Ricette light vegetariane: verdure in agrodolce

Sempre più persone decidono di diventare vegetariane, e nel momento in cui avviene questa scelta, si mettono alla ricerca di nuove gustose ricette a base di sole verdure. Oggi vi presentiamo una preparazione che rispetta questa linea, ovvero quella delle verdure in agrodolce, un piatto salutare a base dei migliori ortaggi di stagione, saporito, grazie all’apporto di numerose erbe aromatiche, e leggero: contiene, infatti, solo 82 calorie a porzione.

Verdure in agrodolce

Ingredienti

250 grammi di cavolfiore, 250 grammi di bietole, 4 cavolini di Bruxelles, 8 cipolline, 2 carciofi, 2 carote, un limone, 2,5 dl di vino Moscato, 1,5 di aceto di mele, 30 grammi di uvetta, anice stellato, chiodi di garofano, semi di cardamomo, alloro, 30 grammi di olio extravergine di oliva, sale grosso e pepe in grani.

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Differenze tra cioccolato fondente e al latte!

Cioccolato si o no? Spesso è un vero dilemma dover decidere se cedere o meno alla tentazione di gustare questo divino ali­mento (il nome ufficiale della pianta del cacao è theobroma, ovvero dal greco theos, Dio,  e broma, bevanda, e quindi “bevanda degli dei“), che però è molto nutriente e calorico. Il problema non sta tanto nel cacao in sé, quanto nella lavorazione e in tutto quanto viene aggiunto (mandorle, nocciole, aromi, frutta ecc.) per trasformare i semi dei frutti di questa pianta tropicale in tavolette o praline.

 La differenza tra cioccolato fondente e al latte dal punto di vista calorico non è così marcata. Infatti, se 100 grammi di cioccolato al latte ap­portano in media 560 calorie, una tavoletta fondente di pari peso ne fornisce circa 540. Però, mentre il primo è più ricco di proteine per via del latte (8% contro 5% circa) e ha più grassi (37% contro 34%), il fondente non ha colesterolo, presente invece nella versione al latte in misura del 16% circa, e contiene più fibre (fino al 14%, contro le 0-2% di quello al latte).

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Cipolla, rimedio naturale contro l’alopecia aerata

Adesso è possibile combattere l’alopecia aerata grazie ad un rimedio naturale: la cipolla. L’alopecia aerata, è una forma di calvizie particolare e piuttosto diffusa; consiste nella rapida caduta dei capelli da aree ben delimitate della testa, spesso circolari e dai limiti piuttosto netti ma può interessare, oltre che la testa, anche la barba e altre superfici pelose. L’alopecia insorge improvvisamente ed ha un andamento imprevedibile; a causarla possono essere fattori diversi, dall’effetto collaterale di determinati trattamenti farmacologici al forte stress o ancora può insorgere come conseguenza di malattie infettive.

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La dieta delle combinazioni alimentari

La dieta delle combinazioni alimentari è un modello alimentare creato dal Dottor Herbert M. Sheldon che si basa sul principio che il nostro organismo sia in grado di digerire qualsiasi alimento a prescindere dal modo in cui viene fornito; da ciò deriverebbero i problemi digestivi di cui soffrono molte persone. Il Dottor Sheldon suddivise i cibi per classi, e studiò gli effetti che le varie combinazioni tra di esse potevano avere sulla digestione.

Numerosi esperti considerano errata la teoria del Dottor Sheldon perché prevede la nutrizione fondata sul momento della digestione e sulle associazioni correte o scorrette di alimenti in base al loro livello di digeribilità; in realtà, la digestione è soltanto uno degli aspetti della nutrizione e quindi un regime alimentare non si può basare solo su quello.

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Dimagrire 3 chili con i piatti giusti

perdere 3 chili

Per dimagrire, bisogna creare un deficit energetico tra le calorie in entrata (col cibo) e le calorie in uscita (smaltite col fabbisogno energetico per vivere e agire). Ad esempio, a fronte di un fabbisogno energetico di 2000 calorie è conveniente proporre una razione alimentare giornaliera da 1500 calorie, meno drastica, più gratificante, più gestibile della classica dieta da 1200 calorie, che spes­so risulta troppo severa. Con questa impostazione si dimagrisce senza stress 500 g alla settimana, che diventano 700 g rinuncian­do all’ascensore, alle scale mobili e, qualche volta, all’automobile.

 Anche chi ama un piatto non propriamente dimagrante, come appunto la frittata, può comunque concedersela operando dei sem­plici correttivi.

  • Prima di tutto, la frittata dovrà tendenzial­mente diventare un piatto unico (accompa­gnata da contorni di verdure) o un dessert, se prevede frutta e ingredienti dolci.
  • La frittata andrà inserita in un regime die­tetico variato, che attinga ogni giorno dai cinque gruppi alimentari fondamentali il giusto apporto calorico. Per una razione ali­mentare giornaliera equilibrata da 1500 kcal distribuisci così le calorie: Cereali, 600 kcal (rappresentati da 4 bi­scotti secchi, 80 g di pasta o riso, 80 g di pane integrale); Ortaggi e frutta, 300 kcal (pari a un chilo di ortaggi e 250 g di frutta); latte e derivati, 250 kcal (200 g i latte parzialmente scremato, mezza mozzarella); carni-pesci-uova-legumi, 200 kcal (un uovo, 100 g di piselli freschi, 100 g di gamberettí); condimenti, 150 kcal (3 cucchiai da tè di olio extravergine d’oliva).

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La cottura in umido

cottura brasata

Oggi continuiamo il nostro viaggio all’interno dei metodi di cottura parlando della cottura in umido; in senso tradizionale, quella in umido è una cottura mista perché prevede che il cibo venga prima rosolato in padella e poi cotto un liquido. Per effettuare questo tipo di cottura si possono usare casseruole, padelle o pentole in terracotta. Le cotture in umido si possono dividere in due gruppi: le cotture brasare e le cotture stufate.

La cottura brasata è un metodo di cottura di origine rurale: non per niente il termine brasato deriva da “brasi” che in piemontese significa braci, in quanto i contadini mettevano il cibo in una casseruola ricoperta di braci. Il brasato viene effettuato in forno, ma si differenzia dall’arrosto in quanto va fatto in un contenitore chiuso che impedisce al vapore di uscire, per cui, il cibo viene cotto in parte per immersione nel liquido di cottura e in parte al vapore.

La brasatura è ideale per la carne, sia rossa che bianca, e per la selvaggina, ma può essere usata per cuocere qualsiasi cibo; in particolare, le carni ricche di tessuto connettivo sono adatte per essere brasate in quanto durante la cottura si inteneriscono e diventano succose; il liquido prodotto dalla brasatura può esser filtrato o usato come accompagnamento. La cottura brasata non è una cottura grassa in quanto è possibile controllare la quantità di grassi aggiunti; la rosolatura può essere fatta con poco olio e il liquido di cottura non necessità di ulteriori grassi.

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Dieta vegetariana e carenze nutrizionali

Appena ieri vi abbiamo parlato dei benefici per la salute ottenibili osservando uno stile alimentare di tipo vegetariano; oggi invece faremo il punto sulle eventuali carenze nutrizionali cui si potrebbe incorrere escludendo dalla propria dieta carni, pesci e persino, nella dieta latto-vegetariana e vegana, i loro derivati.

Le carenze più frequenti in una dieta vegetariana sono quelle di ferro, calcio e vitamine D e B12; ma mentre la carenza di ferro riguarda tutti i vegetariani, quella di calcio riguarda soprattutto chi segue una dieta vegan, che, come abbiamo già visto, prevede l’esclusione dalla dieta anche dei cibi derivati da animali quali latte e uova.

Tuttavia, poichè le fibre e altre sostanze presenti in abbondanza nei vegetali limitano l’assorbimento intestinale di calcio è fondamentale anche per chi segue una dieta vegetariana meno estrema assicurarsi che l’apporto giornaliero di calcio sia sufficiente, mentre i vegan dovranno necessariamente ricorrere a integratori alimentari che contengono questo minerale. Sempre l’esclusione di latte e latticini espone i vegani al rischio di carenza di vitamina D.

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La cura rassodante del cioccolato

cioccolato rassodante

Prima di acquistare il cioccolato sarebbe necessario leggere con cura l’etichetta e verificare il tipo di grassi che contiene: il burro di cacao, estratto con un processo di esposizione ad alte pressioni e temperature, è un grasso per lo più saturo, quindi da questo punto di vista non molto diverso da quelli animali (come il burro vaccino). Però, se questo ingrediente viene sostituito con grassi alternativi, il cioccolato può essere ancora più a rischio, perché rispetto ai grassi vegetali surrogati, il burro di cacao ha il pregio di non contenere grassi idrogenati o nella forma “tran”, che sono no­civi all’organismo.

Per legge, la presenza di eventuali surrogati del burro di cacao va infatti indicata in percentuale, e non deve essere superiore al 5%. Vale la pena di ricordare che tra i principali surrogati di burro di cacao ci sono quello d’lllipè, di karité, il kokum, quello prodotto dall’olio di palma, di colza e di mango e il grasso di shorea: tutte que­ste sostanze appunto possono essere miscelate in parte al burro di cacao, in modo tale da raggiun­gere la componente grassa necessaria per l’impasto del cioccolato. I prodotti con questo tipo di grassi andrebbero evitati. Soprattutto per via dei flavonoidi contenuti nel cacao, che hanno un’azione vaso protet­trice, il cioccolato (soprattutto quello amaro) contrasta l’ossidazione del colesterolo LDL (quello «cattivo”) e previene la formazione di trombi.

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Dieta vegetariana, i principi

dieta vegetariana principi

La scelta di diventare vegetariani può essere dettata da ragioni diverse: alcuni diventano vegetariani per motivi etici, ossia perchè rifiutano di nutrirsi della carne di altri esseri viventi, altri per motivi religiosi, si vedano i seguaci delle religioni orientali, altri ancora per i benefici che seguire una dieta vegetariana può apportare alla salute. A tutte queste ragioni si aggiunge l’evidenza che un regime alimentare che esclude la carne permetterebbe un migliore utilizzo delle risorse alimentari su scala mondiale.

Si pensi infatti che mentre un ettaro di terra coltivato a soia produce 1.800 chili di proteine vegetali, la medesima superficie adibita per il pascolo permette invece di ottenere solo 60 chili di proteine animali; ne consegue che se  tutte le aree dedicate al foraggio per animali venissero impiegate a scopi agricoli, la disponibilità di risorse alimentari aumenterebbe in maniera considerevole.

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Come ridurre la fame e perdere chili

Gli alimenti che possono ridurre il colesterolo “cattivo” (LDL) sono soprattutto quelli ricchi di antiossidanti come i carotenoidi, la vitamina E e C, lo zinco e il selenio. Queste sostanze si trovano soprattutto in avena, fagioli secchi, olio extravergine di oliva spremuto a freddo, aglio, cipolle, mandorle e noci, carote, mele, pesce (specialmente quelli grassi come il salmone o le sardine senza olio, le ostriche e le cozze) e in particolare in tutti i cereali integrali ricchi di fibre solubili (cerca la percentuale di fibre solubili sull’etichetta).

 L’ideale è assumere i cereali grezzi (fiocchi d’avena ma anche pane di segale o riso soffiato) a colazione, con latte vegetale (di riso, soia o mandorle, ottimi anti colesterolo). L’estratto secco di foglie di carciofo (Cynara scolymus) facilita l’azione del fegato ed elimina le ultime tracce di colesterolo. Grazie alla ricca presenza di flavonoidi ha anche una funzione antiossidante. Per un azione potenziata e completa, soprattutto se hai seguito per molto tempo una dieta grassa, più associare il carciofo ai due rimedi (caigua e riso rosso fermentato) .

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Il the verde, antica bevanda benefica

Black iron asian teapot with sprigs of mint for tea

ll The Verde (nome scientifico Camelia Sinensis) è una varietà cinese di Long Jing, pianta ricca di elementi benefici per la salute, come i polifenoli e le catechine, sostanze che aiutano l’organismo con un effetto drenante e antiossidante. Già nell’antichità i cinesi sapevano che il the verde aveva il potere di guarire il mal di testa, e li aiutava ad eliminare le tossine ed a preservare la giovinezza. Ma solo nell’ultimo ventennio numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato che i polifenoli presenti nel the verde sono potenti antiossidanti (più potenti anche della vitamina C ed E) ed hanno effetti anti- cancerogeni , anti-invecchiamento e azione probiotica; le catechine invece aiutano a migliorare alcune malattie e diversi disturbi dell’organismo.

In studi realizzati in laboratorio con alcuni topi si è dimostrato che le alte concentrazione di catechine aiutano a diminuire i livelli di colesterolo nel sangue e a mantenerlo dentro i parametri considerati normali. La Rivista di Nutrizione Clinica Americana ha pubblicato uno studio in cui si dimostra la relazione tra il consumo di the Verde e la perdita di peso, rendendolo un aiuto al problema dell’obesità, grazie all’effetto drenante e accelerante del metabolismo di questa bevanda.

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L’indice di sazietà

Inutile negarlo, il vero nemico delle diete è lo stimolo della fame, che ci coglie all’improvviso e che ci può far mangiare cose che, in situazioni “normali” non mangeremmo; proprio per questo, quando si inizia una dieta è bene considerare l’indice di sazietà degli alimenti consentiti. Questo dato, insieme a quello dell’appetibilità dei cibi, è importante esattamente come il calcolo delle calorie.

L’indice di sazietà, ovvero il grado di sazietà che dà un alimento, è stato studiato per la prima volta nel 1995 dalla ricercatrice australiana Suzanna Holt; dal suo studio è emerso che i fattori più importanti che determinano l’indice di sazietà sono: la densità calorica, ovvero le calorie contenute in 100 grammi di alimento: in poche parole, l’indice di sazietà diminuisce quando aumenta la densità calorica; le fibre che saziano facilmente, i macronutrienti, ovvero i cibi ricchi di proteine ma poveri di grassi hanno un alto indice di sazietà, al contrario dei carboidrati e dei grassi.

Dagli studi è emerso che i cibi più sazianti, eccezioni a parte, sono la verdura, la frutta, le carni e i pesci magri e lo yogurt; inoltre, ancora una volta è stato confermato come i cibi più calorici siano anche quelli meno sazianti.

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Frittata leggera e sgonfiante con ortaggi e spezie

Vi suggeriamo quest’oggi una serie di idee per realizzare delle ottime omelette o frittatine (qualora preferissimo il corrispondente italiano!) da degustare durante un pranzetto o cenetta infrasettimanale. Sono ricette facili e veloci e soprattutto leggere!  

Frittata fontina e salmone: super rassodante

Ingredienti (per una persona)

  •  Un uovo
  • 20 g di fontina
  • 30 g di salmone affumicato
  • 100 g di erbette
  •  un cucchiaio di olio extravergine di oliva
  •  peperoncino e sale q.b.

Preparazione:

Sbattere l’uovo in una ciotola e unire sale e peperoncino. Lessare e strizzare le erbette. Tagliare la fontina a listarelle. Versare l’olio in una padella antiaderente e scaldare. Aggiungere l’uovo sbattuto a cucchiaiate. Far rapprendere bene e scuotere la padella in modo che l’uovo non si attacchi al fondo. Quando l’uovo è rappreso, mettere ai centro le erbette lessate (ben strizzate), la fontina e le fettine di salmone affumicato. Richiudere l’omelette su se stessa e rivoltarla sull’altro lato.

 

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La dieta Weight Watchers

La dieta Weight Watchers è nata negli anni ’60 in America da un’idea di Jean Nidetch, la quale voleva mettersi a dieta senza rinunciare ai piaceri del cibo e che quindi decide di creare delle riunioni periodiche con le amiche per scambiarsi consigli e suggerimenti per perdere peso e per supportarsi psicologicamente.

Visto il successo delle riunioni, la signora Nidecht decise di chiedere aiuto ad un gruppo di medici, i quali elaborarono scientificamente la dieta, ma sempre tenendo presente il concetto di auto aiuto, in quanto uno degli elementi che garantisce il successo della dieta è proprio il senso di solidarietà e di emulazione del gruppo; non a caso, durante le riunioni Weight Watchers, vengono esposte le proprie difficoltà e i propri successi, il tutto coadiuvato da psicologi e nutrizionisti.

In poche parole la dieta Weight Watchers è un regime alimentare ipocalorico da circa 1200-1300 calorie giornaliere, da seguire per minimo tre settimane, e che si basa sull’insegnamento di “trucchetti” per controllare le calorie, come ad esempio usare il dolcificante al posto dello zucchero, non mangiare il pane fuori dei pasti, togliere il grasso dalla carne e bere molta acqua.

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La dieta vegetariana, le diverse tipologie di vegetarianesimo

Sotto la locuzione dieta vegetariana vanno in realtà almeno tre tipologie differenti di vegetarismo (o vegetarianesimo): il latto-ovo-vegetarismo, il latto-vegetarismo e la dieta vegan (detta anche vegetaliana). Si tratta di modelli alimentari accomunati dall’eliminazione, per motivi etici, ambientali, sociali o di salute, di cibi di origine animale; ma mentre la dieta lacto-ovo-vegetariana contempla l’esclusione dalla dieta delle sole carni, all’estremo opposto il veganismo oppone il proprio rifiuto non solo ai cibi animali, ma anche ai loro derivati.

Vediamole una per una:

Latto-ovo-vegetarismo

Dalla dieta lacto-ovo-vegetariana sono esclusi la carne e suoi derivati, il pesce, i molluschi e i crostacei. Sono invece permessi il latte, le uova e i rispettivi derivati. Ha il vantaggio di comportare carenze nutrizionali minori rispetto alla dieta vegana e latto-vegetariana, grazie proprio al consumo di alimenti di origine animale.

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I broccoli, rimedio contro il cancro

I broccoli aiutano a combattere il cancro al fegato. Secondo uno studio condotto in Cina, infatti, il consumo di questi vegetali aiuta l’organismo a eliminare le tossine cancerogene, causa della formazione di questo tipo di male.

Lo studio, condotto da un gruppo di ricercatori della Johns Hopkins University School of Medicine e della Bloomberg School of Public Health, in collaborazione diversi centri oncologici di Shanghai e del Minnesota, è stato eseguito nella provincia di Jiangsu, un’area rurale situata vicino Shanghai in cui la presenza di persone predisposte al cancro al fegato è estremamente alta, a causa del consumo di cibi contaminati con una sostanza cancerogena ambientale. Preparati i germogli di broccoli sotto forma di estratto liquido (ricco di sulforafano glucosinolato), in modo tale da assicurare dosaggi standard, la ricerca ha avuto inizio.

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Carboidrati, alimento fondamentale per dimagrire

eliminare i carboidrati

Sfogliando una qualsiasi rivista in cui si parla di diete, si legge che per perdere peso è importante ridurre l’apporto dei carboidrati all’interno dell’alimentazione. E´vero, soltanto che il più delle volte la parola “ridurre” viene trasformata in “eliminare” tali sostanze dall´organismo. Niente di più sbagliato.

Infatti tutti i prodotti derivati dal grano sono essenziali in quanto sono il carburante delle nostre cellule: apportano amidi che rilasciano con lentezza il glucosio, che nutre le nostre cellule e determina una produzione di insulina ridotta e continua nel tempo.

La via più breve e diseducativa per perdere peso è quella di limitare drasticamente questo tipo di alimenti. Il rischio di alimentarsi prevalentemente con prodotti proteici, come la carne, è che l’organismo, per compensare le funzioni che di norma svolgerebbero gli amidi, trasforma le proteine della carne in glucosio, producendo in questo modo scorie che i reni devono eliminare.

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