IBM mette a dieta i dipendenti e li premia con incentivi in denaro

Un dipendente obeso è un dipendente che, prima o poi, avrà problemi di salute e risulterà meno produttivo in ufficio, ma è anche un dipendente che grava sulle casse aziendali.  Ha ragionato con questa logica IBM quando ha deciso di realizzare una sorta di applicazione web per mettere a dieta i dipendenti. In che cosa consiste il metodo di dimagrimento? Gli utenti devono registrare la propria alimentazione, lo stile di vita e il programma realizza in tempo reale una scheda con gli errori commessi e soprattutto indica come correggerli.

Non si limita certamente solo a questo, perché altrimenti l’app non sarebbe poi così diversa dalle centinaia già declinate sul tema. Stimola, infatti, il dipendente a condurre una vita più sana e a seguire un’alimentazione corretta, con tanto di obiettivi “in premi”, alcuni anche di carattere economico. Costa meno all’azienda gratificare così il suo impiegato, che non sborsare rimborsi per spese mediche a causa di diete sbagliate. Sicuramente il sistema, che sta per ottenere il brevetto, sarà facilmente esportabile in tutti gli Stati Uniti, ma con alcune modifiche si adatterà perfettamente anche ad altri Paesi, come quelli europei.

La filosofia su cui si basa è di carattere economico. Per mettersi a dieta ci vuole una motivazione forte, di solito la si trova nel desiderio di sentirsi meglio e di proteggere la propria salute. Qui invece il vero incentivo sono i soldi. C’è quindi da chiedersi, in un momento di crisi come questo, si può comprare la salute? Secondo gli esperti, non c’è nessun altro premio che abbia la stessa forza. Una forza tale da superare anche il limite di questo sistema dimagrante che obbliga le persone a condividere online i propri dati più privati, come il peso e i risultati della dieta.

IBM quindi non solo ha pensato a dei premi aziendali basati sulla dieta, ma anche a una sorta di gogna pubblica per “punire” chi non riesce a sottrarsi alla dipendenza del frigorifero.  Ora le domande che sorgono spontanee sono due: chi controllerà che le informazioni postate siano vere e gli utenti, pur di vincere, saranno portati a barare?

Photo Credits| ThinkStock

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