Le bibite gassate possono ridurre la fertilità

bere-colaConsumare più di un litro al giorno di bibite gassate può danneggiare la fertilità maschile. Lo afferma uno studio molto vasto promosso dall’University of Copenhagen. Un campione di 2.500 giovani uomini è stato recentemente sottoposto a spermiogramma, ovvero l’analisi del liquido seminale finalizzata a valutare la qualità dello sperma, dopo l’acquisizione di informazioni circa il loro stile di vita.

È emerso che un forte consumo di bevande gassate può far diminuire il numero medio degli spermatozoi fino al 30%. Il campione è stato diviso in bevitori di bevande gassate e non bevitori; nel liquido seminale degli appartenenti al primo gruppo si è riscontrata una quantità media di 35 milioni di spermatozoi per millilitro di liquido e nello sperma degli appartenenti al secondo gruppo una ben più elevata concentrazione di 50 milioni di spermatozoi per millilitro. E’ importante evidenziare che lo studio non si sofferma sul ruolo della caffeina solitamente contenuta in questo tipo di bevande, poiché è stato dimostrato che l’impatto è meno pronunciato.

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Pillola anti-obesità, forse tornerà presto

Potrebbe essere presto in arrivo la nuova pillola anti-obesità, un farmaco anti-grasso simile a quello ritirato dal commercio nel 2008 ma che, a differenza del primo (Rimonabant), non agisce sul cervello ma solo sul resto del corpo. Questo è quanto emerso da una ricerca, pubblicata sull’ultimo numero della  rivista scientifica Cell metabolism, e condotta da un team di scienziati europei coordinati dall’endocrinologo dell’Università di Bologna Uberto Pagotto. Si riaccendono quindi le speranze delle persone affette da obesità che non hanno potuto avvalersi con successo del farmaco precedente a causa dei suoi sgradevoli effetti collaterali quali ansia e depressione.

Come spiega Pagotto:

Il risultato segna un punto di svolta. Senza azione sul cervello, si elimina infatti il problema degli effetti collaterali sulla psiche. Si tratta quindi di usare farmaci che non vi penetrino, come quelli recentemente sviluppati e già testati con successo sugli animali. Se si dimostrano validi anche sull’uomo il gioco è fatto. Dopo il ritiro, un mese fa, anche dell’altro importante principio attivo in campo contro l’obesità, la sibutramina, la novità risulta ancora più interessante

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Mal di stomaco? Colpa dell’infelicità

La vostra relazione affettiva sta andando a rotoli, siete sull’orlo del divorzio, o vi siete già separati? Avete perso il lavoro per colpa della crisi? Fumate, magari per scacciare la tensione? Attenti, perché siete i candidati ideali a mal di stomaco e cattiva digestione. Il primo studio italiano che ha valutato nella popolazione prevalenza e caratteristiche della dispepsia funzionale, ovvero dei disturbi digestivi non spiegati da una vera e propria malattia organica, afferma che divorzio, disoccupazione e fumo, assieme alla sindrome dell’intestino irritabile, sono i fattori che più spesso si associano al problema.

La ricerca condotta dal dott. Maurizio Zagari e dal dott. Franco Bazzoli, gastroenterologi del Dipartimento di Medicina clinica dell’Università di Bologna lo ha recentemente dimostrato. Circa mille abitanti di due comuni in provincia di Bologna, Loiano e Monghidoro, sono stati sottoposti non solo a questionari per valutare i sintomi di questo disturbo, ma soprattutto a una gastroscopia che fugasse qualsiasi dubbio diagnostico. Specifica il dott. Bazzoli,

“Si tratta di persone chiamate da noi a partecipare allo studio, che non si erano rivolte al medico per i disturbi. Ciò significa che i dati raccolti sono lo specchio di quel che accade nella popolazione generale”.

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Verdure surgelate meglio di quelle fresche

Le verdure congelate sono più fresche delle verdure fresche che normalmente si comprano nei supermercati e nelle bancarelle dei fruttivendoli? Pare di sì, stando a quanto afferma uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Institute of Food britannico e riportato recentemente dal Daily Telgraph. I ricercatori hanno effettuato una serie di analisi chimiche sulle fibre delle verdure più comuni, a seguito della quale hanno affermato che gli ortaggi surgelati sono più sani di quelli freschi, poiché le loro fibre sembrano essere capaci di contenere i nutrienti più a lungo.

Lo studio rivela inoltre che prima che le verdure appena colte arrivino sui piatti possono passare fino a due settimane, nonostante le statistiche abbiano verificato che l’80% dei clienti dei supermercati britannici crede che le verdure del negozio siano in media vecchie di soltanto quattro giorni. Le verdure possono invece impiegare nove giorni solo per arrivare al supermercato, a cui vanno aggiunti un minimo di altri quattro giorni per essere sistemate sugli scaffali.

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I cibi spazzatura danno anche dipendenza

junk food dipendenzaOltre a regalarci qualche chilo supefluo in più e a mettere a repentaglio la nostra salute, il cosiddetto cibo spazzatura (o junk food) agisce come una droga e, di conseguenza, induce in chi lo consuma in grandi quantità una vera e propria dipendenza. Questa è la conclusione cui sono giunti Paul Johnson e Paul Kenny, ricercatori dell’Istituto Scripps a Jupiter in Florida che hanno pubblicato i risultati del loro studio sulla rivista Nature Neuroscience.

La sperimentazione si è svolta su un gruppo di ratti ai quali sono state somministrate, in una prima fase, dosi moderate di cibi sani seguite da razioni maggiori di cibi grassi e ipercalorici quali bacon, cioccolata, merendine, snack e così via. In questo modo gli studiosi hanno potuto rilevare che il cambiamento di dieta causava nei ratti non solo un inevitabile aumento di peso ma anche, analogamente a quanto avviene in altra forme di dipendenza, un indebolimento dell’attivazione dei circuiti cerebrali legati alla ricompensa.

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Il burro aiuta ad avere un cuore sano

Molte persone usano la margarina o l’olio di semi per cucinare, pensando che siano più leggeri e salutari del burro, ma si sbagliano. I grassi vegetali contenuti in quei condimenti, infatti, contribuiscono ad aumentare il rischio di malattie cardiovascolari, restringendo i vasi sanguigni e abbassando i livelli di colesterolo buono, contrariamente a quello che si pensa, molto più dei grassi saturi contenuti nel burro e nella carne.

Il contrordine arriva da una ricerca olandese condotta dall’Università di Wageningen ed in seguito pubblicata sulla rivista scientifica Atherosclerosis, thrombosis and vascular biology. L’obiettivo del gruppo di ricercatori che si è occupato di questo studio era quello di determinare il ruolo giocato dalle scelte alimentari nella capacità di espansione dei vasi sanguigni, il cui spessore è molto ridotto nei pazienti affetti da malattie cardiovascolari.

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Obesità, adesso si cura con un tubicino nel naso

nutrizione enterale chetogenaSi chiama nutrizione enterale chetogena (Nec) ed è il nuovo metodo per combattere l’obesità messo a punto presso il Servizio di Nutrizione Clinica del Policlinico di Roma dal dottor Gianfranco Cappello, docente di chirurgia generale alla Sapienza e nutrizionista. Il metodo consiste nell’applicazione al paziente di un sondino nasogastrico collegato a una sacca contenente una soluzione a base di proteine che vengono trasportate nello stomaco e sostituiscono l’alimentazione abituale. Nessun cibo dovrà dunque essere ingerito dal paziente durante il trattamento, che dura dieci giorni, fatta eccezione per liquidi quali tè, acqua e caffè, rigorosamente senza zucchero.

Il risultato? Un dimagrimento significativo in pochi giorni, anche in quei soggetti che non sono mai riusciti a perdere peso seguendo le tradizionali diete ipocaloriche, con il 50% dei pazienti trattati, secondo quanto riferito dallo stesso dottor Cappello, che riesce a mantenere il peso a distanza di un anno. La perdita di peso è dovuta alla chetogenesi, un processo che avviene nell’organismo quando viene privato degli zuccheri e si trova costretto a bruciare i grassi di riserva, dettaglio questo che non ha mancato di destare lo scetticismo di alcuni esperti.

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L’orario dei pasti influisce sulla linea

L’orario dei pasti può avere delle ripercussioni sulla linea. Lo dimostra lo studio condotto da un team di ricercatori della della Northwestern University che, dopo aver notato la tendenza dei lavoratori notturni ad essere in sovrappeso, ha deciso di investigare sugli orari dei pasti che interferiscono con i ritmi metabolici, inducendo l’organismo ad ingrassare.

Hanno condotto un esperimento su due gruppi di topi di laboratorio; entrambi i gruppi sono stati sottoposti a una dieta con un alto livello di grassi combinata ad esercizio fisico. Il gruppo di cavie che ha assunto il cibo negli orari solitamente dedicati al riposo ha acquistato il 48% di peso in più rispetto all’altro gruppo, che è ingrassato solo del 20%.  A seguito di questa scoperta i ricercatori suggeriscono che mangiare durante le ore notturne, quando l’organismo si aspetta il riposo, disturba i ritmi circadiani, ovvero il ritmo dei processi fisiologici degli esseri viventi, che governa non solamente il ciclo del sonno, ma anche i cicli di alimentazione e attività.

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Esagerare con la dieta mette a rischio le ossa

Tutte le donne che pur di perdere peso e poter vantare linea perfetta sono disposte a sottoporsi a regimi alimentari troppo rigidi devono stare molto attente. Sembra che seguire una dieta troppo rigorosa aumenta il rischio di osteoporosi. Uno studio realizzato da un team di ricercatori dell’organizzazione non governativa inglese National Osteoporosis Society ha recentemente dimostrato come le diete troppo restrittive mettano a rischio la salute e la fragilità delle ossa, aprendo la strada all’osteoporosi.

La ricerca ha evidenziato che la fragilità delle ossa è direttamente collegata al tipo di alimentazione, alla quantità di cibo che si assume e all’equilibrio dei pasti. Una donna su sei che segue una dieta molto stretta, senza saperlo, corre il rischio di fratturarsi un’anca. I ricercatori hanno inoltre intervistato molte donne affette da osteoporosi, scoprendo che oltre il 54% delle donne intervistate ha livelli di vitamina D nel sangue inferiori rispetto alla norma, mentre il 95% ha confessato di consumare una quantità di latte e latticini inferiori alle dosi giornaliere raccomandate dai nutrizionisti. 

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Ancora benefici dalle spezie: la curcuma proteggerebbe il fegato

curcuma e fegato

Torniamo a parlare degli effetti benefici che hanno le spezie sul nostro organismo; sotto la lente di ingrandimento oggi c’è la curcuma, e in particolare la sostanza che contiene, ovvero la curcumina. Da sempre considerata un toccasana dalla medicina ayurvedica, questa spezia è stata anche oggetto di studio scientifico grazie al progetto di un gruppo di ricercatori austriaci della Facoltà di Medicina dell’Università di Graz.

Lo studio, coordinato dal Dottor Michael Trauner, professore di medicina interna, e pubblicato sulla rivista scientifica “Gut” è stato condotto su un gruppo di topo geneticamente modificati per sviluppare un’infiammazione del fegato di tipo cronico. I roditori sono stati divisi in due gruppi: al primo gruppo è stata aggiunta alla dieta della curcumina, mentre il secondo gruppo ha seguito una dieta normale, ovvero senza integrazioni.

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Endometriosi, una dieta ricca di grassi buoni ridurrebbe il rischio

L’endometriosi è una patologia ancora poco nota ma che affligge in Italia il 10% delle donne in età fertile; è una patologia che nelle sue forme più gravi può risultare invalidante e comporta in ogni caso un notevole abbassamento della qualità della vita delle donne che ne sono affette. Essa consiste infatti nella crescita del tessuto che riveste l’utero (l’endometrio) in sedi anomale quali vagina, tube, ovaie, peritoneo, vescica e intestino con la conseguente formazione di cisti e aderenze. Fra i sintomi dell’endometriosi troviamo dolore pelvico cronico, dismenorrea, durante durante i rapporti sessuali, stanchezza cronica e, nel 40% dei casi, infertilità.

Ad oggi non esiste una cura risolutiva, ma secondo uno studio pubblicato su Human Reproduction e condotto da un team di ricercatori dell’Harvard Medical School di Boston, negli Stati Uniti, una speranza arriva dalla prevenzione; sembra infatti che un consumo regolare di alimenti ricchi di acidi grassi omega3 aiuti a ridurre il rischio di insorgenza dell’endometriosi, mentre, al contrario, una dieta a base di grassi “cattivi”, soprattutto quelli trans, lo fa aumentare.

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Mangiare riso rosso fermentato riduce il colesterolo

Il riso rosso fermentato, il cui nome scientifico è Monascus purpureus,  contribuisce ad abbassare i livelli di colesterolo. Da un recente studio condotto da un team di ricercatori della School of Medicine americana è infatti emerso che questo particolare tipo di riso aiuta l’organismo a ridurre il livello di colesterolo ed inoltre, anche se consumato in elevate quantità, non danneggia né i reni né il fegato.

Utilizzato in Cina da oltre mille anni ed alimento base in molti Paesi asiatici, il riso rosso fermentato si sta diffondendo nell’alimentazione occidentale come integratore alimentare. Nella medicina tradizionale cinese, il riso rosso fermentato era noto per la sua capacità di migliorare la circolazione sanguigna e la digestione, infatti, veniva spesso utilizzato  come spezia, conservante e colorante per il cibo.

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La pizza? E’ buona e protegge dal cancro

Da oggi tutte le persone che amano pizza e seguono una dieta dimagrante possono gustare il loro spuntino preferito senza avere alcun rimorso, perchè prevengono il rischio di cancro. La pizza, infatti, sembra ridurre il rischio della formazione di cellule cancerogene nell’organismo. Incredibile, ma vero. Lo dimostra uno studio italiano, da poco pubblicato sulla versione online della rivista scientifica International Journal of Cancer, secondo il quale al consumo di pizza è associato un ridotto rischio di tumori all’apparato digerente.

Un team di ricercatori dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri ha notato che tra i pazienti affetti da tumori al cavo orale, alla faringe, all’esofago, alla laringe, al colon e al retto vi era una percentuale molto più alta di persone che non mangiavano pizza, rispetto ai soggetti senza tumore. I dati emersi dalla ricerca sono inequivocabili. Mentre circa il 37% dei controlli, ovvero delle persone senza tumore, erano consumatori di pizza, quasi il 58% dei pazienti con tumore dell’esofago non la mangiavano.

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Le diete iperproteiche provocano danni al cuore

Attenzione alle diete iperproteiche e ricche di grassi, in quanto sono regimi alimentari estremamente dannosi per il cuore e per tutto il sistema cardiaco. Il monito arriva da una ricerca del Royal Victoria Hospital di Belfast, in Irlanda, diretta dal dottor Steven Hunter e pubblicato sulla rivista scientifica The Medical News.

Il team di esperti guidato dal Dottor Hunter ha effettuato la ricerca dividendo in due gruppi alcuni malati affetti da obesità e in pre-diabete; al primo gruppo è stata imposta una dieta ricca di fibre e carboidrati e povera di grassi, e al secondo una dieta ricca di grassi e povera di carboidrati.

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Con l’età le donne assumono più peso degli uomini

Anche se le donne e gli uomini d’oggi sono più longevi e più dinamici rispetto ai tempi passati, tutti in vecchiaia tendono ad avere una composizione corporea diversa, costituita più di grasso che di massa magra. La donna, in particolare, in 40 anni, ovvero dai 20 ai 60 anni, assume mediamente 11 chili di grasso .

“Questo aumento di peso è dovuto alla trasformazione del corpo, alla gravidanza affrontata nel corso della vita che fa accumulare grasso e alle modificazioni ormonali che si subiscono in menopausa“.

Lo ha sottolineato il professor Carlo Cannella, insegnante di scienza dell’alimentazione all’Università La Sapienza di Roma, e coordinatore dei diplomi di dietista, analizzando insieme ad un team di ricercatori le motivazioni che spingono molte donne, dopo le festività, a riprendere con più energia l‘attività fisica sottoponendosi a diete strette per arrivare in forma all’estate.

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Bacche e frutti di bosco per ridurre i rischi di malattie metaboliche

Chi soffre di malattie metaboliche ha una speranza in più: secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica European Journal of Clinic Nutrition, un maggiore consumo di frutti di bosco e di bacche, proteggerebbe dal rischio di malattie del fegato e dalla sindrome metabolica. Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Biochimica e Chimica alimentare dell’università di Turku, i quali hanno osservato come un consumo quotidiano di mirtilli, ribes e olivello spinoso, riducesse del 23% i livelli dell’enzima responsabile della steatosi epatica non alcolica.

I ricercatori hanno condotto lo studio su 31 donne con un’età media di 43 anni, che poi sono state divise in due gruppi casuali; ad un gruppo è stato dato un supplemento di 163 g., sotto forma di snack, di mirtillo rosso, mirtillo, ribes nero e bacche di olivello spinoso, mentre all’altro gruppo solo una piccola quantità di questi frutti di bosco.

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Tosse? Si calma con la cioccolata

cioccolata contro la tosse

Odiata dai cultori della dieta ma amata dai bambini di tutto il mondo, e anche dalle mamme, la cioccolata è da molti anni oggetto di dibattito tra i nutrizionisti di tutto il mondo. Già nota per varie proprietà benefiche, tra le quali quelle antidepressive, la cioccolata sembra essere un ottimo rimedio per combattere la tosse. Infatti, come ha dimostrato uno studio condotto dai ricercatori dell’Imperial College of London (ICL) e pubblicato sul giornale telematico FASEB Journal, la teobromina, uno degli ingredienti psicoattivi del cacao, è un efficace sedativo della tosse persistente.

La sua azione supera anche quella della codeina, che attualmente è considerato il farmaco migliore contro la tosse. Come afferma il dott. Peter Barnes, medico che ha diretto la ricerca, durante la sua intervista per la rivista scientifica Federation of American Societies
for Experimental Biology Journal

“A seguito di questo studio, potrebbe nascere un nuovo farmaco per combattere soprattutto la tosse causata da un’infezione virale, solitamente difficile da curare senza l’utilizzo di farmaci in grandi dosi.”

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Aspetti positivi del cibo sano

E un dato di fatto che un’alimentazione sana sia parte integrante di un programma di prevenzione generale. Dati recenti confermano che una dieta equilibrata può davvero avere un ruolo fondamentale di difesa: dai disturbi cardiovascolari, da quelli che coinvolgono il fegato e, soprattutto, da alcuni tipi di tumori. Una ricerca del Catalan Institute of Oncology, per esempio, ha dimostrato che chi segue un’alimentazione di tipo mediterraneo (55% carboidrati, 30% lipidi. 20% proteine) ha addirittura il 33% in meno di probabilità di ammalarsi di cancro allo stomaco.

Ma non solo: dare più spazio a frutta e verdura, cibi ricchi di sostanze antiossidanti, antinfiammatorie e con proprietà alcalinizzanti, protegge meglio le donne dai danni legati all’osteoporosi. Detto questo, le regole generali da seguire sono (e rimangono) semplici accorgimenti, non serve certo rivoluzionare le proprie abitudini, fare drastiche rinunce o cedere al salutismo estremo, dove la ricerca e la preparazione del cibo diventa una fissazione.

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