Adolescenti obesi a rischio di artrite psoriasica

Chi già soffre di psoriasi e obesità spesso conduce una vita  poco piacevole a causa dei disagi e dei giudizi altrui. Ma le premesse per una vita migliore non sembrano affatto buone, anzi, a peggiorare la gravità della situazione, è uno studio, condotto dal dott. Razieh Soltani-Arabshahi, dell’University of Utah School of Medicine, a Salt Lake City, il quale afferma che le persone obese affette da psoriasi in giovane età hanno un elevato rischio di contrarre anche l’artrite psoriasica, una malattia reumatica infiammatoria che si manifesta nei soggetti affetti da psoriasi tra i 20 e 50 anni di età.

Le parti colpite sono soprattutto le ginocchia, tuttavia, con il passare del tempo possono essere coinvolte sempre più articolazioni. Il rischio sarebbe collegato all’indice di massa corporea, il BMI, e sarebbe predittivo di questa’altra forma di malattia reumatica infiammatoria che, a quanto pare, sembra più elevata nei soggetti di sesso femminile. Secondo i ricercatori, quindi, sarebbero gli obesi già compromessi a causa del peso ad avere la peggio.

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Ricette light: insalata di pollo allo yogurt

D’estate è normale non avere molto appetito e poi finire per mangiare la prima cosa che ci capita; per questo vogliamo proporvi questa ricetta, l’insalata di pollo allo yogurt, perfetta da gustare con il caldo, perché è fresca e leggera.

Questa insalatona non contiene grassi saturi, e quindi è molto digeribile, mentre sono presenti proteine date dal pollo che è una carne magra, che in più in questa ricetta è lessato, e le vitamine fornite dalle verdure; in più c’è lo yogurt come condimento, che oltre ad essere poco calorico aiuta a mantenere il buon equilibrio della flora batterica.

Una porzione di insalata di pollo allo yogurt apporta 120 calorie; per completarla, potete aggiungere 3 o 4 gallette di riso oppure 30 g. di pane azzimo. Se avete poco tempo per preparare l’insalata, invece di lessare il pollo cuocetelo alla griglia.

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Il succo d’arancia limita i danni del “cibo spazzatura”

Non potete proprio fare a meno del cosiddetto “cibo spazzatura” pur sapendo che fa male? Bevete almeno un succo di arancia quando lo mangiate. Questo è quanto è emerso da uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Università di Buffalo, negli Stati Uniti, e pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, che avrebbe dimostrato che i flavonoidi contenuti nel succo di arancia riescono a neutralizzare una parte dei radicali liberi che si formano con il consumo del junk food.

La ricerca è stata condotta con l’ausilio di 30 volontari ai quali è stato dato un pasto molto calorico a base di sandwich alla salsiccia, uova e patate fritte, accompagnato per un gruppo da acqua, e per un altro da succo di arancia. A distanza di diverse ore dal pasto sono state effettuate le analisi del sangue ai volontari, ed emerso che nel gruppo che aveva bevuto acqua, i radicali liberi erano aumentati del 62%, mentre a quelli che avevano bevuto succo di arancia, del 47%.

A commento dei risultati i medici hanno dichiarato:

Questi dati da un lato confermano che i pasti con un elevato contenuto di carboidrati e grassi inducono risposte di tipo infiammatorio, dall’altro indicano che questi danni possono essere contenuti bevendo succo d’arancia.

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Il succo di mirtillo combatte le infezioni urinarie

Le infezioni urinarie sono spesso causate da un attacco da parte del colibatterio Escherichia Coli, meglio noto come E. coli. Le manifestazioni più evidenti di questa infezione sono disturbi come la cistite. In estate e con il caldo, poi, è più facile esserne soggetti a queste fastidiose infezioni. In genere per la cura si ricorre agli antibiotici, ma è stata da poco scoperta l’esistenza di un aiuto tutto naturale, quello del succo di mirtilli.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Molecular Nutrition and Food Research, un team di ricercatori del Worcester Polytechnic Institute, in Gran Bretagna, coordinati dalla dott.ssa Terri Camesano, ha scoperto che il succo di mirtilli sembra ridurre la capacità del batterio E. coli di attaccarsi all’epitelio dell’uretra e della vescica e alle cellule delle vie urinarie. Bisogna sottolineare che il solo flusso dell’urina non è in grado di rimuovere il batterio, per questo si ha la necessità di ricorrere a misure esterne per combattere l’infezione.

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Cefalea, gli alimenti più ricchi di amine biogene

Sembra che i cibi più ricchi di alcune molecole, le amine bioattive, siano in grado di provocare più di altri, crisi emicraniche e ipertensive. Come abbiamo già avuto occasione di dirvi, queste molecole rappresentano il prodotto del metabolismo cellulare di organismi animali e vegetali e dei batteri e possono essere contenute in alcuni alimenti o prodotte in seguito alla loro ingestione, soprattutto se questa avviene contestualmente a quella di alcol e all’assunzione di alcuni farmaci.

Le amine biogene “incriminate” sono soprattutto la tiramina, la feniletilamina e l’istamina e, anche se per risolvere il problema occorre senz’altro affidarsi alle cure di un medico, sembra accertato che ridurre il consumo di cibi che le contengono aiuti a tenere sotto controllo i fastidi legati alla loro ingestione. Vediamo quindi un elenco di cibi che ne contengono in elevate quantità.

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Cucina etnica: ecco i pro e i contro

I sondaggi parlano chiaro: sempre più italiani scelgono la cucina etnica; i motivi sono molteplici: c’è chi vuole provare nuovi sapori e chi apprezza i piatti provenienti da lontano; ma per la linea e la salute come si colloca la cucina etnica?

Come in quella italiana, non tutti i piatti delle varie cucine esotiche o orientali sono uguali, alcuni sono troppo grassi, alcuni poco digeribili, e altri, invece, possono essere consumati senza problemi. Vediamo quali sono i pro e i contro dei piatti più famosi delle cucine etniche maggiormente apprezzate dagli italiani.

La cucina cinese

La cucina cinese è senza dubbio quella più diffusa in Italia e a differenza di quello che si pensa non è neanche così dannosa per la linea, basta saper scegliere; quindi via libera ai piatti cucinati al vapore, come i ravioli, oppure alle preparazioni non pesanti come il riso alla cantonese, il pollo all’ananas e i gamberetti ai funghi. Ovviamente sono da escludere i cibi fritti, che sono troppo grassi, e piatti eccessivamente elaborati come il maiale in agrodolce che è troppo calorico.

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Mangiare poca carne aiuta la linea

Chi mangia poca carne è più magro oppure riesce e tenere meglio sotto controllo il proprio peso. A stabilirlo è uno studio condotto dall’Imperial College di Londra e pubblicato sulla rivista scientifica American Journal of Clinic Nutrition.

La ricerca è stata effettuata grazie all’ausilio di pazienti di 10 paesi europei, nello specifico 100.000 uomini e 270.000 donne, che sono stati seguiti per cinque anni; dallo studio è emerso che chi mangiava meno carne prendeva meno chili durante l’anno; invece, chi consumava molta carne aumentava di peso, in particolar modo coloro che assumevano grandi quantità di carne rossa, di pollame fritto e di preparazioni a base di carni grasse.

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Additivi alimentari, conservanti pericolosi

L’utilizzo di additivi, cui si fa massicciamente ricorso nell’industria alimentare, è piuttosto controverso;  se da un lato alcuni di essi, come i conservanti, sono utili perchè proteggono i cibi dall’inevitabile deterioramento provocato da germi e batteri, dall’altro ve ne sono diversi, come coloranti e agenti di rivestimento, che non hanno alcuna utilità se non quella di rendere maggiormente invitante nell’aspetto cibi spesso di cattiva qualità, invogliando al loro consumo.

Alcuni additivi poi, che si tratti di coloranti o conservanti, sono francamente nocivi per la salute e il consumo di cibi che li contengono andrebbe accuratamente evitatato; per questo motivo è fondamentale imparare a leggere le etichette prima di procedere all’acquisto di un qualsiasi prodotto alimentare che sia stato sottoposto a processi di trasformazione industriale.

E’ doveroso poi precisare che sono gli alimenti più pregiati sotto il profilo nutrizionale a vantare un minore, o nullo, contenuto di additivi, mentre lo stesso non può dirsi di prodotti quali snack, merendine, caramelle, dolciumi, bevande gassate e zuccherate. Non a caso tra i prodotti ai quali è fatto divieto dalla legge aggiungere additivi di qualunque genere troviamo: latte fresco pastorizzato, olio extra-vergine di oliva, yogurt al naturale, miele, paste alimentari secche.

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L’importanza del calcio e della vitamina D nell’organismo

Per la salute delle ossa i fattori nutrizionali più importanti sono due: la vitamina D e il calcio, entrambi assimilabili attraverso l’alimentazione; in particolar modo, è il calcio il minerale principale che costituisce il tessuto osseo, e che deve essere introdotto tutti i giorni nell’organismo con la dieta.

Il calcio svolge un ruolo fondamentale anche in altre attività dell’organismo, come la contrazione muscolare, la coagulazione del sangue e la trasmissione degli impulsi nervosi; inoltre, secondo uno studio condotto dal Karolinska Institut di Stoccolma, mangiare cibi ricchi di calcio permetterebbe di allungare la vita del 20%.

Se l’organismo non riceve abbastanza calcio, attinge alle riserve personali ovvero dallo scheletro, cosa che, a lungo andare, provoca un indebolimento generale delle ossa. Assumere calcio è importante in tutte le fasi della vita: sia durante la crescita in modo da formare uno scheletro sano sia da adulti, per mantenere in salute le ossa.

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La dieta della dottoressa Flachi

Tra le diete più in voga dell’estate c’è quella della dottoressa Flachi che con 5 regole promette di dimagrire senza rinunciare al gusto della cucina italiana. La dottoressa Evelina Flachi è specialista in Scienze dell’Alimentazione, docente e membro di diversi comitati per la corretta alimentazione.

La sua dieta si basa sul presupposto che non esistono regimi dietetici miracolosi e che una stessa dieta non può essere efficace per tutti allo stesso modo, in quanto influiscono diversi fattori: l’età, il sesso, la costituzione fisica, il lavoro svolto e altro ancora.

La dieta della dottoressa Flachi suddivide la settimana in due giornate di alimentazione leggera, il lunedì e il martedì, una giornata libera, il mercoledì, ancora tre giornate leggere, il giovedì, il venerdì e il sabato, e la domenica libera.

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Fitostanoli, efficaci contro il colesterolo

Secondo un nuovo studio per ridurre significativamente il colesterolo cattivo possono essere efficaci i fitostanoli. Sono i ricercatori olandesi e tedeschi, rispettivamente dell’Università di Maastricht e l’Università di Bonn, che hanno condotto insieme uno studio in cui evidenziano le potenzialità dei fitostanoli. I risultati dello studio, che sono stati pubblicati sulla rivista American Journal of Clinical Nutrition, riportano il coinvolgimento di 93 persone in salute con un’età media di 56 anni e una diagnosi di colesterolo poco al di sopra della norma.

Il dott. Ronald Mensink e colleghi hanno suddiviso a caso i partecipanti in due gruppi affinché ricevessero ogni giorno della margarina a base di soia o dello yogurt in un caso. Nell’altro caso i soggetti hanno ricevuto della margarina o dello yogurt addizionati di 3, 6 o 9 grammi di fitostanoli. Dopo quattro settimane, le analisi hanno permesso di valutare che il livello di colesterolo era dose-dipendente; ossia, diminuiva quando aumentava l’assunzione di fitostanoli.

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Mal di testa, come capire se è il cibo a provocarlo

Abbiamo già visto che alcune sostanze contenute negli alimenti (amine bioattive, additivi alimentari ecc.) possono avere effetto cefalgico e che è questo il motivo per cui, soprattutto in persone predisposte,subito dopo mangiato può fare la propria comparsa uno sgradevole mal di testa. Questo però non significa affatto che siamo in presenza di un’allergia alimentare, quanto piuttosto di un’ipersensibilità o intolleranza verso un alimento o una classe di alimenti.

Ma come è possibile individuare il nostro nemico? Come facciamo ad essere davvero sicuri che sia stato quel particolare cibo che noi sospettiamo a provocarci sintomi quali mal di testa, tachicardia e abbassamento della pressione?  Per prima cosa dobbiamo essere sicuri che la nostra cefalea abbia realmente a che fare con l’alimentazione; è opportuno quindi, se questa si presenta regolarmente da diversi giorni, segnare l’orario in cui fa la propria comparsa.

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Carne in scatola, alimento ideale durante l’estate

La carne in scatola, quella con la gelatina insomma, l’abbiamo provata tutti, almeno una volta. Anzi, sembra quasi che di tutti i cibi in scatola sia il principale punto fermo della tavola degli italiani, se è vero che una famiglia su due la consuma abitualmente. Le ragioni di questo successo? È pratica, sempre pronta e si conserva a lungo, sino a 4 o 5 anni. Ma possiamo dire che sia adatta anche a chi è a dieta? E può rientrare in un concetto di corretta alimentazione? Rispetto alla carne fresca, quella in scatola ha un modesto apporto energetico perché è bollita e sgrassata, infatti sempre più spesso i dietologi italiani la inseriscono nel menù di chi segue una dieta ipocalorica.

Di solito essa è composta da una parte del muscolo del bovino, lessato e inscatolato assieme alla gelatina vegetale o animale. A volte vengono aggiunte altre parti dell’animale, come la lingua, che però contribuisce ad aumentare il contenuto di grassi. Per questo, prima di acquistare una confezione, è sempre meglio dare un’occhiata alle informazioni sull’etichetta.

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Chi è in forma è anche più intelligente

Le persone intelligenti hanno forme più belle e un corpo maggiormente simmetrico rispetto a chi ha un quoziente intellettivo basso. Questo è quanto scoperto dal team di ricercatori composto da Mark Prokosch, Ronald A. Yeo e Geoffrey F. Miller del Dipartimento di Psicologia presso l’Università di New Mexico, in Albuquerque, che ha condotto una ricerca proprio per verificare l’esistenza di un legame tra la forma fisica ed il quoziente intellettivo, osservando attentamente le forme delle persone reputate intelligenti.

Per arrivare a dare una risposta ai loro quesiti, i ricercatori hanno tenuto in considerazione la misura di tutte le cosidette parti doppie del corpo umano, quali le mani, i piedi, le dita ecc., comparando la loro altezza e lunghezza. Per potere attuare questo studio gli scienziati hanno esaminato 14 studi precedenti, esplorando la possibile connessione tra le forme del corpo e l’intelligenza, in circa 1.900 persone.

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Ferie d’Agosto, no alle diete last minute

Le diete last minute? Fanno ingrassare! A spiegarlo qualche giorno fa, sono stati Fulvio Muzio e Michela Fiscella, del Servizio di dietologia e nutrizione clinica dell’ospedale universitario Luigi Sacco di Milano, che mettono in guardia dalle diete dell’ultimo minuto che espongono pericolosamente al rischio di gravi carenze nutrizionali e spianano la strada all’odioso effetto yo-yo. Ecco quindi un decalogo, l’ennesimo, per buttare giù qualche chiletto di troppo senza stressarsi e senza correre inutili rischi in vista delle ferie d’Agosto.

  • Preferite i prodotti locali per essere sicuri di portare in tavola solo prodotti freschi;
  • Fate pasti piccoli e frequenti con spuntini a base di cibi leggeri come frutta, verdura e yogurt;
  • Consumate almeno cinque porzioni al giorni di frutta e verdura fresche con carote, pomodori, peperoni, albicocche, angurie e ciliegie farete il pieno di vitamine e sali minerali e vi proteggerete dall’azione dannosa dei raggi solari;

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Gli esercizi per avere la pancia piatta

Se il vostro problema non sono tanto i chili in eccesso ma solo un po’ di pancetta non dovete iniziare una dieta ferrea, ma solo adottare qualche accorgimento. La pancia pronunciata non è un inestetismo irreversibile, ma per ridurla serve tanta buona volontà, una corretta alimentazione e molto movimento. Non pensate che basti una dieta ipocalorica per avere un ventre piatto: l’esercizio fisico è altrettanto importante nella lotta alle adiposità.

Ovviamente, per affrontare gli allenamenti in maniera corretta è indispensabile seguire la giusta alimentazione; una buona pratica in questo senso è quella di separare il primo piatto a base di pasta o riso dal secondo di proteine, in modo da rendere più veloce il processo digestivo, soprattutto in previsione di un allenamento.

Ciò non significa adottare una vera e propria dieta dissociata, quanto di adottare uno stile alimentare che, riducendo le portate fa calare l’introito calorico complessivo senza mortificare il palato e, quindi, compromettere il proseguimento della dieta.

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Sport estivi: andare in bicicletta per perdere peso

D’estate fare sport è più semplice: complici le lunghe giornate all’aria aperta, il nostro organismo risponde in modo naturale all’impulso di muoversi. Gli sport da praticare in estate sono tanti: la pallavolo, il nuoto, le camminate sulla spiaggia, ma anche lunghe passeggiate in bicicletta in mezzo al verde. 

I vantaggi di andare in bicicletta sono tanti; innanzi tutto si consumano le calorie e, quindi, si dimagrisce. Non è facile fare una stima delle calorie che si perdono andando in bicicletta, tuttavia secondo gli esperti, una donna che pedala in pianura ad un’andatura media perde 2,5 calorie per chilo di peso corporeo ogni ora; ovviamente le calorie aumentano se il percorso è in salita o se si va più o meno veloci. Al di là dei calcoli calorici, per ottenere dei risultati visibili è importante allenarsi con costanza, e quindi pedalare almeno per un’ora due o tre volte alla settimana.

I vantaggi della bicicletta non si limitano al solo dimagrimento; pedalare aiuta anche a tonificare quei muscoli che in genere costituiscono un problema per le donne, come i glutei, le gambe e gli addominali. Inoltre, il movimento continuo delle gambe facilita la circolazione, aiutando ad eliminare le tossine e a combattere la cellulite.

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Il rischio di ictus triplica un’ora dopo aver bevuto

Come è riportato sulle pagine di Stroke, la rivista dell’American Heart Association, sembra che fino a un’ora dopo aver assunto una bevanda alcolica, non importa se sia vino, birra o siano superalcolici, il rischio di subire un infarto o un ictus sia tre volte maggiore che non in condizioni normali. I risultati di questo recente studio danno molto da pensare.

Infatti, secondo quanto scoperto dal dott.  Murray A. Mittleman, autore dello Stroke Onset Study, meglio noto come SOS, e direttore della Unità di Ricerca Cardiovascolare Epidemiologia presso il Beth Israel Deaconess al Medical Center della Harvard Medical School di Boston, negli USA, in ben 390 pazienti colpiti da ictus ischemico, il rischio relativo di ictus dopo aver consumato alcol era di due volte maggiore, se comparato in tempi in cui non si consumavano bevande alcoliche.

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