Come difendersi dalle insidie alimentari estive

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Le invitanti tartine dell’aperitivo, le olive verdi snocciolate, il piatto di carpaccio, l’insalata di pasta fredda: tutti invitanti piatti estivi che possono nascondere più di un’insidia. Il caldo dell’ambiente esterno e la preparazione a crudo favoriscono infatti la proliferazione dei batteri che possono causare spiacevoli tossinfezioni.

Le infezioni alimentari sono in agguato tutto l’anno ma d’estate aumentano e non c’è bisogno di soggiornare in paesi esotici: anche i piatti preparati in casa richiedono uno sguardo più attento, perché le conseguenze di una tossinfezione sono spiacevoli: nausea, mal di pancia, brividi e addirittura febbre. Sono numerosi i batteri nocivi che possono contaminare i cibi: dalla salmonella, che predilige le carni animali, le uova, il latte, la verdura, l’acqua ad altri bacilli che si annidano nelle verdure e nei frutti di mare.

Tutto incomincia al momento di fare la spesa, dove bisogna prestare particolare attenzione agli alimenti che comperiamo, soprattutto per quanto riguarda gli ortaggi, che devono essere interi e non ancora soggetti a processi di deterioramento; evitate l’acquisto di pesci e carni esposti su banchi non refrigerati o non tenuti nel ghiaccio, non comprate uova con gusci incrinati e per quanto riguarda i frutti di mare scegliete solo quelli avvolti in reticelle con l’etichetta che riporti la provenienza e i controlli effettuati. Anche la conservazione ha la importanza: tutti gli alimenti acquistati devono essere conservati nel frigorifero o nel congelatore e consumati entro pochi giorni per evitare le alterazioni.

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Alimenti probiotici per la cura della pelle e dell’organismo

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Molto spesso i problemi di pelle sono le manifestazioni esteriori di disturbi che riguardano la funzione intestinale; a questo proposito, meritano un’attenzione speciale gli alimenti arricchiti con microrganismi probiotici. Si tratta di batteri che quando vengono ingeriti esercitano funzioni benefiche e ci aiutano a vivere in buona salute. Per estensione, si chiamano “probiotici” anche quegli alimenti che, rispetto agli equivalenti tradizionali, vengono integrati con un alto numero di questi stessi batteri, vivi e attivi.

L’intestino dell’uomo ospita naturalmente una vasta popolazione di microrganismi, la cosiddetta “microflora intestinale”, composta da centinaia di specie batteriche diverse; che svolgono un ruolo fondamentale per la salute del nostro organismo. I batteri, infatti, si stratificano a miliardi nella mucosa dell’intestino e stimolano il sistema immunitario, formando un’importante barriera contro lo sviluppo di virus e germi nocivi provenienti dall’esterno, e contro il passaggio di sostanze responsabili di allergie.

Inoltre, alcuni batteri della flora intestinale svolgono anche un’utile funzione nutritiva, producendo vitamine e degradando eventuali sostanze tossiche. I probiotici che vengono aggiunti agli alimenti sono dei microrganismi dello stesso tipo di quelli che abitano naturalmente il nostro intestino.

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La dieta per l’acne: alimenti si e alimenti no

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Nel regno Unito si è stimato che circa l’80% dei giovani è affetto da acne, per molti di loro questa patologia significa anche problemi psicologici! E’ ormai risaputo che un alimentazione sbagliata non causa l’acne ma sicuramente la può far peggiorare. Durante la pubertà i giovani sono bombardati da vere e proprie tempeste ormonali, date da un aumento degli androgeni cioè gli ormoni sessuali. Gli ormoni sessuali hanno lo scopo di stimolare le ghiandole sebacee presenti sul volto, sulla schiena e sul torace e questo può determinare acne.

Per mantenere una pelle sana e senza acne ovviamente il consiglio migliore è quello di rivolgersi ad un buon dermatologo o in alternativa per le ragazze anche il ginecologo può a volte aiutarvi, tuttavia anche i dietologi si sono dati da fare per stilare una alimentazione che possa aiutarvi nel mantenere una pelle sana e senza imperfezioni; Dunque provate a mangiare:

  • Vitamina C (aumenta la resistenza alle infezioni ed aiuta a guarire le ferite): una dose giornaliera di frutta e verdura sarà sufficiente
  • Vitamina B (promuove la crescita e la divisione cellulare) è presente nella verdura a foglia verde, patate, carne di maiale e di legumi secchi.
  • Vitamina E (aiuta a guarire la pelle) si trova nelle uova, soia, olio di oliva , avocado e germe di grano.
  • Vitamina A (aiuta a mantenere una pelle sana) si trova nelle uova, fegato, carote, peperoni rossi o gialli e gli spinaci.
  • Zinco (aumenta la capacità di guarigione della pelle) ottime fonti sono la carne, il pollame e il  pesce.

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I centrifugati veri e propri programmi di bellezza

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In estate non ci va proprio di metterci ai fornelli e cucinare per ore, ed ecco quindi che ci vengono in aiuto delle validissime insalate, dei frullati o ancora meglio dei centrifugati. Questi ultimi tra l’altro sono delle vere e proprie cure di bellezza! Infatti attraverso i centrifugati riusciamo ad eliminare tossine e contemporaneamente assimilare vitamine, enzimi e minerali. Gli ingredienti base sono sicuramente la frutta, le verdure o perché no?abbinate anche  insieme.

Ogni centrifugato per ogni occasione: se siete alla ricerca di una bella tintarella, un centrifugato che sappia proteggere la pelle dai raggi del sole, è bene scegliere tutti prodotti freschi, di prima qualità e soprattutto di colore giallo-arancio: quindi via libera a melone, mango, papaia, carota e  albicocca, ricchi di beta carotene! Invece per migliorare la circolazione sono necessari vegetali e frutti di colore blu-viola, ricchi di antociani che rafforzano le pareti dei vasu sanguigni; quindi via libera a uva, mirtilli, prugne, more, melanzane e susine.

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8 miti da sfatare sulle diete!

Quante volte tra le amiche, i parenti e sulle varie riviste più o meno specializzate abbiamo visto o sentito consigli su come dimagrire! Mangia solo questo, bevi quest’altro, fai la dieta del minestrone, del gelato ecc…; e ogni anno la storia si ripete sempre. Siamo sempre alla ricerca di perdere quei chiletti di troppo, senza mai sforzarci più di tanto e magari aggrappandoci anche a false dicerie. Quest’oggi vogliamo sfatarvi alcuni miti sull’aumento di peso e sulle diete in generale. Pronti?

  1. Mangiando solo frutta e verdura non si ingrassa: a parte guardate bene uno dei miei ultimi post sul fallimento delle diete, inoltre ricordatevi che la frutta è richissima di zuccheri semplici e se ingeriti in abbondanza possono far ingrassare. Attenzione poi ai succhi di frutta che ci fanno perdere la concezione di quanta frutta stiamo mangiando.
  2. Sono in soprappeso perché è un eredità familiare: ma chi l’ha detto? Sicuramente possiamo ereditare la costituzione e anche la capacità di ingrassare ma non il soprappeso o addirittura l’obesità; queste ultime dipendono esclusivamente dal numero di calorie che introduciamo!
  3. Se mangiamo dopo le 10 di sera ingrassiamo di più: dobbiamo sempre ricordare che non è quando ma quanto mangiamo; è sempre bene iniziare la giornata con una colazione completa e la sera con una cena leggera, ma questo perché abbiamo tutta la giornata per smaltire le calorie ingerite
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Maschio o femmina? Dipende da quello che mangiamo

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Molte sono le credenze popolari su quest’argomento e altrettanto  le leggende metropolitane, tuttavia sono sempre di più gli studiosi e i medici che sostengono come il sesso del futuro nascituro possa essere seriamente influenzato da quello che mangia la mamma. Infatti una ricerca eseguita nel lontano 1992 ad opera del prof. Joseph Stolkowski, docente onorario all’ Univesità Pierre-et-Marie-Curie di Parigi, evidenziò infatti come il ph vaginale possa essere influenzato da quello che la donna mangia e, di conseguenza, la sua acidità possa influenzare il sesso del bambino.

In particolare, mangiando più alimenti alcalini e ricchi di potassio e iodio aumenterebbero sensibilmente le possibilità che venga un maschio, al contrario invece mangiando più magnesio e alimenti ricchi di calcio si dovrebbe concepire una femminuccia. Secondo il professore la prima dieta sarebbe di tipo alcalina, la seconda invece sarebbe un alimentazione di tipo alcalino-terroso. Ma in che modo è possibile ottenere i risultati sperati?

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Dieta ingrassante, cos’è, chi ne ha bisogno

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La cosiddetta dieta ingrassante o ipercalorica è un regime alimentare spesso seguito da persone affette da magrezza costituzionale accertata. Ciò vuol dire che, prima di cominciare una dieta di questo tipo, è necessario assicurarsi, mediante i necessari accertamenti clinici, che la magrezza eccessiva non sia causata da patologie fisiche o psichiche.

Ne consegue che seguire una dieta ipercalorica implica necessariamente la supervisione di un medico e non consiste assolutamente nell’assunzione illimitata di cibi grassi e ipercalorici. In genere, una dieta ingrassante dovrebbe fornire tra le 2800 e le 3500 calorie al giorno (naturalmente questo dato può variare in funzione di fattori quali età, sesso, peso, altezza e così via) ripartite in almeno 5 pasti quotidiani. Le calorie giornaliere dovrebbero essere assicurate al 50% da carboidrati, al 20-25% da proteine e al 20-25% da grassi.

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Dieta per il cancro al pancreas: meno carni rosse e latticini per la prevenzione di questa neoplasia

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Recentemente sulla rivista Journal of Cancer Research, è stata pubblicata una ricerca eseguita dai ricercatori del National Cancer Institute di Bethesda secondo cui un alimentazione ricca di prodotti caseari (formaggi, latte e yogurt) e carne rossa favorirebbe il rischio di sviluppare il cancro al pancreas. Molti sono stati gli studi che, anche in passato, avevano messo in luce questa relazione, ma quest’ultima ricerca, oltre ad essere l’ultima in ordine cronologico, ha preso in esame un folto numero di persone, è durata ben 6 anni; la conclusione a cui i ricercatori sono giunti è stata la seguente: tra coloro i quali vi era un incidenza regolare di carni rosse e latticini, l’incidenza di tumore al pancreas era del 36% più alta, rispetto incede a chi aveva un alimentazione di tipo vegetariano.

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La dieta vegetariana danneggia le ossa…..tutto da dimostrare

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Ditemi pure che sono polemica ma alcune cose non le reggo proprio; no, non mi sono svegliata con la luna storta e ora vi spiego da dove proviene il mio disappunto: proprio la scorsa settimana vi avevo parlato della ricerca uscita sul British Journal Cancer secondo cui una dieta vegetariana era un ottima protezione verso la maggioranza delle neoplasie; ecco invece che a distanza di pochissimi giorni esce una ricerca australiana pubblicata sulle pagine dell’American Journal of Clinical Nutrition secondo cui i vegetariani avrebbero ossa molto più fragili dei mangiatori di carne e le loro ossa sarebbero in media il 5% meno dense.

 

Va peggio ai vegani le cui ossa sarebbero il 6% più deboli. Sempre la stessa ricerca avrebbe messo in luce che un alimentazione vegetariana rallenterebbe l’attività cerebrale, ti indebolirebbe, insomma stai male. Da buona vegetariana permettetemi di dissentire! Ma che cos’è questa? Par condicio alimentare; anche sulla salute della gente bisogna essere politically correct? Mah! Il ricercatore che è giunto ai risultati così drammatici sull’ alimentazione vegetariana ha però anche affermato che

 

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Frutta e verdura, un’assicurazione contro l’invecchiamento

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Quando si preannun­cia l’estate, quasi rispondesse ad un comando ben pre­ciso, il nostro corpo sente il biso­gno di mangiare più frutta e più verdura. Certamente per il senso di refrigerio indotto da cetrioli, po­modori, fragole, cocomeri, meloni, ananas, ecc., prodotti freschi che sono presenti sulla nostra tavola con maggiore abbondanza. Parliamo di frutta e verdura ricche di vitamine (A, E, C con azione an­tiossidante e gruppo B, per il me­tabolismo dei carboidrati e delle proteine) e di minerali (potassio,magnesio, calcio, ferro, selenio, cromo e altri oligoelementi).

Un consiglio utile è quello di man­giare ad ogni pasto 6-700 grammi di questo “gruppo alimentare”, suddiviso tra verdura a volontà (anche 3-400 grammi abbinata a cibi proteici) e molta frutta (200/­250 grammi), meglio se cruda. A maggior ragione se approfit­tando della bella stagione avete anche cominciato a praticare qual­che sport.

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Ipertrigliceridemia: come svuotare il magazzino dei grassi

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L’ipertrigliceridemia è una condizione che esprime un alto tasso di trigliceridi nel sangue. Può essere isolata o associata ad un contemporaneo aumento del colesterolo: in entrambi i casi si parla di dislipidemie, cioè di un’anomalia che consiste in un eccessiva presenza di grassi in circolo; in realtà, nel sangue, queste sostanze lipidiche vengono trasportate da proteine particolari, le lipoproteine, di diverso tipo, ed è proprio sulla distinzione tra le proteine associate a questi grassi che vengono classificate le dislipidemie.

In particolare, l’ipertrigliceridemia può essere primitiva o secondaria, cioè conseguenza di errati comportamenti alimentari, abuso di alcolici, stile di vita sbagliato, effetti collaterali di farmaci, op­pure connessa a determinate pa­tologie. L’eccesso di trigliceridi non è im­plicato direttamente nella forma­zione della placca arteriosclerotica (conseguenza per lo più di ec­cesso di colesterolo), però è un importante fattore di rischio delle malattie cardiovascolari, con cui è decisamente associato.

Per chiarire il concetto sul com­portamento da adottare da parte di chi “ha i trigliceridi alti“, è im­portante considerare il rapporto tra eccesso di trigliceridi e sin­drome metabolica. E’ questa una patologia multifattoriale, in continuo aumento in occidente, legata alla sedenta­rietà e al cattivo stile di vita, com­portamenti largamente diffusi in questa parte del mondo; la carat­teristica fondamentale consiste nell’aumento del grasso viscerale, cioè quello depositato nel­l’addome, ed è contraddistinta, a seconda dei criteri di classifica­zione, dalla presenza di almeno tre dei seguenti segni:

  • Ridotta intolleranza al glucosio
  • Diminuzione del colesterolo HDL al di sotto di 40 mg/dl (e 50 mg per le donne)
  • Aumento dei trigliceridi al di sopra di 150 mg/dl
  • Aumento della circonferenza addominale (>102 cm nell’uomo e 88 cm nella donna)
  • Ipertensione arteriosa.

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Dieta e jet-leg: come andare lontano senza i sintomi da fuso orario

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Ormai ci siamo, le vacanze sono alle porte e anche quel magnifico viaggio che abbiamo organizzato con tanta meticolosità durante l’inverno! Peccato che le ore di volo per raggiungere la tanto sospirata località siano talmente tante da farci stare imbambolati per i primi due/tre giorni dal nostro arrivo. Ma come fare a minimizzare i sintomi del jet-lag? Con la dieta che sto per suggerirvi.

Ma innanzi tutto chiariamo cos’è il jet-leg: con questa dizione intendiamo il malessere, abbastanza diffuso, dei tanti viaggiatori che si sottopongono a lunghi viaggi in aereo, che inevitabilmente comporta il fuso orario! I sintomi caratteristici sono: insonnia, disturbi allo stomaco, irritabilità, senso di stanchezza e affaticamento. Questi i sintomi che accompagnano il turista che ha attraversato un emisfero. Il perché ci capita questo è presto spiegato: nel nostro cervello vi sono due centri cerebrali, uno deputato alla percezione del tempo (collegato ad un ciclo temporale di 24 ore) e l’altro collegato alla luce; è proprio la mancanza di coordinamento di questi due centri che darebbero vita ai comuni sintomi del jet-leg.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Military Medicine ad opera dei ricercatori della University of Chicago, Argonne National Laboratory (Usa), seguendo una dieta particolare si potrebbero risolvere questi fastidiosi sintomi  del viaggiatore. Nei 3 giorni antecedenti il viaggio è bene seguire la seguente alimentazione:

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La dieta che “cancella” la cena

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Dinner cancelling” cioè “cancellare la cena”, anche se soltanto per due settimane, per dimagrire e depurare a fondo l’organismo. Quella del digiuno serale è una nuova tendenza alimentare che arriva dalla Germania ma che sta avendo successo in tutto il mondo, e che propone pasti completi durante la giornata, e poi, a cena, solo liquidi.

Niente calcoli delle calorie o ricerca di cibi particolari: in questa dieta l’unica regola è che per 14 giorni si deve rinunciare ai cibi solidi dalle ore 17:00 in poi; dopo quest’ora, infatti, sono concessi soltanto i liquidi.

I menù prevedono una colazione sostanziosa che si può scegliere nella versione dolce o salata, un pranzo completo e un ricco spuntino pomeridiano che consente di arrivare alla sera senza avvertire troppo lo stimolo della fame. Bevete due litri di acqua naturale non gassata al giorno oltre alle tisane leggere previste per la sera; aggiungete al massimo un cucchiaino di sale alle preparazioni, dolcificate con il miele e utilizzate non più di due cucchiai di olio extravergine di oliva al giorno.

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Radioterapia e vino: connubio vincente per proteggere la cute e le nostre cellule

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Appena ho letto questa notizia ho pensato subito di girarvela amici di dietaland! Siamo quello che mangiamo, è ormai una detto che ho fatto mio e sulla scia di questo mio pensiero credo anche che quello che mangiamo e beviamo possa fungere da protettore del nostro organismo o addirittura da potenziometro dei nostri apparati. Non crediate che quello che sto dicendo siano esagerazioni perché una ricerca condotta presso l’Ospedale di Campobasso ha evidenziato che un uso moderato di vino durante cicli di radioterapia diminuirebbe i danni cutanei del ben 75% rispetto a pazienti astemici.

Come ci dice Alessio Morganti, direttore dell’unita’ di radioterapia:

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Dieta vegetariana e tumori: mangiare frutta e verdura protegge tutto il corpo

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Non è la prima volta che si sente parlare positivamente della dieta vegetariana. Secondo uno studio condotto dalla dottoressa Naomi Allen, epidemiologa presso la Oxford University, in collaborazione con altri ricercatori Inglesi e della Nuova Zelanda e pubblicato sul British Journal of Cancer, le persone che mangiano prevalentemente vegetariano si ammalano di tumore in percentuale decisamente minore di chi, invece, mangia abitualmente carne.

Lo studio, molto ampio, ha esaminato 61mila inglesi in un arco di tempo di 12 anni. I dati che sono emersi sono i seguenti: i vegetariani presentano il 12% di possibilità in meno di ammalarsi di qualche cancro; se si esaminano neoplasie del sangue (leucemia, linfoma, mielosa…) la possibilità si riduce ancora del 45%; studi precedenti avevano già evidenziato come il consumo di carni rosse avesse un incidenza positiva sullo sviluppo di tumori allo stomaco, nei vegetariani i tumori allo stomaco sono rari, rispetto invece ai tumori dell’intestino, dove invece si nota un lieve aumento.

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Chili dopo il parto: attenzione alle diete troppo drastiche

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La gravidanza è un momento di particolare attesa ed ansia per la donna e anche dal punto di vista alimentare  la ragione e l’equilibrio la devono fare da padrone. Ormai da anni è stato bandito il detto “in gravidanza bisogna mangiare per due” che oltre a non fare assolutamente bene alla salute della mamma, la faceva arrivare al parto decisamente in sovrappeso con tutte le conseguenze che ciò comporta anche per il futuro nascituro (ipertensione, sovrappeso anche per il neonato, difficoltà nel partorire ecc..).

Da anni medici, nutrizionisti e ginecologi parlano dell’alimentazione in gravidanza da seguire: l’aumento di peso infatti dovrebbe rimanere tra i 9 e massimo i 12 chili, rispetto al peso di partenza. E’ ovvio però che al termine del parto qualche chiletto i più è normalissimo ritrovarlo, ma è decisamente sconsigliato, dicono gli esperti, ricorrere a diete drastiche per ritrovare la magrezza pre- maternità.

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Dieta ricca di carotenoidi per evitare il cancro al seno

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Secondo uno studio effettuato presso l’Harvard School of Public Health di Boston e pubblicato sulla rivista International Journal of Cancer le donne che nella loro alimentazione premenopausale  mangiano molti carotenoidi si ammalano in misura decisamente minore di cancro al seno rispetto a coetanee che invece scarseggiano in questi alimenti.

Le donne che introducono quotidianamente vitamina A, β-carotene, α-carotene e luteina nel periodti, salmoneo premenopausale corrono meno rischi di sviluppare cancro al seno, ma se il consumo consistente di queste sostanze inizia dopo la menopausa il rischio cancro al seno rimane invariato. Eccovi quindi una lista dei cibi da seguire per rimanere in buona salute:

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Mangi poco, vivi più a lungo

Qual è la sede migliore per parlare del rapporto tra scarsa e alimentazione e buona salute se non il blog di dietaland? E si perché una ricerca condotta dal Salk Institute for Biological Studies di La Jolla in California  e pubblicata sulla rivista Nature ha messo in luce che chi mangia poco vive più a lungo. Già molti esperti della nutrizione  erano dell’idea che una dieta ristretta fosse l’elisir di lunga vita, poi questo studio ha confermato quello che già era nell’aria.

Il dottor Andrew Dillin  e alcuni colleghi hanno scoperto due enzimi  WWP-1 e UBC-18, che sarebbero in grado di allungare la vita. Lo studio, effettuato su animali, ha potuto constatare come negli organismi in cui le due proteine erano assenti o comunque indebolite, gli effetti benefici di un’ alimentazione ristretta sono scomparsi; altresì negli animali in cui i due enzimi erano presenti l’alimentazione poco ricca ha significato più resistenza alle malattie e una maggiore longevità. 

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