di insetti: la nuova frontiera alimentare secondo la scienza

Che la notizia fosse destinata a fare il giro del mondo era prevedibile e soprattutto inevitabile perché, nonostante il monito venga dalla scienza, pare assumere i toni di una provocazione; l’assunto in questione è il risultato di una ricerca di un entomologo belga che sostiene che una dieta a base di insetti sarà l’alimentazione del futuro, in quanto consentirà di sfamare la popolazione mondiale in modo naturale e di combattere l’inquinamento ambientale.

Questa discussa considerazione arriva da una ricerca condotta dal dottor Arnold Van Huis, entomologo dell’Università di Waningen, in Belgio, e presentata alle Nazioni Unite. L’idea del dottor Van Huis si basa sul fatto che nel mondo la popolazione cresce ogni giorno di più e che, quindi, aumenta anche il fabbisogno alimentare, soprattutto di carne.

Ecco come spiega questo fenomeno il dottor Van Huis:

C’è una crisi della carne: la popolazione mondiale crescerà da 6 a 9 miliardi entro il 2050 e sappiamo anche che il consumo di carne è aumentato drasticamente: 20 anni fa la media era 20 kg ora è di 50 e sarà 80 nei prossimi 2 anni. Se continuerà davvero in questo modo, avremo bisogno di un altro pianeta.

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Farina di palma per fare il pieno di fibre

Dalla scienza arriva una nuova scoperta molto interessante: da un tipo di palma tropicale, la King Palm è possibile ricavare una farina che è talmente ricca di fibre da contenerne addirittura più del frumento, della segale e di altri cereali; ma non solo, questa palma contiene anche molti sali minerali, antiossidanti, e acidi grassi essenziali.

La scoperta arriva da un equipe di ricercatori della Federal University of Santa Catarina, in Brasile, e condotta dalla dottoressa Renata Amboni, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista “Bioresource Technology”; dalle analisi è emerso che circa 10 g. della farina di questa palma rappresenta il 28% del fabbisogno giornaliero di fibra raccomandato.

In Brasile, il cuore della King Palm viene utilizzata per preparare diversi prodotti, ma la farina che si può ottenere dalle foglie è considerata solo un prodotto di scarto poco apprezzato; questa abitudine può rivelarsi molto importante in quanto sarebbe possibile ottenere un prodotto dietetico e salutare a prezzi contenuti, essendo il materiale considerato di scarto.

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Combatti l’obesità con la dieta cinese

L‘obesità combattuta con la Medicina Tradizionale Cinese (MTC), un’arma che si sta rivelando assai efficace. Naturalmente niente rimedi fai-da-te, ma una dieta prescritta e seguita da medici preparati. L’Istituto Paracelso si occupa da 40 anni di MTC, e ha messo a punto un metodo un metodo terapeutico fondato sulla dietologia cinese tradizionale utile per affrontare l’obesità e la sindrome metabolica.  Il metodo di considerare l’obeso nella MTC è molto diverso da quello della medicina occidentale; i cinesi vedono infatti l’obeso come una persona paradossalmente sottonutrita, indebolita per una carenza nel processo di assimilazione degli apporti nutritivi. Una condizione che lo costringe ad assumere sempre maggiori quantità di cibo che producono maggiori scorie.

La situazione determina uno squilibrio metabolico e un’inefficiente eliminazione delle scorie che si accumulano sotto forma di grasso. Spiega il dott. Aldo Liguori, direttore dell’Istituto Paracelso,

“Come Istituto utilizziamo questa dieta da almeno 15 anni, oggi diversi studi confermano che la dieta della MTC, rispetto alle nostre tradizionali diete, ha un’azione tonica e antidepressiva. Inoltre è importante sottolineare che nella dieta cinese la massa muscolare rimane inalterata, e si combatte linsulino-resistenza tipica degli obesi. Il paziente si sente sostenuto, pur perdendo peso e senza avvertire senso di fame. E vedendo i risultati, è anche motivato a proseguire.”

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Ricette light: verdure saltate nel wok

Tempo fa vi abbiamo parlato del wok, la speciale padella di origine orientale molto utilizzata nella cucina asiatica che può, a pieno titolo, essere considerata un sistema di cottura leggero. Se avete in casa il wok e cercate un contorno light e sfizioso da preparare durante le giornate calde, questa ricetta di verdure saltate sul wok è quello che fa per voi.

La padella wok è considerato un metodo di cottura leggero in quanto è possibile utilizzarlo per preparare cibi in modo veloce e senza aggiungere condimenti, in modo da far rimanere gli alimenti croccanti senza perdere i nutrienti contenuti in essi, come, nel caso delle verdure, la vitamina C; a proposito degli ingredienti usati per questa ricetta, è da segnalare che tutti contengono una buona percentuale di potassio, utile per affrontare il dispendio di sali minerali causati dal caldo della stagione estiva.

Una porzione di verdure saltate nel wok contiene all’incirca 150 calorie; se volete farla diventare un pranzo completo ma leggero aggiungetevi 100 g. di pollo ai ferri, oppure 80 g. di tofu, 60 g. di pane integrale e una porzione di frutta.  

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Attenzione alle diete troppo facili

Quando ricomincia la corsa al mare, le proposte folli di chi è interessato a guadagnare sull’obesità diventano esca particolarmente ghiotta e pericolosa. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha formulato poche regole che dovrebbero servire a smascherare mistificatori e commercianti dell’industria dietetica. Un mercato ricchissimo, dove non è facile intervenire neppure per Ordini dei Medici. La tipologia del messaggio adescatore, perdita di peso facile, senza sforzi; l’uso di termini come miracoloso, esclusivo, unico, fotografie di prima e dopo, dichiarazioni di clienti soddisfatti, dispositivi come saune, stimolatori passivi.

Nessuna presenza di veri specialisti con relativo curriculum. Il tipo di programma prevede in genere diete inferiori alle 1000 calorie, accompagnate da farmaci non registrati dal Ministero della Salute; orientamenti mistici o fantasiosi, riferimenti a proprietà particolari di alimenti o ingredienti, a combinazioni di cibi, a problemi allergici o di incompatibilità; metodi per reperire i prodotti, vendita per catene di liberi venditori, per posta, tramite Internet.

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La dieta del pomodoro

Che il pomodoro sia una verdura salutare è risaputo, come del resto che è altamente indicato per le diete ipocaloriche in quanto apporta solo 19 calorie ogni 100 grammi; inoltre, essendo ricco di acqua e vitamine è particolarmente indicato d’estate quando la necessità di reintegrare liquidi si fa impellente.

Il colore rosso del pomodoro è dovuto al betacarotene, una sostanza che ormai è nota a tutti in quanto amica della pelle e dell’abbronzatura, e al licopene, anch’esso utile per contrastare l’invecchiamento della pelle. Generalmente siamo abituati a consumare il pomodoro crudo in insalata ma, secondo gli esperti, andrebbe mangiato cotto per assimilare al meglio i suoi nutrienti benefici.

Tra le vitamine che il pomodoro fornisce è sicuramente da segnalare la vitamina C, innanzi tutto perché ne contiene molta, ben 25 mg ogni 100 grammi e poi perché è tra le più benefiche per il nostro organismo; tra i sali minerali, quello di cui il pomodoro è più ricco è il potassio: basti pensare che ne fornisce 297 mg per 100 grammi; il potassio è molto utile per contrastare la ritenzione idrica e per combattere la disidratazione estiva.

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Il tè Kombucha fa bene oppure no?

Se vi interessate di antichi rimedi della medicina cinese, avrete sicuramente sentito parlare del tè Kombucha, un tè di origine orientale, soprannominato “tè dei miracoli” in quanto sarebbe in grado di portare notevoli vantaggi alla cura di diverse malattie.

In poche parole, il Kombucha è una bevanda fermentata a base di tè e di una coltura di lieviti e batteri; il preparato Kombucha va fatto sciogliere in una soluzione di tè verde o nero con lo zucchero, fatto bollire, filtrato, e, infine, fatto riposare per quindici giorni prima di bere.

Un po’ di storia: la bevanda risale al 250 a. C., quando iniziò ad essere usata dalla dinastia cinese Qin come elisir di lunga vita; grande popolarità del tè Kombucha si ha nella Russia degli inizi del Novecento, anche se in Oriente non ha mai smesso di essere consumato; adesso, grazie all’interesse degli occidentali per le medicine orientali, ha iniziato a diffondersi anche da noi.

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La vitamina C aiuta a combattere il cancro

Il dibattito sull’utilità delle vitamine nella prevenzione e nella cura del cancro è da sempre acceso. Un giorno si dice che servono, un altro che non servono, e spesso la confusione regna sovrana. Ma un nuovo studio, oggi, afferma che la vitamina C ha significativi effetti sul cancro. Nuovo avvocato di questa vitamina è la dott.ssa Margreet Vissers, docente presso l’Università di Otago e membro del Free Radical Research Group, in Nuova Zelanda.

Secondo la dott.ssa Vissers, infatti, vi è la prova significativa di un reale collegamento tra la vitamina C e la crescita tumorale. Come ha affermato la dott.ssa Vissers durante la sua intervista per la rivista scientifica Cancer Research,

“I risultati di questo studio offrono una promessa d’intervento nella lotta contro il cancro sia a livello di prevenzione che a livello di cura”.

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Il limone: ecco le proprietà di questo succoso frutto

Se ad ognuno di noi venisse chiesto qual è il frutto simbolo del Mediterraneo, sono sicura che tutti risponderemmo il limone; in estate, poi, si presta benissimo a rappresentare la stagione più solare dell’anno, grazie al suo colore giallo intenso, al profumo deciso e al sapore particolare. In cucina il limone può essere utilizzato in diversi modi: per marinare la carne e il pesce, per preparare salse ed arricchire i dolci, come ingrediente di liquori, uno per tutti il limoncello, e per fabbricare gelati e sorbetti.

Il limone non è solo buono, è anche salutare in quando contiene molti elementi nutritivi benefici; innanzi tutto è ricco di vitamina C, contiene pochissime calorie, solo 20 ogni cento grammi, e ancor meno zuccheri, il che lo rende perfetto per essere consumato da coloro che sono a dieta, tanto che ne è stata creata una ad hoc, ovvero la dieta del limone.

Secondo diversi studiosi, anche la buccia contiene sostanze antiossidanti, alle quali devono aggiungersi le notevoli quantità di acido nitrico; proprio queste qualità, fanno sì che il limone possa essere considerato un battericida naturale, oltre che un ottimo diuretico e disintossicante, perfetto per chi soffre di calcoli urinari; inoltre, aiuta ad abbassare la presenza di zuccheri nel sangue e a migliorare l’elasticità delle arterie.

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La dieta gialla

Ormai l’estate è entrata nel vivo e se non siete giù partiti per le vacanze avrete sicuramente già trascorso qualche week end al mare; tuttavia, se la vostra pelle fatica ad acquistare un colorito dorato e uniforme, introducete nell’alimentazione dei cibi di colore giallo e arancione, che oltre, ad aiutarvi a restare in linea, vi aiuteranno ad avere una tintarella perfetta.

Tra i cibi che compongono i menù della dieta gialla ci sono le carote, il mango, le albicocche, le pesche e il melone, tutti alimenti ricchi di betacarotene, una sostanza che poi all’interno dell’organismo si converte in vitamina A, e che ci protegge dall’azione dei raggi solari, prendendo da essi solo il meglio per la nostra pelle.

Inoltre questi alimenti sono quelli ideali da consumare in estate perché sono freschi e genuini, dissetano e reintegrano l’organismo dei sali minerali perso con il sudore, e grazie al loro apporto di fibre, regolano anche la salute dell’intestino.

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Cibi da fast food più sani con le alghe marine

Le alghe rovinano le vacanze al mare? In certi casi, in effetti, possono rendere dura la vita dei bagnanti, ma la novità è che proprio le alghe marine possono rendere i cibi grassi e ipercalorici più sani e favorire la perdita di peso. Sono gli scienziati dell’University of Newcastle a suggerire di aggiungere alla farina per la produzione di pane, biscotti e grissini, le fibre estratte dalle alghe marine.

E per constatare se le fibre estratte dalle alghe marine potessero essere efficaci nella lotta all’obesità, hanno condotto uno studio utilizzando una particolare alga di origine norvegese, cresciuta nel Circolo Polare Artico, che si chiama Fucus Vesiculosus. È un’alga ricca dell’alginato, una sostanza che è nota per l’azione sulle funzioni digestive e nel controllo dell’acidità gastrica.

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Le uova delle galline libere sono più nutrienti

Quella di tenere le galline libere e di non allevarle in batteria è una delle mie più ferme convinzioni personali, in quanto non è giusto far soffrire inutilmente questi poveri animali e lasciarli sopravvivere in condizioni di assoluto disagio; ora, poi, è giunta una notizia che dà una nuova spinta a questa convinzione, ovvero che le uova delle galline allevate in libertà sono più nutrienti di quelle prodotte dalle galline tenute in batteria.

Questo è il risultato, in breve, di uno studio condotto dall’Università Statale della Pennsylvania condotto dalla professoressa Heather Karsten e pubblicata su PhysOrg.com. I ricercatori hanno osservato 125 galline divise in due gruppi, 75 di esse hanno potuto vivere a terra e nutrirsi di vari tipi di erba, come il trifoglio e l’erba medica, le restanti 50 galline, invece, sono state allevate in batterie e nutrite con mangimi industriali. 

Alla fine delle sei settimane di esperimento, sono state confrontate le uova prodotte dai due gruppi di galline, ed è emerso che quelle prodotte dalle galline libere fossero più ricche di nutrienti rispetto a quelle degli animali allevati in batteria.

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Water trekking, ovvero camminare sull’acqua

In estate fare trekking è più semplice: si sta di più all’aria aperta e la voglia di muoversi è maggiore; ma avete mai pensato di fare trekking sull’acqua? Impossibile? No, è il principio del Water trekking, una nuova disciplina lanciata durante l’ultima edizione del Riminiwellness e al Festival del Fitness di Roma.

Il Water trekking è un tipo di fitness acquatico che unisce i benefici dell’acqua a quelli di una camminata in montagna e si svolge grazie a degli speciali tapis roulant che funzionano solo con la camminata e non sono automatici; inoltre, a differenza dei classici tappeti, questi utilizzanti in acqua sono inclinati in modo da simulare la pendenza dei sentieri di montagna.

Gli esercizi vengono effettuati con l’acqua della piscina che arriva fino al petto, in quanto il peso corporeo è ridotto del 50% e non grava né sulla colonna vertebrale né sulle articolazioni, riducendo al minimo il rischio di traumi. Il Water trekking si effettua con diverse andature, proprio come avviene nel trekking tradizionale, e anche il ritmo cambia nel corso della lezione.

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Adolescenti obesi a rischio di artrite psoriasica

Chi già soffre di psoriasi e obesità spesso conduce una vita  poco piacevole a causa dei disagi e dei giudizi altrui. Ma le premesse per una vita migliore non sembrano affatto buone, anzi, a peggiorare la gravità della situazione, è uno studio, condotto dal dott. Razieh Soltani-Arabshahi, dell’University of Utah School of Medicine, a Salt Lake City, il quale afferma che le persone obese affette da psoriasi in giovane età hanno un elevato rischio di contrarre anche l’artrite psoriasica, una malattia reumatica infiammatoria che si manifesta nei soggetti affetti da psoriasi tra i 20 e 50 anni di età.

Le parti colpite sono soprattutto le ginocchia, tuttavia, con il passare del tempo possono essere coinvolte sempre più articolazioni. Il rischio sarebbe collegato all’indice di massa corporea, il BMI, e sarebbe predittivo di questa’altra forma di malattia reumatica infiammatoria che, a quanto pare, sembra più elevata nei soggetti di sesso femminile. Secondo i ricercatori, quindi, sarebbero gli obesi già compromessi a causa del peso ad avere la peggio.

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