Le abbuffate compulsive si possono curare con un farmaco

Le abbuffate compulsive sono indice di un problema psicologico: il cibo molto spesso è una valvola di sfogo su cui si riflettono disagi ben più gravi. Un team di scienziati italiani ha sviluppato un farmaco che potrebbe aiutare chi soffre di disturbi dell’alimentazione come la bulimia e le abbuffate compulsive: si tratta della memantina, medicina in uso per l’Alzheimer.

abbuffata

Scopri di più

La dieta del cotone, l’ultima follia per perdere peso velocemente

dieta del cotone

Dimagrire a ogni costo, anche a quello di perdere la salute. Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, sono circa 3 milioni gli italiani, in prevalenza giovani, che soffrono di disturbi alimentari. Di diete strane, sbilanciate e anche dannose per la salute ne avevamo sentito parlare a bizzeffe ma quella di cui vi parleremo oggi le supera tutte: ci riferiamo alla dieta del cotone, ossia alla pratica di ingerire dei batuffoli di cotone imbevuti di qualche sostanza, in modo da raggiungere il senso di sazietà senza mangiare e, quindi, senza ingrassare.

Scopri di più

Perdere peso può provocare disturbi alimentari

disturbi alimentari dieta

Raramente ci si guarda allo specchio con soddisfazione. Sono numerose (anzi sono la gran maggioranza) le persone che vorrebbero avere un corpo diverso, più tonico, più magro, più slanciato, più tutto… la mancanza di autostima è un fattore estremamente rilevante per stabilire una buona relazione con se stessi ed è la prima causa che porta allo sviluppo di disturbi alimentari.  Secondo un’indagine, svolta da Michael Lowe, professore di psicologia presso la Drexel University, i principali disagi psicologici arrivano subito dopo aver perso peso.

Scopri di più

Disturbi del comportamento alimentare, la giornata del Fiocchetto Lilla

giornata fiocchetto lillaSi dice spesso che nella nostra società l’immagine è tutto: certamente non è solo quella che conta ma è altrettanto vero che, per molte persone essa riveste un ruolo essenziale, soprattutto nella costruzione della propria autostima. Purtroppo per molti l’immagine diventa un problema e spesso questo malessere può sfociare in comportamenti alimentati distruttivi. Proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica sui disturbi del comportamento alimentare è nata l’associazione “Mi nutro di vita”.

Scopri di più

Il perfezionismo favorisce l’insorgere dei disturbi alimentari

La perfezione non esiste. Eppure alcune persone passano la loro vita a cercarla disperatamente. È una corsa contro il tempo, contro i propri limiti e può portare a delle vere e proprie manie, come i disturbi alimentari. Guardarsi allo specchio e non riconoscersi o fare di tutto per diventare qualcosa di impossibile: sono due meccanismi pericolosi che favoriscono l’insorgere di malattie.

Scopri di più

Campagna ministeriale contro anoressia e bulimia

Campagna ministeriale anoressia bulimia

L’anoressia e la bulimia rientrano nei cosiddetti disturbi del comportamento alimentare, e in Italia sono la prima causa di morte tra le ragazze tra i 12 e i 25 anni. Spesso, inoltre, chi soffre anoressia finisce con l’avere anche sintomi di bulimia, e viceversa, pur trattandosi di malattie diverse. Nel nostro Paese si tratta di una vera e propria emergenza, le statistiche, infatti, parlano chiaro: il 3% della popolazione (in particolare femminile) soffre di anoressia o bulimia nervosa.

Scopri di più

Nasce un blog dedicato ai disturbi alimentari

E’ nato da poco un blog per sostenere tutte le persone che soffrono di disturbi del comportamento alimentare come la bulimia e l’anoressia, patologie molto pericolose, che portano ad uno stato di pericolosa malnutrizione e anche alla morte.

Il blog è gestito dalla utenti della comunità della “Casa delle farfalle”, una struttura residenziale dell’Assl numero 10 del Veneto Orientale per il trattamento dei disturbi alimentari. E’ un luogo virtuale in cui incontrarsi e relazionarsi con altre persone che vivono gli stessi problemi.

Scopri di più

Disturbi del Comportamento Alimentare: Bulimia

I Disturbi del Comportameno Alimentare fanno la loro comparsa nella letteratura scientifica intorno agli anni Settanta. Prima di allora non c’era molta attenzione per tutte le problematiche legate all’alimentazione. Com’è noto, i primi disturbi ad essere stati osservati e studiati sono stati l’Anoressia e la Bulimia.

Solo in anni recenti altri disturbi (BED, Ortoressia, ecc.) sono diventati di interesse crescente per tutti i professionisti che si occupano del rapporto alimentazione/ disagio. Nel corso delle settimane tratteremo i vari disturbi che, di origine psicologica, coinvolgono un numero sempre più alto di adolescenti e adulti.

Oggi tratteremo la Bulimia, disturbo caratterizzato da due dimensioni che possono presentarsi separatamente o essere co-presenti nel disturbo: crisi iperfagica e condotte di eliminazione. La crisi iperfagica, meglio conosciuta come abbuffata, riguarda un comportamento in cui la persona consuma in un tempo molto breve grandi quantità di cibo. 

Scopri di più

Cibi virtuali per combattere i disturbi del comportamento alimentare

Cibi virtuali per combattere i disturbi del comportamento alimentare. Quella che potrebbe sembrare una provocazione è in realtà uno studio condotto da un team di ricercatori internazionali, secondo i quali il cibo proposto in ambienti virtuali, scatenerebbe, a livello emotivo, la stessa reazione del cibo reale, almeno per le persone che soffrono di anoressia e bulimia.

Lo studio condotto dal team di medici e pubblicato sulla rivista Annals of General Psychiatry di BioMed Central non ha come obiettivo quello di mettere a punto una nuova dieta ipocalorica, ma cercare una nuova terapia per i disturbi del comportamento alimentare come bulimia e anoressia. Le persone che soffrono di questi disturbi, quando vedono il cibo vengono attaccati dall’ansia, cosa che, invece non succederebbe se si approcciassero agli alimenti prima in maniera virtuale e poi, gradualmente, in modo reale.

Secondo i medici, l’esperimento effettuato con i cibi virtuali è stato molto più efficace e produttivo di quello realizzato tramite immagini rappresentative.

Scopri di più

Il cervello ci vede più grassi di due taglie

E’ piuttosto comune che, nonostante una forma fisica invidiabile, alcune persone si percepiscano più “pesanti” di quanto in realtà non siano. Questo anche se non sono affette da disturbi del comportamento alimentare nei quali , come è noto, la cosiddetta dismorfofobia interviene a distorcere pesantemente la percezione del proprio corpo riflesso allo specchio.

Infatti, secondo uno studio condotto presso lo University College di Londra dal dottor Micheal Longo e collaboratori e pubblicato sulla rivista Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences), il cervello può arrivare a percepire il corpo più grande di ben due terzi della sua dimensione reale, il che, tradotto in pratica, vuol dire che più o meno tutti guardandoci allo specchio ci vediamo più grassi di ben due taglie.

Nel corso dello studio è stato chiesto a diciotto volontarie di mettere la loro mano sinistra sotto un tavolo, al di fuori quindi della loro vista, e di indovinare la lunghezza delle dita, la posizione delle nocche o la distanza tra indice e pollice in modo da ottenere un disegno mentale della mano da confrontare poi con le dimensioni reali di questa. Bene, dal confronto dei dati ottenuti è emerso che nella maggior parte dei casi la stima delle dimensioni corporee fatta a memoria ingigantiva addirittura del 69% la distanza tra indice e pollice mentre vedeva ridotta di oltre il 27% la lunghezza delle dita.

Scopri di più

Frena gli attacchi di fame con l’eucalipto

Dell’effetto dei profumi sull’organismo o sulla psiche se ne parla da tempo immemore. Si ritiene che, a seconda del profumo, si possano stimolare diverse aree del cervello e si possano ottenere effetti differenti. Uno di questi, secondo un recente studio, è il controllo sugli attacchi di fame che però mettono a repentaglio la dieta e il peso corporeo. Secondo la dott.ssa Eva Kemps e la collega Marika Tiggeman quando si è attaccati da una voglia improvvisa, magari di cioccolato,  a cui pare non si riesca a resistere basta pensare all’aroma di eucalipto e sentire questa voglia svanire.

Inoltre, questa sua interessante capacità potrebbe avere risvolti ben più importanti per l’alimentazione. Potrebbe essere d’aiuto nel trattamento dei disturbi alimentari come la bulimia, o le tossicodipendenze come l’alcolismo. Ovviamente in presenza di patologie serie l’intervento medico è d’obbligo, tuttavia un’integrazione con questo tipo di metodologia può essere d’aiuto, soprattutto laddove un desiderio ardente di qualcosa non sia necessariamente sintomo di qualcosa di patologico. Per esempio, questa strategia può essere utile a chi fatica restare a dieta o vuole cercare di mangiare meno.

Scopri di più

Soffrire di bulimia ovvero la grande abbuffata

E’ meno evidente dell’anoressia e quindi più insidiosa. La bulimia si manifesta con attacchi di fame smodata e incontrollabile, a cui spesso seguono sensi di colpa che innescano meccanismi di compenso, nel tentativo di mettere una pezza all’abbuffata, quali vomito autoindotto o il ricorso al lassativo. Non c’è l’eccessiva magrezza a rendere chiaro il pro­blema. Anzi. Di solito il bulimico è cicciottello. Coloro che vivono vicino a chi soffre di bu­limia pos­sono so­spettarlo più che altro per la de­pressione che in genere si accompa­gna al disturbo, op­pure per i mutamen­ti improvvisi di carat­tere.

Per essere consi­derata vera e propria bulimia, le abbuffate e le condotte compensatorie devono verificarsi almeno  due volte alla settimana per tre mesi. Quando insor­gono, peraltro, si innesca una sorta di circolo vizioso che si autoalimenta: le preoccupazioni per il peso e le forme corporee spingono a una dieta ferrea, cui fanno segui­to le abbuffate; dopodiché arriva­no inesorabili i sensi di colpa, che portano al vomito autoindotto. Poi si ricomincia da capo.

Il vomito autoindotto può provo­care disidratazione, squilibri elet­trolitici e uno stato di grave mal­nutrizione. I primi sintomi sono stanchezza, sonnolenza e crampi muscolari. Quando il di­sturbo diventa più grave possono comparire abbassamenti della pressione sanguigna, il ritmo cardiaco diventa irregolare e, nelle donne, possono scomparire le mestruazioni. Rispetto all’ano­ressia è una psicopatologia più va­riegata: a volte, alla sua origine, ci sono abusi o gravi traumi subiti durante l’ infanzia, che si manife­stano con l’esigenza di esternarli attraverso il vomito.

Fonte http://www.consumercare.bayer.it/ebbsc/export/sites/cc_it_internet/it/Sapere_and_Salute/articoli/Febbraio_2010/09_Primo_piano.pdf

Mania per il cibo salutare: ortoressia

I segnali d’allarme sono tanti: rifiutarsi di mangiare un’insalata con le foglie tagliate perché ha perso proprietà nutritive. Considerare il formaggio un cibo pericolosamente malsano. Sentirsi intossicati se si è ceduto di fronte a una barretta di cioccolato. A volte “mangiare sano” diventa una vera e propria ossessione. Peggio: uno scudo dietro cui si nasconde un disturbo alimentare subdolo: l’ortoressia.

Chi ne soffre si impone una dieta fatta di regole ferree: si comincia con una scelta maniacale dei cibi ritenuti “puri” per arrivare poi, gradualmente, a limitare anche quelli. Alla fine nel piatto resteranno pochissimi alimenti, tanto da causare conseguenze gravi per la sopravvivenza stessa, proprio come succede con l’anoressia e la bulimia. La scorsa estate, i dati di un’indagine sociologica hanno costretto il National Health Servite britannico a lanciare l’allarme, perché non si tratta più di qualche caso isolato.

 C’è chi arriva perfino a rifiutare frutta e verdura colti da più di 15 minuti. Per non parlare della carne, di solito tra i primi alimenti a finire nella lista dei sospettati. La cosa grave è che chi soffre di ortolessia si “mimetizza” facilmente. La scusa è quella di preoccuparsi della propria salute, scegliendo alimenti sani: obiettivo politicamente corretto e soprattutto socialmente accettato. Peccato che invece nasconda un comportamento ossessivo, una mania, un disturbo:

Scopri di più

Vigoressia, ovvero il complesso di Adone

vigoressia

Avere un fisico statuario, asciutto e muscoloso e vedersi magri e flaccidi. Fare tutto ciò che si ritiene in proprio potere per porre rimedio a quella che appare come una situazione catastrofica: allenamenti estenuanti, diete rigidissime, assunzione di integratori di qualunque tipo…e continuare a vedersi uguali a prima. E’ questa la vigoressia, un disturbo psichico che affligge soprattutto gli uomini, ma anche le donne, e che investe, esattamente come anoressia e bulimia, la percezione della propria fisicità.

La vigoressia fu identificata come disturbo già nel 1993 da Pope, Katz e Hudson che la definirono prima come anoressia al contrario, poi come dismorfia muscolare e la descrissero come una condizione patologica che conduce la persona al progressivo isolamento sociale e all’uso di steroidi. L’allarme è stato però rilanciato nel nostro paese dal Professor Emilio Franzoni, direttore del reparto di Neuropsichiatria infantile e del centro per i disturbi del comportamento alimentare dell’Università di Bologna, in occasione dell’edizione 2008 della fiera del fitness “Rimini wellness”.

Scopri di più

Contro voglia di dolci e crisi bulimiche provate milkweed

milkweed contro voglia di dolci

Certe persone tendono a rimpinzarsi di cibo e dolci e ogni volta che sono “pressate” dalle responsabilità, dai doveri e responsabilità, dai doveri o dai problemi della vita quotidiana. E se per alcuni le abbuffate sono solo un episodio occasiona­le, per molti altri si tratta di eccessi alimen­tari continuati o di autentiche crisi buli­miche: si mangia troppo, fino a stordirsi, come per dimenticare gli obblighi e le richieste del mondo esterno.

Questo modo autodistruttivo di sfuggire alla realtà è tipico di tanti soggetti insicuri, fragili e incapaci di gestire la propria vita in modo autonomo. Quando incontrano qualche problema (o, come spesso accade a settembre, se devono affrontare il ritorno alla realtà), invece di darsi da fare per risolvere la situazione con le proprie forze cercano soste­gno nel cibo o in un bicchiere di troppo come per “regalarsi”  un illusorio senso di benessere.

 L’essenza californiana di Milkweed aiuta ad affrontare la vita in modo più maturo e re­sponsabile, senza sfuggire ai problemi. Il ri­medio diminuisce il bisogno di “tirarsi su” mangiando in modo incontrollato, stimolan­do per contro la capacità di autonomia e di fi­ducia nelle proprie risorse. Il nostro fiore californiano agisce sulla fragilità del carattere rendendoci più “forti” davanti al richiamo dei cibi golosi. Risulta quindi efficace in questi casi:

Scopri di più

Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei

dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei

Alzi la mano chi non ha mai sentito pronunciare la frase “dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei”. Rivisitata e riadattata in una moltitudine di varianti non sempre azzeccate (dimmi come mangi e ti dirò chi sei, dimmi con chi mangi e ti dirò chi sei e persino dimmi come mangi il gelato e ti dirò chi sei) questa massima fu pronunciata per la prima volta dal politico e “intellettuale gastronomo” francese Jean Anthelme Brillat-Savarin (1755-1826) che la incluse, insieme a molte altre, nel suo libro “La fisiologia del gusto”, una raccolta di riflessioni, consigli, aneddotti e massime, appunto, sul cibo e sui suoi aspetti gastronomici e sociali.

Questa “semplice” battuta è giunta noi attraverso i secoli  e si mantiene a mio avviso più attuale che mai. Torna infatti a farsi viva la coscienza, un tempo salda ma già da un po’ intorpidita da logiche di mercato non sempre rispettose della nostra salute, che davvero “noi siamo ciò che mangiamo”, nella misura in cui proprio dai cibi di cui ci nutriamo dipende non solo la nostra stessa sopravvivenza, ma anche il nostro stato di benessere psico-fisico.

Scopri di più