L’olio d’oliva aiuta a combattere la sindrome metabolica

Vi siete mai chiesti perché la dieta mediterranea è così decantata come la migliore dieta del mondo? Sicuramente per il suo regime alimentare equilibrato è il motivo principale, ma non è da tralasciare che uno dei segreti dei suoi benefici è da riscontrare nelle proprietà del condimento principe di questa dieta, ovvero l’olio d’oliva.

L’olio d’oliva, infatti, contiene dei componenti fenolici in gradi di reprimere i geni coinvolti nelle infiammazioni; a sostenerlo è uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Cordoba, coordinato dal dottor Francisco Perez-Jimenez e  pubblicato sulla rivista scientifica BMC Genomics.

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Il miglior dimagrante? La tua sensualità

Sotto le rotondità di ogni donna in sovrappeso esiste una carica sensuale che rappresenta un potentissimo elisir bruciagrassi. Se lo risvegli, perdere peso è facile. Dentro ogni donna si nasconde una creatura speciale, dotata di virtù e di capacità uniche e sottovalutate. E le prime a dimenticarlo sono proprio le donne: in effetti, dietro la maggior parte dei casi di sovrappeso femminile c’è l’inconsapevolezza del proprio valore, delle proprie potenzialità, l’invischiamento in ruoli vissuti in maniera costrittiva e totalizzante.

Attingendo al mondo delle fiabe potremmo dire che dentro ogni donna un po’ rotondetta si nasconde una “bella addormenta­ta”, un femminile assopito che aspetta solo di essere risvegliato. E quale momento migliore di questo per farlo? Coltivare la femminilità, risvegliare gli istinti arcaici, innati che esistono in ciascuno di noi è un prezioso sostegno alla volontà di dimagrire… Se si fa leva sulle giuste forze, perdere peso (e riacquistare la propria naturale bellezza) è tutt’altro che difficile, vediamo come fare.

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Educazione alimentare, prima arma contro l’obesità

Quando negli anni ’60 il miracolo economico portò la televisione nelle nostre case e le automobili nelle nostre strade, il problema dell’obesità infantile riguardava solo il 6% della popolazione. Con il diffondersi lento ma inarrestabile di modelli alimentari e stili di vita ispirati a quelli provenienti da oltreoceano tale percentuale è giunta nel 2000 al 25% e si aggira attualmente intorno al 30-35%.

Un’ascesa preoccupante che rende i bambini italiani fra i più obesi in Europa e che li candida a un futuro difficile date, da un lato l’elevata percentuale di insuccessi del trattamento dell’obesità in età adulta, dall’altro le complicanze legate a questa condizione che può essere considerata già di per sè uno stato di patologia.

Infatti una volta che nell’organismo si sono instaurate anomalie delle cellule adipose dovute ad iperalimentazione come l’aumento del loro numero (iperplasia) e del loro volume (ipertrofia) è piuttosto difficile “neutralizzarle” con la conseguenza che un bambino obeso rimarrà predisposto all’obesità, o resterà obeso, per tutto l’arco della vita con una notevole riduzione della qualità e dell’aspettativa di vita stessa.

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Gli effetti collaterali del chewing-gum

bubble-gumCome abbiamo visto qualche tempo fa, masticare il chewing-gum aiuta a mantenere la linea. Sembra però che il chewing-gum abbia alcuni effetti negativi per l’organismo a causa del sorbitolo, un edulcorante che può causare svariati danni all’intestino con relativo calo ponderale, ovvero un calo di peso eccessivo in poco tempo.

A rivelarlo è uno studio condotto dal British Medical Journal, che ha indagato su alcuni pazienti affetti da diarrea cronica e perdita severa di peso. Tra questi è emerso il caso di una giovane donna che in otto mesi aveva perso ben 11 kg  a causa di una diarrea cronica, con conseguente ipovitaminosi e con altri disturbi tipici delle malattie da malassorbimento e poco sensibile ai farmaci utilizzati per bloccare il disturbo, che procuravano nella paziente una risposta dell’intestino anomala, ovvero rendeva l’azione del farmaco molto simile a quella dei lassativi.

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Mangiare la segale aiuta a combattere la stitichezza

La stitichezza è un disturbo molto fastidioso di cui soffrono molte persone; se avete provato tutti i metodi possibili per contrastarla ma senza risultati, una speranza vi potrebbe arrivare dalla recente ricerca condotto dall’Università di Helsinki, in Finlandia, e pubblicato sul Journal of Nutrition, che consiglia di mangiare la segale per combattere la stipsi.

Pare infatti che questo cereale, da sempre molto sottovalutato sia efficace come, se non di più, dei lassativi chimici che esistono in commercio, con il pregio di essere naturale. I ricercatori hanno condotto la ricerca su 51 pazienti adulti che hanno poi diviso in 5 gruppi, ai quali hanno dato rispettivamente e ogni giorno 240 grammi di pane di segale, una bevanda a base di latte, pane di segale e latte, pane bianco e i lassativi classici.

Il risultato della ricerca è stato che l’unico gruppo che ha ricevuto benefici intestinali è stato quello che aveva assunto pane di segale, che, tradotto in percentuale significa un aumento del transito intestinale dal 23% al 41%.

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Contro la fame compulsiva c’è monga waratah

Per tante persone in sovrappeso, mangiare è un’irresistibile fonte di piacere, in grado di “consolare” dalle frustrazioni, dalla solitudine e dallo stress della vita quotidiana, al punto da costituire una vera e propria dipendenza. Il cibo rischia così di trasformarsi in una sorta di “droga”, non percepita come pericolosa e difficile da con­trollare, anche perché facilmente reperibile e sempre a por­tata di mano. Basta infatti aprire il frigorifero o la dispensa della cucina per appagare immediatamente la “voglia di coccole” o di rassicurazione nascosta dietro la fame nervosa.

Il problema è inoltre associato a stati di insicurezza, fragilità di carattere e scarsa fiducia in se stessi, che ren­dono più difficile prendere coscienza della situazione e de­cidere di cambiare. Un grande aiuto per combattere la dipendenza da cibo e ridurre la tendenza a comportamenti alimentari squilibrati e compulsivi è offerro da Monga Waratah, un rimedio floreale molto utilizzato in Australia come supporto ai trattamenti contro le dipendenze di qualunque tipo (fumo, alcol, cibo o droghe) e come “supporto” nei regimi alimentari dimagranti.

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Soia e prebiotici per la salute del cuore

Da un recente studio canadese è emerso che combinando soia e prebiotici è possibile abbassare efficacemente il livello di colesterolo cattivo e promuovere così la salute e il benessere del cuore e di tutto l’apparato cardiocircolatorio. Bisogna però stare attenti perchè se soia e prebiotici vengono assunti separatamente, non vi è alcun effetto benefico  per l’organismo.

Il lavoro di ricerca svolto da un team di ricercatori dell’University of Toronto ha portato alla scoperta che la riduzione dei livelli di colesterolo LDL, nome scientifico del colesterolo cattivo, si è riscontrata unicamente quando soia e prebiotici sono ingeriti insieme. Per arrivare a tali conclusioni, i ricercatori hanno preparato un alimento a base di soia, al quale hanno aggiunto 10 g di oligofruttosio combinato con inulina, una fibra solubile contenuta nei tuberi e nota per le sue proprietà benefiche. In seguito hanno sottoposto a test alcuni volontari suddividendoli in tre gruppi.

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Intolleranti al lattosio? Non rinunciate ai latticini

Buone notizie in arrivo per tutti gli intolleranti al lattosio: secondo una ricerca del National Institute of health, anche chi non tollera latte e formaggi non deve più privarsi di questi alimenti, per non rischiare carenze nutrizionali, basta che non esagerare nelle quantità. Le persone intolleranti al lattosio, lo zucchero presente nel latte, non hanno un enzima che serve a digerirlo, ma secondo gli esperti autori della ricerca:

Eliminare completamente latte e latticini dalla dieta, come molti pazienti credono sia necessario per evitare i disturbi, espone a carenze nutrizionali e deficit che alla lunga possono avere conseguenze sulla salute. I latticini sono i cibi più ricchi di calcio e vitamina D, privarsene significa mettere a rischio la salute delle ossa e non solo, visti i tanti studi che dimostrano l’importanza della vitamina D nella prevenzione di moltissime malattie.

Anche gli esperti italiani, come la dottoressa Antonella Muraro, responsabile del Centro di Riferimento Regionale per lo Studio e la Cura delle Allergie e delle Intolleranze alimentari del Dipartimento di Pediatria dell’Università di Padova, confermano i risultati delle ricerche effettuate dagli studiasi americani, come il fatto che la maggior parte degli intolleranti al lattosio può assumere una tazza di latte senza soffrirne i sintomi; solo nei casi più gravi possono manifestarsi dolori addominali e diarree.

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Evitare le diete yo-yo, per dimagrire una taglia

Se continui ad alternare scorpacciate e digiuni, nel cervello si attiva un gene che ti spingerà a mangiare… il doppio! Ecco come aggirare l’ostacolo. Le cosiddette diete yo-yo, in cui si alternano fasi caratteriz­zate da restrizioni alimentari e fasi in cui ci si abbuf­fa, non fanno dimagrire ma anzi, sono spesso responsabili di un aumento del peso. Una nuovo studio condotto presso la Boston University, negli Usa, da due ricercatori italiani, e pub­blicato sulla rivista dell’Accademia Americana delle Scienze PNAS, ha cercato di spiegare il fenomeno, analizzando gli effetti di questo modo di alimentarsi sul cervello.

E’ emerso che, quando si escludono dalla dieta gli alimenti più ingras­santi (come dolci, cioccolato, patatine ecc.), nel cervello, e in particolare nell’amigdala (un’area cerebrale coinvolta nelle risposte a stress, ansia e paura), si registra una “attivazione” del livello del gene Crf.

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Albicocche, le virtù di questo goloso frutto

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L’albicocca è il frutto dell’albicocco, arbusto originario della Cina orientale appartenente alla stessa famiglia botanica di ciliegie e pesche. La sua coltivazione risale a circa 4000 anni fa e sembra che sia giunto fino a noi grazie ad Alessandro Magno che fu il primo a portarne alcuni esemplari in Grecia dall’Asia.

Oltre ad essere semplicemente deliziosa, come d’altra parte tutta la frutta di primavera, l’albicocca è un frutto che si distingue anche per le sue notevoli caratteristiche nutrizionali che la rendono, fra l’altro, una formidabile alleata per la nostra bellezza. Forse infatti non tutti sanno che le albicocche contengono dosi notevoli di potassio e carotene, nutrienti essenziali  per ripristinare i liquidi perduti attraverso la sudorazione (potassio) e per favorire un’abbronzatura omogenea e duratura (carotene) cui si aggiungono un buon quantitattivo di vitamine (A, B, C e PP) e sali minerali (magnesio, fosforo, ferro, calcio).

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Le patatine fritte fanno bene all’umore

Le patatine fritte sono ritenute dannose per la salute da molti esperti e quasi tutti ci consigliano di starne alla larga. Ma quanti di noi ci riescono veramente? Chi, almeno una volta non ha ceduto al loro richiamo? A quanto pare, se da un lato fanno male alla salute, rischiando di danneggiare in partiolar modo la linea, dall’altro fanno bene all’umore rendendoci più sereni e tranquilli.

A fare una tale affermazione a favore delle patatine è, come presumibile, il Potato Council, un’associazione che sostiene le industrie che producono patatine del Regno Unito, la quale ha commissionato uno studio ad un gruppo di ricercatori della Aston University di Birmingham. In questo studio gli scienziati hanno coinvolto ben 60 volontari ai quali è stato fatto visionare un filmato di 5 minuti che mostrava lo sgancio della bomba atomica su Hiroshima, al termine della Seconda Guerra Mondiale, ed il conseguente fall-out. Al termine della proiezione i partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi.

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Lievito di birra, calorie e valori nutrizionali

lievito di birra

Il lievito di birra si ottiene attraverso un processo di fermentazione ed è costituito da colonie di funghi capaci di moltiplicarsi velocemente. La sua caratteristica principale è quella di possedere un alto valore nutritivo, in quanto è ricco di minerali, aminoacidi essenziali, proteine e soprattutto di vitamine del gruppo B.

In commercio se ne trovano tre tipi: il lievito fresco, dalla forma compatta e conosciuto come lievito di birra; per godere appieno di tutte le sue proprietà, bisogna farlo sciogliere in acqua e lasciarlo riposare qualche minuto prima di aggiungerlo agli altri ingredienti.

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Piccoli consigli per dimagrire in modo sano

Molti credono che basti imporsi la dieta, ridurre le calorie, obbligarsi a digiuni forzati per perdere peso. Niente di più falso! Tutti si sottopongono a sforzi di volontà che non servono a niente e non fanno l’unica cosa che serve per dav­vero: cambiare mentalità. Sì, basta modificare l’approccio con se stessi e con la vita, per ottenere risultati veramente esaltanti. La prima cosa da fare è non rimandare niente. Mai dirsi: <«Comprerò il vestito, che ho visto in vetrina e che mi piace tanto, solo quando sarò magra”. Vado nel negozio e lo compro adesso. Chi rimanda finisce per non comprarlo mai, mentre chi lo indossa stimola nel cervello le energie femminili.

Per questo è importante sentirti bella. Se ti piaci fai produrre al sistema nervoso le sostanze della gioia di vivere: ci penseranno loro a farti dimagrire. Insomma, ti devi innamorare di te, smetti di vedere i difetti, finirai per deprimerti e mangiare di più. Lo sapevate, che il 70% delle persone che si innamorano, dimagriscono senza dieta? Per piacere al loro partner si rimodellano il corpo e dimagriscono senza accorgersene. Funziona se è un amore pieno di piacere e di desiderio e non di contrasti. Alla larga quindi dagli amori tormentati!

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Latte a colazione per non arrivare affamati alla pausa pranzo

Capita anche a voi di arrivare affamatissimi alla pausa pranzo e consumare in un solo pasto tutte le calorie di una settimana? A meno che voi non siate delle persone di una voracità fuori dal comune, molto spesso questo accade a causa della cattiva abitudine di saltare i primi pasti della giornata, ovvero la colazione e lo spuntino di metà mattina.

Tutti sappiamo molto bene infatti che i nutrizionisti raccomandano di fare cinque pasti bilanciati al giorno suddivisi in colazione, spuntino, pranzo, merenda e cena, ma in molti si guardano bene dal seguire questa indicazione con conseguenze spesso deleterie su linea e salute. Saltare la colazione infatti non solo ci conduce verso l’abbuffata di pranzo ma ci impedisce di cominciare la giornata con la carica di energia necessaria per affrontare i numerosi impegni che ci attendono rendendoci fiacchi e poco lucidi.

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La dieta dei giorni alterni

Secondo una recente ricerca dell’Università dell’Illinois, sarebbe possibile perdere peso adottando un regime alimentare che alterni giorni di dieta restrittiva, a giorni di normale alimentazione; per tradurla in calorie si potrebbe parlare di giorni in cui l’apporto calorico previsto è di 900 calorie, e di giorni in cui si può arrivare a 1.200, sempre mantenendo un’alimentazione equilibrata.

La ricerca dell’Università dell’Illinois, che si basa sul fatto che le diete monotone e restrittive sono destinate a fallire, è stata condotta su un campione di persone in sovrappeso che per 8 settimane hanno seguito la dieta dei giorni alterni; i risultati sono stati sorprendenti: i volontari hanno perso ben 6 chili, oltre ad aver migliorato la pressione arteriosa e ad aver ridotto il livelli di colesterolo cattivo.

Sicuramente il pregio più grande di una dieta a giorni alternati è quello di rompere la monotonia di un’alimentazione ipocalorica, ma anche quella di soddisfare la “voglia” di una piccola trasgressione senza vanificare i sacrifici di intere settimane. Tra i detrattori di questo regime dietetico ci sono coloro che dicono che una dieta a giorni alterni può provocare dei disturbi del comportamento alimentare e più precisamente quello relativo all’alimentazione incontrollata che si manifesta con delle abbuffate 3 o 4 volte alla settimana, intercalate da giorni di quasi digiuno.

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L’alimentazione contro i malesseri primaverili

Proprio in primavera, ovvero nel periodo in  cui la natura si risveglia, molte persone si sentono stanche, apatiche e hanno difficoltà a concentrarsi; niente paura, questi sintomi sono dovuti al fatto che l’organismo deve adattarsi al cambio di stagione.

Per fortuna esistono dei piccoli accorgimenti che permettono di alleviare questi malesseri; quelli più importanti sono sicuramente legati all’alimentazione e più precisamente dall’assunzione di integratori che permettano di apportare vitamine e sali minerali, dei micronutrienti che aiutano l’organismo ad adattarsi ai cambiamenti.

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Arachidi, calorie e valori nutrizionali

arachidi calorie

I semi di arachide, noti anche come noccioline americane, sebbene molto calorici e ricchi di grassi (soprattutto acido oleico) rappresentano un alimento molto valido sotto il profilo nutrizionale: contengono infatti discrete quantità di proteine, fibre, minerali quali zinco, magnesio, potassio, fosforo, manganese, rame e vitamine; sono inoltre privi di colesterolo e contengono modeste quantità di sodio, a meno di non essere salati dopo la tostatura, vantano un buon contenuto di polifenoli (soprattutto resveratrolo), utilissime sostanze antiossidanti, e rappresentano un’ottima fonte di coenzima Q10 al pari di soia e spinaci.

Tuttavia, il loro elevato apporto calorico (596 kcal per 100 grammi di prodotto), unito al considerevole contenuto di grassi, ne rende consigliabile un consumo moderato nell’ambito di una dieta ipocalorica e in caso di ipertrigliceridemia. Infatti, anche se si crede piuttosto difficile arrivare a consumare 100 grammi di arachidi in un solo pasto, occorre tener presente che quando queste sono accompagnate da una bibita fresca o da un aperitivo si può arrivare a trangugiarne quantità considerevoli.

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Torna di moda la camomilla

Messa in ombra dalle molte erbe in uso oggi nella fitoterapia, torna a far parlare di sé la camomilla, l’antico rimedio per prendere sonno, per calmare gli animi agitati, per attenuare crampi e dolori mestruali. La camomilla torna in auge dopo che un recente studio, condotto con analisi avanzate, ne ha evidenziato le proprietà curative.

La ricerca sugli effetti metabolici della camomilla, pubblicata sul Journal of Agricultural and Food Chemistry, è stata condotta su un campione di quattordici volontari, sette uomini e sette donne, che per due settimane consecutive hanno bevuto cinque tazze di camomilla al giorno.Per sei settimane sono stati raccolti dei campioni di urine, iniziando due settimane prima dell’inizio dell’assunzione di camomilla e proseguendo nelle due successive. Il profilo dei metaboliti presenti è stato rilevato usando la spettroscopia a elevata risoluzione insieme con metodi chemiometrici.

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