I nutraceutici, cosa sono?

nutraceutici

“Nutraceutico” è un neologismo coniato dal Dottor Stephen L. De Felice, fondatore, nel 1976, della FIM (Foundation for Innovation in Medicine). Il termine deriva dalla fusione delle parole  “nutrimento” e “farmaceutico”, e indica un alimento salutare che associa alla presenza di componenti nutrizionali dotate di alta digeribilità e ipoallergenicità, le proprietà curative di principi attivi naturali di comprovata efficacia. In altre parole, i nutraceutici non sono altro che sostanze alimentari dotate di effetti benefici sulla salute psico-fisica dell’individuo.

Questi però devono essere distinti dai cosiddetti alimenti funzionali o farmalimenti, dei quali vi abbiamo già parlato qualche tempo fa, perchè indicano più precisamente sostanze estratte dagli alimenti e non alimenti stessi che esercitano di per se stessi un’azione benefica sull’organismo se consumati regolarmente nell’ambito di una dieta equilibrata; i due termini però vengono usati spesso come sinonimi, tanto più che gli alimenti funzionali devono molte delle proprie proprie virtù al contenuto elevato di sostanze nutraceutiche.

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La dieta last minute da due giorni

dieta last minute

Ormai agosto è in arrivo e con esso anche le tante sospirate vacanze, e ormai la prova costume, se non è già stata fatta, non può essere rimandata.

Se il problema non sono i chili di troppo ma un fastidioso gonfiore addominale che vi causa un’antiestetica pancetta, proprio adesso che vi state preparando a partire, l’unica soluzione è una “terapia” d’urto, ovvero un regime dietetico last minute, piuttosto rigido ma da effettuare solo per due giorni e a patto di essere in perfetta salute.

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L’alimentazione iposodica

dieta iposodica

Come evidenziato da molti studi, noi italiani siamo grandi consumatori di sale, tanto che ne assumiamo dieci volte in più delle dosi consigliate, forse perché tendiamo a preferire i cibi saporiti rispetti a quelli con un minor apporto di sale.  

I cibi troppo salati fanno male, non solo perché provocano la ritenzione idrica e la comparsa di quel fastidioso inestetismo che è la cellulite, ma soprattutto perché troppo sale mina il benessere e la salute del nostro organismo; infatti, l’eccesso di sodio è fra le principali cause dell’ipertensione e delle malattie cardiocircolatorie. Secondo gli esperti, la dose giornaliera raccomandata di sale è compresa tra 575 e 3500 mg/giorno, e quindi per scongiurare problemi di salute, è bene attenersi a queste dosi.

La prima regola è non usare il sale per condire ma usare le spezie, come il pepe, il peperoncino, l’origano, l’erba cipollina e la maggiorana che, oltre a donare sapore ai cibi, fanno bene al nostro organismo.

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Alimentazione e ciclo mestruale, esiste un legame?

Secondo voi esiste un legame fra l’andamento del flusso mestruale e l’alimentazione? In altre parole, è vero che alcuni alimenti hanno la proprietà di ridurre od aumentare il flusso e/o i sintomi dolorosi ad esso correlati? D’altra parte, “Il cibo sia la tua medicina”, diceva Ippocrate nel VI° secolo avanti Cristo e certamente ha un proprio fondamento l’affermazione secondo la quale in caso di flusso abbondante è opportuno mangiare molta carne rossa, mentre, analogamente, se questo è scarso, sarebbe il caso di consumare più pesce, che invece fluidifica il sangue inducendone una perdita più copiosa (ammesso che ce ne sia bisogno, chiedete al ginecologo).

Sembra inoltre che in caso di mestruazioni abbondanti siano consigliati i formaggi, i frutti di colore giallo, e tutti i vegetali che contengono sostanze in grado di migliorare la coagulazione del sangue quali agrumi, kiwi e peperoni. Utile anche come accennato, consumare carni rosse e verdure a foglia verde per reintegrare il ferro perso, mentre sarebbero da evitare i cibi che fluidificano il sangue come ananas, funghi, prezzemolo, pesce, cipolle e melone il cui consumo andrebbe invece aumentato in caso di flusso scarso.

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Poca vitamina B e rischi di diventare sordo

Come ben sappiamo le vitamine, in particolari quelle appartenenti al gruppo B sono molto importanti per la salute dell’organismo. Poi ve ne sono alcune in particolare che agiscono a determinati livelli. È il caso della B9, meglio nota anche come folato o acido folico, conosciuta in tutto il mondo soprattutto per il suo utilizzo in gravidanza nel prevenire numerose complicazioni. Secondo quanto riportato sulla rivista scientifica Journal of Nutrition uno studio australiano ha scoperto che avere bassi livelli ematici di acido folico può essere collegato  a un aumento del 34% del rischio di perdere l’udito.

Un team di ricercatori dell’University of Sydney ha condotto uno studio su 2.956 persone di entrambi i sessi e di età superiore ai 50 anni. Di questi soggetti hanno esaminato i livelli ematici di vitamina B9, vitamina B12 e dell’omocisteina proprio per trovare una correlazione tra questi e il rischio della perdita di udito legata all’età. Dai dati ricavati si è scoperto che i livelli di folati al di sotto dell’11 nanomoli/litro erano associati ad un aumento di circa il 34% del rischio della perdita dell’udito.

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La dieta del gelato

dieta del gelato

Come abbiamo visto appena qualche giorno fa il gelato, se preparato con ingredienti freschi e genuini, senza l’aggiunta di addittivi e conservanti, è un alimento sano e genuino che, al contrario di altre tipologie di cibi dolci, non sempre rappresenta una vera e propria bomba calorica, soprattutto se al gusto di frutta. Il gelato di frutta infatti, apporta in media solo 138 calorie contro le oltre 200 del gelato alla crema ed è anche più povero di grassi. Meglio ancora se artigianale, a base di soia o di yogurt.

Per questo motivo molti dietologi lo promuovono a pieni voti anche nell’ambito di una dieta ipocalorica, a patto però di calibrare in maniera adeguata la scelta degli altri alimenti che si consumeranno nel resto della giornata, e sono state messe a punto diverse diete dimagranti che ne fanno una sorta di “pietanza” principe sostituendo uno dei pasti principali, comunemente il pranzo, con un bel gelato.

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Le proprietà afrodisiache della rucola

La rucola o rughetta era molto cara agli antichi soprattutto per le sue proprietà curative. I Romani, che ne consumavano anche i semi, le attribuivano qualità magiche e la utilizzavano nei filtri amorosi, ritenendola il più potente tra gli afrodisiaci. La sua coltivazione era spesso effettuata nei terreni che ospitavano le statue falliche erette in onore di Priapo, dio della virilità. Nel medioevo era proibito coltivarla nei monasteri in quanto considerata un potente eccitante.

Come affermava Plinio,

“Si crede ancora ne’ cibi sia facoltà di eccitare Venere, sì come per gli uomini è nella rughetta, e nelle cipolle per le bestie”.

Tra gli studi scientifici che cercano di dare spiegazione all’utilizzo afrodisiaco di queste piante, è interessante quello effettuato da ricercatori italiani appartenenti al dipartimento di Scienze farmacologiche dell’università di Milano e a quello di Scienze farmaceutiche e di Sanità Pubblica Veterinaria di Bologna. L’attenzione dei ricercatori si è incentrata su alcune piante utilizzate in questi casi ( Eruca sativa Mill, Ferula hermonis, Tribulus terrestris, Cinnamomum cassia e Epimedium brevicorum) ed in particolare su alcuni loro componenti in grado di inibire l’attività di un enzima chiamato Fosfodiesterasi-5 A . E’ su questo principio che si basa l’azione di alcuni noti farmaci adoperati nell’impotenza maschile.

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Succhi di frutta e nettari: scopriamo queste bevande

In estate il succo di frutta è una bevanda molto utilizzata come sostituto all’acqua perché è in grado di rinfrescare, dissetare e nello stesso tempo gratificare il palato con il gusto della nostra frutta preferita. La domanda che presto o tardi tutti si fanno è: il succo di frutta contiene molte calorie? Innanzi tutto dobbiamo fare una distinzione tra succhi di frutta e nettari.

I succhi di frutta sono costituiti al 100% da frutta, e può esserci lo zucchero oppure no, i nettari invece hanno solo il 30 o il 50% di succo o polpa di frutta e vi sono aggiunti sia zucchero che acqua. Per quanto riguarda le calorie, esse variano a seconda del tipo di succo; in linea generale, in 100 g. di prodotto sono contenute dalle 25 alle 60 calorie che però aumentano nei nettari fino ad arrivare a 145 ogni 100 grammi.

Calorie a parte, i succhi di frutta, ma anche i nettari, sono nutrienti oltre che dissetanti, perché forniscono diversi sali minerali come magnesio, potassio e calcio; inoltre contengono antiossidanti come betacarotene e vitamina C. Scarseggiano le fibre, che si perdono durante la lavorazione, a meno di non essere succhi realizzati in modo artigianale.

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Colesterolo buono, cattivo per i diabetici

Colesterolo buono, cattivo per i diabeticiChi lo dice che l’HDL è colesterolo buono? Tutti, ovviamente, dato che è considerato così. In alcuni casi tuttavia potrebbe essere un colesterolo dannoso, in particolare per chi soffre di diabete di tipo 1. L’HDL è una sigla che identifica le lipoproteine ad alta densità. A differenza dell’LDL, il colesterolo cattivo, o con lipoproteine a bassa densità, è di norma considerato un fattore benefico e protettivo contro le malattie cardiovascolari.

Per considerare alti i livelli di colesterolo HDL si devono considerare almeno 60 mg/dL, una dose inferiore non sarebbe infatti sufficiente per prevenire efficacemente le malattie cardiache. Livelli più bassi, invece, inferiori a 40 mg/dL per gli uomini e  50 mg/dl per le donne aumenterebbero il rischio. Lo studio in questione ha coinvolto 658 persone di entrambi in sessi iscritti all’Epidemiology of Diabetes Complications Study di Pittsburg. Ai partecipanti era stato diagnosticato il diabete di tipo 1 negli anni.

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Le bibite zuccherate riducono lo stress

bibite zuccherate stress

Secondo una ricerca delle università australiane del South Wales e del Queensland, i cui risultati sono stati pubblicati sul Journal of Experimental and Social Psychology, le bibite con aggiunta di zucchero, da non confondere con le deleterie bibite gassate e zuccherate, riducono lo stress e la tendenza alla collera.

I ricercatori sono giunti a questa conclusione dopo aver coinvolto un gruppo di volontari nella simulazione di due situazioni stressanti: l’incontro con un superiore e il rientro in famiglia dopo una pesante giornata di lavoro, precedute o meno dall’assunzione di un bicchiere di limonata zuccherata.

In questo modo è stato possibile osservare che i soggetti che avevano consumato la bevanda dolcificata prima delle situazioni stressanti mostravano un maggiore controllo della situazione e una notevole riduzione degli scatti d’ira (presumibilmente, aggiungiamo noi, verso i familiari).

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Tutta la frutta di luglio

frutta luglio

Come vi abbiamo consigliato tante volte, per proteggersi dal caldo estivo è bene ricorrere alle proprietà dissetanti e ricostituenti della frutta di stagione, che grazie ai nutrienti che contiene è in grado di apportante vitamine e sali minerali. Vediamo, quindi, quali sono i frutti di luglio e le loro caratteristiche principali.

Albicocca. È un frutto molto succoso, nutriente e digeribile; contiene vitamina A, C e potassio; è perfetta in caso di stanchezza e come antidoto alla depressione.

Anguria. È il frutto dell’estate per eccellenza; contiene moltissima acqua e quindi è particolarmente indicato per rinfrescarsi e dissetarsi; possiede ottime proprietà diuretiche e depurative, contiene pochissime calorie, mentre è ricco di vitamina A, C e potassio.

Ciliegia. Anche le ciliegie sono un ottimo frutto estivo; sono morbide e succose e contengono vitamine, fibre e sali minerali; possiedono ottime proprietà diuretiche.

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Aerobica, salutare per chi soffre di artrite reumatoide

“L’esercizio fisico che mira a proteggere il sistema cardiovascolare, come l’aerobica, è sicuro e salutare per i soggetti sofferenti di artrite reumatoide”. A fare una simile affermazione è un team di ricercatori dell’Università di Grenoble. Secondo lo studio francese infatti chi fa regolare esercizio fisico accusa meno dolori e ha una migliore qualità della vita. L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica caratterizzata da gonfiore alle articolazioni, rigidità, dolore, affaticamento e malessere generale.

Dai dati dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, risulta che soffre di artrite reumatoide l’1% della popolazione mondiale. Gli studi dello statunitense Centers for Disease Control and Prevention indicano che le persone sofferenti di artrite reumatoide hanno il doppio di probabilità in più di avere limitazioni sulle attività quotidiane rispetto ai soggetti che non hanno la malattia. Gli scienziati francesi, guidati dal dott. Athan Baillet hanno voluto far luce sui possibili benefici che l’aerobica potrebbe avere sui soggetti con artrite reumatoide.

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La dieta vegetariana aiuta contro la depressione

Alla dieta vegetariana avevamo dedicato già diversi approfondimenti, uno tra i quali spiegava che, secondo uno studio, i vegetariani sarebbero più empatici rispetto agli onnivori; oggi torniamo a parlare dell’alimentazione vegetariana alla luce di una ricerca condotta da alcuni medici giapponesi del National Center for Global Health and Medicine di Tokyo, secondo i quali, una dieta esclusivamente a base di vegetali sarebbe molto utile per combattere e prevenire la depressione.

Lo studio è stato condotto dal dottor Akiko Nanri e pubblicato on line sulla rivista scientifica European Journal of Clinical Nutrition. La ricerca è stata condotta con  l’ausilio di 500 persone alle quali è stato fatto compilare un questionario sulle abitudini alimentari e uno per scoprire la presenza di sintomi depressivi.

In base ai dati raccolti, i medici hanno sviluppato tre tipi di diete: quella classica occidentale basata su una prima colazione abbondante, una a base di grassi animali e una a base di alimenti vegetali come carote, zucche, funghi, vegetali a foglia verde, cavoli, ravanelli, rape.

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Buone abitudini contro il cancro

dieta anticancro

Gli oncologi, sostenuti dai risultati di numerosi studi, lo affermano da anni: il cancro si può prevenire almeno nel 40 per cento dei casi a patto di mettere in atto comportamenti preventivi rappresentati sostanzialmente da uno stile di vita sano ed equilibrato. Il tumore infatti, è ritenuto una malattia ambientale su base genetica e non è un caso che ad ammalarsi di più  siano le popolazioni dei paesi industrializzati, ovvero quelle più stressate, maggiormente sottoposte ad agenti tossici e inquinanti, che fumano e bevono di più e che “vantano” pessime abitudini alimentari rinforzate dal dilagare dei fast food e dei cibi pronti.

Per non contare che una dieta troppo calorica, il consumo eccessivo di zuccheri semplici, cibi raffinati e carni rosse a fronte di un ridottissimo consumo di cibi naturali e non trasformati, comune soprattutto fra i più giovani, espone al rischio di un congruo numero di patologie quali obesità, diabete, infarto e ictus. Ed ecco che ciascuno di noi, se non può rallentare i ritmi frenetici che la società dei guadagni e dei consumi ci impone, può fare prevenzione ogni giorno non tanto attraverso l’osservanza di alcune semplici regole, come siamo soliti dire, quanto piuttosto cambiando il proprio stile di vita:

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Dieta e menopausa, il parere dell’esperto (terza parte)

Dieta e menopausa, il parere dell'esperto (terza parte)Come promesso pubblichiamo oggi la terza ed ultima parte dell’intervista al Prof. Martorana, docente di Ginecologia ed Endocrinologia presso l’Università degli Studi di Palermo, che ha risposto per noi ad alcune delle domande più frequenti sulla menopausa.

Quanto un allenamento fisico regolare aiuta a mantenersi in forma in menopausa?

Non c’è dubbio che un corretto e regolare allenamento fisico, come detto in precedenza, svolto in palestra o grazie ad una passeggiata di 30-45 minuti fatta tutti i giorni ad andatura medio-veloce o ancora una corsa di 30 minuti a giorni alterni dia la possibilità di allontanare sempre più lo spettro di quell’erosione e di quella riduzione dei dischi intervertebrali che a lungo andare determinano la ‘gobba della vedova’. Questa viene così chiamata poichè, visto che l’età media della donna è superiore a quella dell’uomo, statisticamente le donne sopravvivono ai loro mariti; diventando vedove alle soglie della senilità ed avendo l’osteoporosi, come conseguenza insorge questa forma di cifoscoliosi tipica della terza età.

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La dieta del kiwi

Ieri vi abbiamo illustrato le proprietà del kiwi, un frutto molto succoso e dissetante, ricco di vitamine e sali minerali, perfetto per reintegrare quelli persi a causa del sudore provocato dal caldo torrido di questi giorni.

Inoltre, il kiwi possiede diverse proprietà benefiche, come quella di essere un ottimo antiossidante naturale, contrastare la stanchezza grazie alla presenza di potassio e di essere un valido aiuto nella lotta alla stitichezza e ai problemi dell’intestino.

Se a questo si aggiunge che il kiwi contiene solo 61 calorie per etto, appare evidente come mai è diventato protagonista di una dieta tematica, la dieta del kiwi, appunto. La dieta deve essere seguita per 6 giorni alla settimana per un mese, e permette, oltre di perdere un paio di chili, di depurare l’organismo. Importante è bere molta acqua sia ai pasti che durante la giornata e usare solo due cucchiai d’olio al giorno come condimento.

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Cibi virtuali per combattere i disturbi del comportamento alimentare

Cibi virtuali per combattere i disturbi del comportamento alimentare. Quella che potrebbe sembrare una provocazione è in realtà uno studio condotto da un team di ricercatori internazionali, secondo i quali il cibo proposto in ambienti virtuali, scatenerebbe, a livello emotivo, la stessa reazione del cibo reale, almeno per le persone che soffrono di anoressia e bulimia.

Lo studio condotto dal team di medici e pubblicato sulla rivista Annals of General Psychiatry di BioMed Central non ha come obiettivo quello di mettere a punto una nuova dieta ipocalorica, ma cercare una nuova terapia per i disturbi del comportamento alimentare come bulimia e anoressia. Le persone che soffrono di questi disturbi, quando vedono il cibo vengono attaccati dall’ansia, cosa che, invece non succederebbe se si approcciassero agli alimenti prima in maniera virtuale e poi, gradualmente, in modo reale.

Secondo i medici, l’esperimento effettuato con i cibi virtuali è stato molto più efficace e produttivo di quello realizzato tramite immagini rappresentative.

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Arancio e blu per prevenire gli accumuli di grasso

Gli antociani, le molecole anti-ossidanti che conferiscono il colore rosso o blu a frutta e verdura, sarebbero in grado di svolgere un’azione anti-grasso mantenendo ridotto il volume degli adipociti. La scoperta si deve a uno studio condotto a Milano da Pier Giuseppe Pelicci, dell’Istituto europeo di oncologia e Chiara Tonelli (Scienze Biomolecolari e Biotecnologiche dell’Università Statale del capoluogo lombardo), in collaborazione con l’Istituto di Agrumicoltura di Acireale (Catania) e l’Università Cattolica di Campobasso, i cui risultati sono stati pubblicati sul Journal of Obesity.

La ricerca aveva preso il via  con lo scopo di verificare l’azione preventiva degli antociani su alcuni tumori. Gli studiosi hanno quindi sottoposto tre gruppi di cavie da laboratorio a una dieta ipercalorica con l’unica differenza che a uno di essi è stata data da bere solo acqua, mentre agli altri due succo di arancia, gialla e rossa rispettivamente.

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