Chili con carne, calorie e valori nutrizionali

Ormai la cucina etnica è ampiamente presente nelle nostre tavole e non solo quella di origine orientale come sushi e sashimi, o come i cibi proposti dalla tradizione cinese, anche la cucina tex mex sta prendendo sempre più piede nel nostro Paese.

Con il termine tex mex si indica una cucina che unisce le tradizioni culinarie del Sud degli Usa, influenzati dal Messico, (Mex), con i prodotti alimentari degli Stati Uniti (Tex); uno dei cibi appartenenti a questa cucina è il chili con carne, un piatto molto diffuso negli Usa, ma con origini e definizioni contrastanti; pare comunque che sia divenuto popolare in Texas, precisamente a San Antonio, attorno alla metà del XIX secolo, grazie ad alcune venditrici ambulanti messicane.

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Germogli contro la ritenzione idrica

Ricchi di sali, enzimi e clorofilla liberano i tessuti dall’eccesso di liquidi, sbloccano l’intestino e ti fanno sentire subito sazia. Con il termine germogli si intendono i cereali, i legumi le piante e i semi oleaginosi che hanno subito la germogliazione. Tutti i vege­tali germogliati contengono un potenziale nutritivo straordinario e una carica di energia considere­vole. In effetti in questi piccoli ma potenti alimen­ti è presente un concentrato di vitamine, oligoele­menti, minerali, enzimi e clorofilla, uno dei più importanti riarttivatori metabolici.

La piccola pianta che inizia a germogliare è infatti un embrione che contiene tutta la forza e il poten­ziale vitale della futura pianta. Per questo ogni sin­golo seme racchiude una grande quantità di ener­gia, che si libera attraverso il processo della germi­nazione e che il nostro organismo può assimilare gustando i germogli sotto forma di insalata. I germogli sono più digeribili delle normali insalate: grazie alla crino­gliazione i carboidrati presenti, come l’amido, sono parzialmente trasformati in maltosio, che conferisce ai germogli un sapore un po’ dolcia­stro; le proteine vengono scisse in aminoacidi pronti per essere assimila­ti e vi è anche una migliore assimila­zione di sali minerali e oligoelementi, che possono esplicare meglio la loro azione depurativa.

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La dieta del guerriero

dieta del guerriero

La cosiddetta dieta del guerriero è uno stile di vita alimentare messo a punto dallo statunitense Ori Hofmekler che l’ha descritta, insieme a Diana Holtzberg, nel libro dal titolo The warrior diet. Questo modello si basa sul presupposto che nutrire il corpo assecondando i ritmi circadiani propri dell’uomo primitivo è funzionale al mantenimento della forma fisica e della salute poichè potenzia l’utilizzo dei nutrienti e la trasformazione del grasso corporeo in energia, aumentando allo stesso tempo la resistenza allo stress. Il risultato? Un corpo più forte, più snello, più sano.

Più precisamente il modello di Hofmekler, che si rifà in parte anche agli studi sul digiuno intermittente e sulla restrizione calorica, prevede un solo pasto abbondante al giorno dopo aver praticato 10-12 ore di digiuno o essersi limitati all’assunzione di piccoli spuntini proteici o succhi di frutta o verdura. In queste condizioni l’organismo interpreterebbe il digiuno come una sorta di stato di emergenza e sintetizzerebbe di conseguenza tutta una serie di ormoni che favoriscono la trasformazione dei grassi in energia (ormone della crescita, adrenalina, noradrenalina) e migliorano la risposta del fisico alle circostanze ambientali.

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Ossigenoterapia

Spesso in primavera ci si ritrova con la pelle (del viso e del corpo) asfittica, ingrigita e priva di compattezza, e di elasticità: quando ci liberiamo dagli strati di abiti invernali, appaiono infatti più evidenti i danni prodotti da mesi di esposi­zione al riscaldamento, allo smog, agli sbalzi di temperatura, e soprattutto sono purtroppo ben visibili gli effetti di una cat­tiva ossigenazione dei tessuti.

L’ossigeno, il gas che insieme all’idrogeno ha dato origine alla vita sulla Terra, è uno dei principali carburanti dei nostri tessu­ti e, quando la pelle non ne riceve a suffi­cienza, a perdere compattezza e a non rigenerarsi più, formando smagliatu­re, cellulite e flaccidità. Senza contare che la carenza di ossigeno nell’organismo fa­vorisce anche disturbi digestivi, cattivo funzionamento dell’intestino e conse­guente stipsi, rallentamento metabolico, invecchiamento precoce, calo delle difese e sovrappeso.

 

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Cibi light, sono davvero così leggeri?

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Quando si decide di mettersi a dieta o di cominciare a “darsi una regolata” a tavola, è piuttosto frequente  correre al supermercato a fare una spesa light. In queste occasioni, insieme a frutta, verdura e yogurt, mettiamo nel carrello anche un buon numero di cibi light, ossia quelli che recano sulla confezione la dicitura “senza grassi” o “senza zuccheri” come latticini, bevande, succhi di frutta e persino dessert, caramelle e merendine.

Probabilmente i più credono, in virtù del minore contenuto calorico dato dall’assenza di quei nutrienti considerati nemici della linea per eccellenza, che acquistando questo tipo di prodotto potranno concedersi qualche sfizio e sentirsi meno tristi e angosciati (stati d’animo che spesso accompagnano il cammino verso il peso forma) almeno a colazione e merenda. Peccato però che, al di là di quanto dichiarato in pubblicità e sulle etichette,  in questo tipo di cibo di light, spesso e volentieri, c’è poco o nulla.

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La dieta Clean Eating, ovvero “mangiare pulito”

Vi siete mai chiesti come fanno donne bellissime del calibro di Jennifer Aniston e Gwyneth Paltrow ad essere sempre in forma? Semplicemente, a loro dire, con la dieta denominata Clean Eating, che consiste nel frullare insieme determinate quantità di cibo e dividerlo in 14 porzioni da ingerire durante il giorno. Questi beveroni non vanno però assunti per cena, in quanto la sera è concesso un pasto normale, seppur leggero.

A detta delle stars, la perdita di peso e garantita, a patto, certo di non frullare di tutto e di più! Banditi quindi dal frullatore cioccolato, dolci, zuccheri e cibi grassi, a favore, naturalmente di frutta e verdura.

Beveroni a parte, la dieta Clean Eating, letteralmente “mangiare pulito” può essere seguita anche senza frullare il cibo, e prevede determinate linee guida, ovvero mangiare ogni due ore e mezzo un mini-pasto per mantenere il livello di zuccheri nel sangue, eliminare dall’alimentazione i cibi raffinati ed elaborati, soprattutto zucchero, riso e farina bianca, abolire i grassi saturi e le bevande zuccherate e bere almeno due litri di acqua al giorno.

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Cioccolato e dolcificanti ipocalorici per la salute dell’intestino

Ci sono alcune miscele di dolcificanti ipocalorici che aggiunti al cioccolato possono avere un effetto inaspettato ma benefico, diventano una sorta di probiotici. Ad affermarlo è lo studio, pubblicato sulla rivista Journal of Nutrition, condotto da un team di ricercatori dell’University of Reading, in UK, che ha analizzato gli effetti dei dolcificanti, come il maltitolo. Durante lo studio, finanziato da una nota azienda dolciaria, i ricercatori hanno valutato gli effetti dei dolcificanti ipocalorici in sostituzione del più tradizionale saccarosio.

I ricercatori hanno suddiviso 40 volontari a caso in quattro gruppi. Gli appartenenti al primo gruppo hanno ricevuto del cioccolato al latte dolcificato con saccarosio . Gli appartenenti ai tre gruppi rimanenti hanno ricevuto del cioccolato dolcificato rispettivamente con 22,8 g di maltitolo, con maltitolo e polidestrosio, con maltitolo e amido resistente. I partecipanti dovevano assumere il cioccolato consegnatogli per due settimane. Le settimane seguenti la dose è stata raddoppiata ogni due, per un totale di sei settimane.

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Nutella, quante calorie in un solo cucchiaino?

Nonostante non sia l’unica crema spalmabile al cioccolato presente sul mercato la nutella è senz’altro la regina indiscussa della sua categoria, al punto da rendere superfluo precisare l’azienda che la produce e da riferirsi col suo nome a prodotti simili ma di altre marche (Come a dire “Se è al cioccolato e si spalma è nutella!”). Sono convinta d’altra parte che chiunque, persino io che non ne sono una grande appassionata, la distinguerebbe fra una moltitudine di creme spalmabili al cioccolato per il gusto e la consistenza ed appare evidente come  la concorrenza, per quanto valida e agguerrita, non sia mai riuscita a intaccarne il primato nel cuore degli italiani.

Eh si perchè la nutella non è solo un alimento, è molto di più: fa parte dell’immaginario collettivo di tutti coloro che da bambini  ci facevano merenda insieme al pane ed alzi la mano chi non ha almeno un ricordo d’infanzia legato a questo delizioso concentrato di calorie. A questo punto starete pensando di essere incappati in uno spazio pubblicitario occulto, ma non è affatto così state tranquilli la nutella non ha bisogno che io le faccia pubblicità. Ma forse i miei lettori che ne sono anche consumatori appassionati, magari in grandi quantità, hanno bisogno di sapere esattamente cosa stanno buttando giù e quante calorie stanno ingurgitando quando la mangiano.

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Essere molto magra da bambina aumenta il rischio di cancro

Essere molto magre da bambine può essere un rischio per la salute più avanti negli anni, in particolare nei confronti del cancro. Al contrario, essere in sovrappeso proteggerebbe dal rischio. Una notizia incredibile, dato che è risaputo che essere in sovrappeso da piccole può rivelarsi pericoloso per la salute negli anni a venire. Secondo uno studio condotto da un team di ricercatori del Karolinska Institutet, in Svezia, pubblicato sulla rivista Breast Cancer Research, le donne che da bambine sono molto magre, possono essere più esposte al cancro da adulte.

Una notizia che può destare inquietudine per chi ha figlie che si trovano in questa condizione o chi ricorda di essere stata molto magra da bambina. Per comprendere quale possa essere il reale rischio di cancro e il collegamento tra questo e il peso corporeo, gli scienziati hanno analizzato i dati di 2.818 pazienti con diagnosi di tumore al seno per poi confrontarli con quelli relativi a 3.111 controlli eseguiti. I ricercatori hanno classificato le varie costituzioni fisiche infantili stilando nove pittogrammi numerati che vanno da molto magro (S1) a molto grasso (S9), valutando i soggetti in base alla costituzione attuale con quella che ricordavano di avere da bambine.

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Sushi: è vero che è poco digeribile per gli occidentali?

Il sushi è un piatto che piace molto agli occidentali, non ha caso la cosiddetta “cultura del sushi” e i sushi bar sono in aumento anche nel nostro paese; purtroppo, spesso però, questo cibo risulta poco digeribile. Quello che poteva essere un caso riservato a persone con difficoltà di digestione, in realtà ora ha una spiegazione scientifica; stando a quanto riportato dalla rivista Nature, la causa della poca digeribilità del sushi sarebbe da imputare ad un batterio presente nell’intestino che solo i giapponesi possiedono.

Secondo gli studi effettuati da gruppo di ricercatori della Università Pierre e Marie Curie di Parigi,  a rendere poco digeribile il sushi non sarebbe il pesce crudo di per sè, bensì l’ alga nori che lo avvolge, perché

il metabolismo di quest’alga ad opera dell’organismo è legato ad un enzima prodotto dal batterio Bactreroides plebeius, presente nell’intestino dei giapponesi e pressoché assente in tutti gli occidentali.

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Alimentazione dei bambini: vietato saltare la merenda

Le statistiche sono tutt’altro che incoraggianti: l’obesità infantile in Italia è un fenomeno in continua crescita. Secondo l’indagine OKkio alla Salute, condotta nel 2008 dal Ministero della Salute, nel nostro paese più di un bambino su tre di età compresa tra i 6 e gli 11 anni pesa troppo; in particolare, il 12,3% dei bambini è obeso, mentre il 23,6% risulta in sovrappeso. Responsabili di ciò sono le cattive abitudini alimenta­ri e — spesso — la mancanza di una corretta informa­zione: in particolare, la ricerca evidenzia il fatto che per 8 bambini su 10 la merenda di metà mattina con­sumata a scuola risulta troppo abbondante o troppo ricca di alimenti grassi, dolci o industriali, e di frequente sostituisce la prima colazione che spesso e vo­lentieri viene saltata.

 Viene invece sottolineato con decisione dai nutrizionisti che la merenda di metà mattina non può sostituire una corretta prima colazione (con latte, frutta di sta­gione, cereali). Al tempo stesso, però, questo piccolo pasto è sicuramente un importante tassello per co­struire un corretto schema alimentare: il suo ruolo è quello di fornire una ricarica di energia che consenta al bambino di arrivare non troppo affamato al momento del pranzo, ma neppure ancora appesantito dalla digestione ancora in atto.

 

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Vivere fino a 120 anni seguendo una dieta estrema

Non vuole certemente essere un invito il titolo del mio post di oggi, quanto piuttosto un semplice pretesto per parlarvi del singolare progetto di vita di una giovane coppia inglese, Elvira di 28 anni e Claus 33, che ha deciso di adottare una dieta super restrittiva e monitorare costantemente (e ossessivamente) il proprio stile alimentare allo scopo di vivere almeno fino a 120 anni.

Secondo quanto riportato dal Daily Mail la coppia, che vanterebbe un aspetto fisico invidiabile, sarebbe determinata a raggiungere lo scopo eliminando dalla dieta farina raffinata, glutine, carne e seguire quindi un regime alimentare semi-vegetariano composto da pesci, farina integrale, ortaggi freschi, frutta e semi. Il tutto naturalmente, afferma la giovane estremista della dieta come elisir di lunga vita, opportunamente condito da integratori e sport (palestra  almeno tre volte a settimana).

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lista dei cibi contaminati

Broccoli, alleati dell’abbronzatura

L’estratto ricavato dai germogli di broccoli sembra proteggere la pelle dai raggi UV e al contempo sembra ridurre del 25% circa la probabilità di sviluppare i tumori della pelle. Già precedenti studi hanno indicato come i germogli di broccoli fossero attivi contro l’ipertensione o l’ulcera provocata dall’Helicobacter Pilory. Ma solo un recente studio condotto da un team di ricercatori della Johns Hopkins University, a Baltimora, negli Usa, e pubblicato sulla rivista scientifica Photochemistry & Photobiological Sciences, ha dimostrato che assumere l’estratto di germogli di broccoli per un periodo prolungato può proteggere la pelle dal cancro.

Per arrivare a tali conclusioni i ricercatori hanno esposto alcuni topi, precedentemente rasati, ai dannosi raggi UV, per ben 17 settimane. Successivamente hanno suddiviso i topi in due gruppi. Al primo gruppo hanno somministrato l’estratto di germogli di broccoli per 13 settimane, mentre al secondo gruppo non hanno somministrato un placebo per lo stesso lasso di tempo.

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La dieta del mango

Oggi torniamo a parlare di diete tematiche che hanno come protagoniste la frutta; dopo la dieta delle fragole, è la volta della dieta del mango. Già qualche tempo fa vi avevamo illustrato i benefici della frutta esotica, che ormai si trova in ogni facilmente al supermercato in ogni periodo dell’anno, e oggi vogliamo farlo descrivendovi le proprietà del mango.

Il mango possiede diverse proprietà benefiche; innanzi tutto svolge un’importante azione depurativa e aiuta a regolarizzare l’intestino e a disintossicare l’organismo, eliminando le scorie che, oltre a peggiorare il problema della cellulite, tolgono vitalità e luminosità alla pelle. Un altro pregio del mango è quello di essere molto ricco di vitamine, in particolare la A e la C, e di minerali, che ne fanno un ottimo ricostituente naturale.

Quando acquistate il mango fate attenzione che sia ben maturo e con la buccia tendente al giallo: in caso contrario, infatti, la polpa risulta fibrosa e perde il suo aroma, oltre a non essere molto gradevole al palato.

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Tartine leggere: involtini di bresaola e caprino

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Di pancarré o pasta sfoglia, ripieni o arrotolati, questi mini antipasti possono trasformarsi in pericolose “bombe” ingrassanti: ne bastano infatti 5 o 6 per esaurire le calorie di un intero pasto. Ma puoi evitarlo… Anche se è sempre più  di moda solleticare l’appetito con golosi happy hour, che com­prendono anche assaggi di pasta, polpette e frittate, le classiche tar­tine hanno ancora il loro pubbli­co di affezionati. Anche perché questa preparazione, tutto som­mato semplice, permette di sbiz­zarrirsi utilizzando vari ingre­dienti che spesso non richiedono nemmeno la cottura servendosi di diversi tipi di pane o pasta come base e in svariate forme.

Così, al classico triangolino di pancarré si può affiancare quello casereccio o integrale, oppure la barchetta o la ciotolina di pasta sfoglia o di pasta brisé. Attenzio­ne però sia al “contenitore” sia al “contenuto”: perché, se non sono ben abbinati, il sapore finale può essere troppo blando o troppo marcato. E soprattutto le calorie possono salire alle stelle. Gli involtini di bresaola rappresentano un interessante companatico per creare e offrire delle tartine gustose, sane e abbastanza calibrate dal punto di vista energetico, visto che questo antipasto apporta sia carboidrati che proteine, sia grassi che fibre e vitamine.

Però, anche in questo caso, il conteggio finale delle calorie è piuttosto elevato. Niente di male se avessimo a che fare con un secondo piatto, ma il fatto che sia un antipasto lascia ancora un po’ perplessi. Volendo, si può rimediare almeno in parte utilizzando la ricotta vaccina al posto del caprino (la prima apporta circa 140 calorie all’etto, il secondo 240), oppure, anche in questo caso, dimezzando le porzioni.

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La dieta per gli uomini che vogliono la pancia piatta

Con l’arrivo della bella stagione la prova costume di avvicina anche per gli uomini, e come per le donne, è altrettanto temuta e fonte di preoccupazione. Per questo oggi vi presentiamo una dieta mirata per i maschietti che vogliono avere la pancia piatta.

Prima però iniziamo da qualche consiglio; innanzi tutto evitate di stare le ore seduti davanti al pc e sul divano a guardare la televisione e iniziate un programma di attività fisica da fare in palestra, o se disponete di uno spazio adeguato, anche in casa; non pensate che per ottenere una pancia piatta siano necessario sedute sfiancanti di ginnastica: se proprio non siete abituati all’esercizio fisico, basta iniziare anche con delle passeggiate nel parco a passo veloce, l’importante è dire addio alla vita sedentaria.

Contrariamente al pensiero comune non è necessario lavorare solo sugli addominali con degli esercizi specifici; la cosa migliore da fare è un’attività di tipo aerobico, in modo da bruciare i grassi e tonificare tutto il fisico, come la corsa, lo spinning e il nuoto. Ovviamente queste attività vanno poi integrate con degli esercizi specifici per gli addominali, almeno tre volte alla settimana.

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Agave, rimedio contro diabete e osteoporosi

Da un recente studio degli scienziati del Centro de Investigación y de Estudios Avanzados, meglio noto come CINESTAV, dell’Instituto Politécnico Nacional, in Messico, arriva la constatazione che la pianta di Agave, che si utilizza  tra l’altro come ingrediente principale per produrre la tequila, abbia la capacità di favorire la formazione di nuovo tessuto osseo e al contempo di stimolare la produzione dell’ormone GLP-1, un’incretina, ovvero un ormone rilasciato in circolo dall’intestino in risposta all’assunzione di cibo, la cui funzione primaria è la stimolazione della secrezione insulinica in base alle concentrazioni di glucosio presenti nel sangue.

Secondo lo studio condotto dal team di ricercatori messicani il merito dell’azione benefica dell’Agave è dei fruttani, oligosaccaridi tipici del mondo vegetale composti prevalentemente da fruttosio, usati dalle piante come riserva di energia e rintracciabili soprattutto nelle foglie e negli steli. Sono proprio loro le sostanze attive in grado di intervenire in caso di osteoporosi e diabete.

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Alimentazione intermittente, ovvero i benefici del digiuno

Che lo chiamiate dieta della luna, eat stop eat, digiuno o alimentazione intermittente la sostanza non cambia, sempre di digiunare si tratta; ma se la sola idea di dire basta ai cibi solidi per almeno 24 ore di fila terrorizza i più, sono molti invece gli esperti che ritengono la pratica del digiuno saltuario un vero e proprio toccasana per l’organismo, a patto naturalmente di godere di ottime condizioni di salute fisica e psichica.

Infatti, osservare almeno un giorno di astensione dai cibi solidi almeno due volte a settimana (secondo quanto previsto dalla pratica del digiuno intermittente o intermittent fasting) permetterebbe all’apparato digerente di riposare stimolando allo stesso tempo la produzione di ormoni che aiutano a bruciare i grassi con le seguenti benefiche conseguenze: aumento del metabolismo, calo della massa grassa (senza danni per la massa magra), calo della pressione arteriosa, aumento della sensibilità del corpo all’insulina e miglioramento dell’assorbimento di glucosio con conseguente calo del rischio di insorgenza di patologie cardiovascolari e diabete, come dimostrato da uno studio condotto presso il Dipartimento di Scienza nutrizionale e tossicologia della  University of California a Berkeley.

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