Carne rossa, quanta ne possiamo mangiare?

Quanta carne rossa possiamo mangiare? Questo è un tema che spesso ricorre, anche a livello internazionale, quando riflettiamo sulla alimentazione giusta da seguire, soprattutto a livello proteico.

carne rossa aumenta colesterolo cattivo

Limitare il consumo di carne rossa

Sono numerosi gli studi che sostengono come sia necessario limitare il consumo di carne rossa se vogliamo preservare cuore, arterie, fegato e intestino. E per quanto sia innegabile che il suo sapore sia grandioso, consumarne con attenzione è quello che dobbiamo fare se vogliamo rimanere in salute.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2015 ha inserito la carne rossa nel Gruppo 2A: parliamo di quello nel quale figurano i prodotti potenzialmente cancerogeni. In quello dei sicuramente cancerogeni appaiono le carni lavorate. Questo ci suggerisce l’esistenza di una correlazione tra questi cibi e il rischio di sviluppare il cancro.

Non si ha la certezza che possano causarlo, ma potrebbero in via potenziale. Ecco quindi che dobbiamo stare attenti al consumo di carne rossa ma anche di prodotti in scatola. Wurstel, bacon, salsicce e altri alimenti simili. La pericolosità è data dai nitriti e dai nitrati usati per processare e conservare.

Come spiega anche l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) i nitriti e i nitrati una volta nel nostro organismo possono essere trasformati dai processi metabolici in nitrosammine, molecole potenzialmente cancerogene. Queste sono capaci di creare danni al DNA dando vita a mutazioni che possono portare allo sviluppo dei tumori.

Quanta possiamo mangiarne davvero

Allo stesso modo anche la cottura ad alta temperatura può portare a questa trasformazione. Immaginate quindi unire la carne rossa e il suo consumo a una cottura non salutare: è normale che vengano considerati prodotti potenzialmente a rischio. Questa nello specifico viene associata a un maggiore rischio di cancro al colon retto.

Quanta carne rossa possiamo consumare quindi? L’OMS parla di massimo 500 grammi a settimana e di evitare il consumo di carne lavorata. Molto poca se non per nulla deve essere mangiata secondo il World Cancer Research Fund, mentre per la carne rossa ci si dovrebbe limitare a tre porzioni settimanali al massimo.

Come in ogni ambito della nostra vita dobbiamo regolarci anche in base alle nostre condizioni di salute. Va da sè che qualcuno che soffre di patologie renali tenderà a consumare al massimo una porzione al mese di carne rossa, favorendo proteine vegetali o carni bianche. Mentre chi si allena, pur favorendo il petto di pollo non disdegnerà una bistecca al sangue ogni tanto. Come in ogni cosa la parola d’ordine deve essere “giudizio“.

Sonno migliore mangiando più proteine

Un sonno più profondo potrebbe esserci garantito da un maggiore consumo di proteine a cena. È questo il risultato di uno studio recentemente condotto in merito. Scopriamone di più.

Sonno più profondo mangiando legumi

A quanto pare, da un maggiore consumo di proteine a cena il nostro sonno può solo che giovarne. Soprattutto se si parla di proteine vegetali come quelle provenienti da legumi. Parliamo di ceci, piselli, soia, fave e fagioli. O assimilabili da cereali come quinoa, avena, frumento e riso. Anche le proteine delle uova possono aiutarci ad avere un sonno migliori. Parlando di carne, in tal senso è preferibile optare per tacchino o pollo.

Generalmente per dormire bene la sera la regola da seguire sarebbe fare una colazione da re, un pranzo da principi e una cena da poveri, evitando soprattutto prima di andare al letto cibi dolci e grassi. Lo studio recentemente condotto, pubblicato sulla rivista Cell, vuole sfatare un poco il mito del carboidrato che fa dormire bene la notte.

Secondo i ricercatori infatti sarebbe meglio consumare una cena a base di proteine vegetali per ottenere un sonno più profondo. Parliamo degli scienziati dell’Harvard Medical School secondo i quali a fare davvero la differenza sarebbe una proteina che viene sintetizzata dall’intestino e dal cervello. Il suo nome è CCHa1 sintetizzata nel nostro intestino.

All’interno dello studio, utilizzando come modello i moscerini della frutta, e stato notato che la qualità del sonno era influenzata dalla presenza del suddetto protide all’interno dell’intestino e del cervello. Bloccandone la sintetizzazione in alcuni moscerini è stato possibile vedere come questi avessero un sonno molto più leggero rispetto a quelli che la sintetizzavano naturalmente. E che in quegli insetti nei quali la proteina era stata moltiplicata erano ancor più difficili da svegliare.

Gestione semplice attraverso l’alimentazione

sonno alimentazione

Cosa ci fa pensare questo? Prima di tutto che la presenza di questa proteina è condizionata dall’alimentazione e che la si può accrescere aumentando l’apporto proteico. Allo stesso tempo però bisogna ricordare che non è particolarmente salubre consumare troppa carne la sera. Anche perché di solito i grassi presenti potrebbero disturbare il sonno. Con le giuste dosi in base alla propria condizione fisica è possibile favorire un consumo maggiore dei legumi, dei cereali e delle uova sopracitate aggiungendo qualche seme oleoso come nocciole, mandorle e noci.

In questo modo il sonno dovrebbe uscirne rafforzato. Ovviamente si tratta di uno studio su modello animale, ancora non applicato all’uomo. Ragione per la quale prima di modificare in modo importante la propria dieta è meglio chiedere aiuto e consiglio al proprio medico.

Dieta vegana, attenzione a trigliceridi e glicemia

La dieta vegana fa salire trigliceridi e glicemia? È una domanda che molti esperti si stanno ponendo ora che questo approccio all’alimentazione sta prendendo piede sempre di più fra molti individui.

Cambiamenti nelle analisi del sangue

Portando a osservare in diversi casi questo particolare cambiamento all’interno nelle analisi del sangue delle persone. Ora ovviamente la dieta vegana di per sé stessa e per chi intende seguirla può essere non solo utile ma sostenibile. A patto ovviamente che in caso di necessità, sotto controllo medico, vengano assunti gli integratori necessari al mantenimento di uno stato di salute adeguato.

Quando si parla di trigliceridi e glicemia il vero problema è comprendere qual è la tipologia di cibo che si predilige all’interno di questo specifico percorso alimentare. Perché ovviamente la produzione industriale di alcuni cibi, come burger vegetali o pane bianco non è sempre salutare come dovrebbe.

E alcune persone, pur mangiando vegano, si sono trovati valori dei trigliceridi e della glicemia sballati. Ovviamente dobbiamo pensare a nutrienti che vengono ingeriti in questo caso. Magari senza accorgersene si ingeriscono più zuccheri e  più grassi senza volerlo. Ora, inutile girarci attorno: per la sopravvivenza del pianeta un’alimentazione vegana o vegetariana e sicuramente più adatta.

Dieta vegana e i giusti nutrienti

Il problema è che non sempre le persone, seguendo la dieta vegana, rispettano effettivamente i macronutrienti necessari al loro sostentamento. E non solo, talvolta nonostante un approccio salutista di questo tipo tendono a consumare più bevande zuccherate, patatine, prodotti industriali che non possono essere paragonati ad alimenti biologici o frutta e verdura.

Questo fa della loro alimentazione un approccio al cibo non propriamente salutare. Uno studio scientifico pubblicato sulla rivista Nutrients ha messo a confronto lo stile di vita di chi si pone come convenience vegan  e come health conscious vegan. Ovvero chi privilegia cereali raffinati e alimenti processati e quindi già pronto al consumo e chi invece si alimenta con una varietà importante di cereali legumi, frutta guscio e verdura e utilizza pochi cibi già pronti.

Alla normale carenza di vitamina D, vitamina B12 e acidi grassi omega 3 che è possibile riscontrare in quest’ultimo approccio e che può essere sistemato grazie a degli integratori, nel primo caso si aggiungono tutte quelle problematiche legate ai cibi iperprocessati. Come per l’appunto una crescita nel valore dei trigliceridi e della glicemia.

Cosa ci dice questo? Che la dieta vegana ovviamente non fa male all’organismo, ma che deve essere condotta in maniera intelligente. Sotto controllo medico e tenendo conto di eventuali integrazioni che l’organismo potrebbe necessitare.

Dolcificanti alzano livello di glucosio

Attenzione ai dolcificanti: alzano anche essi il livello di glucosio. Spesso ci affidiamo a questi prodotti cercando una alternativa meno pericolosa dello zucchero. Dobbiamo fare attenzione: anche il loro consumo non è esente da conseguenze.

Scopri di più

Come combattere stress e ansia in situazioni di emergenza

emergenza combattere stress ansia

L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo in queste settimane contribuisce ad accrescere lo stress psicofisico e quindi è frequente che possano manifestarsi stati d’ansia con somatizzazioni, insonnia, ma anche sintomi depressivi ed emozioni di rabbia, ostilità, frustrazione, senso di impotenza.

Ripercussioni negative arrivano dall’assenza di contatto umano e di interazioni sociali, dal cambiamento delle proprie abitudini o anche solo dall’impossibilità di godere dell’aria aperta. Trovare un “nuovo equilibrio” è per tutti noi una necessità.

In caso di stress eccessivo, potremmo sentirci meno lucidi e la nostra capacità di prendere decisioni può essere intaccata. Questo accade perché siamo troppo presi dall’onda emotiva o dal sovraccarico di compiti da svolgere e da paure relative alla delicata e complessa situazione che stiamo vivendo.

Nei momenti di lavoro in emergenza, la nostra reattività e la nostra attenzione deve essere maggiore e questo richiede molte energie psicofisiche. Tutte situazioni che incidono sul nostro umore e sull’organismo che è costretto a consumare molte energie.

Alcune semplici azioni possono portare ad un beneficio nel nostro corpo e a migliorare l’umore, tra queste un’attività fisica costante che favorisce il rilascio di endorfine che regolano proprio l’umore. Possiamo svolgere esercizi di rilassamento e meditazioni che stimolano il sistema parasimpatico. Quest’ultimo ha un effetto calmante sul nostro organismo.

Importante anche stimolare la serotonina con l’alimentazione. Il nostro organismo produce la serotonina a partire dal triptofano, una sostanza che possiamo assumere con i cibi. Il triptofano lo troviamo in uova, latte e latticini, carne e salmone. È presente anche nei semi di soia, semi di sesamo e di girasole, cacao, cioccolato fondente, patate, banane, riso, cereali integrali, verdure a foglia verde, noci e mandorle.

Se poi vogliamo aiutarci con sostanze naturali, dietro consulto di un professionista della salute possiamo indirizzarci verso prodotti in capsule, gocce o bustine orosolubili. Prodotti da acquistare solo su canali ufficiali ed affidabili.

Le sostanze provenienti dalla natura possono aiutare a combattere ansia, stress o altri sintomi emotivi collegati a situazioni complesse ricorrenti nella quotidianità o legati a questo particolare periodo dovuto alla pandemia.

La ricerca scientifica di oggi ci indica che la combinazione di “sostanze” opportunamente estratte da griffonia (Griffonia simplicifolia), withania (Withania somnifera), biancospino (Crataegus monogyna) e passiflora (Passiflora incarnata) favoriscono un naturale stato di serenità, un equilibrato tono dell’umore e una riduzione degli stati di agitazione, tensione e irritabilità.

In pratica interagiscono con il “sistema organismo” attraverso un meccanismo d’azione fisiologico, rispettandolo.

Nutrizione e medicina estetica: all’MP Wellness Clinic una giornata di consulenza gratuita

Nutrizione medicina estetica MP Wellness Clinic giornata consulenza gratuita

Nutrizione e medicina estetica sono strettamente collegate. I trattamenti estetici sono finalizzati ad una migliore salute, oltre che ad un aspetto più piacevole.

Se tutto questo non si accompagna ad un cambiamento nell’alimentazione e nello stile di vita è possibile che la loro efficacia venga compromessa e si ritorni alla situazione iniziale.

Inoltre le cause principali di alcuni nostri inestetismi derivano dal nostro stile di vita spesso errato. A cui si aggiunge smog, stress e una cattiva alimentazione. Tutti fattori che rallentano la produzione di collagene, elastina e ialuronico.

La medicina estetica si concentra sulla prevenzione, oltre che sul miglioramento dell’invecchiamento, sia fisiologico, sia cutaneo che generale. Nel momento in cui si corregge lo stile di vita migliorano le condizioni complessive del nostro corpo.

Per conoscere più da vicino i trattamenti di medicina estetica che ci fanno tornare in forma, l’MP Wellness Clinic sabato 25 gennaio apre le porte del suo Centro per una giornata di benessere e relax gratuita.

La giornata di apertura straordinaria interamente dedicata alla cura delle donne, prenderà il via alle ore 10. A disposizione per una consulenza gratuita ci saranno i migliori professionisti della bellezza.

Oltre a conoscere più da vicino tecniche e macchinari utili per i trattamenti, a disposizione dei partecipanti ci sarà una beauty specialist che farà l’anamnesi e un check gratuito in modo da dare consigli su estetica e salute.

In sede un chirurgo estetico, specialista in medicina estetica e ricostruttiva ed anche health coach, che fornirà indicazioni su uno stile di vita salutare con consigli sull’alimentazione.

Gli ospiti avranno a disposizione centrifughe, tisane e finger food.

Nutrizione medicina estetica MP Wellness Clinic giornata consulenza gratuita

Sono tanti gli aiuti che la medicina estetica ci mette a disposizione, i quali uniti, ad una corretta alimentazione, ci consentono di tornare in forma in poco tempo.

Presso il Poliambulatorio Medico e Ambulatorio di Medicina Estetica MP Wellness è possibile vedere in funzione macchinari all’avanguardia e avere più informazioni su diversi trattamenti per il corpo.

Se l’obiettivo è eliminare la cellulite, presso l’MP Wellness è possibile sottoporsi alla Carbossiterapia, una procedura che attraverso l’infiltrazione di anidride carbonica allo stato gassoso, determina una maggiore ossigenazione dei tessuti. Il risultato sarà una pelle più liscia, tonica e compatta.

Un altro trattamento estetico impiegato dal Centro è la Pressoterapia, il cui scopo principale è di migliorare lo stato di salute degli apparati circolatorio e linfatico. Per la riduzione non invasiva del tessuto adiposo, viene invece utilizzato il sistema più avanzato al mondo: il BTL VANQUISH ME.

Un altro macchinario per il trattamento della cellulite e il rimodellamento corpo è il Power Shape.

Se ci si vuole sottoporre all’epilazione definitiva, il Centro utilizza Lumenis Splendor X, leader mondiale nelle tecnologie laser. Altra tecnologia avanzata è il PiQo4, per la rimozione sicura e precisa dei tatuaggi, con garanzia del risultato.

MP Wellness Clinic

Via della Stazione di Ciampino 56/58 – Roma

Tel. 06 7984 7078

Facebook MP Wellness Clinic

Stop alla dieta con il metodo ACPG di Aboca

Stop dieta metodo ACPG Aboca

Basta con le diete ‘fai da te’ e con il conteggio delle calorie mentre siamo in procinto di consumare i pasti. A determinare sovrappeso, obesità e adiposità localizzate è il picco glicemico post prandiale, ovvero la variazione della concentrazione di glucosio nel sangue dopo un pasto.

Poggia su queste premesse il “Metodo dell’Alimentazione consapevole del picco glicemico” (ACPG) sviluppato da Aboca insieme al dottor Pier Luigi Rossi, medico specialista in Scienze dell’Alimentazione.

Un approccio serio al problema del peso comporta una fondamentale attenzione ai processi alla base della formazione degli accumuli di grasso, per i quali è determinante non solo la “quantità”, ma anche la “qualità” delle calorie introdotte.

“Le variazioni della glicemia post prandiale – afferma il dott. Rossi – hanno una maggiore responsabilità metabolica e ormonale per favorire l’incremento del peso corporeo e della massa adiposa. Nelle persone con normale tolleranza al glucosio, dopo i pasti generalmente la glicemia non aumenta oltre i 140 mg/dl (7,8 mmol/l) per poi tornare ai livelli preprandiali entro due o tre ore. È quindi salutare che il picco glicemico dopo pasto non superi il valore di 140 mg/100 ml”.

Ai fini del controllo del peso corporeo, come consigliato dall’esperto, è importante il ruolo delle oscillazioni che subiscono i livelli di glucosio nel sangue durante la giornata. In base a queste oscillazioni possiamo infatti capire quanto un alimento sia corretto per la nostra salute.

Se si vuole mantenere la salute metabolica è quindi necessario limitare le oscillazioni di glicemia ed evitare picchi glicemici eccessivamente alti.

In pratica è importante capire cosa succede al nostro corpo quando mangiamo un alimento e sulla base di questo cambiare la nostra alimentazione. La glicemia è uno dei parametri che cambia dopo i pasti e l’osservazione dei valori glicemici ci porta a scegliere il cibo migliore per il nostro corpo.

Il metodo ACPG si basa proprio sulla misurazione della glicemia dopo i pasti. Tramite una piccola puntura sul dito è possibile quantificare il glucosio nel tuo sangue e avere un feedback immediato sulla reazione del corpo agli alimenti.

Il percorso di alimentazione consapevole ci porta a diventare protagonisti della nostra salute, a scegliere in modo autonomo una strategia alimentare sana ma soprattutto personalizzata.

Tutti gli approfondimenti utili sul metodo ACPG sono disponibili al sito https://metodoacpg.it/. Dopo la registrazione, gratuita, si possono vedere i video dei seminari curati dal dott. Rossi, scaricare la guida alimentare, si ha a disposizione la tabella glicemia e tanti altri materiali utili per una alimentazione consapevole.

Inoltre, in tutte le farmacie, parafarmacie ed erboristerie fiduciarie Aboca è anche disponibile il libretto illustrativo “Conosci il tuo corpo, scegli il tuo cibo” che presenta il metodo ACPG nel suo insieme.

Conosci il tuo corpo scegli il tuo cibo

Gin tonic alleato nella dieta?

Il Gin Tonic alleato nella dieta? Per quanto possa sembrare assurdo la risposta potrebbe essere positiva, ma con i dovuti distinguo al momento, soprattutto perché la ricerca che lo afferma è basata su modello animale e quindi non ha avuto ancora modo di esplorare gli effetti sull’essere umano.

Scopri di più

Meditare aumenta gli effetti della dieta?

Meditare aumenta gli effetti della dieta? A quanto pare si se la meditazione presa in considerazione è quella conosciuta sotto il nome di“Mindfulness”: lo ha dimostrato una ricerca condotta dal Warwickshire Institute for the Study of Diabetes Endocrinology and Metabolism presso l’Ospedale Universitario Coventry e Warwickshire.

Scopri di più

Kiwi, due al giorno contro influenza e per dimagrire

Mangiare due kiwi al giorno aiuta a combattere l’influenza ed a dimagrire se consumati nel corso di una dieta: lo spiega uno studio condotto da alcuni ricercatori della University of Otago e pubblicata sulla rivista di settore Journal of Nutrition Science.

Scopri di più

Con la dieta vegetariana si raddoppia la perdita del peso

Osservare la dieta vegetariana farebbe dimagrire due volte di più rispetto a tutte le altre diete, compresa la dieta mediterranea. E’ quanto è emerso da un recente studio condotto dal Physicians Committee for Responsible Medicine di Washington.

Secondo lo studio, una dieta basata su ingredienti naturali non solo garantisce un maggiore apporto di vitamine, sali minerali e fibre, ma consentirebbe anche di avere più energia a disposizione e di dimagrire il doppio del peso rispetto a chi segue una dieta ipocalorica mangiando anche la carne.

> 5 MITI DA SFATARE SULLA DIETA VEGETARIANA

I ricercatori hanno anche mostrato che basta seguire una dieta vegetariana e tagliare 500 calorie al giorno dalla propria alimentazione per perdere qualcosa come 13, 67 chili dopo soli 6 mesi. Insomma, risultati notevoli e una grande differenza rispetto a chi mangia la carne che nello stesso lasso di tempo può dimagrire al massimo di 7,05 chili.

> LA DIETA VEGETARIANA AIUTA CONTRO LA DEPRESSIONE

Gli studiosi sostengono che seguendo una dieta vegetariana l’organismo cambia la sua capacità di immagazzinare il grasso e per questo i risultati del dimagrimento sono più evidenti.

> DIETA VEGETARIANA, RICETTE LIGHT DI SECONDI PIATTI

Lo studio è stato condotto su 74 persone adulte con diabete di tipo 2 alle quali è stato richiesto di ridurre di 500 calorie l’apporto giornaliero per sei mesi di tempo. Metà dei partecipanti ha seguito una dieta vegetariana, l’altra metà un’alimentazione tradizionale che includeva anche la carne. Chi seguiva una dieta vegetariana ha perso più grasso intorno ai muscoli e ha migliorato il senso di sazietà nel corso dei mesi.

Photo Credit| Thinkstock

Indice di massa corporea, cos’è e come si calcola

Il Body Mass Index (BMI) o Indice di Massa corporea (IMC) è un valore biometrico utilizzato per valutare la forma fisica di una persona adulta in base al peso, utile per individuare eventuali condizioni di sottopeso, sovrappeso o obesità.

Measuring Health

 

Calcolo dell’indice di massa corporeo

Il valore dell’indice di massa corporeo si ottiene dividendo il peso in kg per l’altezza in metri al quadrato: ad esempio, se un soggetto pesa 70 Kg ed è alto 163 centimetri il suo BMI sarà pari a:

70 / (1.63×1.63) = 26,41

Il valore che si ottiene dal calcolo va poi confrontato con quelli della tabella di riferimento redatta dall’OMS che ha raggruppato l’IMC in 6 categorie, valide per uomini e donne non in gravidanza, di età compresa fra 20 e 65 anni:

Sottopeso: IMC inferiore a 18.5

Normopeso: IMC compreso fra 18.5 e 24.9

Sovrappeso: IMC compreso fra 25 e 29.9

Obesità lieve: IMC compreso fra 30 e 34.9

Obesità media: IMC compreso fra 35 e 39.9

Obesità grave: IMC maggiore di 40.

Bisogna però ricordare che da solo il calcolo dell’indice di massa corporea non è un indicatore valido, poichè non tiene conto di un altro valore indispensabile e cioè il rapporto tra la massa grassa e la massa grassa. Per fare un esempio, secondo questo calcolo, anche una persona molto muscolosa, dotata quindi di una quantità di massa magra nella norma, potrebbe risultare in sovrappeso in quanto la massa magra pesa più della massa grassa.

Calcolo del BMI preciso

Per ovviare a questo limite, un team di ricercatori dell’Università di Oxford, guidato dal professor Nick Trefethen, ha messo a punto il nuovo BMI il cui valore è ottenuto facendo un calcolo un po’ più complesso che permette di fare una valutazione dell’indice di massa corporeo anche per soggetti particolarmente bassi o particolarmente alti senza che la stima risulti falsata come accadeva con il calcolo del vecchio BMI. La nuova formula per il calcolo del BMI prevede dunque che il peso venga moltiplicato per 1,3 e il risultato diviso per l’altezza in metri elevata a 2,5.

> INDICE DI MASSA CORPOREA E CALCOLO DEL PESO FORMA

Resta però il fatto che l’indice di peso corporeo rimane sempre un criterio orientativo, seppure in linea di massima valido, utile per valutare lo stato del peso corporeo di una persona e gli eventuali rischi corsi per la salute.

Photo Credit| Thinkstock

Trifoglio rosso, un aiuto contro i disturbi della menopausa

Tantissime donne sperimentano i disturbi dovuti alla menopausa, un momento fisiologico della vita di ogni donna che comporta piccoli fstidi dovuti ai cambiamenti ormonali causati dall’assenza del ciclo. Un valido aiuto contro i disturbi della menopausa lo si può trovare nei rimedi naturali, nella fitoterapia, e nel trifoglio rosso.


Insonnia, patologie cardiovascolari, colesterolo, osteoporosi, vampate, grazie ai fitoestrogeni è possibile ridurre tutti i fastidiosi sintomi connessi alla menopausa. Il trifoglio rosso infatti contiene degli ormoni naturali che possono essere assunti senza nessun rischio per la salute, anche per lungo tempo, a tutto vantaggio del benessere della donna.
I fiori del trifoglio rosso contengono i flavonoidi, alcuni derivati della cumarina e i glicosidi cianogenici.

> COMBATTERE I DISTURBI DELLA MENOPAUSA CON LE ERBE

Il fitocomplesso della pianta è infatti caratterizzato da sostanze di natura isoflavonica: formononetina e biocianina, genisteina e daidzeina. La biocianina, nell’organismo, viene trasformata in genisteina che è uno dei fitoestrogeni a vantare il maggior potere antiossidante, addirittura tre volte superiore a quello della vitamina C. Inoltre il trifoglio rosso è ricco di calcio, cromo, magnesio, niacina, fosforo, potassio, silicio, tiamina e vitamina A, vitamina B-12, vitamina E, K e C.

>DIETA E MENOPAUSA, IL PARERE DELL’ESPERTO

Grazie alle sue proprietà, il trifoglio rosso è in grado di alleviare i sintomi della sindrome premestruale come dolore al seno, gonfiore, nervosismo, ma è altrettanto utile per le donne in menopausa in quanto gli isoflavoni che contiene agiscono come gli estrogeni e quindi aiutano a contrastare i disturbi come vampate di calore, nervosismo e anche i sintomi depressivi. La dose consigliata per ottenere risultati apprezzabili nel caso di disturbi da menopausa è di 40-80 mg di isoflavoni.

> PERCHE’ LE DONNE INGRASSANO IN MENOPAUSA? LA DIETA DA SEGUIRE

Il trifoglio rosso si può assumere tranquilamente in quanto non sono stati riportati effetti di tossicità, neanche dopo assunzioni prolungate. E’ però sconsigliato in tutti quei casi in cui si devono evitare effetti estrogenici, come nelle donne in gravidanza, nelle donne che soffrono di endometriosi o di fibromi all’utero. Inoltre bisogna fare attenzione alle possibili interazioni con altri farmaci, come gli estrogeni, i contraccettivi, gli anticoagulanti e gli antiaggreganti piastrinici. In ogni caso, per maggiore sicurezza, consultate il vostro medico per sapere se potete assumerlo con tranquillità.

Lorenzin: Italia leader nella sicurezza alimentare

L’Italia è leader nella sicurezza alimentare, dice il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin durante il suo intervento alla conferenza stampa che presenta la Giornata Mondiale della Salute 2015.

sicurezza alimentare

Quest’anno l’Organizzazione Mondiale della Sanità dedica alla sicurezza alimentare, con perfetto tempismo visto che l’Italia ospita l’Expo 2015 dedicato proprio all’alimentazione. La Lorenzin parla anche dell’esposizione universale come di “un’opportunità per ricordare il valore mondiale della dieta Mediterranea” che il mondo ci invidia. E ha aggiunto:

“Abbiamo organizzato una serie di eventi e iniziative puntando proprio sull’importanza della qualità alimentare – ha aggiunto Lorenzin – vogliamo ricordare a tutti che ci si inizia a curare a tavola, la salute ormai è una materia trasversale, la sfida dei sistemi sanitari non è soltanto curare le persone, ma aggiungere anni in salute in popolazioni sempre più longeve.”

L’importanza della qualità, parole chiave del suo intervento, è al centro sia dell’Expo sia dei principi base della dieta Mediterranea e di un approccio all’alimentazione che è tipicamente italiano. Il Ministro della Salute ha posto infatti l’accento sul sistema “one health” vigente in Italia.

Cosa significa? Che non ci si preoccupa solo della sicurezza del cibo sulla salute dell’uomo ma anche del benessere degli animali e delle coltivazioni e delle corrette procedure di lavorazione nelle aziende con numerosi controlli, dal campo all’arrivo sulla tavola dell’alimento. Solo nel 2014 i Nas dei Carabinieri hanno effettuato oltre 38 mila ispezioni.

Con un controllo accurato della filiera e l’adesione alle normative europee, l’Italia si pone dunque come leader nel settore della sicurezza alimentare. Quello che forse manca è l’educazione alimentare del cittadino che da parte sua ha una responsabilità precisa nella scelta e nella consapevolezza di ciò che acquista e mangia ma che spesso è lasciato a se stesso, in balia di etichette non sempre trasparenti e pubblicità martellante.

Photo Credits | pogonici / Shutterstock.com

Nano-bombe d’acqua contro le infezioni alimentari

Un nuovo metodo messo a punto in America si serve delle nano-bombe d’acqua per garantire l’igiene degli alimenti e combattere le infezioni alimentari. La contaminazione del cibo è una questione molto importante perché ne va della nostra salute, oltre che della qualità dell’alimentazione.

nano-bombe d'acqua

Non sempre la pulizia accurata con acqua e bicarbonato o altri disinfettanti basta ad eliminare le contaminazioni di agenti potenzialmente patogeni. Il nuovo sistema si serve solo di acqua ma in una forma altamente tecnologia. Gli scienziati della Harvard Unversity che hanno ideato la tecnica hanno pubblicato i risultati della ricerca sulla rivista Environmental Science & Technology.

L’acqua viene processata da un macchinario che sfrutta un campo magnetico ad alta intensità restituendola in forma di nanoparticelle più piccole di 4 mila volte il diametro di un capello. Le nano-bombe d’acqua contengono molecole di ossigeno altamente reattive che distruggono i batteri.

Le nano-bombe, spruzzate come se si trattasse di un aerosol sulla superficie di pomodori con batteri di Escherichia coli, Salmonella e Listeria, si sono rivelate rapide ed efficaci. Ricreando il procedimento a livello industriale si garantirebbe la sicurezza del cibo evitando i disinfettanti chimici e i pesticidi che risolvono il problema da una parte creandone altri, a lungo termine e potenzialmente più gravi, per l’agricoltura e la salute dell’uomo.

Considerando che ogni anno la quantità di cibi contaminati che vengono a contatto con le persone è altissima, e che alcuni casi gravi arrivano alla morte, è un problema di non poco peso. Solo in America, dove è stata condotta la ricerca, 48 milioni di persone l’anno utilizzano cibo contaminato, 130 mila accusano intossicazioni, 3 mila muoiono.

Photo Credits | kubais / Shutterstock.com

Test del dna per scoprire la dieta più adatta

test dna

La dieta che seguiamo può avere un ruolo determinante nella nostra espressione genica; fino ad oggi sapevamo che i geni che ognuno di noi possiede sono in grado di, per così dire, “predire” il nostro destino. Adesso sappiamo che esistono una varietà di fattori che possono influenzarli e tra questi c’è anche la dieta.

Scopri di più

A farci ingrassare può essere lo stress

ingrassare e stress

State ingrassando e non sapete spiegarvi il perché? Potrebbe essere lo stress. A sostenerlo è un nuovo studio condotto dalla in America secondo il quale lo stress sarebbe una delle cause di disturbo del processo di sviluppo del tessuto adiposo che potrebbe avere un impatto negativo sull’omeostasi delle cellule di grasso.

Scopri di più

Embolizzazione di arterie dello stomaco, una nuova tecnica per dimagrire?

embolizzazione bariatrica Chiudere le arterie dello stomaco per combattere l’obesità: è la soluzione proposta in seguito ai risultati di uno studio presentati in occasione della Society of Interventional Radiology. Una premessa però è d’obbligo: la ricerca è stata condotta sugli animali ed è prematuro considerarla una soluzione applicabile anche sull’uomo, anche se i ricercatori sono ottimisti: in breve tempo sarà possibile curare l’obesità con una proceduta mininvasiva che elimina la produzione di grelina, l’ormone della fame.

Scopri di più