Additivi alimentari, il glutammato monosodico

monosodio glutammato

Il  glutammato monosodico è un aminoacido contenuto in tutte le proteine degli alimenti (formaggi, latte, funghi, carne, pesce e vegetali) ma è anche uno degli additivi più comunemente impiegati nell’industria alimentare come esaltatore di sapidità per dadi da brodo, prodotti in scatola, salse e sughi, salumi, piatti pronti surgelati e liofilizzati. In etichetta si trova classificato con la sigla E621.

Il glutammato fu scoperto in Giappone nel 1908 dal dott. Kikunae Ikeda, dell’università di Tokyo, che lo estrasse dall’alga marina kombu; il suo sapore si guadagnò subito l’appellattivo di umami (o umai) che significa saporito, delizioso e, secondo recenti ricerche, rappresenterebbe un sapore a sè (il quinto) comune anche ad altri alimenti particolarmente ricchi di proteine come carni e formaggio.

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Il gelato fa ingrassare?

Con il caldo torrido di questi giorni e le nuove ondate di afa previste in settimana, è normale perdere un po’ l’appetito ed avere sempre voglia di mangiare cibi freschi; per questo, molti di voi si limiteranno a mangiare solo un gelato come pranzo; secondo alcune recenti stime dell’Istituto nazionale del gelato, circa il 30% degli italiani preferisce il gelato al classico pranzo, perché è fresco, buono e nutriente; ma fa anche bene? E soprattutto, fa ingrassare?

Il gelato è nutriente, e con l’aggiunta di una macedonia e un paio di cialde può sostituire anche un pranzo, ma non basta a garantire una dieta equilibrata, e quindi gli altri nutrienti, vale a dire proteine, carboidrati e fibre devono essere consumati almeno a cena.

Inoltre, il gelato ha poco potere saziante, il che può condurre ad eventuali fuori pasto nel corso del pomeriggio. Insomma, una volta ogni tanto consumate pure il gelato come pranzo, ma non deve diventare un’abitudine.

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Legumi, perfetti anche d’estate

Mangiare i legumi anche d’estate? Sì, senz’altro. Certo, pensando a fagioli, ceci, soia, ecc. viene in mente più che altro una zuppa dal tipico sapore invernale, ma chi lo ha detto che i legumi sono un alimento adatto solo ai mesi freddi? Le numerose virtù di questi alleati della salute si possono sfruttare egregiamente anche d’estate.

Magari non proprio con una zuppa, ma con una bella e fresca insalata, e non solo, perché i modi per cucinarli e gustarli sono davvero tantissimi. Non sapete come? Nessun problema, ecco arrivare in aiuto un manuale pratico con ben 125 ricette tutte a base, ovviamente, di legumi con cui riscoprire il sapore, la bontà e il loro valore nutrizionale. Il libro si intitola Cucinare i legumi di Rosanna Passione ed edito da Terra Nuova Edizioni. Le 125 ricette selezionate provengono, oltre che dalla tradizione italiana, anche dalla cultura gastronomica di altri Paesi e propongono piatti in grado di esaltare la bontà di uno dei più antichi alimenti dell’uomo.

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Gli additivi alimentari, cosa sono a cosa servono

Gli additivi sono sostanze impiegate nell’industria alimentare per conservare a lungo gli alimenti mantenendone inalterate le qualità nutrizionali e/o per renderli più appetibili nell’aspetto, nel gusto e nella consistenza. Più precisamente, è possibile distinguere gli additivi alimentari in tre gruppi:

  • Additivi che mantengono inalterati gli alimenti: conservanti, che rallentano la formazione di germi e batteri e antiossidanti, che contrastano l’irrancidimento.
  • Additivi che migliorano il gusto, l’aspetto e la consistenza degli alimenti: coloranti, addensanti, emulsionanti, edulcoranti, esaltatori di sapidità.
  • Additivi usati per la lavorazione degli alimenti ma che non incidono sul gusto e sull’aspetto del prodotto finale: agenti anti-schiuma, anti-agglomeranti ecc.

In Italia sono oltre 3000 gli additivi autorizzati dalla legge; la gran parte di essi sono aromatizzanti e vengono segnalati sull’etichetta con la dicitura generica di aromi. Gli aromatizzanti vengono usati per conferire all’alimento cui vengono aggiunti particolari odori e sapori e possono essere naturali (aceto, limone, sale, zucchero ecc.) o artificiali.

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Ricette light estive: il sorbetto al limone

Se cercate un’alternativa leggera ai frullati e ai succhi di frutta per combattere la disidratazione estiva, quello che fa per voi è un fresco sorbetto. Questo dessert viene spesso confuso con la granita, ma in realtà si differenzia da essa per la consistenza più ricca e simile a quella del gelato; generalmente il sorbetto è a base di acqua e frutta, ma si può trovare anche arricchito con creme e liquori.

Il sorbetto è considerato un dessert light in quanto non possiede eccessive calorie, e a differenza del gelato contiene più frutta; inoltre, al posto del latte viene usato l’albume dell’uovo montato a neve. Considerando che a parte l’albume, il resto è tutto acqua e frutta, ad innalzare il livello calorico c’è solo lo zucchero; in ogni caso, indicativamente, le calorie per 100 g. di sorbetto sono circa 120.

Un ottimo sorbetto, ideale per combattere l’afa estiva è quello al limone, che può essere consumato alla fine di un pasto leggero oppure come rinfrescante spuntino; inoltre realizzarlo è veramente facile e veloce. Da non dimenticare, infine, che il limone possiede tantissime proprietà, prima fra tutte quella di essere una vera e propria miniera di vitamina C.

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La dieta abbronzante

Con le vacanze estive ormai iniziate, o alle porte se avrete le ferie ad agosto, è partita anche la voglia di tintarella; del resto, una pelle anche lievemente dorata dona un aspetto più luminoso, ovviamente a patto di esporsi al sole in modo intelligente e di evitare le scottature.

Per centrare l’obiettivo di un’abbronzatura perfetta, un importante aiuto arriva dall’alimentazione, in quanto d’estate si trovano moltissimi cibi abbronzanti e, allo stesso tempo ipocalorici, freschi e dissetanti, che ci aiutano anche a combattere il caldo. Molti degli alimenti presenti in estate, infatti, grazie al loro contenuto di minerali e vitamine, sono in grado di stimolare la produzione di melanina e di difendere la pelle da eritemi solari e arrossamenti.

Tra i cibi più ricchi di carotene e di provitamina A, una sostanza che rafforza le difese della pelle, ci sono le albicocche, le pesche, le carote, gli spinaci, le nespole, il melone, i broccoli e le biete.

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Le noci, rimedio naturale contro la demenza senile

Contro la demenza sembra esserci un rimedio tutto naturale, le noci. A sostenerlo è uno studioso indiano, condotto dal dott. Abba Chauhan insieme ai colleghi del New York Institute. Secondo gli scienziati sarebbero alcune sostanze benefiche presenti nelle noci, ad esempio la vitamina E e i flavonoidi, a contrastare ed eliminare le sostanze chimiche nocive e i radicali liberi che causano la demenza.

Come è possibile leggere  in una nota del Daily Express,

“Le noci possono avere un effetto benefico nel ridurre il rischio, ritardare la comparsa o rallentare la progressione del morbo di Alzheimer.”

Gli esperimenti in questione sono stati riprodotti su modello animale. I topi affetti da demenza che sono stati nutriti con le noci mostravano una maggiore efficienza delle abilità mentali rispetto a quelli che non avevano avuto un’alimentazione integrata con le noci. Anzi, per gli altri, il peggioramento era evidente ogni giorno di più.

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Cefalea a fine pasto, quali alimenti possono scatenarla

Appena ieri abbiamo visto le ragioni dello sgradevole fenomeno definibile come cefalea da dopo pasto, ovvero quel mal di testa che fa la propria comparsa subito dopo mangiato. Oggi vedremo quali sostanze sono in grado di scatenarlo in individui particolarmente predisposti e quali alimenti le contengono.

Sostanze con azione simil-farmacologica

Amine vasoattive (o bioattive)

Le amine vasoattive (o bioattive) sono prodotti del metabolismo di animali, vegetali e batteri contenute nei cibi o prodotte da questi subito dopo l’ingestione e nel corso dei processi digestivi. Tra queste troviamo: istamina, tiramina, dopamina, serotonina, feniletielenamina. L’istamina è contenuta soprattutto da pesci, crostacei, pomodori, fragole, cavoli, carne di maiale, salumi, albume delle uova, vino e birra; la tiramina si trova soprattutto in formaggi fermentati e stagionati, conserve di pesce, banane mature, fichi, uva passa, avocado, semi di soia, nocciole, estratto di lievito, vino e birra.

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La dieta a base di fibre

Nei post di Dietaland lo abbia rimarcato tante volte: per stare bene è necessario assumere tante fibre, sia d’estate che d’inverno; la quantità ideale indicata dai nutrizionisti sarebbe di circa 30-35 grammi al giorno, un obiettivo facilmente raggiungibile, in quanto le fibre si trovano in alimenti di consumo quotidiano, come la frutta, la verdura, i legumi e cereali integrali.

Questi alimenti sono anche amici della dieta, in quanto il loro introito calorico è molto basso, anche se possiedono una importante valore nutritivo e sono utilissimo a livello intestinale e gastrico. Volendo semplificare per offrire una spiegazione immediata, le fibre sono dei composti che si dividono in solubili e insolubili; le fibre insolubili sono tipiche della verdura e aiutano il processo intestinale, quelle solubili limitano l’assorbimento di alcune sostanze e si trovano in frutta, legumi e alcuni tipi di vegetali. 

Se entrano a contatto con l’acqua, le fibre si gonfiano e aumentano il senso di sazietà, il che le rende perfette per essere protagoniste di una dieta specifica, ovvero la dieta a base di fibre.

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Le bevande analcoliche favoriscono l’idratazione

Tutte le bevande analcoliche hanno un ruolo importante nell’idratazione. A sostenerlo è Assobibe, l’Associazione di Confindustria che tutela le aziende italiane che producono bibite analcoliche.

Facciamo un po’ di chiarezza: per bevande analcoliche si intendono quelle che non contengono tracce di alcol; tra questo tipo di bevande troviamo in primis l’acqua, e poi le altre bibite che si distinguono in gassate e non gassate. Le bevande analcoliche gassate sono quelle tipo aranciata, cola e limonata con l’aggiunta di anidride carbonica, mentre quelle non gassate sono i succhi di frutta e i nettari e le bevande calde nervine come tè e caffè.

L’affermazione dell’Assobibe trova anche un riscontro scientifico; ecco, infatti, cos’ha dichiarato Andrea Poli, il Direttore Scientifico della Nutrition Foundation of Italy:

Diverse le fonti che concorrono ad una idonea idratazione. Oltre in primis all’acqua, alimenti come il latte, la frutta, la verdura e tutte le bevande analcoliche, contribuiscono, nel contesto di una dieta equilibrata e di uno stile di vita attivo, a idratare l’organismo e a soddisfare la quotidiana richiesta di liquidi.

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Il cacao protegge i vasi sanguigni

I flavonoli del cacao potrebbero migliorare la funzionalità dei vasi sanguigni. Questo è quanto emerge da una ricerca condotta da un team internazionale di scienziati e pubblicata sul Journal of the American College of Cardiology. Le malattie cardiovascolari sono una delle principali cause di mortalità e invalidità in molte parti del mondo, con maggior frequenza nei paesi occidentali. Dai risultati emerge che il consumo quotidiano di cacao ha raddoppiato il numero di cellule angiogeniche circolanti nel sangue, le CACs. Le CACs hanno dimostrato, in passato, di poter riparare efficacemente i vasi sanguigni.

Come afferma il dott. Christian Heiss della Heinrich-Heine University di Dusseldorf,

“Per la prima volta, abbiamo scoperto che i flavonoli del cacao potrebbero mobilitare direttamente le cellule deputate alla riparazione dei vasi sanguigni danneggiati. I benefici sono notevoli e non sono stati osservati effetti collaterali.”

Questo studio dimostra che una dieta della durata di un mese ricca di flavonoli porta a un miglioramento evidente della disfunzione endoteliale e a un numero più elevato delle cellule CACs.

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La cefalea, perchè viene dopo mangiato

mal di testa dopo mangiato

Contrariamente a quanto si potrebbe credere, la comparsa del mal di testa a fine pasto non indica la presenza di un’allergia alimentare; le allergie alimentari propriamente dette sono infatti riconducibili ad allergeni, ovvero a sostanze contenute negli alimenti, di solito proteine, che provocano una risposta immunitaria specifica anche se ingerite in quantità minime e che possono dare luogo a sintomi di una certa gravità, fino ad arrivare allo shock anafilattico.

La cefalea da fine pasto è invece causata da un’alternanza tra fenomeni di vasodilatazione e vasocostrizione (cioè di dilatazione e restringimento dei vasi sanguigni) che “disturbano” la circolazione intracranica causando dolore talvolta accompagnato da lieve aumento del battito cardiaco, ansia diffusa, calo della pressione arteriosa. Questo fenomeno, che è più corretto definire segno di una ipersensibilità o intolleranza alimentare, è causato dall’azione delle amine bioattive o vasoattive, sostanze prodotte dal metabolismo cellulare di vegetali, batteri e animali, contenute negli alimenti o liberate da questi dopo l’ingestione e durante i processi digestivi.

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Combattere il caldo con la colazione

colazione anti caldo

L’importanza della prima colazione ormai è risaputa, in quanto fornisce le energie per affrontare con il piede giusto tutta la giornata; ora, una recente indagine sostiene che una sana e ricca colazione sia utile anche per combattere il caldo.

L’analisi in questione è quella condotta congiuntamente dall’Associazione dietetica e nutrizione clinica e dalla Nestlè, che ha analizzato le abitudini di circa 5.000 italiani; dall’indagine è emerso che il 13% degli italiani consumano la colazione fuori casa, e quindi al bar con il classico cornetto e cappuccino.

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La dieta della macedonia

Con il caldo estivo si possono assistere a due “fenomeni” alimentari: o si perde l’appetito e si finisce per mangiare poco, oppure si finisce per rimpizzarsi di alimenti sbagliati e troppo calorici; la giusta via di mezzo è mangiare tanta frutta, che aiuta l’organismo a reintegrare i liquidi e i sali minerali persi con il sudore, oltre che a placare la fame.

Se consumare la frutta separatamente non vi piace, non c’è niente di meglio della macedonia, che permette di mangiare tanti frutti diversi allo stesso tempo e di fare il pieno di acqua e di fibre. Niente paura per la linea: se non aggiungete zucchero, panna o altri ingredienti, la macedonia non contiene molte calorie, anzi, i suoi zuccheri naturali forniscono energia di pronto utilizzo.

Non poteva mancare, quindi, in questa estate caldissima, la dieta della macedonia, un regime alimentare creato ad hoc nel quale una ricca macedonia sostituisce il pranzo; per evitare gli attacchi di fame che, inevitabilmente vi colpirebbero dopo qualche ora, la macedonia è accompagnata dallo yogurt, in grado di apportare un po’ di grassi e proteine che permettono agli zuccheri di arrivare al sangue più lentamente.

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E’ vero che il caffè fa passare il mal di testa?

Il caffè fa passare il mal di testa. Questa affermazione è una perla di saggezza popolare che fa gongolare chi, come me, non potrebbe mai iniziare la giornata senza berne almeno una tazza fumante; ma è veritiera? Be’ per fortuna sembra di si, almeno in parte; il caffè infatti è un vasocostrittore, ha il potere cioè di causare un restringimento dei vasi sanguigni esercitando di conseguenza una leggera azione antidolorifica. Non per nulla la caffeina entra fa parte della “lista degli ingredienti” di diversi farmaci utilizzati proprio per sconfiggere l’emicrania.

In particolare, sembra che l’azione antidolorifica del caffè si rivolga soprattutto a un preciso tipo di mal di testa, la cosiddetta cefalea ipnica, che insorge tipicamente durante la notte causando improvvisi risvegli, mentre abbia effetti piuttosto modesti sulle cefalee muscolo-tensive. Aspettate però ad esultare; infatti, come sanno molto bene i suoi consumatori più appassionati, il mal di testa può fare la propria comparsa anche in seguito all’astinenza da caffè, ovvero in quelle giornate in cui chissà per quale motivo, i forti bevitori non hanno potuto concedersene la “dose” abituale.

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Cibi light: il gelato al melone

Proprio qualche giorno fa vi abbiamo parlato del melone e delle sue tante proprietà, tra le quali quella di essere molto dissetante e rinfrescante, oltre a contenere vitamine, sali minerali e di avere poche calorie.

Ecco perché, nella nostra rassegna di ricette light non poteva mancare quella del gelato al melone, perfetto per una pausa rinfrescante e senza troppi rischi per la linea. Proprio per non far salire le calorie del gelato, al posto dello zucchero usate il dolcificante.

Gelato al melone

Ingredienti

300 g. di melone, 250 ml di latte scremato, due uova e 6 cucchiaini di dolcificante

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La piramide delle bevande: ecco cosa bere d’estate

Bere è molto importante, e d’estate ancora di più; da sempre i medici raccomandano di bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, ma con la stagione calda si può arrivare tranquillamente anche a due litri. Possono sembrare tanti, ma dobbiamo considerare il fatto che il nostro peso corporeo è composto per il 60% da acqua, una parte della quale viene espulsa attraverso il sudore, le lacrime, l’urina e la respirazione e che quindi deve essere reintegrata.

La Società Spagnola di Nutrizione Comunitaria ha creato una piramide dedicata alle bevande, simile a quella alimentare, per dare le giuste indicazioni su ciò che è meglio bere; in linea di massima, dovremmo introdurre due litri di liquidi al giorno, soprattutto d’estate, e questa quantità può essere raggiunta anche bevendo diverse bevande e non solo l’acqua; inoltre non bisogna dimenticare che una discreta quantità di liquidi viene introdotta nell’organismo attraverso l’alimentazione, soprattutto se assumiamo molta frutta e verdura.

Alla base della piramide dedicata alla bevande c’è l’acqua, sia in bottiglia che del rubinetto; è completamente acalorica e quindi può essere consumata a volontà, magari prediligendo quella naturale se si soffre di gonfiori.

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Bere alcol da giovani mette a rischio le ossa

Se prima solo le persone di una certa età, in particolare le donne in menopausa, dovevano fare attenzione all’alimentazione a causa di un maggiore rischio di fratture ossee, ora lo stesso avvertimento vale anche per i giovani. Sotto accusa sarebbero però, non più le proteine animali ma le bibite alcoliche che si consumano durante le uscite serali. Questo è quanto affermano i ricercatori della Loyola University Health System.

Per fortuna il rischio non è immediato, tuttavia a lungo andare, e in precoce età adulta, i grandi bevitori di alcolici potrebbero trovarsi in spiacevoli situazioni. Secondo lo studio si verificherebbero delle importanti modifiche in centinaia di geni coinvolti nella formazione ossea. Questo è quanto si è constatato in laboratorio durante ricerche effettuate su modello animale. È da considerare che certi bevitori, durante una serata, possono arrivare a consumare addirittura 10-15 coktails. Questo accade soprattutto intorno ai 13 anni età per arrivare a un picco massimo intorno ai 22. La cosa positiva è che pare che negli anni successivi il consumo medio cala.

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