Alimentazione, la metà dei bambini italiani è a dieta

Purtroppo i nostri bambini tendono a essere un po’ troppo in sovrappeso e quasi sempre la colpa è di un’alimentazione non tanto curata e di uno stile di vita decisamente poco sano. A dirlo è l’indagine conoscitiva sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia realizzata da Eurispes e Telefono Azzurro.

il 53,9% dei bambini intervistati afferma, infatti, di non seguire una particolare dieta alimentare, il 15,3% degli stessi dichiara, al contrario, di dover seguire un particolare regime alimentare, su parere del medico, a causa di motivi di sovrappeso. Questa è una cosa importante, perché significa che i genitori stanno cercando di porre rimedio al problema chi di troppo.

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Sindrome da panettone, il decalogo per godersi il cenone di Natale

È partito il conto alla rovescia. Tra una settimana è Natale e in questi sette giorni sono molte le persone che dovranno fare i conti con cena aziendali, tra amici e con alcuni parenti per gli auguri. E la linea? Se avete seguito i nostri consigli, dovreste arrivare all’Epifania senza problemi. State comunque molto attenti, non fatevi prendere la mano perché tra dolci e abbuffate potreste mettere a dura prova il vostro intestino.

Proprio così. Gli esperti parlano di sindrome da panettone. Il nome fa sorridere ma le conseguenze non tanto. Per questo motivo è stato stilato un decalogo per affrontare le feste con un po’ di rigore, godendoci le prelibatezze, ma stando attenti alla salute perché il chiletto in più si può smaltire, ma un intestino impigrito è difficile da rimettere in moto.

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Come congelare i cibi

Durante la settimana gli impegni di lavoro spesso costituiscono un ostacolo nei confronti di una alimentazione sana ed equilibrata, infatti, non sempre è possibile fare la spesa o cucinare al rientro dall’ufficio. Come conciliare quindi lavoro e cucina sana? Un buon metodo potrebbe essere quello di comprare cibi surgelati o fare una congelazione casalinga. I normali freezer di casa non permettono naturalmente, per via della loro potenza, di surgelare i cibi, tuttavia con alcuni piccoli accorgimenti potrete creare anche voi una piccola scorta in casa. Per poter fare una corretta congelazione dei cibi dobbiamo seguire alcune piccole regole.

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Per dimagrire ci vuole fantasia

Abbiamo sempre pensato che per resistere alla tentazione di mangiare cibi dolci ed ipercalorici fosse necessario distogliere l’attenzione dalla loro vista o distrarci facendo una bella passeggiata. Be’ stando ai risultati di uno studio condotto presso la statunitense Carnegie Mellon University (Pittsburgh) non è così, anzi è vero il contrario: immaginare di mangiare aiuta a sentirsi sazi e quindi ad assumere minori quantità di cibo quando si è chiamati a farlo relamente.

L’indagine, i cui risultati sono stati pubblicati su Science, è stata svolta su un gruppo di volontari ulteriormente suddiviso in tre sottogruppi: uno doveva immaginare di inserire 33 volte una monetina in una lavatrice a gettoni, l’altro di inserire la monetina trenta volte e quindi mangiare tre cioccolatini, l’ultimo di mangiare 33 noccioline contemplando allo stesso tempo un’immagine che ritraeva proprio questo alimento.

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Osteoporosi: Alimenti che fanno bene alle ossa

Nel corso degli anni le nostre ossa subiscono un indebolimento generale le cui cause sono rintracciabili in diversi fattori: carenza di alcune sostanze, invecchiamento dei tessuti, ecc. Alcune sostanze, contenute in alcuni cibi e bevande, possono aiutare a combattere l’indebolimento delle ossa. Tra queste abbiamo senza dubbio il calcio, il fosforo, magnesio e sodio, elementi minerali di estrema importanza per il benessere del corpo.  

E’ opinione comune che per rendere le ossa più forti è necessario consumare il latte e i suoi derivati. Questo è sicuramente vero ma parziale, poichè anche altri alimenti contribuiscono al benessere delle nostra ossa. Rispetto al calcio, è possibile garantire la giusta quantità al nostro organismo attraverso l’assunzione di alcuni cibi quali latte, formaggi, carote, finocchi, ravanelli, radicchio verde, arance, uva e fichi.

La frutta e la verdura agiscono inoltre come potenti antiossidanti in grado di proteggere il collagene dall’ossidazione. Altri cibi svolgono un’azione protettiva del collagene perchè contengono aminoacidi costitutivi del collagene, prolina e glicina. Questi aminoacidi si trovano principalmente in pane e formaggio. Inoltre il magnesio, altro costituente importante delle nostra ossa lo possiamo rintracciare nella frutta secca che, sebbene ipercalorica, non dovrebbe mancare in un’alimentazione sana ed equilibrata.

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Cinque Tibetani: raggiungere il benessere del corpo

Nel corso della storia, la ricerca della giovinezza ha da sempre affascinato popoli e culture differenti tra loro; miti e leggende si sono susseguite in un inestricabile lotta per combattere l’avanzare del tempo che, già a partire dalla pubertà, mostra i suoi segni nell’organismo. Esistono varie strategie che prevedono non solo alimenti che aiutano a ridurre i segni dell’invecchiamento, ma anche tecniche ed esercizi per il benessere del corpo.  Tra questi esercizi ritroviamo un interessante metodo rituale che prende il nome di Cinque Tibetani.

Cosa sono i Cinque Tibetani?

I Cinque Tibetani sono esercizi di yoga che agiscono sui centri energetici del nostro corpo e favoriscono processi di consapevolezza mentale e corporea. Secondo la filosofia orientale il corpo umano sarebbe circondato da un’Aurea che lo circonda e lo avvolge completamente. Nel corpo umano è possibile individuare 7 vortici energetici (Chakra) che, trovando corrispondenza con le sette ghiandole endocrine, donano alla persona stati di benessere fisico e mentale. Quando i vortici girano bene e in armonia, il corpo vive uno stato di salute mentre quando uno o più vortici rallentano si attiva il processo di deterioramento corporeo. Gli esercizi Tibetani sono in grado di riavviare il normale movimento rotatorio di questi centri energetici.

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I sintomi dell’Anoressia

L’Anoressia è un disturbo del comportamento alimentare che ha una forte prevalenza nella fascia di età che va dai 14 anni ai 18 anni. Negli ultimi anni è stato riscontrato tale disturbo anche nei bambini e negli under 40. La persona, nel corso del tempo, tende ad assumere quantità sempre più basse di cibo (dapprima avviene l’eliminazione dei cibi ipercalorici e poi la selezione si estende a tutti i cibi).

Il calo di peso è sempre più consistente fino ad arrivare ad un calo di peso sempre più consistente (indice di massa corporea minore o uguale a 17,5 Kg/m²). Ci sono almeno due tipi di anoressia: 

  • Anoressia con restrizioni: la persona tende a perdere peso attraverso il digiuno o con un’attività fisica frequente ed eccessiva.
  • Anoressia con Abbuffate e condotte eliminatorie: la persona mangia regolarmente (le abbuffate possono essere episodiche o assenti) e presenta la tendenza ad indursi il vomito e/o utilizzare molti lassativi, diuretici, ecc. al fine di ottenere una diminuzione di peso sempre più. La continua persistenza di questi comportamenti dannosi può portare ad uno spostamento verso la bulimia.

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La dieta danese per prevenire l’obesità

E’ stata battezzata dieta danese ma in realtà non ha nulla a che vedere con la cucina tipica del piccolo regno affacciato sul mar Baltico; il programma alimentare di cui stiamo per parlarvi deve infatti questo appellativo al fatto di essere stata “messa a punto” presso la Faculty of Life Sciences dell’Università di Copenaghen da un gruppo di ricercatori il cui obiettivo era quello di individuare il corretto equilibrio tra apporto proteico e fattore glicemico al fine di prevenire l’obesità.

Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sul New England Journal of Medecine, è stato condotto in collaborazione con altri otto centri di ricerca europei ed ha visto coinvolto un campione di 772 famiglie in tutti i paesi dell’Unione i cui membri erano in sovrappeso. Tutti hanno seguito il regime dietetico indicato per otto settimane conseguendo un dimagrimento di circa 11 chili.

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Lo stoccafisso fa bene alla linea e all’amore

Lo stoccafisso è buono in molti modi diversi: in umido alla genovese, soffritto, bianco con le olive e pure fritto.  A differenza del baccalà, è povero di sale e può essere mangiato anche da chi soffre di ipertensione o sta seguendo una dieta iposodica, magari per aiutare la circolazione o per sconfiggere la cellulite. Altro non è che merluzzo che viene conservato a basse temperature per circa tre mesi e al chiuso: questa tecnica permette di mantenere inalterate le proprietà del pesce, ricco di numerosi minerali necessari all’organismo come ferro, potassio, fosforo e iodio.

Questa caratteristica lo rende perfetto per chi è attento alla linea, perché contiene pochissimi calorie e grassi: 1 grammo ogni 100 di stoccafisso messo in ammollo in acqua. Tenete conto che lo potete tranquillamente paragonare a una fettina di pollo alla griglia. Ma c’è molto di più. È perfetto per i bambini. Lo so che l’odore forte e l’aspetto lo rendono poco invitante, ma una volta cucinato se ne dimenticheranno completamente.  Se poi è abbinato a delle verdure (per esempio le patate o i pomodori) avrà un sapore più dolce e morbido.

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I chili di troppo migliorano l’olfatto

C’è poco da fare, i chili di troppo non aiutano la linea. C’è però una magra consolazione: le persone in sovrappeso sviluppano un naso sopraffino. A sostenere questa teoria è uno studio della University of Portsmouth (Gb) che dimostra infatti che le persone obese hanno un ‘naso’ particolarmente raffinato e percepiscono molto più nettamente gli odori che provengono dagli alimenti. Ed ecco spiegato perché, spesso, fanno fatica a dimagrire.

Il loro ‘super-olfatto’ li costringe a godere più di altri dei profumi della cucina, captando facilmente nell’aria l’aroma di un pollo arrosto o di una torta al cioccolato. Cosa che rende assai più difficile togliersi dalla mente il desiderio dei piaceri del palato. E forse è anche per questo motivo che molto difficile che le persone brave ai fornelli siano anche snelle.

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L’olio d’oliva protegge da danni epatici

L’olio d’oliva è sicuramente uno degli alimenti che meglio rappresenta la dieta mediterranea, ultimamente al centro di molti dibattiti perché identificata come regime alimentare perfetto per tutelare la salute dai rischi dell’obesità. Dell’olio sappiamo tante cose, prima di tutto che è antiossidante e che previene il tumore.  La novità però è che è in grado di ridurre anche i danni al fegato. Questo è quanto ha scoperto un gruppo di ricercatori dell’University of Monastir (Tunisia) e della King Saud University di Riyadh (Arabia Saudita) guidati Mohamed Hammami.

La ricerca è stata svolta su 180 topolini a cui era stata indotta epatotossicità tramite la somministrazione di alcuni erbicidi moderatamente tossici. Le cavie sono state prima divise in 8 gruppi e poi esposti a un erbicida tossico, provocando danni epatici significativi in tutti gli esemplari.

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La dieta del ghiaccio

L’immancabile battage pubblicitario la saluta e promuove come dieta del ghiaccio ma in realtà non è di una dieta che si tratta quanto piuttosto dell’ultima trovata proveniente da oltreoceano in fatto di integratori dimagranti; è infatti da poco in commercio negli Stati Uniti un integratore a base di Hoodia gordonii: Hoodia ice cubes. Come ci suggerisce il nome si tratta di cubetti di ghiaccio composti da acqua ed estratti di Hoodia gordonii uno solo dei quali, assunto una volta al giorno, basterebbe per spezzare la fame e indurci a dire basta a fuori pasto e a pranzi troppo lauti.

Ma facciamo un passo indietro: Hoodia gordonii è un cactus della famiglia delle Asclepiadaceae coltivato, a quanto sembra, dai boscimani del sud Africa i quali ne utilizzano il fusto per inibire la fame durante le lughe marce nel deserto. Il principio attivo della Hoodia è stato scoperto piuttosto di recente (nel 1996): si tratta di una molecola, denominata P57, la quale invia al cervello un segale di sazietà; questo però avviene non appena l’introito calorico supera una certa soglia stimata intorno alle 2200 calorie (per ogni pasto).

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Padri grassi, figlie diabetiche

Una dieta paterna troppo ricca di grassi espone le figlie al rischio di diventare diabetiche. A dimostrarlo è uno studio condotto presso la University of New South Wales (in Australia) i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature. Lo studio, coordinato dalla dottoressa Margaret J.Morris, si è svolto su un campione di cavie da laboratorio le quali sono state suddivise in due gruppi: ad uno sono stati somministrati cibi ad alto contenuto di grassi mentre il secondo, il gruppo di controllo, seguiva un’alimentazione normale.

Com’è facile immaginare i topi del primo gruppo sono aumentati di peso ed hanno cominciato a mostrare i primi segni del diabete. Quello che ha sorpreso i ricercatori è stato scoprire che gli esemplari femmine generati da maschi in sovrappeso erano più propense a sviluppare il diabete anche se normopeso rispetto a quelle nate da maschi non obesi. Le loro cellule pancreatiche, responsabili della secrezione di insulina, si comportavano infatti in modo anomalo e circa 600 dei loro geni mostravano alterazioni.

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Potassio, antipertensivo naturale

Aumentare il consumo di potassio potrebbe avere sulla pressione arteriosa gli stessi effetti benefici della riduzione del sale. A sostenerlo è un gruppo di ricercatori dell’Università di Wageningen, in Germania, coordinati dalla dottoressa Linda van Mierlo, in base a uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Archives of Internel Medicine. Gli studiosi tedeschi hanno monitorato il consumo di potassio in 21 paesi tra cui Cina, Nuova Zelanda e Olanda stimandolo tra 1.7 e 3.7 grammi al giorno, mentre la razione giornaliera raccomandata è di 4.7 grammi al giorno.

Se il consumo di potassio aumentasse fino al livello consigliato-afferma la van Mierlo-la pressione sistolica dei cittadini di questi paesi calerebbe con un effetto paragonabile alla riduzione di quattro grammi al giorno di sale. Il bilancio fra introito di potassio e introito di sale è infatti basilare nel controllo dell’ipertensione.

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Obesità, il periodo critico è dopo l’adolescenza

Secondo uno studio condotto in Australia il periodo di vita più critico per l’insorgenza dell’obesità è rappresentato dal passaggio dall’adolescenza alla prima età adulta. E’ in questa fase infatti che l’ago della bilancia rischia di spostarsi in avanti di molto e in maniera irrimediabile.

L’indagine ha preso in considerazione un campione di 1500 giovani monitorati dalla adolescenza fino alla prima età adulta (dai 14 ai 24 anni). Durante l’arco di tempo considerato la percentuale di coloro che erano in sovrappeso è passata dal 20 al 33 per cento, mentre il tasso di obesità è salito, nello stesso periodo, dal 3.6 al 6.7 per cento. Il dato sconfortante è che ben il 40% dei giovani adulti in sovrappeso non lo era mai stato durante l’adolescenza e l’80% aveva avuto per almeno un periodo precedente un peso del tutto nella norma. 

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Lunga vita con gli amminoacidi

Secondo una ricerca condotta dalle Università degli studi di Pavia, Milano e Brescia, con la collaborazione dell’Istituto Auxologico di Milano, e pubblicata sulla rivista scientifica Cell Metabolism, la dieta degli aminoacidi (i costituenti delle proteine) può allungare l’aspettativa di vita media di ciascuno di noi di almeno dieci anni portandola da 81 a 90-91 anni. Già alcuni studi condotti in precedenza avevano evidenziato la capacità degli aminoacidi a catena ramificata di prolungare la vita ma erano stati svolti su lievito unicellulare, in questo caso invece sono stati utilizzati dei topolini di laboratorio.

Gli studiosi italiani hanno somministrato loro acqua arricchita con un composto di tre aminoacidi a catena ramificata: leucina, isoleucina e valina, osservando che:

Il gruppo di topi alimentati con acqua agli aminoacidi ha vissuto più a lungo, e in buona salute, del gruppo di topi di controllo: in media 869 giorni i primi e 774 giorni i secondi. Un allungamento della vita di 95 giorni, in pratica del 12%

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Un italiano su tre è sedentario

Un italiano su tre conduce una vita sedentaria: va a lavoro in automobile, non prende mai le scale, non parcheggia mai troppo lontano dalla propria meta (o almeno ci prova). Questo è quanto emerso all’ultimo rapporto nazionale Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), l’osservatorio dell’Istituto Superiore di Sanità che monitora la salute della popolazione italiana attraverso interviste somministrate presso le Asl. Il dato riguarda soprattutto le donne ed ha registrato una crescita del 10% dal 2007 ad oggi.

Dal rapporto emerge che solo il 33% dei cittadini conduce uno stile di vita che può definirsi attivo a pieno titolo perchè svolge un lavoro fisicamente impegnativo o segue e linee guida riconosciute a livello internazionale (30 minuti al giorno di attività moderata per almeno cinque volte a settimana), mentre il 37% pratica attività fisica in maniera talmente modesta da mantenersi ben lontano dai parametri internazionali.

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A dieta dall’età di due anni, l’incredibile storia di una bambina inglese

Cari lettori, oggi ho deciso di lasciare da parte per un attimo i temi dei quali mi occupo di consueto per raccontarvi la storia di una giovane mamma inglese (Aly Gilardoni) o meglio quella di sua figlia Corleigh, una splendida bambina di otto anni (entrambe nella foto). Ho fatto questa scelta perchè credo che la loro sia una storia talmente assurda da dover necessariamente indurre alcune riflessioni importanti, prima fra tutte sul legame, certamente arcinoto, tra salute mentale ed alimentazione, su come cioè disagi personali irrisolti possano tramutarsi in disturbi della condotta alimentare non necessariamente identificabili con anoressia e bulimia. Il caso di seguito esposto risulta forse ancora più atroce perchè coinvolge una bambina, vittima inconsapevole di un disagio di cui è la madre ad essere portatrice.

Aly, è una giovane mamma inglese. Sin da bambina ha sempre avuto qualche problema di sovrappeso, come del resto la sua di mamma, e non è mai riuscita ad accettare serenamente questo stato di cose. L’attenzione alla forma fisica l’ha sempre ossessionata. Riesce comunque a condurre una vita normale e diventata ormai una donna si sposa; dal suo matrimonio nasce una bambina, Corleigh appunto. Tutto sembra procedere per il meglio fino a quando il marito decide di lasciarla solo con la piccola che ha ormai compiuto due anni.

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