Attenzione alle diete troppo facili

Quando ricomincia la corsa al mare, le proposte folli di chi è interessato a guadagnare sull’obesità diventano esca particolarmente ghiotta e pericolosa. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha formulato poche regole che dovrebbero servire a smascherare mistificatori e commercianti dell’industria dietetica. Un mercato ricchissimo, dove non è facile intervenire neppure per Ordini dei Medici. La tipologia del messaggio adescatore, perdita di peso facile, senza sforzi; l’uso di termini come miracoloso, esclusivo, unico, fotografie di prima e dopo, dichiarazioni di clienti soddisfatti, dispositivi come saune, stimolatori passivi.

Nessuna presenza di veri specialisti con relativo curriculum. Il tipo di programma prevede in genere diete inferiori alle 1000 calorie, accompagnate da farmaci non registrati dal Ministero della Salute; orientamenti mistici o fantasiosi, riferimenti a proprietà particolari di alimenti o ingredienti, a combinazioni di cibi, a problemi allergici o di incompatibilità; metodi per reperire i prodotti, vendita per catene di liberi venditori, per posta, tramite Internet.

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Le uova delle galline libere sono più nutrienti

Quella di tenere le galline libere e di non allevarle in batteria è una delle mie più ferme convinzioni personali, in quanto non è giusto far soffrire inutilmente questi poveri animali e lasciarli sopravvivere in condizioni di assoluto disagio; ora, poi, è giunta una notizia che dà una nuova spinta a questa convinzione, ovvero che le uova delle galline allevate in libertà sono più nutrienti di quelle prodotte dalle galline tenute in batteria.

Questo è il risultato, in breve, di uno studio condotto dall’Università Statale della Pennsylvania condotto dalla professoressa Heather Karsten e pubblicata su PhysOrg.com. I ricercatori hanno osservato 125 galline divise in due gruppi, 75 di esse hanno potuto vivere a terra e nutrirsi di vari tipi di erba, come il trifoglio e l’erba medica, le restanti 50 galline, invece, sono state allevate in batterie e nutrite con mangimi industriali. 

Alla fine delle sei settimane di esperimento, sono state confrontate le uova prodotte dai due gruppi di galline, ed è emerso che quelle prodotte dalle galline libere fossero più ricche di nutrienti rispetto a quelle degli animali allevati in batteria.

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Adolescenti obesi a rischio di artrite psoriasica

Chi già soffre di psoriasi e obesità spesso conduce una vita  poco piacevole a causa dei disagi e dei giudizi altrui. Ma le premesse per una vita migliore non sembrano affatto buone, anzi, a peggiorare la gravità della situazione, è uno studio, condotto dal dott. Razieh Soltani-Arabshahi, dell’University of Utah School of Medicine, a Salt Lake City, il quale afferma che le persone obese affette da psoriasi in giovane età hanno un elevato rischio di contrarre anche l’artrite psoriasica, una malattia reumatica infiammatoria che si manifesta nei soggetti affetti da psoriasi tra i 20 e 50 anni di età.

Le parti colpite sono soprattutto le ginocchia, tuttavia, con il passare del tempo possono essere coinvolte sempre più articolazioni. Il rischio sarebbe collegato all’indice di massa corporea, il BMI, e sarebbe predittivo di questa’altra forma di malattia reumatica infiammatoria che, a quanto pare, sembra più elevata nei soggetti di sesso femminile. Secondo i ricercatori, quindi, sarebbero gli obesi già compromessi a causa del peso ad avere la peggio.

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Mangiare poca carne aiuta la linea

Chi mangia poca carne è più magro oppure riesce e tenere meglio sotto controllo il proprio peso. A stabilirlo è uno studio condotto dall’Imperial College di Londra e pubblicato sulla rivista scientifica American Journal of Clinic Nutrition.

La ricerca è stata effettuata grazie all’ausilio di pazienti di 10 paesi europei, nello specifico 100.000 uomini e 270.000 donne, che sono stati seguiti per cinque anni; dallo studio è emerso che chi mangiava meno carne prendeva meno chili durante l’anno; invece, chi consumava molta carne aumentava di peso, in particolar modo coloro che assumevano grandi quantità di carne rossa, di pollame fritto e di preparazioni a base di carni grasse.

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Carne in scatola, alimento ideale durante l’estate

La carne in scatola, quella con la gelatina insomma, l’abbiamo provata tutti, almeno una volta. Anzi, sembra quasi che di tutti i cibi in scatola sia il principale punto fermo della tavola degli italiani, se è vero che una famiglia su due la consuma abitualmente. Le ragioni di questo successo? È pratica, sempre pronta e si conserva a lungo, sino a 4 o 5 anni. Ma possiamo dire che sia adatta anche a chi è a dieta? E può rientrare in un concetto di corretta alimentazione? Rispetto alla carne fresca, quella in scatola ha un modesto apporto energetico perché è bollita e sgrassata, infatti sempre più spesso i dietologi italiani la inseriscono nel menù di chi segue una dieta ipocalorica.

Di solito essa è composta da una parte del muscolo del bovino, lessato e inscatolato assieme alla gelatina vegetale o animale. A volte vengono aggiunte altre parti dell’animale, come la lingua, che però contribuisce ad aumentare il contenuto di grassi. Per questo, prima di acquistare una confezione, è sempre meglio dare un’occhiata alle informazioni sull’etichetta.

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Chi è in forma è anche più intelligente

Le persone intelligenti hanno forme più belle e un corpo maggiormente simmetrico rispetto a chi ha un quoziente intellettivo basso. Questo è quanto scoperto dal team di ricercatori composto da Mark Prokosch, Ronald A. Yeo e Geoffrey F. Miller del Dipartimento di Psicologia presso l’Università di New Mexico, in Albuquerque, che ha condotto una ricerca proprio per verificare l’esistenza di un legame tra la forma fisica ed il quoziente intellettivo, osservando attentamente le forme delle persone reputate intelligenti.

Per arrivare a dare una risposta ai loro quesiti, i ricercatori hanno tenuto in considerazione la misura di tutte le cosidette parti doppie del corpo umano, quali le mani, i piedi, le dita ecc., comparando la loro altezza e lunghezza. Per potere attuare questo studio gli scienziati hanno esaminato 14 studi precedenti, esplorando la possibile connessione tra le forme del corpo e l’intelligenza, in circa 1.900 persone.

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Ferie d’Agosto, no alle diete last minute

Le diete last minute? Fanno ingrassare! A spiegarlo qualche giorno fa, sono stati Fulvio Muzio e Michela Fiscella, del Servizio di dietologia e nutrizione clinica dell’ospedale universitario Luigi Sacco di Milano, che mettono in guardia dalle diete dell’ultimo minuto che espongono pericolosamente al rischio di gravi carenze nutrizionali e spianano la strada all’odioso effetto yo-yo. Ecco quindi un decalogo, l’ennesimo, per buttare giù qualche chiletto di troppo senza stressarsi e senza correre inutili rischi in vista delle ferie d’Agosto.

  • Preferite i prodotti locali per essere sicuri di portare in tavola solo prodotti freschi;
  • Fate pasti piccoli e frequenti con spuntini a base di cibi leggeri come frutta, verdura e yogurt;
  • Consumate almeno cinque porzioni al giorni di frutta e verdura fresche con carote, pomodori, peperoni, albicocche, angurie e ciliegie farete il pieno di vitamine e sali minerali e vi proteggerete dall’azione dannosa dei raggi solari;

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Legumi, perfetti anche d’estate

Mangiare i legumi anche d’estate? Sì, senz’altro. Certo, pensando a fagioli, ceci, soia, ecc. viene in mente più che altro una zuppa dal tipico sapore invernale, ma chi lo ha detto che i legumi sono un alimento adatto solo ai mesi freddi? Le numerose virtù di questi alleati della salute si possono sfruttare egregiamente anche d’estate.

Magari non proprio con una zuppa, ma con una bella e fresca insalata, e non solo, perché i modi per cucinarli e gustarli sono davvero tantissimi. Non sapete come? Nessun problema, ecco arrivare in aiuto un manuale pratico con ben 125 ricette tutte a base, ovviamente, di legumi con cui riscoprire il sapore, la bontà e il loro valore nutrizionale. Il libro si intitola Cucinare i legumi di Rosanna Passione ed edito da Terra Nuova Edizioni. Le 125 ricette selezionate provengono, oltre che dalla tradizione italiana, anche dalla cultura gastronomica di altri Paesi e propongono piatti in grado di esaltare la bontà di uno dei più antichi alimenti dell’uomo.

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Le bevande analcoliche favoriscono l’idratazione

Tutte le bevande analcoliche hanno un ruolo importante nell’idratazione. A sostenerlo è Assobibe, l’Associazione di Confindustria che tutela le aziende italiane che producono bibite analcoliche.

Facciamo un po’ di chiarezza: per bevande analcoliche si intendono quelle che non contengono tracce di alcol; tra questo tipo di bevande troviamo in primis l’acqua, e poi le altre bibite che si distinguono in gassate e non gassate. Le bevande analcoliche gassate sono quelle tipo aranciata, cola e limonata con l’aggiunta di anidride carbonica, mentre quelle non gassate sono i succhi di frutta e i nettari e le bevande calde nervine come tè e caffè.

L’affermazione dell’Assobibe trova anche un riscontro scientifico; ecco, infatti, cos’ha dichiarato Andrea Poli, il Direttore Scientifico della Nutrition Foundation of Italy:

Diverse le fonti che concorrono ad una idonea idratazione. Oltre in primis all’acqua, alimenti come il latte, la frutta, la verdura e tutte le bevande analcoliche, contribuiscono, nel contesto di una dieta equilibrata e di uno stile di vita attivo, a idratare l’organismo e a soddisfare la quotidiana richiesta di liquidi.

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E’ vero che il caffè fa passare il mal di testa?

Il caffè fa passare il mal di testa. Questa affermazione è una perla di saggezza popolare che fa gongolare chi, come me, non potrebbe mai iniziare la giornata senza berne almeno una tazza fumante; ma è veritiera? Be’ per fortuna sembra di si, almeno in parte; il caffè infatti è un vasocostrittore, ha il potere cioè di causare un restringimento dei vasi sanguigni esercitando di conseguenza una leggera azione antidolorifica. Non per nulla la caffeina entra fa parte della “lista degli ingredienti” di diversi farmaci utilizzati proprio per sconfiggere l’emicrania.

In particolare, sembra che l’azione antidolorifica del caffè si rivolga soprattutto a un preciso tipo di mal di testa, la cosiddetta cefalea ipnica, che insorge tipicamente durante la notte causando improvvisi risvegli, mentre abbia effetti piuttosto modesti sulle cefalee muscolo-tensive. Aspettate però ad esultare; infatti, come sanno molto bene i suoi consumatori più appassionati, il mal di testa può fare la propria comparsa anche in seguito all’astinenza da caffè, ovvero in quelle giornate in cui chissà per quale motivo, i forti bevitori non hanno potuto concedersene la “dose” abituale.

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La piramide delle bevande: ecco cosa bere d’estate

Bere è molto importante, e d’estate ancora di più; da sempre i medici raccomandano di bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, ma con la stagione calda si può arrivare tranquillamente anche a due litri. Possono sembrare tanti, ma dobbiamo considerare il fatto che il nostro peso corporeo è composto per il 60% da acqua, una parte della quale viene espulsa attraverso il sudore, le lacrime, l’urina e la respirazione e che quindi deve essere reintegrata.

La Società Spagnola di Nutrizione Comunitaria ha creato una piramide dedicata alle bevande, simile a quella alimentare, per dare le giuste indicazioni su ciò che è meglio bere; in linea di massima, dovremmo introdurre due litri di liquidi al giorno, soprattutto d’estate, e questa quantità può essere raggiunta anche bevendo diverse bevande e non solo l’acqua; inoltre non bisogna dimenticare che una discreta quantità di liquidi viene introdotta nell’organismo attraverso l’alimentazione, soprattutto se assumiamo molta frutta e verdura.

Alla base della piramide dedicata alla bevande c’è l’acqua, sia in bottiglia che del rubinetto; è completamente acalorica e quindi può essere consumata a volontà, magari prediligendo quella naturale se si soffre di gonfiori.

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Dimagrire velocemente fa bene o male?

Contravvenendo a quanto sostenuto dalla maggior parte dei nutrizionisti e dei dietologi, alcuni studi presentati al Congresso Internazionale sull’obesità, tenutosi nei giorni scorsi a Stoccolma, affermano che per dimagrire efficacemente è meglio perdere peso il più rapidamente possibile.

Ci riferiamo in particolare allo studio coordinato dalla dottoressa Katrina Purcell, dietologa presso l’Università di Melbourne in Australia, che ha messo a confronto i risultati ottenuti in termini di perdita di peso da due diversi tipi di dieta: una rapida con l’obiettivo di smaltire 1,5 kg a settimana e l’altra graduale con l’obiettivo più modesto di buttare giù mezzo chilo a settimana; entrambe le diete avevano la durata di dodici settimane e si rivolgevano a persone di 100 kg di peso.

I risultati ottenuti hanno mostrato che le persone sottoposte a dieta rapida sono riuscite a perdere il 15% del peso nel 78% dei casi, contro il 48% delle persone che avevano seguito la dieta graduale.

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In forma e in salute con la medicina integrata di origine indiana

Avete sempre sognato di essere in perfetta forma e in ottima salute? Niente di più normale, in quanto direi proprio che questo è il sogno di tutti, che potrebbe essere possibile, almeno secondo il dottor Mosaraf Ali, un medico indiano, da sempre promotore di una medicina integrata atta ad unire la tradizione orientale con la scienza occidentale.

Secondo il dottor Ali, per essere in salute basta seguire alcune semplici regole: mangiare molta verdura e frutta, consumare poco alcool, caffè, usare poco zucchero e sale, bere almeno un litro o un litro e mezzo d’acqua al mattino e tè e infusi alle erbe durante il giorno.

Le regole e i principi del dottor Ali sono state seguite negli anni da molti personaggi dello show business e dello sport, ma anche da personalità come il principe Carlo d’Inghilterra e il sultano dell’Oman.

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Sei affetto da iperglicemia o diabete? Devi cambiare stile di vita

In Italia il 6% della popolazione, pari a circa 3,5 milioni di persone, soffre di diabete. Tuttavia,  circa un milione di persone non si rende conto di averlo. È una malattia che negli ultimi anni sta aumentando vertiginosamente, anche a seguito dell’aumento di obesità e del cibo spazzatura.  Una guida, dal titolo Iperglicemia e diabete, realizzata da Attilio e Luca Speciani di Eurosalus ed edita da Giunti Editore aiuta a fugare ogni dubbio sull’iperglicemia e sul diabete.

Secondo gli autori, uno dei fattori più importanti e determinanti è lo stress. Lo stress, infatti, alza i livelli di glucosio nel sangue. Un motivo a tutto questo c’è e risiede nella nostra natura. Gli esseri umani hanno una sorta di sistema di controllo che viene attivato nel momento in cui si avverte una minaccia. Come scrivono gli autori,

“Se ipoteticamente uno di noi si trovasse a tu per tu con una tigre, questo sistema ci permetterebbe di utilizzare istantaneamente le migliori fonti energetiche disponibili; bruceremmo istantaneamente tutte le nostre riserve di glucosio”.

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La piramide alimentare è cambiata

In questi ultimi anni si è visto un graduale cambiamento nell’alimentazione. I medici ed i nutrizionisti si rendono conto di quanto, questa, possa essere alla base di un organismo in salute.Ecco allora che cambiando alcune regole alimentari muta anche la classica piramide alimentare. Questo è quanto riferito dalla nutrizionista Carla Favaro dell’Università di Milano Bicocca durante un’intervista.

Secondo la dott.ssa Favaro, alla base della piramide alimentare c’è sempre  frutta e verdura, l’acqua, seguita dai supernutrienti cereali integrali , e una new entry, la frutta secca a guscio, e infine le spezie. Queste ultime sono state spesso sottovalutate e poco utilizzate. Sono proprio le spezie, infatti, che conferiscono sapore all’alimento evitando l’utilizzo di dadi vegetali e di grosse quantità di sale. Al vertice della piramide ci sono gli alimenti di origine animale che, anche se sono considerati complementi essenziali della dieta, devono essere consumati con parsimonia.

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L’estratto di foglie di ulivo combatte l’obesità

L’estratto di foglie di ulivo, sfruttato popolarmente da millenni per le sue virtù naturali che sembrano contrastare l’ipertensione, oltre a prevenirla, pare che svolgano un ruolo importante anche nella lotta contro l’obesità. Lo studio in questione, eseguito su modello animale, è stato basato sugli effetti che l’estratto di foglie d’ulivo può avere sulla sindrome metabolica. Per portare avanti lo studio un gruppo di topi sono stati alimentati con una dieta ricca di grassi per un periodo di due mesi.

Al termine del periodo di dieta, tutti i topi avevano sviluppato la sindrome metabolica, una situazione clinica definita ad alto rischio cardiovascolare poiché comprende una serie di fattori di rischio e sintomi contemporanei, tra cui obesità, diabete ecc. Successivamente gli animali sono stati suddivisi in due gruppi, il gruppo di controllo e il secondo gruppo a cui è stato somministrato l’estratto di foglie d’ulivo per altri due mesi.

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Meranofeelgood: nel Sudtirol i dettagli nel cibo fanno la differenza

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La sensazione è un po’ quella di mangiare cultura di vita assieme a pane integrale con cumino e semi di girasole.
Non sono esagerato, è la comunità sudtirolese che colpisce a fondo e non lascia spazio a dubbi. Il mangiare sano, qui, corrisponde a più fattori strettamente legati tra loro, che coinvolgono non solo l’attenzione alla provenienza biologica del prodotto, ma più in generale uno stile di vita strettamente connesso alle proprie radici culturali, alle tradizioni culinarie e naturalistiche del luogo. Un sistema ben oliato, insomma. Anche se l’olio, in quel di Merano, è più tipicamente di uva.

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Fare spuntini aiuta a combattere l’obesità infantile

Per molte persone mangiare fuori pasto o fare uno spuntino può far ingrassare. Secondo un nuovo studio,invece, fare uno o più spuntini durante la giornata riduce il rischio di ingrassare. Sono i risultati di un recente sondaggio pubblicato sulla rivista American Journal of Clinical Nutrition condotto dalla dott.ssa Debra R. Keast, del Food & Nutrition Database Research Inc., di Okemos, Michigan, negli Usa.

I ricercatori hanno studiato i comportamenti alimentari di 5.800 adolescenti statunitensi di età compresa tra i 12 e i 18 anni e hanno scoperto con sorpresa che il tasso di obesità infantile, in particolare quella addominale, scendeva proporzionalmente al numero di snack consumati durante il giorno. Chi consumava uno o più spuntini aveva meno probabilità di mettere su peso. Nello specifico il sondaggio ha messo in evidenza che tra i ragazzi che mangiavano durante la giornata vi era una minore incidenza di obesità e sovrappeso.

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