Il rientro dopo le vacanze: cambiare per mantenere il peso forma

rientro dalle vacanze

Il miglior proposito per settembre? Inserire quante più novità nella propria giornata.Uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Washing­ton ha messo in luce il rapporto che esiste tra l’atteggia­mento mentale e il sovrappeso. Chi ingrassa detesta la vita statica, abitudinaria, ed è sempre alla ricerca di cose nuove. Non solo: è anche attratto da cibi di­versi, cucinati ogni volta in modo più gustoso. Questo spiega perché le diete falliscono: costringono a man­giare in modo ripetitivo cibi poco conditi e quindi poco piacevoli.

Così le diete vengono vissute come una penitenza, una routine, un obbligo. Sono il nemico numero uno per chi vuole dimagrire per davvero. Chi cerca le novità ha uno spirito libero e questo deve essere stimolato e non regolamentato con costrizioni o doveri da seguire, come accade nei regimi dieterici. Bi­sogna assecondare il bisogno di novità e non bloccarlo: esattamente il contrario di quello che suggeriscono certi nutrizionisti, che conoscono poco la psicologia del sovrappeso.

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In forma dopo le vacanze: quali alimenti scegliere

in forma dopo le vacanze

Se per tutta l’estate vi siete date alla pazza gioia con gelati e cocktail rinfrescanti ma ricchi di calorie, ora è venuto il momento di riempire il frigo di frutta e verdura di stagione: vi aiuteranno senz’altro a tornare in forma e a buttare giù quei due chiletti ricordo delle vacanze.

Scopriamo insieme quali sono i benefici dei prodotti autunnali.

Mele: le mele sono ritenute da molti studiosi un valido aiuto contro il rischio di tumori, disturbi cardiovascolari, asma e diabete; sono piene di fibre e possiedono pochissime calorie: semplicemente perfette!
Pere: aiutano la funzionalità polmonare riducendo il rischio di asma; inoltre combattono, grazie ai flavonoidi e agli acidi organici deboli, l’azione acidificante di alcuni alimenti di origine animale.

Fichi: sono una vera e propria mamma contro la stitichezza e sono d’aiuto anche contro le bronchiti. Sono più calorici di altra frutta, ma sono sempre più nutrienti di una merendina.
Uva: ricca di antiossidanti, possiede proprietà antitumorali, antinfiammatorie e protettive dell’apparato cardiovascolare. Ha anch’essa un effetto anti stipsi, grazie alla presenza di fibre e acido tartarico.

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Smaltire qualche chiletto dopo le vacanze? Ecco i cibi meno calorici da portare in tavola

calorie verdure

Fermo restando che non esistono cibi che fanno dimagrire, il miglior modo per smaltire qualche chiletto di troppo, magari messo su durante i bagordi estivi, rimane eliminare dalla propria dieta alimenti troppo grassi e calorici e preferire a questi cibi che apportino una quantità di calorie contenute offrendo al tempo stesso il giusto nutrimento per garantire un buono stato di salute. Sappiamo però che una dieta corretta si fonda sull’equilibrio bilanciato dei nutrienti principali: carboidrati, proteine e grassi cui vanno aggiungersi vitamine e sali minerali, contenuti questi ultimi soprattutto in alimenti di tipo vegetale.

E sono proprio i vegetali, frutta e, soprattutto, verdura gli alimenti meno calorici che ogni giorno portiamo in tavola. Quindi, se il vostro problema è rappresentato da qualche chilo in più in assenza di problemi importanti di sovrappeso o se desiderate depurarvi un pò, un buon modo  per raggiungere lo scopo dopo gli eccessi di queste ultime ferie estive è  quello rivolgervi a questo tipo di alimenti aumentandone le porzioni ad ogni pasto principale o preferendoli come spuntino.

Di seguito una piccola tabella calorica delle verdure:

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Gli additivi negli alimenti possono causare ansia

Bando ai cibi pronti, ridurre gli alimenti più eccitanti (caffè, alcol e sale), maggio­re impegno nell’attività fisica e tanto relax. Ecco la ricetta per vincere l’ansia! Per quanto riguarda l’alimentazione, è necessario limitare l’assunzione di cibi che contengono additivi, quelli che au­mentano la quantità di istamina nell’orga­nismo (cioccolato, crostacei, vino bianco ecc.) e gli alimenti stimolanti perché con­tengono caffeina (caffè,tè, bevande a ba­se di cola). Vanno evitati, in particolare, i cibi ricchi di glutammato (un aminoacido che danneg­gia il sistema nervoso), come gran parte dei piatti pronti industriali che, tra l’altro, contengono anche sale modificato, non percepito dal palato ma di sicuro impatto sul sistema nervoso (utilizzato per creare maggior piacere e quindi “dipendenza”).

Da preferire, invece, cibi dall’azione “calmante” sul sistema nervoso, come le verdure e i carboidrati integrali. Le proteine della carne e del pesce non vanno assolu­tamente eliminate, perché giocano un ruo­lo fondamentale nell’equilibrio biochimico delle persone ansiose. Naturalmente si sceglieranno carni bianche, che affatica­no meno l’organismo perché più povere di tossine, e i pesci ricchi di acidi grassi essenziali (pesce azzurro, salmone ecc.) che proteggono nervi e cervello. Alti o bassi che siano, i picchi di glicemia nel sangue provocano vere e pro­prie modificazioni nel tono dell’umore.

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La dieta per i bambini che fanno sport

dieta sportiva x bambini

Spesso dopo la scuola nel pomeriggio prima di tornare a casa i bambini vanno a fare della sana attività fisica. Corsi di nuoto, partite di pallavolo e di calcio sottopongono i piccoli a sforzi fisici notevoli che, se molto utili al loro sviluppo, sono comunque dispendiosi per il loro fisico ancora acerbo.

I bimbi, inoltre, sono sempre più abituati a regimi alimentari squilibrati, dove le troppe proteine, soprattutto di origine animale, i grassi saturi e gli zuccheri, dolci e merendine, la fanno da padrone, a discapito dei carboidrati complessi, pasta e riso, vitamine e gli oligoelementi contenuti in frutta e verdura. Ma come rimediare allora a questi errori di tipo alimentare e culturale?

Il ritorno al regime scolastico abbinato a uno sport non agonistico praticato nel dopo scuola può darci una mano a riabituare i piccoli ad una corretta alimentazione che permetta di mantenere il loro peso corporeo nei limiti, aumentando il consumo di fibre e riducendo allo stesso tempo quello di grassi e colesterolo e l’eccesso di zuccheri semplici e di sale.

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Muesli, calorie e caratteristiche nutrizionali

muesli

Il muesli che troviamo attualmente in commercio è una miscela di cereali, frutta secca, semi oleosi e miele (in genere avena, uva sultanina, mele, banane, nocciole e mandorle) che viene aggiunta a latte o yogurt per essere consumata durante la prima colazione o come spuntino. Potremmo dire che il muesli come lo conosciamo oggi rappresenta un’evoluzione della ricetta originale messa a punto dal medico svizzero Max Bircher Benner oltre 100 anni fa.

Se fatto con ingredienti sani e genuini e senza aggiunta di conservanti e coloranti, il muesli rappresenta un alimento nutrizionalmente molto valido: ricco di fibre, carboidrati, proteine, vitamine, sali minerali e grassi buoni, vanta anche un elevato potere saziante. Il suo apporto calorico varia a seconda degli ingredienti utilizzati (noci e pinoli ad esempio possono sostituire o aggiungersi a mandorle e nocciole), ma si aggira in genere fra le 300 e le 400 calorie per 100 grammi di prodotto.

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Latte e latticini bio per i bambini

latte e latticini biologici

L’ossatura di bambini e adolescenti è in continuo sviluppo e ha quindi bisogno ogni giorno di un’adeguata quantità di mi­nerali, soprattutto di calcio, il principale nutrimento delle ossa. Secondo alcuni studi, passando dall’infanzia all’adolescenza, quasi la metà dei ragazzi salta un pasto importante e appena il 50% dei maschi e il 41% delle femmine beve a colazione latte (la principale fonte di calcio).

I bambini con un’età compresa tra i 4 e gli 8 anni necessitano di 800 mg di calcio al giorno, mentre la quantità necessaria ai ragazzi nella fascia di età che va dai 9 ai 18 anni è di 1.300 mg al giorno. Un bicchiere di latte biologico (privo di ormoni sintetici, antibiotici e additivi vari) apporta circa 300 mg di calcio ed è un modo intelligente per far assumere ai bambini la dose necessaria di questo minerale. Anche lo yogurt e i for­maggi biologici sono alimenti adatti per fare scorta di questo prezioso minerale.

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Digestione: i consigli per stare meglio

digestione

Da tempo la scienza ha evidenziato un legame tra lo stomaco e il cervello, i quali riescono a stare in contatto attraverso dei mediatori chimici, cioè delle sostanze che hanno il compito di trasmettergli impulsi nervosi.

In alcune persone questo legame è molto stretto e può bastare un contrattempo o una giornata particolarmente stressante per far sì che le tensioni arrivino alla pancia e diano il via ad una serie fastidi: digestione difficile, gonfiore o dolore nella parte superiore dell’addome, bruciore alla  bocca dello stomaco, eruttazioni, nausea e mal di testa.

Questi disturbi, però, possono anche essere causati da cattive abitudini alimentari, come consumare pasti abbondanti o ricchi di grassi, cenare tardi o andare a letto subito dopo mangiato. Se il problema si manifesta solo occasionalmente ed è legato allo stress, può essere sufficiente adottare dei trucchi antiansia.

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Grassi

grassi

Detti anche lipidi, i grassi sono sostanze nutritive che svolgono nell’organismo una funzione energetica, limitano la dispersione di calore e isolano termicamente il corpo dall’ambiente esterno. Essi partecipano inoltre alla formazione di ormoni e cellule e sono indispensabili per l’assorbimento delle vitamine A-D-E-K-F.

Distinguiamo grassi di origine animale e vegetale:

Grassi di origine animale: lardo, burro, strutto

Grassi di origine vegetale: margarina, oli vegetali.

Mentre dal punto di vista calorico i grassi apportano sostanzialmente la stessa quantità di calorie (9 Kcal per grammo), dal punto di vista nutrizionale essi si differenziano per la qualità degli acidi grassi presenti e per la presenza o meno di colesterolo. Una volta ingeriti infatti i grassi vengono scissi in acidi grassi (saturi e insaturi) e glicerina.

Mentre gli acidi grassi saturi, contenuti nel burro, nel grasso di maiale, nella margarina e nell’olio di semi di arachide, sono più difficili da digerire, gli acidi grassi insaturi, contenuti nell’olio di oliva, nell’olio di mais, nell’olio di soia e nell’olio di fegato di merluzzo, risultano più salutari proprio grazie alla loro maggiore digeribilità e all’assenza di colesterolo, presente esclusivamente negli acidi grassi saturi.

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Castagne, calorie e valori nutrizionali

castagne

La castagna è il frutto del castagno, albero appartenente alla famiglia delle Fagaceae cui appartengono anche querce e faggi. Più precisamente esiste una distinzione fra castagne e marroni: le prime sono il frutto dell’albero allo stato selvatico, mentre con i secondi si fa riferimento ai frutti dell’albero coltivato. In ogni caso, la castagna è un frutto tipicamente autunnale dalla cui lavorazione si ricavano alimenti disponibili tutto l’anno quali la farina di castagne, la marmellata di castagne e le tipiche castagne secche.

Si consumano soprattutto arrostite e bollite e rappresentano un alimento nutrizionalmente molto valido: le castagne infatti sono ricche di carboidrati, fibre, vitamine e sali minerali e risultano altamente digeribili. La cottura però ne altera l’equilibrio poichè trasforma gli amidi in zuccheri semplici conferendole così il sapore zuccherino tipico e rendendole sconsigliate a chi è affetto da diabete.

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Per utero e ovaie infiammate oli vegetali, di pesce, zenzero e pepe nero

alimenti durante il ciclo

Pesce, enotera, borragine e lino sono gli oli indicati in caso di sindrome premestruale (SPM), perché apportano acidi grassi es­senziali antinfiammatori. Uno studio danese ha messo in evidenza che le donne che assumono integratori a base di Omega 3 (ac­compagnati da vitamina B12) hanno cicli mestruali meno dolorosi. Numerose ricerche, inoltre, suggeriscono che una dieta integrata con 40 mg di GLA (acido gamma-linolenico, nell’olio di borragine e di enotera) alla settimana può ridurre sensibilmente i tipici sintomi della SPM.

Assumi l’olio di pesce, di borragine o di enotera come integratore, mentre puoi usare l’olio di lino come condimento, purché a freddo. Lo zenzero è un antinfiammatorio generale molto efficace. La radi­ce polverizzata (ne basta mezzo cucchiaino al giorno), in infusione o miscelata al miele, contiene molecole antistaminiche e sostanze sedative naturali che diminuiscono la percezione del dolore. Una volta assorbiti, i principi attivi dello zenzero presentano una buo­na attività antidolorifica grazie all’inibizione delle ciclossigenasi e lipossigenasi, due sostanze che aumentano il numero delle cellule infiammatorie.

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Fame notturna: ecco le cause

fame notturna

Tra i disturbi del comportamento alimentare c’è anche la fame notturna, cioè quell’incontrollabile languorino che assale nelle ore notturne. Anche chi non ha mai seguito una dieta sa benissimo che a cena è meglio mangiare leggero perché nel sonno si bruciano pochissime calorie, e quindi, tutto il cibo accumulato diventa grasso, sono, quindi, assolutamente vietati gli spuntini notturni.

Ma perché la fame assale all’improvviso e spinge ad assalire il frigo partendo dallo yogurt fino ad arrivare alla pizza surgelata? Tutto questo, poi, per tornare a letto pieni di sensi di colpa e di insoddisfazione. Da una ricerca è emerso che nel mondo occidentale due persone su 100 soffrono di questo disturbo, chiamato più propriamente N.E.D., Night Eating Disorder, cioè disordine alimentare notturno.

Affinché si possa parlare di affezione, l’attacco deve presentarsi almeno un paio di volte alla settimana, per almeno tre mesi consecutivi e può avere tanti motivi: da quelli semplici legati alla dieta, a quelli più complessi,di ordine patologico-fisico, o puramenti psicologici. Il più delle volte, però, lo spuntino notturno è legato ad un’abitudine acquisita nel tempo dalla quale è difficile staccarsi se non con volontà e disciplina.

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Le diete monocibo, dimagrire annoiandosi

dieta monocibo

Le cosiddette diete monocibo sono quelle che prevedono, per un periodo variabile di tempo, il consumo di un solo alimento o di una sola categoria di alimenti (frutta, verdura, latte e derivati e così via) allo scopo di perdere peso velocemente. Occorre però fare una distinzione fra le diete monocibo in senso stretto, in cui ci si attiene scrupolosamente all’indicazione di consumare solo un tipo di alimento, e le diete in cui un cibo (in genere ipocalorico) è prevalente rispetto a tutti gli altri. In questo ultimo caso si tratta infatti di comuni diete ipocaloriche sicuramente meno squilibrate rispetto alla forma più restrittiva.

Il parere dei nutrizionisti su questo tipo di dieta è infatti piuttosto negativo, infatti se osservare per pochi giorni una dieta monocibo può essere ritenuto, pur con molta cautela, un valido ausilio per depurare un pò l’organismo (soprattutto se il cibo in questione è un vegetale o frutta e verdura più in generale), alla lunga può rivelarsi dannoso e dare luogo a gravi carenze e squilibri nutritivi, se non addirittura a vere e proprie intolleranze alimentari.

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Menù contro la sindrome premestruale

menù per la sindrome premestruale

I segni sono inconfondibili: turgore e tensione al seno, associati spesso a viso, gambe, mani e addome gonfi. Mal di testa, fame smodata di carboidrati, in particolare di cioccolato, e poi irritabilità, stanchezza, facilità al pianto e a prendere peso…sono alcuni dei principale sintomi della sindrome premestruale che affligge la maggior parte delle donne in età fertile. Le cause non sono ancora del tutto note, anche se recenti studi la collegano a ridotti livelli di serotonina, un neurotrasmettitore la  cui carenza spiegherebbe la comparsa di sintomi legati alla sfera emotiva (irritabilità, ansia, depressione….).

L’alimentazione in questi casi, è parte integrante della cura, se non addirittura l’unica terapia da adottare ( salvo diversa indicazione del medico). Evitare o ridurre i sintomi della sindrome premestruale (SPM) è possibile se assumiamo le sostanze giuste, prima di tutto con la dieta e poi, se necessario, anche con un’eventuale integrazione. Eccole le principali:

Gli acidi grassi essenziali Omega 3 e Omega 6 (GLA) sono precursori di importanti eicosanoidi, sostanze con potente azione ormonale. Un loro apporto adeguato nella dieta può favorire il mantenimento dell’equilibrio ormonale e ha effetti antinfiammatori. Questi acidi grassi si trovano nel pesce e nei semi oleosi.

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Pausa pranzo, ecco i consigli per un pasto equilibrato

pausa pranzo

Per tutte le persone che lavorano fuori casa alle ore 13,00 di ogni giorno si pone un delicato interrogativo: dove e cosa mangiare durante la pausa pranzo? Escluse le più fortunate che hanno il tempo di tornare a casa per il pranzo, tutte le altre devono adattarsi a mense, bar e fast food, dove la regola è consumare un panino al volo con il risultato di accumulare un paio di chili di troppo o di seguire un’alimentazione poco equilibrata.

Districarsi nella giungla dei piatti pronti non è impossibile, basta conciliare la pausa pranzo con la linea; se avete la possibilità di pranzare in mensa o in trattoria, basta evitare le pietanze troppo elaborate e sarà facile concedervi un pasto equilibrato. Innanzitutto potrete consumare i carboidrati: orientatevi tra 70 g. di pasta o riso o 200 g. di patate, in modo da assicurarvi energia sufficiente per il resto della giornata, poi completate il menù con carne, pesce oppure due uova per le proteine e verdura e frutta per incamerare fibre, minerali e vitamine.

Se invece siete costretti a pranzare al bar non fatevi tentare dai panini eccessivamente farciti o dalle insalatone che contengono di tutto, perché potrebbero nascondere diverse calorie extra; la scelta giusta è una piadina con mozzarella e pomodoro, oppure un panino imbottito con bresaola e grana, prosciutto e insalata, oppure pollo alla piastra e verdure grigliate. Va bene anche l’insalatona a patto che sia preparata con l’aggiunta di un solo ingrediente come prosciutto o formaggio ed accompagnata da 60 g. di pane. Completate il pasto con una macedonia senza zucchero oppure con una spremuta d’arancia.

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