Dieta del tubo

La dieta del tubo nasce per migliorare la digestione e favorire la perdita di perso a partire proprio dalla zona dove si verificano più di frequente i gonfiori, la pancia. Il presupposto di questa dieta si fonda sulla correlazione tra difficoltà digestive e gonfiori addominali. Ad una buona digestione corriponde dunque una silhouette più delineata?

dieta del tubo

Partire dalle funzionalità digestive di sicuro non fa male, anzi un buon transito intestinale aiuta a mantenere più in salute il corpo. Per raggiungere lo scopo bisogna dunque orientare l’alimentazione in modo da consumare maggiormente cibi ricchi di fibre che possono favorire questo transito e migliorare il processo digestivo.

Gli alimenti da preferire sono soprattutto legumi, verdure e frutta, sia cotti che crudi. Tra le proteine vanno bene le carni magre sia di vitello che di pollo. Tra i cereali sceglieremo invece quelli non raffinati, dal riso integrale al farro, dal miglio al pane di segale.

I cibi da ridurre o eliminare sono al contrario tutti quelli che rallentano il processo digestivo. Dunque no a frittura, formaggi grassi, salumi, sughi troppo ricchi, specialmente se a base di carne. Vanno evitati anche cereali raffinati e dolciumi.

La dieta del tubo si struttura in 5 pasti quotidiani che comprendono colazione, pranzo e cena più due spuntini, uno a merenda e uno dopo cena. Per condire si utilizzano 2 cucchiai di olio extravergine di oliva al giorno oltre ad un cucchiaino di sale. Valgono le regole generali consuete a proposito dell’idratazione: bere due litri d’acqua al giorno e integrare eventualmente con tisane al finocchio che hanno un’azione sgonfiante sullo stomaco.

La dieta del tubo dura 5-7 giorni dopo i quali si potrà proseguire con una dieta di mantenimento che consente di aumentare leggermente la porzione di cereali da 60 a 80 grammi e di aggiungere un cucchiaio di olio al giorno come condimento.

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La dieta Adamski, come funziona?

Dimagrire mangiando è il sogno di chiunque debba o voglia mettersi a dieta ma non sopporta l’idea delle rinunce necessarie: la dieta Adamski non ne richiede nessuna perché si basa su ricerche sull’apparato digerente e sulla ricerca di una alimentazione che non provochi problemi nella digestione.

dieta Adamski

Spesso dobbiamo far fronte a disturbi direttamente legati alla digestione quali mal di pancia, pesantezza, bruciori o digestione lenta. Talvolta attribuiamo a cause diverse fastidi come l’insonnia o dolori articolari. Secondo il dottor Adamski la maggior parte di questi disturbi è da attribuire ad una cattiva digesione. Il motto della sua dieta dunque è “dimmi come digerisci e ti dirò come stai.”

Se il sistema digerente non funziona bene, infatti, il cibo non viene assimilato correttamente e insorge una serie di disturbi legati direttamente a questo malfunzionamento ma che non di rado attribuiamo a ragioni diverse, curando i sintomi anziché comprenderne le cause più recondite.

Nessun alimento, se consumato nella giusta misura, induce un malfunzionamento del sistema digerente dunque bisogna individuare quali associazioni provocano fermentazione, rallentamenti o intasamenti del tubo digerente. Nella dieta di Adamski nessun alimento è da bandire, basta prestare attenzione a come lo associamo agli altri.

La dieta si basa essenzialmente sulla suddivisione degli alimenti in due grandi categorie, cibi acidi e cibi non acidi. A partire da questa distinzione gli alimenti si associano tra loro per mantenere la digestione attiva e sana. Il segreto sta nel non associare cibi delle due categorie diverse. Quindi la pizza va bene ma bianca, la pasta si può mangiare ma senza condirla con il pomodoro.

Alla categoria dei cibi acidi appartengono per esempio frutta, miele, yogurt, melanzane, pomodori, zucca e peperoni. Nella categoria dei cibi non acidi si trovano invece carboidrati, proteine provenienti da carne, pesce e latticini, frutta secca e verdure.

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Ricette light: carciofi alle erbe

I carciofi alle erbe è una ricetta light gustosa e ricca di fibre, ideale anche come piatto unico. Fornisce, infatti, 371 calorie a porzione. Per completare il pasto, potreste aggiungere una ciotola di insalata condita con succo di limone e spezie.

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Ricette light: trofie alle 5 erbe

Trofie

Le trofie alle 5 erbe sono un piatto molto gustoso, si tratta, infatti, di una specialità ligure apprezzata in tutta Italia. Sono piccoli gnocchi morbidi che si preparano con farina e acqua. Vengono condite con il classico pesto ligure a base di basilico e pinoli o con un sugo di pomodoro e funghi. Questa ricetta è ideale per chi deve seguire un regime alimentare ipocalorico, senza rinunciare ai piaceri del palato.

Inoltre, le erbe aromatiche non solo esaltano il gusto dei cibi e procurano un piacere olfattivo, ma apportano principi nutritivi, vitamine e minerali utili nella digestione e nel metabolismo cellulare. Gli aromi, infatti, permettono di ridurre notevolmente l’uso del sale da cucina e aumentano la produzione della saliva, impedendo così le fermentazioni intestinali e favorendo maggior lavoro ai succhi gastrici. Alcuni tipi di erbe sono particolarmente utili anche per la conservazione degli alimenti, come il rosmarino, l’aglio, la salvia, il timo e la noce moscata, poiché ostacolano la proliferazione della flora batterica.

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Il peperoncino rosso sazia e brucia le calorie

Volete dire addio agli attacchi di fame e ai chili di troppo? Basta consumare mezzo cucchiaino di peperoncino rosso al giorno. Se associato ad altri alimenti, infatti, da un senso di sazietà e brucia le calorie del pasto appena consumato poiché migliora la digestione e l’assorbimento delle sostanze nutritive.

Il peperoncino, dunque, continua a sorprenderci non solo per le sue acclarate proprietà afrodisiache, ma anche per il suo potere dimagrante. A sostenerlo, sono Richard Mattes e Mary Jon Ludy della Purdue University di West Lafayette, in Indiana negli Usa, che hanno pubblicato l’esito della loro ricerca sulla rivista “Physiology & Behavior”.

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I succhi di frutta fanno bene?

I succhi di frutta, da sempre dividono gli esperti. C’è, infatti, chi sostiene che siano ottimi per reintegrare le vitamine e mantenere la linea, e chi, invece, è fermamente convinto che siano deleteri per la salute.

E proprio in questa spaccatura, si inserisce la ricerca dell’University of California di Davis, negli USA, diretta dalla dottoressa Dianne Hyson e presentata all’Experimental Biology 2011, che si sta svolgendo a Washington in questi giorni. I ricercatori, infatti, hanno passato al setaccio 60 studi di genere, per arrivare ad una conclusione che mettesse finalmente tutti d’accordo.

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Problemi digestivi, l’alimentazione corretta

A volte può capitare di mangiare pesante con conseguenti bruciori di stomaco, senso di pesantezza, nausea e gonfiori, tutti sintomi che indicano che lo stomaco va fatica a digerire; le difficoltà digestive possono presentarsi, appunto, dopo un pranzo abbondante, oppure se stiamo attraversando un periodo di grande stress.

A prescindere dalle cause, una recente indagine ha dimostrato che un italiano su tre soffre di difficoltà digestive, vediamo, quindi come agire per combattere questo fastidioso disturbo. Se avete problemi di digestione solo ogni tanto basta prendere un antiacido e il disturbo scompare, se invece succede spesso, dovete prestare attenzione alla dieta e fare un po’ di attività fisica.

La prima regola per evitare problemi digestivi è evitare di magiare troppo: sono sufficienti tre pasti principali al giorno e un paio di spuntini per garantirsi il fabbisogno calorico giornaliero; mangiate ad ore fisse, distanziando i pasti di circa 3 o 4 ore, in modo da dare il tempo allo stomaco di lavorare con calma.

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L’amaro a fine pasto non fa digerire e fa ingrassare

Sono moltissime le persone che alla fine di un pasto si concedono il cosiddetto ammazzacaffè, un liquore amaro a base di erbe dal tasso più o meno alcolico, che si è soliti credere che faccia digerire.

Quella che l’amaro aiuti la digestione, in realtà è solo una credenza che si basa sul fatto che, dopo aver bevuto questo liquore si avverte un leggero senso di bruciore all’interno dello stomaco; ciò è vero solo in parte: il sapore amaro delle erbe aumenta, sì, la secrezione dei succhi gastrici, ma la gradazione alcolica di queste bevande, irrita le pareti dello stomaco rallentandone lo svuotamento e, quindi, la digestione.

Infatti, la maggior parte degli amari possiedono una gradazione alcolica piuttosto elevata, ovvero tra i 30 e 35°, proprio per questo, l’unico amaro che davvero stimola la digestione, è quello a base di rabarbaro, in quanto la sua gradazione alcolica si attesta intorno ai 12,5°; bene anche il vino che con i suoi 10 o 14°, riesce a stimolare la secrezione dei succhi gastrici.

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La dieta delle combinazioni alimentari

La dieta delle combinazioni alimentari è un modello alimentare creato dal Dottor Herbert M. Sheldon che si basa sul principio che il nostro organismo sia in grado di digerire qualsiasi alimento a prescindere dal modo in cui viene fornito; da ciò deriverebbero i problemi digestivi di cui soffrono molte persone. Il Dottor Sheldon suddivise i cibi per classi, e studiò gli effetti che le varie combinazioni tra di esse potevano avere sulla digestione.

Numerosi esperti considerano errata la teoria del Dottor Sheldon perché prevede la nutrizione fondata sul momento della digestione e sulle associazioni correte o scorrette di alimenti in base al loro livello di digeribilità; in realtà, la digestione è soltanto uno degli aspetti della nutrizione e quindi un regime alimentare non si può basare solo su quello.

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Digestione difficile, che fare?

cattiva digestione

Le difficoltà digestive rappresentano uno dei disturbi frequenti dell’apparato digerente; si manifestano subito dopo il pasto con sonnolenza, pesantezza, bruciore di stomaco, nausea, eruttazioni e sensazione di malessere generale cui può accompagnarsi anche mal di testa e tachicardia. Nella gran parte dei casi la dispepsia è dovuta ad uno stile di vita alimentare, e non, poco equilibrato: pasti troppo abbondanti e/o ricchi di grassi, masticazione affrettata, sedentarietà, stress, l’abitudine di stendersi subito dopo i pasti.

Si parla in questi casi di dispepsia funzionale ed è possibile alleviare o eliminare il disturbo anche modificando leggermente le proprie abitudini di vita. Vediamo in che modo:

Per prima cosa è opportuno mangiare leggero, non eccedere con spezie, grassi, formaggi fermentati ed eliminare l’alcol e le bibite gassate; ricordatevi anche di masticare lentamente e a lungo.

Dopo pranzo non andate subito a stendervi se ne avete l’opportunità fate piuttosto una breve passeggiata oppure muovetevi un pò per casa (anche sparecchiare e lavare i piatti potrà esservi d’aiuto).

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Digestione: i consigli per stare meglio

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Da tempo la scienza ha evidenziato un legame tra lo stomaco e il cervello, i quali riescono a stare in contatto attraverso dei mediatori chimici, cioè delle sostanze che hanno il compito di trasmettergli impulsi nervosi.

In alcune persone questo legame è molto stretto e può bastare un contrattempo o una giornata particolarmente stressante per far sì che le tensioni arrivino alla pancia e diano il via ad una serie fastidi: digestione difficile, gonfiore o dolore nella parte superiore dell’addome, bruciore alla  bocca dello stomaco, eruttazioni, nausea e mal di testa.

Questi disturbi, però, possono anche essere causati da cattive abitudini alimentari, come consumare pasti abbondanti o ricchi di grassi, cenare tardi o andare a letto subito dopo mangiato. Se il problema si manifesta solo occasionalmente ed è legato allo stress, può essere sufficiente adottare dei trucchi antiansia.

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Tutti i consigli per un fegato sano

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Il fegato è la ghiandola più grande del nostro corpo e svolge compiti fondamentali, ma non sempre gli viene dedicata la giusta attenzione: trascurare quest’organo è sbagliato: nonostante sia molto resistente le sue cellule si possono ammalare e a farne le spese sarà l’intero organismo.

Il fegato si trova nella parte destra del corpo, subito sotto il diaframma, ed è ricoperto da una membrana dura e resistente formata da gruppi di ghiandole che hanno il compito di filtrare e di depurare il sangue. Il fegato produce la bile, un liquido necessario per la digestione delle sostanze grasse e per l’assorbimento di alcune vitamine.

Le sue principali funzioni sono: depurare il sangue, trasformando oppure eliminando le sostanze di scarto o nocive, immagazzinare gli zuccheri, produrre alcuni enzimi utili per la digestione e fabbricare proteine, elementi fondamentali per l’organismo.

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Come masticare in maniera efficace

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La masticazione è un processo molto importante: infatti è l’unica fase della digestione su cui abbiamo il controllo! Servono almeno 40-60 atti masticatori per avere una digestione ottimale, e fino a cento per un boccone particolarmente consistente.

Le prime volte che prenderete coscienza di questo fenomeno sarà un po’ complicato: dovrete contare le masticazioni, per riuscire ad ingannare il riflesso di deglutizione, che porta a inghiottire velocemente; in tal modo il riflesso sparirà nell’arco di una settimana e dopo questo periodo riuscirete a gustare totalmente il cibo. Posate la forchetta dopo aver ingerito un boccone: con questo atto segnalerete al cervello che c’è tutto il tempo per gustare il pasto senza fretta.

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Colon irritabile, come eliminare il disturbo

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Per chi soffre della sindrome del colon irritabile, ansia e tensioni sono molto dannose perché contribuiscono ad aggravare i disturbi che interessano gli organi della digestione, perciò la prima cosa da fare è provare a scaricare lo stress praticando con regolarità attività fisica: il movimento favorisce il lavoro dell’intestino e stimola l’organismo produrre serotonina, la sostanza che induce il buonumore. L’ideale sarebbe fare 45 minuti al giorno di cyclette, di tapis roulant oppure di camminata a passo sostenuto almeno due o tre volte alla settimana.

Per quanto riguarda la dieta, bisogna fare attenzione a scegliere i cibi da mettere nel piatto: alcuni alimenti, infatti, possono contribuire ad aumentare la produzione di gas e flatulenza e, quindi, ad aggravare i fastidi addominali.

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Alitosi: come bloccarla con le erbe

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L’alito pesante può presentarsi in modo sporadico oppure diventare una sgradita abitudine; in ogni caso, l’alitosi è sempre fonte di disagio, e per eliminarla occorre agire su più fronti.

Per prima cosa è bene rimuovere le cause che possono essere più evidenti come carie o vecchie protesi, ma anche gengiviti ed infezioni che colpiscono bocca e gola, poi controllare il funzionamento di fegato, stomaco, reni e intestino, e infine via libera alle erbe che aiutano ad eliminare l’alitosi.

Spesso l’alito pesante è accompagnato da una sensazione di cattivo gusto in bocca: è il segnale che l’organismo è messo a dura prova dalle tossine, ed è indice del cattivo funzionamento del fegato.

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Regole d’oro per chi mangia al lavoro

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Dopo avervi parlato delle sane abitudini da usare in cucina vogliamo illustrarvi alcune semplici “regole” che chi svolge un lavoro d’ufficio dovrebbe seguire, sia per il benessere dell’organismo sia per la linea.  Sappiate che non dovreste mai mangiare alla scrivania mentre rispondete al telefono o lavorate al computer. Questo perché finireste con l’ingerire i cibi troppo velocemente, rallentando di conseguenza la digestione e comunque non vi sentireste mai sazi (finireste quindi per mangiucchiare di continuo e questo è estremamente pericoloso).

Inoltre, se non si sgranchiscono le gambe c’è il rischio di appesantire lo stomaco.

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La dieta della banana

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La dieta della banana, inventata da una farmacista di Osaka, si è diffusa velocemnte  in Giappone per arrivare in seguito anche in Italia. Ci sono stati anche anche numerosi programmi televisi ch ne avrebbero dimostrato l’efficacia.

Come funziona.

– A colazione bisogna mangiare una o più banane bevendo acqua a temperatura ambiente.
– Durante il pranzo e la cena si possono consumare i soliti pasti ma la cena deve terminare entro le ore 20.
– Si dovrebbe andare a letto entro mezzanotte.

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