Gli errori alimentari per adulti e bambini

 

Mangiare bene e avere uno stile di vita sano, ormai lo sappiamo tutti, è molto importante per mantenere la salute a lungo. Ma tra il conoscere i rischi di una dieta scorretta e il mettere in pra­tica concretamente le regole del mangiar bene, ce ne passa. Lo di­mostra anche l’Osservatorio Grana Padano, che, in collabora­zione con la Società italiana di medicina generale Simg e con la Federazione italiana medici pe­diatri Fimp, ha pubblicato “Inda­gine sugli errori nutrizionali e lo stile di vita degli italiani“, uno stu­dio condotto su 2.193 bambini e 4.245 adulti, che ha valutato sia l’alimentazione, sia gli stili di vita, sia lo stato fisico dei partecipanti.

Dallo studio risulta che la popola­zione italiana segue molto poco la dieta mediterranea: meno del 20% assume la giusta quantità di calorie da alimenti di questa dieta e addirittura un italiano su quat­tro assume la maggior parte del suo introito calorico da alimenti non mediterranei. I più virtuosi tra gli italiani sono gli ultrasessan­tenni e le donne. I peggiori, pur­troppo, sono bambini e adole­scenti. Le virtù di questo regime alimen­tare, che comprende riso, pane, pasta, patate, legumi, verdure, ortaggi, frutta fresca e secca, semi, olio di oliva, vino e pesce, sono ormai state ampiamente di­mostrate.

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Squash: il tennis invernale che aiuta a bruciare le calorie

 

Squash court

Sapete qual è lo sport dell’inverno 2009-2010? È lo squash, il tennis che si pratica al coperto su di un pavimento in parquet! Lo squash è uno sport nato nell’800 all’interno delle prigioni londinesi, ma che in breve tempo conquistò anche i circoli più chic della città, soprattutto perché poteva essere praticato durante i lunghi e freddi inverni inglesi.

Lo squash è un gioco simile al tennis, che viene disputato in un ambiente chiuso, su di un campo lungo poco meno di 10 metri, con pareti in muratura, tranne quella frontale che è in materiale trasparente, e il pavimento in parquet. Questo sport vede la presenza di due giocatori che devono colpire, uno alla volta, una pallina, facendola rimbalzare nella parete frontale.

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Intestino pigro, pancia gonfia e rimedi: come sbloccarlo subito

programma per intestino pigro

La stipsi (o stitichezza) consiste nel passaggio difficile o irregolare delle feci, le quali spesso si presentano di consistenza asciutta o dura. La stipsi può essere associata a una sensazione di evacuazione incompleta e di gonfiore. Le definizioni non sono univoche, anche per­ché le abitudini intestinali variano da persona a persona e sono influenzate dall’età, dall’ali­mentazione, dallo stile di vita e dall’atteggia­mento mentale individuale. Stando alla medicina ufficiale, anche una evacuazione alla settimana potrebbe ancora essere ritenuta normale.

Ragionevolmente possiamo però affermare che una persona è stitica quan­do ha meno di 3 evacuazioni alla settimana. La stipsi si differenzia in cronica, acuta e occa­sionale. La forma cronica è quella che dura più di due mesi o da più anni. La forma acuta può rappresentare un peggioramento di quella cro­nica o essere un evento occasionale in persone che hanno scariche regolari e normali. Le cause di stipsi occasionale possono essere diverse: periodi di stress, viaggi, errori alimentari, cambiamenti climatici, trasferimenti ecc.

Ecco le cause della stitichezza:

  • Dieta a basso contenuto di fibre
  • Scarsa o insufficiente assunzione di liquidi
  • Sedentarietà
  • Malattie croniche intestinali (diverticolite, ragadi, emorroidi, colite spastica, malattie neurologiche che riducono i movimenti dell’intestino, spasmi della muscolatura pelvica ecc)
  •  Patologie croniche generali (ipotiroidismo, diabete, neuropatie, depressione ecc.)
  • Consumo eccessivo di farmaci (antinfiammatori, antibiotici, lassativi ecc.)

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Attenzione alle tentazioni alimentari dell’autunno e dell’inverno!

tentazioni alimentari dell'inverno

L’estate sembra ormai lontana anni luce e con essa anche le sane abitudini alimentari che avevamo adottato durante la bella stagione: niente più passeggiate e sport all’aria aperta e meno frutta e verdura. In compenso, però, sono apparsi sulla nostra tavola i gustosi prodotti tipici dell’autunno come l’uva, i cachi e le castagne.

E se alcuni di essi come l’uva e i cachi possono essere anche amici della linea, ce ne sono altri come le castagne che, invece, possono dare qualche problemino; la castagna, infatti, fin dall’antichità è stata sempre utilizzata a scopo energetico perché è una fonte importante di carboidrati complessi e di sali minerali; è ottima anche come surrogato del pane, perché da essa deriva una buonissima farina con la quale si ricava un famosissimo dolce autunnale: il castagnaccio.

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La dieta per la donna con costituzione fisica “a cubo”

dieta per la donna a cubo

Dopo avervi illustrato i suggerimenti alimentari per la donna androide, ovvero con la costituzione fisica “a mela”, e quelli per la donna ginoide, cioè con il fisico “a pera”, è arrivato il momento di fornirvi quelli per chi possiede una costituzione “a cubo”, ovvero colei che quando ingrassa non lo  fa solo in alcune zone, ma in tutte le parti del corpo.

Caratteristiche di questo tipo di costituzione fisica sono fianchi e girovita abbondanti, seno prosperoso, cosce e caviglie grosse; di sicuro la donna che possiede questo fisico ha più difficoltà ad eliminare i chili in eccesso, ma con pazienza e tenacia è possibile farlo.

La prima regola è non imporsi troppe rinunce, perché se non vedrete subito risultati commisurati allo sforzo propuso vi verrà voglia di interrompere la dieta, meglio iniziare con una da circa 1.500 calorie al giorno per una settimana, per poi tagliarne 150 in quelle successive. Come fare? Basterà eliminare 20 grammi di pane e pasta al giorno e 30 grammi di carne, in favore del pesce che è più facile da digerire.

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La dieta dei cinque colori

dieta dei 5 colori

La cosiddetta dieta dei 5 colori detta anche cromo dieta è caratterizzata dal consumo di 5 porzioni quotidiane di frutta e verdura. Secondo le più recenti raccomandazioni dei nutrizionisti di tutto il mondo infatti portare in tavola tutti i giorni almeno 5 porzioni di vegetali (la regola del five a day) è di fondamentale importanza non solo per mantenersi in linea ma anche, e soprattutto, per rimanere in salute. Più precisamente, la dieta dei colori si basa sul principio che variare il consumo giornaliero di frutta e verdura in base al loro colore permette di assumere nutrienti importantissimi per la nostra salute e bellezza.

Il colore di ogni ortaggio infatti non è casuale ma è dovuto a sostanze precise, i cosiddetti fitochimici (composti organici vegetali) che svolgono una funzione di protezione del nostro organismo tanto rinforzando il sistema immunitario, quanto contrastando l’azione dei radicali liberi; combattono quindi l’invecchiamento precoce e riducono il rischio di insorgenza di alcune patologie quali tumori, diabete e patologie cardiovascolari.

Ma quali sono esattamente i colori della salute? Vediamoli uno per uno:

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Sweet chesnut contro voglia di dolci in inverno

sweet chestnut

Sweet chestnut è il castagno, un albero maestoso diffuso da secoli in tutta l’area mediterranea. Le gocce estratte dalle infiorescenze del castagno sono il rimedio adatto per evitare le crisi di fame associate a tristezza e senso di vuoto interiore. Quando ci si sente giù di morale, come accade durante i  mesi freddi, viene spontaneo allungare le mani su qualcosa di dolce e consolatorio come pasticcini, cioccolata, caramelle o biscotti.

Tali situazioni comportano, molte volte il disinteresse  per la vita sociale e un’improvvisa pigrizia e inattività, con la pericolosa tendenza a lasciarsi andare e a non curarsi più del proprio aspetto fisico. In questi momenti un valido sostegno è offerto da Sweet Chesnut, un fiore di Bach utile in tutti gli stati di sofferenza emotiva che rischia di trasformarsi in fame. Grazie alla sua potente vibrazione energetica, l’essenza di Sweet Chestnut aiuta a risvegliare la voglia di vivere e a ritrovare in se stessi (e non nel cibo) le risorse per reagire.

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La dieta delle carote

dieta delle caroteAbbiamo già parlato delle tantissime virtù della carote, che con solo 42 calorie per 100 grammi, garantiscono gusto e leggerezza; quindi, adesso è arrivato il momento di presentarle in una dieta, che, apportando circa 1.200-1.300 calorie al giorno permette di perdere tre chili in due settimane.

Le carote, grazie al loro contenuto di acqua e alla consistenza fibrosa, possiedono un grande potere saziante e spengi fame, oltre ad essere un’ottima fonte di minerali, vitamine; questi ortaggi sono dei perfetti antiossidanti naturali, e grazie all’elevata presenza di betacarotene, assicurano moltissima vitamina A capace di proteggere dall’invecchiamento.

Per sfruttare in modo migliore tutte le proprietà delle carote, bisogna fare attenzione a quali alimenti vengono abbinati e al tipo di cottura: ad esempio, se vengono cotte al forno perdono ben il 50% di vitamina C e il 30% di quella B, mentre se bollite, i sali minerali vengono dissolti. L’ideale, quindi, è consumarle crude, abbinate a pesce, carne, formaggi, uova, o anche con un semplice filo d’olio.

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Dieta Ornish, il menù settimanale

dieta ornish menu

Vi abbiamo già illustrato le principali caratteristiche della dieta Ornish. Vi ricordiamo che si tratta di un programma dietetico messo a punto dal cardiologo statunitense Dean Ornish con un duplice scopo: da un lato aiutare chi è affetto da disturbi cardiovascolari a liberare le arterie dal colesterolo cattivo dall’altro permettere a chi desidera scongiurarne il rischio di insorgenza di restare in forma e a mantenersi in salute.

Di seguito il menù settimanale pensato proprio per questi ultimi.

Tutti i giorni:

Colazione

200 ml di latte parzialmente scremato-3 fette biscottate integrali o 3 biscotti secchi;

alternativa

un vasetto di yogurt magro-30 grammi di cereali integrali-un frutto di stagione;

Spuntino

200 grammi di frutta di stagione;

Merenda

un frullato di frutta fresca o un centrifugato di verdure di stagione.

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Come smettere di pensare sempre a mangiare e vincere la pigrizia mentale

vincere la pigrizia mentale

Quando si parla della pigrizia come causa di sovrappeso, si riferisce soprattutto all’abitudine alla sedentarietà e alla tendenza a crogiolarsi nell’ozio, trascurando un’altra forma di pigrizia che pesa sulla bilancia più di quella fisica: la  pigrizia mentale. E’  quella forma di ­resistenza all’azione e al cambiamento che fa propendere per la stasi, per i sentieri già battuti, anche a livello alimentare. Conquistando una maggiore fluidità mentale, però, si favorisce anche uno stile di vita più attivo, leggero e dinamico che già da solo aiuta a calare di peso e a mantenersi in linea senza sacrifici.

Prova allora a cambiare atteggiamento soprattutto in questo mese che favorisce la tendenza a oziare e a chiudersi in se stessi. Agisci d’impulso: ti piacerebbe andare a visitare una mostra, ma subito  ti viene in mente la difficoltà a parcheggiare, il tempo che impiegheresti ad arrivare, e poi la coda in biglietteria, gli orari scomodi…Se ti capita spesso di mettere davanti al desiderio di agire o gli ostacoli, stai all’erta: è un tentativo di boicottaggio che nasce dall’abitudine a concentrarsi sugli aspetti problematici, senza agire più…Ti incuriosisce quella mostra? Informati sugli orari e esci  di casa senza cercare di controllare ciò che non puoi. Evita le previsioni, agisci quasi d’impulso, vedrai che anche le eventuali difficoltà assumeranno il sapore stimolante dell’avventura e della sfida.

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Prugne, calorie e valori nutrizionali

prugne

Le prugne sono i frutti di un albero coltivato in tutta Europa e negli Stati Uniti, e si trovano in commercio sia fresche che secche, in particolare sono famose quelle californiane. Nelle prugne secche la concentrazione dei nutrienti è molto superiore, rispetto a quelle fresche.

Le prugne sono conosciute per la loro azione lassativa, che funziona già con un dose minima: è, infatti, garantita con l’assunzione di soli 50 o 100 grammi di prodotto; questa effetto è dovuto alla presenza di alcuni acidi organici, zuccheri e altre sostanze che, grazie alle loro proprietà, sono utilizzare anche nella realizzazione dei farmaci lassativi. Se le prugne secche vengono acquistate come evacuanti devono essere lasciate in ammollo per un notte e consumate il mattino seguente insieme all’acqua rimasta; se volete esaltarne l’effetto lassativo assumetele insieme ad altri complementi naturali come i semi di lino o di psillio.

Attenzione, però, a non esagerare con il consumo di prugne, perché può causare effetti indesiderati come diarrea e meteorismo a causa della fermentazione dello zucchero a livello intestinale. Mangiatele con moderazione anche nel caso in cui soffriate di colite spastica perché potrebbero ampliare gonfiori e spasmi.

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Ecco perchè le diete falliscono

stress da dieta

Un gruppo di ricercatori della Boston University School of Medecine ha dimostrato che alternare diete più o meno restrittive a periodi in cui si indulge senza troppi problemi a cibi dolci ed elaborati causa nell’organismo uno stress simile a quello di una crisi di astinenza da droga o alcol; fenomeno che spiegherebbe perchè molte diete falliscono.

Lo studio però è stato condotto su topolini da laboratorio, 155 per la precisione, divisi in due gruppi: al primo sono stati dati per due giorni cibi dolci e gustosi e, successivamente, cibo più equilibrato dal punto di vista nutrizionale per un periodo di cinque giorni. Un secondo gruppo ha avuto solo cibo “normale” per tutta la durata dell’esperimento. Risultato? I topolini del primo gruppo, nel passaggio dal cibo ipercalorico a quello più sano mostravano rifiuto verso quest’ultimo e segni d’ansia.

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Regolare la fame con l’ipotalamo: mettersi a dieta frequentando le persone giuste

centro della fame

Ormai è certo. Tutto il nostro ingrassare dipende da una zona del cervello: l’ipotalamo. Qui vi sono cellule nervose che “dicono” al centro della farne, quanto bere, quando siamo sazi, quali cibi mangiare e, soprattutto, in che quantità. Quindi è inutile perdere tempo a contare le calo­rie, a mettersi a dieta: l’ipotalamo è più forte di noi. E allora tutto il problema è come “fare con­tenta” questa zona del cervello. Si tratta proprio di accontentarla, altrimenti si vendica facendoci in­grassare.

Sì, perché l’ipotalamo è anche la sede delle emozioni, dei sentimenti, delle paure, questa è anche in connessione continua con i profumi, la memo­ria, il gusto, i sapori. Sei triste, scontenta? L’ipotalamo tratta la mancan­za di gioia come un vuoto da colmare e ricorre al­l’uso di dolci: è il suo modo di darci le carezze. Quali sono le cose che infastidiscono l’ipotala­mo? Secondo quasi tutti i ricercatori al primo posto bisogna mettere i sensi di colpa. Non ti senti una brava madre? Non ti piaci e ricolpevoliz­zi perché non sei abbastanza bella e magra? Questo punirsi fa “arrabbiare” l’ipotalamo, che si vendica, facendoci mangiare di più e a sproposito.

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Proteggersi dai danni dello smog con l’alimentazione

dieta antismog

Chi vive nelle città con un alto tasso di inquinamento già lo sa: l’organismo viene pesantemente indebolito dallo smog, il quale fa diventare l’aria carica di veleni invisibili ma potenti, come il carbonio e il piombo. Questi elementi sono molto nocivi perché sono precoce capaci di aumentare la produzione di radicali liberi, i responsabili dell’invecchiamento precoce di tessuti e organi; per rallentare questo processo, l’unica soluzione è quella di proteggere il proprio organismo assumendo, tramite il cibo, il maggior numero possibile di sostanze antiossidanti.

Ogni alimento possiede una determinata funzione per il benessere dell’organismo, vediamo insieme quali sono quelli che lo proteggono dagli danni dello smog e, al tempo stesso, aiutano a perdere un paio di chili in eccesso. Gli alimenti di colore viola, come i mirtilli e le prugne, sono ricchi di flavonoidi e antocianine, sostanze che proteggono la pelle dalla fragilità capillare, e quindi la aiutano a sopportare gli sbalzi di temperatura; le carote e i pomodori, invece, difendono la pelle dall’azione dannosa del fumo e degli agenti atmosferici inquinanti, che, grazie alle loro sostanze, il betacarotene e il licopene, aiutano a proteggersi dagli attacchi dei radicali liberi.

I kiwi e gli agrumi sono utili per migliorare la circolazione del sangue, e quindi per ottimizzare l’ossigenazione della pelle, che renderà l’incarnato più luminoso; inoltre, tutti gli alimenti che contengono vitamina C sono in grado di restituire vitalità ad una pelle ingrigita dagli agenti atmosferici e dallo smog. I frutti a guscio, come mandorle e noci, contribuiscono a contrastare l’azione di stress e stanchezza psicofisica e ridare energia, attenzione, però a non abusarne: la frutta in guscio è molto grassa, bastano 3 mandorle al giorno per riceverne solo i benefici.

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Frutti di bosco, alleati di bellezza e salute

frutti-di-bosco

Forse non tutti amano i frutti di bosco a causa del loro sapore acre e pungente, eppure mirtilli, lamponi, ribes, more di rovo e uva spina dovrebbero fare più spesso la propria comparsa sulla nostra tavola. Certo, freschi è meglio, ma anche in infusi, decotti e tisane possono dare molto di sè.

Ricchi di vitamine, sali minerali e antiossidanti sono infatti un valido aiuto per tenersi in forma e in salute. Vediamoli uno per uno per scoprirne le proprietà benefiche:

Mirtillo

Noto per le proprietà astringenti e antibatteriche, il mirtillo è sempre più spesso impiegato nella cura di alcuni disturbi circolatori, quali vene varicose ed emorroidi, sui quali avrebbe un effetto benefico grazie al suo contenuto di antociani, pigmenti colorati dotati di una spiccata azione antiossidante.

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Dieta dissociata: attenzione all’insulina

attenzione all'insulina nella dieta dissociata

A volte, dopo una dieta, si inizia a dimagrire ma ad un certo punto la bilancia si blocca. Più ci si fissa sull’io di dover perdere altri chili e più il corpo si ribella. Ma attenzione anche alla dieta dissociata. Uno dei tanti luoghi comuni da sfatare è quello secondo cui la dieta dissociata consista essenzialmente nel non mangiare carboidrati, proteine e frutta acida nello stesso pasto.

 Bisogna ricordare che questo tipo di dieta prevede altre quattro regole:

  1. mangiare prevalentemente frutta e verdura
  2. limitare la quantità giornaliera di proteine, amido e grassi
  3.  mangiare cereali integrali e non raffinati
  4. lasciare passare almeno 4 ore tra pasti diversi.

Dall’altra parte, però, il limite più grande di questa dieta è insito proprio nel principio cardine: mangiare i carboidrati da soli, magari con sola verdura, provoca eccessivi picchi di insulina, responsabili per esempio della fame nervosa e di al­terazioni croniche del metabolismo su base ormonale. Un regime alimentare buono è invece quello in cui ogni singolo pasto prevede un giusto equilibrio tra i vari nutrienti (40% di carboidrati, 30% di proteine e 30% di grassi).

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Combattere la stitichezza con l’alimentazione giusta

stitichezza e alimentazione

Una recente indagine ha dimostrato che in Italia soffrono di stitichezza circa 3 milioni di donne e un milione di uomini: la stipsi, dunque, è un disturbo molto comune al quale non sempre facile da risolvere.

Per stipsi non si intende soltanto il fatto di non riuscire ad andare in bagno, ma indica anche quando ciò avviene con difficoltà. Esistono due tipi di stipsi: quella da rallentamento del transito intestinale, che si ha quando si va in bagno molto raramente, e da difficoltà da espulsione, cioè quando c’è lo stimolo, ma si hanno difficoltà ad espellere le feci. A prescindere da quale sia il disagio, si può parlare a pieno titolo di stipsi quando questi disturbi persistono da almeno 3 mesi.

Le principali cause della stipsi sono da cercare nello stile di vita e soprattutto nell’alimentazione; per chi soffre di stitichezza è importante incamerare tante fibre, bere molta acqua e assumere più liquidi possibile a tavola, ad esempio consumando di frequente le zuppe, perché aiutano ad ammorbidire le feci e, quindi, a facilitarne il passaggio e l’espulsione. Anche l’attività fisica è importante per contrastare la stitichezza non bisogna fare chissà quale sport: basta una passeggiata di mezz’ora due o tre volte alla settimana o una gita in bicicletta, per sentirsi meglio.

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Intolleranze alimentari, come riconoscerle

intolleranze alimentari test

A differenza delle allergie, le intolleranze alimentari non manifestano i propri effetti subito dopo l’assunzione del cibo “incriminato”, ma alcuni giorni dopo che questa è avvenuta. Questo dettaglio ne rende difficile l’individuazione soprattutto perchè la persona che ne è affetta risulta, alle analisi di routine, perfettamente sana.

Quando si giunge a sospettare un’intolleranza alimentare il medico dovrà quindi svolgere esami specifici; fra questi:

  • Test bioelettrico QXCI
  • Test cinesiologico
  • Test citotossico
  • Test del polso
  • Test sublinguale

Vediamoli uno per uno:

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