Miglio, calorie e valori nutrizionali

L’origine del miglio è piuttosto discussa, ma pare che si sia diffuso dalle Indie orientali per poi passare in Cina e successivamente in tutta l’Asia e in Africa, per poi arrivare in Europa; in ogni caso, secondo gli storici, il miglio fu il precursore di tutti i cereali: pare infatti che raccolto allo stato selvaggio, sia stato il nutrimento dell’umanità fino alla scoperta dell’aratro. Del resto molte fonti storiche testimoniano che grandi quantità di miglio sono state immagazzinate per sfamare la popolazione nel corso dei secoli.

Esistono diverse qualità di miglio, che vengono consumate dopo aver subito un processo che si chiama decorticazione che serve ad eliminare gli strati non commestibili dei chicchi; ogni chicco di miglio contiene amido, sostanze minerali, vitamine del gruppo A e B, acido salicilico, lecitina e colina. Il miglio apporta all’organismo carboidrati, grassi, proteine e amminoacidi che stimolano la produzione di cheratina; come il riso, anche il miglio è privo di glutine e quindi è particolarmente adatto a chi soffre di celiachia.

Questo cereale possiede proprietà depurative, equilibranti, lenitive, ricostituenti e vitalizzanti, e ciò lo rende un alimento consigliato in caso di affaticamento fisico e psichico, in presenza di ulcera gastrica e di problemi digestivi; essendo ricco di acido salicilico migliora le funzioni di milza e pancreas, sostiene l’organismo e rafforza i denti, le unghie e i capelli.

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Bruciare più grassi con i funghi

dimagrire con i funghi

Anche in pieno inverno non è difficile trovare dall’ortolano i funghi, che sono una vera e propria miniera di sostanze preziose per il metabolismo: apportano proteine vegetali (simili a quelle dei legumi), glucidi, lipidi, sali minerali (tra cui calcio, fosforo, magnesio, silicio, ferro, rame e manganese) e vitamine (tra cui A, B1, B2, C, PP); contengono inoltre enzimi e sostanze odorose responsabili del loro aroma inconfondibile, pigmenti, resine e buone quantità di fibre, utili per conservare attivo l’intestino.

I funghi sono anche al centro di numerosi studi che ne hanno evidenziato le proprietà antivirali, antibatteriche e immunostimolanti che hanno come effetto ultimo quello di accelerare il metabolismo e la sua capacità di “bruciare” grassi e calorie. Tra le sostanze che sarebbero responsabili di tali effetti, ci sono la chitina (una fibra anti stipsi) e l’eritadenina, un aminoacido capace di abbassare i livelli di trigliceridi nel sangue.

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Tempeh, ovvero la carne di soia

tempeh

Il tempeh, meglio conosciuto come carne di soia, è un alimento ricavato dai fagioli di soia gialla, molto diffuso in tutto il sud est asiatico, in particolare Indonesia. Il tempeh si ottiene per fermentazione, un processo che conserva tutte le qualità nutrizionali dei fagioli di soia ovvero vitamine, fibre alimentari e proteine, tanto che di quest’ultime ne contiene la stessa percentuale della carne di vitello.

Per preparare il tempeh è necessario ammorbidire, triturare e  cuocere parzialmente i fagioli di soia; dopodiché va aggiunto un fungo fermentante e un composto a base d’aceto e poi fatto fermentare per 24 ore ad una temperatura di 30°C. Dopo il processo di fermentazione il tempeh apparirà come un solido in cui i fagioli di soia sono attaccati tra di loro.

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Quinoa, ottima fonte di carboidrati e proteine

Quinoa

La quinoa (Chenopodium quinoa) è un vegetale coltivato da millenni dalle popolazione andine che le hanno dato l’appellativo di grano madre; non a caso è comunemente considerata un cereale, pur essendo in realtà affine a spinaci e barbabietole (appartengono tutti e tre alla famiglia botanica delle Chenopodiaceae). L’intera pianta (foglie, fusto e semi) è utilizzata a scopi alimentari, ma ad avere sempre maggiore diffusione sulle tavole di tutto il mondo sono in realtà i semi, consumati soprattutto da chi segue diete di tipo vegetariano e macrobiotico.

I semi di quinoa rappresentano infatti un alimento ad alto valore nutritivo poichè contengono oltre il 60% di carboidrati e il 13% di proteine ad alto valore biologico, ossia proteine recanti amminoacidi non sintetizzabili dall’organismo (definiti quindi essenziali) come la lisina. Inoltre, i semi di quinoa costituiscono una buona fonte di sali minerali quali fosforo, potassio, manganese, e, soprattutto, calcio oltre che di vitamine E, C e del gruppo B. Dai semi si ottiene anche un farina utilizzata per la preparazione di pasta e altri prodotti da forno che possono essere consumati dai celiaci dal momento che la quinoa è priva di glutine.

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Hamburger light: per i piccoli e per i grandi

burger light

Tuo figlio storce il naso davanti alla carne? Prova con un hamburger è gustoso, ricco di proteine indispensabili per la crescita e mette più allegria della solita bistecca. Ed è anche light. Conferma la dot­toressa Diana Scatozza, specialista in scien­za dell’alimentazione:

«In media, fornisce tra le 120 e le 130 calorie per 100 grammi. Attenzione, però: questo vale per gli hamburger cucinati in ca­sa, non per quelli dei fast food, che in gene­re sono più ricchi di grassi».

Semaforo ver­de, dunque, per i burger casalinghi: compresi quelli surgelati, che conservano ottime ca­ratteristiche nutritive.

«Possiamo servirli ai nostri figli fino a 4 volte alla settimana, stan­do attenti ad introdurre negli altri pasti il pe­sce e le proteine vegetali dei legumi»

 spie­ga la dottoressa Scatozza. Incuriosita? Vuoi scoprire come cucinare al meglio il piatto di carne più sfizioso? Leggi qui.

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Seitan, ottima fonte alternativa di proteine

Il Seitan è un alimento di origine vegetale che trova largo impiego nella cucina vegetariana e macrobiotica come alternativa alla carne; il seitan si caratterizza infatti per l’elevato contenuto di proteine a fronte di un contenuto davvero modesto di grassi e colesterolo.

Queste ultime caratteristiche, insieme al sapore e all’aspetto gradevoli, lo rendono indicato per qualunque tipo di dieta, non necessariamente vegetariana, finalizzata al mantenimento del peso e alla riduzione dei fattori di rischi per l’insorgenza di patologie cardiovascolari; tuttavia, occorre precisare come non si tratti di un alimento completo dal punto di vista nutrizionale, perchè carente di alcuni amminoacidi essenziali.

Inoltre, il seitan viene ottenuto principalmente dalla lavorazione del glutine di grano tenero e il suo consumo è quindi sconsigliato alle persone affette da celiachia; più precisamente per preparare il seitan si separano le due componenti fondamentali della farina di grano tenero: l’amido e il glutine, quest’ultimo, che rappresenta la parte proteica del grano, viene successivamente bollito in acqua insieme a salsa di soia, sale marino, le alghe e altri aromi.

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Bulgur, calorie e valori nutrizionali

bulgur

Il bulgur, noto anche come boulghoul, boulgour, bulghur o bulghul, è un alimento molto diffuso in Medio Oriente costituito da frumento integrale sottoposto a un particolare processo di lavorazione: i chicchi di frumento cioè vengono prima cotti al vapore e quindi fatti seccare, per essere poi macinati e ridotti in piccoli pezzetti. Poichè possiede  le stesse caratteristiche nutrizionali del frumento integrale, il bulgur è una buona fonte di fibre, vitamine del gruppo B, fosforo e potassio; inoltre ha, come tutti i cereali integrali, un elevato potere saziante.

Esistono diverse varietà di bulgur distinte in base alla grandezza dei pezzi: i formati più grandi si prestano alla preparazione di minestre, mentre quelli più piccoli sono più adatti per preparare piatti freddi e insalate. In ogni caso il bulgur, come il più noto e diffuso cous cous, non richiede una vera e propria cottura: basta metterlo in un contenitore, versarvi sopra dell’acqua bollente e lasciare che si reidrati per un tempo variabile da 10 a 30 minuti a seconda della grandezza dei pezzi.

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Amaranto, calorie e valori nutrizionali

L’amaranto è una pianta originaria del centro America i cui chicchi commestibili vengono consumati come cereali; in realtà però l’amaranto appartiene alla famiglia botanica delle Amarantacee e non a quella delle Graminacee, tecnicamente quindi, al pari di grano saraceno, quinoa, sagù e manioca, non è un cereale. Alimento fondamentale per le civiltà Inca e Azteca, è caduto per lungo tempo nel dimenticatoio, fino alla sua riscoperta, nel 1960, negli Stati Uniti; attualmente viene coltivato in molte parti del mondo, anche a scopo ornamentale.

Sebbene non molto diffuso sulle nostre tavole, l’amaranto è un alimento molto valido dal punto di vista nutrizionale: è ricco di proteine ad alto valore biologico e, rispetto ai cereali, contiene il doppio di lisina, un amminoacido essenziale del quale quasi tutti i cereali sono piuttosto carenti. Contiene inoltre discrete quantità di calcio,  fosforo, ferro e magnesio cui si aggiunge un’elevato contenuto di fibre, caratteristica quest’ultima che lo rende utile per la regolazione delle funzioni intestinali. L’amaranto è inoltre privo di glutine ed è quindi indicato per chi è affetto da celiachia.

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Castagna: impariamo a conoscerla e ad abbinarla bene!

Confesso di amare molto di più l’au­tunno rispetto alle altre stagioni e quando mi faccio un piccolo autoesame di coscienza per scoprirne i motivi reconditi, arrivo quasi sempre alla conclusione che il cibo influisce per una gran parte. E tra le cose che preferisco quando arriva l’autunno al primo posto c’è la castagna, in tutte le sue versioni. Vicino al mio paese a fine ottobre si svolge una festa del bosco ed è allora che posso esprimere al massimo questa mia tendenza. comperando e mangiando qualsiasi cosa venga ricavato dalla castagna, dolci, marmellate e tutto quello che si può trovare.

A forza di partecipare a questa festa, di parlare con gli agricoltori che ne costituiscono il fulcro es­senziale, mi sono fatta un po’ di cultura specifica, pillole e consigli che cercherò di raccontarvi al meglio. La castagna è il frutto dell’albero “Castanea Sativa”, fa­miglia delle Cupulifere di anti­chissime origini. E’ presente nei boschi submontani delle Alpi e dell’Appennino, matura in au­tunno ed è disponibile per il con­sumo fresco da settembre a novembre a seconda delle di­verse varietà. Durante il resto dell’anno si trova essiccata ed in forma di farina.

La varietà più pregiata è il “mar­rone“, più grande della castagna comune con polpa a solchi, a grana fine e molto dolce. Le sostanze della castagna fresca sono molto simili al fru­mento: 52% acqua, 35% zuc­cheri, 5% proteine, 2,6% grassi. Contiene vitamine B1, B2, PP e soprattutto vitamina C, che però si perde con la cottura o l’essic­cazione. Contiene potassio, ferro, zinco, rame, manganese, ma­gnesio, calcio, fosforo e zolfo.

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I cibi antiossidanti: prevenire l’influenza a tavola

cibi anti influenza

Che cosa non deve mancare in un menù anti-influenza? Sicuramente si deve seguire un regime alimentare equilibrato, che comprenda anche carne bianca e rossa, oltre che pesce. Le proteine animali sono facilmente digeribili, così l’organismo non deve spende­re troppe energie nella digestione e può impiegarle tutte nella difesa dalle infezioni, o in un più veloce recupero dopo una sindrome in­fluenzale.

 Inoltre, le proteine forni­scono amminoacidi che aiutano la ricostituzione di nuove cellule sa­ne di tutto il corpo. Quindi proteine… e poi? Tutti i tipi di vitamine e i sali mi­nerali, che svolgono un effetto antiossidante. Si trovano negli alimenti vegetali e nei cereali in­tegrali. Combattono l’azione dei radicali liberi, sostanze tossiche che si formano durante lo norma­li attività dell’organismo e che causano infiammazione e invec­chiamento dei tessuti.

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Finocchio, calorie e valori nutrizionali

Il finocchio è un ortaggio molto particolare perché è quello che dà meno calorie di tutte le altre verdure: con le sue sole 31 calorie per cento grammi è perfetto per i regimi alimentari ipocalorici. A fronte della sua scarsità di grassi, il finocchio è ricco di sali minerali, un particolare di potassio, basti pensare che ne contiene più delle banane, tanto che viene considerato un ottimo rimedio contro la fatica muscolare e i crampi. Il finocchio è un amico della linea anche perché contiene molte fibre che gli donano un grande potere saziante e antifame.

Tra le qualità del finocchio c’è anche quella di contenere i fitoestrogeni, degli ormoni vegetali che esercitano un’attività equilibrante sul sistema ormonale femminile, ovvero quando i livelli di estrogeni sono bassi, come in menopausa, i fitoestrogeni ne stimolano l’aumento, mentre se i livelli sono troppo alti, come durante la sindrome premestruale, i fitoestrogeni ne bloccano l’azione e ne diminuiscono la quantità. In pratica, quindi, il finocchio è utile per contrastare le vampate di calore della menopausa e per ridurre i disturbi che precedono il ciclo mestruale.

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Dimagrire dopo le feste di Natale usando spezie ed erbe

spezie ed erbe in cucina

Come dimagrire dopo le feste

Di seguito vi forniamo una lista utile (speriamo!) di erbe da utilizzare nelle preparazioni dei cibi di tutti i giorni. Il Natale appena trascorso ci ha lasciato qualche chilo in più? Nessun problema: con una sana alimantazione e un pò di attività fisica ritorneremo in gran forma. Limitiamo sopratutto i condimenti ed insaporiamo i cibi con le erbe e le spezie!

Alloro: Si usa nella cottura dei legumi, per insaporire sughi, intingoli, pesce e selvaggina.
Aneto: Simile al finocchio e al finocchietto selvatico ma più delicato. Ottimo con il pesce, spesso abbinato al salmone, ma anche con formaggi freschi ed omelette. Usato generalmente nelle marinate e per arricchire sughi per la pasta.
Basilico: Ottimo nei sughi e in tutte le preparazioni a base di pomodoro. Si usa nelle insalate spezzettato, in piatti di verdure e carne.
Borraggine: Il suo gusto è simile al cetriolo. Si usa con verdure bollite e al burro, burro aromatico, formaggio morbido, zuppe di verdura.

Cerfoglio: si usa nei filetti di pesce e crostacei, pesce e molluschi bolliti, minestre cremose, piatti a base di uova, carni bianche, salse delicate al burro, formaggi freschi e insalate verdi.
Erba cipollina:  Di gusto simile alla cipolla, aromatizza formaggi freschi, patate, zuppe, piatti a base di uova Maggiorana: Molto versatile in cucina. Simile all’origano ma un poco più delicata. Si usa fresca su minestre, zuppe, verdure, formaggi freschi, uova e carne.

Melissa: Insaporisce insalate e zuppe. Componente di infusi e tisane dal potere calmante e distensivo.
Menta: Dal gusto fresco, viene spesso usata nella preparazione di gelati, semifreddi in abbinamento a frutta. Si usa a crudo in insalate o con zucchine stufate. Ottima come infuso rinfrescante e distensivo.
Origano: Si usa secco su piatti a base di pomodoro, abbinata a verdure in padella e piatti a base di uova, ma anche con carne, patate e pesce.
Prezzemolo: Insaporisce legumi, pesce, insalate di mare, patate. Molto versatile in cucina da usare rigorosamente a crudo perché ricco di vitamina C.

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Datteri, calorie e valori nutrizionali

I datteri, ovvero i frutti della palma da dattero, sono prodotti davvero particolari: basti pensare che 100 grammi di frutti secchi contengono più di 63 grammi di zuccheri facilmente assimilabili, molto utili per rinvigorire l’organismo, per chi fa sport e deve mantenere attivo il tono muscolare, per gli studenti che hanno bisogno di energie e per i bambini inappetenti.

I datteri non contengono solo zuccheri, ma anche buone quantità di magnesio, ferro e soprattutto potassio; la presenza di questi minerali, insieme al basso contenuto di sodio, è utile per riequilibrare i liquidi nell’organismo, prevenire i disturbi del sistema cardiovascolare e assicurare l’attività dei muscoli. Per contro, però, i datteri sono piuttosto energetici: contengono, infatti, 227 calorie ogni 100 grammi, e quindi vanno consumati con parsimonia.

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Noci, calorie e valori nutrizionali

noci

La noce è il frutto dell’albero del noce, una pianta originaria dell’Asia ma conosciuta in Europa fin dall’antichità; la noce è composta da un seme, chiamato gheriglio, coperto da una pellicina e contenuto tra due gusci di colore marrone. Esistono diverse varietà di noci, ma in Italia la più diffusa è quella di Sorrento, che possiede un gheriglio poco oleoso, e che quindi è in grado di conservarsi per diverso tempo, e che è tenero e croccante. In gastronomia le noci vengono utilizzate soprattutto per la preparazione di dolci e biscotti, ma sono usate anche nelle insalate, nei formaggi e nei condimenti.

Le noci sono alimenti molto energetici e contengono notevoli quantità di grassi polinsaturi, però sono ricche di antiossidanti che aiutano a contrastare l’invecchiamento della pelle e delle cellule. Ma non solo: le noci sono anche ricche di proteine e possiedono facoltà terapeutiche in quanto contengono un amminoacido, l’argina, che viene trasformato dalle cellule in nitrossido, una sostanza in grado di prevenire l’arteriosclerosi. Le noci sono anche ricche di sali minerali e di vitamine del gruppo B ed E.

Quando comprate le noci fate attenzione alla buccia che deve essere priva di ammaccature, e cercate quelle che hanno ancora attaccato il picciolo con le foglie perché vuol dire che sono state appena raccolte; per quanto riguarda la conservazione, se avete acquistato le noci con ancora il guscio, potete mantenerle per circa 5 mesi all’interno di sacchetti di carta in luoghi asciutti e freschi e lontani dalla luce; se invece avete comprato quelle prive di guscio, dovete conservarle in frigo per al massimo due mesi, chiuse ermeticamente in contenitori di vetro.

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Zucchero bianco o scuro?

zucchero bianco e scuro

Il saccarosio è uno zucchero raffinato e “impoverito” e, se si eccede con le quantità, può creare dipendenza. Ecco perché va limitato nella dieta dei più piccoli, sostituendolo se possibile con dolcificanti più sani. La voglia di dolce è comune negli adulti e quasi irresistibile nei più piccoli, che nella stragrande maggioranza dei casi apprezzano di più questo tipo di gusto ri­spetto a quello salato. Una preferenza che può essere considerata quasi innata nell’organismo umano, e che si collega al sa­pore del primo alimento in assoluto, il latte materno; ma anche la risposta istin­tiva al bisogno dell’organismo di produr­re energia, attraverso il “carburante” for­nito per l’appunto dagli zuccheri.

 

Come per tutte le categorie alimentari, insom­ma, anche gli zuccheri sono indispensabi­li per un corretto funzionamento dell’or­ganismo, sia per quanto riguarda i cosid­detti “zuccheri complessi” forniti dai carboidrati (come pane, pasta, patate…) a più lungo assorbimento, sia per quanto riguarda gli “zuccheri semplici“, che forniscono energia immediatamente dispo­nibile: una famiglia di sostanze (fruttosio, glucosio, lattosio, galattosio) di cui il principale esponente è il saccarosio, cioè il normale bianco zucchero bianco da cucina.. Il problema riguarda soprattutto le quan­tità: lo zucchero, infatti, ha un apporto calorico molto elevato (un grammo for­nisce circa 4 calorie) e più se ne aumenta il consumo più il palato si abitua al suo sapore, innescando un fenomeno di di­pendenza che fa incrementare sempre di più le dosi di zucchero ingerito.

 Quanto zucchero possiamo dunque per­mettere a bambini e ragazzi? In linea di massima, da 30 a 60 grammi al giorno per i più piccoli, e fino a 70/80 grammi per gli adolescenti, cercando in ogni caso di privilegiare lo zucchero più “naturale”, ovvero quello grezzo integrale di canna: oltre alle calorie, questo zucchero contie­ne anche preziosi nutrienti e ha un sapo­re più naturale, che non crea dipendenza dal dolce. Bianco o scuro? La zucchero di canna è spesso ritenuto più salutare rispetto allo zucchero bianco; ma quali sono le effettive differenze?

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Dolci delle feste: il Panforte

panforte

Anche se oggi non è un giorno strettamente natalizio, siamo ancora in pieno periodo festivo, e quindi nel pranzo domenicale troveranno sicuramente spazio i dolci tipici del Natale; dopo avervi parlato del torrone, del panettone e del pandoro, oggi è il turno del panforte, conosciuto anche come panpepato.

Le origini di questo dolce tipico del Natale sono molto antiche, infatti risalgono all’anno Mille, quando veniva chiamato Pane Natalizio o Pane Aromatico. La sua preparazione era ad esclusivo incarico dei farmacisti dell’epoca e degli speziali ed era destinato solo ai ricchi, ai nobili e al clero, in quanto alcuni dei suoi ingredienti, come le spezie, erano molto costosi per quel tempo.

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Le calorie del panettone e del pandoro

panettone e pandoro

Con le feste di Natale ormai alle porte l’acquisto dei dolci natalizi è d’obbligo; considerando che sono tutti piuttosto calorici, una domanda sorge però spontanea: fa ingrassare di più il panettone o il pandoro? Vediamo insieme quali sono le caratteristiche e i valori nutrizionali dei due dolci natalizi per antonomasia.

Il panettone, pur non essendo molto saziante, è piuttosto calorico, infatti fornisce circa 400 calorie ogni 100 grammi di prodotto; se a questo si aggiunge che di solito viene proposto alla fine di un pasto già abbondante si capisce perché i nutrizionisti consigliano di mangiarlo in quantità limitate, e comunque lontano dai pasti principali, magari a colazione intingendolo nel latte, in modo da far aumentare il senso di sazietà. Ovviamente, e questo vale anche per il pandoro, la versione farcita con cioccolato, creme e glasse varie, è molto più calorica di quella tradizionale e anche meno salutare perché contiene grassi vegetali, a volte idrogenati.

Il pandoro possiede caratteristiche nutrizionali simili al panettone e per questo va consumato con moderazione e preferibilmente lontano dai pasti; il pandoro contiene più burro e uova del panettone, ma le differenze non sono sostanziali.

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Spumante, calorie e valori nutrizionali

spumante

Fra quattro giorni sarà Natale e quindi sarà tempo del tradizionale brindisi di auguri con parenti e amici a base di spumante; sicuramente è bello bere un bicchiere in compagnia, ma attenzione alle calorie: un bicchiere da 150 ml di vino spumante contiene circa 100 calorie, e quindi, davanti alle tavole riccamente imbandite è meglio limitarsi ad un solo brindisi finale senza concedersi troppi “goccetti” sparsi durante il pasto.

Per vino spumante si intende un tipo di vino che all’apertura della bottiglia emette della spuma a causa dell’anidride carbonica contenuta all’interno del contenitore e prodotta per fermentazione. L’antenato dello spumante è lo champagne, che secondo la leggenda sarebbe nato nel XVII secolo in Francia nell’abbazia di Hautvillers, grazie al monaco Dom Pierre Pérignon, anche se pare che un medico italiano già nel 1622 avesse individuato delle caratteristiche terapeutiche dei vini fermentati in bottiglia.

Come dicevamo, bere un bicchiere di spumante per festeggiare non fa male, ma è meglio non esagerare se non vorrete trovarvi dopo le feste con troppi chili da smaltire, quindi cercate di limitarvi a un solo bicchiere a fine pasto al momento degli auguri; attenzione anche alle bevande dolci e ricche di zuccheri, e a quelle amare come gli apertivi perché stimolano l’appetito.

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