Dessert light: il sorbetto di litchi e more

Qualche giorno fa vi abbiamo presentato la dieta della frutta esotica, un regime alimentare che prevede l’uso di frutta originaria dei paesi tropicali dotata di numerose proprietà benefiche per l’organismo. Tra i frutti utilizzati in questa dieta ci sono i litchi, ovvero delle grossi noci dal guscio rosato contenente una polpa bianca molto dolce, dalle indiscusse proprietà antiossidanti; inoltre il litchi contiene una buona quantità di vitamina C che aiuta a potenziare le difese naturali e ad migliorare l’assorbimento di vari minerali, tra i quali il ferro.

Proprio per questo oggi vi presentiamo la ricetta di un dessert light a base di questo frutto: il sorbetto di litchi e more, un dolce gustoso e molto leggero, infatti contiene solo 95 calorie a porzione. Ecco come realizzarlo.

Sorbetto di litchi e more

Ingredienti

625 grammi di more mature, 12 litchi freschi, 50 grammi di zucchero semolato, 2,5 dl. di acqua, un limone, una fetta di cocco.

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Caffè, rimedio naturale contro il tumore al seno

Arriva dall’Università di Toronto un’importante novità in materia di prevenzione: il caffè, già noto per la sua azione stimolante sul sistema nervoso e sul muscolo cardiaco, potrebbe rivelarsi un valido aiuto per combattere l’insorgenza del tumore al seno. E’ stato infatti dimostrato che i fitoprogesteroni contenuti nella caffeina riducono il rischio di mutazione dei geni BRCAI e BRCA 2, che espongono le donne ad un alto rischio di ammalarsi di cancro al seno. Lo studio, diretto dal dottor Steve Narod e dal suo team di ricercatori, ha preso in esame il rapporto tra il consumo di caffè e il rischio di insorgenza del carcinoma mammario.

La ricerca ha coinvolto 1690 donne ad altro rischio, provenienti da 40 centri ospedalieri diversi, di cui sono state analizzate le abitudini in relazione al consumo di caffè durante la giornata attraverso un questionario. Così si è scoperto che la probabilità di ammalarsi, fra le donne con mutazioni genetiche a rischio che bevono da 1 a 3 tazze di caffè ogni giorno, è ridotta del 10% rispetto alle non bevitrici. Lo stesso rischio si riduce del 25% per le donne che bevono 4 o 5 tazzine di  caffè al dì, e addirittura del 69% per le vere e proprie estimatrici della caffeina che ne bevono più di 6 tazzine.

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A dieta dopo Carnevale: i consigli per perdere i chili lasciati dai dolci

a dieta dopo carnevale

Dopo ogni festa ci ritroviamo sempre con qualche chilo di troppo da smaltire; non fa eccezione nemmeno il Carnevale, che con i suoi dolci tipici, come frappe, chiacchiere e castagnole, ha lasciato ben 15 milioni di chili da smaltire, praticamente 250 grammi per abitante. Queste sono le stime della Coldiretti, secondo la quale, durante le feste di Carnevale sono state consumate circa 20 mila tonnellate di dolci tipici, fatti sì, con ingredienti semplici e genuini, ma purtroppo molto calorici e soprattutto combinati insieme, come zucchero, miele e burro.

Se ormai il danno è fatto, l’unico modo per rimediare è mettersi a dieta, ma non servono digiuni o regimi alimentari restrittivi: basta sottoporsi per un paio di settimane a un’alimentazione a base di frutta e verdura, consumando cibi salutari e cotti in modo leggero.

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Attenzione al sangue grasso

ridurre il grasso nel sangue per dimagrire

Un eccesso di colesterolo e trigliceridi nel sangue non solo accelera il deposito di adipe ma rende anche i tessuti flaccidi e atonici. E fa aumentare la fame! Colesterolo, trigliceridi e sovrappeso sono strettamente correlati. Sebbene non tutte le persone con valori elevati di colesterolo e trigliceridi siano in sovrappeso (anzi molte di esse sono del tutto magre perché si tratta di un colesterolo dovuto allo stress), al contrario mol­tissime persone in sovrappeso presentano eleva­ti valori di colesterolo e/o trigliceridi.

 In queste persone una sana alimentazione determina non solo una diminuzione del peso corporeo ma anche una normalizzazione dei livelli di coleste­rolo e trigliceridi. Il colesterolo, in sé, è una sostanza indispensabile per la vita cellulare, in quanto è un costituente fonda­mentale delle membrane cellulari ed è la molecola di base per la produzione degli ormoni sessuali e surrenali, della vitamina D e dei sali biliari. Nel sangue il colestero­lo circola trasportato da particolari proteine:

  •  HDL, lipoproteine ad alta densità, trasportano i grassi dai tessuti peri­ferici al fegato (colesterolo buono)
  • LDL: lipoproteine a bassa densità, trasportano i grassi dal fegato ai tessuti (“colesterolo cattivo”).

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Latte di soia, calorie e valori nutrizionali

Il latte di soia è, come è facile intuire, una bevanda molto diffusa nei paesi orientali, ma già da diversi anni è facilmente reperibile in qualunque supermercato italiano anche grazie al suo impiego come sostituto del latte vaccino nei casi di intolleranza al lattosio o allergie alla caseina e nell’ambito delle diete di tipo vegano; si tratta infatti di un alimento completamente vegetale, costituito da un’emulsione di grassi, acqua e proteine,  e può essere ottenuto sia dalla lavorazione della soia intera che da quella della farina di soia.

Più precisamente per ottenere il latte di soia i “fagioli” di soia essiccati vanno immersi in acqua per almeno tre ore, quindi, una volta reidratati, vengono macinati; alla purea così ottenuta si aggiunge la quantità di acqua necessaria ad ottenere la consistenza adeguata e successivamente il liquido che ne deriva viene bollito e filtrato.

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Cosa fare per avere una pancia piatta

Essere magri o grassi non fa differenza, la pancetta colpisce tutte le donne senza distinzioni, e spesso perdere peso non aiuta a eliminarla. Il gonfiore addominale è spesso associato a un disturbo intestinale, che può essere provocato da tanti fattori, ad esempio uno scorretto abbinamento dei cibi o addirittura un’intolleranza alimentare. Non bisogna rassegnarsi però, infatti è possibile ottenere un addome piatto in poche settimane, con il risultato di sembrare subito più magri e perdere almeno una taglia, seguendo alcuni semplici consigli.

Anzitutto bisogna correggere il proprio stile di vita, partendo dal seguire un’alimentazione equilibrata associata ad un’adeguata attività fisica. E’ inoltre fondamentale stare alla larga da alcuni comportamenti controproducenti:
un’abitudine sbagliata, e purtroppo molto diffusa, è quella di saltare i pasti: saltare la colazione, il pranzo o la cena, infatti, impoverisce l’organismo dei nutrienti necessari per il buon funzionamento dei suoi apparati, compreso quello intestinale, che reagisce di conseguenza, gonfiandosi.

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Ricetta light: la sfoglia croccante di kamut con i carciofi

sfoglia di kamut

Qualche giorno favi abbiamo illustrato le caratteristiche del kamut, un cereale la cui farina viene sempre più spesso sostituita a quella di frumento; oggi vediamo una ricetta a base di kamut e carciofi, che oltre ad essere e  nutriente, è anche leggera, in quanto apporta 160 calorie per porzione, ovvero la sfoglia croccante di kamut con i carciofi. Vediamo come realizzarla.

Sfoglia croccante di kamut con i carciofi

Ingredienti

Per l’impasto: 280 grammi di farina di kamut, 40 grammi di olio extravergine d’oliva, sale e acqua. Per la farcitura: 10 carciofi, 2 cipollotti, 15 grammi di prezzemolo in foglie, 20 di olio extravergine d’oliva, 30 grammi di Parmigiano in scaglie, succo spremuto di un limone, sale e pepe.

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Trattamento contro cellulite e flaccidità

trattamento anticellulite e flaccidità

Nella seconda settimana il tuo obiettivo è quello di aumentare la concentrazione del colesterolo buono, quello che conserva il sangue fluido e il corpo tonico e sodo. Questo tipo di grasso ematico è rappresen­tato dalle HDL, ovvero le proteine che trasportano il colesterolo dalle cellule pe­riferiche al fegato e impediscono quindi che il colesterolo ossidato si depositi nelle arterie, intasandole di grassi. Alti livelli di colesterolo buono favorisco­no una perdita rapida di peso e sono rac­comandati per evitare l’inflaccidimento dei tessuti e la formazione di ritenzione idrica e cellulite.

Vediamo allora come agire per far aumentare le HDL. Per una settimana prima di pranzo (o, se vuoi anche in sostituzione del pasto) abituati a mangiare un insalata croccante composta con pomodori, peperoni cuori di lattuga e una decina di olive. Condisci con un cucchiaino di olio di oliva e un battuto di nocciole. Così riduci i grassi ematici e la fame nervosa. Le olive sono straricche di acidi grassi “monoinsaturi” e, consumate nei modi e tempi giusti, favoriscono un aumento del colesterolo buono, riducendo contemporaneamente quello cattivo. Si consiglia di consumare soprattutto le olive conservate non in salamoia o in olio. Per una settimana, basta aggiungerne una decina a un’insalata mista prima di pranzo o cena: otterremo i grassi e gli antiossìdanti necessari per mantenere un adeguato livello di HDL.

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La dieta a base di frutta esotica

Non è vero che la frutta esotica si mangia solo a Natale: in ogni stagione è possibile trovarla nei supermercati, perché con i suoi colori e i suoi profumi, promette di portare una ventata di novità in cucina. La frutta esotica è sempre più apprezzata anche perché non ha più i prezzi proibitivi di una volta: tenendo d’occhio le offerte dei supermercati è possibile acquistarla spendendo cifre contenute. Inoltre, la frutta esotica possiede molte proprietà benefiche, tanto da farla diventare la protagonista di un dieta; ma vediamo nel dettaglio quali sono le virtù dei principali frutti che arrivano da oltreoceano.

L’ananas è uno dei frutti esotici più diffusi e consumati, ed è apprezzata soprattutto per il suo sapore fresco e rinfrescante; inoltre è poco calorica, solo 40 calorie per etto, è ricca di vitamine, fibre e minerali, in più contiene bromelina, un enzima che favorisce la digestione. Il mango è uno dei frutti tropicali più pregiati, contiene 53 calorie ogni 100 grammi, ed è un’ottima fonte di vitamina A e C, ottime per proteggere la pelle dalle aggressioni dello smog.

La papaia è ricchissima di acqua, fibre e vitamina A e C, contiene solo 28 calorie ogni 100 grammi, ed è l’ideale per chi segue una dieta ipocalorica e depurativa. Il litchi apporta 70 calorie per etto, per lo più fornite da zuccheri, ma contiene anche una buona quantità di vitamina C che potenzia le difese naturali e migliora l’assorbimento di ferro e di altri sali minerali. L’avocado è ricco di grassi insaturi, non contiene colesterolo e quindi fa bene alle arterie; tuttavia non bisogna eccedere nelle quantità perché un etto fornisce circa 231 calorie.

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Consigli pratici per abbassare colesterolo e trigliceridi in poco tempo!

ridurre trigliceridi

Correggendo la dieta per una  sola settimana e assumendo gli estratti di gemme che “sgrassano” il circolo, inizi a dimagrire e ti sgonfi subito. Nel nostro corpo, i trigliceridi rappresentano la principale componente del tessuto adiposo. Questo tessuto costituisce un importante riserva di energia e agisce come una barriera pro­tettiva nei confronti (per esempio) delle elevate temperature. I trigliceridi o derivano da cibi ricchi di trigliceridi o sono sintetizzati dal fegato a partire da aminoacidi e glucosio; se sono in eccesso ci sentiamo pesanti e gonfi.

Ridurre i trigliceridi nel sangue è un obiettivo semplice da raggiungere, poi­ché i trigliceridi alti dipendono spesso dal tipo di alimentazione e quindi posso­no essere “corretti” rivedendo la dieta, con importanti benefici su linea e salute. Gli alimenti a più elevato contenuto di trigliceridi sono rappresentati da: margarina, burro, strutto (contenuto anche in molti prodotti del panificio), lardo, salumi e carni, latte intero e formaggi stagionati. Per ridurre i trigliceridi non bisogna mangiare questi alimenti più di 2 volte alla settimana. Per una cura d’urto, eliminali del tutto per 7 giorni.

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Tofu, ottimo per la linea e la salute

tofu calorie

Il tofu, noto anche con il nome di formaggio di soia, è un alimento di origine cinese, molto diffuso nei paesi orientali, ricavato dalla cagliatura del latte di soia e dalla sua successiva pressatura in blocchi. Si tratta di un alimento molto ricco di proteine che, risultando sostanzialmente insapore e inodore, viene utilizzato come base per la preparazione di pietanze sia dolci che salate soprattutto nella cucina vegetariana.

Il formaggio di soia rappresenta inoltre un ottimo sostituto dei formaggi tradizionali per chi non digerisce il latte vaccino o è intollerante al lattosio ed è spesso presente nelle diete dimagranti grazie al basso contenuto calorico e al ridotto contenuto di sodio. Molto ricco di calcio (ne apporta una quantità superiore del 20% a quella del latte di mucca) apporta anche discrete quantità di minerali quali potassio, ferro e fosforo e di isoflavoni della soia, fitoestrogeni sempre più impiegati nella cura dei sintomi della menopausa, oltre che lecitina, che aiuta a tenere sotto controllo il colesterolo cattivo.

In commercio sono reperibili due tipologie principali di tofu: il tofu fresco e il tofu conservato; il primo viene prodotto direttamente dal latte di soia, il secondo si ricava dalla lavorazione del tofu fresco. A seconda della quantità di acqua estratta dalla cagliata il tofu fresco viene suddiviso a propria volta in tre varietà principali:

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Kamut, un possibile sostituto del frumento

Il kamut è un antico tipo di grano di origine egiziana, molto usato per la preparazione di pane e pasta in quanto la sua farina può sostituire quella di grano duro; l’uso di questo cereale ai giorni nostri si deve ad un coltivatore del Montana che propagò alcuni semi trovati in una tomba egizia, dopo essere tornato da un viaggio sulle sponde del Nilo. Negli anni settanta l’agronomo Bob Quinn si interessò a questo grano prodotto da quei semi egiziani e lo chiamò “kamut”, che vuol dire grano nella lingua egiziana antica; il nome scientifico del kamut è Triticum turgidum.

Rispetto al grano comune, il kamut è più ricco di proteine, ben il 40% in più, e di minerali, come il magnesio e lo zinco, inoltre contiene vitamine e acidi grassi insaturi; è un alimento molto energetico e quindi è indicato nella dieta degli sportivi e delle persone che devono riprendersi dopo un periodo di convalescenza, anche perché è facilmente digeribile.

La farina di kamut è molto dolce, tanto che il suo sapore ricorda quello delle nocciole e del burro, e può essere sostituita a quella di frumento in quasi tutte le ricette, anche se per adesso è usata soprattutto nelle preparazioni dolciarie.

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Fagioli azuki, ovvero la soia rossa

Molto diffusi nei paesi orientali, soprattutto in Giappone, dove sono secondi solo alla soia, i fagioli azuki rossi cominciano a fare sempre più spesso la propria comparsa sulle nostre tavole, anche grazie al numero crescente di persone che cominciano a seguire una dieta macrobiotica. Si tratta di piccoli legumi di colore rosso scuro cui ci si riferisce anche con il nome di soia rossa; tale denominazione però è erronea, poichè l’azuki è un fagiolo e condivide con la soia solo l’appartenenza alla famiglia delle leguminose.

Come la gran parte dei fagioli, gli azuki sono molto ricchi di fibre solubili e aggiungerli alla propria dieta è utile a regolare la motilità intestinale e a tenere a bada il colesterolo cattivo; rappresentano inoltre una buona fonte di sali minerali quali potassio, manganese, magnesio, ferro, rame, zinco e di vitamina B3 a fronte di un ridotto contenuto di sodio e di grassi. I fagioli azuki apportano inoltre un discreto quantitativo di proteine vegetali e consumati insieme a cereali ed altri legumi rappresentano un’ottima alternativa alla carne.

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Combattere l’avanzare del tempo con magnesio e betacarotene

Restare giovani e in forma più a lungo è la legittima aspirazione di moltissimi di noi; e se qualcuno per raggiungere l’obiettivo si affanna a correr dietro alla chirurgia estetica, molti altri invece sono convinti, a ragione, che il medesimo scopo sia perseguibile attraverso l’adozione di uno stile di vita sano rappresentato anche, anzi soprattutto, da buone abitudini alimentari.

Noi stessi ne siamo fermamente convinti ed è per questo motivo che abbiamo sempre dato ampio spazio alle diete anti-invecchiamento, si veda, solo per fare un esempio, la dieta Perricone, e siamo stati ben felici di parlarvi delle straordinarie virtù degli anti-ossidanti, sostanze contenute in molti cibi, ottimi amici di salute e bellezza perchè in grado di contrastare la produzione di radicali liberi.

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Le arance a polpa rossa aiutano a combattere l’obesità

Oltre ad essere antitumorali, le arance a polpa rossa aiutano a combattere l’obesità; a sostenerlo è uno studio del Dottor Paolo Rapisarda, ricercatore presso il CRA, Centro di Ricerca per l’Agrumicoltura e le Colture Mediterranee, dal quale risulta che le arance di Sicilia a polpa rossa, come il “Tarocco”, il “Sanguinello” e soprattutto il “Moro”, oltre a contrastare i problemi cardiovascolari, sono un ottimo aiuto per chi soffre di obesità, grazie al loro contenuto di antocianine, i pigmenti blu e rosso scuro noti per le loro proprietà antiossidanti e per la loro capacità di bloccare l’accumulo dei trigliceridi nelle cellule adipose.

Gli agrumi sono componenti indispensabili di una dieta equilibrata, e in particolare le arance, perché sono ottime fonti di vitamina C e di antiossidanti indispensabili per l’organismo; in particolare, quelle a polpa rossa contengono più sostanze benefiche rispetto alle altre arance, oltre ad avere un gusto, un aroma e una consistenza più intense.

Questa varietà di arance, infatti, contengono più vitamine, più flavonoidi e antocianine rispetto alle arance bionde; questi componenti, inoltre, esercitano un’azione protettrice dei capillari sanguigni e della mucosa gastrica.

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Per dimagrire serve concretezza

dimagrire con i lavori manuali

Tutte le volte che ti guardi allo specchio o rinunci sconsolata a un abito di cui ti sei innamorata in vetrina, ti dici decisa che devi assolutamente dimagrire. Ma, passato il momento critico, quello del disappunto e della consapevolezza, la volontà si disperde, si annacqua in mille opzioni teoriche che frenano la tua sana spinta pratica ad agire: sarebbe meglio rivolgersi al dietologo, però potresti anche ripetere quella dieta che ha funzionato allora, oppure più semplicemente basterebbe solo eliminare i grassi o i dolci

Se il desiderio di dimagrire, come molti altri, non si concretizza è perché, anziché formulare un piano semplice e realistico, ci perdiamo in considerazioni astratte, teoriche, puntiamo alla meta senza occuparci ciel “viaggio”, e cioè su quello che materialmente do­vremmo fare, giorno dopo giorno, fin da… subito. Hai deciso di dimagrire? Lo vuoi davvero? Ebbene: allora cerca di tradurre il tuo desiderio in un progetto concreto e fattibile. Questo vale per la dieta ma anche per tutto il resto: acquisire una mentalità pratica vuol dire diventare più incisivi, essenziali, concreti, ma anche padroni della propria vita e ca­paci di determinarne il corso.

Questo riduce sensi­bilmente l’ansia (che di solito si trasforma in fame) e aumenta l’autostima. E allora, vediamo insieme come diventare più pratici e risoluti. Pesarsi ogni giorno, tenere d’occhio ciò che mettiamo nel piatto, stare attenti alla spesa: sono tutte modalità che ci aiutano a mantenere il contatto con la realtà. Datti il tempo che ci vuole per raggiungere gli obiettivi e “tara” la tua dieta sulla tua reale disponibilità. Sei lenta in tutto? Verosimilmente lo sarai anche nel calare di peso… Sei golosa di pane e pasta? Riduci le dosi e non eliminarli del tutto…

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Birra, consumata con moderazione aiuta a prevenire l’osteoporosi

Una ricerca dell’Università Extremadura di Caceres, in Spagna, ha scoperto che la birra aiuta a prevenire l’osteoporosi. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Nutricion, è stato condotto su un campione di 1700 donne con età media di 48 anni.  I ricercatori, dopo aver raccolto informazioni relative allo stile di vita ed alle abitudini alimentari delle donne analizzate, le hanno sottoposte ad una densitometria ossea, esame che permette di determinare l’esatto contenuto di calcio delle ossa, attraverso gli ultrasuoni, in particolare di quelle delle dita della mano.

Dai dati emersi gli studiosi hanno constatato che le donne che facevano un uso moderato di birra avevano una struttura ossea più densa e, di conseguenza, una minore incidenza di fratture rispetto a quelle che non avevano l’abitudine di consumare questa bevanda. Secondo il dott. Juan Pedrera-Zamorano, ricercatore a capo dello studio:

Il silicio è un elemento fondamentale per la formazione delle ossa e la birra è tra le sostanze di alto contenuto di silicio.

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