Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei

dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei

Alzi la mano chi non ha mai sentito pronunciare la frase “dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei”. Rivisitata e riadattata in una moltitudine di varianti non sempre azzeccate (dimmi come mangi e ti dirò chi sei, dimmi con chi mangi e ti dirò chi sei e persino dimmi come mangi il gelato e ti dirò chi sei) questa massima fu pronunciata per la prima volta dal politico e “intellettuale gastronomo” francese Jean Anthelme Brillat-Savarin (1755-1826) che la incluse, insieme a molte altre, nel suo libro “La fisiologia del gusto”, una raccolta di riflessioni, consigli, aneddotti e massime, appunto, sul cibo e sui suoi aspetti gastronomici e sociali.

Questa “semplice” battuta è giunta noi attraverso i secoli  e si mantiene a mio avviso più attuale che mai. Torna infatti a farsi viva la coscienza, un tempo salda ma già da un po’ intorpidita da logiche di mercato non sempre rispettose della nostra salute, che davvero “noi siamo ciò che mangiamo”, nella misura in cui proprio dai cibi di cui ci nutriamo dipende non solo la nostra stessa sopravvivenza, ma anche il nostro stato di benessere psico-fisico.

E’ risaputo infatti come uno stile di vita alimentare poco sano, spesso caratterizzato dal consumo smodato di cibi ipercalorici e/o poco nutrienti, tipicamente di produzione industriale, a fronte di un ridotto consumo di alimenti vegetali e di una errata ripartizione dei macro nutrienti (quali proteine, carboidrati, grassi e zuccheri) nella dieta quotidiana, incida in maniera negativa sul nostro stato di salute.

E’ evidente inoltre come il rapporto di ciascuno di noi con il cibo sia correlato con la nostra condizione di benessere o malessere interiore: non è un caso infatti se questo risulta alterato in presenza di condizioni di sofferenza o disagio psichico e se talune gravi patologie psichiche, quali anoressia e bulimia, si manifestino proprio attraverso il coinvolgimento di questa sfera vitale.

Curarsi di ciò che si mangia dunque è fondamentale ed equivale ad avere cura della totalità della propria persona.

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