I 7 sostituti del burro in cucina

Sostituire il burro è molto importante, prima di tutto per evitare di ingrassare e di innalzare il colesterolo. Inoltre, chi ha scelto una dieta vegana ha bisogno di sfruttare quanto più possibile condimenti di origine vegetale, decisamente più indicati. Quali sono quindi i diretti sostituti di questo derivato del latte?

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L’olio di oliva aiuta a combattere l’invecchiamento cerebrale

I benefici dell’olio d’oliva sono ormai noti a tutti, ma questo prezioso alimento non smette di sorprendici con le sue molteplici proprietà salutari: secondo uno studio condotto dal Cnr di Roma, l’olio d’oliva sarebbe utile per contrastare l’invecchiamento cerebrale. Una scoperta che va ad aggiungersi a tutte quelle che mostrano i vantaggi dell’usare questo olio come condimento.

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Il condimento giusto per l’insalata

condimento insalataLe insalate sono tra i cibi più consumati d’estate: con poche calorie è possibile fare il pieno di sali minerali e di vitamine; attenzione, però a non sbagliare il condimento. Il monito viene dai ricercatori della Purdue University, autori di uno studio pubblicato sulla rivista “Molecular Nutrition and Food Research”: secondo gli esperti, infatti, le insalate devono essere condite con olio d’oliva nelle giuste quantità.

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Calorie della pizza

La pizza è uno degli alimenti più diffusi e amati in tutto il mondo, e la sua fortuna la deve, oltre al fatto di essere estremamente versatile, alla genuinità degli ingredienti utilizzati, in base ai quali varia anche l’apporto calorico.

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L’olio d’oliva combatte l’osteoporosi

Nelle pagine di Dietaland vi abbiamo spesso illustrato le proprietà benefiche dell’olio d’oliva, il condimento principe della dieta mediterranea; uno degli ultimi post sulle sue virtù, riguardava quella di essere in grado di combattere la sindrome metabolica. Ora, una recente scoperta condotta dall’Università di Cordoba, guidata dal dottor Santiago-Mora e pubblicata su “Osteoporosis International”, rivela che l’olio d’oliva sarebbe utile anche per contrastare l’osteoporosi.

Innanzi tutto spieghiamo in cosa consiste questa patologia; l’osteoporosi è la perdita della densità ossea che causa una maggiore fragilità delle ossa e che colpisce principalmente le donne, soprattutto quelle in età avanzata o nel periodo post menopausa. La dieta è un fattore fondamentale nella prevenzione dell’osteoporosi, ovviamente se è sana ed equilibrata come quella mediterranea, un regime alimentare nel quale i condimenti  a base di olio d’oliva ne costituiscono il principio.

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Ricetta estiva: cardi alla greca

 

Cardi alla greca

Oggi vi proponiamo una ricetta molto fresca, leggera e particolare: cardi alla greca.

Per 4 persone: un cardo di un kg., 2 carote, 2 cipolle, 2 limoni, ½ litro di vino secco, ¼ di acqua, un mazzetto, aromatico, sale, pepe, qualche seme di coriandolo, olio.

Tagliate a pezzettini le carote e le cipolle e fatele insaporire in una grande casseruola con due cucchiai d’olio d’oliva. Nel frattempo pulite il cardo che taglierete poi a pezzi regolari, irrorandolo con succo di limone. Quindi mettete i pezzi nella casseruola, fateli insaporire per qualche minuto, poi irrorateli con il vino e l’acqua. Salate e pepate, con pepe in grani appena schiacciati, aggiungete il mazzetto aromatico, i semi di coriandolo e mezzo limone tagliato a fettine.

Lasciate cuocere a fuoco lento, fino a che i cardi saranno ben teneri. Quindi toglieteli dal fuoco e lasciateli raffreddare, aggiungendo due cucchiaiate di olio d’oliva. Lasciate macerare per circa due ore. Servite i cardi freddi.

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L’olio d’oliva aiuta a combattere la sindrome metabolica

Vi siete mai chiesti perché la dieta mediterranea è così decantata come la migliore dieta del mondo? Sicuramente per il suo regime alimentare equilibrato è il motivo principale, ma non è da tralasciare che uno dei segreti dei suoi benefici è da riscontrare nelle proprietà del condimento principe di questa dieta, ovvero l’olio d’oliva.

L’olio d’oliva, infatti, contiene dei componenti fenolici in gradi di reprimere i geni coinvolti nelle infiammazioni; a sostenerlo è uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Cordoba, coordinato dal dottor Francisco Perez-Jimenez e  pubblicato sulla rivista scientifica BMC Genomics.

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