Esercizi per gli uomini, i face exercise di joey Capone

esercizi viso maschili

Tra le ultime manie americane, i face sculptor exercises far men stanno destando l’attenzione degli uomini attratti da questi esercizi isometrici per tonificare le guance, eliminare il doppio mento e rialzare gli zigomi. I giornali di gossip sono già alla ricerca degli adepti – tra i quali pare incluso anche Brad Pitt – e i fotografi a caccia dello scatto che immortali i soliti volti noti mentre digrignano i denti o fanno sorrisi plastici in serie.

L’esercizio quotidiano per diventare belli è stato messo a punto da joey Capone, dottore in medicina dello sport ed esperto di fitness con studio a Miami, che li illustra sul suo popolare e frequentatissimo blog. Così da consigli agli uomini su come migliorare il proprio aspetto e li aggiorna sulle più attuali e innovative tecniche per dare il meglio di se a 360 gradi. Al momento la sezione più cliccata resta quella relativa al face sculptor. D’altronde, secondo uno studio condotto dal centro di ricerche americana Diagonal Market, la nuova ossessione estetica maschile è quella di apparire si rilassati e giovani, ma soprattutto dinamici e attivi.

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Allergie al latte, le nuove linee guida

allergie infantili al lattosio

Si è tenuto qualche giorno fa a Milano il V Meeting di Allergologia Pediatrica, che ha visto riuniti oltre 800 pediatri di 34 Paesi per un confronto sul tema delle allergie infantili, un fenomeno in costante crescita in tutto il mondo (si stima infatti che nei Paesi sviluppati il 25-30% dei bambini sia affetto da allergie respiratorie).  Il meeting ha rappresentato l’occasione per la presentazione delle nuove linee guida internazionali DRACMA (Diagnosis and Rationale for Action Against Cow’s Milk Allergy) sulla diagnosi e la terapia dell’intolleranza alle proteine del latte vaccino.

Il documento, frutto del lavoro di un team di esperti coordinati da Alessandro Fiocchi, primario del Reparto di Pediatria dell’Ospedale “Macedonio Melloni” di Milano e Presidente della Commissione Speciale sulle Allergie alimentari della WAO (World Allergy Organization), propone indicazioni relative non solo a diagnosi e trattamento delle allergie alle proteine del latte, ma anche alle alternative al latte vaccino.

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Le abitudini alimentari dei lavoratori europei

Con la proposta di abolizione della pausa pranzo da parte del ministro Gianfanco Rotondi, si è accesa la curiosità dell’opinione pubblica sulle abitudini alimentari dei lavoratori; su questa linea è stata svolta, una ricerca promossa da Acor Services in collaborazione con l’Unione Europea, atta soprattutto a combattere l’obesità, i cui risultati si sono rivelati interessanti. La ricerca si è svolta analizzando i comportamenti alimentari di circa 4.500 lavoratori di sei paesi Europei, Italia, Svezia, Repubblica Ceca, Francia, Belgio e Spagna.

Secondo la ricerca ognuno preferisce a mangiare i cibi tradizionali: ad esempio gli svedesi e i cechi amano pranzare con la zuppa, i francesi preferiscono i formaggi, gli spagnoli i salumi, e, naturalmente gli italiani non rinunciano al piatto di pasta. Una tendenza diffusa è quella del miglioramento della qualità della pausa pranzo, che un po’ dappertutto diventa meno fast: solo il 3% mangia al in piedi al bar o in un fast food, in quanto la maggior parte preferisce la trattoria o la mensa del luogo di lavoro. In diminuzione anche i lavoratori che scelgono di portarsi il pranzo da casa, in quando non c’è più tempo di prepararlo.

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Tisane depurative per i bambini

bambini e tisane

Le bevande a base di estratti vegetali (infusi o ti­sane) si rivelano non solo un gradevole modo per dissetarsi soprattutto nei mesi invernali, ma anche un vero e proprio supporto terapeutico, utile a prevenire l’accumulo di tossine e problemi intestinali e metabolici di varia natura. Il principio di base è sempre lo stesso: quel­lo di estrarre i principi attivi di alcune parti di vegetali (foglie, fiori, frutti, semi) per mezzo di acqua bollente. Nel caso di bambini, però, bisogna scegliere con attenzione la composizione della bevanda, evitando le piante che possono avere effetti troppo marcati sull’organismo dei piccoli.

Solo per restare nell’ambito dei bebè, un ruolo di primo piano spetta ad esempio alle tisa­ne e agli infusi di finocchio, che possono  alleviare i disturbi derivanti dalle coliche gassose, assai frequenti nei bambini di primi mesi di vita, e a riattivare l’intestino nei bimbi più grandi . Spesso si parla indistintamente di tisana e infuso ma ciò è errato; anche se questi due termini vengono utilizzati come sinonimi, infusi e tisane sono due preparati con caratteristiche distinte.

Nella tisana si usano sia le parti tenere che quelle più dure della pianta, che vengono immerse in acqua bollente e lasciate in infusione per non più di 5 minuti. Nell’infuso si usano invece solo i fiori e le foglie finemente sminuzzati, sopra i quali viene versata l’acqua bollente. Il tempo di infusione arriva ai 10 minuti, dopo i quali si filtra la bevanda. In questo post indichiamo dunque le erbe da utilizzare per il benessere dei più piccoli.

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La cottura al cartoccio

Dopo i post dedicati alla cottura al vapore, con la pentola a pressione e con il wok, oggi è il momento di conoscere la cottura al cartoccio. La cottura al cartoccio prevede che l’alimento sia avvolto in un involucro per uso alimentare e il principale vantaggio di questo metodo consiste nel fatto che vengono sfruttati nello stesso momento la cottura al forno e quella al vapore, dato che quest’ultimo si forma all’interno del cartoccio.

A seconda dell’alimento da cucinare si può decidere anche di non aggiungere condimenti, come nel caso del pesce, che si cuoce nel suo stesso grasso, mantenendo inalterato il sapore e garantendo leggerezza e gusto. La cottura al cartoccio è indicata per tutti i cibi, e non soltanto per il pesce, ma anche per le carni e le verdure.

L’involucro ideale nel quale avvolgere l’alimento è la carta alluminio, che, eventualmente può essere sostituita con la carta oliata vegetale, che è più porosa e più resistente. Tra i vantaggi della cottura al cartoccio c’è la rapidità rispetto ad altri metodi di cottura, il fatto che riesce a mantenere intatti aromi e sapori, e la possibilità di non aggiungere troppi condimenti.

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I fitoestrogeni, ormoni naturali

Sotto il nome di fitoestrogeni, o estrogeni vegetali, vanno alcuni composti contenuti in circa 300 piante; devono la propria denominazione al fatto di essere dotati di azione estrogenica, ovvero di una struttura molecolare e meccanismi di azione simili a quelli degli ormoni femminili, seppure con una efficacia decisamente più debole.

I fitoestrogeni hanno riscosso l’interesse della ricerca scientifica poichè si è osservato che nei paesi in cui è maggiore il consumo di cibi ricchi di tali componenti vi è una minore incidenza di patologie quali tumore mammario, uterino e intestinale, aterosclerosi e osteoporosi nonchè di disturbi legati alla menopausa, quali vampate di calore, atrofia tissutale e secchezza vaginale. Il dato riguarda in particolare le popolazioni orientali, la cui dieta giornaliera è particolarmente ricca di soia, vegetale dal notevole contenuto di isoflavoni, una delle due classi di fitoestrogeni dei quali è stato dimostrato l’effetto benefico sull’organismo umano.

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Se mangi bene anche il sesso è migliore

cibo e sesso

Secondo quanto emerso da un’indagine promossa da Vie del gusto il 65% dei sessuologi e nutrizionisti italiani ritiene che esista un legame fra sesso e cibo; più precisamente, per il 44% degli intervistati (110 in tutto) chi si nutre in maniera sana e regolare ha una vita di coppia migliore, mentre per il 27% di questi basterebbe seguire alla lettera la dieta mediterranea per meritare la palma del perfetto amante.

Certo, a onor del vero, non manca tra gli esperti coinvolti nell’indagine chi ritiene il legame fra sesso e dieta ascrivibile esclusivamente a fattori psichici (un buon 47%), nè chi dichiara di non avere gli elementi per poterne affermare l’esistenza (il 7%), ma questa esigua minoranza di scettici non ha impedito di trarre alcune conclusioni circa le regole d’oro da seguire a tavola per migliorare l’intesa di coppia:

Il topinambur, ovvero la patata americana

Il topinambur è un tubero originario del Nord America e del Canada, conosciuto anche come patata americana; in Italia è coltivato in alcune zone del centro e del nord e da esso si può ottenere anche una farina che può essere usata per la produzione di prodotti da forno. Il topinambur è un alimento che contiene diverse sostanze interessanti; innanzi tutto è ricco di zuccheri complessi, soprattutto di inulina una sostanza costituita da fruttosio e amido, molto utile per chi soffre di diabete perché non è composta da glucosio; l’inulina è in grado di ridurre il colesterolo totale e il trigliceridi nel sangue, inoltre possiede un leggero effetto lassativo.

Il topinambur contiene anche asparagina, un aminoacido necessario nel metabolismo dell’alcol, la colina, una sostanza che protegge le cellule dai danni da ossidazione, e arginino, un aminoacido che aiuta il tessuto del fegato a rigenerarsi. Questo tubero contiene anche vitamine del gruppo A e B, fibre solubili, potassio, ferro e, aspetto da non trascurare, pochissime calorie, quindi è adatto ad essere consumato in regimi alimentari ipocalorici e comunque senza condimenti pesanti.

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Eliminare pane, carne e fare troppa attività fisica può essere deleterio

deleterio eliminare pane e carne rossa

Se diamo ascolto ai mille allar­mi che ci arrivano da riviste mediche e società scientifi­che ci sarà un futuro fatto di mini-porzioni e spuntini low cal, cibi a basso contenuto di grassi, ma addi­zionati di antiossidanti, steroli e omega 3. Eliminando l’alcol – se si esclude una mini­ma quantità di vino rosso, perché ricco di antiossidanti – e dedicando il tempo libero a jogging, spinning, Gag, e altre attività de­stinate a rimodellare il corpo e allontanare il rischio infarto. Ne vale la pena? Qualcu­no comincia a ribellarsi.

Come il New York Times che ha messo in prima pagina l’ultimo diktat del “journal of the Ame­rican Medical Association”, che propone come ricetta di lunga vita una drastica restrizione calorica, «arrivando a suggerire», si scandalizza il Nyt

«un consumo di 890 calorie al giorno, meno della metà di quan­to consumi a cena un americano medio»

se queste sono le condizioni per arrivare a 90 anni, non sarà meglio accontentarsi di 85? Succede così che gli umani sentano il biso­gno di un libretto di istruzioni per alimen­tarsi in modo corretto.

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Integratori in menopausa, un valido aiuto

integratori in menopausa

Con il termine menopausa si fa riferimento a quel periodo della vita della donna che coincide con la cessazione definitiva dei cicli mestruali e ovulatori; in coincidenza con questa fase, che inizia all’incirca intorno ai 50 anni di età, la donna comincia ad accusare tutta una serie di sintomi ascrivibili principalmente alla caduta del livello degli estrogeni, primi fra tutti le classiche “vampate di calore”, che interessano l’80% delle donne in menopausa fisiologica e il 90% di quelle che hanno subito un’isterectomia.

Allo stesso modo, l’abbassamento del livello degli estrogeni è responsabile anche di disturbi quali l’osteopenia e l’osteoporosi, la cui insorgenza si deve all’acceleramento del processo di demineralizzazione delle ossa, nonchè della diminuita vascolarizzazione ed elasticità dei tessuti vulvari e vaginali. Quando possibile, allo scopo di alleviare alcuni dei sintomi appena descritti, il ginecologo prescrive una terapia ormonale sostitutiva a base di estrogeni, ma purtroppo questo tipo di terapia ha delle controindicazioni che non ne rendono sempre possibile l’impiego.

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Nuova dieta mediterranea: il menù settimanale

Nei post degli scorsi giorni vi abbiamo parlato dei vantaggi che ci sono, in termini di salute e di forma fisica, nel seguire la nuova dieta mediterranea, illustrandovi la nuova piramide alimentare e spiegandovi quali sono i cibi consigliati da questo regime alimentare considerato uno tra più equilibrati al mondo. Oggi è arrivato il momento di vedere come è articolata questa dieta attraverso i menù settimanali.

La nuova dieta mediterranea prevede circa 1.200 calorie al giorno e permette di perdere fino a due chili in una settimana. Lo schema prevede due o tre porzioni al giorno di latte e di suoi derivati, due porzioni di frutta e tre di verdura al giorno, tre alla settimana di legumi; inoltre, tutti i giorni devono essere consumati i carboidrati che sono contenuti nel pane, nella pasta e nei cereali.

Menù settimanale della dieta mediterranea

Indicazioni da seguire tutti i giorni

Colazione: una tazzina di tè senza zucchero, una tazza di tè oppure di latte parzialmente scremato, due fette biscottate, un cucchiaino di formaggio cremoso light.
Spuntino: una spremuta di agrumi oppure un frutto di stagione.
Merenda: un frutto di stagione oppure una macedonia mista senza zucchero.

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La dieta Brigitte

dieta brigitte

Nel nostro Paese sono decisamente in pochi a conoscere la cosiddetta dieta Brigitte; si tratta invece di una dieta piuttosto famosa in Germania dove sembra si sia imposta al grande pubblico, già molti anni fa, a partire dalla pubblicazione di una raccolta di ricette sulla rivista tedesca di moda Brigitte, alla quale deve il proprio nome, e si sia modificata nel tempo adeguandosi alle più recenti acquisizioni della scienza della nutrizione.

Ritenuta valida dagli esperti d’oltralpe, la dieta Brigitte è una dieta varia ed equilibrata che apporta 1000-1500 calorie al giorno (non si fonda tuttavia sul computo della calorie, ritenuto inutile e “noioso”), distribuite in cinque pasti giornalieri (due pasti principali, più merenda e spuntino). La sua caratteristica principale è rappresentata dal fatto che chi la segue deve attenersi a un piano alimentare giornaliero costituito da pietanze precise a basso contenuto di grassi, preparate secondo indicazioni contenute in ricettari specifici e che richiedono quindi un bel po’ di tempo e dedizione per essere realizzate.

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Piante contro cellulite e ristagni linfatici: pino, visco e pungitopo

A gennaio le basse temperature del periodo invernale affaticano la circolazione e ren­dono più evidenti ristagni, cedimenti e cellulite. E non è tutto: perché un «grosso colpo» alla funzionalità del circolo e alla linea è dato anche dalla dieta ricca di grassi e zuccheri che ha caratterizzato tutto il mese di dicembre, quando – complici le feste – risulta estrema­mente difficile sottrarsi alle “trappole” alimentari, che fra l’altro caricano anche il sangue di grassi, colesterolo e tossine. Questo complesso di fattori ha una serie di im­portanti conseguenze a livello estetico: un cuore che pompa a rilento e una cattiva circolazione ren­dono opaca e grigia la cute, ossigenano male i tes­suti e li espongono all’aggressione dei radicali libe­ri, aprendo col tempo la strada a disturbi come ri­tenzione idrica e depositi adiposi.

Per dare una mano al sistema circolatorio, in questo periodo l’ideale sarebbe tenere il più possibile il corpo libero, non costretto da calze, pantaloni o altri indumenti pesanti, in modo da velocizzare i flussi sanguigni e garantire una buona traspirazione cutanea. Ma visto che d’in­verno stare scoperti è impossibile, è più semplice mettere in atto una cura basata su quattro piante tipicamente invernali e sempreverdi: il pino, il vischio, la thuja e il pungitopo. Conosciamole meglio.

La thuja:  L’estratto omeopatico in granuli di questa generosa conifera è adatto soprattutto se arrivi a gennaio, dopo le feste, con il corpo appesantito e intossicato da dieta grassa e sovraccarico di stress. In genere, la parte superiore del tuo corpo è snella e i chili di troppo (spesso con cellulite) sono concentrati su fianchi e cosce. Sei freddolosa, detesti il brutto tempo e per questo a gennaio tendi a mangiare dolci fuori pasto per “tamponare” il disagio? Thuja ti aiuta a dísintossìcarti e a riattivare il drenaggio linfatico; per un mese prendine 5 granuli al giorno per riequilibrare i disordini metabolici causati da stanchezza e dieta squilibrata.

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Grano saraceno, calorie e valori nutrizionali

grano saraceno

Pur essendo conosciuto come cereale, il grano saraceno, detto anche grano nero, non è una graminacea, bensì una poligonacea che, però, grazie alle sue virtù nutritive, non ha niente da invidiare ai cereali veri e propri. La pianta del grano saraceno è probabilmente originaria dell’Asia, e pare che sia stata introdotta in Europa dai Tartari e dai Turchi durante il Medioevo; per molto tempo è stato uno dei nutrimenti di base dell’Europa, perchè, mescolato alla farina, veniva usato per fare il pane, la polenta e diversi tipi di zuppe.

Il chicco del grano saraceno si presenta protetto da una cuticola nera non commestibile, e quindi può essere consumato solo previa decorticazione. Il grano saraceno è un alimento piuttosto equilibrato, in quanto contiene una buona quantità di ferro, di vitamina B ed E, di sali minerali e di aminoacidi essenziali; inoltre possiede proprietà energetiche e fortificanti, tutte qualità che, insieme alla presenza di calcio e vitamine, lo rendono perfetto alla dieta degli sportivi.

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Come fare il pane integrale in casa

Il pane integrale a lievitazione naturale è conosciuto anche come pane da pasta madre perché come lievito    viene usato un pezzetto dell’impasto della pagnotta che si è fatta il gior­no precedente. Si trova nei negozi di alimentazione naturale e nelle bio-cascine che vendono prodotti da agricoltura biologica. Se proviamo questo pane, un vero e proprio ali­mento vivo, ci accorgeremo di quanto insipido sia il pane “comune”, prodotto con farine lasciate nei sacchi per settimane: già il giorno successivo all’acquisto diventa secco.

 Il motivo è che la sua lievitazione è stata indotta (da lievito di birra o chimico): con questo procedimento è rimasto attivo l’acido fitico, una sostanza responsabile della secchezza immediata del pane stesso. Anche i “pani speciali”, sempre più numerosi nelle nostre panetterie, sono da evitare in quan­to contengono strutto, olio di oliva, grassi, latte. I pani industriali (confezionati a media e lunga scadenza) che troneggiano nei banchi del supermercato sono alimenti morti, pieni di additivi e conservanti.

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Dessert light: la ricetta del semifreddo allo yogurt e pere

semifreddo pere e yogurt

Anche in un regime alimentare ipocalorico servono dei dolci, l’importante è che non siano eccessivamente calorici e non contengano ingredienti che possano far alzare il livello delle calorie. Pensate che dolci e calorie siano un binomio indissolubile? Non è sempre così, esistono anche dei dolci light e non per questo meno gustosi di quelli più “pesanti”, proprio come quello che vi presentiamo oggi, ovvero il semifreddo allo yogurt e pere che contiene 110 calorie a porzione. Vediamo come realizzarlo.

Semifreddo allo yogurt e pere 

Ingredienti

400 grammi di pere, 200 grammi di panna vegetale, 300 grammi di yogurt greco, 10 grammi di gelatina, 8 grammi di dolcificante con 0 calorie, un limone, 10 grammi di miele, 60 grammi di biscotti secchi, 70 grammi di albumi, sale.

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Pasta e fagioli light, versione con i gamberetti

A questa versione alleggerita della pasta e fagioli sono stati aggiunti anche i gamberetti, che apportano si altre proteine, ma senza pesare in modo eccessivo sul totale delle calorie. In questo modo, l’apporto calorico del piatto è più che accettabile ( solo 450kcl a persona), dato che i gamberetti hanno circa 100 calorie ogni etto, contro le oltre 400 della pancetta. E anche se la quantità utilizzata è superiore a quella della pancetta, il totale finale è sempre inferiore. In definitiva, dunque, pasta e fagioli in versione “mare e monti” si può anche servire come piatto unico, da accompagnare con una insalata mista poco condita.

Questa ricetta è più digeribile e non crea gonfiore; inoltre le proteine dei gamberetti rassodano e grazie agli Omega 3, “sgrassa” il sangue.

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