La dieta della nicchia ecologica a basso indice glicemico

indice glicemico

Oggi tutti gli amidi raffinati e gli zuccheri aggiunti contenuti nei prodotti alimentari commerciali, come il saccarosio presente in dolci e bevande, fanno sì che il glucosio, che è lo zucchero pre­sente nel nostro sangue, au­menti troppo come quantità, troppo in fretta e per un periodo di tempo troppo breve per poi crollare bruscamente nella fa­mosa “crisi ipoglicernica” che scatena la fame. Quindi non so­lo l’eccesso di glucosio nel san­gue fa ingrassare, ma paradossalmente aumenta anche la sensazione di fame. Questi cibi con farine raffinate e con troppi zuccheri aggiunti non sono mai stati presenti nella nic­chia ecologica alimentare naturale dell’uomo.

Per questo dovrebbero essere eliminati e so­stituiti da cibi che fanno alzare il tasso di glucosio nei sangue in quantità moderata, lentamente e per lungo tempo, come verdu­ra (da mangiare in grande quan­tità), frutta, legumi e cereali inte­grali (questi ultimi, invece, da consumare in quantità limitata). Questi cibi vengono detti ‘a basso indice glicemico’. Una dieta a basso indice glice­mico, come è appunto la DNE, favorisce una glicemia né trop­po alta né troppo bassa, rallenta il tempo di assorbimento intesti­nale, prolunga il senso di sazie­tà e nello stesso tempo permet­te di bruciare la massa grassa in eccesso.

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Sei a dieta? Via libera al chewingum

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Masticare il chewing-gum aiuta a rimanere in linea. Incredibile, ma vero. Lo rivela uno studio condotto dalla dott.sa Kathleen Melanson, ricercatrice dell’University of Rhode Island, a Washington, presentato al congresso dell’Obesity Society americana, dove ha fatto scalpore, secondo il quale masticare il chewing–gum ridurrebbe le calorie introdotte ai pasti e aumenterebbe il consumo di energia. La ricerca, infatti, dimostra che basta masticare una gomma al mattino per introdurre 68 calorie in meno a mezzogiorno.

Inoltre, nonostante si faccia un pranzo più leggero, nel pomeriggio non si viene presi dai morsi della fame né vien voglia di rimpinzarsi di snack o altri cibi fuori orario, molto dannosi per la linea. Masticando chewing-gum si ha semplicemente meno fame. Si parla principalmente di chewing-gum senza zucchero naturalmente, specifica la dott.sa Melanson. Che rincara la dose osservando come pure il dispendio energetico aumenti nei veri e propri masticatori di gomme. Infatti quando si mastica la gomma prima e dopo mangiato si spende un 5 per cento di energia in più rispetto a quando non si mette in bocca un chewing-gum.

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Dieta di marzo per cominciare a rimettersi in forma!

Approfitta del cambio di stagione per cambiare ritmo alla tua vita e forma al tuo corpo: ti aiutano i nuovi sapori e un atteggiamento concreto e pratico nei confronti del sovrappeso. Ecco come fare:

Peperoncino per tutto il mese: se ami la cucina saporita, questo mese arricchisci i tuoi cibi con un pizzico di peperoncino (soprattutto quello rosso), che fluidifica la circolazione e ha una notevole attività termogenica che aiuta a smaltire i cuscinetti. Aggiungilo ai piatti poco prima di completare la cottura, alternando quello in polvere a quello fresco, da affettare finissimo e da aggiungere a sughi, contorni, carne, pesce e anche alla macedonia…

Prova la bomba anticellulite: trita un pezzetto di peperoncino con qualche foglia di basilico, origano, 3 capperi e miscela il battuto con un cucchiaino di aceto di mele e uno di olio d’oliva. Usa il composto per condire: è depurativo e anticellulite.   

Spesso è la durezza con noi stessi che ci trascina verso i peccati di gola e il sovrappeso. Se nonostante gli sforzi non riesci a dimagrire non dipende dal fatto che sei debole: è l’eccesso di rigidità che ti mantiene “pesante”. E la dolcezza che non ti concedi, il tuo corpo la cercherà nei dolci, negli spuntini, nei fuoripasto. Se per comodità sei abituata a riempire il freezer o la dispensa di piatti pronti come pizze, risotti in busta, paste precotte, sformati o zuppe precucinate, questo mese evita di acquistarli o di mangiarli;

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La dieta per prepararsi alla primavera

Fra poco più di due settimane arriverà la primavera e con essa anche le giornate miglioreranno, fino a che i grigiori dell’inverno non saranno che un ricordo. E se la natura si prepara a questo risveglio, anche noi abbiamo il dovere di preparare il nostro organismo liberandolo dalle tossine accumulate durante la stagione fredda.

La dieta per prepararsi alla primavera si avvale di cibi a smaltire le calorie accumulate dalla sedentarietà dell’inverno, come latte di soia, fiocchi d’avena, frutta secca che dà energia, pesce azzurro, che è ricco di sali minerali, acidi grassi e rafforza il sistema nervoso, magari accompagnato da verdure.

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Calcio e vitamina D non servono contro il colesterolo

Secondo i risultati di uno studio effettuato dai medici dell’Albert Einstein College of Medicine di New York e pubblicato sulla rivista scientifica American Journal of Clinical Nutrition, aggiungere più calcio e vitamina D alla dieta non basta a tenere sotto controllo il colesterolo LDL (ovvero il cosiddetto colesterolo cattivo); piuttosto, per raggiungere questo obiettivo, è più opportuno osservare, per tutto l’arco della vita, uno stile alimentare sano e bilanciato e, soprattutto, povero di grassi.

Sappiamo tutti molto bene che l’ipercolesterolemia rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari ed esistono numerose teorie circa le sostanze che possono intervenire sulla colesterolemia modulandola positivamente; fra queste quella secondo la quale calcio e la vitamina D possono intervenire nel metabolismo lipidico con modulazione dei livelli di colesterolo.

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Il peperoncino, termosifone naturale del corpo

Siamo quasi in primavera è vero, ma il clima è ancora freddo. Per combattere le conseguenze dell’esposizione a pioggia, vento e in alcune regioni di Italia anche alla neve, o ad una temperatura molto bassa, ed evitare di prendere raffreddori ed influenze, o semplicemente di infreddolirsi, è necessario migliorare le abitudini alimentari, facendo un più ampio uso di peperoncino.

Lo suggerisce il risultato di uno studio condotto da un team di ricercatori guidati dal dott. Yasser Ahmed Mahmmoud dell’Università di Aarhus, in Danimarca, che dimostra come il peperoncino piccante sia l’unico composto alimentare in grado di attivare in maniera diretta la termogenesi, un particolare processo metabolico che consiste nella produzione di calore da parte dell’organismo, soprattutto nel tessuto adiposo e muscolare, ottenuto attraverso il consumo di grassi, che serve a determinare la temperatura corporea.

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Una dieta senza carboidrati fa male al cuore

In genere, quando si inizia a seguire una dieta, la prima cosa che si tende a fare è eliminare o ridurre in modo drastico i carboidrati, nella convinzione che siano loro i principali responsabili degli accumuli di grasso.

In realtà, eliminare i carboidrati dalla dieta è sbagliato, prima di tutto perché potreste mettere a rischio la salute con le diete fai da te, e poi perché le diete low carb fanno innalzare i livelli di colesterolo cattivo nel sangue, provocando danni al cuore e alla circolazione. Le diete low carb sono quelle che riducono drasticamente i carboidrati dai pasti.

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Riattivare il metabolismo con le prugne secche

Un alto contenuto di minerali, tra cui potassio, magnesio e zinco, rende le prugne secche particolarmente indicate per mantenere il delica­to bilancio dell’equilibrio idroelettrolitico dell’or­ganismo, con benefici effetti sul metabolismo. In più, le prugne secche aiutano a conservare tonici e sodi i tessuti per via delle loro proprietà antiossi­danti dovute alla concentrazione di vitamina A (circa 19 mcg per etto), betacarotene e zinco. Grazie a una nuova tecnica di misurazione chiama­ta ORAC, che determina la capacità di tutte le so­stanze presenti negli alimenti di bloccare i radicali liberi è possibile individuiare le proprietà antiossi­danti di frutta e verdura, ed è inoltre consigliato consumare circa 3000-3500 unità al giorno.

Ebbene: la prugna secca raggiunge ben 5770 unità di ORAC ogni etto. Ne bastano quindi una decina al giorno per evitare smagliature e flaccidità. Per sfruttare al meglio le proprietà lassative delle prugne secche, provate a metterne a bagno 3-4 la sera prima di andare a dormire, per poi mangiarle a digiuno. Il mattino successivo bevendo sia l’acqua di ammollo sia un altro bicchiere di acqua. Attenzione comunque a non esagerare con il consumo di prugne secche, che possono causare effetti indesiderati come diarrea, meteorismo e flatulenza, dovute alla fermentazione zuccherina a livello intestinale.

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La piramide alimentare vegetariana

La Piramide Alimentare Vegetariana, oltre a rappresentare un valido ausilio per chi ha deciso di diventare vegetariano, può essere consultata, e utilizzata, anche da chi non segue, e non intende seguire, una dieta vegetariana ma più semplicemente vuole limitare il consumo di cibi animali allo scopo di tutelare la propria salute, viste le numerose ricerche che attestano come un eccesso di grassi animali esponga pericolosamente al rischio di insorgenza di patologie quali infarto e ictus e addirittura alcuni tipi di cancro.

La piramide vegetariana propone un modello alimentare basato sui seguenti gruppi alimentari:

  • Cereali integrali;
  • Legumi, frutta secca e altri cibi ricchi di proteine;
  • Verdura;
  • Frutta fresca e seccata;
  • Grassi.

I primi quattro gruppi di cibi includono anche i cibi ricchi di calcio, che rappresentano una sorta di gruppo trasversale. Come vedrete per ciascun gruppo viene indicato il numero massimo di porzioni consigliato. Il numero di porzioni di cibi ricchi di calcio consigliato è di otto.

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Come diventare vegetariani

Se avete deciso di diventare vegetariani ma non sapete come fare, ecco a voi alcune utili indicazioni per fare il “grande salto”. Sappiate però che sebbene compiere questo passaggio non sia difficile, esso necessita comunque di una grande forza poichè comporta un cambiamento non indifferente delle proprie abitudini di vita che solo se sostenuti da una valida motivazione è possibile reggere nel tempo.

Vediamo quindi come fare per diventare vegetariani senza “scossoni” e timore di ripensamenti:

Per prima cosa provate ad intercettare alcuni piatti completamente privi di carni che vi piacciono e portateli in tavola più spesso. Non vi sarà difficile, soprattutto se la vostra scelta ricade su una dieta di tipo latto-ovo-vegetariano: è facile preparare zuppe, minestre e primi piatti con verdura anche senza l’aggiunta di alcun ingrediente di origine animale; d’altra parte anche un bel piatto di spaghetti al pomodoro è un piatto vegetariano.

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La cottura in umido

cottura brasata

Oggi continuiamo il nostro viaggio all’interno dei metodi di cottura parlando della cottura in umido; in senso tradizionale, quella in umido è una cottura mista perché prevede che il cibo venga prima rosolato in padella e poi cotto un liquido. Per effettuare questo tipo di cottura si possono usare casseruole, padelle o pentole in terracotta. Le cotture in umido si possono dividere in due gruppi: le cotture brasare e le cotture stufate.

La cottura brasata è un metodo di cottura di origine rurale: non per niente il termine brasato deriva da “brasi” che in piemontese significa braci, in quanto i contadini mettevano il cibo in una casseruola ricoperta di braci. Il brasato viene effettuato in forno, ma si differenzia dall’arrosto in quanto va fatto in un contenitore chiuso che impedisce al vapore di uscire, per cui, il cibo viene cotto in parte per immersione nel liquido di cottura e in parte al vapore.

La brasatura è ideale per la carne, sia rossa che bianca, e per la selvaggina, ma può essere usata per cuocere qualsiasi cibo; in particolare, le carni ricche di tessuto connettivo sono adatte per essere brasate in quanto durante la cottura si inteneriscono e diventano succose; il liquido prodotto dalla brasatura può esser filtrato o usato come accompagnamento. La cottura brasata non è una cottura grassa in quanto è possibile controllare la quantità di grassi aggiunti; la rosolatura può essere fatta con poco olio e il liquido di cottura non necessità di ulteriori grassi.

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Dieta vegetariana e carenze nutrizionali

Appena ieri vi abbiamo parlato dei benefici per la salute ottenibili osservando uno stile alimentare di tipo vegetariano; oggi invece faremo il punto sulle eventuali carenze nutrizionali cui si potrebbe incorrere escludendo dalla propria dieta carni, pesci e persino, nella dieta latto-vegetariana e vegana, i loro derivati.

Le carenze più frequenti in una dieta vegetariana sono quelle di ferro, calcio e vitamine D e B12; ma mentre la carenza di ferro riguarda tutti i vegetariani, quella di calcio riguarda soprattutto chi segue una dieta vegan, che, come abbiamo già visto, prevede l’esclusione dalla dieta anche dei cibi derivati da animali quali latte e uova.

Tuttavia, poichè le fibre e altre sostanze presenti in abbondanza nei vegetali limitano l’assorbimento intestinale di calcio è fondamentale anche per chi segue una dieta vegetariana meno estrema assicurarsi che l’apporto giornaliero di calcio sia sufficiente, mentre i vegan dovranno necessariamente ricorrere a integratori alimentari che contengono questo minerale. Sempre l’esclusione di latte e latticini espone i vegani al rischio di carenza di vitamina D.

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La cura rassodante del cioccolato

cioccolato rassodante

Prima di acquistare il cioccolato sarebbe necessario leggere con cura l’etichetta e verificare il tipo di grassi che contiene: il burro di cacao, estratto con un processo di esposizione ad alte pressioni e temperature, è un grasso per lo più saturo, quindi da questo punto di vista non molto diverso da quelli animali (come il burro vaccino). Però, se questo ingrediente viene sostituito con grassi alternativi, il cioccolato può essere ancora più a rischio, perché rispetto ai grassi vegetali surrogati, il burro di cacao ha il pregio di non contenere grassi idrogenati o nella forma “tran”, che sono no­civi all’organismo.

Per legge, la presenza di eventuali surrogati del burro di cacao va infatti indicata in percentuale, e non deve essere superiore al 5%. Vale la pena di ricordare che tra i principali surrogati di burro di cacao ci sono quello d’lllipè, di karité, il kokum, quello prodotto dall’olio di palma, di colza e di mango e il grasso di shorea: tutte que­ste sostanze appunto possono essere miscelate in parte al burro di cacao, in modo tale da raggiun­gere la componente grassa necessaria per l’impasto del cioccolato. I prodotti con questo tipo di grassi andrebbero evitati. Soprattutto per via dei flavonoidi contenuti nel cacao, che hanno un’azione vaso protet­trice, il cioccolato (soprattutto quello amaro) contrasta l’ossidazione del colesterolo LDL (quello «cattivo”) e previene la formazione di trombi.

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Dieta vegetariana, i principi

dieta vegetariana principi

La scelta di diventare vegetariani può essere dettata da ragioni diverse: alcuni diventano vegetariani per motivi etici, ossia perchè rifiutano di nutrirsi della carne di altri esseri viventi, altri per motivi religiosi, si vedano i seguaci delle religioni orientali, altri ancora per i benefici che seguire una dieta vegetariana può apportare alla salute. A tutte queste ragioni si aggiunge l’evidenza che un regime alimentare che esclude la carne permetterebbe un migliore utilizzo delle risorse alimentari su scala mondiale.

Si pensi infatti che mentre un ettaro di terra coltivato a soia produce 1.800 chili di proteine vegetali, la medesima superficie adibita per il pascolo permette invece di ottenere solo 60 chili di proteine animali; ne consegue che se  tutte le aree dedicate al foraggio per animali venissero impiegate a scopi agricoli, la disponibilità di risorse alimentari aumenterebbe in maniera considerevole.

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Come ridurre la fame e perdere chili

Gli alimenti che possono ridurre il colesterolo “cattivo” (LDL) sono soprattutto quelli ricchi di antiossidanti come i carotenoidi, la vitamina E e C, lo zinco e il selenio. Queste sostanze si trovano soprattutto in avena, fagioli secchi, olio extravergine di oliva spremuto a freddo, aglio, cipolle, mandorle e noci, carote, mele, pesce (specialmente quelli grassi come il salmone o le sardine senza olio, le ostriche e le cozze) e in particolare in tutti i cereali integrali ricchi di fibre solubili (cerca la percentuale di fibre solubili sull’etichetta).

 L’ideale è assumere i cereali grezzi (fiocchi d’avena ma anche pane di segale o riso soffiato) a colazione, con latte vegetale (di riso, soia o mandorle, ottimi anti colesterolo). L’estratto secco di foglie di carciofo (Cynara scolymus) facilita l’azione del fegato ed elimina le ultime tracce di colesterolo. Grazie alla ricca presenza di flavonoidi ha anche una funzione antiossidante. Per un azione potenziata e completa, soprattutto se hai seguito per molto tempo una dieta grassa, più associare il carciofo ai due rimedi (caigua e riso rosso fermentato) .

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Frittata leggera e sgonfiante con ortaggi e spezie

Vi suggeriamo quest’oggi una serie di idee per realizzare delle ottime omelette o frittatine (qualora preferissimo il corrispondente italiano!) da degustare durante un pranzetto o cenetta infrasettimanale. Sono ricette facili e veloci e soprattutto leggere!  

Frittata fontina e salmone: super rassodante

Ingredienti (per una persona)

  •  Un uovo
  • 20 g di fontina
  • 30 g di salmone affumicato
  • 100 g di erbette
  •  un cucchiaio di olio extravergine di oliva
  •  peperoncino e sale q.b.

Preparazione:

Sbattere l’uovo in una ciotola e unire sale e peperoncino. Lessare e strizzare le erbette. Tagliare la fontina a listarelle. Versare l’olio in una padella antiaderente e scaldare. Aggiungere l’uovo sbattuto a cucchiaiate. Far rapprendere bene e scuotere la padella in modo che l’uovo non si attacchi al fondo. Quando l’uovo è rappreso, mettere ai centro le erbette lessate (ben strizzate), la fontina e le fettine di salmone affumicato. Richiudere l’omelette su se stessa e rivoltarla sull’altro lato.

 

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I broccoli, rimedio contro il cancro

I broccoli aiutano a combattere il cancro al fegato. Secondo uno studio condotto in Cina, infatti, il consumo di questi vegetali aiuta l’organismo a eliminare le tossine cancerogene, causa della formazione di questo tipo di male.

Lo studio, condotto da un gruppo di ricercatori della Johns Hopkins University School of Medicine e della Bloomberg School of Public Health, in collaborazione diversi centri oncologici di Shanghai e del Minnesota, è stato eseguito nella provincia di Jiangsu, un’area rurale situata vicino Shanghai in cui la presenza di persone predisposte al cancro al fegato è estremamente alta, a causa del consumo di cibi contaminati con una sostanza cancerogena ambientale. Preparati i germogli di broccoli sotto forma di estratto liquido (ricco di sulforafano glucosinolato), in modo tale da assicurare dosaggi standard, la ricerca ha avuto inizio.

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Attenzione al sangue grasso

ridurre il grasso nel sangue per dimagrire

Un eccesso di colesterolo e trigliceridi nel sangue non solo accelera il deposito di adipe ma rende anche i tessuti flaccidi e atonici. E fa aumentare la fame! Colesterolo, trigliceridi e sovrappeso sono strettamente correlati. Sebbene non tutte le persone con valori elevati di colesterolo e trigliceridi siano in sovrappeso (anzi molte di esse sono del tutto magre perché si tratta di un colesterolo dovuto allo stress), al contrario mol­tissime persone in sovrappeso presentano eleva­ti valori di colesterolo e/o trigliceridi.

 In queste persone una sana alimentazione determina non solo una diminuzione del peso corporeo ma anche una normalizzazione dei livelli di coleste­rolo e trigliceridi. Il colesterolo, in sé, è una sostanza indispensabile per la vita cellulare, in quanto è un costituente fonda­mentale delle membrane cellulari ed è la molecola di base per la produzione degli ormoni sessuali e surrenali, della vitamina D e dei sali biliari. Nel sangue il colestero­lo circola trasportato da particolari proteine:

  •  HDL, lipoproteine ad alta densità, trasportano i grassi dai tessuti peri­ferici al fegato (colesterolo buono)
  • LDL: lipoproteine a bassa densità, trasportano i grassi dal fegato ai tessuti (“colesterolo cattivo”).

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