Le sostanze naturali che aiutano il dimagrimetno

Di seguito troverete un brevissimo elenco di sostanze naturali di norma impiegate, sotto forma di integratori, per favorire il dimagrimento. Noterete però che queste non rappresentano affatto una pozione magica e che nessuna di esse è esente da controindicazioni ed effetti collaterali. Come sempre in questi casi vi consigliamo quindi di parlare con un medico per valutare l’opportunità di assumerli nell’ambito di una dieta ipocalorica,

Chitosano

Il chitosano è una sostanza naturale che deriva dalla chitina, un polisaccaride presente nel guscio dei crostacei marini e nelle pareti cellulari di batteri e funghi. Grazie alla sua struttura, simile a quella della cellulosa, intrappola nell’intestino il 30% dei grassi introdotti con il cibo, che vengono in tal modo eliminati senza essere assorbiti. Allo stesso tempo, abbassa il colesterolo e la glicemia.

Il fatto che si tratti di una sostanza naturale non deve però indurci a pensare che gli integratori a base di chitosano siano esenti da controindicazioni ed effetti collaterali: sono infatti controindicati a chi soffre di allergia ai crostacei e disturbi gastrointestinali, in gravidanza e allattamento e alla donne che prendono la pillola anticoncezionale, poichè ne impedisce il corretto assorbimento.

L’uso prolungato inoltre può causare una riduzione dell’assorbimento di vitamine liposolubili, sali minerali ed acidi grassi essenziali. E’ inoltre ampiamente dimostrato che il chitosano, come qualunque altro integratore alimentare della stessa categoria, non è in grado di indurre alcun dimagrimento se la sua assunzione non è associata ad una dieta ipocalorica.

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Depurarsi con le tisane

Con l’arrivo della primavera implica varie conseguenze tra cui il bisogno di rimettersi in forma dopo il torpore invernale e preparare il fisico all’arrivo del­l’estate. Anche gli animali in que­sto periodo dell’anno tendono a depurare il loro organismo man­giando erbe nei giardini, perché non dovremmo farlo anche noi? Per rinnovare il sangue e depu­rarsi esistono un’infinità di piante officinali diuretiche, epatostimo­lanti, drenanti, e con azione acce­lerante sul metabolismo.

La pianta più nota e più diffusa per le sue proprietà diuretiche e per gli effetti positivi sul fegato è il taras­saco, comunemente noto come dente di leone o soffione. Di questa pianta dal fiore giallo (che si trova facilmente in campagna, anche ai bordi delle strade) viene essiccata la radice oppure usata come infuso o tintura madre, anche per le sue proprietà digestive. Per questo spesso una cura depu­rativa a base di tarassaco viene consigliata dopo periodi in cui si è mangiato troppo (pensate alle ab­buffate di Natale e Pasqua) o dopo una terapia farmacologica partico­larmente pesante.

 Se, però, oltre alla depurazione del fisico ci interessa anche il recupero della linea in vista della bella sta­gione, le piante che faranno al caso nostro saranno: la quercia marina, i peduncoli di ciliegio, la radice di gramigna, le foglie di betulla e le fo­glie e fiori di malva. La quercia marina è un’alga delle coste dell’Atlantico, ricca di iodio, che stimola la tiroide ed è utiliz­zata anche contro la cellulite (scio­gliendola nella vasca da bagno). I peduncoli di ciliegio sono molto utili come sedativi delle vie urina­rie in caso di cistiti ricorrenti, ten­denze alla calcolosi renale e insufficienza renale, oltre ad avere proprietà lassative.

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Guggul contro adipe e colesterolo

 Ti sei messa a dieta e, dopo aver perso velocemente i primi due o tre chili, il tuo metabolismo è rallentato, e non perdi più un etto. Questa è una situazione abbastanza tipica. Se questo è anche il tuo problema potresti provare il guggul, un estratto della pianta della mirra, utilizzato dal­l’antica medicina indiana per trattare l’eccesso di adipe e di ritenzio­ne. Ed è utile anche per regolarizzare i livelli di colesterolo e di trigliceridi nel sangue, proteggendo il cuore e il cervello.

Con il passare del tempo e con le diete dimagranti ripetute, la tiroide tende ad impigrirsi e a lavorare meno. Il guggul, grazie ai guggulsteroni che contiene, stimola la produzione di ormoni tiroidei che attivano la naturale azione bruciagrassi dell’organismo. Prendi il guggul quando perdere peso diventa difficile nonostante si stia seguendo una dieta a basso apporto calorico e soprattutto in presenza di alti livelli di colesterolo e di trigliceridi nel sangue. E’ utile anche per la donna in premenopausa. Da assumere in compresse, 1-3 al giorno con abbondante acqua.

Opuntia per fianchi e glutei pesanti

Questo estratto naturale, abbinato ai massaggi drenanti e ad una dieta ricca di proteine verdi, limita l’assorbimento dei grassi, riattiva la circolazione e smuove i liquidi su fianchi, cosce e glutei. La conformazione a pera o florida è più tipica e frequente nel sesso femminile, anche in giovane età, specialmente nella donna che assume la pillola anticoncezionale. Il problema dei depositi a glutei, cosce e gambe è correlato soprattutto a liquidi rite­nuti e blocco della circolazione linfatica, con rista­gno di tossine nella matrice connettivale. Il rigon­fiamento può essere solo la prima fase della condi­zione, che può evolvere verso l’infiammazione e l’ingrassamento del tessuto sottocutaneo.

Spesso si associano problematiche della microcircolazione venosa oppure vene varicose. Sul piano emotivo i rigonfiamenti nella parte bassa del corpo possono essere indicativi di una personalità che teme  i cambiamenti, con un’emotività  e una sessualità un po’ bloccate. Sul piano alimentare è bene preferire le proteine dei legumi (piselli, ceci, fave e fagioli di soia, da gustare stufati o in minestra) a quelle della carne, soprattutto suina e bovina, ricca di scorie, che sovraccaricano l’attività dei reni e favoriscono la ritenzione;

Parsimonia anche con i latticini: latte e formaggi stagionati sottopongono il rene ad un superlavoro. Meglio non consumarli più di 3 volte alla settimana, preferendo latte vegetale (riso, miglio, soia) ma anche il latte di capra o di asina, che è più digeribile e meno tossico per i liquidi interni.

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Costituzione media o a mela

I cereali integrali e le insalate dei prati sono gli alleati giusti se il tuo problema è il gonfiore addominale, con deposito di grasso sul punto vita. Riattivano fegato e intestino e ti fanno dimagrire in fretta. Gli accumuli nella fascia addominale sono quelli più tipici del sesso maschile, ma non disdegnano anche le donne, soprattutto quando ci si avvicina alla menopausa. Essi danno luogo alla conformazione MEDIA o “a mela”. La pancia è prominente e la sua globosità è dovuta ad una commistione di tessuto adiposo in eccesso e gonfiore intestinale.

Spesso coesistono alterazioni della funzionalità intestinale, più spesso con ten­denza alla stipsi e all’ingrossamento epatico. Sul piano emotivo gli accumuli di grasso ad­dominale rappresentano un “pannicolo protettivo” nei confronti delle asperità della vita o di emozioni interne difficilmente gestibili (rabbia, frustrazioni ecc…). I primi e principali accorgimenti alimentari in caso di sovrappeso addominale sono quelli di ridurre le porzioni di carboidrati raffinati (pane, pasta, focaccia, pizza ecc.), aumentando quelle di proteine (privilegiando pesce, legumi e alghe) e di cereali grezzi.

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Ispaghul, antifame naturale

Se siete a dieta e il vostro problema è una fame irresistibile forse i semi di ispaghul possono darvi una mano; si tratta infatti dei semi di una pianta erbacea originaria di India, Pakistan e Iran, il cui tegumento, ovvero l’involucro, è ricco di mucillagini che una volta nello stomaco si trasformano in una sostanza gelatinosa che, aumentando di volume, genera un senso di sazietà. Niente di più indicato quindi per superare quelli che rischiano di rivelarsi i momenti più atroci di una “cura dimagrante”.

L’Ispaghul regola inoltre il transito intestinale e rallenta l’assorbimento di zuccheri, grassi e colesterolo e per questo motivo è impiegato in caso di ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia e iperlipidemia. Tuttavia, è controindicato in caso di occlusione intestinale e diabete insulinodipendente.

Non confondete però i semi di ispaghul con i semi di psillio che hanno proprietà analoghe, nonostante ai semi di ispaghul venga attribuito il nome di psillio bianco essi vengono estratti da due piante differenti seppure appartenenti alla stessa famiglia.

Contro la fame compulsiva c’è monga waratah

Per tante persone in sovrappeso, mangiare è un’irresistibile fonte di piacere, in grado di “consolare” dalle frustrazioni, dalla solitudine e dallo stress della vita quotidiana, al punto da costituire una vera e propria dipendenza. Il cibo rischia così di trasformarsi in una sorta di “droga”, non percepita come pericolosa e difficile da con­trollare, anche perché facilmente reperibile e sempre a por­tata di mano. Basta infatti aprire il frigorifero o la dispensa della cucina per appagare immediatamente la “voglia di coccole” o di rassicurazione nascosta dietro la fame nervosa.

Il problema è inoltre associato a stati di insicurezza, fragilità di carattere e scarsa fiducia in se stessi, che ren­dono più difficile prendere coscienza della situazione e de­cidere di cambiare. Un grande aiuto per combattere la dipendenza da cibo e ridurre la tendenza a comportamenti alimentari squilibrati e compulsivi è offerro da Monga Waratah, un rimedio floreale molto utilizzato in Australia come supporto ai trattamenti contro le dipendenze di qualunque tipo (fumo, alcol, cibo o droghe) e come “supporto” nei regimi alimentari dimagranti.

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Griffonia bruciagrassi scacciafame

griffonia

I semi maturi della griffonia contengono grandi quantità di 5-HTP (5-Idrossi triptofano), un diretto precursore del neurotrasmettitore serotonina, uno dei principali mediatori e regolatori del tono dell’umore, del sonno e della fame. Gli estratti di questi semi sono quindi usati in caso di ansia, depressione, insonnia e fame nervosa. Nella medi­cina popolare africana è impiegata come afrodisia­co e nei disturbi gastrointestinali.

La forma più concentrata dell’estratto di griffonia è l’estratto secco, in genere titolato al 10-20% di 5-HTP. Esistono anche forme con maggiore concentrazione, per esempio al 97-98%, ma queste sono destinate a un impiego sotto controllo medico. I semi della Griffonia simplicifolia, grazie al loro contenuto di 5-HTP, placano la fame nervosa, spesso legata a stati depressivi e ansiosi, e caratterizzata da uno smodato desiderio di carboidrati che, se in eccesso, portano a sovrappeso.

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Rimonabant, ecco perchè non ha funzionato

Come abbiamo accennato appena ieri, il farmaco dimagrante Acomplia (principio attivo rimonabant) è stato ritirato dal commercio nell’ottobre del 2008 dietro disposizione dell’Agenzia Italiana del Farmaco a seguito della conferma, da parte del comitato per i medicinali per uso umano dell’EMEA (Agenzia Europea per i medicinali), dell’elevatissimo rischio di effetti collaterali a livello psichico dovuti alla sua assunzione. All’epoca il farmaco, in commercio in Europa dal 2006, aveva fatto il proprio ingresso nelle nostre farmacie da soli cinque mesi (nel maggio 2008) e veniva usato dietro controllo medico come terapia aggiuntiva a dieta ed esercizio fisico nel trattamento dell’obesità in presenza di fattori di rischio. Ma qual era il suo meccanismo di azione?

Il rimonabant è una molecola che agisce sul sistema dei cannabinoidi endogeni, recettori localizzati sia a livello cerebrale che periferico, coinvolti nella regolazione dell’appetito e per i quali è stata dimostrata una sovrastimolazione in pazienti obesi con conseguente incontrollata assunzione di cibo e accumulo di grasso. Poichè stimolando i recettori per i cannabinoidi si ha un aumento della fame mentre la loro inibizione ha l’effetto opposto, rimonabant veniva utilizzato per le sue proprietà anoressizzanti che esplicava proprio bloccando l’azione di tali recettori purtroppo però con conseguenze deleterie a livello psichico.

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Come perdere più di 10 chili

perdere 10 chili

Le minestre di boccioli, ricche di ormoni vegetali, e gli estratti di alghe marine rimettono in moto i meccanismi bruciagrassi. Tutti i rimedi naturali attivi sul metaboli­smo vanno assunti soltanto dopo un’ade­guata fase di drenaggio, disintossicazione e disinfiammazione dell’organismo, come visto in precedenza. Infatti, solo in questo modo essi risultano pienamente efficaci. Al contrario, se il loro utilizzo non è anticipato da un trattamento depurativo appropriato, essi rischiano di ingolfare ulteriormente gli organi (in particolare fegato e reni).

Se il tuo sovrappeso raggiunge i 10 chili, per prima cosa segui i consigli che ab­biamo nei post dei giorni scorsi, e poi assumi per 2-3 settimane gli estratti “sveglia-metabolismo”. Evita o almeno non esagerare con i grassi animali, in particolare burro, margarina (controlla sempre sul­l’etichetta degli alimenti, per esempio molti prodotti da forno come i cracker possono contenere questi grassi), strutto, lardo, insaccati, carne di maiale. Come condimento usa l’olio di oliva (non più di un cucchiaio a pranzo e un cucchiaio a cena) o i semi oleosi (in particolare quelli di lino che riattivano anche la funzionalità intestinale, non più di un cucchiaino al giorno).

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Opuntia per il controllo del peso

L’Opuntia ficus-indica, nota con il nome comune di fico d’india, è una pianta grassa appartenente alla famiglia botanica delle Cactacee. Molto diffusa nel sud dell’Italia, dove cresce anche spontanea, è originaria dei paesi dell’America latina dove viene utilizzata da sempre, oltre che a scopi alimentari, per le presunte proprietà ipoglicemizzanti. Da qualche anno a questa parte sta godendo di una certa popolarità anche nel nostro paese grazie alle proprietà dimagranti, sazianti, drenanti e ipocolesterolemizzanti che sono attribuite ai suoi estratti.

La parte del fico d’India utilizzata a scopi fitoterapici è il cosiddetto nopal, termine con il quale ci si riferisce alla polpa disidratata delle pale spinose della opunzia (i cosiddetti cladodi) ottenuta dopo che queste sono state private degli aculei una volta raccolte. Qui sono infatti contenute alcune sostanze, tra cui mucillagini, pectine, gomme, lignani, cellulose ed emicellulose (in altre parole la parte fibrosa della pianta) cui sono ascritte le molteplici proprietà benefiche del fico d’India.

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Bruciagrassi naturali ovvero dimagranti benefici

I dimagranti naturali, utilizzati con i tempi e le modalità giuste, sono un utile aiuto per ritrovare e per mantenere nel tempo il peso forma, soprattutto se accompagnati da un minimo di attività fisica e da qualche “correzione” nello stile alimentare. Ma la scelta di un dimagrante naturale deve avvenire sempre in maniera mirata e ponendosi alcune domande. In che condizioni si trova il mio metabolismo? Qual è la distribuzione tra massa grassa e massa magra? Quali sono gli obiettivi da raggiungere? Sono solo alcuni dei principali fattori da tenere in considerazione prima di scegliere e assumere un integratore bruciagrassi.

Quindi se il tuo peso è di circa 3 chili superiore al peso forma, noterai che:

  • non sei necessariamente in sovrappeso ma ti senti “pesante”;
  • avverti gonfiori sparsi in alcuni punti del corpo, ma soprattutto nella zona addominale;
  • la funzionalità intestinale è regolare, ma le evacuazioni non sono superiori a una al giorno.

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Dimagranti naturali

I dimagranti naturali sono gli integratori, i cibi freschi e i succhi che funzionano senza nessun effetto collaterale. E ti tolgono fino a 10 chili. Tutti i farmaci dimagranti, così come le diete rigide, non sono mai il sistema ideale per perdere peso. Ce lo conferma l’Agenzia Italiana del Farmaco che, dopo un lungo iter di valutazio­ne, a gennaio ha deciso di ritirare dal mercato le pillole a base di sibutramina, il più famoso farma­co dimagrante in circolazione.

Gli effetti pericolosi di questo farmaco superano di netto i suoi reali benefici: infatti la sibutramina riduce la fame modificando la chimica del cervel­lo in modo simile agli antidepressivi, ossia aumentando i livelli di noradrena­lina e serotonina e creando nell’organismo una sorta di dipendenza. L’aumen­to dei livelli di noradrenalina e seroto­nina è però responsabile dell’aumento della pressione arteriosa, di tachicardia, insonnia, cefalea, aritmie.

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Contro le abbuffate da tristezza c’è Yerba santa

fame di dolci

Perché è così facile ingrassare quando si è depressi? Le cause sono molte, primi fra tutte la  valenza consolatoria del cibo e dei dolci, che quasi sempre donano una sensazione di conforto “solido” e immediato alla tristezza. Il cibo, infatti, non ha soltanto una funzione nutritiva: sedersi a tavola davanti a un piatto invitante, aprire una generosa confe­zione di dolci o di gelato, sgranocchiare caramelle e cioccolatini trasmette un’istintiva sensazione di piacere e soddisfazione, tanto più apprezzata e “giustificata” quanto più ci si sente ma­linconici e giù di morale.

È questo il motivo per cui tante persone, nei momenti di de­pressione, tendono a mangiare troppo, come per cercare nel cibo una sorta di veloce “risarcimento” alle difficoltà del quoti­diano. Consolazione di breve durata, però, che si scontra subi­to con la sgradita realtà del sovrappeso, tuf­fandoci in un perverso circolo vizioso. Che fare, allora, per spezzare questa “cappa” pesante che toglie energia e spegne ogni voglia di vivere?

Un aiuto validissimo per superare gli stati di tristezza, sconforto e demoralizzazione causa di tante abbuffate e crisi bulimiche è costituito da Yerba Santa, un rimedio floreale californiano considerato un autentico balsamo del cuore,  in grado di  risollevare l’umore e prevenire quin­di alla radice lo stimolo della “fame compensativa“. L’essenza permette anche di sbloccare l’apatia e la mancanza di energia.

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Contro cellulite e grassi usa la cassia nomame

cassia nomame

La Cassia nomame è ricca di luteolina e di altre sostanze che inibiscono l’azione delle lipasi, gli enzimi del pancreas utilizzati nella digestione dei grassi ingeriti  con i cibo. In parole povere, ciò significa che questa pianta può ridurre fino al 30% l’assorbimento dei grassi, limitando così l’apporto calorico complessivo e diminuendo il livello di trigliceridi e colesterolo nel sangue.

La Cassia nomame svolge anche un’efficace azione antigonfiore, per una pancia piatta, ed agisce contro la ritenzione idrica, rappresentando così un valido rimedio contro la cellulite. Infine, l’assunzione degli estratti di questa pianta rigenera la pelle ed è particolarmente utile in caso di smagliature, per ridurle, o eliminarle, se nella prima fase. Una dieta ricca di carne, salumi, burro, formaggi e alimenti fritti provoca uno squilibrio dei metabolismo a causa dell’eccesso di grassi saturi. Ciò provoca squilibri ormonali e sovrappeso.

Se il tuo corpo è intasato dì grassi, l’adipe si accumula su fianchi, glutei e nella parte inferiore dell’addome e spesso hai la sensazione di avere la pancia gonfia. In questi casi, prendi una capsula di Cassia nomame ai pasti, mangiando. Vuoi rendere la cassia veramente efficace? Basta assumerla regolarmente, ogni giorno per un mese, e seguire queste tre semplici regole alimentari:

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Trattamento contro cellulite e flaccidità

trattamento anticellulite e flaccidità

Nella seconda settimana il tuo obiettivo è quello di aumentare la concentrazione del colesterolo buono, quello che conserva il sangue fluido e il corpo tonico e sodo. Questo tipo di grasso ematico è rappresen­tato dalle HDL, ovvero le proteine che trasportano il colesterolo dalle cellule pe­riferiche al fegato e impediscono quindi che il colesterolo ossidato si depositi nelle arterie, intasandole di grassi. Alti livelli di colesterolo buono favorisco­no una perdita rapida di peso e sono rac­comandati per evitare l’inflaccidimento dei tessuti e la formazione di ritenzione idrica e cellulite.

Vediamo allora come agire per far aumentare le HDL. Per una settimana prima di pranzo (o, se vuoi anche in sostituzione del pasto) abituati a mangiare un insalata croccante composta con pomodori, peperoni cuori di lattuga e una decina di olive. Condisci con un cucchiaino di olio di oliva e un battuto di nocciole. Così riduci i grassi ematici e la fame nervosa. Le olive sono straricche di acidi grassi “monoinsaturi” e, consumate nei modi e tempi giusti, favoriscono un aumento del colesterolo buono, riducendo contemporaneamente quello cattivo. Si consiglia di consumare soprattutto le olive conservate non in salamoia o in olio. Per una settimana, basta aggiungerne una decina a un’insalata mista prima di pranzo o cena: otterremo i grassi e gli antiossìdanti necessari per mantenere un adeguato livello di HDL.

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Contro la fame nervosa usa willow

 

Diffuso nelle zone umide, lungo i corsi d’acqua e vicino alle paludi, il salice giallo e un albero alto ed elegante dalla crescita rapidissima. Con le sue piccole foglie strette e lanceolate, che ondeggiano sui rami lunghi e flessibili dal tipico colore giallo-uovo, questa pianta trasmette un’impressione di continuo movimento ed energia. Un’a­naloga carica di energia è attivata da Willow, il fiore di Bach preparato con i fiori del salice.

Il rimedio preparato con le infiorescenze del salice giallo scioglie la collera che spesso cerchiamo di compensare con le abbuffate. Riattivando anche stomaco e intestino. Non  c’è niente di più dannoso per la linea che sedersi a tavola arrabbiati o nervosi. Quando si è di malumore, infatti, il cibo rischia di diventare una “valvola di sfogo” del risentimento, che spinge a mangiare in modo esagerato quasi a voler scaricare tutta la frustrazione accumulata.

A questa forma di “fame rabbiosa” vanno soggette, in particolare, certe persone permalose, che si offendono e “se la legano al dito” per qualunque osservazione o giudizio nei loro confronti. E quando qualcosa va storto nella loro vita quotidiana se la prendono eccessivamente, rimuginando in silenzio e sentendosi vittime della sfortuna. Il rischio, in questa casi, non è solo quello di cercare un ingannevole “risarcimento” alimentare ma anche e  somatizzare l’amarezza e il rancore sullo stomaco e sul fegato.

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I fitoestrogeni, ormoni naturali

Sotto il nome di fitoestrogeni, o estrogeni vegetali, vanno alcuni composti contenuti in circa 300 piante; devono la propria denominazione al fatto di essere dotati di azione estrogenica, ovvero di una struttura molecolare e meccanismi di azione simili a quelli degli ormoni femminili, seppure con una efficacia decisamente più debole.

I fitoestrogeni hanno riscosso l’interesse della ricerca scientifica poichè si è osservato che nei paesi in cui è maggiore il consumo di cibi ricchi di tali componenti vi è una minore incidenza di patologie quali tumore mammario, uterino e intestinale, aterosclerosi e osteoporosi nonchè di disturbi legati alla menopausa, quali vampate di calore, atrofia tissutale e secchezza vaginale. Il dato riguarda in particolare le popolazioni orientali, la cui dieta giornaliera è particolarmente ricca di soia, vegetale dal notevole contenuto di isoflavoni, una delle due classi di fitoestrogeni dei quali è stato dimostrato l’effetto benefico sull’organismo umano.

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