La dieta della pasta

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La pasta è il piatto più amato della tradizione mediterranea perché sazia, è versatile e mette di buon umore; eppure spesso è un alimento eliminato dalle diete perché considerato nemico della linea. I  nutrizionisti, però, hanno rivalutato questo cibo, dimostrando scientificamente che un piatto di pasta al giorno può essere consumato anche in un regime ipocalorico. L’importante è che la dieta comprenda anche gli altri nutrienti, come proteine, vitamine e sali minerali nelle giuste proporzioni.

La pasta è l’alimento più adatto per combattere il senso di frustrazione che accompagna spesso chi deve per forza stare a dieta, e non solo perché regala il senso di sazietà; il merito è del contenuto dei carboidrati complessi che forniscono all’organismo una buona dose di una sostanza che favorisce la produzione di endorfine, che regalano un senso di benessere e che predispongono al riposo notturno e al buonumore.

La dieta della pasta fornisce circa 1.400 calorie al giorno e permette di perdere in una settimana più o meno un chilo di peso. Si tratta di un regime molto completo, che si deve seguire per un mese, e che, al bisogno, può essere ripetuta anche per un altro mese.

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La dieta dei “peccati di gola”

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Basta con le diete troppo rigide a base di fame e rinunce, chi l’ha detto che per essere magre ci si debba per forza mortificare a tavola? Per conquistare il peso forma senza perdere il sorriso ci vuole un menù gratificante, quindi vi proponiamo una dieta che promette di eliminare i chili di troppo mangiando anche il cioccolato.

Via libera, quindi, a tutti gli alimenti proteici a partire dal pesce, che apporta anche acidi grassi essenziali omega 3, fosforo e iodio. Si alla carne, soprattutto quella bianca, e alle proteine contenute nel latte, nello yogurt e nelle uova, e alle verdure che vanno mangiate in abbondanza. Il menù proteico è ideale per accelerare il metabolismo dei grassi e dare il via al dimagrimento.

Il cioccolato è una delizia che fa bene, piace a tutti e fa bene all’umore e al cuore. Mezza tavoletta di cioccolato alla settimana è la quantità salutare indicata dagli esperti. A patto, però che sia nero, perché da alcune ricerche risulta che quello al latte interferisce con l’assorbimento di alcune sostanze antiossidanti in grado di ridurre l’infiammazione delle cellule e di contrastare la coagulazione del sangue.

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La dieta della pizza

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Se il vostro piatto preferito è la pizza, ma siete preoccupate per la linea, finalmente potrete tirare un sospiro di sollievo: mangiare la pizza non fa ingrassare, basta seguire alcuni semplici indicazioni per mantenere le proporzioni di carboidrati e proteine.

La cosa più importante da ricordare è che la pizza va consumata solo nei pasti principali della giornata, quindi o a pranzo o a cena; di conseguenza sono banditi gli spuntini a base di tranci mangiati al volo tra un impegno e l’altro.

Fondamentale, è, inoltre saper scegliere la pizza giusta, cioè quella più semplice: dimenticate farciture con wurstel, salsicce e salumi vari, e prediligete gli ingredienti classici: verdure mozzarella, pomodoro e un filo d’olio d’oliva.

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La dieta verde

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La dieta verde, priva di carne e pesce, povera di grassi saturi e ricca di fibre e vitamine, aiuta a tenere sotto controllo i valori nel sangue di colesterolo e insulina e a mantenere il corpo giovane, snello e in buona salute.

Infatti, grazie a un equilibrato apporto di antiossidanti, sostanze contenute in frutta e verdura di stagione, migliora la circolazione sanguigna e combatte l’azione negativa dei radicali liberi, le molecole aggressive e responsabili del precoce invecchiamento cellulare e di molti disturbi della salute. Secondo un recente sondaggio americano, la dieta verde previene sovrappeso, diabete, arteriosclerosi e restituisce all’organismo tanta energia, fino ad influenzare positivamente le performance sessuali.

La dieta verde, o vegetariana, privilegia i cibi ricchi di ferro come legumi e cereali; prevede piatti a base di lenticchie, ceci e fagioli, ma anche di miglio e quinoa. Per sostituire al meglio i nutrimenti della carne, si ricorre a al alcuni cibi iperproteici, inserendo nel menù pietanze a base di tempeh e tofu, due alimenti  ricavati dalla fermentazione dei fagioli di soia gialla. La soia è, infatti, l’alimento vegetale più completo dal punto di vista proteico, perché le sue proteine sono molto simili a quelle di origine animale.

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La dieta delle spezie

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Gli aromi esotici donano ai piatti un tocco di sapore in più e sono di grande aiuto per bruciare in fretta i chili di troppo e sgonfiare la pancia, regalando una silhouette invidiabile. La digestione migliora, il corpo si libera di scorie e da tossine, l’organismo si ricarica di una nuova energia e anche l’umore migliora.

Questi sono alcuni dei grandi benefici della dieta a base di spezie e di erbe aromatiche, perché grazie alle loro tante proprietà, sono in grado di contrastare la fermentazione del cibo, la proliferazione dei batteri e sono capaci di stimolare la digestione e il metabolismo. Ricchi di oli essenziali, vitamine e sali minerali, gli aromi aggiungono una nota profumata ad ogni menù e, se inseriti in una dieta ipocalorica, permettono di ridurre l’uso del sale e dei condimenti senza penalizzare il gusto del piatto.

Vediamo insieme quali sono le spezie più adatte per questa dieta. Il tè kapha contiene zenzero, chiodi di garofano, pepe nero e cardamomo, una miscela di spezie consigliate a chi è in soprappeso; ha un sapore astringente e un effetto stimolante che favorisce la digestione e giova al metabolismo.

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La dieta del lunedì

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La dieta che vi stiamo per illustrare si chiama “del lunedì” perché il regime alimentare settimanale inizia con un giorno depurativo, il lunedì appunto, in cui c’è una drastica riduzione delle calorie giornaliere: infatti quelle previste sono solo 600! Il resto della settimana continua con un’alimentazione controllata, nella quale bisogna privilegiare cibi salutari e poveri di grassi, senza necessariamente pesare ogni singolo alimento, e i menù della domenica sono liberi.

Questa dieta va seguita per due mesi il suo scopo principale è quello di depurare l’organismo e di perdere peso in maniera equilibrata. Il programma dietetico è composto dal menù della giornata di lunedì e dai consigli alimentari da seguire per il resto della settimana fino a sabato; la perdita di peso prevista è di circa 4 o 5 chili ed è graduale: più veloce nei primi 20 giorni, poi via via più lenta ma costante.

Dopo i due mesi di dieta è importate non riprendere le vecchie abitudini alimentari, e quindi peso, seguendo alcuni semplici consigli di mantenimento, e cioè cercando di mangiare cibi con pochi grassi e zuccheri semplici. Il lunedì è il giorno della depurazione, in cui le calorie sono fornite da alimenti vegetali e da bevande dalle proprietà diuretiche e disintossicanti.

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La dieta dell’insalata

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La dieta dell’insalata è l’ideale per chi soffre di stitichezza, di ritenzione idrica oppure ha la pelle secca ed opaca; l’insalata, infatti, è ricca di fibre che arrivano direttamente all’intestino aiutandolo nell’espletamento delle sue funzioni. L’insalata, inoltre, rallenta l’assorbimento degli zuccheri, è ricca di vitamine A, C ed E, possiede molti sali minerali, in particolare il potassio che combatte la ritenzione idrica, e contiene rame, zinco e selenio, elementi con una forte azione antietà.

Il pregio di questa dieta è che è facilissimo trovare in commercio diversi tipi di insalata: dalla lattuga in tutte le sue varianti, alla rucola, varietà ricchissima di vitamine A e C, di rame, ferro e magnesio. L’insalata, in più, è facile da preparare, ma affinché mantenga tutte le sue proprietà bisogna avere alcuni accorgimenti; innanzi tutto deve essere freschissima e di stagione, poi va lavata con molta cura, cambiando spesso l’acqua e facendo almeno due o tre risciacqui, avendo però l’accortezza di non lasciarla a lungo a mollo per non perdere le vitamine.

Un’altro accorgimento molto importante è quello di asciugare bene le foglie con un canovaccio, con la carta da cucina o con l’apposita centrifuga. La verdura va tagliata poco prima di essere servita in tavola per evitare di disperdere la vitamina C al contatto con l’aria, e va condita direttamente nel piatto per controllare meglio l’olio usato.

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La dieta dei colori

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La cromoterapia, letteralmente “cura con il colore”, è una medicina alternativa che utilizza i colori per aiutare il corpo e la psiche a ritrovare il loro naturale equilibrio. Se è possibile curarsi con i colori perché non dimagrire con essi?

In risposta a questo interrogativo arriva dall’America la dieta dei colori, o cromo-dieta, che si basa sulle varietà cromatiche di frutta e verdura divise in 5 gruppi: bianco, giallo/arancione, verde, rosso e viola/blu.  Mangiando una porzione di ogni “colore” si ottiene una dieta bilanciata con un basso contenuto di calorie e molto semplice da seguire.

Oltre che per dimagrire, la dieta dei colori è efficace anche per la salute; un’associazione dietetica americana ha scoperto che i fitopigmenti, cioè le sostanze responsabili del colore degli alimenti, sono utili per proteggere l’organismo da vari disturbi e malattie.

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La dieta del riso

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In genere si dice che per restare in forma basta mangiare di tutto purché in piccole quantità. Eppure, le diete monocibo sono molto diffuse e seguite. Una di queste è la dieta del riso.

Il riso è un alimento leggero, saporito e nutriente, ricco di sali minerali e di vitamine B e i suoi chicchi hanno lo stesso potere energetico della pasta, con la differenza che saziano di più a causa della loro proprietà di gonfiarsi trattenendo l’acqua. Un esempio? Un’abbondante porzione è costituita da 50 grammi di riso con un apporto calorico di sole 62 calorie.

Il senso di sazietà che si ha dopo aver mangiato un piatto di riso è dovuto al fatto che questo cereale contiene un elevato numero di zuccheri e di amidi che per essere digeriti richiedono un’energia maggiore da parte degli enzimi, ritardando così il senso di fame.

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La dieta del fantino

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L’arrivo della stagione estiva porta con sé la voglia di perdere qualche chilo e almeno un taglia; proprio in previsione di questo vi presentiamo la dieta del fantino. Tranquille, non dovrete cimentarvi in cavalcate estenuanti per dimagrire. Questa dieta si chiama così perché viene usata dai fantini una settimana prima della corsa per perdere due o tre chili.
Molto in voga negli anni ’60, questa dieta propone un regime alimentare piuttosto severo, e per questo non va seguita per più di 3 giorni; più che per dimagrire questa dieta viene usata per perdere una taglia nel giro di pochi giorni, ed è utile, ad esempio per rientrare in un abito importante divenuto troppo stretto; infatti, se seguita alla lettera, questa dieta permette di perdere 3 kg in 3 giorni.
La sue caratteristiche principali sono l’assenza di pane e pasta e il consumo di due bicchierini di Marsala o di Porto al giorno.

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Dieta drenante

 

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Uno stile di vita poco salubre, un’alimentazione errata e/o squilibrata, lo stress, l’inquinamento e la sedentarietà, sono tutti fattori che possono determinare un’eccessiva ritenzione dei liquidi e, di conseguenza, la comparsa di  sgradevoli problemi quali gonfiore e cellulite. Per migliorare questo stato di cose può essere utile fare dello sport e seguire allo stesso tempo una dieta drenante.

La dieta drenante è infatti una dieta appositamente studiata per combattere la ritenzione idrica, ed è quindi utilissima per sgonfiarsi e combattere la pelle a buccia d’arancia.  In linea di massima può essere seguita per circa un mese e permette di perdere fino a 5 chili.

Il programma drenante si può suddividere in quattro settimane:

1° settimana: lo scopo principale è quello di drenare
2° settimana: vi è un’azione disintossicante
3° e 4° settimana: la dieta svolge soprattutto un’azione dimagrante

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La dieta a punti

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La dieta a punti è stata ideata dal dietologo italiano Guido Razzoli. Obiettivo di questa singolare strategia alimentare è far perdere i chili in eccesso senza troppe rinunce.

Nella dieta a punti ad ogni alimento viene associato un punteggio e a ciascun soggetto viene assegnato, in base al peso corporeo di partenza,  un credito di punti che andrà speso con oculatezza nell’arco della giornata. Il rispetto del punteggio cumulativo giornaliero è l’unico vincolo che occorre rispettare, per il resto è possibile organizzare i pasti come si preferisce (stando però bene attenti a non correre il rischio di arrivare all’ora di cena con tutti punti già spesi).

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Dieta South Beach

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Messa a punto dal cardiologo Arthur Agatston, che la descrive nel libro “The South Beach Diet: the delicious, doctor-designed foolproof plan for fast and healthy weight loss”,  la dieta South Beach si basa sulla restrizione dei carboidrati, sull’indice glicemico degli alimenti e sulla distinzione tra grassi buoni e grassi cattivi.

Sono ritenuti grassi cattivi i grassi saturi e polinsaturi contenuti negli alimenti raffinati e di origine animale, mentre sono da ritenere grassi buoni i grassi saturi, come l’olio extravergine di oliva.

Analogamente a quanto abbiamo già visto per la Dieta Atkins anche la dieta South Beach è suddivisa in più fasi:

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Dieta Beverly Hills

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La Dieta Beverly Hills fu messa a punto da Judy Mazel, direttrice di un esclusivo centro di dimagrimento di Los Angeles e, pare, ex bambina obesa. Caratteristica di questo regime dietetico è l’abbondante consumo di frutta, soprattutto, esotica, come alimento prevalente.

Come la dieta dissociata,  la dieta Beverly Hills, nota anche come dieta holliwoodiana, si basa sul principio che  assumere carboidrati e proteine nello stesso pasto sia dannoso per la linea.

Per questo motivo, durante le cinque settimane di durata previste da questo programma dietetico, proteine, carboidrati e frutta andranno assunti separatamente. Allo stesso modo è permesso mangiare solo un tipo di frutta per volta, a distanza di almeno un’ora l’uno dall’altro. Bocciate quindi le godibilissime macedonie.

La dieta si articola in più fasi: durante i primi 7 giorni si mangia solo ed esclusivamente frutta esotica, soprattutto ananas,  in seguito a questo periodo di disintossicazione è possibile introdurre gradualmente altri cibi che non è necessario pesare e che andranno consumati preferibilmente alla sera. Questo fino alla quinta settimana.

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La dieta della luna

 

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Più che un regime alimentare dimagrante la cosiddetta dieta della luna rappresenta uno strumento di purificazione dell’organismo attraverso il digiuno. La dieta della luna prevede infatti, ad ogni cambio lunare, la privazione di tutti i cibi solidi per 24 ore consecutive, durante le quali si può solo bere acqua, succhi di frutta e centrifugati di verdura, mentre sono vietati latte e alcolici. Si basa sul concetto che se le fasi della luna riescono a influire sulle maree, alla stessa maniera possono influire sull’organismo umano.

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Dieta del minestrone

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Come la dieta della banana, anche la dieta del minestrone è una delle cosiddette diete a tema, prevede cioè il consumo prevalente di un solo tipo di alimento o pietanza, in questo caso il minestrone di verdure.

Fu  messa a punto appositamente al Sacred Memorial Hospital di St. Louis per i soggetti obesi che dovevano sottoporsi a interventi chirurgici e andava seguita per 10/14 giorni.

Il fatto che sia stata elaborata in ambito ospedaliero non deve far pensare che la dieta del minestrone sia per forza sana ed equilibrata, infatti lo scarso apporto calorico e la eliminazione quasi totale di nutrienti fondamentali per il nostro benessere come proteine e carboidrati, rendono fortemente sconsigliabile osservarla per un periodo superiore a quello indicato: 1-2 settimane al massimo.

I primi giorni di dieta prevedono l’assunzione esclusiva di minestrone, frutta, succhi di frutta non zuccherati e tè cui vanno ad aggiungersi, a partire dal quarto giorno, carne, riso integrale, latte o yogurt.

Primo giorno

Colazione: caffè o tè-frutta a scelta (escluse uva e banane)

Spuntino: succo di frutta senza zucchero

Pranzo: minestrone-mele

Merenda: succo di frutta senza zucchero

Cena: minestrone-pere.

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La dieta flexitariana

flexitarianoIl numero dei vegetariani in tutto il mondo è in costante aumento ed è difficile riuscire a quantificarne il numero esatto.
All’interno di chi si definisce vegetariano dobbiamo annoverare anche i cosiddetti flexitariani; si tratta di un termine coniato negli anni ’90 e può essere considerato come uno stile di vita alimentare piuttosto che una dieta.

In sostanza chi decide di seguire una “dieta flexitariana”  al consumo preminente di frutta e verdura, abbina sporadicamente (circa una volta alla settimana) carne o pesce . Quindi mangiare flexitariano significa essere flessibili. Questo termine, stando a quanto riportato nel web, fu coniato per la prima volta nel “lontano” 1992 da Helga Morath e fu usato per descrivere un menu particolare ed eclettico, servito in un ristorante del Texas.

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Dieta dell’Astronauta

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Come la dieta scarsdale e la dieta Atkins, anche la dieta dell’astronauta è una dieta low carb, ossia a basso contenuto di carboidrati. Più precisamente, la cosiddetta dieta dell’astronauta, che però non ha nulla a che vedere con l’alimentazione tipica degli esploratori dello spazio, può essere considerata una variante della dieta Atkins, con la quale condivide il principio secondo il quale la drastica riduzione di carboidrati costringe il corpo a bruciare i grassi evitandone l’accumulo.

Per questo motivo, alla eliminazione quasi esclusiva di cibi ricchi di carboidrati, corrisponde un aumento dell’assunzione di quelli contenenti grassi e proteine. Quindi in questo regime dietetico sono assolutamente vietati pasta, pane, riso e cereali, fortemente limitati frutta e patate, mentre è possibile consumare liberamente burro e formaggi grassi.

Tuttavia, rispetto alla dieta Atkins, la dieta dell’astronauta si caratterizza per una diversa ripartizione giornaliera di grassi, proteine e carboidrati:

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