Il tè in bottiglia è meno sano di quello naturale

Sicuramente tutti avrete bevuto il classico tè freddo in bottiglia: una bevanda buona e rinfrescante, da gustare soprattutto durante gli assolati pomeriggi d’estate.

Se fino ad adesso al tè in bottiglia veniva imputata la sola colpa di contenere zuccheri, una ricerca condotta dalla società biotecnologica “WallGen” ha evidenziato il fatto che il tè in bottiglia non sarebbe sano quanto quello naturale, in quanto non conterrebbe tutti i polifenoli, ovvero le sostanze antiossidanti che in genere sono pubblicizzate in associazioni a questi prodotti. I risultati di questa ricerca sono stati presentati al convegno nazionale dell’American Chemical Society di Boston.

Il punto di forza di queste bevande è la loro capacità di essere molto attraenti per i consumatori, grazie al gusto più dolce rispetto alla semplice infusione del tè.

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La dieta iperproteica aumenta il rischio di osteoporosi

Secondo uno studio della statunitense Pardue University, pubblicato sul Journal of Gerontology: Medical Sciences, seguire una dieta ipercalorica iperproteica in menopausa aumenta il rischio di osteoporosi. I ricercatori sono giunti a questa conclusione dopo aver analizzato i dati relativi a due studi: il primo vedeva coinvolte 28 donne in postmenopausa di età compresa tra i 43 e gli 80 anni, quindici delle quali dovevano seguire una dieta senza carne nella quale le uniche fonti di proteine erano legumi, latticini e uova che rappresentavano il 18 per cento dell’introito calorico.

Le restanti 13 partecipanti seguivano invece una dieta composta al 30% da proteine, il 40% delle quali proveniva da carne di maiale magra e il 60% da legumi, latticini e uova. Al temine delle 12 settimane di sperimentazione tutte le partecipanti, di entrambi i gruppi, erano dimagrite in media di 8 chili e mezzo, ma quelle che avevano seguito un regime alimentare maggiormente proteico mostravano una demineralizzazione ossea.

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Dieta, quattro donne su dieci ingrassano

Mettersi a dieta ferrea e ingrassare; è questo il destino che attende quattro donne su dieci. Almeno tra quelle che per smaltire qualche chilo decidono di seguire regimi alimentari troppo restrittivi. Questo è quanto emerso dall’indagine “Food, Body, Mind”, commissionata dal Jenny Craig weight management programme, i cui risultati sono stati pubblicati sul britannico Daily Mail.

L’indagine ha coinvolto un campione di 2000 donne fra i 18 e i 65 anni ed ha messo in luce la tendenza ad imporsi regimi alimentari da fame, salvo poi abbandonare tutti i propri “buoni” propositi dopo il primo giorno di dieta (una donna su dieci) o, al massimo, dopo una settimana (due donne su dieci).

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Nuovo anno scolastico: l’alimentazione degli studenti

Il nuovo anno scolastico è ai nastri di partenza ormai per diverse regioni italiane; dopo quasi tre mesi di stop i ragazzi faticheranno un po’ prima di riprendere con i ritmi scolastici. Per sostenerli in questa fase e alleviare lo stress del rientro, una giusta alimentazione è molto importante. I consigli per la dieta ideale arrivano dagli esperti dell’Università delle Scienze di Philadelphia, guidati dalla dottoressa Karin Richards.

Secondo gli scienziati americani, nella dieta per gli studenti alle prese con il ritorno in aula, devono essere sempre presenti le proteine e i carboidrati; le proteine servono per tenere sotto controllo a lungo l’appetito, e i carboidrati, soprattutto quelli complessi come i farinacei integrali, a fornire l’energia necessaria ai ragazzi per affrontare tutte le attività scolastiche.

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L’ultima follia delle stars: la dieta a base di omogeneizzati

Qui su Dietaland ve lo abbiamo detto tante volte: le diete delle stars di Hollywood sono le meno indicate per perdere peso in modo sano e sicuro, in quanto alternano menù da fame a giorni in cui mangiano i cibi dei fast food. Proprio su questa linea si colloca l’ultima trovata in campo alimentare proveniente da Oltreoceano, vale a dire la dieta Baby Food, che consiste nel nutrirsi quasi esclusivamente di omogeneizzati.

Questa dieta così bizzarra è stata ideata dalla personal trainer dei vip Tracy Anderson, la quale ha ideato un regime alimentare composto unicamente da omogeneizzati, pappe di frutta e verdura e purè, senza la minima presenza di cibi solidi che, secondo la Anderson sarebbe in grado di far perdere peso molto velocemente.

Nonostante sia chiaro che la dieta Baby Food sia assolutamente da evitare, pare che sia seguita da molti i vip; i nomi? Nonostante abbia smentito di seguirla, sembra che Jennifer Aniston sia una fan di questa dieta, che seguirebbe per non scomparire accanto alla longilinea Nicole Kidman, con la quale sta per girare un film. Anche la “casalinga disperata” Marcia Cross era stata indicata come seguace di questa dieta a base di omogeneizzati, ma anche lei, come la Aniston, ha smentito.

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Pollo di soia: ecco l’ultimo ritrovato della scienza alimentare

Avreste mai potuto pensare che potesse esistere un pollo di soia? Pare proprio di sì ed è l’ultimo ritrovato della scienza alimentare, realizzato da una ricerca combinata tra il College of Agriculture, Food and Natural Resources e il College of Engineering, e pubblicata sulla rivista scientifica “Journal of Agricultural and Food Chemistry”.

La carne del pollo di soia è simile a quella del pollo tradizionale ma, oltre ad essere accessibile anche a vegetariani e vegani, è utile contro il colesterolo e per rafforzare le ossa. Il pollo di soia deriva dalla farina di soia, e in particolare dalle proteine che essa contiene, che sono state messe in un macchinario che le ha cotte e rese commestibili.

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La dieta intelligente per mangiare a volontà e non ingrassare

Mangiare a sazietà e non prendere un etto. Sarebbe bello no? Bene, sembra che alla realizzazione di questo sogno, che sono (siamo) in molti a condividere, stia lavorando un gruppo di scienziati dell’Università di Aberdeen nel Regno Unito; il professor Julian Mercer, a capo del centro di ricerca sull’obesità del Rowett Institute of Nutrition and Health del già citato ateneo, e il suo team di ricercatori, stanno infatti studiando in che modo il cibo interagisce con intestino e cervello per capire cosa spinge a mangiare di più e, di conseguenza, a mettere su peso.

Ma c’è di più: sulla base dei propri studi i ricercatori intendono creare alimenti che permettano alle persone di alzarsi da tavola pienamente soddisfatti senza ingrassare; infatti alcuni cibi, contenenti dosi significative di proteine, inducono il tanto agognato senso di sazietà prima di altri, ed è proprio sfruttando tale principio che i ricercatori britannici vogliono dar vita ad una linea di alimenti in grado di dare rapidamente le percezione di essere pieni e quindi di mettere fine al pasto.

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Le bibite zuccherate non fanno ingrassare

Sulle bibite zuccherate c’è da sempre una grande varietà di opinioni: c’è chi dice che facciano ingrassare e chi, invece, sostiene che non siano dannose per la linea. Fino ad oggi, l’unica cosa certa era che fossero in grado di ridurre lo stress grazie alla presenza del glucosio che aiuta a gestire le situazioni stressanti; ora, grazie alla ricerca condotta da un gruppo di ricercatori dell’Università Queen Margaret di Edimburgo, pubblicata sulla rivista “Appetite“, si può dire che le bibite zuccherate non fanno ingrassare.

Lo studio è stato condotto con l’ausilio di 53 donne di età compresa tra i 20 e i 55 anni, tutte in sovrappeso, le quali sono state monitorate per cinque settimane, una di base e quattro di test vero e proprio; le pazienti sono state divise in due gruppi e sono state offerte loro quattro bottigliette al giorno di bevande zuccherate o dolcificate con aspartame. Nel periodo dello studio, le donne dovevano tenere un diario nel quale annotare i loro stati d’animo dopo che avevamo bevuto le bevande.

Durante le cinque settimane di ricerca, inoltre, le pazienti dovevano praticare un po’ di esercizio fisico e seguire una dieta. A prescindere dal fatto che al termine dello studio alcune donne avessero preso o perso peso, questi cambiamenti non sembrano imputabili alla presenza di saccarosio.

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Poche fibre e l’intestino si indebolisce

Secondo quanto dimostrato di recente da uno studio italiano, un’alimentazione carente di fibre potrebbe causare disturbi intestinali e indebolire la flora batterica, fondamentale per combattere agenti patogeni quali virus e batteri. I risultati della ricerca, coordinata da Paolo Lionetti, ricercatore dell’Università di Firenze, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Pnas, Proceedings of the National Academy of Science.

Gli studiosi sono giunti a questa conclusione dopo aver analizzato la composizione e le caratteristiche della flora batterica intestinale di alcuni bambini occidentali e averle confrontate con quelle di bambini del Burkina Faso, che seguono un’alimentazione molto differente da quella tipicamente occidentale, se non altro perchè molto ricca di vegetali e cereali. 

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Gratificazione, una dieta troppo ricca di grassi la spegne

Secondo una ricerca condotta presso la University of Illinois di Chicago, negli Stati Uniti, una dieta ricca di grassi riduce la trasmissione celebrale della dopamina, l’ormone coinvolto nei processi neurologici legati a ricompensa e motivazione; di conseguenza all’aumento della gratificazione sperimentato immediatamente dopo la loro assunzione segue, nel tempo, un inesorabile calo.

Lo studio, i cui risultati sono stati presentati a Pittsburg in occasione del congresso annuale della Society for the Study of Ingestive Behavior (SSIB), è stato coordinato dal dottor Mitchell Roitman. I ricercatori hanno condotto i test su topi di laboratorio, divisi in due gruppi: il primo ha ricevuto un’alimentazione ricca di grassi, il secondo ha seguito una dieta più equilibrata; entrambi sono stati sottoposti, a distanza di due e sei settimane, a misurazioni dei livelli di dopamina emessi dal corpo striato, una regione del cervello.

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Alimentazione estiva e salute, le regole del ministero

Tra tutte le regole per mangiar bene e mantenersi in forma che gli esperti hanno voluto donarci in questa estate neppure troppo rovente, non potevano mancare quelle del Ministero della salute, che in questi giorni ha diffuso otto semplici indicazioni per fare in modo che la nostra dieta estiva non si tramuti in un nemico per linea e benessere, infatti, come spiega in una nota il sottosegretario alla Salute Francesca Martini:

D’estate, per le tipiche condizioni climatiche e l’esposizione al sole, la razione alimentare deve apportare calorie e nutrienti in quantità commisurate all’effettivo fabbisogno individuale, ma anche bilanciare adeguatamente l’equilibrio idro-salino dell’organismo. Per questo abbiamo voluto indicare 8 semplici regole per impedire che alimenti e comportamenti si trasformino in potenziali “nemici” per la salute

Vediamole:

Non saltare mai i pasti:

In estate, stagione in cui le giornate sono più lunghe, generalmente si fa più movimento e si dorme meno. Per questa ragione è particolarmente importante non saltare i pasti, ma mangiare poco e spesso. Sia per non sentirsi appesantiti che per rimanere in forma, condizione necessaria per seguire uno stile di vita attivo. Nei mesi estivi il nostro organismo è esposto a temperature elevate e per non sentirsi privi di forza un pronto rifornimento di energia e di nutrienti può essere fornito da tutti gli spuntini a base di frutta, verdura, yogurt, formaggi freschi e leggeri, carne magra e pesce cotto alla griglia.

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Una dieta dietro l’altra e aumenta il rischio di obesità

Può apparire contraddittorio, ma seguire una dieta dietro l’altra espone al rischio di diventare obesi. Ad affermarlo sono gli esperti dell’Ospedale Sacco di Milano, Fulvio Muzio e Michela Fiscella, del Servizio di dietologia e nutrizione clinica, che precisano:

Per cali ponderali consistenti è sempre consigliabile rivolgersi a uno specialista perché il modo migliore per diventare obesi è proprio fare molte diete. Per chi invece deve perdere pochi chili, il consiglio è seguire poche e semplici norme, mantenendo un’alimentazione equilibrata

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Un mondo senza carne sarebbe davvero più pulito?

Secondo gli ambientalisti eliminare la carne dalla dieta aiuterebbe a ridurre l’impatto dell’uomo sull’ambiente; tuttavia, secondo un’inchiesta realizzata da New Scientist, non è affatto sicuro che un mondo senza carne sarebbe più pulito. Questo, fermo restando che i 280 milioni di tonnellate di carne, 700 milioni di tonnellate di latte e 1,2 miliardi di uova consumati nel 2008 in tutto il mondo (dati Fao) hanno comportato un enorme costo per l’ambiente.

Infatti l’uso dei combustibili per i trattori, i pesticidi e i fertilizzanti immessi nei suoli, con la conseguente contaminazione delle acque, contribuiscono non poco all’inquinamento ambientale. A questi va poi ad aggiungersi l’enorme quantitativo di combustibile necessario per il trasporto della carne, l’erosione dei suoli causata dal calpestio degli animali, la distruzione di boschi e foreste per far posto ai pascoli e l’immissione di metano nell’atmosfera da parte degli animali da allevamento, oltre all’ingente quantità di grano necessaria per il loro nutrimento. Per non contare poi che l’uso massiccio di antibiotici nell’allevamento del bestiame rende i batteri più resistenti ad essi con ricadute negative sulla salute dell’uomo.

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Stili educativi, in che modo influenzano le abitudini alimentari dei figli

Se mamma e papà adottano uno stile genitoriale autorevole gli adolescenti mangiano meglio. Questo è quanto emerso da una ricera condotta presso l’Università del Minnessota i cui risultati sono stati pubblicati sul Journal of the American Dietetic Association. Nel corso dello studio i quattro stili educativi dei genitori: autoritario, autorevole, permissivo e negligente, sono stati messi a confronto con le abitudini alimentari di 1.600 studenti delle scuole medie e 3.000 studenti delle superiori che stavano partecipando al Progetto EAT (Eating Among Teens) dell’università statunitense.

I risultati hanno dimostrato che lo stile genitoriale più efficace per insegnare ai figli a mangiare in maniera sana ed equilibrata è quello autorevole, da non confondere con lo stile autoritario, tipico di figure genitoriali che esercitano un risoluto controllo sui figli, pur non ricorrendo alle maniere forti, e incoraggiano il dialogo, esprimendo allo stesso tempo in maniera calorosa il proprio affetto.

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La dieta a base di insetti: la nuova frontiera alimentare secondo la scienza

Che la notizia fosse destinata a fare il giro del mondo era prevedibile e soprattutto inevitabile perché, nonostante il monito venga dalla scienza, pare assumere i toni di una provocazione; l’assunto in questione è il risultato di una ricerca di un entomologo belga che sostiene che una dieta a base di insetti sarà l’alimentazione del futuro, in quanto consentirà di sfamare la popolazione mondiale in modo naturale e di combattere l’inquinamento ambientale.

Questa discussa considerazione arriva da una ricerca condotta dal dottor Arnold Van Huis, entomologo dell’Università di Waningen, in Belgio, e presentata alle Nazioni Unite. L’idea del dottor Van Huis si basa sul fatto che nel mondo la popolazione cresce ogni giorno di più e che, quindi, aumenta anche il fabbisogno alimentare, soprattutto di carne.

Ecco come spiega questo fenomeno il dottor Van Huis:

C’è una crisi della carne: la popolazione mondiale crescerà da 6 a 9 miliardi entro il 2050 e sappiamo anche che il consumo di carne è aumentato drasticamente: 20 anni fa la media era 20 kg ora è di 50 e sarà 80 nei prossimi 2 anni. Se continuerà davvero in questo modo, avremo bisogno di un altro pianeta.

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