Calorie sui menù e cibi più sani, ecco la nuova politica di McDonald’s

McDonald’s ha deciso di conquistare anche quella fetta di pubblico salutista, che normalmente non mangia hamburger, patatine fritte e cibo da fast food. In che modo? Proprio da questa settimana, lo famoso Zio Mc ha dato il via a una politica più trasparente, sono negli Usa, mettendo le calorie proprio sui menù.

Come mai una scelta di questo tipo, che oggettivamente potrebbe anche disincentivare? La risposta è stata chiara: l’obiettivo è sensibilizzare e educare il consumatore. Per esempio,  a Philadelphia e New York – dove già c’è l’obbligo di dichiarare le calorie – i clienti non solo si sono abituati a questo dettaglio, ma le abitudini alimentari sono cambiate in meglio.

Già perché aggiungere le calorie alle tovagliette, ai sacchetti e alle scatoline non è l’unica operazione che McDonald’s USA vuole portare avanti. Sta infatti programmando di rendere i suoi piatti più salutari, inserendo cibi raccomandati dalle linee guida alimentari del Dipartimento americano dell’agricoltura. Per esempio, ci sarà molta più frutta e verdura di stagione, come i mirtilli e i cetrioli che fanno benissimo.

Poi due piatti tipici Happy Meal e McWrap avranno il pollo grigliato associato a verdure fresche in tre diverse versioni. I piatti saranno sempre correlati di una mela e le porzioni di patatine saranno più piccole. Ci sono cambiamenti interessanti anche per la colazione, arricchita dalla presenza di muffin integrali.

Come sempre non tutti sono rimasti favorevolmente colpiti da questa nuova presa di posizione. Sono in molti a credere che McDonald’s non sia interessata a lavorare per ostacolare il diffondersi dell’obesità e tutelare la salute. I più agguerriti sostengono sia puro marketing, con l’obiettivo di battere sul tempo la concorrenza e difendersi da alcune cicatrici profonde come “Super Size Me” e “Fast Food Nation”, film che hanno segnato l’immagine dalla catena di fast food.

C’è poi chi sostiene che il numero di calorie esposto sul menù o ridotto nei piatti non servirà a contrastare l’obesità (ricordiamo che c’è poi una variabile umana legata alla quantità di cibo introdotto), ma potrebbe essere educativo per il settore, per creare dei fast food più responsabili e attenti.

 

Photo credit| ThinkStock

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