Ingrassare facendo la doccia? Può succedere

Avete mai pensato che solo farvi la doccia possa anche farvi ingrassare? No, lo so. Ci manca solo questo, eppure è così. Non si prende peso lavandosi, ma entrando in contatto con alcune sostanze chimiche, tipiche della maggior parte dei detergenti (dallo shampoo al bagnoschiuma) e dei detersivi (dall’ammorbidente ai banali saponi per lavatrici).

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L’olio di ulivo di Java contro il grasso addominale

L‘olio di ulivo di Java, aiuta a ridurre il grasso addominale, tenendo lontano anche il rischio di diabete e di obesità. La buona notizia arriva da una ricerca dell’Università del Missouri, diretta dal professor Jim Perfield e presentata al recente Diabetes, Insulin Resistance and Metabolic Dysfunction Symposium tenutosi a Keystone, nel Colorado.

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Una dieta grassa danneggia i neuroni che controllano il peso

 

Che mangiare grassi faccia prendere peso non è una novità, anzi direi che lo sanno tutti. La cosa che però mi ha particolarmente stupita è come i grassi influenzino la nostra linea futura. Oltre a predisporci a una serie di malattie cardiovascolari, danneggiano una parte dei nostri neuroni, quelli che regolano il controllo del peso. Insomma, non solo un danno a breve tempo, ma anche a lungo. Questa teoria potrebbe essere, inoltre, la spiegazione al fatto che le persone in grave sovrappeso facciano molta fatica a dimagrire.

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Gelato a “chilo 0” per gli obesi e i diabetici

Da Varese arriva un nuovo gelato pensato per tutte le persone diabetiche e/o con problemi di peso. Si chiama gelato a “chilo 0 “, composto esclusivamente da frutta e fruttosio, senza altri grassi aggiunti o zucchero. Inoltre, verranno usati prodotti del territorio o della filiera agricola italiana.

More, mirtilli, lamponi, fragole, mele, kiwi, pere, pesche, sarà un vero tripudio di frutta. Inoltre, per gli altri gusti verrà usato solo latte fresco appena munto a km zero delle stalle del territorio, sottoponendolo a una sola pastorizzazione per conservarne il più possibile inalterate le caratteristiche nutritive e organolettiche.

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Kebab, fa male alla salute?

Il kebab fa male alla salute. A sostenerlo è la Local Authority Coordinators of Regulatory Services, l’agenzia britannica che fornisce pareri scientifici e consulenze a diverse autorità di controllo. Il kebab, infatti, oltre ad essere una bomba calorica, è un mix esplosivo di grassi e sale. Una porzione media, infatti, conterrebbe tra le 1000 e le 1990 calorie, il 150% dei grassi saturi raccomandati e il 98% della quantità giornaliera di sale accettabile.

Inoltre, il 35% dei panini sarebbe farcito con carne diversa da quella dichiarata. La tradizione, infatti, vorrebbe solamente agnello e manzo, montone o pollo, ma di fatto, sono un’amalgama non facilmente identificabile di tacchino, pecora, vitello, maiale, pollo.

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Ricette light: torta salata ai funghi

La torta salata ai funghi è un piatto molto gustoso, con un buon apporto di fibre alimentari, selenio, vitamina A, che aiuta a tenere sotto controllo i trigliceridi e a regolarizzare l’intestino. Questa ricetta è ideale per chi deve attenersi ad un regime ipocalorico, ma anche per chi vuole mantenersi leggero, ma senza deludere le aspettative del palato!

La torta salata ai funghi è priva di grassi animali e ha un’apporto calorico di 340 chilocalorie a porzione, può essere consumata come piatto unico se accompagnata da un bel piatto di insalata.

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Vincere la stitichezza e il sovrappeso con i frullati

I frullati sono un’arma preziosa contro i chili di troppo, ma anche contro la stitichezza, un problema spesso connesso con il sovrappeso. Una dieta ricca di fibre e di vitamine, accompagnata da tanta acqua e un po’ di sano movimento sono il segreto per avere una forma invidiabile.

Per eliminare più facilmente l’adipe e i ristagni di liquidi, occorre soprattutto fare scorta di bioflavonoidi, di cui l’uva, la melagrana e i mirtilli sono particolarmente ricchi, di vitamine A, C, ed E, ma anche di vitamine del gruppo B, che favoriscono la salute dell’intestino e aiutano a prevenire gli attacchi di fame aumentando il senso di sazietà.

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L’obesità è causa di emarginazione sociale

L’obesità è un grave problema di salute. Questo è un concetto abbastanza appurato e veritiero, le persone con qualche chilo in più devono fare i conti anche con un altro genere di disturbo: la discriminazione. Essere grassi significa essere soggetti a un giudizio molto negativo da parte di chi, purtroppo, ci osserva. Il perché? La nostra società ha dei canoni estetici e in qualche modo tutto è costruito attorno a quelli. A sollevare la questione è Lenny Vartanian della School of Psychology dell’Università del New South Wales, in Australia.

Ha realizzato uno studio durante il quale i volontari hanno dovuto rispondere a una serie di questionari sulla percezione delle persone obese. È risultato che sono particolarmente tenute a distanza, come altri gruppi: fumatori e tossicodipendenti. Forse non ci rendiamo nemmeno conto di questo meccanismo anche perché non è in quello che si dice, ma in come ci si comporta.

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Senza i chili di troppo il cervello lavora meglio

Secondo uno studio della Kent State University, negli Usa pubblicato sulla rivista “Surgery for Obesity and Related Diseases”, senza il peso dei chili di troppo il cervello lavora meglio.

I ricercatori, infatti, hanno studiato gli effetti sulla memoria e sulla concentrazione dei soggetti sottoposti a chirurgia bariatrica, un particolare intervento che permette di perdere peso in maniera graduale o riducendo l’assunzione di cibo tramite la diminuzione della capacità gastrica (interventi di restrizione) o riducendo l’assorbimento dei cibi da parte dell’intestino (interventi malassorbitivi).

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Dieta: per dimagrire, basta dormire bene

Ci credereste mai, se vi dicessero che per dimagrire, basta dormire bene? Dovreste. Le notti passate in bianco, infatti, aumentano lo stress, l’appetito e la voglia di junk food. A sostenerlo, sono un gruppo di ricercatori del Kaiser Permanente Center, che hanno coinvolto ben 500 persone, tra uomini e donne, tutti accomunati da problemi di peso.

I partecipanti del test, hanno dovuto seguire un programma della durata di 6 mesi, che prevedeva un regime alimentare ipocalorico (1500 calorie giornaliere) 3 ore di attività fisica a settimana e 6-8 ore di sonno a notte. Alla fine della ricerca, le persone che avevano affrontato il percorso suggerito dai ricercatori, erano quelle più vicine al raggiungimento dell’obiettivo, ovvero perdere 4 chili in 6 mesi.

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Obesità, pesarsi fa paura a un quinto delle persone

Salire sulla bilancia ad alcuni fa paura. Ci sono persone che non ne posseggono neanche una e soprattutto si rifiutano di controllare il peso: questa è una cattiva abitudine, perché nei Paesi occidentali sta dilagando l’obesità. A mettere i punti sulle “i” è uno studio dell’agenzia inglese Co-Operative Pharmacy, secondo cui molti degli obesi sottostimano la propria condizione. E un quinto delle persone ha paura della bilancia.

Questo strumento è presente in quasi tutte le case: lo si utilizza per pesare i bambini, per gli oggetti (per esempio la valigia prima di andare in aeroporto), gli animali o anche il cibo. È quando tocca al nostro peso, che tutto diventa più complicato e soprattutto si cercano un sacco di scuse: “oggi no, sono gonfio”, “più tardi, ho mangiato troppo”, “sono vestito e la tara sarebbe eccessiva”. Tutte piccole bugie.

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Obesità, il nuovo indice di adiposità corporea

Il rapporto peso-altezza è stato per anni l’indicatore più utilizzato per verificare il sovrappeso.  Alcuni ricercatori della California del Sud, guidati da Richard Bergman, stanno pensando di mandarlo in pensione. Hanno elaborato un sostituto dell’indicatore di massa corporea (IMC o in inglese BMI) più preciso e soprattutto più affidabile. Si chiama BAI, Body Adiposity Index, l’indice di adiposità corporea.

Il BAI tiene in considerazione più variabili: infatti, misura la percentuale di grasso direttamente nelle donne e negli uomini adulti di diversi gruppi etnici. L’indice è stato sviluppato a partire dai dati del BetaGene, uno studio sulla popolazione messicana-americana.  Il rapporto su cui si basa è quello della circonferenza dei fianchi e l’altezza.

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Disturbi alimentari, la tv è nemica della linea

In quasi tutte le case c’è una televisione vicino a un tavolo da pranzo e puntualmente durante i pasti catalizza l’attenzione dei commensali, favorendo l’insorgere di disturbi alimentari. La cosa più tipica è cenare, guardando il telegiornale. È un grave errore, per l’effetto ipnotico della tv che spinge ad avere abitudini alimentari sbagliate: c’è chi, preso dal suo programma preferito, mangia troppo o chi, invece, troppo poco.

Secondo i dati dell’ dell’Osservatorio ADI – Nestlé, il 33% delle persone che consuma i pasti davanti al piccolo schermo è obeso, mentre il 27% è sottopeso, mentre il 30% è in sovrappeso. Le percentuali sono state raccolte su un campione molto vasto, 13 mila persone, durante uno studio per verificare le abitudini alimentari del Paese.

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L’Esercito di donne a dieta dopo le feste

Dopo l’ultimo brindisi di fine anno un esercito di donne, ogni anno, decide di mettersi a dieta. Numerosi studi e ricerche nel sociale tentano ogni anno di rilevare le tendenze di chi si trova o inizia una dieta ricercando i fattori che possano aiutare nel mantenimento della dieta. La Psicologia, da sempre interessata ai fenomeni sociali, ha nel corso degli anni cercato di individuare i motivi dei fallimenti di chi sta a dieta.

Quali sono i fattori che determinano l’insuccesso della dieta? Tra i principali nemici della dieta possiamo ipotizzare la lo scarso coinvolgimento della famiglia nel regime alimentare seguito dalla persona a dieta. La questione potrebbe diventare ancora più difficile se, ad essere a dieta, è anche la persona che in genere si occupa di preparare i pasti per tutta la famiglia. Un buon suggerimento, rispetto a questo aspetto, potrebbe essere il coinvolgimento di tutta la famiglia nell’adozione di uno stile di vita alimentare sano ed equilibrato.

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Alimentazione, la metà dei bambini italiani è a dieta

Purtroppo i nostri bambini tendono a essere un po’ troppo in sovrappeso e quasi sempre la colpa è di un’alimentazione non tanto curata e di uno stile di vita decisamente poco sano. A dirlo è l’indagine conoscitiva sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia realizzata da Eurispes e Telefono Azzurro.

il 53,9% dei bambini intervistati afferma, infatti, di non seguire una particolare dieta alimentare, il 15,3% degli stessi dichiara, al contrario, di dover seguire un particolare regime alimentare, su parere del medico, a causa di motivi di sovrappeso. Questa è una cosa importante, perché significa che i genitori stanno cercando di porre rimedio al problema chi di troppo.

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I chili di troppo migliorano l’olfatto

C’è poco da fare, i chili di troppo non aiutano la linea. C’è però una magra consolazione: le persone in sovrappeso sviluppano un naso sopraffino. A sostenere questa teoria è uno studio della University of Portsmouth (Gb) che dimostra infatti che le persone obese hanno un ‘naso’ particolarmente raffinato e percepiscono molto più nettamente gli odori che provengono dagli alimenti. Ed ecco spiegato perché, spesso, fanno fatica a dimagrire.

Il loro ‘super-olfatto’ li costringe a godere più di altri dei profumi della cucina, captando facilmente nell’aria l’aroma di un pollo arrosto o di una torta al cioccolato. Cosa che rende assai più difficile togliersi dalla mente il desiderio dei piaceri del palato. E forse è anche per questo motivo che molto difficile che le persone brave ai fornelli siano anche snelle.

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Combattere il sovrappeso con la farina di piselli

Combattere i chili di troppo può essere estenuante: ci vuole tanta convinzione, costanza e spirito di sacrificio. Per fortuna la scienza lavora per alleggerirci un po’ la fatica. Una nuova ricerca canadese ha dimostrato che  l’assunzione di un supplemento a base di farina di piselli gialli può modificare l’insulino-resistenza che si verifica quando l’ormone viene rilasciato in misura insufficiente.

Per giungere a questa teoria, i ricercatori dell’Università di Manitoba, Richardson Center for Functional Foods and Nutraceuticals, hanno reclutato 23 persone di ambo i sessi, divise in due gruppi distinti. Il primo è stato invitato a mangiare due muffin al giorno contenenti farina di piselli integrale e frazionata. Al secondo sono stati dati da mangiare due muffin di farina di frumento.

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