Restare giovani più a lungo, 10 regole anti-aging

Dopo avervi dato qualche utile consiglio su come contrastare l’azione dei radicali liberi, che cominciano ad accumularsi nell’organismo a partire dai trenta-trentacinque anni di età, e quindi i processi di invecchiamento precoce, oggi torniamo sull’argomento per illustrarvi dieci regole d’oro da seguire perchè le nostre abitudini alimentari quotidiane si trasformi in una vera e propria dieta anti-invecchiamento.

Mangiare solo frutta e verdura fresche di stagione

Portare in tavola solo frutta e verdura di stagione è preferibile non solo perchè la genuinità dei prodotti è maggiormente garantita ma anche perchè i prodotti non freschi o importati dall’altro capo del mondo hanno già perduto il loro contenuto di sostanze anti-ossidanti quando è il momento di consumarli.

Variare la qualità di frutta, verdura e ortaggi

Per garantirvi l’apporto di sostanze anti-ossidanti diverse è necessario variare la dieta, scegliendo di volta in volta vegetali differenti nel corso della giornata e della settimana.

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Attratti dai cibi spazzatura? E’ colpa di un ormone

Vi siete mai chiesti perché siamo irresistibilmente attratti dal junk food, ovvero il cibo spazzatura? Ovviamente perché, ed è inutile negalo, è saporito e più buono di altri alimenti, ma l’attrazione verso pizzette, fritti e snack non è solo questione di gusto o di forza di volontà. Se è vero che il cibo spazzatura crea dipendenza, è vero anche che a spingerci verso questi cibi è un ormone, e in particolare quello dell’appetito, la grelina.

A sostenerlo è uno studio condotto dell’Imperial College di Londra e presentato al 92° meeting annuale della Endocrine Society, tenutosi a San Diego, in California, dal 19 al 22 giugno 2010, e pubblicato sulla rivista “The Endocrine Society”.

I ricercatori, coordinati dal dottor Tony Goldstone hanno condotto dei test su 18 persone, 13 donne e 5 uomini adulti e non obesi; per tre mattine separate i volontari hanno assistito ad alcune immagini, una volta senza aver fatto colazione e due volte 40 minuti dopo averla consumata.

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Tanti stratagemmi per dimagrire

 1)  Finito di mangiare pensa ad altro: se, dopo aver finito il pranzo, hai la (cattiva) abitudine di pensare già a che cosa porterai in tavola a cena, stai attenta: così facendo crei dentro di te uno stato di ansia e di attesa che “accende” la fame ner­vosa e ti fa arrivare al pasto successivo con un appetito spropositato. Pensare troppo al cibo, anche quello che cucinerai e mangerai più tardi, ti intasa di scorie mentali che ti predispongono a ingrassare.

2)  Quando ti alzi da tavola, sparecchia, metti a posto la cucina, allontanati dai fornelli e dedicati ad altro: al tuo lavoro, ai tuoi hobby, a un’attività all’ aria aperta. L’essenziale è staccare la mente dai pensieri alimen­tari. Quando sarà il momento di mangiare un’altra volta, ci penserai.

3) Quando in ferie pasteggi su un’allegra tavola all’aperto, con stoviglie e cibi variopinti, mangi il giusto, ti sazi ma non ingrassi. Usa questo trucco anche a casa: se hai un terrazzo sfruttalo per pranzare fuori, sostituisci piatti bianchi con quelli colorati, metti in tavola dei fiori e cucina le verdure e i frutti dai toni più accesi. Le energie dei colori sono un potente bruciagrassi.

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Mangiare soia fin da giovani riduce il rischio di cancro al seno

Abituarsi a mangiare piatti a base di soia fin da giovani può essere un buon modo per prevenire il cancro al seno, soprattutto se si è predisposti. Ecco quanto scoperto da un team di scienziati del Clinical Genetics Branch Division of Cancer Epidemiology and Genetics, un reparto del National Cancer Institute, negli Usa, coordinati dalla dott.ssa Larissa Korde. In base a quanto emerso da questo studio, un buon apporto di nutrienti della soia fin da giovani può ridurre il rischio di sviluppare il carcinoma mammario, negli anni a venire, da un minimo del 25% fino al 50%.

Ma non è soltanto questo. I ricercatori ricordano come le proteine in isoflavoni della soia inibiscano la crescita di tumori anche negli uomini come il cancro alla prostata. Già alcuni precedenti studi suggerivano come l’andamento del tasso d’incidenza del cancro al seno oscillasse in base alle abitudini alimentari e questo nuovo studio mette l’accento sulle possibilità offerte dal consumo della soia che contiene circa il 40% delle proteine e  degli aminoacidi essenziali dei quali il corpo ha bisogno per mantenersi in buona salute.

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Colite, cibi permessi e cibi vietati

Premesso che la colite è un disturbo di salute che richiede adeguate cure mediche, è del tutto possibile, anzi opportuno e sarà il medico stesso a dirvelo, adottare un regime alimentare utile a ridurne i sintomi. La dieta da seguire in caso di colite non è costituita soltanto da una serie di cibi vietati o da consumare con moderazione ma prevede anche delle indicazioni riguardanti la loro modalità di assunzione e cottura.

Le persone che soffrono di colite, ad esempio, dovrebbero mangiare poco ma spesso per evitare che nell’intestino si accumulino troppe scorie e compaiano sintomi quali spami e dolori e, forse è superfluo aggiungerlo, dovrebbero mantenersi alla larga da fritture privilegiando invece i cibi lessati, cotti al vapore e alla griglia.

Colite, cibi permessi e cibi vietati

Verdure

Subito dopo la fase acuta è consigliabile consumare patate, carote, lattuga e indivia cotte e passate. In seguito è possibile introdurre gradualmente e con moderazione nella dieta asparagi, fagiolini, finocchi, funghi, pomodori, sedano e zucchine, anch’essi cotti. Solo quando le cure prescritte dal medico, unitamente alla dieta, abbiamo portato notevoli miglioramenti sarà possibile tornare a consumare verdure crude e reintrodurre, cipolle, porri, rape e peperoni.

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Niente carciofi per chi soffre della sindrome del colon irritabile

Vi abbiamo già parlato delle tante proprietà del carciofo, un alimento sano che può essere consumato sia crudo che cotto; da crudo può essere mangiato semplicemente condito con un po’ di limone e di olio, mentre da cotto si presta per essere preparato i veri modi tutti molto gustosi, anche se, alcuni studi hanno dimostrato che il carciofo crudo è più digeribile di quello cotto.

Insomma, il carciofo possiede moltissime proprietà, tanto da essere diventato protagonista di una dieta, la dieta a base di carciofi, eppure per alcune persone non è affatto salutare. Infatti per chi soffre di SIL, la Sindrome dell’intestino irritabile, il carciofo può diventare una presenza non proprio gradita nella dieta di tutti i giorni.

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Mettere in mostra i chili in più per apparire più unica e bella!

L’inverno è la stagione più comoda per nascondere i chili in più. Giacconi over size, maglioni lunghi e ampi sono un facile espediente per firmare la tregua con un fisico imper­fetto e chiudere gli occhi su forme abbondanti. D’estate, invece, i veli cadono: i primi caldi ci costringono ad alleggerirci, la moda ci solletica con abiti sagomati, pantaloni super aderenti, tinte luminose. Così, per molte donne, questo è il momento della verità, l’ora di fare i conti coi risultati degli stravizi invernali ma anche con un fisico che non accettano. Può essere un momen­to delicato, in cui si affacciano reazioni depressi­ve che portano a gettare la spugna lamentandosi con frasi come “sono fatta male, nessuna dieta potrà migliorarmi”.

Per cui, tanto vale lasciarsi andare, togliersi tutti gli sfizi e non guardarsi più nemmeno allo specchio… Ma attenzione a non cadere in questa trappola: giugno è l’ultima oc­casione per far prendere all’estate la giusta piega e favorire una naturale perdita di peso. Vediamo come agevolare questo processo. Scoprirsi non vuol dire solo accorciare le gonne o osare una scollatura più profonda;  significa  soprattutto esprimere  la propria personalità. Ti piacciono le borsette retrò? Portale.  Ami un colore che non è di moda? Indossalo ugualmente.

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Mangiare uova causa il diabete o no?

Se pensavate che mangiare uova fosse un rischio perché si potrebbe sviluppare il diabete di tipo 2 potere state tranquilli perché un recente studio ha scoperto che non vi è alcun legame tra questo cibo e il diabete di tipo 2… almeno per ora, forse. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica American Journal of Clinical Nutrition ed è stato condotto da un team di ricercatori del Brigham and Women’s Hospital e del Harvard Medical School di Boston, negli Usa.

Il dott. Luc Djousse e i colleghi hanno coinvolto 3.898 uomini e donne di età superiore ai 65 anni che hanno partecipato al Cardiovascular Health Study. I dati hanno mostrato che durante gli 11 anni di follow-up, tra queste quasi quattromila persone, 313 hanno sviluppato il diabete di tipo 2. I ricercatori analizzando tutti i dati riferiscono di non aver trovato alcun legame tra il consumo di uova e lo sviluppo del diabete di tipo 2 e neanche nei confronti dell’aumento del colesterolo.

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Utili consigli per rimanere giovani

Verso i trenta-trentacinque anni i processi di invecchiamento della pelle cominciano ad avere la meglio sui suoi processi riparativi; in altre parole, a questa età l’organismo comincia a produrre molti più radicali liberi di quanti possa smaltirne attraverso i sistemi anti-ossidanti.

Ne consegue che mentre da un lato le proteine della pelle, collagene ed elastina, iniziano a degradarsi, causando la perdita di elasticità e idratazione del derma, dall’altro inizia il processo di sintesi della lipofuscina, il pigmento delle sgradevoli macchie scure che tipicamente fanno la propria comparsa con l’avanzare dell’età. Quello che accade alla nostra pelle però è solo una parte del più generale processo di invecchiamento che investe l’organismo nella sua interezza.

Se il trascorrere però del tempo non può essere arrestato, tutti quanti noi disponiamo di molti mezzi per far si che tale processo non mostri la sua azione troppo precocemente risultando accelerato. Mentre vi abbiamo già parlato degli effetti anti-invecchiamento di una dieta sana ed equilibrata, ricca di cibi anti-ossidanti oggi vedremo quali precauzioni è consigliabile adottare per mantenere sotto controllo la produzione di radicali liberi da parte dell’organismo.

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Bevande al gusto cola: abusarne fa male ai reni

In estate, mentre il caldo afoso impazza sia in città che al mare, è normale cercare refrigerio in una bibita fresca; da un recente sondaggio è emerso che le bibite più bevute sono quelle gassate al gusto cola, caratterizzate dal colore scuro e dal gusto aromatico e lievemente acidulo.

Molti pensano che queste bevande possiedano proprietà terapeutiche, ovvero che siano utili per combattere il mal di testa o che facilitino la digestione; in realtà queste proprietà non sono mai state dimostrate da studi scientifici. Al contrario, uno studio clinico retrospettivo condotto nei primi anni ’80 nel Nord Carolina e pubblicato nel 2007 nella rivista Epidemiology, ha evidenziato il collegamento tra consumo eccessivo di cola e sviluppo di alcune patologie renali.

Nello specifico, lo studio ha mostrato come la presenza di alcune sostanze usate per preparare le bevande al gusto cola sia decisiva nell’insorgere di disfunzioni legate ai calcoli renali. Lo studio è stato condotto su un campione di volontari di entrambi i sessi e di diverse fasce d’età; una parte di essi beveva più di mezzo litro di cola al giorno, mentre gli altri assumevano altre bevande.

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Contro i fuori pasto e i troppi open bar c’è Fairy lantern

contro i spuntini fairy lantern

Snack, spuntini a tutte le ore, aperitivi, spezzafame: per combattere la fame fuoripasto bastano poche gocce di questa essenza riequilibrante. Adorano il rito dell’aperitivo, condito da stuzzichini ipercalorici. Non si perdono una festa, un party, un brunch domenicale con gli amici o una spaghettata notturna. Sempre con un bicchiere in mano e un piatto pieno nell’altra, molte persone (non solo giovanissimi, ma anche tanti adulti) sembrano alla continua ricerca di oc­casioni sociali e serate in compagnia, e conducono un’intensa vita mondana all’insegna del diverti­mento “a tutti i costi”.

La conseguenza più fre­quente di uno stile di vita e di un’alimentazione così disordinati è quella di “buttar giù”, quasi senza accorgersene, una quantità esagerata di calo­rie tra cibo-spazzatura e superalcolici e di accumulare chili ben difficili da smaltire. Il rimedio ideale per rendere più responsabili queste personalità troppo volubili, infantili e superficiali, è co­stituito da fairy lantern, un fiore californiano che aiuta a rafforzare il processo di maturazione e a sviluppare maggiore buonsenso anche nel rappor­to col cibo.

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Gli estratti di tè verde e nero riducono i danni da radioterapia

E’ risaputo che il tè verde e il tè nero possano essere definiti miniere di proprietà benefiche per l’organismo. Soltanto di recente, però, è stato scoperto che gli estratti del tè verde e del tè nero hanno anche la proprietà di guarire i danni cutanei dovuti a radioterapia, somministrata a pazienti con tumore. È quanto dimostrato dal dott. Frank Pajonk e colleghi, della University of California, a Los Angeles, insieme ad un team di ricercatori  dell’Università di Freiburg, in Germania.

Secondo lo studio pubblicato sulla rivista scientifica Bmc Medicine, l’effetto curativo degli estratti di alcuni tipi di si deve alle proprietà antiossidanti della bevanda che agiscono con una marcata riduzione dei processi infiammatori. Come ben sappiamo le radiazioni somministrate nel corso della radioterapia possono danneggiare la pelle. L’effetto della tossicità della radioterapia sulla cute può durare a lungo, per questo si cercano dei rimedi terapeutici a questo danno collaterale della guerra contro il cancro.

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La dieta Chenot

La dieta Chenot, elaborata dal medico catalano, francese d’adozione, Henri Chenot, è solo una parte di una più ampia disciplina, cui il suo ideatore ha dato il nome di biontologia. Non a caso la dieta, oltre ad assicurare una perdita di peso da due a cinque chili in una settimana, promette anche il raggiungimento di un equilibrio psico-fisico che tiene lontano stress e stanchezza. Secondo Chenot infatti l’aumento di peso è dovuto a uno squilibrio tra mente e corpo causato a propria volta dall’accumulo di tossine nell’organismo dovuto a stress, inquinamento, esposizione ad agenti nocivi.

Per questo motivo la prima fase del programma Chenot (della durata di circa tre giorni) ha scopi depurativi e si basa quindi sul consumo di verdure, riso (con molta parsimonia) e centrifugati di frutta. La fase successiva, della durata di circa un mese, coincide con la dieta dimagrante vera e propria, personalizzata in base al gruppo cui appartiene l’individuo secondo alcuni parametri individuati dallo stesso Chenot, ferme restando tuttavia alcune regole universalmente valide:

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La dieta fusion

dieta fusion

Se vi è venuto a noia il solito piatto di pasta a pranzo o la fettina di carne con insalata a cena e vorreste tanto cambiare menù ma non osate per paura di veder salire l’ago della bilancia, rilassatevi pure, in vostro aiuto arriva la dieta fusion.

Nel caso della fusion, più che di dieta si dovrebbe parlare di regime alimentare, in quanto non si tratta di una dieta dimagrante vera e propria, semmai di una serie di menù che aiutano a mantenere il proprio peso, che non fanno ingrassare e che aiutano a variare l’alimentazione “rubando” piatti alle varie cucine mondiali.

L’anima della dieta fusion sono proprio le cucine dei vari Paesi stranieri, e in particolare quelli con una tradizione culinaria conosciuta anche da noi, come ad esempio la cucina cinese, quella giapponese, l’indiana, la messicana e la greca, che vengono mescolate con alimenti tipici della tradizione italiana.

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Si ingrassa di più con i cibi contaminati

cibi conservati e adipe

Per questo è indispensabile scegliere cibi integri, che non abbiano subito contaminazioni. E tra i migliori materiali per conservare, oggi ci sono i contenitori di metallo di terza generazione. Spesso, come dimostrano le più recenti evidenze scientifiche e in particolare uno studio condotto presso la Washington University School of Medicine di St. Louis, negli Stati Uniti, all’origine del sovrappeso vi è una cattiva funzio­nalità intestinale indotta da squilibri della flora batterica. E nella maggioranza dei casi, secondo la ricerca, chi ingrassa mangia cibi mal conservati che, una volta giunti nell’apparato digerente, sca­tenano meteorismo, gonfiore e affaticano il metabolismo, favorendo adipe e ritenzione.

Anche la confezione di ciò che mangiamo, dun­que, ha il suo “peso” nella tendenza a ingrassare. E per essere certi di non correre rischi uno dei mate­riali più sicuri è il metallo: oltre al “classico” allu­minio, trattato in modo tale che possa essere ido­neo – in fogli o vaschette – al contatto con gli ali­menti caldi e freddi, un ruolo di grande impor­tanza è ricoperto dalla banda stagnata, formata da acciaio dolce (la cosiddetta “latta”) rivestito con uno strato continuo di stagno che protegge gli alimenti dalle alterazioni chimiche in ogni condizio­ne e anche per lunghi periodi.

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Ictus e infarto, ecco i fattori di rischio che hanno in comune

Pressione alta, vizio del fumo, girovita largo, dieta sbagliata (per esempio perchè povera di frutta e verdura e troppo ricca di grassi), vita sedentaria, grassi nel sangue, diabete mellito, alcol, stress e depressione, sono i nove fattori di rischio comuni a ictus e infarto. A dimostrarlo sono stati due studi, condotti dai canadesi Martin ÒDonnell e Salim Yusuf, della McMaster University, presentati durante il Congresso Mondiale di Cardiologia tenutosi nei giorni scorsi a Pechino.

Gli studi, che hanno visto coinvolte circa 21.000 persone residenti in 22 Paesi del mondo, hanno inoltre dimostrato che per l‘ictus ischemico e cerebrale esiste un decimo fattore di rischio rappresentato dalla malattie cardiache. Tuttavia, tali fattori, che sono responsabili al 90% del rischio di infarto e ictus, giocano un ruolo differente nella loro insorgenza:  per esempio, sembra che la pressione alta sia il più importante fattore di rischio per gli ictus mentre i grassi nel sangue rappresentino il più importante fattore di rischio per l‘infarto cardiaco.

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La dieta dei frullati

dieta dei frullati

Qualche giorno fa vi avevamo illustrato le proprietà brucia grassi dei frullati, oggi vogliamo tornare sull’argomento presentandovi una dieta ad hoc, la dieta dei frullati appunto. Per mantenere una linea perfetta è indispensabile consumare molta frutta, ma se non vi piace oppure vi causa gonfiori, l’ideale è assumerla sotto forma di frullato, da preparare con frutta fresca senza l’aggiunta dello zucchero.

Per rendersi conto dei benefici che offre il frullato basti pensare che un solo smoothie, come viene chiamato in inglese, copre più della metà del fabbisogno giornaliero raccomandato di frutta con in più il vantaggio di essere facilmente digeribile e assimilabile per l’organismo.

Per chi soffre di gonfiori addominali quando mangia la frutta, il frullato è la soluzione ideale, in quanto la frutta in purea, e quindi frullata, riduce la possibilità di fermentazione, perché facilita il procedimento di assimilazione gastrica.

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Una dieta sana previene la cataratta

La cataratta è una malattia dell’occhio che provoca un abbassamento progressivo della vista e può portare alla cecità. In Italia, secondo l’Istat, colpisce circa l’8,5% della popolazione anziana. Ma è per forza una condizione inevitabile? A quanto pare, no. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Archives of Ophthalmology, ovvero JAMA, le donne che seguono una dieta corretta vedono ridurre significativamente il rischio di sviluppare la cataratta. Lo affermano i ricercatori dell’University of Wisconsin, negli Usa, i quali hanno condotto una ricerca che ha coinvolto 1.808 donne di età compresa tra i 55 e gli 86 anni che partecipavano al programma Carotenoids in Age-Related Eye Disease Study.

La dott.ssa Julie A. Mares e colleghi hanno analizzato dapprima le risposte ottenute tramite un questionario che verteva sulle abitudini alimentari delle partecipanti. Dopodiché hanno verificato la presenza della malattia oculare. Si è scoperto che il 29% delle donne erano affette da cataratta nucleare in almeno uno dei due occhi. Inoltre il 16% ha riferito di aver subito un intervento per l’estrazione della cataratta.

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