Con lo spuntino giusto non si ingrassa

La razione alimentare da 1500 calorie (equilibrata in principi nutritivi), che spesso viene suggerita per dimagrire in modo fisiologico di 500-700 grammi alla settimana. Al di là dell’aspetto dietetico, la vera insidia per tutte le persone che si sentono oppresse dagli impegni, è lo stile di vita “tutto dovere niente piacere” che produce un carico di stress che spesso alimenta la fame nervosa.

Questa tendenza a vivere di corsa, tra l’altro, attiva il rilascio dell’ormone neuro-peptide che favorisce l’accumulo di grasso. Il primo consiglio che diamo è quello di rallentare, traducendo questa ricer­ca di lentezza anche nei pasti e soprattutto al momento degli spuntini. Assaporando lenta­mente gli snack di metà mattina e di metà pomeriggio, si ottengono infatti due vantaggi:

  1. le papille gustative ricavano il massimo piacere e non ci fanno stramangiare ai pasti;
  2. L’ipotalamo, l’area del cervello che governa il segnale di sazietà, ci invia il messaggio di “stop al cibo” prima che i fabbisogni calorici vengano superati e trasformati in adipe.

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Mirtilli e pino, la combinazione vincente per la salute della vista

E’ risaputo che la salute della vista sia importante. Una minaccia, tra le tante, è la pressione oculare che se troppo elevata si trasforma in ipertensione oculare. Tra i possibili disturbi correlati c’è per esempio il glaucoma, una patologia che può portare alla cecità. Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università degli Studi G. d’Annunzio, a Chieti e Pescara, mette in evidenza la proprietà di abbassare la pressione oculare da parte di un mix a base di mirtillo e corteccia di pino marittimo.

I ricercatori italiani, guidati dal professor Robert Steigerwalt, hanno reclutato 79 persone con l’ipertensione oculare ma senza sintomi di perdita della capacità visiva o glaucoma. I partecipanti sono poi stati suddivisi in tre gruppi. Il gruppo A ha ricevuto giornalmente un supplemento a base di 40 mg di Pycnogenol e 80 mg di Mirtoselect; il gruppo B ha ricevuto il collirio Latanoprost e il gruppo C una combinazione di entrambi. Il trattamento è durato 24 settimane.

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Due bicchieri di latte per tonificarsi e perdere grasso

Bere due bicchieri di latte dopo aver fatto esercizio fisico aiuta a tonificare i muscoli e a perdere massa grassa, non soltanto negli uomini, ma anche nelle donne. Ad affermarlo è uno studio condotto dai ricercatori del Dipartimento di Kinesiologia della McMaster University, in Canada. Il professor Stu Phillips e colleghi sono partiti dalla considerazione che nonostante l’esercizio fisico non sia una prerogativa femminile i benefici per la salute con l’allenamento di resistenza sono enormi. Aumenta la forza, l’ossatura, la salute muscolare e metabolica.

Già un precedente studio aveva dimostrato che il latte favoriva l’aumento della massa muscolare e la perdita di grasso negli uomini. Ora, i ricercatori si sono concentrati sugli effetti del latte nelle donne. Un errore comune è che le donne tendono a prendere le distanze dai latticini perché convinte che questi siano grassi o possano favorire l’accumulo di grasso. Al contrario, al termine dello studio i ricercatori hanno riscontrato una significativa perdita di grasso. Essi hanno reclutato un gruppo di giovani donne che non praticavano sport per aumentare la resistenza fisica.

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dieta per evitare reflusso

Mangiare il pesce fa bene alla salute

Mangiare il pesce è molto utile sia per mantenersi in salute che in linea; in particolare, consumare regolarmente questo alimento fa bene per contrastare il diabete, le malattie cardiovascolari e anche per migliorare l’umore. Attenzione, però: sono bandite le fritture, mentre va bene il pesce cotto alla griglia, al vapore e al forno.

Non dovete fare scorpacciate di pesce per sentirvi meglio: bastano anche solo un paio di porzioni a settimana; ma perché il pesce è così salutare? Innanzi tutto perché ricco di fosforo, proteine, vitamine e i famosi grassi omega 3; non a caso il pesce è al centro di una campagna di educazione alimentare della Nutrition Foundation of Italy e il noto marchio Rio Mare.

Il direttore scientifico della Nutrition Foundation of Italy, il dottor Andrea Poli, afferma:

Ci fa piacere approfondire un tema così importante come il ruolo del pesce nella dieta quotidiana, al fine di diffondere uno stile alimentare più sano ed equilibrato e contribuire ad ampliare il consumo di uno degli alimenti più preziosi per la nostra salute.

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Misurare il sale è meglio che assumere i farmaci anti-ipertensivi

Misurare il sale è meglio che assumere i farmaci anti-ipertensiviE’ ampiamente risaputo che misurare e controllare la quantità di sale che si assume è utile per prevenire l’ipertensione e dimagrire, oltre che aiutare a combattere la cellulite, problema che affligge molte donne in vista dell’estate. La novità è che controllare la quantità di sale ingerita può essere efficace come l’assumere farmaci contro l’ipertensione, in particolare nei soggetti con disturbi renali.

La notizia arriva da un team di ricercatori della Scuola di Medicina dell’University of Indiana e del Medical Center dell’University of Maryland, negli Usa, i quali hanno condotto un nuovo studio in cui è stato evidenziato come misurare l’assunzione giornaliera di sale all’interno della dieta può contribuire a controllare la pressione arteriosa, oltre a raggiungere più facilmente il peso ideale o secco, che sarebbe anche il peso che si ottiene dopo l’eliminazione dei liquidi in eccesso accumulatisi durante una eventuale sessione di dialisi.

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Scopri di cosa ingrassi!

circonferenza vita e fianchi

Soffri di ritenzione, cellulite oppure il tuo problema è il grasso “vero? Per mettere in atto una strategia mirata…adesso, per prima cosa, devi farti una domanda: la tua pancia e tuoi fianchi sono sempre “abbondanti” oppure si tratta di un sovrappeso tempora­neo? Se la tua pesantezza è di tipo cronico o comun­que si ripresenta molto spesso, bisogna capire quali sono le cause.

Innanzi tutto misura il punto vita:  puoi farlo da sola, ma sarebbe meglio farsi aiutare da un’altra persona. Togliti i vesti­ti e mettiti in posizione eretta, con l’addome rilassato, le braccia ai lati del tronco e i piedi uniti. Il centimetro da sarta viene posizionato un po’ più in basso rispetto all’ombelico, a contatto con la cute ma senza compri­merla. Misura la circonferenza e segna il valore su un foglio di carta.

Adesso posiziona il metro un po’ più in basso, all’altezza del pube, prendi anche questa misura e annotala. In una persona in linea, il rapporto vita/fianchi  (ossia la circonferenza della vita diviso quella dei fianchi) deve essere inferiore o pari a 1. Quindi, dividi la misura in centimetri della vita per quella dei fianchi: se questo valore è maggiore di 1 indica una tendenza del metabolismo ad ac­cumulare il sovrappeso soprattutto nella parte centrale e in quella medio bassa del corpo. Se hai ottenuto valore superiore a 1 valuta di che tipo è il tuo sovrappeso “toccando con mano” la consistenza dei tuoi cuscinetti.

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I semi di lino aiutano a combattere il cancro ovarico

Sembra che i semi di lino aiutino a combattere il cancro ovarico, male sempre più diffuso fra le donne che entrano in menopausa. Ad affermarlo è un recente studio che per ora è stato condotto su modello animale, ma che ha buone probabilità di avere una valenza positiva sugli esseri umani, cosa che potrà essere verificata a seguito di uno studio più articolato e ampio.

Un team di scienziati dell’University of Illinois, a Chicago, negli Usa, ha condotto una ricerca su un gruppo di galline affette da tumori ovarici. Gli animali sono stati suddivisi in due gruppi e poi sottoposti per circa un anno ad una dieta normale  e ad una arricchita al 10% dai semi di lino, noti per il loro alto contenuto di acidi grassi omega-3, che sono chemiopreventivi nel cancro della mammella e possono essere benefici anche per altri tipi di tumore.

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I cibi giusti per combattere lo stress

Oggigiorno, vivere in condizioni di stress è abbastanza frequente: tra casa, lavoro e impegni vari, siamo sempre di corsa e chi ci rimette è proprio il nostro sistema nervoso. Se proprio non riusciamo a staccare la spina, e non possiamo seguire eventuali corsi di yoga o pilates per rilassarci, non ci rimane che affidarci all’alimentazione, e in particolare ai cibi che, grazie alle loro proprietà aiutano a ridurre lo stress.

Le prime della lista sono le arance; uno studio tedesco ha scoperto che la vitamina C riduce lo stress e aiuta a normalizzare la pressione sanguigna dopo una situazione particolarmente stressante, oltre, naturalmente, a potenziare il sistema immunitario. Anche le patate dolci sono molto utili per ridurre lo stress in quando sono ricche di vitamine e fibre che aiutano a trasformare i carboidrati.

Tra la frutta secca, vanno bene le mandorle, perché contengono molte vitamine B ed E che aiutano il sistema immunitario, e le noci che riducono la pressione sanguigna. Tra la frutta fresca, invece, i migliori alleati contro lo stress sono le albicocche, in quanto contengono molto magnesio che contribuisce a rilassare i muscoli, e l’avocado che, grazie ai suoi grassi monoinsaturi e all’elevato contenuto di potassio, contribuisce ad abbassare la pressione sanguigna.

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Ferro e rame, i minerali nemici dei cinquantenni

Assicurarsi per mezzo dell’alimentazione dosi adeguate di minerali come ferro e rame è sicuramente consigliato quando si è giovani ma, secondo gli esperti, lo è meno quando si è un po’ avanti con gli anni poiché potrebbero causare danni alla salute. Un nuovo studio dell’University of Michigan mette in guardia contro i danni causati da alimenti ricchi di rame e ferro per le persone di 50 anni o più. Secondo i ricercatori, infatti, queste sostanze possono aumentare il rischio di sviluppare malattie legate all’età come l’Alzheimer, l’emocromatosi, ovvero un accumulo di ferro nell’organismo, e il morbo di Wilson, ovvero una malattia metabolica collegata al rame.

Per questo motivo i ricercatori suggeriscono che le persone con più di 50 anni dovrebbero ridurre drasticamente l’assunzione di questi due minerali. Nella relazione pubblicata sulla rivista Chemical Research in Toxicology dell’American Chemical Society, il coordinatore dello studio, dott. George Brewer, sottolinea come il danno ossidativo derivato dall’eccesso di accumulo di metalli accresce con l’età, e la selezione naturale cessa di agire dopo i 50 anni.

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Dimagrire poco per volta per non ingrassare più!

Se desideri dimagrire, ricorda che i traguardi più durevoli sono quelli che conquisti lentamente. Tutto e subito: è questo uno dei motti di chi desidera dimagrire e si impone le maniere forti, le diete drastiche, un regime punitivo che costringa a rigare dritto per ottenere risultati rapidi e soddisfacenti. Inutile dire che con queste premesse non si va lontano, anzi: non si parte affatto! Più ci si sforza e più il corpo si ribella e protesta con la fame nervosa, innescando un circolo vizioso in cui la dieta, invece che farci dimagrire, ci fa mangiare ancora di più.

Che sensazione vi evoca l’idea di mettervi dolcemente a dieta? Probabilmente quella dell’insuccesso: le diete soft, in apparenza, favoriscono la libertà e quindi la mancanza di controllo. Invece quello che vi proponiamo è proprio di cominciare una dieta quasi senza rendervene conto, in modo dolce e graduale. Introducendo piccoli cambiamenti, uno alla volta, eviteremo di innescare quelle resistenze che boicottano le diete “serie”; e poi, i risultati ottenuti con piccoli sforzi ci faranno andare avanti con più motivazione ed entusiasmo.

Appena sveglia sei abituata a prendere un caffè e basta? poi a metà mattina fai il bis con brioche e cappuccio zuccherato? Prova a fare una colazione “vera” e sana, ad esempio un bicchiere di latte scremato, uno yogurt, un frutto e una fetta di pane nero con un velo di marmellata e abituati, mattina dopo mattina a mangiare in maniera completa lasciando invariato il tuo stile alimentare a pranzo e a cena. Una colazione equilibrata ti farà arrivare a pranzo con meno fame. E in più, questo piccolo cambiamento poco per volta ne innescherà degli altri.

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Morte prematura, obesità più micidiale del fumo

A quanto pare l’obesità, un disturbo che affligge buona parte della popolazione sembra diventare inarrestabile e le autorità sanitarie mondiali lanciano l’allarme. I problemi legati alla dieta scorretta e al sovrappeso stanno diventando la causa principale di morte prematura, ancora più del fumo. Uno studio australiano ha scoperto che, proprio in Australia, l’obesità è già la principale causa di morte prematura, superando di fatto il numero di vittime causate dal vizio del fumo.

Gli esperti australiani concordano sul fatto che probabilmente non sono preparati ad affrontare l’ondata di problemi di salute legati a questa condizione. Soltanto in Australia in soli 6 anni i problemi legati al sovrappeso sono più che raddoppiati. Nel 2006, per esempio, rappresentavano l’8,7% di tutte le patologie. Oggi le malattie correlate al vizio del fumo rappresentano il 6,5% e hanno ceduto il primato ai problemi di peso. Gli sforzi fatti per far diminuire il consumo di tabacco hanno avuto successo e il calo dei problemi di salute collegati ne è una prova.

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Il ribes nero combatte i problemi respiratori e l’asma allergica

Un team di ricercatori neozelandesi ha scoperto che il ribes nero sembra proteggere il benessere dei polmoni, aumentando le difese naturali di questi contro le infiammazioni. Il ribes, già noto per le sue proprietà antinfiammatorie, favorisce la respirazione e riduce gli attacchi di asma allergica. Questo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Molecular Nutrition and Food Research, mostra come non solo il consumo di frutta si è dimostrato utile nel ridurre i sintomi dell’asma, ma si presenta come la prima ricerca che ha indagato sul meccanismo con cui questo si verifica.

Il dott. Roger Hurst, coordinatore della ricerca, e colleghi hanno individuato che l’epigallocatechina, componente del ribes nero dalle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, ha ridotto l’infiammazione del tessuto polmonare. Allo stesso tempo, hanno valutato l’effetto sul sistema immunitario coinvolto nelle allergie. La risposta naturale dell’organismo e del sistema immunitario fa sì che quando questi ritiene di essere in presenza di una sostanza estranea si verifichi un attacco nei suoi confronti.

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Kebab: un attentato per la linea

Con l’arrivo del caldo e della bella stagione aumenta la voglia di mangiare all’aria aperta, magari gustando un panino al parco nella pausa pranzo. Attenzione però a che tipo di sandwich scegliete: se avete deciso di arrivare in forma alla prova costume tenetevi alla larga dal kebab, il panino di origine turca che sta riscuotendo grande successo tra gli italiani.

Non è possibile calcolare esattamente le calorie del kebab in quanto aumentano a seconda del tipo di salse e dei condimenti che vengono aggiunti alla carne; un gruppo di ricercatori inglesi ha stimato che un kebab nella versione panino può arrivare a contenere anche 1.000 calorie, insomma: una vera e propria bomba calorica, se tenete conto del fatto che una donna mediamente attiva ha bisogno di circa 2.200-2.500 calorie al giorno.

Senza arrivare agli eccessi evidenziati dai ricercatori inglesi, si può tranquillamente dire che un panino o una piadina kebab medi contengono circa 500 calorie ciascuno, che comunque non sono poche; vediamo come possono essere distribuite.

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Formaggio probiotico per stimolare il sistema immunitario

I probiotici, e non solo quelli contenuti in yogurt e latte, sono già noti per la loro azione benefica nei confronti della flora batterica intestinale. Tuttavia, non si sapeva ancora nulla sulle possibilità offerte anche dai probiotici addizionati al formaggio. A colmare questa lacuna ci hanno pensato alcuni ricercatori finlandesi i quali hanno riportato i risultati di un nuovo studio sulle pagine della rivista FEMS, Immunology & Medical Microbiology. Il dott. Fandi Ibrahim dell’Università di Turku, in Finlandia, ha studiato insieme ai suoi colleghi gli effetti del HN001 rhamnosus e del Lactobacillus acidophilus NCFM, i batteri buoni contenuti nei probiotici addizionati al formaggio.

Per questo motivo hanno reclutato un gruppo di anziani di età compresa tra i 72 e i 103 anni, tutti ospitati presso una casa di cura. Gli arzilli vecchietti, suddivisi in due gruppi, sono stati invitati a consumare una fetta di pane con formaggio Gouda a colazione per quattro settimane. Quelli del primo gruppo avevano il formaggio addizionato di probiotici, quelli del secondo, il gruppo di controllo, formaggio placebo normale.

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I pistacchi fanno bene al cuore

Aggiungere i pistacchi nella dieta sarebbe l’ideale per ridurre i livelli di colesterolo cattivo, ovvero LDL, e per prevenire le malattie del sistema cardiovascolare. A sostenerlo è uno studio condotto dai ricercatori della Pennsylvania State University e pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Nutrition.

Questi benefici derivati dall’assunzione di pistacchi sarebbero da ricercare negli antiossidanti contenuti nel seme che avrebbero la facoltà di agire contro lo stress. Gli antiossidanti sono contenuti in diversi tipi di frutta a guscio, ma pare che nei pistacchi siano presenti in quantità maggiori, e in particolare il beta-carotene, la luteina e il g-tocoferolo.

I ricercatori hanno condotto lo studio con l’ausilio di 38 adulti sani, di cui dieci maschi e diciotto femmine, di età compresa tra i 35 e 61 anni, tutti non fumatori e con livelli abbastanza elevati di colesterolo LDL; tutti i volontari hanno seguito la stessa dieta per due settimane e poi sono stati divisi a caso in tre gruppi.

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Abbassare il colesterolo con la dieta e i farmaci

I numeri forniti da Progetto Cuore, portale dell’Istituto Supe­riore di Sanità, durante “Obesity Day 2009“, sono inequivocabili: il 17% degli uomini e il 21% delle donne tra i 35 e i 74 anni è obeso, mentre sono in sovrap­peso il 50% degli uomini e il 34% delle donne. Infine il girovita, indicatore-sen­tinella di fondamentale impor­tanza nel definire la “sindrome metabolica“, una delle più co­muni patologie diffuse nel mondo occidentale, è cresciuto di 6-7 cm per l’uomo e di quasi 15 per la donna. Il 67% degli uomini e il 55% delle donne hanno problemi con la cir­conferenza della vita, nonché co­lesterolo e trigliceridi, diabete e ipertensione. Questo comporta inevitabilmente rischi cardiova­scolari.

Il colesterolo, in particolare, viene trasportato nel sangue dalle lipoproteine LDL e HDL: le prime sono definite “cattive” per­ché depositano il colesterolo sulle pareti delle arterie, le se­conde “buone” perché lo rimuo­vono. Il livello di colesterolo totale nel sangue è la somma di quello pre­sente nelle lipoproteine LDL, HDL e VLDL, e questo non è un dato che determina in modo as­soluto il rischio cardiovascolare; ciò che conta infatti è il rapporto tra le varie frazioni, che definisce l’Indice di Rischio Cardiovasco­lare (IRC).

Per mettersi sufficientemente al riparo dal rischio di un evento cardiovascolare, è bene che VIRC sia inferiore a 4 per l’uomo e a 3,7 per la donna. Potete calcolare il vostro IRC anche da soli, secondo questa formula:

IRC = Colesterolo totale / HDL

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Nessun beneficio per la salute del cuore da cioccolato caffè e vino rosso

I ricercatori non finiranno mai di stupirci, oggi ci dicono che una tal cosa fa bene, domani ci dicono che non è vero e poi, dopodomani, che è di nuovo vero e poi… in una catena senza fine. Oggi è il turno dell’Australian Heart Foundation che afferma come non vi sono benefici per la salute cardiovascolare nel mangiare cioccolato, bere caffè o vino rosso.

Questa novità su questi alimenti ritenuti antiossidanti, che secondo molti avrebbero un effetto positivo su cuore e arterie, è basata su una ricerca revisionale che ha analizzato più di cento lavori scientifici. Questi studi suggerivano cioccolato, caffè e vino rosso come parte di una dieta per il cuore, ma di fatto non lo sarebbero, almeno secondo la dott.ssa Susan Anderson, direttore nazionale del Heart Foundation national healthy weight.

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