Il peperoncino, termosifone naturale del corpo

Siamo quasi in primavera è vero, ma il clima è ancora freddo. Per combattere le conseguenze dell’esposizione a pioggia, vento e in alcune regioni di Italia anche alla neve, o ad una temperatura molto bassa, ed evitare di prendere raffreddori ed influenze, o semplicemente di infreddolirsi, è necessario migliorare le abitudini alimentari, facendo un più ampio uso di peperoncino.

Lo suggerisce il risultato di uno studio condotto da un team di ricercatori guidati dal dott. Yasser Ahmed Mahmmoud dell’Università di Aarhus, in Danimarca, che dimostra come il peperoncino piccante sia l’unico composto alimentare in grado di attivare in maniera diretta la termogenesi, un particolare processo metabolico che consiste nella produzione di calore da parte dell’organismo, soprattutto nel tessuto adiposo e muscolare, ottenuto attraverso il consumo di grassi, che serve a determinare la temperatura corporea.

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La dieta del limone

dieta del limone

Se siete tra coloro che amano il sapore acre ma succoso di un bel limone, non potete fare a meno di provare la dieta del limone, che promette in una settimana di far perdere un paio di chili. Tranquille, a dispetto del nome non dovrete mangiare limone a colazione, pranzo e cena, il principio è sfruttare le qualità antiossidanti e la gran quantità di vitamina C contenuta nel limone bevendo limonata al risveglio e acqua in abbondanza per tutto il giorno, ovviamente abbinata ad un’alimentazione ipocalorica.

Il limone e l’acqua, infatti, sono ottimi per stimolare l’apparato digerente, per eliminare le scorie e per migliorare il transito intestinale; inoltre, contribuiscono a diminuire l’appetito in modo naturale.

Al risveglio è necessario bere il succo di un limone appena spremuto diluito in un bicchiere d’acqua calda, e durante la giornata consumare almeno 8 bicchieri d’acqua, avendo cura di bere lontano dai pasti, perché aiuta a controllare l’appetito.

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Una dieta senza carboidrati fa male al cuore

In genere, quando si inizia a seguire una dieta, la prima cosa che si tende a fare è eliminare o ridurre in modo drastico i carboidrati, nella convinzione che siano loro i principali responsabili degli accumuli di grasso.

In realtà, eliminare i carboidrati dalla dieta è sbagliato, prima di tutto perché potreste mettere a rischio la salute con le diete fai da te, e poi perché le diete low carb fanno innalzare i livelli di colesterolo cattivo nel sangue, provocando danni al cuore e alla circolazione. Le diete low carb sono quelle che riducono drasticamente i carboidrati dai pasti.

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Programma contro cedimenti e smagliature

Il programma snellente a base di estratti proteici rassodanti comprende alcuni semplici trattamenti da ripetere 2-3 volte alla settimana per cicli di un mese. Basta un’ora di tempo, preferibil­mente la sera: dapprima si eliminano le cellule morte con un gommage a base di crusca e miele, in modo da restituire all’ epidermide la giusta ossigenazione; poi si procede con il bagno e il massaggio al latte e agli estratti di lumaca, che riattivano il collageno. E, se sei co­stante, già dopo un mese noterai che la pelle è più tesa, elastica e compatta, ed eventuali smagliature saranno meno evidenti.

Prima di tutto fai un gommage: la lieve azione esfoliante della crusca, che trovi nei negozi di cibi naturali, unita ai suoi principi nutritivi, libera la cute dalle scorie, apre i pori della pelle e ne stimola la rigenerazione. Il miele invece grazie alla sua ricchezza di enzimi, ha un effetto rassodante. Prepara lo scrub: la sera, prima del bagno, amalgama una tazza di crusca con un po’ di acqua tiepida fino ad ottenere una pastella di media consistenza. Aggiungi 2 cucchiai di miele grezzo, mescola e poi massaggia il composto sul corpo con un certo vigore, insistendo sui punti meno tonici.

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Salsa di soia, calorie e valori nutrizionali

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La salsa di soia è senza dubbio l’ingrediente della cucina orientale maggiormente noto e diffuso nei paesi occidentali; viene ottenuta dalla lavorazione dei semi di soia cui vengono aggiunti grano tostato, acqua e sale. Più precisamente esistono due tipologie principali di salsa di soia: lo Shoyu, che prevede l’aggiunta di frumento e il Tamari, che in realtà è solo una variante dello shoyu, che viene preparata senza frumento. Entrambe subiscono un processo di fermentazione naturale che dura 12-18 mesi, e si usano in purezza per condire insalate, verdure stufate, cereali, brodi, zuppe ecc. o come ingredienti per la preparazione di altre salse.

Tra le qualità nutritive della salsa di soia spicca senza dubbio il contenuto di sostanze antiossidanti, che è dieci volte maggiore rispetto a quello del vino rosso; tuttavia questa presenta anche un alto contenuto di sale e glutammato che la rendono sconsigliabile in diete povere di sodio e costituiscono per tutti un invito a consumarla con molta moderazione. Inoltre, quando addizionata di frumento, come nel caso dello shoyu giapponese, la salsa di soia è controindicata in caso di celiachia.

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Cardio Fish, il nuovo corso di acquafitness per tonificare i muscoli

cardio fish

La nuova frontiera dell’acquafitness si chiama Cardio Fish, ed è una disciplina che mixa i gesti e gli esercizi di diversi sport, dal nuoto al jogging, dalla kickboxing allo stretching. Il Cardio fish può essere praticato da chiunque, a prescindere dall’età, dal livello di allenamento e dalla confidenza con l’acqua; viene praticato immergendosi in piscina fino all’altezza del petto e vengono proposti movimenti a corpo libero, ossia eseguiti senza attrezzi, che coinvolgono tutti i muscoli del corpo.

Una lezione di Cardio Fish dura 45 minuti e prevede 5 minuti iniziali di riscaldamento, 35 minuti di lavoro vero e proprio e 5 minuti di defaticamento; l’abbigliamento previsto per questa disciplina è il classico costume da acquafitness, che permette di compiere in libertà tutti i movimenti, la cuffia per proteggere i capelli, mentre non sono necessarie le scarpette antiscivolo.

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Per rassodare servono miele, latte e mele!

La pelle che “cede” ci sta dando un segnale ben preciso: è troppo piena di tossine e non à riesce più a rigenerarsi. Un eccesso di scorie, infatti, rallenta o addirittura impedisce la nuova formazione di collageno, la sostanza che è alla base di un’epidermide compatta e senza celluli­te. Di conseguenza la pelle diventa opaca, flacci­da e priva di tono. Soprattutto a fine inverno, quando la pelle co­perta da numerosi strati di vestiti pesanti non riesce a essere ben ossigenata, le flaccidità diven­tano più evidenti.

E se non vuoi rischiare di arri­vare alla bella stagione in linea ma con la pelle cadente, affidati a miele, latte ed estratto di lu­maca: i nuovi e potenti tonificanti naturali. La prima mossa da fare per ottenere un effetto rassodante sui tessuti flaccidi è seguire una cura depurativa a base di un eccezionale frutto spazzino: la mela. Per tutto marzo ogni mattina bevi un centrifugato di mela, o se non hai la centrifuga, un bicchiere di succo di mela trasparente senza zucchero; come spuntino pomeridiano, gusta una mela fresca o cotta la forno con una spolverata di zucchero di canna e cannella.

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Avena selvatica contro l’invecchiamento cerebrale

L’avena selvatica, appartenente alla famiglia botanica delle Graminacee, viene tradizionalmente impiegata nella terapia con i fiori di Bach per il trattamento di problemi di affaticabilità, irritabilità e mancanza di concentrazione. Forse però coloro che ne hanno sentito parlare per via del suo impiego fitoterapico non sanno che si tratta di una pianta erbacea che cresce spontanea non solo nelle aree rurali, ma anche sui cigli delle strade, dove passa per lo più inosservata, ed è attualmente  considerata dai più alla stregua di un’erbaccia o, nel migliore dei casi, di un sollazzo per i bambini.

Ebbene, i risultati ottenuti da un gruppo di ricercatori australiani dell’UniSA Nutritional Physiology Research Centre non solo confermano le proprietà benefiche dell’avena selvatica (o avena fatua) ma confidano anche nel fatto che sarà proprio questa a salvarci dall’ineluttabile declino cerebrale che ci attende in vecchiaia; questo apparentemente oscuro vegetale conterrebbe infatti delle sostanze in grado di migliorare le prestazioni cognitive, soprattutto degli over  65, aumentando il flusso di sangue al cervello.

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Science in Nutrition Roma 2010: due giorni per parlare di nutrizione

Venerdì 5 e sabato 6 marzo 2010 al Centro Congressi Parco dei Principi di Roma si terrà il Secondo Congresso Internazionale Science in Nutrition 2010, al quale parteciperanno i nutrizionisti di tutto il mondo per affrontare i temi legati alla nutrizione, al ruolo dei cibi nei processi anti invecchiamento e nella prevenzione delle malattie, e quelli legati all’alimentazione degli sortivi.

Il congresso, dal titolo “Indice glicemico nella nutrizione per la salute e per lo sport” è organizzato dalla Fondazione Paolo Sorbini e vanta il riconoscimento del Ministero della Salute e il Patrocinio concesso dal Ministero della Gioventù. Durante le sessioni del congresso verranno proposti approfondimenti sull’alimentazione basata non solo sulla quantità delle calorie ma soprattutto sulla scelta di cibi con un indice glicemico basso, in grado di influenzare in modo positivo il sistema ormonale.

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Riattivare il metabolismo con le prugne secche

Un alto contenuto di minerali, tra cui potassio, magnesio e zinco, rende le prugne secche particolarmente indicate per mantenere il delica­to bilancio dell’equilibrio idroelettrolitico dell’or­ganismo, con benefici effetti sul metabolismo. In più, le prugne secche aiutano a conservare tonici e sodi i tessuti per via delle loro proprietà antiossi­danti dovute alla concentrazione di vitamina A (circa 19 mcg per etto), betacarotene e zinco. Grazie a una nuova tecnica di misurazione chiama­ta ORAC, che determina la capacità di tutte le so­stanze presenti negli alimenti di bloccare i radicali liberi è possibile individuiare le proprietà antiossi­danti di frutta e verdura, ed è inoltre consigliato consumare circa 3000-3500 unità al giorno.

Ebbene: la prugna secca raggiunge ben 5770 unità di ORAC ogni etto. Ne bastano quindi una decina al giorno per evitare smagliature e flaccidità. Per sfruttare al meglio le proprietà lassative delle prugne secche, provate a metterne a bagno 3-4 la sera prima di andare a dormire, per poi mangiarle a digiuno. Il mattino successivo bevendo sia l’acqua di ammollo sia un altro bicchiere di acqua. Attenzione comunque a non esagerare con il consumo di prugne secche, che possono causare effetti indesiderati come diarrea, meteorismo e flatulenza, dovute alla fermentazione zuccherina a livello intestinale.

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La piramide alimentare vegetariana

La Piramide Alimentare Vegetariana, oltre a rappresentare un valido ausilio per chi ha deciso di diventare vegetariano, può essere consultata, e utilizzata, anche da chi non segue, e non intende seguire, una dieta vegetariana ma più semplicemente vuole limitare il consumo di cibi animali allo scopo di tutelare la propria salute, viste le numerose ricerche che attestano come un eccesso di grassi animali esponga pericolosamente al rischio di insorgenza di patologie quali infarto e ictus e addirittura alcuni tipi di cancro.

La piramide vegetariana propone un modello alimentare basato sui seguenti gruppi alimentari:

  • Cereali integrali;
  • Legumi, frutta secca e altri cibi ricchi di proteine;
  • Verdura;
  • Frutta fresca e seccata;
  • Grassi.

I primi quattro gruppi di cibi includono anche i cibi ricchi di calcio, che rappresentano una sorta di gruppo trasversale. Come vedrete per ciascun gruppo viene indicato il numero massimo di porzioni consigliato. Il numero di porzioni di cibi ricchi di calcio consigliato è di otto.

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La dieta dei cereali integrali

dieta cereali integrali

La dieta dei cereali è una dieta che prevede il consumo di cereali sotto forma di primo piatto, a pranzo e a cena, e rigorosamente nella versione integrale; i cereali integrali, oltre ad essere sani, hanno il vantaggio di possedere un indice glicemico basso e, quindi, di far sentire sazi più lungo; inoltre, grazie alla presenza di fibre, sono utili per la regolare l’intestino.

Per cereali integrali si intendono quelli dotati di tutte le parti del chicco intero, cioè che non hanno subito processi di raffinazione, e che quindi si presentano allo stato naturale. I chicchi dei cereali sono composti dalla crusca esterna, molto ricca di fibre, dal germe interno, ricco di nutrienti, e dall’endosperma, ricco di amidi.

Quando decidete di acquistare un alimento integrale fate attenzione che nell’etichetta vi sia riportata la dicitura “farina integrale”, in quanto, a volte, possono essere stati usati prodotti raffinati ai quali viene aggiunta la crusca o altre fibre; inoltre, l’espressione “con crusca” non indica il prodotto integrale.

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Contro cellulite e grassi usa la cassia nomame

cassia nomame

La Cassia nomame è ricca di luteolina e di altre sostanze che inibiscono l’azione delle lipasi, gli enzimi del pancreas utilizzati nella digestione dei grassi ingeriti  con i cibo. In parole povere, ciò significa che questa pianta può ridurre fino al 30% l’assorbimento dei grassi, limitando così l’apporto calorico complessivo e diminuendo il livello di trigliceridi e colesterolo nel sangue.

La Cassia nomame svolge anche un’efficace azione antigonfiore, per una pancia piatta, ed agisce contro la ritenzione idrica, rappresentando così un valido rimedio contro la cellulite. Infine, l’assunzione degli estratti di questa pianta rigenera la pelle ed è particolarmente utile in caso di smagliature, per ridurle, o eliminarle, se nella prima fase. Una dieta ricca di carne, salumi, burro, formaggi e alimenti fritti provoca uno squilibrio dei metabolismo a causa dell’eccesso di grassi saturi. Ciò provoca squilibri ormonali e sovrappeso.

Se il tuo corpo è intasato dì grassi, l’adipe si accumula su fianchi, glutei e nella parte inferiore dell’addome e spesso hai la sensazione di avere la pancia gonfia. In questi casi, prendi una capsula di Cassia nomame ai pasti, mangiando. Vuoi rendere la cassia veramente efficace? Basta assumerla regolarmente, ogni giorno per un mese, e seguire queste tre semplici regole alimentari:

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Come diventare vegetariani

Se avete deciso di diventare vegetariani ma non sapete come fare, ecco a voi alcune utili indicazioni per fare il “grande salto”. Sappiate però che sebbene compiere questo passaggio non sia difficile, esso necessita comunque di una grande forza poichè comporta un cambiamento non indifferente delle proprie abitudini di vita che solo se sostenuti da una valida motivazione è possibile reggere nel tempo.

Vediamo quindi come fare per diventare vegetariani senza “scossoni” e timore di ripensamenti:

Per prima cosa provate ad intercettare alcuni piatti completamente privi di carni che vi piacciono e portateli in tavola più spesso. Non vi sarà difficile, soprattutto se la vostra scelta ricade su una dieta di tipo latto-ovo-vegetariano: è facile preparare zuppe, minestre e primi piatti con verdura anche senza l’aggiunta di alcun ingrediente di origine animale; d’altra parte anche un bel piatto di spaghetti al pomodoro è un piatto vegetariano.

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Mangiare soia protegge la prostata

soia prostata

Un team di scienziati ha recentemente dimostrato che una molecola poco nota, creata nell’intestino quando viene digerita la soia, è un potente inibitore naturale di un ormone maschile coinvolto nel tumore della prostata. Questa molecola, l’Equol, ha la capacità di arrestare completamente l’azione dell’ormone deidrotestosterone (DHT), che normalmente stimola la crescita della prostata aumentando la possibilità dell’insorgenza di questo tipo di tumore. Come afferma Kenneth Setchell, ricercatore che per primo ha identificato la molecola dell’Equol negli esseri umani alcuni anni fa

“Questa scoperta è molto importante dal punto di vista clinico, in quanto bloccare l’azione del potente androgeno DHT è un’ottima strategia per curare il cancro alla prostata. Questo metabolita naturale prodotto dagli isoflavoni della soia, che si trovano in gran quantità nei semi di soia, lo fa con notevole efficacia“.

I risultati della ricerca del dr. Serchell hanno dato vita ad altre numerose ricerche circa le proprietà dell’Equol e il suo reale coinvolgimento nella lotta contro il cancro alla prostata.

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Alimentazione dei bambini: frutta secca per essere magri

Uno spuntino goloso, sempre pronto, che incontri il gusto di bambini e ragazzi: è la cosiddetta frutta secca, un alimento su cui è facile ricevere opinioni scordanti. Fa bene? Fa male? È adatta ai più piccoli o è assolutamente te da evitare? Vediamolo insieme. Innanzitutto, è bene fare una distinzione fondamentale la frutta secca rappresentata dai semi oleosi (noci, nocciole, pistacchi, mandorle e così via) e la frutta essiccata, ottenuta dalla disidratazione (all’aria o in forno a basse temperature) di molte varietà della frutta che viene di solito consumata fresca: uva, mele, albicocche, banane, prugne

Quest’ultima è povera di grassi ma ricca di zuccheri, oltre che di fibre e può contribuire ad aiutare un intestino un po’ pigro. Di contro, però, dato l’elevato contenuto di calorie, è necessario comunque limitare i quantitativi, soprattutto in caso di ragazzi con tendenza al sovrappeso.  Diverso è il discorso per la frutta secca propiamente detta, chiamata anche frutta a guscio lipidica perché povera di zuccheri e ricchissima invece di acid igrassi: in media, il contenuto lipidico va dal 55% al 65%.

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Dimagrire. Siete disposti a tutto pur di riuscirci?

cerotto chugay

Disposti a tutto pur di dimagrire. Deve essere senz’altro così per i pazienti del chirurgo plastico californiano Nikolas Chugay che si sono fatti impiantare una maglia di polietilene all’interno della lingua per raggiungere il tanto agognato traguardo. Sembra infatti che  questo tipo di impianto, simile a un cerotto, entrando in contatto con cibi solidi, provochi una sensazione di fastidio tale durante il pasto da indurre la persona  a mangiare esclusivamente cibi liquidi e semisolidi. Il risultato? 750 calorie in meno al giorno.

Come spiega Chugay

La miniplacca ha la funzione di un interruttore; mangiare cibi solidi diventa un’operazione scomoda e questo porta le persone a dire: da oggi solo zuppe e liquidi

Dallo scorso settembre ad oggi sono 35 le persone sottoposte all’intervento che hanno perso mediamente 10 chili a testa; tutti soggetti, spiega ancora il chirurgo, che avevano già tentato ogni tipo di dieta senza alcun successo e per le quali il cibo era una sorta di droga.

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Più magre con le prugne secche

Perché le prugne ti aiutano a perdere peso? Un etto di prugne secche (circa 10 frutti) apportano tra 159 e 230 calorie. Contengono circa il 35% di zuccheri come glucosio e fruttosio, che danno subito energia e contribuiscono a far avvertire in fretta il senso di sazietà. Le prugne secche hanno anche una funzione diuretica, utile per liberare l’organismo dalle tossine d’origine alimentare. Inoltre sono ricche di fibre: ne contengono circa 10-16 grammi per etto. Ne bastano 3-4 al giorno per prevenire la stipsi.

Dopo un pasto iper calorico o un periodo di stravizi alimentari, basta consumare una decina di prugne secche al giorno per 3-4 giorni e l’organismo si depura e si alleggerisce. Nonostante siano spesso sottovalutate a livello nutrizionale, le prugne secche d’origine bio­logica, oltre ad avere un gusto e una consi­stenza accattivanti, hanno interessanti proprietà per chi intende smaltire qualche chilo. Innanzirutto sono energetiche ma senza essere troppo caloriche: infatti, un etto di prugne secche (che corrisponde più o meno a una decina di frut­ti) può apportare tra le 150 e le 230 calorie.

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