Grano antico, tutte le varietà coltivate in Italia

Ci sono molti tipi di grano antico che sopravvivono ai numerosi interventi dell’uomo nella selezione delle colture o che vengono reintrodotti dopo molti anni, addirittura secoli, di oblio. Scopriamo quali sono i più interessanti.

grano antico

La maggior parte dei grani antichi oggi conosciuti si sono prodotti spontaneamente in specifiche zone con climi e terreni particolari, altri sono stati reintrodotti dall’uomo che ne tenta una coltivazione biologica e senza i drastici interventi che i grani odierni hanno subito, dalla selezione genetica all’uso di fertilizzanti chimici.

RIGATONI INTEGRALI

Grano Senatore Cappelli

Tra i grani antichi è forse il più noto, risale all’inizio del ventesimo secolo, ha una qualità rustica e produce una semola eccellente sia per il pane che per la pasta. Oggi si coltiva soprattutto in Basilicata, Puglia, Calabria e Sardegna.

wheat grains timilia

Grano Timilia

È un antico grano siciliano coltivato tuttora nell’entroterra siculo. Si usa per preparare pane e pasta, ha una colorazione leggermente scura ed è altamente digeribile.

spoon wheat Khorasan

Grano Khorasan

Più noto con il suo nome commerciale Kamut, questo grano è originario dell’Iran ma diffuso in tutto il mondo ed è considerato un antenato del grano duro odierno.

Ancient grain kamut, Khorasan wheat, Triticum turgidum ? polonicum

Grano Saragolla

Nell’area del Cilento si coltiva questo grano duro che affonda le sue origini proprio nella zona mediterranea.

ripe wheat field and abandoned barns

Grano Solina

È una varietà di frumento tenero molto antica, di origine montana e particolarmente dell’area appenninica del Centro Italia, adatto dunque ai climi freddi.

wheat ears on sunset background.

Grano Gentil Rosso

Il Gentil Rosso è un altro grano tenero che ha origine nella zona appenninica centro-settentrionale dove per molti decenni fu la varietà più coltivata e che di recente si va riscoprendo. La sua farina è particolarmente adatta ai dolci.

Man Standing in a Wheat Field Holding Wheat Grain in His Cupped Hands

Grano Risciola

È un grano di collina coltivato sin dall’Ottocento la cui riscoperta parte dall’Irpinia, dove si coltiva nuovamente.

Farmer hand touching wheat ears

Grano Verna

Meno produttivo del grano duro più noto, è stato a lungo abbandonato ma conservato in purezza e oggi riscoperto, specialmente nell’area della Maremma.

Hands holding wheat

Grano Etrusco

Originario del Medio Oriente, in particolare dell’area tra Anatolia e Iran, è noto anche come grano del faraone. È più proteico di altre varietà.

fresh bread cob

Grano Sieve

Questa varietà di frumento tenero è coltivata soprattutto in Toscana, dove è stato riscoperto di recente insieme al grano Verna.

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Aquafaba, cos’è e come si usa

L’acquafaba è una novità che sta rivoluzionando il mondo della pasticceria vegana grazie alle sue proprietà che consentono di evitare le uova sostituendole egregiamente. Si tratta dell’acqua di cottura dei legumi, acquafaba infatti deriva dall’unione delle parole latine per acqua e fagiolo. È dunque un ingrediente completamente naturale che possiede numerose virtù utili in cucina.

Aquafaba

Le sue caratteristiche sono state scoperte nel 2014 da un vegano che lanciò la notizia su un food-blog ma è tuttora un ingrediente poco noto anche se sempre più spesso utilizzato nella preparazione di ricette vegane, soprattutto dolci ma anche maionese e burger.

La principale caratteristica dell’acquafaba è la possibilità di montarla con risultati molto simili a quelli dell’albume di uovo. Essendo dunque un prodotto schiumogeno ed emulsionante si presta a preparazioni vegane che rinunciano alle uova.

L’acquafaba ha inoltre proprietà nutrizionali non ancora analizzate con cura ma correlate ai legumi dalla cui cottura deriva. Dunque contiene una percentuale di proteine ma anche amici e saponine. Si ottiene dalla cottura di molti tipi di legumi ma i risultati migliori si avranno con i ceci. L’acquafaba derivata dai ceci, infatti, ha un sapore neutro e monta meglio.

Per montare l’acquafaba il prodotto deve essere ben freddo. È possibile poi incorporarvi altri ingredienti, proprio come fareste con gli albumi, amalgamando delicatamente e mescolando dal basso verso l’alto.

Intanto l’industria alimentare sta già sperimentando per proporre sul mercato il prodotto pronto da usare, anche in forma essiccata. Nel frattempo negli Stati Uniti si comincia a produrre la maionese veg a base di acquafaba ma il campo è enorme e le potenzialità vastissime. Volete provare a casa? Potete cominciare con l’acqua di conservazione dei ceci in scatola.

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Le calorie dello spritz

L’happy hour è spesso il momento più allegro della giornata nel periodo lavorativo ma è piacevolissimo anche in vacanza, eppure se si è a dieta bisogna prestare attenzione al conteggio calorico: scopriamo quante sono le calorie dello spritz e come evitare che attenti alla nostra dieta.

calorie dello spritz

Rinunciare non è necessario, basta prestare attenzione al giusto equilibrio degli ingredienti, non esagerare con la quantità, limitare le occasioni a qualche aperitivo di tanto in tanto anziché farlo diventare una costante troppo frequente e infine evitare di accostare allo spritz anche stuzzichini e snack che fanno lievitare il numero delle calorie anche con poche manciate di patatine o noccioline.

Lo sprizt non è così deleterio per la dieta se si osservano queste semplici regole, vi sorprenderà sapere per esempio che contiene meno calorie di un bicchiere di vino bianco. Un bicchiere di moscato da 150 ml arriva facilmente a 125 calorie mentre una pari quantità di spritz si ferma a circa 90 calorie.

Sorseggiare l’aperitivo nel pomeriggio dopo una giornata in spiaggia o godersi la serata con gli amici intorno tra i tavolini all’aperto in città in una bella serata estiva non sarà più motivo di cruccio, se si tiene d’occhio l’insieme.

La variante classica dello spritz prevede acqua, prosecco e Aperol con l’aggiunta di uno spicchio di arancia. Pur contenendo alcol e le relative calorie, dunque, il totale è smorzato dalla componente di acqua e l’ammontare calorico non è così elevato.

Naturalmente contano le proporzioni degli ingredienti e le eventuali varianti proposte ma anche la quantità di bibita che bevete. Se scegliete un bicchiere piccolo le calorie non supereranno le 100 a porzione mentre per un bicchiere più ampio da 250 ml le calorie saliranno a 142. Dettagli da tenere in debito conto.

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Il pesce crudo fa bene alla salute

Il pesce crudo è diventato di moda sin da quando il sushi e le tradizioni culinarie giapponesi hanno preso piede in Occidente. Tuttavia è una tradizione che con le dovute modifiche appartiene da tempo anche alla cucina europea, dalle crudité ai carpacci marinati passando per la tartare.

pesce crudo

Sarà capitato a tutti, prima o poi, si trovarsi davanti un piatto con del pesce crudo ma finora non sapevamo quanto potesse essere salutare consumarlo. A patto che sia stato correttamente abbattuto per eliminare il rischio che comporta l’anisakis, un parassita del pesce molto pericoloso per l’uomo.

Essendo il pesce un alimento molto proteico e ricco di virtù, i suoi vantaggi sono evidenti a prescindere da come si decida di consumarlo. Contiene infatti anche acidi grassi polinsaturi, i preziosi omega 3, le vitamine A e D e numerosi minerali. Evitarne la cottura preserva intatti tutti questi preziosi elementi.

Mentre la vitamina A protegge le cellule prevedendone l’invecchiamento precoce, la vitamina D agisce sul sistema immunitario. Nel contempo consumiamo sodio, iodio, fosforo, ferro e fluoro che rimineralizzano l’organismo, rafforzano le difese e agiscono a più livelli per mantenerci in ottima salute.

Tra gli elementi più importanti tuttavia si fanno notare gli omega 3, acidi grassi polinsaturi che il corpo non è in grado di produrre e deve introdurre attraverso la dieta. Il pesce, soprattutto se crudo, ne è molto ricco. Da essi si traggono molti vantaggi, dal controllo del colesterolo alla prevenzione di patologie cardiache oltre al prezioso nutrimento per le cellule.

Consumare il pesce dunque è sempre una scelta di salute ma consumarlo crudo ne massimizza gli effetti favorendo la prevenzione di diverse malattie e nutrendo l’organismo con preziosi elementi che restano intatti grazie all’assenza di cottura.

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I drink estivi meno calorici

D’estate si moltiplica le occasioni per stare fuori casa, bere qualcosa con gli amici, trascorrere la serata sorseggiando un cocktail: scopriamo quali sono i drink estivi meno calorici per non mandare a monte i sacrifici richiesti dalla dieta.

drink meno calorici

Un solo cocktail scelto con scarsa cura, lasciandosi trasportare dall’entusiasmo di una bella serata, può infatti alterare tutti i conteggi calorici della giornata, o addirittura della settimana. Non è necessario rinunciare, basta scegliere bene, moderare le quantità ed evitare di mangiare gli stuzzichini che spesso accompagnano i drink.

Birra chiara

La birra chiara è tra gli alcolici il meno calorico perché contiene solo 33 calorie ogni 100 ml.

Vino bianco

Anche il vino bianco è un ottimo alleato per chi è a dieta, perché limita le calorie a 70 ogni 100 ml.

Bellini

Tra i cocktail il Bellini è il più leggero perché con i suoi 70 ml di spumante e 30 ml di pesca a cui si aggiunge ghiaccio resta fresco e piacevole con sole 31 calorie.

Aperol spritz

Uno spritz è sempre un’ottima scelta per l’aperitivo, purché si evitino le noccioline che lo accompagnano. Ha solo 80 calorie a fronte dei 140 ml contenuti nel bicchiere.

Gin tonic

Un bicchiere di gin tonic contiene 120 calorie se contiene 6 parti di acqua tonica e 4 di gin. Se vi piace più forte le calorie salgono.

Martini dry

Un ottimo Martini dry a base di Vermouth e gin, con tanto di oliva, costa solo 97 calorie.

Mojito

Il mojito è il cocktail dell’estate ma non è affatto leggero come sembra: il perfetto mix di rum, lime, zucchero di canna, selz, ghiaccio e menta ci fa gola ma aggiunge alla nostra dieta ben 200 calorie.

Caipirinha

Per il suo contenuto di zucchero anche la caipirinha non è il più leggero dei cocktail, contiene 254 calorie per 150 ml di bevanda. Una volta tanto, tuttavia, è un piacere che ci si può concedere.

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Le calorie del gelato artigianale e confezionato

Le calorie del gelato variano a seconda del gusto che scegliamo, della quantità che mangiamo ma anche in base alla tipologia di gelato, se artigianale o confezionato industrialmente. In linea di massima per tenere sotto controllo il conteggio calorico l’ideale è scegliere una coppetta alla frutta artigianale anziché un cono confezionato. Scopriamo i dettagli.

calorie del gelato

Coppette con gelati alla frutta

In media una coppetta piccola alla frutta contiene circa 65 calorie, che scendono a 60 se scegliete il limone ma salgono a 150 se optate per il cocco. Se la coppetta diventa media le calorie salgono a 110, che diventano 160 se la coppetta è grande.

Coppette con gelati cremosi

Quando scegliamo un gusto a base di crema le calorie da considerare sono 95 per la coppetta piccola, si raddoppiano per la coppetta media. Si introducono meno calorie se il gelato è a base di yogurt, con 65 calorie per la coppetta piccola e 132 per quella grande.

Le calorie di una coppetta piccola alla vaniglia sono 70, diventano 90 per la coppetta alla nocciola o al pistacchio. Il fiordilatte offre 110 calorie, idem per il gusto al cioccolato. L’ammontare calorico ovviamente cresce al crescere delle dimensioni della coppetta.

Coni con gelati alla frutta

Le calorie aumentano se al gelato associamo il cono di cialda anziché consumarlo nella coppetta di carta. Per un cono grande di gelato a base di frutta le calorie da conteggiare sono 130. Non vale per il cocco, che ha invece 250 calorie.

Coni con gelati cremosi

Per i coni alla crema le calorie sono maggiori. Un cono piccolo con gelato cremoso conta in media 115 calorie che diventano 220 per un cono più grande. Se scegliete il gelato allo yogurt ve la cavate con 85 calorie per la dimensione piccola, 152 calorie per il cono medio.

Scopriamo qualche gusto più specifico per farci un’idea più precisa: il cono piccolo alla panna ha 93 calorie, quello alla nocciola 110. Con il pistacchio le calorie diventano 110, con il fiordilatte 120, uguale per il cioccolato.

Gelati confezionati

Le calorie dei gelati confezionati sono generalmente più di quelle di un gelato artigianale. Per un gelato al biscotto da 60 grammi considerate circa 180 calorie, che salgono a 220-260 per un gelato da 80 grammi. Lo stecco al cioccolato consta di 130 calorie, che diventano 180 se il gelato è un croccante. Per quello alla frutta il conteggio è minore e compreso tra 60 e 90 calorie.

Per un cornetto alla panna le calorie schizzano a 233 calorie, che raggiungono le 330 se le dimensioni sono maxi e con l’aggiunta di granella e cioccolato. Il vantaggio dei gelati confezionati è che le calorie sono visibili sull’etichetta. Resta vero però che il piacere di un gelato, di tanto in tanto, è bene concederselo senza calcolatrice. A patto di non esagerare.

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Tutte le alternative allo zucchero

Lo zucchero è da tempo ormai demonizzato, spesso ridotto, talvolta addirittura eliminato dall’alimentazione: scopriamo quali sono tutte le alternative allo zucchero per sostituirlo con alimenti più salutari capaci di dolcificare le nostre preparazioni in modo naturale.

alternative allo zucchero

Fruttosio

Il fruttosio è il dolcificante più diffuso, presente naturalmente nella frutta. Non rilascia insulina, cosa che avviene con il glucosio e il saccarosio, e perciò va preferito allo zucchero raffinato. Tuttavia viene assorbito rapidamente dal fegato, dunque non bisogna comunque esagerare perché viene immagazzinato immediatamente.

Miele

Anche il miele va consumato con moderazione perché viene assorbito molto velocemente essendo uno zucchero semplice composto da fruttosio e glucosio. Le sue molte proprietà tuttavia ce lo rendono preferibile ad altri tipi di dolcificante. Purché si scelga di qualità.

Sciroppo di agave

L’agave è estratto in forma di sciroppo dalla pianta omonima. È importante scegliere il prodotto naturale realizzato secondo tecniche tradizionali, anche se più costoso, rispetto ai succedanei additivati con fruttosio.

Melassa

Sottoprodotto che si ottiene dalla lavorazione dello zucchero di canna, ha la consistenza di uno sciroppo e un colore scuro. È un’ottima fonte di vitamine e minerali.

Sorbitolo

Ideale per i diabetici perché richiede poche quantità di insulina, si ricava generalmente dallo sciroppo di mais ma si trova anche in alcuni frutti come datteri, susine e prugne. È leggermente lassativo, dunque va consumato con moderazione.

Xilitolo

Stesso effetto lassativo per lo xilitolo, che ha basso contenuto calorico e non richiede insulina per la sua metabolizzazione. Si trova nelle fibre di alcune piante quali canna da zucchero, betulla e mais.

Sciroppo d’acero

Ricavato dalla linfa dell’omonimo albero, contiene sostanze antinfiammatorie e antiossidanti oltre a molti minerali. È ideale per chi ha problemi di digestione. È bene sceglierlo con cura, favorendo lo sciroppo d’acero al naturale e non i prodotti “a base di” sciroppo d’acero che ne contengono piccole quantità.

Sciroppo di riso

Noto anche come malto di riso, è composto da tre zuccheri, il maltosio, il glucosio e il maltotriosio.

Sciroppo di malto

Deriva dal malto d’orzo, è scuro e ricchissimo di vitamine e minerali. È l’ideale da utilizzare in cottura, per esempio per preparare deliziose frittelle.

Zucchero di palma

Noto anche come sago, si ricava dai fiori della pianta. Contiene vitamine del gruppo B e ha un basso indice glicemico, quindi è adatto a chi segue un regime alimentare ipocalorico allo scopo di perdere peso.

Zucchero di palma da cocco

In forma liquida, si ricava dalla linfa delle noci di cocco. È ricco di vitamine del gruppo B e minerali ma anche di acidi grassi, antiossidanti e polifenoli. Contiene inoltre inulina che ha effetti benefici sulla flora intestinale.

Stevia

Diventata di moda negli ultimi anni, la stevia è una pianta sudamericana da cui si ricava l’omonimo dolcificante vegetale che in Europa è stato ammesso solo nel 2011. Ha un potere dolcificante di circa 300 volte maggiore rispetto il saccarosio. Bisogna osservare con attenzione le etichette per scegliere un prodotto puro e non additivato con aromi o destrosio.

Sciroppo di yacon

Deriva dalla radice della omonima pianta, parente del girasole. Ha un sapore che ricorda quello di una pera e di una mela. È ricco di probiotici, minerali e vitamine e ha un basso indice glicemico.

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Shiso, erba aromatica con tante proprietà

È un’erba aromatica dalle mille proprietà quella che scopriamo oggi, utile come pianta officinale, come alleato in cucina e persino come elemento ornamentale: si chiama shiso, viene dall’Oriente e il suo nome scientifico è perilla frutescens.

Shiso

Si coltiva in Giappone, Corea e Cina ed è molto utilizzata come erba aromatica in cucina, sia per il suo gusto originale – è simile al basilico nell’aspetto ma vicino all’anice nell’aroma – che per le sue proprietà medicinali note sin dall’antichità. Scopriamole.

Tra i valori nutrizionali degni di nota spiccano alti contenuti di minerali tra cui calcio, ferro, fosforo e potassio. La pianta è inoltre ricca di vitamine A, B2 e C e agisce positivamente sulla regolazione del colesterolo nel sangue grazie al contenuto di acido linoleico.

In erboristeria se ne utilizzano le foglie per curare tosse, febbre, raffreddore ed eruzioni cutanee grazie alle sue proprietà antinfiammatorie. Una tisana a base di shiso inoltree favorisce la digestione e la diuresi.

Le foglie, sia fresche che secche, si usano però anche per preparare condimenti e salse o come contorno per i secondi piatti. Spesso le foglie di shiso si utilizzano in Oriente per condire il riso, per le marinature, per accompagnare sushi e sashimi. Si usa anche per decorare o aromatizzare diverse bevande, dai cocktail ai distillati fino ai più classici infusi.

Tra gli altri usi delle foglie di shiso si segnalano inoltre le zuppe e le insalate ma anche tutti i piatti nei quali si sfruttano normalmente le alghe. Dalla stessa pianta, infine, si estrae anche un dolcificante naturale.

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La lista dei cibi contaminati secondo Coldiretti

La Coldiretti avvisa i consumatori stilando una lista di cibi contaminati che è meglio non consumare per le preoccupazioni che possono comportare sulla nostra salute. I primi posti della classifica li conquista la Cina che già nel 2015 aveva un triste primato per le segnalazioni di prodotti alimentari non a norma di legge secondo l’Unione Europea, perché contaminati o additivati.

lista dei cibi contaminati

Secondo le analisi, il 92% dei broccoli di provenienza cinese è contaminato da residui chimici. Lo sono anche il prezzemolo vietnamita con il 78% di contaminazione e il basilico indiano, con il 60%. Sono questi, ma non solo, i cibi più pericolosi che entrano nella “Black list dei cibi contaminati” che la Coldiretti ha stilato sulla base delle analisi dell’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare.

L’occasione è stato il Rapporto 2015 sui Residui dei Fitosanitari in Europa presentato a Napoli in concomitanza con la mobilitazione degli agricoltori italiani che chiedono la difesa dei prodotti locali e la valorizzazione della dieta mediterranea.

Della lista di Coldiretti entrano a far parte le melagrane egiziane insieme a fragole e arance, importate in Italia grazie a speciali agevolazioni europee. Si trovano inolre il peperoncino thailandese, i piselli del Kenya, i cocomeri e i meloni dominicani e la menta marocchina, tutti con residui chimici fuori norma.

Il caso del Marocco è eclatante. Si tratta infatti di un altro paese, insieme all’Egitto, a cui l’Unione Europea ha concesso speciali agevolazioni per l’esportazione di frutta e verdure che hanno finito per avere ricadute negative sulla produzione interna italiana.

La produzione marocchina peraltro si serve di pesticidi vietati in Europa, a differenza di quella italiana che per norma non può utilizzarli. Dunque oltre al danno economico va considerato anche, e soprattutto, quello sulla salute.

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Altri 5 alimenti ricchi di fibre

Le fibre alimentari sono indispensabili per il buon funzionamento del nostro organismo, specialmente per il processo digestivo e la salute dell’intestino: ecco altri 5 alimenti ricchi di fibre da inserire nella nostra dieta quotidiana.

5 alimenti ricchi di fibre

Le fibre sono molto presenti nei cereali integrali oltre che in frutta, verdure e ortaggi, che vanno introdotti alla base di ogni dieta anche per le moltre altre virtù nutrizionali che presentano. Concentriamoci oggi su alcuni cibi che ne sono più ricchi per prestare maggiore attenzione alle scelte alimentari che ci permettono di aumentarne la quantità quotidiana.

Secondo l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, la nostra alimentazione dovrebbe prevedere una quantità di circa 25 grammi di fibre al giorno. In genera invece ne assumiamo appena 14 grammi se l’alimentazione non è correttamente bilanciata. Scopriamo come rimediare.

Mele

Se è vero che una mela al giorno toglie il medico di torno, è anche vero che ci fornisce ottime quantità di fibre. Ogni mela ne contiene circa 4 grammi.

Bulgur

Tra i cereali più utilizzati in Medio Oriente, si va ormai diffondendo largamente anche in Occidente. Il bulgur contiene fino a 6 grammi di fibre per porzione. Si può consumare caldo o freddo ed è ideale come sostituto del riso per un’insalata estiva.

Semi di chia

Questi piccolissimi semi, ideali per arricchire le insalate ma anche per un frullato o uno yogurt, sono ricchi di fibre. Ogni cucchiaio di semi di chia contiene anche proteine e calcio.

Kiwi

I kiwi sono tra i frutti più ricchi di fibre visto che un kiwi in media ne contiene circa 2-3 grammi. Sono inoltre ricchi di vitamina C. Perfetti per preparare frullati e macedonie oltre che da consumare come frutto a sé.

Cipolle

Ogni cipolla contiene circa 2 grammi di fibre tra cui si trova anche l’inulina, solubile in acqua e preziosa per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue. Nel contempo attiva la regolarità dell’intestino.

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La dieta della curcuma

Con il suo straordinario potere, la curcuma ha dimostrato tanti e tali proprietà sulla salute e sull’alimentazione da aver guadagnato la nomea di prezioso alleato di ogni dieta. Scopriamo la dieta della curcuma che aggiunge questa preziosa polverina all’alimentazione quotidiana per sfruttarne il potere dimagrante.

dieta della curcuma

Oltre ad aggiungere gusto ad ogni preparazione, infatti, la curcuma ha dimostrato proprietà capaci di bruciare i grassi stimolando il metabolismo e aiutando dunque chi è a dieta nella perdita di peso tanto agognata.

In Medio Oriente e Asia si utilizza già da molti secoli mentre in Occidente si scopre solo di recente per i suoi benefici che vanno al di là della possibilità di insaporire un piatto ben speziato. Essendo ricca di antiossidanti e avendo preziose proprietà antinfiammatorie, la curcuma ha la capacità di riattivare il metabolismo e ridurre l’assimilazione degli zuccheri.

La curcumina, inoltre, agisce sull’infiammazione del tessuto adiposo contribuendo all’eliminazione dei grassi in eccesso. Favorisce la digestione e, aumentando la bile nel fegato, inoltre, interviene anche sulla ripartizione dei grassi provenienti dall’alimentazione.

Tante virtù non possono passare inosservate. Ma come inserire la curcuma nella dieta? L’ideale è servirsene a crudo per rifinire le preparazioni culinarie. Usandola a crudo o a fine cottura, la temperatura elevata non può intaccarne i principi attivi. Se l’associate al pepe aumenta anche il livello di assorbimento del corpo. Servitevene per insaporire zuppe e risotti o per aromatizzare l’olio d’oliva che userete per condire le pietanze. Potete aggiungerne un pizzico anche al tè verde e alle tisane detox per potenziarne gli effetti.

La quantità ideale da consumare in un giorno ammonta a circa 2 cucchiaini. È bene non eccedere ed è sconsigliato l’uso in gravidanza, durante l’allattamento o in presenza di calcoli. In ogni caso è sempre buona norma chiedere un parere al proprio medico in caso di dubbi. Se non gradite il sapore della spezia potete ricorrere ad integratori che contengono curcumina.

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Crusca di avena, proprietà e usi

I benefici della crusca di avena sono moltissimi, sia per la dieta che per la salute più in generale: scopriamone proprietà e usi. Prima di iniziare cerchiamo di capire bene di cosa si tratta. La crusca di avena è la pellicola che riveste i grani di avena e in passato veniva scartata mentre più di recente se ne sono scoperti i numerosi vantaggi.

Crusca di avena

La prima virtù è l’alto contenuto di fibre ma non è l’unico elemento da tenere in considerazione. Contiene infatti molte vitamine, tra cui vitamine A e B ma anche C ed E. Offre buone quantità di minerali quali calcio, fosforso, potassio, acido folico e ancora rame, manganese, selenio e zinco. È ricca anche di antiossidanti che difendono le cellule dai radicali liberi prevenendone l’invecchiamento precoce e proteggendo la salute dei tessuti.

Quanto a valori nutrizionali consideriamo le quantità per 100 grammi di crusca d’avena: offrono il 63,3% di carboidrati, il 12,8% di proteine, il 23,9% di lipidi. Ancora su 100 grammi inoltre fruiamo di 15,4 grammi di fibre, essenziali per ristabilire il buon funzionamento dell’intestino.

I benefici primari riguardano proprio la quantità di fibre che riducono l’assorbimento dei grassi e il colesterolo LDL. Nel contempo, come si diceva, si regolarizza il transito intestinale e si previene la stitichezza.

Per la loro stessa natura inoltre le fibre inducono un immediato senso di sazietà, prezioso alleato di ogni dieta dimagrante. La crusca d’avena ha anche un basso indice glicemico che aiuta ad evitare picchi di insulina mantenendo la glicemia più stabile.

Recenti ricerche hanno dimostrato che la crusca di avena aiuta a mantenersi in forma grazie all’azione dell’ormone colecistochinina che l’intestino produce in presenza di fibre, stimolando il senso di sazietà e riducendo i picchi glicemici. Così si tende a mangiare meno.

Un altro vantaggio della crusca di avena sul nostro organismo riguarda la pelle che risulta più protetta e luminosa grazie alla vitamina A che protegge dai radicali liberi. Agendo inoltre sulla salute dell’intestino e sui processi renali, la pelle risulta subito più luminosa.

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6 cibi da eliminare per ridurre la cellulite

Quali sono i cibi da eliminare per ridurre la cellulite? Una domanda che ci poniamo soprattutto quando le ferie si avvicinano. La risposta è utile però per tutto l’anno perché evitare o ridurre drasticamente alcuni alimenti può aiutarci a limitare l’insorgere del problema, e non solo quando dobbiamo metterci il costume.

cibi da eliminare per ridurre la cellulite

È necessario tenere presente che non basta intervenire a tavola per eliminare la cellulite o ridurne l’effetto antiestetico. È importante agire su più fronti anche se l’alimentazione ha una parte molto grande in questo processo. Dunque fare esercizio fisico, bere molto per drenare il corpo, sottoporsi ad eventuali trattamenti estetici come il massaggio linfatico sono tutte strategie efficaci.

Mangiare in modo equilibrato resta il passo più importante. È bene preferire cibi freschi e di qualità favorendo proteine, verdure e frutta, limitando i grassi e accogliendo solo quelli di buona qualità, dall’olio di oliva alla frutta secca fino agli omega 3 del pesce. Ma vediamo ora i 6 cibi da eliminare.

Insaccati

Gli insaccati sono eccessivamente ricchi di sodio e tendono a peggiorare la ritenzione idrica che provoca lo spiacevole effetto a buccia d’arancia sulla pelle.

Formaggi grassi e stagionati

I formaggi molto grassi o quelli stagionati sono dannosi per la cellulite. I primi per il contenuto di lipidi, i secondi per il contenuto di sodio.

Frittura

Tutti i cibi fritti sono eccessivamente grassi e dunque nemici della nostra linea oltre che della nostra salute. Favoriscono la comparsa dell’odiata cellulite. Da ridurre drasticamente o eliminare del tutto.

Condimenti troppo ricchi

Vale lo stesso dicorso già fatto per i fritti. Essendo troppo grassi, molti condimenti particolarmente ricchi non fanno che accentuare il problema. Sostituiamo i condimenti come maionese e salse con semplice olio d’oliva, una vinaigrette o mix di spezie.

Dolci

Un dolce ogni tanto è indispensabile per appagare il palato e l’umore ma esagerare peggiora l’aspetto della cellulite per via dell’eccesso di grassi che immettiamo nel corpo.

Bevande alcoliche, zuccherate e gassate

Tutte le bevande gassate e zuccherate, ma anche l’alcol, non aiutano a combattere la cellulite e sabotano i nostri sforzi. Sì ad un bicchiere di vino a tavola o ad una birra a cena, no al consumo regolare di superalcolici, cockatil e bibite zuccherate.

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6 sostituti naturali dello zucchero

Di motivi per trovare sostituti naturali dello zucchero possono essercene tanti e non sono solo dietetici: lo zucchero bianco infatti subisce numerosi processi di lavorazione e raffinazione per diventare tanto candido e pensare ad un’alternativa ha anche ragioni ecologiche e salutistiche.

sostituti naturali dello zucchero

Per diventare bianco lo zucchero viene trattato successivamente con calce, anidride carbonica, acido solforoso. Dunque viene cotto, raffreddato e cristallizzato, poi centrifugato, filtrato e infine decolorato e nuovamente colorato.

Inoltre per essere assimilato lo zucchero richiede al corpo la disponibilità di vitamine e minerali che sottrae all’organismo. Provoca anche picchi glicemici e conseguenti crisi ipoglicemiche oltre a squilibri intestinali di vario genere, tra cui la produzione di gas. Insomma, di buone ragioni per provare le alternative ce ne sono svariate.

D’altro canto molti dolcificanti sintetici sono stati accusati di essere dannosi per la nostra salute e benché non esistano ancora prove definitive l’aspartame è stato vietato in alcuni paesi come il Giappone. Scopriamo dunque 6 sostituti naturali dello zucchero che non si affidano agli edulcoranti di sintesi.

Zucchero di canna integrale

È lo zucchero al suo stato naturale originale, estratto direttamente dal succo della canna da zucchero dopo la raccolta. È corposo, umido e decisamente marrone.

Miele

Il miele è sempre un’ottima alternativa naturale, anche se non è adatto a chi ha fatto una scelta vegana e non rende bene nella preparazione di dolci che richiedono cottura.

Sciroppo di acero

Si estrae dalla linfa dell’acero e ha un alto potere dolcificante che lo rende utile anche per la preparazione dei dolci. Contiene inoltre calcio, vitamine del gruppo B e potassio insieme al saccarosio.

Succo di agave

Ricco di oligominerali e sali minerali, il succo di agave è un’ottima alternativa naturale allo zucchero ma bisogna accertarsi che sia di buona qualità e non si tratti di un prodotto industriale sottoposto a processi di lavorazione chimica.

Succo di uva

Ha un sapore molto particolare ed è spesso additivato con chiodi di garofano, limone e cannella, dunque non risulta gradito a tutti i palati. Resta comunque un’alternativa percorribile.

Stevia

La polvere di stevia si ottiene da una pianta sudamericana con alto contenuto di saccarosio. Ha un altissimo potere dolcificante ed è particolarmente adatta alle bevande.

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Carciofi bianchi, le proprietà di questa pregiata qualità

Il carciofi bianchi è una verdura preziosa che cresce in una zona ristretta in provincia di Salerno, esattamente nei comuni di Pertosa, Auletta, Caggiano e Salvitelle. Da qui il nome, il bianco di Pertosa (o del basso Tanagro, il fiume che attraversa tutta la zona di coltivazione in Campania).

carciofi bianchi

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I benefici delle verdure rosse

I colori delle verdure sono spesso associati a particolari virtù in base al maggiore contenuto di elementi utili alla salute dell’organismo: oggi scopriamo i benefici delle verdure rosse e quali sono i molti vantaggi al corpo.

verdure rosse

Peperoni rossi

I peperoni sono ricchi di fibre alimentari che favoriscono il transito intestinale e ci permettono di raggiungere rapidamente il senso di sazietà. I peperoni rossi sono inoltre ricchi di luteolina, criptoxantina e zeaxantina che contrastano l’azione dei radicali liberi e dunque mantengono i tessuti più sani, giovani ed elastici. La luteolina agisce anche sulla memoria, rallentando l’invecchiamento cellulare, oltre che sulla vista, proteggendola. Sono alti infine i valori di vitamina E e betacarotene, anch’essi essenziali per la salute della pelle.

Pomodori

Il licopene contenuto dei pomodori è un prezioso alleato di salute che diversi studi hanno messo in relazione con la prevenzione dei tumori. Grazie alle sue proprietà antiossidanti, il licopene abbassa il rischio di cancro alle ovaie, alla prostata e al pancreas secondo recenti studi americani e canadesi. I pomodori agiscono inoltre sulla riduzione del colesterolo e sulla regolazione della pressione sanguigna. Hanno un elevato contenuto di vitamina B e potassio.

Radicchio rosso

Il radicchio offre proprietà depurative e agisce sull’intestino grazie alle sue alte percentuali di fibre e acqua. Purifica il fegato, stimola la produzione di bile e agevola la digestione.

Cipolla rossa

La cipolla rossa, la cui varietà più conosciuta è quella di Tropea, è ricca di sali minerali e vitamine, particolarmente vitamima C ma anche A, B ed E. Contiene anche fermenti che stimolano la digestione e il metabolismo. È ricca anche di flavonoidi che stimolano la diuresi e contiene un ormone vegetale, la glucochinina, che agisce contro il diabete.

Barbabietola rossa

La barbabietola, o rapa rossa, è particolarmente ricca di antiossidanti. Contiene anche nitrati che agiscono sulla pressione sanguigna, abbassandola. Ha proprietà depurative, disintossicanti e mineralizzanti grazie al contenuto di ferro, potassio, magnesio e calcio. Aiuta la digestione e contiene vitamine A, B, C.

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Caffè verde, proprietà e usi

Sul caffe’ verde ci sono tante teorie. C’è chi pensa sia il frutto di una miscela di caffè ed erbe. È realmente così? La risposta è no. E allora che cos’è? È miscela di varietà di caffè classiche, ma è crudo, cioè non ha subito il processo di torrefazione: ciò fa sì che i chicchi di caffè verde mantengano il loro originario, ovvero verde.

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Rimedi naturali contro la fame nervosa

La fame nervosa è scatenata da molti fattori che nulla hanno a che fare con la necessità reale del corpo di trarre nutrimento del cibo: come affrontarla? Scopriamo alcuni rimedi naturali contro la fame nervosa che ci aiutano a combatterla e sconfiggerla.

rimedi naturali contro la fame nervosa

Intervenire sulle cause è indubbiamente il modo migliore per liberarsene, ma può essere un percorso lungo e difficile, specialmente se essa dipende da fattori quali ansia e depressione. Intanto però possiamo imparare a tenerla sotto controllo per evitare di ingurgitare calorie inutili quando sentiamo di avere fame ma è di origine è puramente nervosa.

Alimenti giusti

Alcuni alimenti possono aiutare a tenere a bada il desiderio di mangiare. Sono i cibi ricchi di triptofano, un precursore della serotonina che dona un senso di benessere e appagamento. Si trova specialmente nelle banane, nel latte, nelle uova, nei formaggi freschi, nei cereali integrali e nei legumi secchi. È utile allo scopo anche il bromo contenuto nella attuga e il magnesio di cui è ricca la frutta secca.

Buone abitudini

Una serie di buone abitudini può aiutare a ridurre la sensazione di fame nervosa. Potete cominciare il pasto con alimenti ricchi di fibre che aiutano a raggiungere rapidamente il senso di sazietà. Una scelta sempre vincente è una ricca porzione di verdure. Altro comportamento virtuoso è non eliminare mai del tutto i carboidrati complessi che stimolano la produzione di serotonina. Un effetto simile produce anche un piatto ben speziato, che rende il pasto più soddisfacente perché stimola la produzione di endorfine.

Consumare più acqua

Semplice acqua ma anche infusi, tisane, tè, centrifugati, frullati e succhi di frutta: tutti i liquidi, con l’esclusione delle bibite troppo gassate e zuccherate che hanno altri effetti negativi, favoriscono il senso di sazietà. E sentirsi sazi combatte naturalmente il senso di fame nervosa.

Sport

Lo sport aiuta moltissimo nella gestione della fame nervosa. È particolarmente utile fare in modo da programmare la sessione di allenamento nella parte della giornata in cui vi sentite particolarmente soggetti a cedere alle lusinghe del frigorifero.

Diario alimentare

Scrivere un diario alimentare è utile per tenere traccia di ciò che si mangia durante il giorno per capire quando si è preda di attacchi di fame nervosa. Rendersi consapevoli di ciò che si mangia inoltre aiuta a razionalizozare e a gestire la fame nervosa in modo più lucido.

In erboristeria

Alcune erbe sono particolarmente adatte a contrastare gli attacchi di fame nervosa. Aiutano l’arancio amaro e la rodiola, che abbassano il livello di stress e di stanchezza. Altrettanto utili sono tisane rilassanti a base di melissa, tiglio o passiflora perché alleviano gli stati d’ansia.

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