Calo del desiderio? Forse è colpa dei chili di troppo

 

Il calo del desiderio è un problema molto comune nelle coppie moderne. In molti danno la colpa allo stress, ma forse la causa potrebbe essere un’altra. Quale? Per esempio i chili di troppo. Un nuovo studio, condotto dai ricercatori dell’Università di Adelaide, ha dimostrato che perdere peso migliora l’attività sessuale.

La spiegazione potrebbe essere molto semplice. L’obesità ovviamente favorisce disturbi cardiocircolatori, spegnendo il desiderio e ostacolando la funzionalità erettile. Perdere peso e cercare di ritrovare la forma, dovrebbe aiutare anche a prevenire o eliminare alcuni spiacevoli “inconvenienti”.

Per consolidare questa tesi, sono stati arruolati 31 obesi con diabete di tipo 2 e per otto settimane hanno seguito una dieta ipocalorica e proteica (600 calorie al giorno). Questo regime ha permesso loro di perdere il 5% del loro peso complessivo e hanno potuto apprezzare un notevole miglioramento dell’attività sessuale.

Questo studio è molto importante perché dimostra che lo stile di vita è assai significativo e può influenzare positivamente anche la vita sessuale. In un’epoca in cui i farmaci per via orale sono diventati quasi una moda, dimostrare che la perdita di peso è un importante intervento non-farmacologico per ripristinare la funzionalità erettile e delle vie urinarie costituisce un ottimo segnale.

Ha dichiarato Irwin Goldstein, editor-in-Chief del Journal of Sexual Medicine, perché i risultati delle otto settimane di dieta sono stati dai da migliorare la vita dei volontari per i 12 mesi successivi. Ci vuole quindi davvero poco per mettersi al riparo da rischi “inutili”, come la crisi di un matrimonio, e da pericolose malattie.

Ricordiamo, infine, che il mondo occidentale è a rischio pandemia. La malattia in questione è l’obesità: le persone in effettivo sovrappeso (soprattutto i bambini) sono in continuo aumento. Questo vuol dire aver problemi di salute gravi già da adulti e probabilmente dover far i conti con un rischio molto alto di morte precoce. Ne vale la pena?

 

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