I benefici dei cibi giallo-arancio

Scegliere il cibo in base al colore può aiutarci nell’alimentazione apportando alla nostra dieta nutrienti essenziali per il benessere: scopriamo i benefici dei cibi giallo-arancio. Tra gli alimenti che presentano questa gamma cromatica citiamo limoni, arance e pompelmi, melone, albicocche e pesche, ananas, prugne gialle, banana, peperoni, zucca, mais e oli vetegali.

benefici dei cibi giallo-arancio

Questa lista è solo un nucleo di base da cui partire per identificare e inserire nella propria alimentazione quotidiana gli alimenti di colore giallo-arancio che hanno grandi benefici sulla nostra salute e sulla qualità della nostra dieta abituale.

Tra gli elementi essenzali contenuti nei cibi di questi colori ci sono leutina e zeaxantina, antiossidanti che hanno ottimi effetti sulla vista. I cibi giallo-arancio inoltre contengono grandi quantità di vitamina C che agisce sul sistema immunitario ma ha anche effetti depurativi.

Tutti i cibi di questo colore, inoltre, contengono caroteni e vitamina A, utili per la salute della pelle perché proteggono le cellule dall’invecchiamento. Se poi consideriamo anche che il giallo e l’arancio sono colori pieni di energia e favoriscono il buonunore abbiamo una ragione di più per integrarli a tavola.

La dieta mediterranea è particolarmente ricca di cibi colorati, tra cui spiccano indubbiamente gli alimenti giallo-arancio. Non sarà difficile individuarli e fare in modo che non manchino nella dieta di tutti i giorni.

È importante tuttavia non trascurare gli altri colori dal momento che le caratteristiche nutrizionali di tutti gli alimenti sono essenziali per una dieta variata e ricca di tutti i nutrienti. E poi si sa che l’occhio vuole la sua parte, vale anche a tavola.

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I dolci nella dieta: eliminarli è sbagliato

Eliminare del tutto i dolci nella dieta è sbagliato: è quanto emerge dalle ultime linee guida dell’Oms, che indica i limiti corretti ai quali attenersi, e da un confronto sul tema organizzato dalla Nutrition Foundation of Italy.

dolci nella dieta

La tavola rotonda ha coinvolto esperti nutrizionisti, psicologi clinici e medici specializzati in dietologia, nutrizione e diabetologia. I risultati emersi scoraggiano la demonizzazione degli zuccheri che vanno invece moderati e mai eliminati del tutto.

Il senso del gusto associa al sapore dolce una sensazione di sicurezza dal momento che i carboidrati, associati generalmente al dolce, sono fonte di energia e dunque garanzia stessa per la vita. Diversi studi hanno dimostrato che già i neonati ricavano una sensazione di soddisfazione dai sapori dolci e tutti noi sappiamo quanto possa essere confortante un cibo dolce nei momenti di stress o di tristezza.

Purtroppo molte diete moderne tendono a demonizzare gli zuccheri e i dolci nelle diete e incoraggiano l’eliminazione selettiva e radicale di alcuni alimenti. L’Oms ha tentato di dire basta a questi comportamenti, che sono scorretti tanto quanto l’esagerare con le quantità di zuccheri.

Un consumo moderato è utile su più fronti, sia dal punto di vista della completezza nutrizionale, sia sotto il profilo psicologico. Eliminare del tutto alcuni nutrienti, infatti, impoverisce la dieta o inoltre ci induce a considerarli una irresistibile tentazione a cui diventa molto difficile dire di no a lungo termine.

“La ricerca scientifica ha dimostrato che diete eccessivamente restrittive possono provocare squilibri nutrizionali e disturbi del comportamento alimentare. I tentativi di controllare il proprio peso tramite l’esclusione selettiva di vari alimenti considerati pericolosi, sono spesso inutili in quanto tali alimenti, per il fatto stesso di essere proibiti, possono diventare irresistibili conducendo le persone a cadere nell’abuso.”

Con queste parole Gianluca Castelnuovo, professore associato di Psicologia Clinica all’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha spiegato come sia sbagliato considerare dannoso a priori il consumo di zuccheri. Andrea Poli, presidente NFI, interviene citando la revisione dell’Oms riguardo al consumo corretto di zuccheri:

“Nella recente revisione delle linee guida sugli zuccheri da parte dell’OMS, si raccomanda di limitare il consumo di zuccheri al di sotto del 10% delle calorie totali giornaliere, suggerendo che un’ulteriore riduzione al 5% potrebbe comportare ulteriori benefici per la salute.”

D’altro canto la comunità scientifica nutre ancora qualche perplessità sull’argomento perché ritiene sbagliato concentrarsi sulle quantità di zuccheri da ridurre senza puntare l’accento sull’equilibrio globale della dieta che deve tenere conto anche dell’apporto calorico totale e dello stile di vita nel complesso, senza trascurare l’attività fisica.

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Iodio nella dieta, perché è importante e quali alimenti lo contengono

Lo iodio nella dieta è imprtantissimo per regolare le funzionalità della tiroide e si può assumere sia con gli alimenti che attraverso integratori o cibi arricchiti con questo elemento, come per esempio il sale iodato.

iodio nella dieta

Tra gli alimenti che ne sono ricchi naturalmente ci sono indubbiamente pesci marini e crostacei. Ne contengono buone quantità anche latticini, carne e uova. In quantità minori se ne trovano nella frutta e nelle verdure, in base a quanto iodio contiene il terreno di coltivazione e dunque con valori molto variabili.

L’acqua è una fonte di questo minerale ma in quantità generalmente minime e anche in questo caso molto variabili a seconda della zone. Quella marina è naturalmente la più ricca. Dal momento che si riscontra questa grande variabilità di livelli tra i diversi alimenti in base alle zone di produzione, si ricorre spesso agli integratori per chi ha necessità di aumentarne le quantità nella propria dieta. Generalmente ciò si ottiene molto facilmente utilizzando il sale iodato che, associandosi agli alimenti comuni, garantisce il giusto apporto quotidiano.

Il sale iodato altro non è che sale da cucina comune a cui vengono aggiunti sali di iodio. L’aspetto rimane invariato così come il sapore e l’odore, dunque i cibi non vengono alterati in alcun modo dall’uso di sale iodato.

Tra gli altri alimenti che ne contengono naturalmente segnaliamo il pesce di mare, i molluschi, le alghe marine, il sale marino, il latte vaccino, le uova, la carne e in quantità minori il pesce d’acqua dolce. Frutta, legumi, verdure e cereali ne contengono in quantità variabili a seconda del terreno.

Indubbiamente tra le fonti alimentari di iodio spiccano le alghe marine, particolarmente le alghe brune della laminariales che comprendono l’alga kelp, la laminaria digitata e la laminaria japonica. Tutte queste alghe superano tra 100 e 1000 volte il contenuto di iodio del pesce di mare. Tra i pesci più ricchi si notano sardina e merluzzo.

Le quantità giornaliere consigliate per una persona adulta sono di circa 150 µg al giorno. Bambini e donne in gravidanza e allattamento devono consumarne quantità maggiori, comprese tra 220 e 290 µg al giorno.

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Meglio le verdure fresche o surgelate?

Sono meglio le verdure fresche o surgelate? Ce lo domandiamo tutti, specialmente quando siamo talmente impegnati da non riuscire a ritagliare il tempo necessario per acquistare, mondare e cucinare le verdure fresche e ci rivolgiamo spesso per necessità a quelle surgelate, pronte da cucinare.

verdure fresche o surgelate

Anche chi ama aggirarsi per i banchetti del mercato bio, rifornirsi al mercato ortofrutticolo e partecipare ai gruppi d’acquisto di ortaggi, verdure e frutta fresca, talvolta si arrende alla praticità delle verdure surgelate che ci fanno risparmiare tempo. Ma le differenze?

Esistono e non si può negare, ma vi sorprenderà sapere che non sono così sostanziali, almeno a livello di nutrienti. Secondo una ricerca dell’Institute of Food britannico, talvolta gli ortaggi surgelati sono addirittura più sani di quelli freschi perché conservano intatti i loro valori nutrizionali dal momento che sono preparati immediatamente, passando dalla coltivazione alla conservazione.

Le verdure fresche, invece, spesso arrivano sulla nostra tavola dopo un viaggio che può durare svariati giorni dal coltivatore al supermercato. In tanti casi noi stessi le prepariamo dopo qualche giorno ancora dal momento dell’acquisto, con le conseguenti alterazioni nutrizionali. Ecco perché sarebbe meglio, se possibile, acquistare verdure a chilometro zero e consumarle sempre fresche, addirittura in giornata.

Insomma, non sentitevi troppo in colpa se non avete tempo di andare al mercato, scegliere la cicoria più fragrante e palpare le zucchine per scoprirne la consistenza croccante. Potete accontentarvi delle verdure surgelate senza sacrificare la salute. A livello di sicurezza, inoltre, gli scienziati parlano di maggiori garanzie del prodotto surgelato rispetto a quello consumato fresco dato che ogni processo di deterioramento viene arrestato dal congelamento.

Ricordiamo però che consumare verdure di stagione massimizza il contenuto di vitamine e minerali presenti nei prodotti alimentari. Inoltre rivolgersi costantemente ai prodotti surgelati può privarci del gusto peculiare di una verdura fresca, perché i sapori tendono ad omologarsi così come le preparazioni in cucina, uccidendo la fantasia e rendendo l’alimentazione più monotona.

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Noci, proprietà nutrizionali e benefici

Non c’è tavola invernale, senza una manciata di noci in un bel centrotavola. Questa nota e deliziosa frutta secca è conosciuta per essere ricca di acidi grassi, aminoacidi, sali minerali e al tempo stesso per essere calorica. Le noci sono ricche di acido oleico e acido linoleico che contribuiscono a ridurre il colesterolo LDL e aumentando l’HDL. Quante bisogna mangiare al giorno? Circa 20 grammi per avere effetti positivi sui valori del sangue.

noci

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I cibi anti cancro per prevenire i tumori

L’alimentazione è importantissima per il benessere ma ci sono alcuni cibi che ci fanno bene più di altri, parliamo oggi dei cibi anti cancro. A contrastare la formazione di cellule tumorali intervengono gli antiossidanti, essenziali per mantenere in buona salute l’organismo. Scopriamo quindi quali cibi ne sono più ricchi.

cibi anti cancro

Se fumo, inquinamento e la bassa qualità di cibi raffinati hanno elevato l’incidenza dei tumori, possiamo provare a intervenire con una maggiore consapevolezza nell’eliminazione dei fattori di rischio sui quali possiamo avere un certo controllo. L’alimentazione rientra senz’altro tra questi per una larga parte.

L’Airc, Associazione italiana per la ricerca sul cancro, sottolinea che 3 tumori su 10 sono provocati da una cattiva alimentazione. Influisce soprattutto la qualità del cibo che scegliamo, ecco perché è importante sapere quali alimenti preferire e quali invece evitare.

Sono da evitare o limitare drasticamente cibi ricchi di grassi saturi, particolarmente salumi insaccati che vengono conservati con i nitrati, dannosi per la salute. Da limitare tutti i cibi con alto contenuto di zuccheri, specie se raffinati. Sconsigliata anche la cottura alla brace.

Da favorire sono invece tutti i prodotti naturali come frutta e verdura, preferibilmente freschi: spazio in particolare ad arance, pomodori, prodotti probiotici, frutti di bosco, cavoli, aglio, cipolla, pesce, verdure a foglia verde, olio d’oliva, semi di lino, tè verde. Ottimi anche vino rosso e cioccolato fondente, ma ambedue da consumare con la giusta moderazione.

Se una diagnosi precoce può salvare la vita, è altrettanto certo che la prevenzione diventa cruciale nella salvaguardia del corpo dall’insorgenza di tumori. È per questo molto importante, per quanto possibile, preferire cibi freschi e non sottoposti a processi di lavorazione industriale.

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La frutta autunnale più buona di stagione

La frutta autunnale è un toccasana per la dieta perché apporta ottimi nutrienti insieme a tanto gusto e a quella sensazione di coccole a tavola che solo i prodotti di stagione sanno regalarci. Scopriamo la frutta autunnale più deliziosa di stagione da inserire nella nosta dieta con i suoi vantaggi nutrizionali.

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Uva

L’uva contiene antiossidanti e vitamine A, B e C e dunque è un ottimo prodotto per aiutare il nostro corpo ad abituarsi al cambio di stagione, oltre ad essere gustosa e ricca d’acqua pur mantenendo un sapore molto zuccherino.

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Fichi

I fichi offrono tanti minerali essenziali quali potassio, ferro e calcio. Prevengono anche l’ostruzione delle vene oltre a regalare un sapore dolcissimo che si sposa sia ai salumi e ai formaggi che ad altre preparazioni dolci.

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Castagne

Le castagne offrono alti valori di fosforo, ferro, potassio e calcio e inoltre sono ricche di fibre che aiutano il transito intestinale.

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Mirtilli

I mirtilli incidono positivamente sulla circolazione del sangue favorendo anche la salute della pelle e della vista.

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Mela cotogna

Le mele cotogne si possono consumare in tanti modi diversi ma inalterate restano le loro caratteristiche benefiche: rinforzano il sistema immunitario, aiutano il sistema digerente, contengono ferro, potassio e magnesio, tannino, pectina e vitamine A, B, C e PP.

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Cachi

I cachi hanno proprietà lassative oltre ad essere un frutto dolcissimo e succoso. Contengono inoltre fosforo, magnesio, calcio e sodio, vitamina C e betacarotene, precursore della vitamina A che favorisce la salute della pelle.

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Melograno

Chicchi di melograno si possono gustare da soli oppure aggiungere alle insalate per un tocco croccante e dolcissimo. Sono fonte di potassio, fosforo, sodio, ferro e magnesio oltre che di vitamina C.

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Le calorie delle meringhe

Le meringhe sono ottime e gustose, ma quante calorie contengono? Se avete intenzione di concedervi un dolcetto, sarebbe preferibile non sapere. Questo prodotto si basa su due ingredienti fondamentali, l’albume e lo zucchero, entrambi noti per avere un discreto apporto calorico. In base alla ricetta considerate che 100 grammi di meringa superano le 300 calorie.

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La proprietà della frutta autunnale

Cambia la stagione e cambia anche la frutta. È molto importante cercare di seguire un’alimentazione caratterizzata da prodotti a filiera corta, ciò vuol dire favorire la frutta e la verdura locale e di conseguenza di stagione. L’autunno è un periodo dell’anno in cui ci sono ancora tantissimi frutti e alcuni davvero deliziosi. Quali sono le proprietà della frutta autunnale?

proprietà della frutta autunnale

 

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Primizie d’autunno che fanno bene alla salute

L’autunno è arrivato ed è tempo di aggiornare la dieta alimentare con i prodotti di stagione: ecco le primizie d’autunno che fanno bene alla salute. Proviamo ad aggiungerli alla nostra alimentazione per arricchirla con prodotti di stagione pieni di benessere.

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Fichi

Sono ricchi di minerali come calcio, potassio e ferro oltre a sostanze pectiche capaci di prevenire l’ostruzione delle vene. Essendo dolcissimi, possono soddisfare la voglia di dessert che a volte ci induce a sgarrare a fine pasto. Sono perfetti come frutta fresca ma anche per accompagnare un piatto di prosciutto o di formaggi.

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Uva

Frutto per eccellenza dell’autunno, periodo di vendemmie, l’uva è ricca di sostanze nutritive e antiossidanti. È una buona fonte di vitamine A, B e C, essenziali nel passaggio di stagione.

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Mirtilli

Questi frutti di bosco sono preziosi alleati di benessere perché incidono positivamente sulla salute della vista e sulla qualità della circolazione sanguigna.

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Funghi

I funghi sono poveri di calorie ma ricchi di minerali, particolarmente potassio e fosforo. Aiutano il sistema immunitario e il sistema circolatorio grazie al loro contenuto di lisina, triptofano, vitamine del gruppo B e antiossidanti.

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Zucca

La zucca è il simbolo stesso dell’autunno ma oltre ad un gusto delizioso ci offre anche molti benefici. È infatti ricca di antiossidanti, vitamina A e betacarotene che proteggono la salute della pelle. Contiene minerali essenziali come fosforo, calcio, magnesio, potassio, ferro, selenio, manganese, zinco e sodio. Offre aminoacidi come triptofano, acido aspartico, acido glutammico e arginina.

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Porro

Ortaggio autunnale spesso poco considerato, è un alleato essenziale nelle diete. Offre vitamine B6 e B9, tanto potassio, poco sodio, un bassissimo apporto calorico e ottime proprietà diuretiche naturali.

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Quali sono le differenze tra lo zucchero di canna e zucchero bianco

Lo zucchero è zucchero. Non è assolutamente vero. Esistono tipi diversi di zucchero e hanno valori nutrizionali differenti. I più comuni sono quello di canna e quello bianco, che contengono la medesima molecola, ovvero quella del saccarosio, ma hanno una composizione chimica diversa. Quali sono le differenze tra lo zucchero di canna e lo zucchero bianco?

zucchero

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Benefici e calorie dei legumi

Benefici e calorie dei legumi sono notizie importanti da conoscere per pianificare al meglio la propria alimentazione sfruttando le molte virtù di questi alimenti ricchi di proteine ma troppo spesso trascurati nella dieta.

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I legumi sono cibi energetici ma vantano un basso contenuto di grassi e un elevato valore di minerali, fibre, vitamine e proteine che si rivela prezioso per il benessere dell’organismo e favorevole ad un regime alimentare controllato. Scopriamo i più importanti.

Lenticchie

I legumi più noti e consumati sono probabilmente le lenticchie, ricchissime di proteine vegetali, fibre, sali minerali e vitamine. Contengono anche una buona quantità di carboidrati a fronte di un apporto calorico non troppo elevato: 90 calorie per 100 grammi di lenticchie cotte.

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Fagioli

I fagioli sono particolarmente ricchi di fosforo e ferro e per 100 grammi di prodotto apportano circa 102 calorie.

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Piselli

I piselli vantano ottimi valori di vitamine C e del gruppo B oltre a magnesio, fosforo e potassio. Sono poveri di grassi e facilmente digeribili. Quelli freschi o surgelati apportano 70 calorie per 100 grammi mentre quelli secchi sono più calorici con 285 calorie per 100 grammi.

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Ceci

I ceci offrono un’ottima fonte di acidi grassi essenziali e carboidrati, oltre alle immancabili proteine a cui si associano minerali come calcio e ferro. Un etto di ceci cotti ha 120 calorie.

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Fave

Le fave fresche sono leggerissime, contengono solo 41 calorie per 100 grassi e un apporto di grassi quasi nullo. Le fave secche invece hanno ben 341 calorie per 100 grammi ma anche tante proteine, vitamine del gruppo B e vitamina PP.

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Soia

La soia è facilmente digeribile e apporta ottime quantità di vitamine A, B, D ed E e di minerali come potassio e magnesio. Ne esistono diverse varianti: la più comune soia gialla, la soia verde conosciuta anche come fagioli mung, la soia rossa nota anche come fagioli azuki e la soia nera. Ha circa 122 calorie per 100 grammi.

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I cibi da comprare per mangiare bio

Quando si vuole intraprendere un’alimentazione più sana è importante anche considerare se non sia opportuno scegliere cibi biologici oltre che sani e nutrienti: ecco i cibi da comprare per mangiare bio.

cibi da comprare per mangiare bio

Oggi il business del bio è estremamente sviluppato e molto in voga sicché non è sempre facile orientarsi tra le molte proposte sul mercato. Uno studio recente della Stanford University inoltre ha dimostrato che non sempre esistono sostanziali differenze tra un alimento biologico o non biologico. Tuttavia ci sono alcuni cibi che è preferibile scegliere bio.

Mele e pesche

Mele e pesche sono i prodotti dell’agricoltura con il più alto valore di pesticidi dunque è preferibile optare per la produzione biologica al fine di abbattere questi livelli di sostanze pericolose per l’organismo.

Verdura a foglia verde

Lo stesso vale per le verdure a foglia verde che spesso contengono alti livelli di pesticidi. In questo caso la “colpa” è anche del consumatore che tende a preferire prodotti dalle foglie impeccabili e belle da vedere. Per ottenere ciò però è necessario appunto l’impiego di pesticidi. Meglio verdure dall’aspetto meno piacevole ma più sane.

Carne e latticini

Benché esistano dei regolamenti che limitano o vietano l’uso di antibiotici e ormoni nell’allevamento degli animali, non sempre la carne può dirsi completamente sicura. È questo uno degli alimenti che sarebbe preferibile scegliere bio, preferendo allevamenti naturali all’aria aperta. Per lo stesso motivo è bene scegliere latte e derivati di provenienza biologica. Inoltre un’alimentazione delle mucche a base soprattutto di cereali anziché di erba fa sì che carne e latte siano più grassi.

Cereali integrali

La parte più esterna del chicco è dove si concentrano i residui dei pesticidi utilizzati durante la coltivazione dunque è importante che i cereali integrali provengano da agricoltura biologica che non si serve di sostanze nocive.

Uova

Pur in minima parte, le sostanze antiparassitarie contenute nei mangimi degli allevamenti industriali passano alle uova. La produzione bio garantisce uova prive di queste sostanze grazie all’allevamento a terra e senza il ricorso ad antibiotici necessari ad evitare i contagi di malattie tra gli animali degli allevamenti industriali in gabbia.

Uva

L’uva è tra la frutta quella che contiene, a livello mondiale, un altissimo valore di pesticidi nella buccia. Essendo un frutto che si mangia senza sbucciarlo, l’ingestione di queste sostanze può essere pericolosa. Scegliendo uva biologica inoltre ci si garantisce un più alto apporto di resveratrolo che le viti producono naturalmente come difesa naturale contro i parassiti.

Soia e derivati

Nel caso della soia interviene il fattore ogm a preoccupare chi vorrebbe aderire ad un’alimentazione bio e attenta alla produzione del cibo. La soia è la coltura più soggetta a manipolazioni genetiche a livello globale e il 70% della soia coltivata nel mondo è ogm.

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Nergi, il baby kiwi ricco di vitamine

Il Nergi è un piccolo kiwi. È grande come una prugnetta, ovvero circa un quarto di un kiwi normale. Arriva nei nostri supermercati dopo i test del 2014 e potrebbe essere un successo tale, da rivoluzionare il settore ortofrutticolo, che in questo momento non sta vivendo un buon momento. Il nuovo frutto è prodotto e commercializzato in Italia da Ortofruit di Saluzzo (in provincia di Cuneo).

nergi

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Prosciutto a dieta, meglio cotto o crudo?

Il prosciutto a dieta è meglio cotto o crudo? Questa domanda ce la siamo posti spesso nei periodi in cui siamo particolarmente attenti alle nostre scelte alimentari o seguiamo un vero e proprio regime dietetico. Proviamo a rispondere con un confronto tra i due tipi di prosciutto scoprendo perché e quando è meglio preferire l’uno o l’altro.

prosciutto a dieta

Erroneamente si crede che il prosciutto cotto sia più leggero di quello crudo. In realtà il prosciutto cotto mantiene una parte dei grassi nel corso della sua preparazione e può contenere anche una quota di carboidrati se durante la lavorazione sono state aggiunte fecole o farine.

Al contrario il prosciutto crudo ha meno grassi (salvo il grasso visibile che si può asportare prima di consumarlo) e contiene più proteine. Il prosciutto crudo inoltre ha un buon apporto vitaminico, soprattutto vitamine del gruppo B, e un alto valore di minerali.

La scelta tuttavia non è così automatica. Chi soffre di ipertensione infatti farebbe meglio a scegliere il prosciutto cotto che è meno salato, mentre chi soffre di colesterolo alto troverà miglior vantaggio nel consumo del prosciutto crudo. Quest’ultimo infatti contiene più grassi “buoni” come l’acido oleico oltre alla vitamina B6 che aiuta a prevenire i disturbi cardiovascolari.

E le calorie? Il prosciutto crudo contiene circa 470 calorie per 100 grammi di prodotto mentre il prosciutto cotto ne ha appena meno, circa 415, ma come abbiamo visto nel primo caso i nutrienti sono di qualità migliore rispetto al prosciutto cotto. Il consiglio comunque è di sgrassare sempre il prosciutto eliminando il grasso visibile tutto intorno alla fetta prima del consumo. Così il valore calorico complessivo si abbatte notevolmente.

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Drink con meno calorie per salvare la linea

I drink sono sempre molto piacevoli, soprattutto la sera quando si è in compagnia, quando fa caldo o semplicemente si vuole fare un aperitivo un po’ più carico. Sono una vera tentazione e una bomba calorica che può mettere a repentaglio la linea. Quali sono i drink con meno calorie?

drink con meno calorie

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I legumi con meno carboidrati

I legumi sono preziosi alleati di ogni dieta perché forniscono proteine vegetali e molti sali minerali ma spesso sono anche ricchi di carboidrati: ecco quali sono i legumi con meno carboidrati da preferire per una dieta equilibrata e ipocalorica.

legumi con meno carboidrati

Se l’obiettivo della dieta è tagliare i carboidrati per perdere peso, aumentando nel contempo il valore delle proteine, i legumi sono una giusta scelta. Selezioniamoli però con criterio, in modo da massimizzare la loro utilità nella nostra alimentazione.

Soia

La soia ontiene solo il 6.3% di carboidrati su 100 grammi di prodotto. Si tratta del legume più proteico a fronte fi un valore di carboidrati più basso rispetto a tutti gli altri legumi.

Fave secche

Le fave sono generalmente tra i legumi meno considerati perché si tende a preferire quelli più diffusi e noti. In realtà le fave secche sono un’ottima scelta con soli 33 grammi di carboidrati su 100 grammi di prodotto.

Fagioli secchi

I fagioli apportano il 35% di carboidrati per 100 grammi di prodotto e possiamo includerli tra i legumi con un valore non troppo elevato. Sono ancora una buona scelta.

Fagioli borlotti

I borlotti hanno un valore appena più alto degli altri fagioli, con poco più di 35 grammi di carboidrati per 100 grammi di prodotto.

Il resto dei legumi, che comprende anche lenticchie e piselli, hanno valori superiori a 40 grammi di cabroidrati su 100 grammi di prodotto dunque è consigliabile ridurne l’uso. Il più ricco di carboidrati tra i legumi è senza dubbio il cece, che ha il 44.5% di carboidrati. Sono tutti valori di cui tenere conto quando si pianifica una dieta, in modo da alternare i legumi in maniera intelligente senza doverne necessariamente eliminarne alcuni.

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