Una pillola per combattere la voglia di dolci?

Secondo un gruppo di ricercatori dell’Imperial College di Londra, dietro quell’insaziabile fame di dolci che ci assale all’improvviso si cela l’azione di un ormone prodotto dal cervello e dallo stomaco, la grelina. Lo studio che ha portato a questa scoperta ha visto coinvolti 18 soggetti adulti ai quali sono stati iniettate alcune dosi di grelina; in questo modo si è potuto appurare che l’ormone non solo è in grado di scatenare il desiderio di cibi dolci e ipercalorici ma induce anche a preferirli di gran lunga a cibi più salutari.

Come ha affermato il coordinatore della ricerca Tony Goldstone, l’ormone

sembra alterare il desiderio degli alimenti ricchi di calorie piuttosto che di quelli poveri di calorie

La buona notizia è che sarebbero attualmente in corso di sperimentazione farmaci capaci di sopprimerne l’attività liberando dall’insano desiderio di dolci e che sarebbe già lunga la lista di case farmaceutiche disposte a immetterli sul mercato con grande gioia di chi sa bene quanto sia difficile resistere all’impulso di abbuffarsi di cioccolata magari proprio nel mezzo di una dieta dimagrante.

Tuttavia, la grelina, che è stata scoperta piuttosto di recente (nel 1999) ed è già nota come ormone dell’appetito, in quanto fra i suoi compiti rientra appunto quallo di inviare al cervello gli input relativi alla sensazione della fame, svolgerebbe anche un’azione utile a prevenire l’aterosclerosi poichè in grado di ripristinare una normale funzionalità dell’endotelio (il rivestimento più esterno delle arterie) proprio nelle persone affette da sindrome metabolica. Inoltre, poichè in grado di aumentare la sensazione di fame in alcuni studi è stata ventilata la possibilità che il suo impiego possa risultare utile per combattere l’anoressia.

E’ doveroso inoltre precisare che una scoperta analoga a quella dei ricercatori del londinese Imperial College è stata fatta circa due anni fa nel corso di uno studio condotto su cavie da laboratorio presso lo statunitense University of Texas Southwestern Medical Center. In quel caso fu però analizzata la relazione tra cibo e umore.

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