Acidità e pH: cosa sono e come mantenerli sotto controllo

Chissà quante volte avrete sentito parlare di acidità (o acidosi) e di pH senza sapere bene cosa fossero: oggi affronteremo proprio questo argomento. Usando termini medici si può affermare che l’acidosi si verifica quando nel sangue aumenta la quantità di acidi facendo diminuire il valore del pH.

Le principali conseguenze dell’acidosi sono due: l’aumento dei radicali liberi e l’indebolimento del sistema immunitario, che potrebbero portare alla comparsa di fastidiosi disturbi. Per stare bene occorre, dunque, mantenere il pH dell’organismo al suo valore naturale, ossia 7, cercando di equilibrare la dieta di tutti i giorni, inserendo nel menù la giusta di alimenti alcalini e acidi.

La sigla “pH” è un’abbreviazione che deriva dal latino, “p” sta per “potentia” e “H” per “hydrogeni”, e serve a definire la concentrazione di ioni idrogeni all’interno di una sostanza. Per valutare l’acidità dell’organismo basta misurare il valore del pH delle urine utilizzando apposite strisce reperibili in farmacia.

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Allergie alimentari: quando il cibo diventa un nemico

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Qualche giorno fa abbiamo parlato di intolleranze alimentari, oggi affronteremo il “capitolo” allergie. Le allergie causate dai cibi possono manifestarsi all’improvviso e coinvolgono il sistema immunitario; il responsabile è un allergene: può essere una proteina contenuta nell’alimento “incriminato”, un additivo o un conservante. Per la maggioranza delle persone lo stesso allergene è innocuo, ma per alcune può trasformarsi in un nemico innescando varie reazioni a catena nel sistema di difesa.

Il risultato? L’organismo reagisce provocando nel giro di pochi minuti prurito, starnuti, irritazioni oculari, o, in casi gravi, una reazione violenta.

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Nutrizione e gravidanza, i consigli del ginecologo

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Come deve cambiare la dieta della futura madre? Quali alimenti è opportuno evitare e quali invece sono più indicati per la tutela del benessere di madre e figlio? E ancora: è possibile restare in forma durante la gravidanza? E’ vero che alcuni prodotti e trattamenti cosmetici possono nuocere alla salute del bambino?  Questi sono solo alcuni dei moltissimi interrogativi che le donne in dolce attesa si pongono. Per rispondere a tutte queste domande abbiamo intervistato per voi il Dottor Ferdinando Carollo, Medico GinecologoFerdinando Carollo si è laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Palermo nel 1989 e ha conseguito la specializzazione in Ginecologia e Ostetricia nel 1993. Vive e lavora a Palermo dove esercita la libera professione.

Dottor Carollo, ogni giorno dalle pagine del nostro blog cerchiamo di promuovere un concetto di salute e benessere che passi anche attraverso l’adozione di un corretto stile di vita alimentare. In base alla sua esperienza, durante la gravidanza cosa dovrebbe cambiare rispetto alle normali indicazioni per una vita salubre?

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Le sostanze per una tintarella al top

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Con il gran caldo e la bella stagione iniziano i primi week end al mare e con essi la tanto sospirata tintarella. Per avere un’abbronzatura dorata e senza rischi, l’alimentazione può venirci in aiuto: basta sapere quali sono le sostanze che aiutano ad sfruttare il meglio dei raggi UV.

Il betacarotene fa parte della famiglia dei carotenoidi, i pigmenti responsabili del colore  rosso-arancione di frutta e verdura e dei vegetali verde scuro; è un precursore della vitamina A: significa che si trasforma in questa sostanza quando l’organismo ne ha bisogno. È un potente antiossidante e stimola la riparazione dei tessuti, insieme alla melanina, prodotta dall’organismo, ti regalo una tonalità dorata.

Il retinolo è presente in natura negli alimenti di origine animale; oltre a essere indispensabile per la visione  notturna, protegge le mucose, i tessuti e aiuta a prevenire l’invecchiamento precoce. La vitamina C è chiamata anche acido ascorbico, ed è una vitamina idrosolubile (cioè non si accumula nell’organismo), e serve a neutralizzare gli agenti ossidanti, ad aiutare la formazione del collagene, protegge i capillari e regola la formazione di melanina.

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Smettere di fumare senza ingrassare

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Come è noto, smettere di fumare porta spesso ad un aumento di peso che può assumere dimensioni considerevoli: dopo aver messo da parte il vizio del fumo infatti si può arrivare ad acquistare anche dieci chili in un anno. Questo increscioso dato di fatto è attribuibile all’effetto acceleratore esercitato dalla nicotina sul metabolismo. In altre parole, chi fuma brucia qualche caloria in più rispetto a chi non lo fa.

Per questo motivo quando si smette di fumare il metabolismo inevitabilmente rallenta e il consumo giornaliero di calorie diminuisce. Di conseguenza, se questo avviene in assenza di un significativo cambiamento nel proprio stile di vita alimentare, si ingrassa.

A ciò si aggiunge il fatto che la nicotina ha un effetto anoressizzante e funziona come un vero e proprio spezza fame: smettendo di fumare aumenta l’appetito e quindi la quantità di calorie assunte quotidianamente, soprattutto quando la sigaretta stessa viene sostituita da snack, fuori pasto, caramelle, cioccolatini e quant’altro serva a sedare il nervosismo che deriva dalla non facile scelta di dire addio alle bionde  micidiali.

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Come masticare in maniera efficace

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La masticazione è un processo molto importante: infatti è l’unica fase della digestione su cui abbiamo il controllo! Servono almeno 40-60 atti masticatori per avere una digestione ottimale, e fino a cento per un boccone particolarmente consistente.

Le prime volte che prenderete coscienza di questo fenomeno sarà un po’ complicato: dovrete contare le masticazioni, per riuscire ad ingannare il riflesso di deglutizione, che porta a inghiottire velocemente; in tal modo il riflesso sparirà nell’arco di una settimana e dopo questo periodo riuscirete a gustare totalmente il cibo. Posate la forchetta dopo aver ingerito un boccone: con questo atto segnalerete al cervello che c’è tutto il tempo per gustare il pasto senza fretta.

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Intolleranze alimentari: cosa sono e come combatterle

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Per intolleranza alimentare si intende una reazione avversa del sistema immunitario a uno o più alimenti; questa risposta si traduce in vari sintomi che scompaiono con l’eliminazione del cibo stesso. È difficile riconoscere il fenomeno, perché gli effetti di un’intolleranza sull’organismo sono poco evidenti, ma giorno dopo giorno danno disturbi e infiammazioni che, con il tempo, possono evolvere in malattie.

Le intolleranze alimentari non vanno confuse con le allergie alimentari, perché sono causate da una diversa risposta immunologia: nelle allergie reagiscono le immunoglobine di tipo E, mentre nelle intolleranze quelle di tipo G. Le differenze sono anche di tipo sintomatologico: in caso di allergia i sintomi dono immediati ed evidenti e si collegano facilmente al cibo ingerito e basta una piccola quantità di esso per provocarla, mentre nei casi intolleranza gli effetti sono più sfumati e difficilmente vengono collegati all’alimentazione, anche se, in realtà, sono proprio i cibi che mangiamo più frequentemente a dare la massima sensibilizzazione.

Tra le intolleranze, le più diffuse sono: quella al glutine, cioè alla proteina presente nel grano, che nel tempo può sfociare nella celiachia, quella al lattosio, cioè allo zucchero presente nei latticini di capra, mucca e pecora, e l’intolleranza alle arachidi.

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Radicali liberi, perchè è importante contrastarne l’eccesso

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I tanto temuti radicali liberi sono in realtà sostanze di “scarto” normalmente prodotte dal nostro organismo: si formano infatti all’interno dei mitocondri, cellule deputate alla trasformazione dell’ossigeno in energia, e sono costituiti proprio dall’ossigeno residuo non consumato.

Fu il chimico americano Denham Harman ad avanzare per primo, nel 1956, la teoria secondo la quale i radicali liberi accumulandosi nell’organismo con il passare degli anni lo danneggiano provocando i processi di invecchiamento e causando, secondo alcuni studi, patologie quali l’aterosclerosi.

In realtà esiste un equilibrio fisiologico fra la quantità di radicali liberi normalmente prodotti e la loro neutralizzazione da parte di meccanismi antiossidanti. I radicali liberi cominciano a rappresentare un problema quando il loro accumulo, per motivi che vedremo in seguito, diventa tale da non poter essere smaltito attraverso i normali processi anti-ossidativi. In questo caso è la struttura stessa delle cellule a risentirne in maniera precoce.

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Metabolismo, consigli per accelerarlo

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Con il termine metabolismo si fa riferimento a quell’insieme di reazioni biochimiche proprie del nostro organismo che sono necessarie perchè questo ricavi ed utilizzi l’energia contenuta negli alimenti allo scopo di soddisfare i bisogni vitali. Tanto maggiori sono questi bisogni, e dunque la quantità di energia consumata dall’organismo, quanto più velocemente avverranno le reazioni metaboliche.

In altre parole, quando si parla di metabolismo lento, piuttosto che di metabolismo veloce si fa di fatto riferimento alla rapidità con la quale il nostro corpo consuma le calorie introdotte attraverso l’alimentazione per soddisfare i propri bisogni.

Ne consegue che, talvolta, un metabolismo eccessivamente rallentato può rendere molto difficoltoso perdere peso anche se si osserva una rigorosa dieta dimagrante

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Colesterolo, come tenerlo a bada

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Il colesterolo è una molecola lipidica che rappresenta uno dei costituenti fondamentali della membrana cellulare di tutti gli organismi animali, soprattutto dei vertebrati. Per raggiungere i diversi tessuti il colesterolo viaggia nel sangue legato a specifiche proteine che si differenziano per densità: le proteine HDL (ad alta densità) e LDL (a bassa densità). Da qui i termini colesterolo HDL (detto anche colesterolo buono) e colesterolo LDL (noto come colesterolo cattivo).

Il colesterolo LDL è definito “cattivo” a causa del suo elevato potere aterogeno: se presente in quantità eccessive tende cioè a depositarsi nelle pareti interne delle arterie causando la formazione di placche che ostacolano il fluire del sangue. Al contrario, il colesterolo buono ripulisce le arterie impedendo la formazione di placche.

Delle corrette abitudini alimentari, unite a uno stile di vita sano, permettono di mantenere un equilibrio ottimale fra colesterolo HDL e colesterolo LDL.

Vediamo quali comportamenti è consigliabile adottare perchè il colesterolo non si trasformi in un nemico della nostra salute:

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I sali minerali, le principali fonti alimentari

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I sali minerali sono composti inorganici che svolgono un ruolo di fondamentale importanza nel funzionamento degli organismi viventi, sia animali che vegetali. Sono coinvolti infatti in alcuni processi che vanno dalla sintesi delle proteine, alla crescita e sviluppo di alcuni organi e tessuti, sono essenziali ad esempio per lo sviluppo di denti e ossa, fino alla regolazione dell’equilibrio idrosalino delle cellule.

Poichè, analogamente a quanto avviene per le vitamine, il nostro organismo non è in grado di sintetizzarli autonomamente, essi vanno assunti ogni giorno attraverso l’alimentazione. Rispetto ad altri nutrienti, soprattutto proteine, grassi e carboidrati il fabbisogno giornaliero di sali minerali è minimo, essi infatti rappresentano nell’uomo solo il 6% del peso corporeo.

I sali minerali vengono distinti in tre grandi gruppi a seconda del loro fabbisogno quotidiano:

  • Macroelementi
  • Microelementi
  • Oligoelementi

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Vitamine, cosa sono e perchè sono importanti

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Le vitamine rappresentano nutrienti essenziali per la salute dell’organismo poichè svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione dell’attività metabolica e delle funzioni cellulari.

Il fabbisogno vitaminico varia da individuo a individuo in funzione dell’età, dello stile di vita, delle condizioni fisiologiche e delle abitudini alimentari.

Dal momento che il nostro organismo non è in grado di sintetizzarle, le vitamine vanno necessariamente assunte attraverso l’alimentazione. Questo è fondamentale  per la prevenzione di alcune patologie, tra cui alcuni tipi di anemia e di cancro.

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La dieta Dash contro l’ipertensione

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La dieta Dash è stata messa a punto negli Stati Uniti per testare l’effetto dell’alimentazione sulla pressione sanguigna e sullo stato di salute dell’apparato cardiovascolare. Si tratta quindi di una dieta creata non per perdere peso ma per prevenire l’ipertensione. Infatti “Dash” è un acronimo che sta per Dietary approaches to stop hypertension ( Approcci dietetici per bloccare l’ipertensione).

La sua efficacia è stata dimostrata da uno studio condotto da un team di ricerca coordinato dalla dottoressa Teresa Fung del Simon College di Boston. Per un quarto di secolo ben 88 mila donne dai 35 ai 55 anni sono state monitorate dai ricercatori che sono riusciti così a dimostrare che il regime alimentare tipico della dieta Dash, caratterizzato da un consumo elevato di frutta e verdura e da un apporto ridotto di grassi e proteine, riduce del 24% il rischio di essere colpiti da infarto e del 18% quello di essere colpiti da ictus.

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Il riso: calorie e valori nutrizionali

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Nato in estremo oriente, ha origini antichissime. Qualcuno definisce il riso come il re dei cereali. In Italia è molto diffuso, probabilmente perché è più digeribile della pasta ed è in grado di combattere la ritenzione idrica. E’ senza dubbio indicato per chi vuole dimagrire in fretta: può arrivare a fare perdere anche 3 kg in 2 settimane.

Qual è il contenuto del riso?
E’ ricco di sali minerali e vitamine (in particolare quelle del Gruppo B).

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Funghi e tè verde: amici delle donne

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Secondo uno studio condotto di recente in Cina mangiare funghi e bere tè verde in abbondanza abbasserebbe notevolmente il rischio di sviluppare il cancro al seno.

Non sarebbe un caso quindi se l’ incidenza del cancro al seno nel paese del sol levante è di ben quattro/cinque volte inferiore rispetto a quella dei paesi occidentali (con qualche differenza nelle zone più ricche del paese). 

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I funghi: proprietà e valori calorici

funghi

I funghi sono importantissimi nella dieta perchè contengono diverse proteine e vitamine. Non solo. Infatti sono una fonte incredibile di minerali utili e essenziali per la salute. Troviamo il fosforo che aiuta a formare le ossa, il selenio e il rame che sono dei minerali antiossidanti e il potassio che serve a mantenere un regolare ritmo cardiaco.

Si tratta di un prodotto disponibile durante tutto l’anno; infatti anche quelli secchi o surgelati sono ottimi da cucinare (rispetto a quelli freschi perdono un po’ di profumo). Quelli freschi andrebbero consumati entro le 24 ore dalla raccolta.

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I prodotti dimagranti

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E’ possibile secondo voi riuscire a dimagrire senza fatica? A quanto pare sì. Sono infatti tantissimi i prodotti dimagranti venduti in farmacia ma anche nei supermercati che vengono acquistati da moltissime persone (a volte con troppa facilità) e che promettono risultati miracolosi, il più delle volte senza faticare.
Anche in questo caso, così come accade per gli integratori alimentari non occorre prescrizione medica. Tuttavia vogliamo consigliarvi vivamente di sentire il parere di un medico prima dell’acquisto e di non fidarvi solo del passaparola.

I vari prodotti venduti in commercio svolgono azioni diverse. Ci sono quelli che riducono il senso di fame, quelli che eliminerebbero i grassi e gli zuccheri ed altri ancora che dicono di accelerare il metabolismo. Per rendere efficaci questi prodotti sarebbe bene utilizzarli associandoli ad una dieta ipocalorica. Il nostro consiglio è inoltre quello di leggere sempre con molta attenzione le etichette dei vari prodotti per capire quali sono le sostanze di cui è composto il prodotto dimagrante.

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