Come perdere più di 10 chili

perdere 10 chili

Le minestre di boccioli, ricche di ormoni vegetali, e gli estratti di alghe marine rimettono in moto i meccanismi bruciagrassi. Tutti i rimedi naturali attivi sul metaboli­smo vanno assunti soltanto dopo un’ade­guata fase di drenaggio, disintossicazione e disinfiammazione dell’organismo, come visto in precedenza. Infatti, solo in questo modo essi risultano pienamente efficaci. Al contrario, se il loro utilizzo non è anticipato da un trattamento depurativo appropriato, essi rischiano di ingolfare ulteriormente gli organi (in particolare fegato e reni).

Se il tuo sovrappeso raggiunge i 10 chili, per prima cosa segui i consigli che ab­biamo nei post dei giorni scorsi, e poi assumi per 2-3 settimane gli estratti “sveglia-metabolismo”. Evita o almeno non esagerare con i grassi animali, in particolare burro, margarina (controlla sempre sul­l’etichetta degli alimenti, per esempio molti prodotti da forno come i cracker possono contenere questi grassi), strutto, lardo, insaccati, carne di maiale. Come condimento usa l’olio di oliva (non più di un cucchiaio a pranzo e un cucchiaio a cena) o i semi oleosi (in particolare quelli di lino che riattivano anche la funzionalità intestinale, non più di un cucchiaino al giorno).

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I cibi spazzatura danno anche dipendenza

junk food dipendenzaOltre a regalarci qualche chilo supefluo in più e a mettere a repentaglio la nostra salute, il cosiddetto cibo spazzatura (o junk food) agisce come una droga e, di conseguenza, induce in chi lo consuma in grandi quantità una vera e propria dipendenza. Questa è la conclusione cui sono giunti Paul Johnson e Paul Kenny, ricercatori dell’Istituto Scripps a Jupiter in Florida che hanno pubblicato i risultati del loro studio sulla rivista Nature Neuroscience.

La sperimentazione si è svolta su un gruppo di ratti ai quali sono state somministrate, in una prima fase, dosi moderate di cibi sani seguite da razioni maggiori di cibi grassi e ipercalorici quali bacon, cioccolata, merendine, snack e così via. In questo modo gli studiosi hanno potuto rilevare che il cambiamento di dieta causava nei ratti non solo un inevitabile aumento di peso ma anche, analogamente a quanto avviene in altra forme di dipendenza, un indebolimento dell’attivazione dei circuiti cerebrali legati alla ricompensa.

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Il burro aiuta ad avere un cuore sano

Molte persone usano la margarina o l’olio di semi per cucinare, pensando che siano più leggeri e salutari del burro, ma si sbagliano. I grassi vegetali contenuti in quei condimenti, infatti, contribuiscono ad aumentare il rischio di malattie cardiovascolari, restringendo i vasi sanguigni e abbassando i livelli di colesterolo buono, contrariamente a quello che si pensa, molto più dei grassi saturi contenuti nel burro e nella carne.

Il contrordine arriva da una ricerca olandese condotta dall’Università di Wageningen ed in seguito pubblicata sulla rivista scientifica Atherosclerosis, thrombosis and vascular biology. L’obiettivo del gruppo di ricercatori che si è occupato di questo studio era quello di determinare il ruolo giocato dalle scelte alimentari nella capacità di espansione dei vasi sanguigni, il cui spessore è molto ridotto nei pazienti affetti da malattie cardiovascolari.

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Perdere 5 chili prima dell’estate!

L’intestino pigro e uno stomaco stanco provocano uno stato di irritazione generale che “pesa” sulla linea. Allora, per dimagrire, devi disinfiammare. Quando circolazione linfatica, fegato e reni non ce la fanno più a smaltire le tossine circolanti, queste ultime si accumulano nei tessuti e provocano una specie di blando stato infiammatorio che blocca il metabolismo e alla lunga porta a gonfiore (soprattutto nella zona alta dell’addome) e sovrappeso. In questa fase che spesso si riflette sul fegato rendendo difficoltosa la digestione, non serve solo drenare le tossine , ma occorre anche disinfiammare l’organismo in profondità.

Gli stati infiammatori spesso rendono difficoltosa la digestione e fanno dilatare l’addome. Se assumendo i rimedi sfiammanti senti che lo stomaco sta lavorando meglio ed è meno gonfio, vuol dire che la cura funziona e inizierai presto a perdere peso Per almeno 5 settimane dovresti abolire i cibi raffinati, in particolare lo zucchero bianco (e tutti i cibi che lo contengono), le farine bianche e il riso sbiancato. Sostituiscili con gli equivalenti integrali e il miele. Mangia ogni giorno 1-2 porzioni di avena, segale e orzo biologici: depurano il tratto digerente con un notevole effetto sgonfiante.

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Aceto? Più vantaggi che svantaggi

aceto-balsamico2Nonostante l’aceto sia uno dei condimenti più antichi oltre che tipici della dieta mediterranea, in realtà i suoi rapporti con la salute sono stati assai meno studiati rispetto a quelli di altri condimenti come l’olio d’oliva e vanno riferiti in particolare al suo componente più caratteristico, l’acido acetico, che è contenuto nelle molte varietà di aceto. Finora l’aspetto più studiato da nutrizionisti di tutto il mondo riguarda la capacità dell’aceto di ridurre la risposta glicemica di alimenti come il pane, le patate, il riso, e in generale di tutte le principali fonti di carboidrati complessi.

Tale capacità, osservata quando l’aceto viene assunto insieme a questi alimenti, durante il pasto, a dosi normali (ovvero qualche cucchiaino), rappresenta senza dubbio un importante vantaggio per la salute. Resta però da definire quale possa essere la reale utilità dell’aceto nelle persone diabetiche. Va inoltre detto che l’aceto, nella sua variante più comune, ovvero quello di vino, ha pochissime calorie, soltanto cal.19 per 100 ml, e contiene sostanze benefiche per l’organismo, come i flavonoidi, dall’azione antiossidante.

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Obesità, adesso si cura con un tubicino nel naso

nutrizione enterale chetogenaSi chiama nutrizione enterale chetogena (Nec) ed è il nuovo metodo per combattere l’obesità messo a punto presso il Servizio di Nutrizione Clinica del Policlinico di Roma dal dottor Gianfranco Cappello, docente di chirurgia generale alla Sapienza e nutrizionista. Il metodo consiste nell’applicazione al paziente di un sondino nasogastrico collegato a una sacca contenente una soluzione a base di proteine che vengono trasportate nello stomaco e sostituiscono l’alimentazione abituale. Nessun cibo dovrà dunque essere ingerito dal paziente durante il trattamento, che dura dieci giorni, fatta eccezione per liquidi quali tè, acqua e caffè, rigorosamente senza zucchero.

Il risultato? Un dimagrimento significativo in pochi giorni, anche in quei soggetti che non sono mai riusciti a perdere peso seguendo le tradizionali diete ipocaloriche, con il 50% dei pazienti trattati, secondo quanto riferito dallo stesso dottor Cappello, che riesce a mantenere il peso a distanza di un anno. La perdita di peso è dovuta alla chetogenesi, un processo che avviene nell’organismo quando viene privato degli zuccheri e si trova costretto a bruciare i grassi di riserva, dettaglio questo che non ha mancato di destare lo scetticismo di alcuni esperti.

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La cottura a bagnomaria

Oggi continuiamo il nostro viaggio alla scoperta dei metodi di cottura spiegandovi di cosa si tratta la cottura a bagnomaria. La cottura a bagnomaria si basa sul processo della conduzione, per cui il calore viene trasmesso al cibo con il contatto con una superficie calda.

La caratteristica principale di questo metodo di cottura sta nel fatto che la fonte di calore ha una temperatura molto bassa; infatti la padella che condurrà calore al cibo viene scaldata dall’acqua bollente e non da fuoco diretto; questa cottura permette di cuocete senza raggiungere la temperatura di 100 gradi, ottenendo così una cottura più delicata e graduale.

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Togliere 3 chili con cardo, solidago e lime

Tre chili sono un “piccolo” problema di sovrappeso ma, se si depositano nei punti sbagliati, rovinano la linea. Per eliminarli, riattiva il fegato e i reni e ti liberi dalle scorie più ingrassanti. Disintossicarsi  significa riattivare la circolazione linfatica, che trasporta le tossine dalla pe­riferia al centro, convogliandole nel sangue venoso. In secondo luogo, drenare significa aiuta­re fegato e reni a compiere il loro naturale lavoro di depuratori dell’organismo. Il fegato riceve il sangue intestinale dove sono presenti le molecole introdotte dall’alimentazione che verranno trasformate, ac­cumulate, rimesse in circolo o eliminate. I reni invece filtrano il sangue, eliminando le scorie idrosolubili. Il segreto per dimagrire qual è?

 Usare i cibi e le erbe che riattiva­no fegato e reni. Frutta e verdura provenienti direttamente dall’orto o da agricoltura biologica e/o biodinamica: mangiane a volontà, meglio cruda che cotta, anche 4-5 porzioni al giorno. Cominciamo il programma naturale di dimagrimento: innanzi tutto ogni mattina bere il diuretico: per stimolare il drenaggio renale è utile una miscela composta da diuretici naturali come Berberis vulgaris D4, Solidago D3 e Sarsaparilla D6. Per favorire anche l’attività dei fegato si assocerà questo mix di gocce a Lycopodium D4 anch’esso nella versione compositum, in cui è associato per esempio a Taraxacum D4 e Cynara scolymus D6, altri due noti rimedi drenanti del fegato. Infine, per aiutare la circolazione linfatica sì assocerà Juglans regia D3 miscelato a Myosotis arvensis D3: tutti questi rimedi si trovano nelle farmacie con reparto naturale. Poni 30 gocce di ciascun rimedio in un litro di acqua naturale da assumere durante tutto l’arco della giornata sorseggiando l’acqua e tenendola in bocca qualche secondo prima di deglutirla.

 

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Opuntia per il controllo del peso

L’Opuntia ficus-indica, nota con il nome comune di fico d’india, è una pianta grassa appartenente alla famiglia botanica delle Cactacee. Molto diffusa nel sud dell’Italia, dove cresce anche spontanea, è originaria dei paesi dell’America latina dove viene utilizzata da sempre, oltre che a scopi alimentari, per le presunte proprietà ipoglicemizzanti. Da qualche anno a questa parte sta godendo di una certa popolarità anche nel nostro paese grazie alle proprietà dimagranti, sazianti, drenanti e ipocolesterolemizzanti che sono attribuite ai suoi estratti.

La parte del fico d’India utilizzata a scopi fitoterapici è il cosiddetto nopal, termine con il quale ci si riferisce alla polpa disidratata delle pale spinose della opunzia (i cosiddetti cladodi) ottenuta dopo che queste sono state private degli aculei una volta raccolte. Qui sono infatti contenute alcune sostanze, tra cui mucillagini, pectine, gomme, lignani, cellulose ed emicellulose (in altre parole la parte fibrosa della pianta) cui sono ascritte le molteplici proprietà benefiche del fico d’India.

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Il latte fermentato aiuta a perdere peso

Il latte fermentato sarebbe in grado di ridurre l’assorbimento dei grassi e quindi di aiutare a perdere peso; a stabilirlo è uno studio giapponese pubblicato sulle pagine dell’European Journal of Clinical Nutrition. La ricerca, condotta dal dottor Yukio Kadooka ha scoperto che integrare l’alimentazione con del latte fermentato, ovvero quello usato per la produzione dello yogurt, limita l’assorbimento dei grassi e quindi, favorisce la perdita di peso.

Lo studio è stato condotto su un campione di 87 persone in sovrappeso, alle quali sono stati dati 100 grammi di latte fermentato al giorno in integrazione alla loro normale dieta; un altro gruppo di persone, invece, ha continuato a seguire l’alimentazione abituale.

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Bruciagrassi naturali ovvero dimagranti benefici

I dimagranti naturali, utilizzati con i tempi e le modalità giuste, sono un utile aiuto per ritrovare e per mantenere nel tempo il peso forma, soprattutto se accompagnati da un minimo di attività fisica e da qualche “correzione” nello stile alimentare. Ma la scelta di un dimagrante naturale deve avvenire sempre in maniera mirata e ponendosi alcune domande. In che condizioni si trova il mio metabolismo? Qual è la distribuzione tra massa grassa e massa magra? Quali sono gli obiettivi da raggiungere? Sono solo alcuni dei principali fattori da tenere in considerazione prima di scegliere e assumere un integratore bruciagrassi.

Quindi se il tuo peso è di circa 3 chili superiore al peso forma, noterai che:

  • non sei necessariamente in sovrappeso ma ti senti “pesante”;
  • avverti gonfiori sparsi in alcuni punti del corpo, ma soprattutto nella zona addominale;
  • la funzionalità intestinale è regolare, ma le evacuazioni non sono superiori a una al giorno.

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L’orario dei pasti influisce sulla linea

L’orario dei pasti può avere delle ripercussioni sulla linea. Lo dimostra lo studio condotto da un team di ricercatori della della Northwestern University che, dopo aver notato la tendenza dei lavoratori notturni ad essere in sovrappeso, ha deciso di investigare sugli orari dei pasti che interferiscono con i ritmi metabolici, inducendo l’organismo ad ingrassare.

Hanno condotto un esperimento su due gruppi di topi di laboratorio; entrambi i gruppi sono stati sottoposti a una dieta con un alto livello di grassi combinata ad esercizio fisico. Il gruppo di cavie che ha assunto il cibo negli orari solitamente dedicati al riposo ha acquistato il 48% di peso in più rispetto all’altro gruppo, che è ingrassato solo del 20%.  A seguito di questa scoperta i ricercatori suggeriscono che mangiare durante le ore notturne, quando l’organismo si aspetta il riposo, disturba i ritmi circadiani, ovvero il ritmo dei processi fisiologici degli esseri viventi, che governa non solamente il ciclo del sonno, ma anche i cicli di alimentazione e attività.

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Ricette light di primavera: insalata di cicorie, kiwi e mandarini

Con l’arrivo dei primi tepori primaverili, oltre al guardaroba viene voglia di cambiare anche l’alimentazione e di inserire nei menù qualche piatto colorato e allegro; proprio quello che vi presentiamo oggi, ovvero l’insalata di cicorie, kiwi e mandarini, che ha anche il pregio di essere piuttosto light: contiene, infatti, 150 calorie a porzione. Questa insalata si basa sul contrasto tra i sapori, e cioè tra quello amarognolo delle cicorie e quello dolce e fruttato dei kiwi e dei mandarini.

Insalata di cicorie, kiwi e mandarini

Ingredienti

80 g. di indivia riccia, 80 g. di cicorino, 1 cespo di insalata belga, 2 cespi di radicchio trevigiano, 2 kiwi, 4 mandarini, 1 gambo di sedano bianco, 1 barbabietola, succo filtrato di un limone, 20 g. di olio extravergine d’oliva, un cucchiaio di aceto balsamico, sale e pepe.

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I cereali integrali

I cereali come grano, segale, riso, avena, sorgo e orzo, sono semi di piante appartenenti alla famiglia delle Graminacee i quali costituiscono ormai da migliaia di anni un alimento base della dieta umana. Mentre la loro presenza è rimasta costante nei secoli, a cambiare è stato il modo in cui l’uomo li trasforma per cibarsene; infatti mentre fino all’epoca preindustriale i cereali venivano generalmente consumati e utilizzati in versione integrale, il progressivo affinamento del loro processo di molitura e lavorazione consentì la produzione di alimenti, quali la farine, sempre più raffinati ottenuti principalmente dall’endosperma del chicco separato dalla crusca e del germe.

Ogni chicco di cereale integrale è costituito infatti da tre sezioni distinte: la crusca, la parte esterna ricca di fibre, antiossidanti, ferro, zinco, rame, magnesio, vitamine del gruppo B e fitonutrienti, il germe interno ricco di vitamine del gruppo B, vitamina E, antiossidanti, fitonutrienti e grassi insaturi, e l’endosperma, ricco di amidi, proteine e tracce di vitamine e sali minerali. Mentre quindi i cereali integrali contengono l’intero patrimonio nutritivo del chicco, i cereali raffinati e i prodotti da questi ottenuti sono nutrizionalmente meno completi poichè la raffinazione presuppone la eliminazione della crusca e del germe e dunque perdita delle importanti sostanze nutritive in essi contenute.

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Esagerare con la dieta mette a rischio le ossa

Tutte le donne che pur di perdere peso e poter vantare linea perfetta sono disposte a sottoporsi a regimi alimentari troppo rigidi devono stare molto attente. Sembra che seguire una dieta troppo rigorosa aumenta il rischio di osteoporosi. Uno studio realizzato da un team di ricercatori dell’organizzazione non governativa inglese National Osteoporosis Society ha recentemente dimostrato come le diete troppo restrittive mettano a rischio la salute e la fragilità delle ossa, aprendo la strada all’osteoporosi.

La ricerca ha evidenziato che la fragilità delle ossa è direttamente collegata al tipo di alimentazione, alla quantità di cibo che si assume e all’equilibrio dei pasti. Una donna su sei che segue una dieta molto stretta, senza saperlo, corre il rischio di fratturarsi un’anca. I ricercatori hanno inoltre intervistato molte donne affette da osteoporosi, scoprendo che oltre il 54% delle donne intervistate ha livelli di vitamina D nel sangue inferiori rispetto alla norma, mentre il 95% ha confessato di consumare una quantità di latte e latticini inferiori alle dosi giornaliere raccomandate dai nutrizionisti. 

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Cavoli e spinaci proteggono la vista

Per proteggere la vista è sufficiente fare un bel pasto a base di cavoli e spinaci. Lo ha dimostrato uno studio condotto dalla dott.sa Joanne Seddon, ricercatrice presso la Harvard University, in Massachussets, sulla proprietà antiossidante di queste verdure che, è stato scoperto, aiuta a proteggere la retina dalle radiazioni nocive. Il merito è della luteina, un pigmento naturale che si trova negli ortaggi a foglia verde, che oltre ad essere un antiossidante è in grado di filtrare la luce blu, che sembra indurre lo stress ossidativo e il danneggiamento degli organi più esposti alla luce, quali cute e occhi.

Negli individui che quotidianamente consumano 6 mg di luteina, che corrispondono ad un’abbondante porzione di spinaci, è stata riscontrata una riduzione del  57% circa del rischio di sviluppare la degenerazione maculare senile, una patologia frequente fra le persone anziane che può portare alla cecità, rispetto a chi ne consuma soltanto 0,5 mg circa. E’ importante sapere che i cavoli e gli spinaci possiedono massima concentrazione di questa sostanza. Introdurre i cavoli e gli spinaci nella dieta può quindi incidere positivamente sulla salute della vista.

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Ancora benefici dalle spezie: la curcuma proteggerebbe il fegato

curcuma e fegato

Torniamo a parlare degli effetti benefici che hanno le spezie sul nostro organismo; sotto la lente di ingrandimento oggi c’è la curcuma, e in particolare la sostanza che contiene, ovvero la curcumina. Da sempre considerata un toccasana dalla medicina ayurvedica, questa spezia è stata anche oggetto di studio scientifico grazie al progetto di un gruppo di ricercatori austriaci della Facoltà di Medicina dell’Università di Graz.

Lo studio, coordinato dal Dottor Michael Trauner, professore di medicina interna, e pubblicato sulla rivista scientifica “Gut” è stato condotto su un gruppo di topo geneticamente modificati per sviluppare un’infiammazione del fegato di tipo cronico. I roditori sono stati divisi in due gruppi: al primo gruppo è stata aggiunta alla dieta della curcumina, mentre il secondo gruppo ha seguito una dieta normale, ovvero senza integrazioni.

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Dimagranti naturali

I dimagranti naturali sono gli integratori, i cibi freschi e i succhi che funzionano senza nessun effetto collaterale. E ti tolgono fino a 10 chili. Tutti i farmaci dimagranti, così come le diete rigide, non sono mai il sistema ideale per perdere peso. Ce lo conferma l’Agenzia Italiana del Farmaco che, dopo un lungo iter di valutazio­ne, a gennaio ha deciso di ritirare dal mercato le pillole a base di sibutramina, il più famoso farma­co dimagrante in circolazione.

Gli effetti pericolosi di questo farmaco superano di netto i suoi reali benefici: infatti la sibutramina riduce la fame modificando la chimica del cervel­lo in modo simile agli antidepressivi, ossia aumentando i livelli di noradrena­lina e serotonina e creando nell’organismo una sorta di dipendenza. L’aumen­to dei livelli di noradrenalina e seroto­nina è però responsabile dell’aumento della pressione arteriosa, di tachicardia, insonnia, cefalea, aritmie.

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