Smaltire qualche chiletto dopo le vacanze? Ecco i cibi meno calorici da portare in tavola

calorie verdure

Fermo restando che non esistono cibi che fanno dimagrire, il miglior modo per smaltire qualche chiletto di troppo, magari messo su durante i bagordi estivi, rimane eliminare dalla propria dieta alimenti troppo grassi e calorici e preferire a questi cibi che apportino una quantità di calorie contenute offrendo al tempo stesso il giusto nutrimento per garantire un buono stato di salute. Sappiamo però che una dieta corretta si fonda sull’equilibrio bilanciato dei nutrienti principali: carboidrati, proteine e grassi cui vanno aggiungersi vitamine e sali minerali, contenuti questi ultimi soprattutto in alimenti di tipo vegetale.

E sono proprio i vegetali, frutta e, soprattutto, verdura gli alimenti meno calorici che ogni giorno portiamo in tavola. Quindi, se il vostro problema è rappresentato da qualche chilo in più in assenza di problemi importanti di sovrappeso o se desiderate depurarvi un pò, un buon modo  per raggiungere lo scopo dopo gli eccessi di queste ultime ferie estive è  quello rivolgervi a questo tipo di alimenti aumentandone le porzioni ad ogni pasto principale o preferendoli come spuntino.

Di seguito una piccola tabella calorica delle verdure:

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Gli additivi negli alimenti possono causare ansia

Bando ai cibi pronti, ridurre gli alimenti più eccitanti (caffè, alcol e sale), maggio­re impegno nell’attività fisica e tanto relax. Ecco la ricetta per vincere l’ansia! Per quanto riguarda l’alimentazione, è necessario limitare l’assunzione di cibi che contengono additivi, quelli che au­mentano la quantità di istamina nell’orga­nismo (cioccolato, crostacei, vino bianco ecc.) e gli alimenti stimolanti perché con­tengono caffeina (caffè,tè, bevande a ba­se di cola). Vanno evitati, in particolare, i cibi ricchi di glutammato (un aminoacido che danneg­gia il sistema nervoso), come gran parte dei piatti pronti industriali che, tra l’altro, contengono anche sale modificato, non percepito dal palato ma di sicuro impatto sul sistema nervoso (utilizzato per creare maggior piacere e quindi “dipendenza”).

Da preferire, invece, cibi dall’azione “calmante” sul sistema nervoso, come le verdure e i carboidrati integrali. Le proteine della carne e del pesce non vanno assolu­tamente eliminate, perché giocano un ruo­lo fondamentale nell’equilibrio biochimico delle persone ansiose. Naturalmente si sceglieranno carni bianche, che affatica­no meno l’organismo perché più povere di tossine, e i pesci ricchi di acidi grassi essenziali (pesce azzurro, salmone ecc.) che proteggono nervi e cervello. Alti o bassi che siano, i picchi di glicemia nel sangue provocano vere e pro­prie modificazioni nel tono dell’umore.

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La dieta per i bambini che fanno sport

dieta sportiva x bambini

Spesso dopo la scuola nel pomeriggio prima di tornare a casa i bambini vanno a fare della sana attività fisica. Corsi di nuoto, partite di pallavolo e di calcio sottopongono i piccoli a sforzi fisici notevoli che, se molto utili al loro sviluppo, sono comunque dispendiosi per il loro fisico ancora acerbo.

I bimbi, inoltre, sono sempre più abituati a regimi alimentari squilibrati, dove le troppe proteine, soprattutto di origine animale, i grassi saturi e gli zuccheri, dolci e merendine, la fanno da padrone, a discapito dei carboidrati complessi, pasta e riso, vitamine e gli oligoelementi contenuti in frutta e verdura. Ma come rimediare allora a questi errori di tipo alimentare e culturale?

Il ritorno al regime scolastico abbinato a uno sport non agonistico praticato nel dopo scuola può darci una mano a riabituare i piccoli ad una corretta alimentazione che permetta di mantenere il loro peso corporeo nei limiti, aumentando il consumo di fibre e riducendo allo stesso tempo quello di grassi e colesterolo e l’eccesso di zuccheri semplici e di sale.

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Muesli, calorie e caratteristiche nutrizionali

muesli

Il muesli che troviamo attualmente in commercio è una miscela di cereali, frutta secca, semi oleosi e miele (in genere avena, uva sultanina, mele, banane, nocciole e mandorle) che viene aggiunta a latte o yogurt per essere consumata durante la prima colazione o come spuntino. Potremmo dire che il muesli come lo conosciamo oggi rappresenta un’evoluzione della ricetta originale messa a punto dal medico svizzero Max Bircher Benner oltre 100 anni fa.

Se fatto con ingredienti sani e genuini e senza aggiunta di conservanti e coloranti, il muesli rappresenta un alimento nutrizionalmente molto valido: ricco di fibre, carboidrati, proteine, vitamine, sali minerali e grassi buoni, vanta anche un elevato potere saziante. Il suo apporto calorico varia a seconda degli ingredienti utilizzati (noci e pinoli ad esempio possono sostituire o aggiungersi a mandorle e nocciole), ma si aggira in genere fra le 300 e le 400 calorie per 100 grammi di prodotto.

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Latte e latticini bio per i bambini

latte e latticini biologici

L’ossatura di bambini e adolescenti è in continuo sviluppo e ha quindi bisogno ogni giorno di un’adeguata quantità di mi­nerali, soprattutto di calcio, il principale nutrimento delle ossa. Secondo alcuni studi, passando dall’infanzia all’adolescenza, quasi la metà dei ragazzi salta un pasto importante e appena il 50% dei maschi e il 41% delle femmine beve a colazione latte (la principale fonte di calcio).

I bambini con un’età compresa tra i 4 e gli 8 anni necessitano di 800 mg di calcio al giorno, mentre la quantità necessaria ai ragazzi nella fascia di età che va dai 9 ai 18 anni è di 1.300 mg al giorno. Un bicchiere di latte biologico (privo di ormoni sintetici, antibiotici e additivi vari) apporta circa 300 mg di calcio ed è un modo intelligente per far assumere ai bambini la dose necessaria di questo minerale. Anche lo yogurt e i for­maggi biologici sono alimenti adatti per fare scorta di questo prezioso minerale.

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Digestione: i consigli per stare meglio

digestione

Da tempo la scienza ha evidenziato un legame tra lo stomaco e il cervello, i quali riescono a stare in contatto attraverso dei mediatori chimici, cioè delle sostanze che hanno il compito di trasmettergli impulsi nervosi.

In alcune persone questo legame è molto stretto e può bastare un contrattempo o una giornata particolarmente stressante per far sì che le tensioni arrivino alla pancia e diano il via ad una serie fastidi: digestione difficile, gonfiore o dolore nella parte superiore dell’addome, bruciore alla  bocca dello stomaco, eruttazioni, nausea e mal di testa.

Questi disturbi, però, possono anche essere causati da cattive abitudini alimentari, come consumare pasti abbondanti o ricchi di grassi, cenare tardi o andare a letto subito dopo mangiato. Se il problema si manifesta solo occasionalmente ed è legato allo stress, può essere sufficiente adottare dei trucchi antiansia.

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Grassi

grassi

Detti anche lipidi, i grassi sono sostanze nutritive che svolgono nell’organismo una funzione energetica, limitano la dispersione di calore e isolano termicamente il corpo dall’ambiente esterno. Essi partecipano inoltre alla formazione di ormoni e cellule e sono indispensabili per l’assorbimento delle vitamine A-D-E-K-F.

Distinguiamo grassi di origine animale e vegetale:

Grassi di origine animale: lardo, burro, strutto

Grassi di origine vegetale: margarina, oli vegetali.

Mentre dal punto di vista calorico i grassi apportano sostanzialmente la stessa quantità di calorie (9 Kcal per grammo), dal punto di vista nutrizionale essi si differenziano per la qualità degli acidi grassi presenti e per la presenza o meno di colesterolo. Una volta ingeriti infatti i grassi vengono scissi in acidi grassi (saturi e insaturi) e glicerina.

Mentre gli acidi grassi saturi, contenuti nel burro, nel grasso di maiale, nella margarina e nell’olio di semi di arachide, sono più difficili da digerire, gli acidi grassi insaturi, contenuti nell’olio di oliva, nell’olio di mais, nell’olio di soia e nell’olio di fegato di merluzzo, risultano più salutari proprio grazie alla loro maggiore digeribilità e all’assenza di colesterolo, presente esclusivamente negli acidi grassi saturi.

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Castagne, calorie e valori nutrizionali

castagne

La castagna è il frutto del castagno, albero appartenente alla famiglia delle Fagaceae cui appartengono anche querce e faggi. Più precisamente esiste una distinzione fra castagne e marroni: le prime sono il frutto dell’albero allo stato selvatico, mentre con i secondi si fa riferimento ai frutti dell’albero coltivato. In ogni caso, la castagna è un frutto tipicamente autunnale dalla cui lavorazione si ricavano alimenti disponibili tutto l’anno quali la farina di castagne, la marmellata di castagne e le tipiche castagne secche.

Si consumano soprattutto arrostite e bollite e rappresentano un alimento nutrizionalmente molto valido: le castagne infatti sono ricche di carboidrati, fibre, vitamine e sali minerali e risultano altamente digeribili. La cottura però ne altera l’equilibrio poichè trasforma gli amidi in zuccheri semplici conferendole così il sapore zuccherino tipico e rendendole sconsigliate a chi è affetto da diabete.

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Per utero e ovaie infiammate oli vegetali, di pesce, zenzero e pepe nero

alimenti durante il ciclo

Pesce, enotera, borragine e lino sono gli oli indicati in caso di sindrome premestruale (SPM), perché apportano acidi grassi es­senziali antinfiammatori. Uno studio danese ha messo in evidenza che le donne che assumono integratori a base di Omega 3 (ac­compagnati da vitamina B12) hanno cicli mestruali meno dolorosi. Numerose ricerche, inoltre, suggeriscono che una dieta integrata con 40 mg di GLA (acido gamma-linolenico, nell’olio di borragine e di enotera) alla settimana può ridurre sensibilmente i tipici sintomi della SPM.

Assumi l’olio di pesce, di borragine o di enotera come integratore, mentre puoi usare l’olio di lino come condimento, purché a freddo. Lo zenzero è un antinfiammatorio generale molto efficace. La radi­ce polverizzata (ne basta mezzo cucchiaino al giorno), in infusione o miscelata al miele, contiene molecole antistaminiche e sostanze sedative naturali che diminuiscono la percezione del dolore. Una volta assorbiti, i principi attivi dello zenzero presentano una buo­na attività antidolorifica grazie all’inibizione delle ciclossigenasi e lipossigenasi, due sostanze che aumentano il numero delle cellule infiammatorie.

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Fame notturna: ecco le cause

fame notturna

Tra i disturbi del comportamento alimentare c’è anche la fame notturna, cioè quell’incontrollabile languorino che assale nelle ore notturne. Anche chi non ha mai seguito una dieta sa benissimo che a cena è meglio mangiare leggero perché nel sonno si bruciano pochissime calorie, e quindi, tutto il cibo accumulato diventa grasso, sono, quindi, assolutamente vietati gli spuntini notturni.

Ma perché la fame assale all’improvviso e spinge ad assalire il frigo partendo dallo yogurt fino ad arrivare alla pizza surgelata? Tutto questo, poi, per tornare a letto pieni di sensi di colpa e di insoddisfazione. Da una ricerca è emerso che nel mondo occidentale due persone su 100 soffrono di questo disturbo, chiamato più propriamente N.E.D., Night Eating Disorder, cioè disordine alimentare notturno.

Affinché si possa parlare di affezione, l’attacco deve presentarsi almeno un paio di volte alla settimana, per almeno tre mesi consecutivi e può avere tanti motivi: da quelli semplici legati alla dieta, a quelli più complessi,di ordine patologico-fisico, o puramenti psicologici. Il più delle volte, però, lo spuntino notturno è legato ad un’abitudine acquisita nel tempo dalla quale è difficile staccarsi se non con volontà e disciplina.

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Le diete monocibo, dimagrire annoiandosi

dieta monocibo

Le cosiddette diete monocibo sono quelle che prevedono, per un periodo variabile di tempo, il consumo di un solo alimento o di una sola categoria di alimenti (frutta, verdura, latte e derivati e così via) allo scopo di perdere peso velocemente. Occorre però fare una distinzione fra le diete monocibo in senso stretto, in cui ci si attiene scrupolosamente all’indicazione di consumare solo un tipo di alimento, e le diete in cui un cibo (in genere ipocalorico) è prevalente rispetto a tutti gli altri. In questo ultimo caso si tratta infatti di comuni diete ipocaloriche sicuramente meno squilibrate rispetto alla forma più restrittiva.

Il parere dei nutrizionisti su questo tipo di dieta è infatti piuttosto negativo, infatti se osservare per pochi giorni una dieta monocibo può essere ritenuto, pur con molta cautela, un valido ausilio per depurare un pò l’organismo (soprattutto se il cibo in questione è un vegetale o frutta e verdura più in generale), alla lunga può rivelarsi dannoso e dare luogo a gravi carenze e squilibri nutritivi, se non addirittura a vere e proprie intolleranze alimentari.

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Menù contro la sindrome premestruale

menù per la sindrome premestruale

I segni sono inconfondibili: turgore e tensione al seno, associati spesso a viso, gambe, mani e addome gonfi. Mal di testa, fame smodata di carboidrati, in particolare di cioccolato, e poi irritabilità, stanchezza, facilità al pianto e a prendere peso…sono alcuni dei principale sintomi della sindrome premestruale che affligge la maggior parte delle donne in età fertile. Le cause non sono ancora del tutto note, anche se recenti studi la collegano a ridotti livelli di serotonina, un neurotrasmettitore la  cui carenza spiegherebbe la comparsa di sintomi legati alla sfera emotiva (irritabilità, ansia, depressione….).

L’alimentazione in questi casi, è parte integrante della cura, se non addirittura l’unica terapia da adottare ( salvo diversa indicazione del medico). Evitare o ridurre i sintomi della sindrome premestruale (SPM) è possibile se assumiamo le sostanze giuste, prima di tutto con la dieta e poi, se necessario, anche con un’eventuale integrazione. Eccole le principali:

Gli acidi grassi essenziali Omega 3 e Omega 6 (GLA) sono precursori di importanti eicosanoidi, sostanze con potente azione ormonale. Un loro apporto adeguato nella dieta può favorire il mantenimento dell’equilibrio ormonale e ha effetti antinfiammatori. Questi acidi grassi si trovano nel pesce e nei semi oleosi.

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Pausa pranzo, ecco i consigli per un pasto equilibrato

pausa pranzo

Per tutte le persone che lavorano fuori casa alle ore 13,00 di ogni giorno si pone un delicato interrogativo: dove e cosa mangiare durante la pausa pranzo? Escluse le più fortunate che hanno il tempo di tornare a casa per il pranzo, tutte le altre devono adattarsi a mense, bar e fast food, dove la regola è consumare un panino al volo con il risultato di accumulare un paio di chili di troppo o di seguire un’alimentazione poco equilibrata.

Districarsi nella giungla dei piatti pronti non è impossibile, basta conciliare la pausa pranzo con la linea; se avete la possibilità di pranzare in mensa o in trattoria, basta evitare le pietanze troppo elaborate e sarà facile concedervi un pasto equilibrato. Innanzitutto potrete consumare i carboidrati: orientatevi tra 70 g. di pasta o riso o 200 g. di patate, in modo da assicurarvi energia sufficiente per il resto della giornata, poi completate il menù con carne, pesce oppure due uova per le proteine e verdura e frutta per incamerare fibre, minerali e vitamine.

Se invece siete costretti a pranzare al bar non fatevi tentare dai panini eccessivamente farciti o dalle insalatone che contengono di tutto, perché potrebbero nascondere diverse calorie extra; la scelta giusta è una piadina con mozzarella e pomodoro, oppure un panino imbottito con bresaola e grana, prosciutto e insalata, oppure pollo alla piastra e verdure grigliate. Va bene anche l’insalatona a patto che sia preparata con l’aggiunta di un solo ingrediente come prosciutto o formaggio ed accompagnata da 60 g. di pane. Completate il pasto con una macedonia senza zucchero oppure con una spremuta d’arancia.

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Salame, calorie e valori nutrizionali

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Il salame è un prodotto insaccato e stagionato tipicamente italiano il cui nome deriva dal processo di salatura cui viene sottoposto per essere conservato. Viene preparato con una miscela di carni, in genere di maiale, grasso e spezie (pepe bianco o nero, in polvere o in grani, aglio, finocchio ecc.) macinata e insaccata in un involucro di budello animale o sintetico. Mentre il tipo di carne impiegata può variare (carne suina mischiata a bovina, carne di cinghiale ma anche di pecora, oca, capra e asina) il grasso utilizzato è sempre quello di maiale.

Come è facile immaginare si tratta quindi di un alimento estremamente calorico che, anche per la salvaguardia del nostro stato di salute, va consumato con molta moderazione. Infatti, come vedremo meglio in seguito, il salame contiene una percentuale piuttosto elevata di grassi, colesterolo e sodio.

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Dieta Bircher Benner, agli albori del crudismo

dieta bircher-benner

La dieta Bircher-Benner si basa sul consumo di alimenti, per lo più frutta e cereali, crudi. Fu ideata alla fine dell’800  dal medico svizzero Maximilian Bircher-Benner, che possiamo definire un pioniere della terapia nutrizionale dei disturbi fisici e che la praticava costantemente nella sua famosa clinica. Secondo Bircher-Benner infatti la cottura altera inevitabilmente ed irrimediabilmente la qualità nutrizionale dei cibi con conseguenze notevoli sul nostro stato di salute.

E’ d’altra parte è vero che il calore degrada in gran parte tanto le vitamine, presenti infatti soprattutto negli alimenti vegetali crudi, quanto i sali minerali e gli enzimi, responsabili del processo digestivo, presenti nei cibi mentre i vegetali crudi e freschi mantengono inalterato il loro contenuto di questi nutrienti. Come accennato, questo tipo di dieta è basato sul consumo di frutta, verdura e cereali insieme a legumi freschi, semi, frutta secca, erbe, funghi e alcuni tipi di formaggi. Questi ultimi però sono esclusi nelle forme più estreme di dieta crudista, insieme alla carne e alle uova.

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Come prevenire il mal di stomaco a tavola

prevenire il mal di stomaco

Gastriti, difficoltà digestive, sonnolenza postprandiale e altri disturbi dello stomaco affliggono molte persone. Di solito si dà la colpa allo stress, o si ricercano cause complesse. Eppure la scienza ha scoperto da vent’anni il principale responsabile: l’helicobacter pylori, un batterio a forma di spirale che vive nel­lo stomaco. Secondo recenti statistiche, sarebbero 20 milioni gli italiani che ne sono affetti. E allora, che fare?

Anche l’alimentazione può essere d’aiuto. Il mal di stomaco di per sé è un sintomo, che può essere accompa­gnato da digestione difficile, gonfiore addominale, reflusso gastroe­sofageo e mal di gola e d’orecchi. Spesso un leggero dolore di stomaco può essere solo il segnale di cattiva digestione, magari collegata a “stress” o eccesso di cibo. Quando però il mal di stomaco, sia esso dolore o bruciore, non scompare mai del tutto, o quando si ripresenta sempre in alcuni periodi dell’anno (primavera e autunno), non va sottovalutato. Anche se innescato dallo stress o dalla cattiva digestione, infatti, il mal di stomaco con il tempo può non essere riferibile solamente a un malessere passeggero, ma diventare il sintomo della presenza di Helicobacter pylori, di una gastrite grave, di reflusso gastroesofageo o di un forte disturbo della motilità gastrica.

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I benefici delle vacanze? Mantienili con i cibi giusti!

benefici vacanze

Le vacanze hanno fatto “miracoli”: pelle abbronzata, mente rilassata e fisico asciutto; ma per mantenere questi benefici bisogna dare un’aggiustatina al menù di tutti i giorni. Innanzi tutto, bisogna ridurre al minimo il consumo del sale che favorisce la ritenzione idrica, quindi attenzione ai formaggi stagionati, ai salumi, ai cibi conservati, e per insaporire usate le erbe aromatiche e le spezie. Per conservare al lungo il colore dorato della pelle, puntate su carote, albicocche e vegetali a foglie verde scuro: sono ricchi di betacarotene, un pigmento che dà luce alla tintarella.

Se lavorate in ufficio, prediligete i cereali, meglio se integrali, le verdure a foglia verde, la soia e il pesce di mare, perché contengono i nutrienti giusti per mantenere al top attenzione e concentrazione. Per il buon funzionamento del sistema nervoso scegliete i carboidrati complessi e per facilitare la comunicazione tra i neuroni sono utili gli acidi grassi omega 3.

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