A dieta prima di Natale? Si ma senza esagerare!

a dieta prima di natale

Siete alla ricerca di una bella dieta facile, facile per arrivare in forma al giorno di Natale? Bene, siete capitati nel blog sbagliato. Credo infatti che la brutta esperienza capitata alla sempre bella Moira Orfei debba rappresentare un ulteriore ammonimento per coloro che sono disposti a tutto pur di giungere ad una tregua con la bilancia e chiami tutti quanti noi che ci occupiamo dell’argomento a un senso di responsabilità ancora maggiore. Per chi non lo sapesse infatti la nota artista circense è finita in ospedale per una indigestione causatele da un’improbabile dieta monocibo che l’ha condotta a nutrirsi solo di banane; sei al giorno per l’esattezza.

Come mai abbiamo scelto di parlarvene in apertura di questo contributo? Perchè, molto semplicemente, sappiamo che il numero di persone che pensa sia opportuno mettersi a dieta nel periodo immediatamente precedente le feste è piuttosto elevato e sappiamo anche che l’urgenza di smaltire qualche chiletto può condurci a fare scelte sbagliate e potenzialmente dannose come quella di ripiegare su una dieta dell’ultimo minuto squilibrata e restrittiva; e questo è un pericolo che non vogliamo far correre ai nostri lettori.

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In forma per le feste

in forma per le feste

Insieme alle occasioni conviviali aumenta, durante le festività natalizie, il pericolo di prendere quel chiletto di troppo che vanifica  gli sforzi magari fatti per tornare in forma; pranzi e cene completi di antipasti, primi, secondi e dolci, panettoni, frutta secca e torroncini sono infatti tentazioni alle quali è difficile sfuggire completamente e di certo l’alternativa non può essere ritirarsi a vita privata ed evitare tutte le situazioni che rischiano di rivelarsi un attentato per linea e salute.

Allora che fare per correre ai ripari?

Un’idea potrebbe essere quella di provare a compensare le mega abbuffate mantenendovi a “stecchetto” nei giorni successivi; questo naturalmente non vuol dire che dovrete saltare i pasti o ripiegare su dannose diete dell’ultimo minuto squilibrate e restrittive, quanto piuttosto che dovrete orientarvi su scelte alimentari sane, bilanciate e, soprattutto, disintossicanti.

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Piatto light per la vigilia di Natale: insalata russa con gamberetti

insalata russa gamberi

Questa delizia nasce a Mosca circa alla metà del diciannovesimo secolo, nelle cucine del­l’Hermitage, uno dei ristoranti più importanti della città. Era già allora un piatto molto ricco, anzi: lo era ancora di più rispetto alla ver­sione approdata da noi perché comprendeva carne fredda, salsiccia, prosciutto ecc. Nonostan­te sia una preparazione fredda facile da fare in casa e servita come antipasto soprattutto nelle occasioni di festa, e sebbene sia costituita preva­lentemente da cibi “poveri” come verdure lessate ridotte a tocchetti, ancora oggi l’insalata russa classica è comunque molto gustosa ma altrettanto insidiosa per la bilancia.

Con qualche accorgi­mento, però, è possibile portarla in tavola senza attentare alla linea e senza penalizzare la gola. Che differenza c’è tra la maionese classica e quella industriale light? Sostanzialmente, viene ridotta la presenza dei grassi, che sono quel­li che più incidono sul totale delle calorie. Attenzione però a non cadere nella tentazione di abbondare con la salsa gialla, partendo dal presup­posto che “tanto è light, e quindi non fa ingrassare”.

Non è proprio cosi. Se la maionese classica apporta circa 650 calorie all’etto, la stessa quantità di quel­la in versione alleggerita oscil­la tra le 370 e le 480. Quindi, è sempre bene non eccede­re. Come fare allora per ren­dere comunque invitante e appagante il piatto? Basta ag­giungere i gamberetti lessati, che si sposano bene con tut­ti gli altri ingredienti e in più forniscono anche proteine.

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Ricette light: minestra di zucca, finocchio e farro

minestra di zucca e farro

Più volte vi abbiamo sottolineato l’importanza di inserire nell’alimentazione zuppe e minestre, perché sono piatti nutrienti e sazianti, e altrettanto spesso vi abbiamo illustrato le tante proprietà della zucca; oggi è il momento di mettere in pratica queste informazioni è presentarvi un piatto nutriente e leggero, che alle virtù della zucca unisce quelle dei cereali, in particolare del farro, e la leggerezza dei finocchi, ovvero la minestra di zucca, finocchio e farro.

Nonostante siano presenti diversi ingredienti la zuppa, oltre ad essere nutriente e salutare è anche leggera: contiene, infatti, circa 160 calorie a porzione.

Minestra di zucca, finocchio e farro

Ingredienti

450 g. di zucca mantovana, 80 g. di farro perlato, due pomodori, 10 g. di olio di tartufo, 10 g. di concentrato di pomodoro, un finocchio, aglio, una cipolla, 20 g. di olio extravergine d’oliva, sale e pepe.

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Dossier Zona: la scelta dei cibi pro-Zona

Se il cibo funziona come una vera e propria medicina, ecco che, afferma Barry Sears, la cucina di chi intende seguire la Dieta Zona deve trasformarsi in una vera e propria farmacia. Proseguiamo quindi il nostro dossier di approfondimento sulla Zona con una sintetica carrellata sui  cibi che non devono assolutamente mai mancare nella dispensa e nel frigo del perfetto zonista e, soprattutto, su quelli che invece andranno accuratamente evitati, almeno finchè non si è entrati abbastanza in confidenza con questa strategia alimentare.

  • Gli alimenti da bandire subito

Per prima cosa Sears consiglia di far sparire dalla cucina tutti i cibi che definisce ostili e sostituirli con altri che invece vi aiuteranno ad entrare in Zona; almeno per la prima settimana di dieta andranno banditi tutti i carboidrati sfavorevoli quali pane, pasta, riso, cereali secchi, merendine, biscotti e frutta secca.

Vanno poi eliminate tutte le fonti di grassi saturi e grassi polinsaturi omega 6: oli di semi, grassi vegetali, margarina e latticini interi; scegliete olio extra-vergine di oliva in luogo dei primi e latticini magri al posto dei secondi. No anche ai salumi che vanno sostituiti con fonti di proteine magre quali carni di pollo e tacchino.

Da evitare anche la frutta secca i succhi di frutta e alcuni vegetali che Sears definisce anti-Zona: frutti quali datteri, banane, fichi, mango, papaya, prugne secche e uva passa e ortaggi e verdure ricchi di amidi quali zucche, barbabietole, carote, piselli, patate e granoturco.

Intolleranza al lattosio, che fare?

intolleranza al lattosio

L’intolleranza al lattosio è causata dall’impossibilità di digerire il lattosio, il principale zucchero contenuto nel latte. Tale condizione è determinata dalla carenza di lattasi, un enzima che scinde il lattosio in zuccheri più semplici (glucosio e galattosio) che successivamente vengono assorbiti dal tratto gastrointestinale; se questo non accade il lattosio rimasto nell’intestino viene fatto fermentare dalla flora batterica con la conseguente insorgenza di sintomi quali dolori e crampi addominali, gonfiore e tensione addominale, meteorismo e diarrea.

E’ possibile distinguere l’intolleranza al lattosio in primaria e secondaria: nel primo caso l’organismo non produce lattasi per un difetto genetico e i sintomi si manifestano sin dalla prima infanzia, nel secondo la perdita dell’enzima è temporanea e può essere dovuta a infezioni o lesioni del tratto gastrointestinale o mutazioni dietetiche repentine o anche una celiachia non diagnosticata. I sintomi si sviluppano in genere intorno ai sei anni di vita.

Quando l’intolleranza al lattosio è secondaria la terapia consiste nella introduzione nella dieta di piccole quantità di latte e latticini che vengono poi aumentate progressivamente in modo da stimolare la produzione di lattasi; questa può essere infatti considerata un enzima inducibile nel senso che quando l’assunzione di latte e latticini è modesta e saltuaria ciò può far si che la produzione di lattasi non sia sufficientemente stimolata.

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Cavitazione estetica, ovvero come dire addio alla cellulite

La cavitazione estetica

La cavitazione estetica è un nuovo metodo tecnologico che, sfruttando l’azione degli ultrasuoni, aiuta a combattere la cellulite e sciogliere il grasso in eccesso. La cellulite è un eccesso di adipe che si forma in alcune zone del corpo, soprattutto nei glutei e nell’interno coscia, e che in termini scientifici, indica un’infiammazione dei tessuti solidi dovuta all’azione di un germe chiamato streptococco beta emolitico di gruppo A.

La cellulite si forma attraverso un sistema piuttosto complesso che vede la perdita di liquidi da parte dei capillari venosi, che non riescono ad essere smaltiti del tutto dal sistema linfatico; successivamente si formano delle adiposità, dei noduli e la zona colpita si gonfia. Per combattere la cellulite si può provare ai eliminare le calorie in eccesso, a seguire un’alimentazione equilibrata abbinata ad una regolare attività sportiva.

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Sali di Schussler, come possono aiutarci a star bene

sali di Schlusser

I sali di Schlusser sono preparati omeopatici utilizzati non solo per la cura di un gran numero di stati di malessere quali raffreddori, mal di testa, congiuntiviti, dolori articolari e cattiva digestione, ma anche per condizioni di disagio quali insonnia psicogena e stati d’ansia. A “crearli” è stato il medico tedesco Wilhelm Heinrich Schlusser, vissuto a metà dell’Ottocento, che per prepararli si basò su due punti fermi dell’omeopatia: il primo è che porre il preparato sotto la lingua lo rende più efficace, poichè questo passa nell’organismo attraverso le mucose, il secondo è che la diluizione infinitesimale delle sostanze stimola le reazioni organiche.

Ma in che modo agiscono esattamente i sali di Schlusser? La terapia di Schlusser consiste nel ripristinare la concentrazione ottimale di sali minerali nelle cellule assicurando la normale attività dei tessuti e, quindi, il nostro benessere; Schlusser infatti era convinto che il funzionamento ottimale del nostro organismo fosse garantito dalla presenza e corretta distribuzione al suo interno di precise sostanze minerali e per questo motivo i sali, al contrario di quanto accade normalmente in omeopatia, non vengono prescritti in base al principio di similitudine, ma in base alle reali carenze di minerali.

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Patatine fritte: abbiniamole sempre a carne o pesce per salvare la linea!

patatine fritte

Difficile trovare un bambino o un ragazzo che non ne sia goloso: le patate fritte restano uno dei piatti più amati e più richiesti. Del resto, proprio le patatine fritte sono una delle chiavi del successo planetario dei fast food: non a caso il consumo di questo alimento è stato sti­mato nella stratosferica cifra di 11 milioni di tonnellate al­l’anno. Però le patate fritte sono ormai il simbolo per ec­cellenza del cosiddetto “junk food“, il “cibo spazzatura”  contro il quale insorgono medici nutrizionisti ed esperti di alimentazione, accusandolo di essere il principale responsabile del sovrappeso, dell’obesità e del diabete giovanile.

 Ma quanto c’è di vero nella pessi­ma reputazione della patata fritta? davvero un piatto da evitare assolutamente o è invece accettabile togliersi di tanto in tanto qualche sfizio? Il primo problema riguarda gli oli in cui le patate vengono cotte: molto spesso nei prodotti industriali e in quelli di ristorazione collettiva vengono utilizzati l’olio di girasole, arachidi, riso o colza. Si tratta di grassi vegetali privi di Omega 3, che durante la frittura sviluppano dei radicali carboniosi pericolosi per la salute dell’organismo.

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Ricette light per Natale: Arance marinate al cardamomo e anice stellato

arancie marinate

Con il Natale ormai a meno di un mese è d’obbligo pensare ai menù delle feste; di solito durante pranzi e cene vengono proposti piatti gustosi ma anche molto calorici. Oggi vi presenteremo la ricetta di un ottimo dessert light che oltre ad essere facile da preparare è veramente leggero: solo 90 calorie a porzione.

Arance marinate al cardamomo e anice stellato

Ingredienti

Quattro arance Navel, 50 grammi di zucchero di canna, 5 cardamomo, stella d’anice

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Spremuta di arancia: molti gli effetti benefici

arancia elisir di bellezza

Novembre è la stagione ideale per gustare gli agrumi e in particolare le arance che, a sorpresa, sono anche delle ottime alleate al peso forma: l’80-90% della loro consistenza è infatti fornita dall’acqua, cui poi si aggiungono fruttosio, una buona percentuale di sali minerali e di vitamine (a cominciare dalla C ma anche del gruppo B e P), molti acidi organici (tra i quali l’acido citrico) e fibre.

I nutrizionisti concordano nel sottolineare come le arance siano un’ottima fonte di an­tiossidanti, che oltre a essere in grado di contrastare l’invecchiamento cellulare causato dai radi­cali liberi, contribuiscono a rendere più forte il si­stema immunitario e più attivo il metabolismo. Le arance sono le più gettonate tra tutti gli agrumi, e si trovano con molta facilità dai primi giorni di novembre fino a primavera inoltrata. Poco caloriche (circa 35-40 calorie per etto); le arance sono suddivise in due grandi gruppi: le pigmentate con le varietà tarocco, moro e sanguinello, ideali da spremere e le bionde con le varietà naveline, ovale e valencia, ottime da mangiare.

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Cavitazione estetica per eliminare adiposità e cellulite

cavitazione estetica

La cavitazione estetica contro cellulite e accumuli di grasso

La cavitazione estetica è un nuovo sistema tecnologico che viene usato per eliminare le adiposità localizzate e la cellulite. Tecnicamente, la cavitazione estetica è la formazione di cavità nei liquidi e nei tessuti sottoposti ad una pressione che le fa esplodere su stesse, distruggendone le strutture; questo avviene con gli ultrasuoni, ovvero onde ad alta frequenza.

Per fare un esempio comprensibile a tutti si può dire che la cavitazione estetica funziona come una bottiglia di spumante agitata, nella quale si formano delle bolle d’aria; queste bolle creano una pressione tale all’interno che il tappo viene espulso. Analogamente, le bolle d’aria create dalla cavitazione all’interno del tessuto grasso, esplodono frantumando gli accumuli di grasso.

Questa esplosione, se ripetuta spesso, provoca una rottura dei grassi che diventano liquidi, e che possono essere eliminati aumentando l’apporto di sangue nella zona per rimuovere le tossine dalle cellule grasse, oppure bruciando il grasso liquefatto attraverso la ginnastica o riducendo le calorie. Gli ultrasuoni sono usati da alcuni anni nella fusione dei grassi, ma grazie ai progressi tecnologici possono essere applicati alla cavitazione senza pericoli.

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Come togliere 2 taglie in 4 settimane

massaggio alle gambe e caviglie

Come si fa  togliere 2 taglie in 4 settimane? Semplice, basta seguire un programma che prevede quattro semplici operazioni da fare giorno per giorno almeno per quattro settimane: tisana, fango, bagno e massaggio che assorbono i ristagni e rimodellano la silhouette.

  1. Prima applica il fango: procurati in farmacia o erboristeria del fango d’alghe e, dopo la doccia, applicalo su cosce e glutei; avvolgi accuratamente le parti trattate con una pellicola trasparente e infila i pantaloni della tuta. Il fango deve restare in posa 45 minuti per svolgere nel modo migliore la sua azione contro le adiposità localizzate.
  2. Mentre il fango agisce, occupati della tisana. Fai preparare dall’erborista una miscela composta da 40g di spirea ulmaria, 40 g di equiseto, 20 g di tarassaco e 20 g di verga d’oro; metti un cucchiaino di questa miscela in infusione  per 15 minuti in una tazza di acqua filtra e dolcifica con il miele. Lasciala intiepidire e bevila prima di coricarti: spazza via le scorie che ristagano a livello intracellulare che  favoriscono la cellulite.
  3. Immergiti nel bagno: prima che scada il tempo di posa del fango, sciogli nella vasca un chilo di sale iodato, che asciuga le zone anticellulite. Con una doccia elimina i residui di fango e immergiti nella vasca per 10 minuti.
  4. Infine fai il massaggio: dopo il bagno, applica su addome, glutei e cosce un unguento così preparato: in 2 cucchiai di olio di jojoba diluisci 2 gocce di macerato glicemico di cipresso e 4 gocce di olio essenziale di ginepro. Massaggia partendo dalle caviglie e risalendo verso l’alto fino ad assorbimento

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Colesterolo, quali sono i valori nella norma

colesterolo

Il colesterolo è un tipo di grasso prodotto in parte dall’organismo e in parte dalla dieta; è essenziale per il corretto funzionamento dell’organismo perché forma le membrane delle cellule, è utilizzato per sintetizzare alcuni omoni necessari per la crescita e la riproduzione, e perché forma gli acidi biliari che servono all’assorbimento dei grassi nell’intestino.

Una parte del colesterolo si trova anche nel sangue, ed è collegato con delle proteine chiamate lipoproteine; le lipoproteine ad alta densità trasportano il colesterolo in eccesso dai tessuti al fegato, mentre quelle a bassa densità lo trasportano in periferia, favorendo, così il suo deposito nei tessuti. Il colesterolo alto, cioè la ipercolesterolemia, è la prima causa di malattie delle arterie e del cuore, basti pensare che, secondo alcune statistiche, il 45% degli italiani ha i valori del colesterolo fuori della norma.

I valori del colesterolo sono indicati in mg/100 ml di plasma, ovvero il peso del colesterolo in milligrammi ogni 100 ml di sangue; se si è in buona salute, fino ai 40 anni di età il controllo del colesterolo può essere effettuato ogni due anni, mentre con il passare degli anni deve essere verificato più spesso. Il valore massimo ottimale del colesterolo totale, cioè la colesterolemia, deve essere inferiore a 200 mg/100 ml.

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Dossier Zona: come preparare un pasto pro Zona

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Come accennato nel primo articolo del nostro approfondimento dedicato alla Dieta Zona del dottor Sears, per entrare nella Zona e mantenersi in salute perdendo peso basta consumare ad ogni pasto, inclusi spuntini e merende, proteine, carboidrati e grassi nelle giuste proporzioni; è a questo tipo di pasto bilanciato che Sears si riferisce con il termine pro-Zona. Come promesso, oggi vedremo come si prepara un pasto pro Zona seguendo alcune semplici indicazioni che è lo stesso Sears a fornire nei suoi numerosi manuali:

  • Si comincia dalle proteine

Nella dieta Zona ciascun pasto comincia con una porzione di proteine; infatti senza il giusto apporto di proteine i muscoli si indeboliscono e il sistema immunitario perde la propria efficacia, questi nutrienti stimolano inoltre la produzione di glucagone, l’ormone che ordina all’organismo di liberare i carboidrati immagazzinati nel fegato, al fine di mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue e fornire il necessario nutrimento al cervello, e frena la produzione di insulina. Un pasto che non apporta la quantità adeguata di proteine non sazia a sufficienza con il risultato che già dopo due-tre ore si torna a sentirsi affamati. Tali proteine devono però essere magre e non necessariamente provenire da alimenti di origine animale; tra le fonti di proteine magre troviamo pollo senza pelle, tacchino, pesce, tofu, chiara d’uovo, latticini magri e carne di soia.

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Riso, le virtù di uno dei cereali più diffusi al mondo

riso

Il riso è il cereale più diffuso al mondo dopo il grano, soprattutto nei paesi asiatici dove si concentra l’80% della produzione mondiale; si tratta di un alimento altamente nutritivo poichè, oltre ad essere ricco di carboidrati, ha un discreto contenuto di proteine, sali minerali, soprattutto fosforo e potassio, e fibre a fronte di un ridotto contenuto di sodio. Inoltre, grazie all’assenza di glutine, può essere consumato in tutta tranquillità dalle persone affette da celiachia. In media 100 grammi apportano 360 calorie.

Nonostante le varietà di riso attualmente conosciute siano circa un centinaio solo una dozzina di esse vengono impiegate a scopi alimentari in Italia e in Europa; tutte provengono da due sole sottospecie della varietà Oryza sativa: Oryza japonica (dalla quale derivano le varietà coltivate in Italia) e Indica (coltivata nei paesi tropicali).

Nel nostro paese il riso viene suddiviso in quattro gruppi: riso comune, riso fino, riso semifino e riso superfino; tale classificazione però non ha nulla a che vedere con le caratteristiche nutrizionali delle diverse varietà di riso quanto piuttosto con la forma del chicco. Vediamola brevemente:

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