Tai Chi, per ritrovare la forma fisica e non affaticare il cuore

Per ritrovare la forma fisica, le arti marziali sono sicuramente un ottimo sport. Sono in testa alla classifica delle attività che fanno bruciare più calorie: pensate che un’ora di Karate può aiutare a smaltire anche 900 kcl.  Il motivo principale sta nel fatto che combinano un allenamento aerobico a esercizi di potenza. La nostra attenzione però oggi si concentrerà su un’antica arte orientale, il Tai Chi che è stata oggetto di molti studi perché in grado di migliorare la muscolatura ma anche l’equilibrio interiore.

Il Tai Chi, infatti, prevede una parte di attività fisica e una parte di meditazione. Per quanto riguarda le calorie, se consideriamo che l’allenamento è un mix di questi due aspetti, in media si consumano quasi 300 kcl in un’ora. Oltre a questo dato, però, la cosa che più sorprende sta nelle proprietà terapeutiche: il Tai Chi è d’aiuto alle persone che soffrono d’insufficienza cardiaca cronica.

I ricercatori statunitensi della Harvard Medical School hanno voluto studiare gli effetti del Tai Chi su 100 pazienti ospedalizzati e affetti da insufficienza cardiaca sistolica. I pazienti sono poi stati suddivisi a caso in due gruppi. Metà di questi hanno praticato con regolarità, e per dodici settimane, il Tai Chi. L’altra metà ha fatto parte di un gruppo che ha seguito solo una formazione teorica.

Mi permetto solo di dire una cosa, una piccola critica. Tra fare sport e non farlo c’è molta differenza, non vedo come abbiano potuto fare un paragone. Comunque, al termine dello studio, coloro che avevano praticato Tai Chi hanno mostrato una maggiore agilità e predisposizione a fare sport. I ricercatori, infatti, hanno chiarito:

In conclusione, gli esercizi di Tai Chi, un training che possiede una modalità multi-componente formativa mente-corpo che è sicura e ha buoni tassi di adesione, può fornire un valore aggiunto nel migliorare l’esercizio quotidiano, la qualità della vita, auto-efficacia e l’umore nei fragili, debilitati pazienti con insufficienza cardiaca sistolica.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento