Giuggiole, i benefici

Le giuggiole sono un frutto diffuso in Italia ma poco conosciuto. Tanto quanto i benefici che possono apportare con il loro consumo grazie alle loro proprietà.

Cosa sono le giuggiole

Le giuggiole, più precisamente, sono i frutti della Ziziphus jujuba, appartenente alla famiglia delle Rhamnaceae. Nonostante non vengano riconosciute direttamente come superfood in generale, il loro consumo è altamente consigliato per via dei nutrienti contenuti al loro interno. Parliamo di potassio, ferro e calcio basilari per prendersi cura rispettivamente del sistema nervoso, dell’emoglobina e della salute ossea. E ancora della vitamina C perfetta per sostenere il sistema immunitario e della vitamina A ottimale per proteggere la vista le mucose.

La dose di flavonoidi e polifenoli contenuti nelle giuggiole combattono lo stress ossidativo causato dai radicali liberi riuscendo quindi a combattere l’invecchiamento cellulare e a proteggere dalle malattie cardiovascolari. Anche l’apparato gastrointestinale risente in maniera positiva del consumo delle giuggiole grazie alle loro fibre alimentari.

Da secoli questi frutti vengono utilizzati per i loro effetti sedativi sul sistema nervoso nella medicina tradizionale e alcune ricerche avrebbero provato anche la loro efficacia per quel che concerne la qualità del sonno.

Le giuggiole possono essere consumate in modi differenti. Possono essere consumate essiccate o fresche o sotto forma di succhi di frutta o tisane. Tra l’altro il loro essere dolci naturalmente consente di bypassare l’utilizzo dello zucchero.

Attenzione a patologie pregresse

Non bisogna però incorrere nel consumo esagerato se non si è sani e si combatte con delle patologie pregresse. Ad esempio non sono particolarmente indicate, soprattutto se essiccate, per le persone che soffrono di diabete. I benefici delle giuggiole sono molti ma bisogna gestirli con cautela. Se si soffre di potassio alto ad esempio il loro consumo è sconsigliato.

Ciò che bisogna fare è chiedere al medico se in base alle proprie condizioni è possibile un consumo privo di criticità. Più in generale se si è sani, inserirle nella propria dieta non dovrebbe creare problemi. Ovviamente sottintendendo un consumo adeguato di questi frutti.

Le giuggiole sono frutti molto piacevoli da consumare. Il fatto che non siano tanto conosciuti a livello mainstream non consente di sfruttarne appieno i benefici. Anche in coloro che effettivamente potrebbero notare cambiamenti positivi per la loro salute.

L’importante, a ogni modo, e consumarne sempre con giudizio. Ovviamente nella forma che si trova più gradevole e che si adatta di più alle proprie condizioni di salute. Basta molto poco per star bene mangiando. E questi frutti ne sono la dimostrazione.

Alimenti antinvecchiamento miracolosi

Alimenti antinvecchiamento miracolosi: quali sono? Ci sono dei cibi che ci consentono dì combattere il passare dell’età grazie alle loro peculiarità antiossidanti.

Gli alimenti antinvecchiamento più rilevanti

Il combattere segni del tempo che passa è il desiderio di molte persone. Bloccare del tutto questo processo dell’organismo umano non è possibile, ma esistono degli alimenti antinvecchiamento che possono rallentare il fenomeno.

Non parliamo di cibi astrusi o difficili da reperire: nella maggior parte dei casi si trovano all’interno delle case di tutti noi. E posseggono dei benefici importanti per la salute. Tre quali, come dimostrato anche da uno studio pubblicato su National Library of Medicine, la capacità di prevenire malattie degenerative, cardiache e il cancro.

Quando parliamo di alimenti antinvecchiamento miracolosi, parliamo principalmente di diversi gruppi di cibi. Al loro interno troviamo anche i cereali: soprattutto quelli che contengono fitoestrogeni e lignani nelle giuste quantità possono aiutare a ridurre il presentarsi di patologie come il cancro alla prostata o al seno e altre malattie legate agli ormoni. La giusta quantità di fibre ci consente inoltre di poter combattere con successo malattie coronariche e a carico dell’intestino.

Tra gli alimenti antinvecchiamento più di successo troviamo le noci, in diverse loro accezioni. Non molti sanno che l’infuso di gusci di noci pecan, ad esempio, contiene una quantità di fenoli molto alta capace di combattere in modo adeguato l’ossidazione.

Anche cacao e caffè aiutano

Tra gli alimenti dall’importante effetto troviamo anche il cacao. I fenoli contenuti all’interno di questi semi possono far calare del 75% l’ossidazione del corpo. Un vero e proprio strumento di giovinezza se consumato con la giusta attenzione. Anche il caffè deve essere considerato per i suoi effetti antiossidanti. In questo caso però è importante tenere sotto controllo la sua conservazione. Quando questa non è condotta in modo adeguato i suoi benefici possono calare in modo drastico.

Sebbene debba essere consumata con attenzione per chi ha necessità di controllare la funzionalità renale e i livelli di potassio nel sangue anche l’uva è un ottimo alimento antinvecchiamento. Parliamo di un frutto perfetto per contrastare tutte quelle patologie causate dai radicali liberi.

Una mela al giorno toglie il medico di torno, effettivamente. Alcuni studi hanno infatti dimostrato come un centrifugato di mele possa fare la sua parte nella riduzione della formazione di cellule tumorali e danni al colon e al fegato.

Tra gli alimenti che non ci dobbiamo mai far mancare, quando vogliamo combattere il tempo che passa, ci sono tutti quelli ricchi di carotenoidi. E con essi anche i frutti di bosco, che riducono l’ossidazione delle proteine e sostengono la produzione di piastrine.

Le note e meno note proprietà dell’anice stellato

Nel nostro articolo sul pepe del Sichuan, luogo di una delle gastronomie più apprezzate al mondo e dal quale sono appena tornati i tre social influencer italiani – Laura Comolli, Roberto De Rosa e Nicolò Leone – in viaggio ai piedi dell’Himalaya grazie all’Associazione ‘Mirabile Tibet’ e all’Agenzia di comunicazione I SAY, abbiamo visto come il Re del piccante sia una delle “cinque spezie” cinesi assieme al finocchio, ai chiodi di garofano, alla cannella e all’anice stellato. Andiamo dunque a conoscere meglio quest’ultimo, meno famoso ma altrettanto affascinante.

Extreme close-up of star anise spice;

Le proprietà di questa spezia

Originario della Cina sud-orientale e del Vietnam, quello dell’anice stellato è un albero sempreverde che arriva fino ai 10 metri di altezza. Dal quasi maturo pericarpo a stella del suo frutto si ottiene un olio aromatico molto utilizzato in cucina ma anche in profumeria, nei dentifrici e nei collutori, mentre circa il 90% delle colture viene usato per l’estrazione di un acido impiegato in alcuni farmaci antivirali per la cura e la prevenzione dell’influenza A e B.

Principalmente, che si tratti di medicina “ufficiale” o popolare, l’anice stellato:

  • stimola l’appetito e aiuta il buon sonno;
  • favorisce il rilassamento della muscolatura gastrointestinale, evitando i sintomi della “cattiva digestione” come il gonfiore addominale, l’acidità gastrica, la nausea, la diarrea o la flatulenza;
  • combatte le coliche nei neonati ma anche i dolori addominali e i disordini mestruali negli adulti;
  • ha proprietà antiossidanti, grazie al linalolo contenuto;
  • contrasta le affezioni infiammatorie delle vie respiratorie, compresi tosse e bronchiti, per via delle sue proprietà antibatteriche e antimicotiche.

La spezia viene utilizzata anche per stimolare il latte materno dopo il parto, per il trattamento dell’artrite reumatoide e della lombalgia, e persino come rimedio in caso di paralisi facciale – anche parziale. 

Come apporto nutrizionale, 100 grammi contengono 3 di carboidrati, 1 di proteine, vitamina C (il 2% del fabbisogno giornaliero), calcio (il 4% del fabbisogno) e ferro (il 13%), con l’aggiunta di 1 milligrammo di sodio.

Le controindicazioni riguardano le persone soggette agli eritemi solari o che soffrono di patologie del fegato o di epilessia. Attenzione, dunque, se si stanno assumendo farmaci fotosensibilizzanti, antidolorifici steroidei (FANS) o cortisonici: l’anice stellato potrebbe interagire o sommarsi male ad alcune componenti di queste sostanze. 

E un’ultima raccomandazione: parliamo dell’anice stellato cinese (illicium verum), laddove quello giapponese (illicium anisatum) è altamente tossico e non commestibile.

L’anice stellato in cucina

Five Spice Spoon Circle Top View on black slate cutting board

Siccome contiene anetolo, cioè la stessa molecola che conferisce profumo all’aneto, l’anice stellato è entrato anche nella cucina occidentale sia accanto alla carne (soprattutto maiale e agnello) o ai dolci, sia nella produzione di alcune bevande. Come dei francesi vin brulé e pastis o del nostro ‘Galliano’, della sambuca e del mistrà marchigiano e laziale. In India viene impiegato nella preparazione del Biryani e del Masala Chai, mentre in Vietnam è considerato fondamentale per la zuppa di spaghetti. Nel suo Paese di origine, la Cina, si usa per aromatizzare carmi bianche (compresa la famosa anatra alla pechinese), pesce, crostacei, stufati, zuppe, verdure saltate o piatti a base di tofu. 

Se vogliamo invece portare sulla nostra tavola e nella nostra dieta tutte le Cinque Spezie Cinesi, possiamo tostarle per un paio di minuti a fuoco medio in una padella antiaderente, macinarle finemente una volta raffreddate e chiuderle ermeticamente in un barattolo di vetro da conservare al buio. Operazione per la quale basteranno 2 cucchiaini di pepe di Sichuan, 1 cucchiaio di semi di finocchio, 10 chiodi di garofano, 2 cucchiai di cannella in polvere e 6 anici stellati. 

Senza esagerare però: sono potenti, quindi usiamole con misura. Come i nostri tre influencer avranno scoperto, un pizzico sarà sufficiente per la gioia del palato e i benefici alla nostra forma e salute.

Dieta post vacanze, cosa mangiare

Come deve essere una dieta post vacanze? Nel corso delle ferie spesso ci lasciamo andare a qualche peccato di gola in più del normale. Vediamo insieme come regolarci.

Regole per una dieta post vacanza ideale

Quando parliamo di dieta post vacanze non parliamo per forza di un regime alimentare restrittivo ma di un approccio all’alimentazione differente rispetto a quello sfruttato al mare o in montagna. Cosa intendiamo? Molto semplice: il seguire delle piccole regole che ci consentano di mantenere uno stile di vita sano soprattutto per quel che concerne i cibi ingeriti.

La nostra dieta post vacanze prevede prima di tutto che non saltiamo la colazione. Più in generale non dovremmo mai saltare alcun pasto ma in particolare il primo della giornata deve avvenire in modo corretto. Questo perché ci consente di regolare e tarare il senso di sazietà e di fame nel corso di tutto il giorno. Saltare la colazione infatti può portare a dei picchi di fame che ci porteranno a fare più spuntini del necessario. O ancora ad arrivare al pranzo letteralmente affamati.

Una dieta post vacanza che si rispetti prevede anche una corretta idratazione. Questo significa che dobbiamo assumere almeno due litri di acqua al giorno, suddivisi in modo tale da non risultare pesanti. Dobbiamo ricordare che i primi sintomi della mancanza di idratazione sono affaticamento e stanchezza, nonché irritabilità.

Piatti completi per assumere giusti nutrienti

Se non abbiamo seguito un corretto regime alimentare nei nostri giorni di ferie dobbiamo assicurarci di aggiungere una rilevante porzione di verdura ai nostri pasti principali. Questo porterà ad aumentare il senso di sazietà e allo stesso tempo a fornire all’organismo i giusti nutrienti. In questo modo saremo in grado di assorbire le corrette quantità di proteine, grassi e carboidrati.

Altro consiglio da seguire in tal senso è quello di consumare il più possibile dei pasti completi. Unire infatti in modo adeguato carboidrati, grassi e proteine nello stesso piatto dà modo anche di far aumentare il senso di sazietà sul lungo termine.

Ovviamente bisognerà preferire delle fonti proteiche come pesce, legumi, uova e carni magre e fonti di grassi sani come i semi e l’olio extravergine di oliva. I carboidrati consigliati sono quelli integrali, Dotati di un’ottima quantità di fibre.

In questa dieta post vacanza è anche consigliato diminuire il consumo di sale al fine di evitare un aumento della ritenzione idrica. Infine, ma non per importanza, è bene limitare il consumo di alcolici. Nel corso delle vacanze avremmo sicuramente indugiato con questa bevanda tutt’altro che salutare per il nostro organismo.

Bere caffè, quando per ottenere benefici

Quando possiamo bere caffè per trarne beneficio? Alcuni studi recentemente condotti ci regalano una risposta che non combacia con quelle che sono le nostre normali abitudini.

 

Non conviene bere caffè la mattina appena svegli

Per gli italiani bere caffè non è solo una tradizione: è quasi un rito. Qualcosa di imprescindibile per praticamente chiunque. In generale questa bevanda è tra le più consumate al mondo. L’Italia si staglia al settimo posto di una classifica ideale con circa 95 milioni di tazzine consumate ogni giorno.

Statisticamente parlando, per almeno il 75% degli italiani, bere caffè è la condizione sine qua non iniziare la giornata nel modo giusto. E questo è valido sia per i cultori della moka che per coloro che utilizzano cialde o capsule per consumare la miscela a loro più gradita.

Parliamo di tradizioni, ma dovremmo invece concentrarci sul momento in cui la caffeina effettivamente risulta più utile al nostro organismo. Alcuni studi hanno sottolineato come il suo potere possa cambiare in base all’ora in cui avviene la sua assunzione.

E proprio in tal senso è stato scoperto che bere caffè appena svegli non aiuta assolutamente a rimanere più svegli ma potrebbe essere uno strumento di supporto per la nostra stanchezza. In pratica se consumiamo questa bevanda appena svegli riduciamo l’effetto della caffeina. Senza contare che proprio l’assunzione in tale momento rischia di far sviluppare una tolleranza nei confronti della caffeina.

Attenzione all’effetto sul cortisolo

Cosa significa? Semplice: prima o poi smetterà di farci effetto. Bene il caffè appena svegli interferisce con la produzione del cortisolo che se in quantità eccessive mette a repentaglio il nostro sistema immunitario, nella giusta quantità ci consente di regolare il ritmo sonno veglia.

Consumare caffè contemporaneamente al nostro picco di cortisolo dà vita a un’assuefazione alla caffeina. Quindi noi avremmo più difficoltà a svegliarci sia per l’inibizione del cortisolo che per l’incapacità di sfruttare la caffeina in tal senso. Perché nel frattempo avremmo sviluppato un’eccessiva tolleranza.

Quando possiamo bere caffè quindi per usufruire del suo effetto migliore? Tenendo da conto quelle fasce della giornata nella quale tendiamo a produrre più cortisolo, secondo Stephen Miller della USUHS del Maryland, è consigliato assumerlo tra le 09:30 e le 11:30 e tra le 14 e le 17.

Bere caffè ci consente tra le altre cose di avere un rischio più basso di sviluppo di malattie a carico del fegato, malattie neuro degenerative, diabete di tipo due e tumori al colon retto e al fegato. Ovviamente il suo consumo, a prescindere dal piacere nel berlo, deve essere legato anche alla presenza o meno di patologie che potrebbero invece peggiorare come la sindrome del colon irritabile, il reflusso gastroesofageo o altri problemi digestivi.

Bibite, quali è meglio bere?

Quali bibite meglio bere? Quando fa molto caldo sentiamo spesso la necessità di qualcosa di dissetante, non tenendo conto delle calorie presenti all’interno della maggior parte delle bevande confezionate.

Quali bibite adatte al consumo?

Cosa possiamo quindi bere che abbia poche calorie? Le bibite in commercio spesso e volentieri contengono più conservanti e additivi di quelli che farebbero bene alla nostra salute. Anche le bibite light o zero non dovrebbero essere consumate con leggerezza.

Pensando a delle alternative che non siano la semplice acqua è importante che ricordiamo di puntare il più possibile su bevande naturali. La più consona al nostro bisogno di dissetarci e di idratazione e l’acqua aromatizzata naturalmente.

Possiamo ottenerla con frutti di bosco, cetrioli, aromi di vario tipo, limone o zenzero. Più lasciamo questi ingredienti all’interno dell’acqua più il sapore sarà intenso. Di certo in questo caso le calorie non sono un problema.

Altra alternativa alle classiche bibite è il tè freddo fatto in casa. Non parliamo di quello ottenibile da buste contenenti polverine varie ma di quello ottenuto utilizzando i filtri. Il consiglio è quello di utilizzare tè verde o nero al quale possiamo aggiungere del limone appena spremuto, delle fettine di limone e della menta, lasciando il preparato a raffreddare una notte intera in frigorifero.

Se non abbiamo problemi di eliminazione del potassio possiamo puntare sull’acqua di cocco. Questa e poco calorica, soprattutto rispetto alle bibite frizzanti, e ha le stesse caratteristiche nella maggior parte degli sport drink che troviamo in commercio. Servita fredda è buonissima.

L’importante è usare ingredienti naturali

Salendo un po’ di livello possiamo affidarci agli smoothie. Di solito se fatti con specifici frutti possono risultare eccessivi. Ma se preparati con spinacini, cetriolo, cavolo riccio e sedano arricchiti con acqua di cocco o latte di mandorla possono davvero rappresentare un’alternativa gustosa ed energizzante per tutti. Soprattutto nelle giornate più calde o quando si fa sport.

Uno dei più suggeriti in tal senso è quello al cocomero o al melone. Per quanto li riguarda soprattutto per quel che concerne il cocomero non serve nemmeno aggiungere un liquido per renderlo più fluido.

Un’alternativa alle bibite che compriamo al supermercato, soprattutto con un’aggiunta di menta è la limonata fatta in casa. Per prepararla basta molto poco: acqua, succo di limone, ramoscelli di menta, cubetti di ghiaccio ed eventualmente miele o stevia per dare più sapore. È possibile ottenerla frullando tutti gli ingredienti nel frullatore.

Insomma, le alternative possono essere molte. Tutte decisamente più salutari delle classiche bibite frizzanti che consumiamo. A meno che ovviamente non manchiamo semplicemente l’acqua con queste quando ne consumiamo.

Dieta anti insonnia, cosa mangiare

Dieta anti insonnia, cosa possiamo mangiare per dormire meglio? Un ottimo sonno ristoratore è un toccasana per la nostra salute. Da qualsiasi punto di vista. Scopriamo insieme quale regime alimentare può aiutarci a riposare per bene.

Frutta e verdura alla base della dieta anti insonnia

Cosa possiamo consumare all’interno di una vera e propria dieta anti insonnia? Di certo cibi che puntino a non creare in noi malumore o a eccitarci. Dato che la necessità che abbiamo è quella di rilassarci e dormire di più. Sono circa dodici milioni le persone che in Italia soffrono di disturbi del sonno. E il caldo estivo non aiuta a dormire riposando davvero.

È questa la ragione per la quale, soprattutto quando il meteo non è clemente, conviene seguire una dieta anti insonnia preferendo tutti quei cibi che aiutano a idratare il corpo. Parliamo di frutta e verdura in particolare. Soprattutto quella che consente di combattere il caldo o comunque offrire alla persona refrigerio o idratazione. Pesche, susine, meloni, albicocche e cocomero sono le più indicate.

Allo stesso tempo è possibile dare ampio spazio, a questa dieta anti insonnia, ad aglio, radicchio e lattuga, capaci di conciliare il sonno. Dobbiamo ricordare che questa tipologia di alimenti nutre, disseta, consente di reintegrare eventuali sali minerali persi. Il contenuto in vitamina supporta il funzionamento dell’organismo mentre quello in fibre sostiene l’apparato gastrointestinale. È importante gestire con oculatezza anche i cereali e i carboidrati che, se equilibrati, possono favorire il sonno. Riso, orzo, pane principalmente.

Evitare alcune tipologie di cibi

È importante seguire una dieta anti insonnia per combattere i disturbi del sonno proprio perché riposo e alimentazione sono strettamente collegati. E per dormire bene dobbiamo evitare tutti quegli alimenti che possono “tenerci svegli“come cacao, cioccolato, té, caffè. E per quanto siano gustose e facciano anche bene all’organismo è bene limitare le spezie. O meglio il consumo di piatti troppo speziati.  Con loro devono essere messi al bando anche i piatti troppo conditi o lavorati.

Se portata avanti bene una dieta efficace è quella mediterranea. Come recentemente sottolineato anche dalla Coldiretti, “non a caso la dieta mediterranea si è classificata come migliore dieta al mondo del 2022“. Piazzandosi anche davanti alla dieta dash e alla dieta flexariana.

Ecco quindi che se vogliamo dormire bene, dobbiamo imparare a mangiare bene. E una dieta anti insonnia come quella tracciata finora, nella sua semplicità, riesce nel doppio fine di nutrirci adeguatamente e farci riposare. Un sonno ristoratore equivale a un elisir di lunga vita, non dobbiamo dimenticarlo.

Il pepe del Sichuan: una spezia e un medicamento

Perché ne parliamo? Certo, per la passione di molti di noi per una delle gastronomie più famose e apprezzate al mondo. Ma anche perché, questo 24 agosto, tre amatissimi influencer italiani – Laura Comolli, Roberto De Rosa e Nicolò Leone – saranno in partenza per due luoghi leggendari: Chengdu, patria del Panda gigante e del piccante, e Lhasa, cuore spirituale del Tibet e regno degli yak. Un viaggio reso possibile dall’Associazione ‘Mirabile Tibet’ e dall’Agenzia di comunicazione I SAY, in questa prima estate di riapertura al turismo internazionale dopo ben tre anni di fermo.

Himalaya

Le inaspettate proprietà di questa spezia

Assieme all’anice stellato, al finocchio, ai chiodi di garofano e alla cannella, il pepe Sichuan è una delle cinque principali spezie cinesi. Che si ottiene dalla buccia, mentre il vero seme viene rimosso per via del suo sapore poco gradevole. Potente dal punto di vista nutrizionale, contiene elevati livelli di vitamina A ma anche potassio, ferro, manganese, zinco, rame e fosforo. Di aroma quasi agrumato, più fresco di quello del pepe nero, i suoi impieghi sono dunque molteplici – come i benefici alla nostra salute, già conosciuti dalla medicina cinese tradizionale:

  • il miglioramento della digestione, compresa la capacità di alleviare i dolori e i problemi intestinali;
  • il miglioramento della circolazione, grazie a un composto (cumarina) in grado di fluidificare il sangue e al ferro contenuto, proficuo contro l’anemia;
  • il miglioramento della vista, dato dal beta-carotene, dagli antiossidanti e dalle vitamine presenti;
  • l’azione antinfiammatoria, per via degli antiossidanti e dei fitosteroli;
  • l’effetto blandamente anestetico e antidolorifico, utilissimo pertanto in caso di mal di denti;
  • il rafforzamento del sistema immunitario, per via dello zinco.

La sua caratteristica più sorprendente? Quel leggero intorpidimento della bocca che, paradossalmente, attenua gli effetti di altre spezie come il peperoncino permettendo di gustarle meglio e di percepire maggiormente i sapori “nascosti”. Le uniche due raccomandazioni? Consumarlo in bassissima quantità ed evitarlo in gravidanza e allattamento.

Il pepe Sichuan non diventerà mai una “dieta” vera e propria, ma – se aggiunto ai nostri piatti di carne e verdure – saprà, come abbiamo visto, contribuire alla nostra salute. 

Quali i suoi usi nella cucina Sichuan?

Himalaya

Il piatto più amato, il Sichuan Hot Pot (“pentola calda”), risulterà curioso ai nostri tre viaggiatori ma sarà una delle esperienze più “condivisibili”. Letteralmente, a tavola e sui social media. Perché parliamo di un’enorme pentola ripiena di acqua, verdure, spezie e beninteso pepe di Sichuan, posizionata su una piastra tra i commensali e portata a ebollizione, nella quale ognuno può mettere a cuocere ciò che desidera: carne, pesce, verdure e addirittura il pane. Il risultato finale sarà comunque ottimo e, la convivialità, assoluta.

Per il Pollo Kung Pao invece – piatto principalmente di pollo e noccioline, arricchite da un po’ di verdure e ovviamente peperoncino o pepe di Sichuan – basterà, anche sostituendo alcuni ingredienti, seguire la ricetta raccontata dai nostri colleghi di Ginger & Tomato. Ne avremo un piatto ricco di colori, profumi e sapori, bilanciato dalla presenza del riso in bianco, che aggiungerà a tutta questa ricchezza l’ingrediente migliore di ogni dieta: la gioia. 

Parole-chiave: varietà ed equilibrio

Perdere peso senza dieta: le quattro regole affidabili?

Perdere peso senza dieta: stanno spopolando sui social quattro regole definite rivoluzionarie che, a ben vedere, di rivoluzionario non hanno nulla. Perché stiamo dicendo questo?

Possibile perdere peso senza dieta?

Perché essenzialmente, una volta analizzate, ci si rende conto che sono dei comportamenti che sono praticamente tipici di qualsiasi regime dietetico. È possibile definirle come delle regole virtuose da seguire ma nulla di più. Vediamole una per una.

La prima regola miracolosa per perdere peso senza dieta è quella di masticare lentamente. Ora, da che mondo è mondo, è probabilmente il consiglio che si dà quando si prescrive una dieta o più generalmente quando si insegna alle persone a mangiare in modo giusto. Mangiare lentamente infatti consente una minore protezione di grelina, l’ormone che stimola l’appetito. Non è un caso che se mangiamo velocemente sentiamo meno il senso di sazietà.

Secondo queste regole miracolose, il perdere peso senza dieta è possibile se si cena presto la sera. Ora, in realtà, mangiare l’ultimo pasto della giornata diverse ore prima di andare a letto è un toccasana anche per la digestione. Ma non c’e nessuna prova che sia in grado di aiutare la persona a perdere peso. Possiamo annoverarla tra i consigli da seguire per seguire uno stile di vita sano, ma da qui a definirla essenziale per perdere peso senza dieta ce ne vuole.

La terza regola perdere peso senza dieta consisterebbe nell’eliminare tutti quei cibi che fanno ingrassare. In questo caso si demonizzerebbero pasta e patate per dare via libera semplicemente a cereali integrali, legumi e verdure. Partendo dal presupposto che già eliminando una tipologia di cibo si sta parlando di una dieta, si tratta comunque di una questione che deve essere approfondita.

Seguite sempre i consigli del medico

Una persona che ha dei problemi specifici potrebbe anche non poter mangiare la tipologia di alimento prevista da queste regole. La cosa migliore da fare è quella di seguire una dieta bilanciata con porzioni ridotte, evitando di eliminare intere classi di alimenti. Qualcosa che è difficile da capire per molti. Ed è proprio per questa ragione che prima di seguire qualsiasi tipo di regime o regola miracolosa c’è bisogno di consultare prima il proprio medico.

Tra le regole miracolose per perdere peso senza dieta c’è quella di ridurre le proteine animali. Ecco, forse questa è una delle più sagge. Dove la parola chiave e il verbo ridurre. Questo perché il nostro organismo, a meno di specifiche integrazioni, ha comunque bisogno di qualche aminoacido derivante da questo tipo di alimento.

Tirando le somme è evidente che queste quattro regole di miracoloso non hanno nulla. Possono essere considerati dei buoni consigli ma sempre all’interno di una dieta bilanciata da seguire in base alle proprie condizioni fisiche.

Crudista e vegana muore in Thailandia di malnutrizione

L’influencer crudista e vegana russa Zhanna Samsonova è morta con molta probabilità di malnutrizione In Thailandia. Il suo è un caso estremo che può essere utile per comprendere perché sia bene integrare alcune sostanze quando si segue un certo tipo di dieta.

Dieta crudista e vegana esagerata in questo caso

La donna era nota per essere una promoter di piatti non cotti e di origine vegetale. Una crudista e vegana estrema che consumava solo ed esclusivamente frutti tipici nella regione in cui viveva, conditi da qualche seme. Sebbene la madre ora parli di un’infezione simile al colera il New York Post ha ricostruito quelli che sono stati gli ultimi mesi della donna. Ed è stato possibile verificare come la sua dieta crudista e vegana abbia avuto un ruolo nella sua morte prematura.

Un’amica ha raccontato di averla già vista esausta qualche mese fa nello Sri Lanka. Con gambe e linfonodi gonfi. Situazione peggiorata una volta che l’influencer è tornata a Pukhet dopo aver inizialmente accettato di farsi aiutare. Lo ripetiamo: questo è un caso limite. Una persona la vicina raccontato che si cibava solamente di jack Fruit e durian da ormai 7 anni. Negli ultimi quattro il tutto era accompagnato, come raccontato proprio dalla stessa Samsonova, da semi, germogli, succhi e frullati.

Ora: una dieta crudista e vegana se non portata all’estremo non provoca importanti problematiche all’organismo. Soprattutto se questa è caratterizzata anche dal giusto apporto di proteine. La stessa, in caso di bisogno, deve essere poi integrata in modo tale che l’organismo possa contare su tutti i nutrienti necessari.

Attenzione a non demonizzare il regime alimentare

Ragione per la quale in questo caso limite non bisogna demonizzare la dieta crudista e vegana di per sé stessa quanto l’approccio esagerato che alcune persone sviluppano nei suoi confronti. Integrando un discorso di salute mentale. L’influencer come scopo aveva quello di ispirare le persone a mangiare sano. Qualcosa che lei stessa non faceva, dato che non integrava in maniera corretta né in modo alimentare né attraverso integratori la vitamina B12 e la vitamina D.

A prescindere dal poter amare o meno l’idea di una dieta crudista e vegana è importante comprendere che approcciarsi a questo tipo di regime alimentare deve essere fatto con cognizione di causa e sotto il controllo medico. Più che altro per stabilire quali alimenti consumare per non sviluppare carenze che potrebbero portare a conseguenze negative per la salute.

A prescindere da quello che si scoprirà nelle prossime settimane sul decesso di questa donna, è evidente che la sua dieta crudista e vegana non era abbastanza equilibrata da consentirle dei sopravvivere. Purtroppo è rimasta giovane nel peggior modo possibile.

Terapia giapponese dell’acqua, cosa è

Cosa è la terapia giapponese dell’acqua? Possiamo considerarlo un metodo abbastanza efficace per rimanere idratati soprattutto quando le temperature salgono.

acqua sali minerali

Come funziona la terapia giapponese dell’acqua

Potrà sembrare una riflessione scontata, ma quando arriva la bella stagione e il termometro sale bere la giusta quantità di acqua diventa basilare per il mantenimento di uno stato di salute ottimale. La terapia giapponese dell’acqua è un mezzo attraverso il quale è possibile riuscire a bere nella maniera corretta quei due litri di acqua al giorno di cui necessitiamo.

Va sottolineato: alcune persone non hanno problemi nel consumare questa quantità di acqua giornalmente e non hanno bisogno di strumenti di questo genere. Più in generale però in molti non hanno questa buona abitudine nelle loro corde.

La terapia giapponese nell’acqua a questa qui la giusta importanza. Su cosa si basa? Prima di tutto nel bere almeno quattro bicchieri d’acqua appena svegli a stomaco vuoto. Partiamo da un presupposto: per stare bene dovremmo bere almeno due litri di acqua e mangiare almeno 5 porzioni tra frutta e verdura nel corso della giornata.

La terapia giapponese dell’acqua funziona così: si bevono quattro bicchieri di acqua appena svegli e poi si aspettano 45 minuti per fare colazione. In questo modo, almeno teoricamente, non solo si idrata l’organismo in modo giusto a partire dalle prime ore della giornata ma si accelererebbe anche il metabolismo. Questo significa poter essere in grado di bruciare calorie più velocemente supportando l’eventuale perdita di peso.

Benefici generali per l’organismo

Va sottolineato anche che bere acqua a stomaco vuoto aiuta a contrastare l’acidità di stomaco e favorisce il benessere intestinale. Ecco quindi che la terapia giapponese dell’acqua può rivelarsi un toccasana anche contro la stipsi. Bere acqua in questo modo sostiene anche la circolazione e consente di poter sfruttare meglio l’energia a disposizione.

Rimanendo idratati, tra l’altro, possiamo combattere il mal di testa derivante dalla disidratazione. Insomma, che bere acqua a sufficienza soprattutto d’estate facesse bene era scontato. Con la terapia dell’acqua scopriamo anche come gestire al meglio i suoi benefici.

Comprendiamo che non tutti siano abituati a bere in tali quantità perché vi possano essere problematiche. Questo metodo può consentire anche a coloro che hanno più difficoltà di iniziare la giornata in modo giusto. È importante, soprattutto con le temperature calde dell’estate riuscire a rimanere sempre idratati. Soprattutto se siamo persone appartenenti a categorie fragili.

Seguire un metodo come quello sopra descritto puoi aiutare a raggiungere l’obiettivo senza soffrire troppo. In fin dei conti basta provare per rendersi conto di come se siamo idratati funzioniamo decisamente meglio.

Poche calorie: gli alimenti consigliati

Quando si vogliono assumere poche calorie quali sono gli alimenti più consigliati? Solitamente seguire una dieta significa dover ridurre l’apporto calorico. Vediamo insieme come regolarci.

Cibi con poche calorie possono essere gustosi

Assumere poche calorie non significa per forza rinunciare al gusto. Esistono tanti cibi che possono dar vita a piatti gustosi senza far salire troppo il contenuto calorico. Anche se li utilizziamo per ricette più complesse. Nel gruppo di questi alimenti con poche calorie le verdure a foglia verde sono gli alimenti più interessanti da utilizzare. Sia perché con poche calorie sia perché sono ricche di nutrienti essenziali e fibre. Parliamo di cavolo riccio, rucola, lattuga, spinaci e tutte quelle altre verdure a foglia verde. Queste possono essere consumate sia come contorno che come parte integrante di frullati e centrifughe.

Un ostaggio perfetto caratterizzato da poche calorie è la zucchina. Possono essere cotte al forno, tagliate a mo’ di spaghetti come alternativa alla pasta e molti altri modi. Queste contengono vitamina C, fibre e potassio adatti al mantenimento di una dieta bilanciata. Se cerchiamo poche calorie nella frutta, il melone è uno di quelli estivi più adeguati da utilizzare in qualsiasi regime alimentare.

Parliamo di una cucurbitacea che è composta principalmente da acqua, vitamine, minerali antiossidanti. Anche i funghi contengono pochissime calorie e possono essere mangiati in insalata, come condimento, come contorno. Insomma possono essere davvero utilizzati in moltissime maniere. Sono in grado di dare una sensazione di sazietà più perdurante nel tempo.

Un alimento che non sfruttiamo abbastanza e possiede poche calorie sono le uova. Queste contengono molte proteine nobili e possono essere consumate in tantissimi modi differenti; Rientra tra gli alimenti che consentono di più di mantenere sotto controllo l’appetito.

Proteine dal basso apporto caloriche

Tra gli alimenti proteici senza dubbio il salmone e il pesce azzurro in generale rappresentano uno dei cibi da non far mai mancare sulla tavola. Questo è ricco di acidi grassi omega 3, proteine, vitamine del gruppo B e può essere cotto in moltissimi modi differenti. Altro alimento dal basso apporto calorico è lo yogurt greco che può essere utilizzato come base di dolci molto gustosi e leggeri. Carote, quinoa e bacche possono essere utilizzate per moltissime ricette differenti.

Il loro apporto calorico basso, la capacità saziante e il loro poter essere trasformati in snack gustosi consentono di inserirli anche in diete dimagranti soddisfacendo il palato di tutti.

Insomma, poche calorie difficilmente corrisponde ha poco gusto. Soprattutto se vengono selezionati gli alimenti giusti in base ai loro nutrienti e alla loro versatilità di cottura o preparazione.

Collagene: perché non deve mancare dalla nostra dieta

Che si tratti di alimenti o integratori, la proteina-colla dovrebbe farne parte. Perché, senza di essa, l’intero nostro corpo andrebbe a “sgretolarsi” – dalla pelle e le articolazioni ai vasi sanguigni. Scopriamo insieme come assumerla, quando farlo e come individuare il miglior integratore di collagene, come Chondrovita che vedremo più avanti

chondrovita

Salute della pelle

Con il tempo e le sollecitazioni, la proteina che tiene insieme i nostri tessuti tende a diminuire. Bisogna collaborare – proteggendola e stimolando la sua produzione naturale nel nostro corpo. Come? Per esempio, inserendo nella dieta: 

  1. brodo di ossa – “l’elisir di bellezza”, la ricetta della nonna oggi tornata in voga (con tanto di testimonial famose) perché la bollitura estrae collagene, acido ialuronico, sali minerali e altri elementi preziosi per tutto il nostro organismo, restituendoci un liquido che contiene pochissime calorie e che “scioglie” persino la cellulite;
  2. pesce azzurro – per gli acidi grassi omega 3, che restituiscono corpo e luminosità a pelle e capelli;
  3. olio d’oliva – grazie agli acidi grassi insaturi e antiossidanti;
  4. pomodoro – che stimola la produzione di acido ialuronico e protegge la pelle durante l’esposizione al Sole;
  5. tè verde – che rallenta la disgregazione delle fibre di collagene, a patto che l’infusione non venga fatta in acqua bollente ma a temperatura più bassa;
  6. agrumi – un vero concentrato di vitamina C, che aiuta gli aminoacidi a convertirsi in collagene;
  7. uova – per le sostanze contenute, compresa la vitamina A, che mantengono il collagene;
  8. patate – per il Selenio, che aiuta a preservare il collagene e l’elastina;
  9. frutta secca – ricca di vitamina E, antiossidanti e acidi grassi essenziali che proteggono il collagene e aumentano l’elasticità della pelle;
  10. carote – per l’alta concentrazione di vitamina A, che contribuisce alla riparazione delle cellule danneggiate.

Tutto questo ricordandoci che stress, fumo, eccesso di alcol, zuccheri raffinati, fritti o troppo Sole senza protezione possono vanificare i nostri sforzi. 

Salute di ossa e articolazioni

Il collagene rappresenta il 30% di tutte le nostre proteine, ed è la struttura-portante di ossa, cartilagini, tendini e tessuti connettivi (come i legamenti). Responsabile della forza e della flessibilità delle nostre articolazioni, il collagene aiuta a riparare gli eventuali danni e a mantenerle forti ed elastiche.

Siccome la molecola di collagene è troppo grande per superare la “barriera” della pelle, si usa quella idrolizzata – passata, cioè, per una scissione prodotta dall’acqua. Una volta ridotta in frammenti più piccoli chiamati peptidi, diventa digeribile e di facile assorbimento e assimilazione

Oltre a migliorare la qualità dei capelli e delle unghie, il collagene idrolizzato si usa principalmente per lesioni o danni, anche da attività sportiva, artrite reumatoide, osteoartrite, osteoporosi e fragilità ossea. Ma questo non significa che non serva a tutti. Pensiamo a chi fa un lavoro usurante o gravoso oppure passa troppe ore in piedi o da seduto (anche in smart working); alle donne in menopausa, che possono perdere fino a un terzo del collagene cutaneo soltanto nei primi 5 anni dalla fine della fertilità; ai ragazzi che esagerano con il “cibo-spazzatura”, che affrontano disordini alimentari o che hanno problemi posturali; agli sportivi e atleti dilettantistici e professionistici o a chi fa fitness; alle persone in sovra o sottopeso, anche in seguito a interventi chirurgici o lunghe degenze e, ovviamente, agli over 60.

Come scegliere l’integratore giusto

Non tutti gli integratori rispondono ai requisiti di efficacia, qualità e massima sicurezza, a cominciare dalla provenienza del collagene. Inoltre, alcuni contengono peptidi non abbastanza piccoli; altri – latticini, glutine, zuccheri, grassi e colesterolo.

Andiamo dunque a vedere, controindicazioni e criteri:

  • Il collagene idrolizzato non va assunto da bambini sotto i 3 anni, in presenza di diete a basso apporto di proteine, patologie epatiche o renali, ipercalcemia e terapie con calcitonina oppure integratori di calcio, e va valutato caso per caso durante la gravidanza e l’allattamento,  
  • L’integratore deve basarsi su un principio attivo certificato (come, per esempio, il Gelita – peptide Gelita Peptiplus), su frammenti abbastanza piccoli, e non deve contenere sostanze né nocive, né problematiche per le persone che soffrono di allergie o intolleranze.

Un integratore di collagene animale che risponde a tutti questi criteri è il ‘Chondrovita’ – un prodotto certificato e già utilizzato con successo, in questi giorni di ritorno in distribuzione. Perché sceglierlo? Perché, oltre ad avere tutti i requisiti, si propone come soluzione di massima qualità non solo per la “riparazione” ma anche per la prevenzione. Cioè, per la libertà sia dal bisogno, sia dalla dipendenza dai continui acquisti. Con sole 30 bustine per un mese e, certo, una dieta e uno stile di vita equilibrati. Perché quello che ci mantiene sani, ci rende anche belli.

Acqua e limone fa davvero bene?

Acqua e limone fanno davvero bene? Questo rimedio naturale viene spesso “venduto” come panacea. La realtà dei fatti ci racconta che pur essendo effettivamente benefico per l’organismo, possiede anche i suoi contro.

Acqua e limone non è per tutti

Acqua al limone, senza titoli sensazionalistici, è una bevanda che può effettivamente apportare al nostro organismo vitamine ed elementi importanti. Ma allo stesso tempo non è adatta a tutti e non solo per via del suo sapore. Spesso e volentieri tendiamo a confermare come irrinunciabili delle abitudini che sono poco più che leggende metropolitane.

In questo caso in molti sono convinti che acqua e limone sia in grado di far ripartire l’organismo, dare una spinta al metabolismo e farci iniziare la giornata in modo migliore.

La ricerca scientifica non ci conferma né smentisce questo fatto. Nel senso che sono troppo pochi i dati in tal senso per poter dire che faccia davvero bene. Ora, è composta da limoni: agrume mediterraneo in grado di fornire vitamina C e altri elementi naturali al corpo. Di certo non ci fa male, dato che ha funzioni antireumatiche e antiuricemiche nonché ipotensive conclamata. Come tutti i cibi contenenti vitamina C aiuta ad assimilare il ferro che si trova nei vegetali e aiuta a digerire.

Il famoso canarino che viene dato a fine pasto in alcuni casi è proprio a base di limone. Per secoli è stato sempre consumato come astringente davanti a una peristalsi troppo attiva. E non di rado è stato utilizzato anche per curare l’acne, le scottature, le verruche e le micosi della pelle.

Negli anni è stato possibile provare scientificamente la sua validità in tal senso in molti casi. Come è stato smentito che il limone sia in grado di cancellare i tatuaggi con l’esposizione solare.

Benefici ma anche problematiche

Bere acqua e limone quindi consentirebbe di unire il beneficio dell’idratazione a quello dell’assunzione di questo agrume. Lo ripetiamo: non è qualcosa per tutti. E la ragione sta principalmente nella sua acidità. Acqua e limone infatti può aumentare e peggiorare sintomi di ulcere, bruciore di stomaco, e i problemi di reflusso gastroesofageo.

Viene considerato come uno stimolante del metabolismo ma va sottolineato che non ci sono prove che lo faccia realmente. E singolarmente ogni elemento non ha effetti dimagranti. Ecco quindi che per quanto si possa beneficiare dall’assunzione di acqua e limone dobbiamo non dimenticare che sono tra i frutti più acidi presenti in natura. E che il loro consumo estremizzato può anche arrivare a rovinare i denti. Può peggiorare lesioni all’interno della bocca e portare al mal di stomaco nel caso venga bevuta a digiuno.

Colesterolo cattivo, cosa mangiare e cosa no

Quando vogliamo abbassare il colesterolo cattivo o LDL, seguire una dieta sana ed equilibrata è basilare. In particolare dobbiamo fare attenzione agli alimenti che selezioniamo per il nostro sostentamento.

Come combattere il colesterolo cattivo

Quello del colesterolo cattivo alto è un problema che colpisce molte persone in tutto il mondo. Non di rado è accompagnato da problemi di salute generale e da un maggiore rischio di malattie cardiache. Cosa possiamo mangiare per abbassarlo? E cosa dobbiamo evitare per forza?

Quando si parla di colesterolo cattivo è importante limitare al minimo il consumo di alimenti che possono causarne la crescita nel sangue. Ovvero dobbiamo evitare in particolare quei cibi ricchi di grassi saturi come i latticini interi, formaggi stagionati, burro e carni grasse. Allo stesso modo dobbiamo tenerci lontani da cibi ricchi di grassi trans come quelli fritti, gli snack confezionati, le patatine fritte e prodotti da forno di tipo industriale.

Anche gli zuccheri sono qualcosa dal quale dobbiamo tenerci il più possibile lontano. Soprattutto se presenti sotto forma di bevande zuccherate, dolci di diversa tipologia e anche alimenti ad alto contenuto di zuccheri semplici in generale.

Se vogliamo combattere il colesterolo cattivo possiamo però contare su alcuni alleati da inserire nella nostra dieta. Per prime le fibre solubili, dato che si legano al colesterolo presente nel tratto digestivo e consentono di eliminarlo dal corpo. Fonti di questa tipologia di elemento sono cereali integrali, semi, legumi, frutta e verdura.

Ottimo l’aiuto dagli acidi grassi omega 3

Ottimali per combattere il colesterolo cattivo anche gli acidi grassi omega3 che possiamo trovare nel tonno, nello sgombro, nel salmone è più generalmente nel pesce azzurro. O nelle noci. Ovviamente per combattere questo valore del sangue possiamo mettere in atto anche delle vere e proprie strategie come quella della limitazione dell’assunzione di sodio, in modo tale da proteggere il nostro apparato cardiovascolare. Possiamo consumare alimenti o bevande ricche di antiossidanti in modo da ridurre l’infiammazione e proteggere il cuore.

Sono differenti le cause alla base del colesterolo alto e sono legate non solo al comportamento alimentare ma anche a una possibile ragione genetica nella incapacità dell’organismo di gestirlo.

È importante tenere sotto controllo questo valore per assicurarci un buono stato di salute del nostro organismo. È per tale ragione che dobbiamo tenerci più lontani possibile dai cibi che possono rappresentare un fattore di rischio e favorire l’inclusione di quelli che consentono di proteggere il nostro sistema cardiovascolare. Allo stesso modo non dobbiamo dimenticare l’importanza di una regolare attività fisica e il mantenimento di uno stile di vita sano.

Placare la fame, cosa fare

Come placare la fame nel modo giusto? Conoscendo in maniera importante quelli che sono gli stimoli e da cosa dipendono. Senza avere paura di affrontare la situazione nel modo più corretto.

fame nervosa

Placare la fame conoscendola meglio

Dobbiamo infatti ricordare che la fame è controllata da segnali di diversa tipologia e complessità. Questo ci deve portare a imparare a gestirla nel modo più consono alla sua origine. Non possiamo pensare di placare una fame nervosa come faremo con un eventuale bisogno reale di cibo.

Placare la fame quindi passa anche attraverso la conoscenza relativa alle reazioni del sistema nervoso centrale, ormoni e intestino. Tenendo conto che l’ipotalamo è una zona importantissima per quel che concerne l’appetito. Quando abbiamo fame, infatti, questa parte del nostro encefalo rilascia dei neuropeptidi stimolanti di una certa tipologia, differenti dalla leptina che produce nei momenti di sazietà.

Quando abbiamo bisogno di placare la fame dobbiamo scoprire se ciò che sentiamo è effettivamente causato da un bisogno fisiologico o se riguarda quella che possiamo considerare fame nervosa. In questo caso infatti parliamo di un modo che ha il nostro corpo di affrontare uno stato emotivo alterato. Qualcosa che ci porta a dar vita agli episodi di alimentazione incontrollata.

Ecco come regolarci

rimedi naturali contro la fame nervosa

Come gestire quindi la situazione e placare la fame nel modo giusto? Prima di tutto dobbiamo fare delle scelte alimentari di tipo consapevole. E questo significa comunque scegliere sempre degli alimenti capaci di donarci i nutrienti di cui abbiamo bisogno. Puntando magari su dei cibi che siano in grado di farci sentire sazi più a lungo, come carboidrati complessi, grassi sani e proteine magre. Allo stesso tempo dobbiamo stare attenti a tenerci lontani dai cibi ad alta densità calorica.

L’acqua in tal senso può darci una mano perché ci consente di far funzionare al meglio il nostro sistema digestivo e allentare i morsi della fame. In particolare se la nostra fame è di tipo emotivo bisogna cercare di abbattere le cause alla base, lavorando potenzialmente su una terapia che ci consenta di sistemare quelle situazioni che ci creano stress.

Se vogliamo placare la fame possiamo puntare su un frutto, su una verdura od ortaggio facile da mangiare come il finocchio, una mela, qualche pezzo di frutta a guscio. Ma ancora più importante dobbiamo assicurarci di dormire abbastanza di notte. Dormire bene infatti consente di evitare una produzione eccessiva di grelina, l’ormone che stimola l’appetito.

Insomma, per essere sicuri di placare la fame nel modo giusto dobbiamo non solo selezionare cibi che ci consentano di stare bene ma anche verificare la presenza di problematiche emotive, al fine di risolverle nel modo giusto.

Acqua, quando è meglio berla?

Quando è meglio bere acqua? Soprattutto con l’arrivo della bella stagione e la necessità di depurare il nostro organismo, sapere quando idratarci è basilare per stare in salute.

Tanti i benefici di una corretta idratazione

Fra le altre cose, una corretta idratazione e la giusta gestione dell’acqua consentono di poter utilizzare questo fluido come un vero e proprio alleato per perdere peso. Partiamo da un presupposto: l’acqua, al suo interno, contiene tutta una serie di sostanze nutritive basilari per il funzionamento del nostro organismo.

I più importanti sono i sali oligominerali, ma più generalmente possiamo dire che bere ci aiuta a rinforzare le difese immunitarie e a tenere lontani complicanze ossee e cardiovascolari.

Inutile dire che sia anche uno degli strumenti più importanti per regolare la temperatura corporea e recuperare energie. Non importa ingerirla sotto forma di tisana o al naturale: non deve mai mancare durante le nostre giornate. Generalmente si sostiene che sono circa due i litri da bere ogni giorno per mantenersi in salute. Entrando più nello specifico, questa quantità può cambiare a seconda delle condizioni patologiche della persona.

In base al funzionamento dei nostri reni e delle nostre necessità potremmo dover bere una quantità di questa maggiore o minore. Quel che è certo è che avere un organismo idratato consente di avere una pelle luminosa ed eliminare le scorie e liquidi in eccesso.

Tra i favori che l’acqua ci fa c’è anche quello di farci sentire sazi quando beviamo prima dei pasti. Idratandoci in quel momento non solo riusciamo a introdurre una sua maggiore quantità nel corpo ma tendiamo anche a mangiare di meno.

Quando è meglio bere acqua

acqua sali minerali

Quando è meglio bere acqua quindi? In realtà non esiste una vera e propria regola su come suddividere la quantità giornaliera da assumere. Di certo bere prima può aiutarci per favorire un senso di sazietà. Berne a piccoli sorsi nel corso dei pasti ci consente di sostenere in maniera corretta la digestione del cibo e l’assorbimento dei nutrienti.

È un po’ la ragione per la quale, secondo alcuni studi, un’alimentazione sana e bilanciata insieme a una idratazione efficiente può essere un valido percorso da seguire per perdere peso. In linea teorica si dovrebbero bere almeno 8 bicchieri di acqua al giorno. In questo modo i due litri medi da assumere fanno meno paura, anche a chi non ha un rapporto buonissimo con questo fluido.

Ed è importante comprendere che la quantità da ingerire non solo cambia in base alle esigenze legate a potenziali patologie ma deve essere calcolata anche in rapporto al clima e all’attività fisica che viene eseguita.

Dieta povera di potassio, attenzione alle verdure

Se si ha bisogno di seguire una dieta povera di potassio gli alimenti ai quali bisogna fare più attenzione sono frutta e verdura. Proprio quelli che di solito consumiamo in buone quantità all’interno di un’alimentazione sana.

Niente integrale in dieta povera di potassio

È incredibile quanto potassio possano contenere quegli alimenti che di solito consumiamo e che consideriamo salutari. È importante sottolineare come in realtà questi lo siano, ma se si hanno problemi di una certa tipologia e si necessita di seguire una dieta povera di potassio, automaticamente smettono di esserlo.

Prendiamo ad esempio i finocchi: praticamente perfetti sotto ogni punto di vista all’interno di un regime alimentare sano, hanno un contenuto abbastanza alto di potassio che, se unito alla pasta integrale, può far salire i livelli con facilità. Se il corpo non ha problema a smaltirlo con le urine tutto va bene. In caso contrario i valori salgono e si ha bisogno di rivedere l’intero impianto alimentare.

Una dieta povera di potassio non consente di mangiare liberamente frutta e verdura, soprattutto se i livelli sono medio alti. Ecco quindi che all’interno di un regime alimentare specifico per questo problema si possono consumare mele e mirtilli entro un certo limite.Ma non altri frutti. Avendo cura di cuocere la prima per sicurezza.

Per quel che riguarda le verdure all’interno di una dieta povera di potassio la questione si fa ancora più complessa. In questo caso infatti il metodo di cottura è basilare per perdere tutto il potassio in eccesso rispetto a quello di cui si ha bisogno.

Attenzione al fabbisogno giornaliero

Il fabbisogno medio giornaliero di una persona si aggira intorno ai tre grammi. Per rimanere nei ranghi vi è la necessità di eseguire per molte verdure, soprattutto quelle contenenti potassio alto (che andrebbero evitate), una doppia bollitura.

Bisogna iniziare con una prima cottura di diversi minuti e a metà della bollitura necessaria scolare, inserire nuova acqua e riportare a bollore fino alla fine della cottura. Ovviamente il sapore in questo caso non sarà entusiasmante. Ragione per la quale sarà meglio puntare su un condimento leggero e all’agro con altri elementi poveri di potassio.

Non potendo lavorare più di tanto sulle carni se non favorendo il consumo di pesce, è possibile agire sui cereali. Quando si ha la necessità di seguire una dieta povera di potassio bisogna mettere al bando quelli di tipo integrale e puntare su quelli bianchi o sul riso e polenta. In particolare questi ultimi due alimenti contengono molto meno potassio anche rispetto alla pasta di semola.