Arachidi, calorie e proprietà nutrizionali

Le arachidi sono una pianta di origine brasiliana, diffusa anche negli Usa e in Europa, che produce un frutto color giallo scuro di forma ovale e ricoperto da una pellicina rossiccia. Sono noti per essere molto buoni, soprattutto se tostati ed estremamente calorici. Qual è la composizione chimica? Il 6 % è di acqua, l’8,5 % di fibre alimentari, il 25,5 % di proteine, il 4 % di zuccheri, il 2,3 % di zuccheri ed il 49 % di grassi.

arachidi

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I cibi più ricchi di fibre

Le fibre sono molto importanti nell’alimentazione quotidiana, aiutano a mantenersi in forma e in salute favorendo il transito intestinale. Nel contempo agevolano il mantenimento di bassi livelli di colesterolo e glicemia, intervendo di conseguenza sulla pressione arteriosa. Scopriamo quali sono i cibi più ricchi di fibre per introdurli con maggiore consapevolezza nella nostra alimentazione.

cibi più ricchi di fibre

Mais

Tra gli alimenti che ne sono più ricchi spicca indubbiamente il mais. È anche ricco di vitamina A ed è privo di glutine. Quante virtù in un alimento solo. Usate il mais dolce nell’insalata per aggiungere colore, sapore e una buona quantità di fibre oppure in forma di corn flakes a colazione.

Castagne

Le castagne sono molto caloriche ma anche ricchissime di fibre, particolarmente di cellulosa che è in grado di regolarizzare l’intestino e combattere la stitichezza. Contengono anche acido folico e vitamine del gruppo B.

Carciofi

I carciofi agiscono su più fronti, depurando il fegato, abbassando il colesterolo nel sangue e favorendo il transito intestinale grazie all’alto valore di fibre.

Fagioli

Borlotti, azuki o cannellini, scegliete i vostri preferiti: i fagioli sono ricchi di fibre, vitamine e minerali. Occhio però al consumo di legumi se soffrite di colite.

Carote

Le carote si prestano ad essere preparate in decine di modi diversi, sia nei piatti dolci che in pietanze salate, da sole o come contorno. Servitevene spesso, specialmente nella stagione primaverile perché preparano anche la pelle all’abbronzatura.

Avena

L’avena è tra i cereali il più ricco di fibre, in particolare di betaglucani, cioè la parte solubile della fibra che aiuta a combattere il colesterolo cattivo proteggendo il sistema cardiovascolare.

Avocado

Più noto per il suo contenuto di acidi grassi essenziali, l’avocado è anche ricco di fibre.

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Pane nero: di cosa si tratta, benefici e controindicazioni

Ultimamente si parla spesso di pane nero e numerosi locali lo propongono nel loro menu: è il pane al carbone vegetale che è diventato improvvisamente di moda e che oggi scopriamo. Di cosa si tratta, quali sono i suoi benefici e se esistono eventuali controindicazioni.

pane nero

A dare il caratteristico colore nero al pane, che nel sapore non risulta diverso dal comune pane di semola, è il colorante E153 derivato dal carbone vegetale, o carbone attivo, un elemento prodotto dalla combustione del legno e già noto per le sue proprietà a livello medico. Si utilizza infatti in forma di compresse per assorbire i gas intestinali e ridurre il gonfiore addominale.

Il motivo per cui il pane nero ha ottenuto un tale successo è che promette gli stessi benefici del carbone attivo assunto in compresse, semplicemente mangiando un alimento di base come il pane. Presto però sono arrivate le polemiche tra chi ritiene che un uso poco accorto possa portare a conseguenze negative, per esempio in chi soffre di colon irritabile, e chi invece pensa che non abbia alcun vantaggio reale e si tratti solo di una moda.

In un’epoca in cui l’alimentazione sana viene spinta talvolta all’eccesso, alla continua ricerca del prodotto bio, la richiesta di un pane più digeribile, leggero e che non provochi gonfiore addominale è andata di pari passo con la voglia di sperimentare in cucina. Ecco nato il pane nero, scenografico quanto basta per stuzzicare la curiosità.

In realtà le quantità di carbone vegetale contenute nel pane nero, nel quale si usa più che altro come colorante, sono tanto esigue da non poter garantire risultati particolarmente evidenti. Di contro, un eccesso di consumo può provocare interazioni con i farmaci che si assumono – per esempio in caso di diabete o di disfunzioni tiroidee – perché il carbone vegetale si lega alle medicine e le rende indisponibili per il corpo. Potrebbe inoltre ridurre anche l’assorbimento delle vitamine.

Infine, ma non meno importante, va segnalato un altro rischio legato al carbone vegetale e ad un eventuale abuso. Il carbone attivo contiene benzopirene, una sostanza che si sviluppa dalla combustione del legno e che è riconosciuta come cancerogena. Per questo motivo negli Stati Uniti il carbone vegetale è stato vietato mentre in Europa è consentito il consumo attenendosi a quantità specifiche.

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La frutta di primavera che fa bene alla pelle

La bella stagione è quella del rinnovamento, sia psicologicamente che fisicamente, e la prima a beneficiarne è la pelle che abbandona il grigiore invernale e torna ad essere più luminosa. Ci aiuta l’alimentazione: ecco la frutta di primavera che fa bene alla pelle.

frutta di primavera che fa bene alla pelle

Diversi studi hanno evidenziato, nel corso del tempo, che abbondanti porzioni di frutta consumate quotidianamente sono essenziali in ogni alimentazione perché offrono vitamine e minerali importanti per la salute del corpo. Tra le ricadute benefiche c’è anche qualche vantaggio per la pelle.

Molti tipi di frutta sono ricchi di antiossidanti, vitamine C ed E e carotenoidi, tutti elementi preziosi per il benessere della pelle. Tra i frutti più utili segnaliamo la banana, ricca di acqua, vitamine, minerali e antiossidanti. Spiccano soprattutto la vitamina C, che combatte i radicali liberi e l’invecchiamento precoce, e il potassio, che migliora la circolazione e dona un incarnato più luminoso.

È un prezioso aiuto anche la papaya, un vero concentrato di vitamine, minerali e antiossidanti. Tra i minerali spiccano potassio e magnesio ma è anche ricca di fibre che aiutano il transito intestinale e donano alla pelle un aspetto più luminoso grazie ad una profonda depurazione dell’organismo.

I kiwi sono ricchissimi di vitamime C ed E che lavorano intensamente a favore della prevenzione dell’invecchiamento cellulare. Sono anche riccchi di potassio che, come visto nel caso di banane e papaya, agisce positivamente sull’aspetto della pelle.

Anche fragole e frutti di bosco sono preziosi alleati di benessere per la pelle perché oltre a contenere buone quantità di vitamina C sono anche ricchi di flavonoidi, potenti antiossidanti che prevengono i radicali liberi.

Sono infine pieni di carotenoidi tutti i frutti di colore giallo-arancio. Tra la frutta primaverile spiccano nespole e albicocche: contengono betacarotene, precursore della vitamina A che favorisce il ricambio cellulare. Si rileva anche la presenza del licopene, che prepara la pelle al sole dell’estate prevenendo le scottature.

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Sesso e dieta, quali alimenti evitare

Sesso e dieta vanno a braccetto più di quanto non si immagini e non parliamo di alimenti afodisiaci che possono favorire l’avvio di una serata piccante ma di cibi da evitare prima di una notte di grandi passioni.

sesso e dieta

Per dare il meglio di sé a letto bisogna evitare di mangiare alcuni alimenti che fiaccano la prestazione nelle ore immediatamente precedenti ad un appuntamento galante, specialmente se è previsto un dopo-cena molto intimo.

Se siete voi a preparare la cena che precede la notte romantica potete agevolmente evitare gli alimenti che vi segnaliamo ma se andrete a cena fuori potrete comunque prestare attenzione a certi cibi ammazza-passione.

Menta

Alcuni studi recenti suggeriscono che il mentolo incide sul livello di testosterone e uccide il desiderio sessuale. Dunque occhio anche alle mentine per rinfrescare l’alito.

Acqua tonica

Il chinino, di cui è ricca l’acqua tonica e che le dà quel particolare retrogusto amarognolo, è responsabile di una diminuzione del livello di testosterone. Inoltre tutte le bevande gassate gonfiano lo stomaco e ci rendono meno attraenti.

Patatine fritte e hamburger

I cibi ricchi di grassi saturi incidono anch’essi sul livello di testosterone. L’eccesso di sale, inoltre, peggiora l’erezione.

Tofu

I fitoestrogeni di cui è ricco il tofu non fanno bene al desiderio sessuale, sia negli uomini che nelle donne.

Cibi in scatola

A chi verrebbe in mente di organizzare una cena romantica con cibi in scatola? Eppure talvolta capita che una serata piccante segua una cena non necessariamente speciale, addirittura improvvisata. I cibi conservati, ricchi di sodio, provocano ritenzione.

Vino

Un calice di rosso scalda l’atmosfera ma troppo vino uccide la libido. Uno studio ha dimostrato che l’erezione, da sobri, dura di più.

Avena

Nonostante i molti vantaggi benefici per la salute, l’avena non aiuta il sesso, anzi uccide il desiderio.

Frutta

Meglio consumarla lontano dai pasti e mai a cena se prevedete una serata speciale. Fermenta nello stomaco e provoca fastidi che è meglio riservare ai momenti di solitudine.

Bibite energetiche

C’è chi pensa che una bevanda energetica non possa che giovare all’eccitazione ma in realtà l’insieme di zuccheri e caffeina garantisce una resistenza di breve durata.

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Olio di palma, quali sono i pericoli per la salute?

L’olio di palma è il nemico numero uno della salute. Questo è stato il messaggio passato negli ultimi mesi dai mezzi di comunicazione e non solo. È veramente così? Purtroppo non è un prodotto sano e sono numerosi i danni che provoca alla nostra salute, da sistema cardiovascolare al diabete mellito. L’olio di palma è infatti contenuto in molti prodotti della prima colazione, biscotti (anche quelli della prima infanzia) e merendine.

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Proprietà e benefici dello zenzero

Lo zenzero ha tante e tali proprietà da essere un prezioso alleato di benessere da scoprire o riscoprire per non farne a meno mai più. Scopriamo quali sono le sue caratteristiche e i benefici che può apportare all’organismo.

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Dello zenzero utilizziamo la radice, che si presta ad essere usata sia fresca che secca. È ricca di olio essenziale, gingerina, zingerone, mucillagini e resine che offrono proprietà toniche, digestive, stimolanti e antinfiammatorie, per citare solo le più importanti.

La composizione dello zenzero comprende acqua, carboidrati e proteine ma a farsi notare sono soprattutto i numerosi sali minerali quali potassio, magnesio, ferro, zinco, sodio, calcio, fosforo e manganese. Contiene inoltre vitamine del gruppo B e vitamina E.

Anti-nausea

Lo zenzero si è rivelato un ottimo alleato per chi soffre di nausee. È un rimedio utile sia contro le nausee da cinetosi che contro quelle da gravidanza. Se soffrite di mal d’auto potete masticare un pezzetto di zenzero oppure bere un infuso preparato con 5 grammi di radice in una tazza abbondante d’acqua.

Digestivo

Questa spezia ha ottime ricadute sull’apparato digerente in generale. Favorisce la digestione e combatte l’helicobacter pylori, responsabile delle ulcere. Aiuta anche a combattere la formazione di gas intestinale ed è utile in caso di diarrea.

Anti-tumorale

Alcuni studio recenti, eseguiti all’Hormel Institute del Minnesota, hanno evidenziato che lo zenzero ha una funzione protettiva sul colon prevenendo la formazione dei tumori a carico di quella zona.

Antinfiammatorio

Una delle proprietà più note dello zenzero già da lunghi millenni è quella relativa alla sua azione benefica sul sistema immunitario. Agisce contro febbre, raffreddore, tosse. Essendo un antisettico
naturale aiuta in caso di infiammazioni.

Analgesico

Per via delle sue proprietà antinfiammatorie lo zenzero è utile anche come analgesico in caso di mal di testa, dolori muscolari o articolari.

Anticoagulante

Questa radice dalle mille virtù è anche un anticoagulante naturale. Alcuni studi scientifici ritengono che agisca sulla pressione del sangue, abbassandola, e anche sul livello di colesterolo.

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5 modi insoliti di utilizzare le spezie, in cucina ma non solo

Che amiate le spezie e ve ne serviate a piene mani in cucina, o che al contrario non vi siate mai avventurati più di tanto nel magnifico mondo dei sapori esotici, vi suggeriamo 5 modi insoliti di utilizzare le spezie, in cucina ma non solo.

modi insoliti di utilizzare le spezie

Le spezie hanno mille virtù e regalano sapori sorprendenti a tutte le preparazioni, sia dolci che salate, ma ci sono modi avventurosi per utilizzarle sia sui piatti ai quali non avreste mai pensato di associarle che a preparazioni completamente diverse, che con la cucina hanno poco o nulla a che fare.

Le spezie in forno

Le preparazioni da forno si prestano bene ad essere arricchite con le spezie. Ne trarranno vantaggio soprattutto le torte salate ma anche il pane. Visto che ad alte temperature gli aromi perdono intensità, ricordate di usare dosi più generose di spezie rispetto al normale.

Le spezie nei dolci

Un sentore olfattivo inatteso darà un tocco in più ad ogni preparazione dolce, specialmente alle torte farcite che si prestano ad essere aromatizzate in vari modi. Si può per esempio aggiungere una nota speziata alla bagna con cui ammorbidire la base, all’impasto per il pan di spagna oppure alla crema pasticcera per la farcitura.

Le spezie per il corpo

Potete usare alcuni aromi classici per arricchire una crema per il corpo o profumare un olio oppure anche un bagnoschiuma. Un esempio? Scegliete una profumazione neutra e arricchitela con la cannella.

Le spezie sul gelato

Avete mai pensato di osare le spezie sul gelato, sul sorbetto o in un semifreddo? I risultati vi sorprenderanno. Esempi: il peperoncino sul cioccolato fondente, il cardamono sul caffè, la cannella sulla mandorla, il pepe nero sulla fragola.

Accostamenti audaci

Sperimentare è sempre la strada migliore per fare scoperte in cui non ci saremmo mai imbattuti altrimenti. Qualche suggerimento per un accostamento audace però possiamo darvelo: provate a sposate salmone e zenzero oppure lenticchie e cannella. Alcuni alimenti, pur molto diversi tra loro, hanno una struttura chimica simile e dunque si sposano magnificamente.

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Le spezie brucia grassi: quali sono?

È il momento di cominciare a pianificare la remise en forme in vista dell’estate e già pensiamo a come bruciare i grassi di troppo accumulati durante l’inverno. Ci viene in aiuto la tavola: ecco le spezie brucia grassi più utili.

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Alcune spezie infatti sono in grado di dare una sferzata al metabolismo e di controllare il colesterolo nel sangue. Essendo tante, varie e versatili sarà facile introdurle nella propria alimentazione quotidiana, per condire i piatti oppure per farne infusi.

Cannella

La cannella riduce il livello dei trigliceridi nel sangue e contrasta l’iperglicemia. Agisce anche migliorando il metabolismo dei grassi.

Zenzero

La tradizione ayurvedica lo sa da centinaia di anni, lo zenzero depura l’organismo, scongiura la formazione della cellulite, contrasta il ristagno dei liquidi. Favorisce anche la digestione e migliora il funzionamento dell’apparato gastrico.

Cumino

Il cumino stimola il metabolismo e riduce la fermentazione di alcuni cibi nello stomaco, specialmente quelli ricchi di lieviti. Si può usare per preparare tisane o per dare sapore alle preparazioni salate.

Peperoncino

Stimola la digestione, depura l’organismo e accelera il metabolismo grazie al contenuto di capsaicina che tiene a bada anche l’appetito.

Pepe nero

Forse la spezia più diffusa in cucina, stimola il metabolismo grazie al suo contenuto di piperina che mette in atto la cosiddetta termogenesi.

Curcuma

La curcumina contenuta nella curcuma agisce sugli accumuli adiposi. Si può usare come aggiunta ad una tisana, per preparare un ottimo risotto o per rendere più efficaci i sali da bagno.

Ginseng

Controlla i valori di glicemia e colesterolo nel sangue e stimola il metabolismo funzionando anche come alimento energizzante.

Cardamomo

Accelera le funzioni metaboliche e favorisce il processo digestivo. Si usa in preparazioni dolci e salate, sulle verdure, per infusi e tisane ma anche masticandone direttamente i semi aromatici.

Aneto

Ha azione diuretica e disintossicante, favorisce la digestione e migliora il metabolismo.

Zafferano

Condivide le proprietà di curcuma e zenzero accelerando il metabolismo e migliorando la digestione. Contiene anche preziosi antiossidanti.

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Le proprietà disintossicanti del limone

Le proprietà disintossicanti del limone sono note a tutti ma non sempre nel dettaglio: scopriamo precisamente a cosa possono essere utili nel nostro benessere quotidiano e come possono aiutarci durante la dieta che seguiamo.

proprietà disintossicanti del limone

Iniziare la giornata con un bicchiere di acqua tiepida e succo di limone è un consiglio che spesso ci sentiamo dare da più parti, ma quali vantaggi effettivi ci dona? Molti, moltissimi, legati alle proprietà antisettiche, antitossiche e toniche del limone che è capace di agire a più livelli sul nostro organismo fornendogli anche calcio e potassio, vitamine A, B, C e P, ferro, fosforo, rame e manganese. Ce n’è già abbastanza per convincerci, ma vogliamo saperne di più.

Il bicchiere di acqua tiepida con il succo di mezzo limone va consumato al mattino appena svegli, a digiuno. La sua prima azione sarà sul sistema immunitario. Essendo ricco di vitamina C e potassio previene i raffreddori, controlla la pressione sanguigna, agisce positivamente sulle funzionalità cerebrali.

Un’altra utile azione del limone è quella alcalinizzante che previene l’acidificazione dei tessuti e li mantiene più sani più a lungo bilanciando il pH del corpo. Contemporaneamente la pectina, di cui il limone è ricco, aiuta a combattere il senso di fame favorendo la perdita di peso di chi è a dieta.

Viene favorita anche la digestione attraverso la stimolazione del’apparato gastro-intestinale. Il risultato immediato è una migliore eliminazione delle tossine nell’apparato digerente grazie ad una peristalsi più attiva. Agisce anche sul fegato, favorendone la detossificazione.

Le proprietà disintossicanti del limone tuttavia non agiscono solo internamente ma anche esternamente, migliorando l’aspetto della pelle grazie all’alto contenuto di vitamina C che combatte la formazione di macchie e rughe.

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Tarassaco, proprietà e benefici nella dieta

Il tarassaco è una pianta officinale i cui benefici sono noti sin dal Medioevo e che oggi possono essere utili nella dieta quotidiana grazie alle sue proprietà depurative e drenanti. È la radice del tarassaco, in particolare, a offrire il potere più noto della pianta.

tarassaco

Ha infatti capacità depurative, disintossicanti, antinfiammatorie e purificanti agendo soprattutto sulle funzionalità epatica, renale e biliare. Questi organi preposti alla trasformazione e all’eliminazione delle tossine sono essenziali per la salute come per la buona riuscita di una dieta.

Il tarassaco però riserva ancora qualche sorpresa perché agisce anche da tonico digestivo stimolando le ghiandole dell’apparato gastroenterico, dalla bocca allo stomaco per arrivare a pancreas e intestino. Inoltre stimola i muscoli dell’apparato digerente favorendo una leggera azione lassativa.

Contemporaneamente agisce come drenante e favorisce la diuresi eliminando i liquidi in eccesso, ragion per cui è molto utilizzato anche per combattare ritenzione idrica e cellulite. Per tutte queste sue caratteristiche, dunque, il tarassaco diventa un alleato prezioso nella dieta.

Si può usare in diverse forme ma la più diffusa è la tisana che si prepara utilizzando 1-2 cucchiaini di tarassaco secco per tazza, da bere la mattina e la sera. Attenzione però alle controindicazioni: non va assunto se si soffre di gastrite, calcolosi, ulcere. Inoltre è sempre bene consultare il medico se si assumono farmaci con i quali potrebbe interagire.

Ecco la ricetta di un decotto utile per introdurre questa pianta nella propria dieta sfruttandone efficacemente tutte le proprietà. Vi serviranno un cucchiaio raso di radici di tarassaco (che si trovano in erboristeria) e una tazza d’acqua. In un pentolino mettete l’acqua fredda e le radici sminuzzate portando a bollore. Lasciate bollire per qualche minuto, dunque spegnete il fuoco, coprite e lasciate in infusione per 10 minuti. Bevete l’infuso dopo averlo filtrato.

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Bacche di acai, usi in cucina

Le proprietà delle bacche di acai sono tante e tutte preziose al punto che questo piccolissimo frutto ha meritato l’appellativo di superfood. Ma come ce ne serviamo in cucina, nella vita di tutti i giorni, per integrarlo alla nostra alimentazione?

bacche di acai

I piccoli frutti violetti originari del Sud America hanno potenti proprietà antiossidanti oltre che disintossicanti ed energizzanti grazie agli altri valori di ferro, calcio e vitamine A e C. Contengono soprattutto antocianine che agiscono sulla circolazione e contrastano i radicali liberi. Agiscono anche sul colesterlo grazie al contenuto di omega 3, 6 e 9. Sono inoltre ricchi di beta-fitosteroli che influiscono sullo stress, abbassandolo.

Benché si trovino ormai facilmente in commercio prodotti a base di bacche di acai come succhi, integratori e polpa congelata, l’ideale resta consumare il frutto fresco oppure disidratato, per sfruttarne tutte le potenzialità senza che sia stato sottoposto a troppi procedimenti di trasformazione.

Una buona opzione per gustare i frutti dell’acai è il frullato, utilizzandoli freschi insieme a banana oppure mango e aggiungendo latte oppure acqua naturale, in base alla cremosità che si desidera nel risultato finale.

Se non disponete dei frutti freschi ma trovate più facilmente quelli disidratati, che sono ormai disponibili in molti supermercati, potete aggiungerne qualche bacca al frullato di frutta consueto o al centrifugato che preferite, subito prima di consumarlo. Lo stesso potete fare con la colazione del mattino, aggiungendo alcune bacche alla ciotola di cereali con latte o yogurt. Un’altra idea è utilizzarle per addolcire il tè del pomeriggio.

Le bacche di acai si prestano ad essere utilizzate anche nelle insalate, per arricchirle aggiungendo anche colore e gusto oltre agli indubbi vantaggi di un superfood. Potete però sperimentare con queste versatili bacche anche aggiungendole a preparazioni salate quali la carne o le verdure. Un’idea? Cuori di indivia e speck al forno, con qualche bacca di acai in aggiunta.

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Quali sono i cocktail permessi a dieta

L’alcol non è amico della dieta, fornisce per lo più calorie vuote di valori nutrizionali e vanifica i nostri sacrifici a tavola, ma quali sono i cocktail permessi a dieta per non rinunciare ad un aspetto piacevole della vita sociale?

cocktail permessi a dieta

Basta scegliere con cura quale bevanda preferire per limitare le calorie e non rinunciare ad un cocktail di tanto in tanto, purché ci si moderi sia nelle quantità che nella frequenza, naturalmente. Ecco dunque le bevande alcoliche che ci si può concedere anche a dieta.

Birra chiara

Rinfrescante e piacevole, contiene solo 33 calorie per 100 ml di prodotto. Occhio però alle quantità, un bicchiere da birra è facile vuotarlo in pochi sorsi per ordinarne subito un altro.

Vino bianco

100 ml di vino bianco si aggirano intorno alle 70 calorie, mentre quello rosso ha un apporto calorico appena più alto, di circa 75 calorie. Scegliere il bianco, se non ne consumate un solo bicchiere, vi farà tagliare il totale calorico.

Martini

Un classico Martini liscio può essere una buona scelta perché un bicchiere da 120 ml, quantità del tradizionale da Martini, contiene non più di 220 calorie.

Aperol Spritz

All’aperitivo non si può rinunciare, ma rinunciamo volentieri a calorie extra senza motivo. Evitiamo quindi di mangiare chili di patatine e scegliamo solo un Aperol Spritz che contiene 80 calorie a bicchiere.

Gin tonic

Il gin tonic di calorie ne offre 120 a bicchiere per una quantità di circa 150 ml. Come sempre, il segreto sta nell’ordinarne uno e uno soltanto.

Negroni

Il Negroni non è il più economico tra i cocktail in termini di calorie perché ne contiene ben 140 per 150 ml di bevanda. Però se è il vostro preferito non ditevi di no, purché di rado.

Mojito

Il cocktail prediletto dell’estate è piacevole tutto l’anno ma è molto calorico. Un bicchiere da 150 ml contiene 200 calorie.

Caipirinha

Il delizioso cocktail brasiliano è un azzardo per chi è a dieta essendo il più calorico tra tutti quelli presentati eppure una volta ogni tanto possiamo concedercelo, sapendo però che contiene 254 calorie per 150 ml.

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Quante calorie hanno le chiacchiere di Carnevale

Chiamatele come volete, frappe o cenci, bugie o chiacchiere, in ogni caso è il loro momento con l’avvicinarsi della festa più colorata dell’anno: scopriamo le calorie delle chiacchiere di Carnevale per godercele senza mandare a monte tutti i sacrifici di una dieta.

chiacchiere di carnevale

A sorpresa la differenza di calorie delle chiacchiere fritte rispetto a quelle cotte in forno non è poi così rilevante quindi il nostro consiglio è di godersi la ricetta che più si preferisce perché una volta che si sgarra tanto vale farlo per bene. Moderando, naturalmente, le porzioni.

Le chiacchiere non sono certo un alimento dietetico, tutt’altro, ma scegliendone una piccola porzione non si dovrà rinunciare a questo succulento dolcetto di Carnevale né si rovinerà la dieta per via di una deroga al regime alimentare controllato.

Le ricette di questo dolce di Carnevale sono tantissime spostandosi su e giù per l’Italia, variano per l’aggiunta di liquori, scorza di limone, uso del tipo di zucchero e ovviamente tipo di cottura ma se queste differenze ne fanno variare il gusto non ne modificano essenzialmente l’apporto calorico complessivo.

Consideriamo una porzione di chiacchiere di circa 4 o 5 pezzi. Se sono fritte forniscono un apporto calorico medio di circa 210 calorie, se invece sono passate al forno hanno un totale calorico di circa 30-40 in meno, non una quantità così elevata da giustificare il sacrificio della gustosa frittura. Tuttavia le chiacchiere al forno hanno un contenuto di grassi di circa la metà rispetto a quelle fritte.

Questo vale nel caso della classica chiacchiera cosparsa di zucchero a velo mentre il discorso cambia se aggiungiamo anche una copertura di cioccolato o una farcitura di crema, nel qual caso le calorie salgono vertiginosamente fino a raddoppiarsi. Per chi vuole concedersi comunque un dolce tradizionale ma in versione light ecco la ricetta dei nastri integrali.

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5 alimenti ricchi di fibre

Le fibre sono fondamentali nella dieta, perché sono quelle che tengono allegro il nostro intestino, sono importanti per ridurre il picco glicemico postprandiale e la risposta insulinica. Svolgono un ruolo fondamentale nella prevenzione delle coronaropatie cardiache grazie al miglioramento dei livelli lipidici nel sangue. Ecco quindi cinque alimenti che dovremmo introdurre nella nostra dieta.

carciofi

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Perché i mirtilli fanno bene alla salute

Che i mirtilli siano ottimi alleati di benessere è cosa nota ma perché facciano bene è meno risaputo: scopriamo dunque perché i mirtilli fanno bene alla salute e come. Benché sia un piccolissimo frutto, ha grandi proprietà benefiche che agiscono su molti aspetti della nostra vita quotidiana.

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Si tratta di frutti molto gustosi ma anche ricchissimi di vitamine essenziali per il nostro benessere. Si prestano a diverse interpretazioni a tavola perché oltre ad essere consumati freschi si possono utilizzare in numerose preparazioni dolci o aggiungere addirittura ad una insolita insalata mista.

Per cominciare i mirtilli agiscono positivamente sul sistema immunitario grazie all’alto contenuto di antiossidanti che contrastano i radicali liberi. Per la stessa ragione fanno bene alla pelle prevenendo l’invecchiamento cellulare. Grazie ai flavonoidi, in particolare, migliorano il funzionamento del cervello prevenendone il deterioramento.

I mirtilli fanno bene anche alla vista. Uno studio ha dimostrato che mangiare due porzioni al giorno di mirtilli abbatte il rischio di degenerazione maculare che interviene con l’avanzare dell’età. Inoltre riducono il rischio di attacco cardiaco e abbassano la glicemia grazie al loro ridotto impatto glicemico.

Sono utili anche nel trattamento di problemi legati all’apparato urinario visto che contrastano la proliferazione dei batteri all’interno della vescica. Chi soffre di cistite troverà grande giovamento nel consumo costante di questo frutto.

Grazie al loro tipico colore blu, infine, contrastano la crescita di cellule tumorali agendo come prevenzione contro il cancro. Ciò è dovuto alla presenza degli antociani, sostanze che si sono dimostrate efficaci nella prevenzione dei tumori.

Molti sono i buoni motivi per consumare con maggiore costanza questi piccoli, succulenti frutti inserendoli nella propria alimentazione quotidiana e trasformando un gustoso alimento in un prezioso alleato di benessere.

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Le calorie del Panforte, il dolce tipico di Siena

Se siete in dubbio tra Panettone e Pandoro, sappiate che di poco ma il Panettone è più light (360 calorie vs 400 calorie). Il vero problema delle feste non sono solo questi due tipici dolci ma tutte le meraviglie della tradizione che portiamo in tavola. Il Panforte è un prodotto meraviglioso che in questi giorni di stravizi non può assolutamente mancare.

panforte

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I dolci di Natale meno calorici

Il periodo delle feste natalizie è indubbiamente ad alto tasso calorico e per quanto possiamo provare ad essere ligi alla dieta non sempre è facile: scopriamo allora i dolci di Natale meno calorici per scegliere meglio e limitare i danni. Alla dieta penseremo dopo le feste, ma proviamo a non esagerare.

dolci di natale meno calorici

Non solo il pranzo di Natale o il cenone di Capodanno, infatti, offrono la ghiotta occasione di sgarrare clamorosamente gustandosi piatti tipici e deliziosi dolci. Durante il mese di dicembre capita ad ogni pie’ sospinto di imbattersi in biscotti, pandori e panettoni, torroni e altre squisite preparazioni tipiche del periodo natalizio. Ecco quelli che hanno meno calorie.

Conquistano il gradino più alto del podio le marrons glacés, cioè le castagne glassate che hanno circa 300 calorie per 100 grammi. Naturalmente sono molto zuccherate, ma rispetto ad altri dolci pieni di burro state sicuri che faranno meno danni alla vostra linea.

Il secondo posto lo conquista il panettone che contiene in media 360 calorie per 100 grammi. Il suo impasto è meno burroso rispetto al pandoro e contiene anche meno uova. Di conseguenza, anche se arricchito con uvetta e canditi, il panettone risulta nel complesso un po’ meno calorico del pandoro.

I biscotti allo zenzero si spartiscono il terzo posto insieme a pandoro e panforte. Tutti e tre i dolci natalizi hanno circa 400 calorie per 100 grammi. Questo vale solo se consideriamo la ricetta base senza l’aggiunta, in realtà molto frequente, di creme, farciture e coperture di cioccolato.

E il torrone? Sta in cima alla classifica dei dolci di Natale più calorici con oltre 450 calorie per 100 grammi. Il vantaggio però sta nel fatto che rispetto ad altri tipi di dolci ne consumiamo una quantità sicuramente minore quindi non è detto che sia la scelta peggiore.

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